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Braxamundis
Vita o Morte
Molti di voi si sono persi un particolare neanche tanto piccolo. Dopo la valanga di insulti vomitati contro il mondo, il Mizukage aveva appena provocato un boato talmente assordante da coprire le urla e le imprecazioni della folla, non è da escludere che diversi del pubblico abbiano dovuto portare le mani alle orecchie per non finire storditi. In fondo, era una tecnica pensata per gli spazi aperti. Già, la forma dell'arena faceva rimbalzare le onde sonore lungo le pareti amplificandone l'efficacia. Ma questo Kyle lo sapeva.
Il polverone prese a diradarsi mentre tardava a disperdersi l'eco del boato, come i postumi di un tuono. La polvere e le sabbia cadeva come pioggia sul campo di battaglia e la visibilità tornava lentamente quella di prima. Solo con un braccio portato al viso per proteggere gli occhi dalla sabbia in eccesso s'era protetto Subuza, che lo riabbassava lentamente guardando Kyle con occhi sgranati. Le iridi si erano ridotte a fessure verticali e sottili mentre le palpebre erano spalancate a dismisura a causa del disappunto.
Da quando in qua ti piace dar spettacolo, Mizukage? E dire che una volta mi facevi la predica a causa delle mia leziosità.
Si scostò la sabbia accumulata sulle spalle del vestito in pelle e fece un paio di passi verso Kyle. Tutto sommato manteneva un atteggiamento calmo e controllato, proprio come suo solito. Non sembrava nemmeno coinvolto in un duello mortale. O comunque, non sembrava preoccuparsi di una possibile disfatta fatale.
Il tuo stile è comunque grezzo e piatto, ma come aspettarsi di meno da un tipo... quadrato come te. Adesso dà bravo e lascia fare al maestro. Credo che tutta questa gente sia venuta qui per uno spettacolo, o sbaglio?
Sollevò in maniera scenica le braccia ai lati del corpo, quindi avvicinò le mani in maniera vistosa, unendo le dita in un particolare intreccio. Tra la folla si sollevò un brusìo di curiosità e sorpresa, tutti avevano udito parlare delle leggendarie posizioni magiche delle arti segrete ninja, ma probabilmente pochi avevano avuto l'opportunità di vederle di persona. L'intreccio delle dita si sciolse e si riformava quattro volte in quattro posizioni diverse e intanto intorno a Subuza l'aria fremeva e la polvere vorticava.
Alla fine di questo procedimento sollevò un braccio dove l'energia si era accumulata e si condensava formando quattro distinte sfere luminescenti (diametro intorno ai 50 cm) e fluttuanti che si disposero casualmente attorno all'ex Kokage come lucciole d'estate.
Aspettate a stupire. Non avete ancora visssto niente.
Sibilò la vipera velenosa e nel frattempo la lingua si assottigliò e si allungò fuori dalle labbra, protendendosi sempre di più e tramutandosi in una verde serpe vivente. La folla non finiva di stupire e di discutere animatamente quale genere di stregoneria fosse quella. Alcuni erano pieni di meraviglia e curiosità, altri di ribrezzo e sgomento, ma nella maggior parte poteva leggersi un sentimento comune. Paura.
Subuza li guardava compiaciuto come solo un demonio poteva esserlo, quindi sollevò il mento in modo tale che la serpe potesse raggiungere una posizione verticale e dalla bocca del rettile trasse fuori l'elsa di una spada. Posta la mano all'elsa, proseguì ad estrarre la lama completa di una spada, la leggendaria kusanagi. Tra la folla molti tacquero in un silenzio scioccato e Subuza non poteva sentirsi più vivo di così.
Questo si chiama attirare l'attenzione, mio caro Mizukage.
Fece vibrare la spada un paio di volte, facendola roteare lungo il fianco, quindi assunse una posizione di combattimento.
O forse dovrei dire "EX".
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Mike Portnoyz.
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Saga D.
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@Casey91
Senza rendersene conto, si era aggrappata al primo appoggio che aveva trovato, una specie di balaustra di ferro che delimitava una certa fila di posti a sedere, aveva la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
La richiuse, e cercò di ricomporsi. Era una Varyag, per Tharmund! Eppure qualcosa del genere non l'aveva visto. Il magretto vestito di nero prese una posa strana e iniziò a tirare fuori qualcosa... dal proprio stomaco.
Si lasciò cadere per un istante sulla balaustra davanti a sè, portando una mano alla bocca per non vomitare. Era semplicemente... sbagliato! Il corpo umano non è fatto così! Ne era sicura, si ricordava il suo addestramento, i punti vitali da colpire... era più che sicura che una spadata giù per la gola non fosse esattamente un elisir di salute! Il ninja più anziano, invece, sparì. Si era distratta per un attimo, a fissare quello vestito in nero, e non capì cos'era successo al suo contendente. Era rimasta una pozzanghera al suo posto.
Si voltò, guardando dietro di sè, per cercare qualcuno con cui parlare, e magari capire se stava davvero vedendo quello che stava vedendo. Magari era ancora in mezzo al mare, stordita da un colpo di sole e dalla disidratazione, e stava avendo le allucinazioni più creative della sua vita.
Tra un tizio incappucciato, uno vestito di nero e con la faccia da pazzoide, e una ragazza vestita di bianco, si sentì più sicura nel rivolgersi a quest'ultima.
Ignora che proprio quella stessa ragazza le aveva ripetutamente fissato il sedere quando si era piegata, poco prima, sulla balaustra, e aveva pure fatto dei complimenti, ma Saga era stata troppo distratta per sentirla.
Saga: Cosa... come... stai vedendo quello che vedo io? Ma è normale?
Proprio in quell'istante sentì la folla improvvisamente trattenere il fiato, di nuovo. E adesso cosa si era persa?Saga Dharmuid
Bionda, lineamenti duri da Saga, occhi di ghiaccio, fisico tonico e coperto di cicatrici.
Alta 1.75, veste in cuoio e pelliccia.Background
Appartenente al popolo dei Saga che abita l'arcipelago di Vaygr.
Nata ad Avamfell, piccola isola nell'arcipelago, cresciuta tra Avamfell e Niethlung.
La sua famiglia era partecipe all'attacco dei Saga contro Kameyama, e la lasciò sola con "il vecchio", il membro più anziano del clan.
Non tornarono. Tutt'ora non sa dove sono, ma assume che siano morti nell'offensiva, ma non è certa.
Il vecchio la lasciò, spegnendosi in una notte di luna, nove giorni fa.Rimasta sola, si imbarcò per raggiungere Niethlung ed esporsi alla società, per scoprire se le sue genti erano ancora lì o se l'impero aveva sterminato tutti.
Naufragò invece a Louyhong, e venne salvata da un soldato imperiale, a cui non ha ancora rivelato la sua identità, anche se lui ha i suoi sospetti e i lineamenti la tradiscono.Carattere
Prudente, solitaria per costrizione. Non può svelarsi troppo perchè non sà quale sia la sua posizione nel mondo: cos'è successo ai Saga? E' finita la guerra? E' al sicuro?
Spaventata e disorientata, ma determinata e combattiva. Si aprirà istintivamente a chiunque, per poi chiudersi velocemente e passare sulla difensiva.. -
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@Kairi
Se non vuoi leggere tutto basta l'ultimo paragrafo.
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@Imperio . -
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@:Karma: QUOTELegenda
Narrato
Pensato Kaos
Parlato Kaos
Sconosciuto
Si era finalmente diradata la coltre di polvere e pulviscolo sollevatasi come conseguenza di una sorta di esplosione sprigionata da un contendente; il campo di battaglia era tornato di nuovo visibile ma sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di compiere la prima mossa.
Finalmente il combattente coi capelli bluastri, apostrofato poco prima dall’avversario, decise di rispondere alla provocazione e lo fece in maniera senz’altro plateale, estraendo una spada dalla propria gola.
So boring! Basta essere in grado di rilassare lo sfintere esofageo trattenendo i conati per attuare un trucchetto del genere… ho visto derelitti fare di meglio in cambio di qualche spicciolo!
Bah, spero abbiano qualche asso nella manica decisamente più sorprendente.
Come a voler rispondere alla mia muta richiesta, lo scontrò si animò improvvisamente quando il corpo del tizio con i capelli bianchi si liquefece in un istante sparendo nel sottosuolo.
Quel tizio si è appena liquefatto… Eppure non credevo di aver bevuto fino a tal punto!
Estrassi la fiaschetta dalla tasca dei pantaloni e la portai alla bocca per trarne una lunga sorsata ma la delusione mi colse quando realizzai che il contenitore metallico era completamente asciutto.
Ma stiamo scherzando? E dove lo trovo dell’alcool in questo posto?
Mi guardai intorno nella speranza di adocchiare un modo per rifornirmi di liquore e notai immediatamente una ragazza dai capelli rossi che ricordavo di aver intravisto di recente in qualche osteria, feci per avvicinarmi ma un’altra ragazza bionda le si avvicinò prima che potessi farlo io e desistetti.
Aguzzando lo sguardo notai però uno strano ragazzo con una scimmia sulla spalla, accompagnato da un altro tizio dall’aspetto selvaggio.
Great! Quello deve senz’altro essere una specie di artista di strada… quei rifiuti solitamente sperperano in alcool le poche monete elemosinate. Se lo pago bene non mi negherà un po’ del suo liquore!
Mi incamminai di buon passo sulle gradinate per raggiungere l’uomo mentre, agitando una mano, richiamavo la sua attenzione.
Saltimbanco! Ehi tu, saltimbanco!
Mi avvicinai il più possibile e fui quindi a portata d’orecchio, in maniera tale che la ressa non coprisse le mie parole.
Mes amis, voi siete senza ombra di dubbio ciò che fa al caso mio! Mi presento, sono Kaos Demiurge. Vi chiedo senza indugi di cedermi parte del vostro liquore: posso pagarvi bene, sicuramente più di quanto guadagnate coi vostri spettacolini con la scimmia.
Mi accorsi solo in seguito che i lineamenti duri dell’uomo e l’armatura che indossava lo rendevano ben diverso dagli artisti di strada cui ero abituato.
Un momento! Tu non sei un saltimbanco, hai pure una spada che sembra di valore! Stavi forse cercando di ingannarmi portandoti dietro quella scimmia?. -
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Danzõu™.
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@Scaar Narrato l °Pensato ° l Parlato
I miei occhi si sgranarono improvvisamente quando vidi i due contendenti.Ma quelli sono...! No... non ci credo. Impossibile!
Non ci potevo credere. Non ci volevo credere. Per quanto uno dei due fosse un vero bastardo – perché gli Otesi erano ciò -, vedere due shinobi di quel livello essere reclusi in un arena al pari di bestie pronte a sbranarsi per soddisfare il divertimento della folla, mi faceva provare solo rabbia. Due tra i Kage più forti nella storia moderna e anche antica del mondo shinobi essere trattati come semplice feccia. Come criminali. Come se le loro gesta – giuste o meno – fossero dimenticate senza rendergli nessun onore. Solo lo schiamazzo di un pubblico offensivo nel deriderli al pari di buffoni di corte. Quindi a ciò eravamo arrivati? Questo era il destino che il mondo avrebbe riservato agli Shinobi?
° I kage di Oto e Kiri! Come diavolo sono riusciti a catturarli? °Trattarli come bestie! Come se solo loro fossero i colpevoli.
Affermai con un tono di voce basso, seppur i miei pugni venivano stretti con veemenza nel sentire il bisogno di uno sfogo decisamente più liberatorio. Avrei voluto urlare per oppormi a tutto ciò. Anzi, sarei voluto intervenire anche se non avevo nessun legame con i due contendenti. Ma erano pur sempre shinobi come me. Come altri che, sicuramente – camuffati come il sottoscritto -, quel giorno erano venuti ad assistere a quell’umiliazione pubblica. Sicuramente noi avevamo le nostre colpe. Il mondo shinobi si era macchiato di pesanti peccati, ma di certo, non solo noi ninja eravamo stati unici artefici di quella guerra. Un conflitto dove altri avevano manifestato bramosia di conquista appoggiando sottobanco le cinque grandi nazioni: i Daimyō per esempio.
Lasciando che il marchio di criminali ricadesse su quegli stessi individui che per secoli avevano salvato il culo di molti. E adesso? Nulla. La memoria per gli uomini era corta. E dove si chiedeva un tributo di sangue, si scordava anche dei sacrifici che molti shinobi avevano compiuto in difesa dei più deboli. Oggi però si sarebbe solo intonato il requiem di infamia e colpevolezza. Nessuno avrebbe alzato un dito in difesa di due gloriosi combattenti che stavano pagando si! colpe di cui loro erano anche colpevoli, ma senza opporsi o nascondersi dai boia. A testa alta si stavano affrontando come centinaia di altre volte erano avvenute quelle battaglie. Le capacità di noi shinobi messe in ridicolo nel sembrare più artisti circensi che maestri di un antica arte millenaria. Un’arte che solo pochi rispetto i molti potevano apprendere mediante quell’energia sprigionata chiamata chakra. Per secoli ci eravamo odiati. Suna contro Konoha. Oto contro Kiri. E adesso comprendere che le nostre ostilità non avevano portato altro che alla caduta di quegli stessi grandi villaggi.Serpe del cazzo è sicuramente Subuza, capo di Oto. L'altro è quello di Kiri. Erano insieme quella volta, quando c'era il serpente gigante. Non serpente, quella cosa. Il Levianato, qualcosa. Però allora erano amici. Strano.
Poi in mezzo a tutte quelle risate, quegli insulti, quelle bestemmie che ci riguardavano un po’ tutti, una voce raccapricciante come un sibilo di un serpente venne udita dal sottoscritto, non potendo non notare che i miei esimi colleghi eran più vicini di quanto credessi.Tsk…
Un verso di disapprovazione nel notare quasi il divertimento da parte di quel bizzarro individuo essere ben leggibile nella sua espressione decisamente appagata. Forse solo matto, o forse semplicemente cinico, non potei ignorare e non farmi strada tra la folla per avvicinarmi a quell’individuo e dire la mia.Oggi a pagare è l’intero mondo shinobi. Non esistono più Otesi, come Kiriani o altri esponenti di quelle che furono le grandi nazioni Ninja. Oggi stiamo solo assistendo al risultato di una caccia alle streghe che doveva dare alla folla quel simbolo di corruzione e malvagità che il popolo chiedeva. Oggi sono i Kage... ma domani potremmo essere noi a venire offerti come spettacolo alla folla.
Speravo in cuor mio che almeno il Kazekage fosse riuscito a mettersi in salvo. Ma ovviamente se due ninja potenti come Subuza e Kyle erano stati fatti prigionieri, agli altri Kage sarebbe toccata la stessa triste fine seppur ancora fuggiaschi e latitanti.° La situazione è più critica di quanto mi aspettasi! che anche il Kazekage sia... °
Jin YoshidaLe idee possono essere dure come diamanti, o fragili come pezzi di carta.
Ottenni l’innata del mio clan, ottenni fratelli, sentendomi legato al mio villaggio grazie al kibaku nendo. Pensavo di essere felice, vivendo come credevo fosse più giusto. Ma tempo dopo, accadde qualcosa che mi fece ricredere: la guerra
A guidarmi, l’affetto per Iwa, e la voglia di essere riconosciuto come un guerriero della Roccia, un soldato. Mi allenai duramente, ottenendo una forza maggiore insieme a qualcos’altro. Non seppi perché, ma durante le crudeltà della guerra, conobbi un lato di me che pensavo non facesse parte della mia indole: da lì, iniziai a cambiare.
Tutto ciò in cui avevo creduto, sembrava essere il sogno di un ragazzo che si era frantumato contro la realtà, o forse, solo contro il mio vero io.
Il motivo per il quale continuavo, per il quale mai mi fermavo, era il desiderio infinito di migliorare. Non sapevo da cosa esso dipendesse, né cosa m’induceva tale volontà, ma lo desideravo con tutto me stesso. Figlio di un clan ormai dimenticato, avevo condotto una vita incentrata prevalentemente su continui allenamenti e prove. Forse volevo semplicemente redimere il concetto di shinobi da quel passato peccaminoso che aveva contraddistinto molti miei avi, o forse solo esser d'esempio a qualcuno, fatto sta che ora come ora, dopo il volenteroso desiderio di servire l'ormai decaduta Iwa, decisi di seguire solo il verbo insindacabile della missione per cui avrei combattuto. Quello che mi spingeva non era riconducibile a nulla, il mio passato si perdeva nella memoria, solo le parole altrui lo creavano. Rinato, forse già morto, sentivo qualcosa scorrermi nel sangue, un potere diverso da qualsiasi altro, un potere che doveva essere liberato. La guerra m'aveva insegnato a sopportare il dolore, a corromperlo, a diventare con esso una singola lama. Il mio volto inespressivo n'era la prova, nessun’offesa mai mi tangeva, solo l'insana gentilezza che avevo ricevuto in dono poteva essere in contrasto con cosa, veramente, dovevo essere. Una macchina, strumento per una nuova nazione che stava sorgendo, colui che ne sarebbe stato al comando, unico punto di riferimento. I lineamenti duri e conformi del mio corpo, struttura formatasi dopo infinite agonie, mi davano un'aria sicura e al contempo incerta. Era tempo d'avviarmi verso il mio futuro, era tempo di riscattare quel ruolo che coprivo e dare nuovamente lustro a esso.
.Fisico
Nessun lineamento rude è presente sul suo volto, così come la peluria pallida, opportunamente rimossa; folti capelli bianchi - soffre di una particolare forma di albinismo - neppure tanto curati, ricadono sulla sua fronte ampia, dalla carnagione pallida come il resto del corpo. Gli occhi sono di una particolare tinta di blu, più vicina al celeste e resi profondissimi da dei tagli di nero che rendono vagamente inquietante il suo sguardo. Particolare interessante, due lunghi tatuaggi lineari partono dalle spalle, proseguono lungo le braccia e terminano sui dorsi di ogni mano con un motivo che ricorda vagamente un sole stilizzato.
Il fisico estremamente allenato è spesso coperto con abiti che non mettono in evidenza le sue prestanti doti fisiche -Indossa quasi sempre una tunica bianca, lunga che copre quasi tutto il corpo, i pantaloni stretti ma leggeri sono di colore nero.Psicologia
E’ il modello perfetto di onore, fedele sino alla morte , gentile ed educato verso gli altri, ma spietato e risoluto in battaglia contro il nemico e invasore ed uno spirito di sacrificio accentuato. Basti pensare ai durissimi allenamenti a cui si è sottoposto per sopravvivere al devastante conflitto che ha visto in guerra le cinque grandi nazioni. Questa nuova concezione marziale ha inconsapevolmente modificato il suo stile di vita e i suoi obiettivi.E' l’esempio perfetto di shinobi fedele alla sua patria: il modello perfetto. Dal viso pulito e i principi puri e pronto a tutto per adempiere agli ordini che gli sono stati impartiti, anche a sacrificare la vita delle persone a lui più care sino alla sua medesima. Forse sin troppo rigido e incapace di avere una visione più allargata della realtà che lo circonda, a lui non interessa. Senza illazioni o scuse anche se sensate, il suo unico verbo insindacabile è la missione per cui combatte. E’ di certo una figura esemplare, ma fin troppo ottusa e servile.
Edited by Danzõu™ - 28/2/2015, 03:39. -
Edosenpai.
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CITAZIONEParlato Enma
Pensato Enma
Narrato
Parlato altrui
@#BIZZLE
Appena gli giunse la voce riguardo il grandissimo evento che si sarebbe svolto ad Ephiora non potè che partecipare alla visione, e partì subito da Neagora alla volta dell'arena più conosciuta dell'impero.
Dell'impero... già, ormai non si parlava più di nazioni divise, che si facevano la guerra l'un l'altra, spargendo talvolta sangue innocente ed inutile, atto solo a dimostrare la superiorità di chi ne sparge di più, ora si era in un impero unito, dove non ci dovevano più essere discriminazioni e guerre, ma solo pace ed un grande senso di appartenenza.
Il mondo non è mai come dovrebbe essere, e questo disgustava ma allo stesso tempo attirava inesorabilmente la mente curiosa e perversa di Enma.
L'idea di vedere i corpi di due uomini ricoperti di sangue che si contorcono nello sforzo di farsi valere o anche semplicemente in quello di vivere lo eccitava parecchio, non poteva resistere alle tanto macabre e ributtanti quanto affascinanti sfide di grandi combattenti.
Giunto finalmente all'entrata dell'arena per versare la quota d'ingresso ed acquistare il biglietto non stava più nella pelle, doveva per forza vedere quello spettacolo il prima possibile, doveva togliersi questo sfizio. Ad un tratto si udì un boato a squarciare quell'atmosfera di tensione che c'era nell'arena e la curiosità di Enma non fece che aumentare. Si precipitò di corsa all'interno dello stadio e si affacciò subito a vedere cosa stava succedendo.
|Ma che diavolo...?! C'è solo un tizio... e dell'acqua per terra! Dov'è l'altro combattente?|
Si guardò intorno con attenzione, cercando qualcuno a cui chiedere spiegazioni. Per quale motivo dove dovevano esserci due uomini che sguazzano nell'odio e nella paura nel vano tentativo di infliggersi colpi letali... c'era solo un tipo con una strana spada in mano ed una pozza d'acqua? L'incontro doveva essere già cominciato da un po' ormai.
Nessuno del pubblico sfuggiva al suo sguardo, ed erano per lo più personaggi davvero inquietanti, ma lui doveva chiedere spiegazioni, voleva vedere le sferzate delle spade, le urla di dolore e le grida di lotta, gli incitamenti del pubblico e la sua sete di sangue. Insomma, era presemtato da tutti come l'incontro dell'anno, in cui due belve si sarebbero dovute scontrare in una feroce battaglia, aveva pagato per questo dopotutto. Come mai dunque non c'era traccia dell'altro partecipante?
|Diamine... ed ora? Ecco cosa si ottiene ad arrivare in ritardo ad un incontro così! Chi mai potrebbe dirmi che è successo fino ad ora?|
Il suo sguardo vigile si posò su un ragazzo dai capelli bianchi e con una vistosa cicatrice sull'occhio, in un cappotto nero col cappuccio lasciato cadere sulla schiena.
|Ehi tu,-disse con tono impaziente e sguardo curioso-saresti per caso così gentile da che fine ha fatto l'altro partecipante e chi dovrebbero essere quei due? Nel mio villaggio parlavano tutti di due grandissimi ex-shinobi che si sarebbero scontrati senza esclusione di colpi... ma non sapevano chi fossero.|CITAZIONEDescrizione fisica:
Un normale ragazzo di 17 anni, alto 1,78 cm, pesa 72 kg, ha i capelli nero pece, molto scompigliati che terminano con un ciuffetto sporgente in avanti sulla fronte.
Occhi grandi e di un blu profondo, naso e bocca piccoli, carnagione molto chiara e mento appuntito, tratti somatici molto dolci e gentili accentuati dal sorriso innocente e sincero.
Magro, esile e ha una muscolatura non particolarmente accentuata ma pur sempre visibile sotto le vesti. Veste con una divisa scolastica blu scuro (fatta su misura per permettere i movimenti da ninja), con grandi bottoni gialli e con colletto alto e bianco. I pantaloni sono anch'essi blu scuro, tessuti in modo tale da permettere una certa agilità.
Descrizione psicologica: anche se potrebbe sembrare ingenuo e sincero, in realtà quello è solo ciò che c'è in superficie; la sua psiche è molto più contorta di quanto possa dare a vedere un diciassettenne. Ama alla follia le scene truculente ed ha una particolare passione i combattimenti all'ultimo sangue fra più persone. Nella vita di tutti i giorni invece è molto superficiale e tende a non dare molta importanza a ciò che lo circonda, se non quando ha dei cattivi presentimenti.
Edited by Edosenpai - 28/2/2015, 18:12. -
.CITAZIONENarrato - Parlato - Pensato - Parlato AltruiInformazioni e Background
Background Descrizione Fisica Descrizione Psicologica CITAZIONEPotrei continuarlo con quello che hanno scritto Mike e Ryuk. Se non lo farò, mi riallaccerò ad essi nel prossimo post. Per i dettagli vari, arriveranno entro stasera.. -
#Bizzle.
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@Edosenpai (scusa davvero se ti taglio, ma volevo continuare il filo di quello fatto nel primo post. Se vuoi aggiungiti alla vicenda, come vuoi ^^
@Scaar
@Danzou. -
:Karma:.
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@Microzoopsia
Tra la gente della foresta i ninja venivano considerati persone schive e spregevoli per lo più. Avevano persino un detto per sottolineare l'importanza di non fidarsi mai di uno di loro. "Uno shinobi a due facce. Fidati della prima, e la seconda sarà l'ultima cosa che vedrai", si diceva. Molto era dovuto alla loro natura schiva e nascosta, l'agire nell'ombra, l'ampio utilizzo di sotterfugi e inganni per raggiungere i propri scopi. Uno shinobi poteva giurare sulla propria madre per salvarsi la vita, poi tagliarti la gola un secondo dopo quando ti saresti voltato.
Lui personalmente non era mai stato nei loro "villaggi segreti". La precisa ubicazione di molti di essi era sconosciuto o comunque confinata in parti della foresta dove alla sua gente era vietato andare. Si raccontava di ombre tra gli alberi, maschere bianche, che non dormivano mai e che trucidavano senza far domande chiunque non riconoscessero. Si raccontava anche che nei loro villaggi i bambini venivano addestrati fin dalla giovane età a diventare uno di loro, ad uccidere a sangue freddo e non provare compassione. Suo cugino Gamede aveva detto di averne visto uno che non doveva avere nemmeno 8 anni sfrecciare da un albero a un altro a velocità impressionante.
Suo cugino era un ciarlatano, ma quella volta gli sembrò sincero. Karma le riconosceva dalla puzza le fandonie e, per qualche motivo, quella volta gli credette. Inutile dire quindi che quando arrivò la notizia della caduta del grande villaggio del fuoco, lui ne risultò solamente sollevato. Nessuno più avrebbe dovuto temere delle ombre sugli alberi e le maschere bianche. La foresta era sicuramente un luogo più tranquillo, specie con l'arrivo dell'impero a sistemare le cose.
Saltin.. banco?
Gwa-hii-wha-kwo?
Si grattò la guancia con l'indice con un espressione confusa. Era evidente che quel losco individuo ce l'avesse proprio con lui. La scimmietta sulle sue spalle si sollevò un poco, guardando il nuovo arrivato con genuina curiosità. Rowan, che era di fianco al selvaggio amico e alla sua scimmietta, invece si irrigidì un poco per via dell'intervento di Kaos.
Siamo spiacenti ma non abbiamo alcolici con noi, signore, e vorrei anche consigliarvi di astenervene a vostra volta. In un luogo come questo, il consumo di alcolici è un combustibile fin troppo economico per risse e disordini.
Quindi il cavaliere indicò un paio di guardie che sostava sugli scalini più in là, alla fine della fila in cui loro si trovavano, invitando Kaos a voltarsi a sua volta.
Se non volete avere grane con le numerose guardie che sono di servizio, ascoltate il mio consiglio. E' per la vostra salute e sicurezza.
Abbastanza quadrato e diretto, il biondo cavaliere era evidentemente serio. Karma al suo fianco guardava Kaos incuriosito, preferendo far parlare il suo amico imperiale per il momento. Rowan sapeva sempre esattamente cosa dire o fare, non certo come lui. La gente di città gli era sempre sembrata strana e un pò fuori di testa. Le parole contenevano sempre almeno due o tre sensi e i sorrisi erano spesso maschera di cattive intenzioni e secondi fini. A quello preferiva di gran lunga la sincerità animale. Nei loro occhi eri sempre sicuro di scorgere la verità, niente di più, niente di meno.UOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH
L'intera folla ululò e si alzò in piedi. Qualcosa era successo sul campo di battaglia. Karma e la sua scimmietta Hera si voltarono contemporaneamente con occhi sgranati cercano di capire perchè tutti si erano impressionati. Fecero in tempo a vedere uno dei due tentare di colpire l'altro alle spalle, solo che...CITAZIONEKarma
Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracciHera
Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.Rowan
Biondo, sul metro e novanta e piazzato. Indossa un armatura leggera completa e tiene un lungo spadone nel fodero riposto dietro alle spalle.. -
Casey91.
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@Saga SPOILER (clicca per visualizzare)Narrazione
Parlato Revy
Pensato Revy
Altri
Gli spalti gremiti inneggiano alla violenza tra i due sfidanti ed i due non si fanno attendere, sfoderando le prime mosse.
Tra un "Ammazzolo" ed un "Muoviti squartalooo", la sorpresa di vedere un uomo trasformarsi in una serpe e l'altro in una pozzanghera, ha la meglio,ammutolendo tutti per pochi secondi.
E così, avete cominciato a giocare. Lo sguardo sicuro del KoKage mi fa paura, speriamo che il vecchio ne esca in vita. L'altro è una vera serpe, non solo esteriormente.
E mentre la sua voglia di sangue aumenta nel tempo, è pur sempre una pericolosa pirata ormai, un'altra cresce non appena il suo sguardo incrocia quello della bionda prima citata.
Wow, Armata e pericolosa. Ma saprei io come domarti *Altri pensieri non adatti a ROTE*
Saga: Cosa... come... stai vedendo quello che vedo io? Ma è normale?
Che voce soave, un canto angelico. Chissà se sotto le cop *Ennesimi pensieri inadatti. Ok cerco di contenermi*
Ne approfitta subito, scansando un paio di omaccioni puzzolenti per sedersi accanto a lei, con non poco disgusto nel solo sfiorarli. S'accomoda, portando la mano sinistra sulla spalla della bionda.
Sorella, questi due sono gli ex Kage di Kiri e Oto, almeno da quello che ho sentito. Il tizio-serpente è il traditore Subuza del Suono, l'altro l'ultimo baluardo ninja Kyle della Nebbia. Questo scontro si prospetta epico.
Si alza di scatto, prendendo la mano della ragazza e avvicinandosi alla ringhiera, per poi urlare:
Avanti, fatevi a pezzi! Abbiamo pagato per le mazzate, non le chiacchere!
Sembra una combattente, vedremo se facendomi vedere abbastanza sanguinaria finirà con me dopo lo spettacolo, hihihiihihihih Vai Rose, pungi hihihihihihihihi
Revy "Red Rose" Moyre
24 anni
Nata a Kiri, Scappata per diventare fuorilegge. Trova rifugio a Tortuga, dove diventa una pirata.. -
Scaar.
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@Davide|
@Danzou
@Bizzle
Il buio. Strizzò gli occhi così tanto che il nero sfondo che vedeva prese a sbriluccicare. Quanto gli piaceva vedere poi le forme astratte che prendevano forma davanti agli occhi. Si divertiva con poco, sì. Le orecchie gli fischiarono un bel pò dopo il boato provocato dal Mizukage, scosse ripetutamente il capo dandosi anche un paio di pacche sulla testa come si farebbe con una radio malfunzionante, come se questo potesse mandare via il fastidio. Se non altro adesso riusciva a filtrare quello che sentiva. Si volta verso il ragazzo che gli aveva fatto le domande, guardandolo come se fosse la prima volta. Lo fissò, cercando nel suo volto come il filo del discorso.
Uh-ehm.. catturati sì. Altrimenti come spieghi siano qui entrambi a Braxamundis?
O forse non era quello che intendeva. Le iridi si spostarono di lato e gli occhi si socchiusero mentre tentava di ripescare la domanda originale. Alla fine scosse la testa lasciando perdere e voltandosi per godersi lo spettacolo. Subuza non si risparmiava, come suo solito. Glieli aveva visti già fare quei giochetti, e ogni volta gli fotteva il cervello cercare di capire come diavole facesse.
Che sagoma quel cazzone.
Scosse il capo disapprovando. Le avrebbe prese se non decideva di fare sul serio. Si protese in avanti cercando di concentrarsi sullo scontro, ma a questo punto arrivò l'ennesimo disturbatore. Si voltò verso il ragazzo con insolita inespressività.
Lo guardò per qualche secondo senza dir nulla tanto che alla fine lo sguardo prolungato sarebbe risultato inquietante. Forse era stato quel che aveva detto Jin? O forse semplicemente un altro momento di assenza mentale?
Poi si il suo volto si illuminò mentre guardava alternatamente tutti gli interlocutori.
Oh volete dirmi che voi... tutti e tre?
L'angolo destro della bocca si sollevò abbozzando un sorriso ironico. Le cicatrici sulle guancie si deformarono per via dell'espressione di evidente ilarità.
Possibile? Ragazzi sul serio, questo posto, oggi, è l'ultimo dei luoghi sulla faccia della terra in cui dovreste essere. Ma andiamo, non ditemi che non vi siete fatti delle domande? Due kage, al Braxamundis, scontro mortale...
Portò le mani ai lati della testa con gli indici che roteavano a mezz'aria come a spingerli a collegare i puntini, a pensare.
Credete che non sapevano sin dall'inizio che sareste accorsi in massa? Non vi siete chiesti come un evento simile avesse avuto tutta quella pubblicità?
Li guardò, occhi sgranati per l'incredulità.
No?
Sosteneva lo sguardo, sperando di sbagliarsi.
Per il demonio, siam messi davvero male.
Si rivolse a Jin.
Si bello mio, toccherà a noi prima o poi. Più prima che poi, se vuoi sapere la mia.
E scoppiò in una risata, non prima di aver capito solo adesso il perché di tutti quegli incappucciati. Lui invece li aveva scordati cappello e sciarpa a casa. S'era dimenticato della regola d'oro: coprire sempre volto e capelli. Poteva ben rischiare di prendersi una polmonite, almeno, specie da una di quelle guardie laggiù. Non per altro eh, con tutti i casini e le stragi di qualche anno prima era davvero singolare vedere così tanta gente incappucciata che giocava a fare i ninja. Perché escludeva ve ne fossero in giro così tanti, non dopo tutti i cadaveri che aveva visto.
E invece eccoli lì, tutti caduti nella trappola come topi ritardati. Da parte sua, se la rideva allegramente. Rideva in anticipo, come chi sa già il finale di una barzelletta raccontata male.
Edited by Ryuk* - 1/3/2015, 00:29. -
Danzõu™.
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@Bizzle
@ScaarNarrato l °Pensato ° l Parlato
° Mh!?... °
Una delle cose che odiavo di più. Che odiavo con ogni fibra del mio essere… erano i tipi che non usavano quei pochi neuroni che gli servivano per buttare aria dalla bocca ed eseguire le minime funzioni che un corpo richiedeva. Lo vidi arrivare senza che nessuno lo aveva invitato. E ancora peggio… inserirsi nella conversazione posando una sua dannatissima mano sul mio petto. Idiota. Razza di idiota. Non era certo il momento di dare nell’occhio, e lui cosa stava facendo? Si immolava per una causa inesistente mostrandosi come salvatore della patria, patate e cavoli in quel gesto totalmente inutile. La prima cosa che mi era stata insegnata ai tempi di quando avevo frequentato l’accademia, e che mi venne sempre rammentata durante ogni missione che avevo concluso portando la pellaccia sana e salva a casa, era di mantenere un profilo basso in situazioni delicate. E quella era decisamente, assolutamente, incontestabilmente una situazione delicatissima dove sentire anche la minima parola che accennasse agli shinobi poteva farci finire a far compagnia ai Kage nell’arena. Mi ero impegnato a camminare lentamente, usando un tono basso e senza eseguire gesti troppo frettolosi proprio per riuscire a camuffarmi al meglio tra lo sciocco popolo imperialista: ci stavo provando con tutte le mie forze. E ora, vedere quel tizio arrivare in stile pompa magna poteva mandare tutto in fumo, rendendo inutile quel travestimento e il celare la mia identità.° E questo qui da dove è uscito? °
Stammi bene a sentire: A-m-i-c-o!
Respirando con estrema calma e contando nella mia testa fino a dieci prima di saltargli addosso, provai a comunicarci tentando un approccio pacifico prima di non riuscire più a rispondere delle mie azioni.Punto numero uno. E bada bene che mi ripeterò solo una volta, quindi attiva quel mezzo neurone che ti ritrovi e apri bene le orecchie: leva immediatamente la mano dal mio petto prima che ti tranci il braccio e te lo trasformi in ornamento.
Affermai fissando intensamente la sua figura con un tono basso e calmo ma che delineava perfettamente lo stato di estremo fastidio che mi aveva causato quella sua incosciente reazione.Punto numero due. Nessuno qui sta litigando, discutendo o buttando le basi di una rissa per dare ulteriore spettacolo oltre quello che i due Kage stanno già dando nell’arena. Quindi, prima di saltare a conclusioni scioccamente azzardate, o come nel tuo caso, inserendosi mediante masturbazioni mentali per voler compiere la buona azione della giornata da bravo boy scout, io direi prima di riflettere sulle cose e poi agire. Ci siamo bene intesi capitan indomito?
Non mi importava se sarei risultato antipatico, freddo o aggressivo. Non me ne poteva fregare di meno. Non ero li per fare amicizia ma per studiare la situazione. Magari trovare qualche altro shinobi che avrebbe voluto discutere – in separata sede e lontano da occhi indiscreti – di fondare una resistenza. Bisognava far qualcosa. Quel titolo in cui ancora credevamo ciecamente e che con fierezza rappresentavamo ce lo imponeva. Quindi, non avrei permesso a quel tipo di rovinare tutto. Non oggi. Non in quel posto.Punto numero tre. Sei sicuro che sia questo il luogo ideale per fare questo tipo di apparizioni? Onestamente. No ma dico sul serio. Pensi che sia prudente comportarsi come stai facendo tu con tanta incosciente naturalezza senza tenere conto di trovarsi in in mezzo a una folla che sarebbe ben felice di infilare le nostre teste su delle picche, se sapesse chi siamo realmente?
Il mio sussurrare dimostrava quanto fossi realista in quello che dicevo, cercando di autocontrollarmi e lasciare che il dialogo fosse l’arma più efficace con tipi come lui. Almeno ci speravo. Almeno ci provavo per esser più precisi.Comunque…
Affermai nel riprendere il discorso con quell’altro tizio. Il tizio con l’aria decisamente inquietante e un aspetto che lo faceva assomigliare a un cadavere riportato in vita con la Edo Tensei. Rimasi in silenzio. Rispettoso. Aspettando che finisse il suono nuovo monologo e mi impartisse – secondo lui – lezioni di buon senso su come si ci sarebbe dovuti comportare in una situazione come quella.Secondo te non mi sono posto le tue stesse domande? Secondo te a cosa è servito il discorso che ho fatto a quest’altro tizio? Ovvio che il rischio è alto. Altissimo. Ma non accetto che quello in cui abbiamo creduto, che per secoli abbiamo rappresentato e per cui molti si sono sacrificati e ancora si sacrificheranno… debba essere demonizzato e messo alla gogna come causa di tutti i mali. Come unico abominio da epurare per fare felice una folla ignorante e troppo impaurita per vedere realmente come stanno le cose.
Il mio tono mantenendosi sempre a livelli di decibel molto bassi, continuava quella sorta di arringa di cui ne ero fervido credente e primo difensore e sostenitore.Dovremmo fare qualcosa. Opporci. Abbiamo le capacità e la forza per soverchiare un ordine sbagliato e non permettere che altre scene come quella a cui stiamo assistendo si ripetano. E’ nostro dovere impedire ciò per tutto quello che la parola shinobi ha rappresentato e rappresenta ancora per tutti noi. Pensa a queste mie parole se in qualche parte più remota della tua testa, del tuo cuore provi qualcosa di simile. Eravamo figli di grandi Nazioni. Capaci di cose straordinarie che molti ci invidiavano. Questa stupida faida tra Villaggi ci ha portato solo a questo. A dividerci quando dovevamo essere uniti nel combattere il vero nemico che si è armato e ha cospirato nel tempo facendo finta di sposare la causa di ogni villaggio, per poi fare ciò che gli riusciva meglio e istillare semplicemente il germe dell’odio e renderci ciechi dove in realtà dovevamo affinare i sensi e salvare non i nostri villaggi, ma la disciplina che ci è stata insegnata e che per generazioni è stata tramandata.
Un pausa di qualche secondo interruppe quel mio drammatico monologo per poi sospirare.Dobbiamo preservare tutto ciò! E' tempo di reagire e mostrare di cosa anche noi possiamo essere capaci!
Jin YoshidaLe idee possono essere dure come diamanti, o fragili come pezzi di carta.
Ottenni l’innata del mio clan, ottenni fratelli, sentendomi legato al mio villaggio grazie al kibaku nendo. Pensavo di essere felice, vivendo come credevo fosse più giusto. Ma tempo dopo, accadde qualcosa che mi fece ricredere: la guerra
A guidarmi, l’affetto per Iwa, e la voglia di essere riconosciuto come un guerriero della Roccia, un soldato. Mi allenai duramente, ottenendo una forza maggiore insieme a qualcos’altro. Non seppi perché, ma durante le crudeltà della guerra, conobbi un lato di me che pensavo non facesse parte della mia indole: da lì, iniziai a cambiare.
Tutto ciò in cui avevo creduto, sembrava essere il sogno di un ragazzo che si era frantumato contro la realtà, o forse, solo contro il mio vero io.
Il motivo per il quale continuavo, per il quale mai mi fermavo, era il desiderio infinito di migliorare. Non sapevo da cosa esso dipendesse, né cosa m’induceva tale volontà, ma lo desideravo con tutto me stesso. Figlio di un clan ormai dimenticato, avevo condotto una vita incentrata prevalentemente su continui allenamenti e prove. Forse volevo semplicemente redimere il concetto di shinobi da quel passato peccaminoso che aveva contraddistinto molti miei avi, o forse solo esser d'esempio a qualcuno, fatto sta che ora come ora, dopo il volenteroso desiderio di servire l'ormai decaduta Iwa, decisi di seguire solo il verbo insindacabile della missione per cui avrei combattuto. Quello che mi spingeva non era riconducibile a nulla, il mio passato si perdeva nella memoria, solo le parole altrui lo creavano. Rinato, forse già morto, sentivo qualcosa scorrermi nel sangue, un potere diverso da qualsiasi altro, un potere che doveva essere liberato. La guerra m'aveva insegnato a sopportare il dolore, a corromperlo, a diventare con esso una singola lama. Il mio volto inespressivo n'era la prova, nessun’offesa mai mi tangeva, solo l'insana gentilezza che avevo ricevuto in dono poteva essere in contrasto con cosa, veramente, dovevo essere. Una macchina, strumento per una nuova nazione che stava sorgendo, colui che ne sarebbe stato al comando, unico punto di riferimento. I lineamenti duri e conformi del mio corpo, struttura formatasi dopo infinite agonie, mi davano un'aria sicura e al contempo incerta. Era tempo d'avviarmi verso il mio futuro, era tempo di riscattare quel ruolo che coprivo e dare nuovamente lustro a esso.
.Fisico
Nessun lineamento rude è presente sul suo volto, così come la peluria pallida, opportunamente rimossa; folti capelli bianchi - soffre di una particolare forma di albinismo - neppure tanto curati, ricadono sulla sua fronte ampia, dalla carnagione pallida come il resto del corpo. Gli occhi sono di una particolare tinta di blu, più vicina al celeste e resi profondissimi da dei tagli di nero che rendono vagamente inquietante il suo sguardo. Particolare interessante, due lunghi tatuaggi lineari partono dalle spalle, proseguono lungo le braccia e terminano sui dorsi di ogni mano con un motivo che ricorda vagamente un sole stilizzato.
Il fisico estremamente allenato è spesso coperto con abiti che non mettono in evidenza le sue prestanti doti fisiche -Indossa quasi sempre una tunica bianca, lunga che copre quasi tutto il corpo, i pantaloni stretti ma leggeri sono di colore nero.Psicologia
E’ il modello perfetto di onore, fedele sino alla morte , gentile ed educato verso gli altri, ma spietato e risoluto in battaglia contro il nemico e invasore ed uno spirito di sacrificio accentuato. Basti pensare ai durissimi allenamenti a cui si è sottoposto per sopravvivere al devastante conflitto che ha visto in guerra le cinque grandi nazioni. Questa nuova concezione marziale ha inconsapevolmente modificato il suo stile di vita e i suoi obiettivi.E' l’esempio perfetto di shinobi fedele alla sua patria: il modello perfetto. Dal viso pulito e i principi puri e pronto a tutto per adempiere agli ordini che gli sono stati impartiti, anche a sacrificare la vita delle persone a lui più care sino alla sua medesima. Forse sin troppo rigido e incapace di avere una visione più allargata della realtà che lo circonda, a lui non interessa. Senza illazioni o scuse anche se sensate, il suo unico verbo insindacabile è la missione per cui combatte. E’ di certo una figura esemplare, ma fin troppo ottusa e servile.
Edited by Danzõu™ - 1/3/2015, 16:02.