BRAXAMUNDIS

Vita o Morte

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,804

    Status
    Offline

    Braxamundis
    Vita o Morte



    Molti di voi si sono persi un particolare neanche tanto piccolo. Dopo la valanga di insulti vomitati contro il mondo, il Mizukage aveva appena provocato un boato talmente assordante da coprire le urla e le imprecazioni della folla, non è da escludere che diversi del pubblico abbiano dovuto portare le mani alle orecchie per non finire storditi. In fondo, era una tecnica pensata per gli spazi aperti. Già, la forma dell'arena faceva rimbalzare le onde sonore lungo le pareti amplificandone l'efficacia. Ma questo Kyle lo sapeva.

    Il polverone prese a diradarsi mentre tardava a disperdersi l'eco del boato, come i postumi di un tuono. La polvere e le sabbia cadeva come pioggia sul campo di battaglia e la visibilità tornava lentamente quella di prima. Solo con un braccio portato al viso per proteggere gli occhi dalla sabbia in eccesso s'era protetto Subuza, che lo riabbassava lentamente guardando Kyle con occhi sgranati. Le iridi si erano ridotte a fessure verticali e sottili mentre le palpebre erano spalancate a dismisura a causa del disappunto.

    Kadaj_Eye_by_AkaneCeles_by_silverhaired_bishies

    Da quando in qua ti piace dar spettacolo, Mizukage? E dire che una volta mi facevi la predica a causa delle mia leziosità.

    Si scostò la sabbia accumulata sulle spalle del vestito in pelle e fece un paio di passi verso Kyle. Tutto sommato manteneva un atteggiamento calmo e controllato, proprio come suo solito. Non sembrava nemmeno coinvolto in un duello mortale. O comunque, non sembrava preoccuparsi di una possibile disfatta fatale.

    Il tuo stile è comunque grezzo e piatto, ma come aspettarsi di meno da un tipo... quadrato come te. Adesso dà bravo e lascia fare al maestro. Credo che tutta questa gente sia venuta qui per uno spettacolo, o sbaglio?

    Sollevò in maniera scenica le braccia ai lati del corpo, quindi avvicinò le mani in maniera vistosa, unendo le dita in un particolare intreccio. Tra la folla si sollevò un brusìo di curiosità e sorpresa, tutti avevano udito parlare delle leggendarie posizioni magiche delle arti segrete ninja, ma probabilmente pochi avevano avuto l'opportunità di vederle di persona. L'intreccio delle dita si sciolse e si riformava quattro volte in quattro posizioni diverse e intanto intorno a Subuza l'aria fremeva e la polvere vorticava.

    AngryKadaj

    Alla fine di questo procedimento sollevò un braccio dove l'energia si era accumulata e si condensava formando quattro distinte sfere luminescenti (diametro intorno ai 50 cm) e fluttuanti che si disposero casualmente attorno all'ex Kokage come lucciole d'estate.

    Aspettate a stupire. Non avete ancora visssto niente.

    Sibilò la vipera velenosa e nel frattempo la lingua si assottigliò e si allungò fuori dalle labbra, protendendosi sempre di più e tramutandosi in una verde serpe vivente. La folla non finiva di stupire e di discutere animatamente quale genere di stregoneria fosse quella. Alcuni erano pieni di meraviglia e curiosità, altri di ribrezzo e sgomento, ma nella maggior parte poteva leggersi un sentimento comune. Paura.

    Subuza li guardava compiaciuto come solo un demonio poteva esserlo, quindi sollevò il mento in modo tale che la serpe potesse raggiungere una posizione verticale e dalla bocca del rettile trasse fuori l'elsa di una spada. Posta la mano all'elsa, proseguì ad estrarre la lama completa di una spada, la leggendaria kusanagi. Tra la folla molti tacquero in un silenzio scioccato e Subuza non poteva sentirsi più vivo di così.

    Questo si chiama attirare l'attenzione, mio caro Mizukage.

    Fece vibrare la spada un paio di volte, facendola roteare lungo il fianco, quindi assunse una posizione di combattimento.

    O forse dovrei dire "EX".



     
    Top
    .
  2. Mike Portnoyz
     
    .

    User deleted


    REALLY? LOW BLOW!


    La polvere si depositò, dopo un lungo silenzio. La folla non sapeva cosa aspettarsi, non conosceva davvero i due sfidanti e non immaginava cosa sarebbe successo di lì a poco. Anche Kyle non conosceva così bene il suo avversario. Non si erano mai affrontati direttamente, e ciò che sapeva su di lui era il puro prodotto di anni e anni di spionaggio e congetture. Schifosa serpe. Sfuggevole, viscida, infida. Aveva distrutto ripetutamente il suo paese, mentre Kyle aveva lottato così tanto per portarlo fuori da decenni di oscurità e oppressione. Non l'aveva mai capito. Cosa lo spingeva ad agire così? Ma ora non gli interessava più nulla di tutto questo. Quello era il vecchio Kyle. Riflessivo, paranoico, prudente, apprensivo, un po' buonista.

    Non era servito a nulla. Era chiaro che il suo credo ninja aveva fallito, non era bastato e non c'erano scuse. Aveva riflettuto, nella sua cella, giorno e notte, per mesi ormai. Rifletteva anche nelle arene, mentre avversari privi di qualsiasi chance cercavano di "disturbarlo" senza alcun successo. Era stato... incompleto. Non era davvero sè stesso. Aveva eliminato una parte di sè, dopo la strage dei Daymio di Kiri, quella che l'aveva portato al potere, aveva messo da parte una porzione della sua anima e del suo pensiero. Non poteva più ignorarla, non doveva più ignorarla, e non l'avrebbe fatto.
    Era ora di lottare, fino all'ultima goccia di sangue. Sarebbe uscito, e si sarebbero pentiti, oh se si sarebbero pentiti di non averlo ucciso, quella volta, sul campo.

    Ma non era ancora il momento. No, ora si sarebbe divertito, il fato gli aveva portato un bellissimo giocattolo tra le braccia e l'avrebbe stretto a sè con affetto, ci avrebbe giocato, e infine, solo infine, l'avrebbe messo da parte, ben conscio che non ne avrebbe avuti altri per molto, molto tempo.





    La polvere si era depositata, gli spettatori potevano finalmente vedere i due combattenti, esattamente dov'erano prima. Apparentemente non era successo nulla? E ora la serpe si destreggiava in un piccolo spettacolo da prestigiatore. C'erano molti "maghi" in tutto il continente che avrebbero tranquillamente potuto emulare quel trucco in tutta sicurezza. Quello che non sapevano è che Subuza aveva DAVVERO appena estratto una spada. Da sè stesso. Davanti ad un Kyle davvero, ma davvero poco impressionato. Talmente poco da restare perfettamente fermo. E squagliarsi a terra, diventando acqua, lasciando nient'altro che una pozzanghera.

    Cari spettatori, che ne dite di questo, eh? Uno dei duellanti si è appena squagliato. The end. Si chiuda il sipario, potete andare a casa.

    Troppo presto, dite? Negli spalti, guerrieri, mercanti e personalità influenti sussurravano tra loro, ipotizzando e discutendo cosa fosse appena successo.
    Ninja... che branco di buffoni.

    Subuza aveva finito da pochi istanti il suo attacco emotivo all'EX-Mizukage, segnando un bel colpo critico potrei dire, quando improvvisamente l'arena sussultava, come un unica persona. Dal terreno alle spalle dell'ex-Kokage spuntò una mano, seguita da un braccio e infine l'intero Ninja, che spiccava un balzo verso la schiena del suo avversario. Una mano illuminata di un chakra blu, che solo i più esperti avrebbero riconosciuto come il Bisturi di chakra.
    Stava andando dritto al cuore, senza remore nè misura, una mossa da KO istantaneo.

    Ma non per la serpe. Non sapeva bene come, ma ne era più che al corrente: il corpo della serpe non era per niente normale. Ciò non impedisce al bisturi di chakra di essere tremendamente doloroso.





    REGOLE DELL'EVENTO

    Siete nella Piazza Alta, uno spazio aperto nella parte alta dell'arena, pieno di spettatori, oppure siete negli spalti, comunque potete muovervi liberamente.

    - Potete fare quello che volete, ma tenete conto che ci sono molte guardie e molti guerrieri pro-impero nella zona. Si rischia grosso, in particolare con le arti ninja, farsi beccare è un'immediata sentenza di morte.

    - Approcciatevi come vi pare e piace. Non c'è regola nella sequenza dei turni, semplicemente parlatevi, osservate il combattimento.

    - Niente regole, stat o quote di tecniche. Siamo in free role, qualsiasi cosa vogliate fare basta descriverla. Avete una certa elasticità nelle tecniche che potete usare (se siete ex-ninja), cercate di essere equilibrati e non andare oltre al credibile, ma se siete abbastanza furbi potete davvero fare ciò che volete.

    - IMPORTANTE: Mettete un quote di fine post, sempre, con il vostro aspetto, come vi presentate, chi siete. Date un breve paragrafo insomma, così che gli altri possano approcciarvi, e possano sapere come farlo.

    - IMPORTANTE: All'inizio del post, inserite, in grassetto e colorato, una dicitura tipo @NOMEUTENTE per far capire che in quel turno cercherete di approcciare un altro utente. Giusto perchè a qualcuno non sfugga di rispondervi perchè magari non ha notato il post.

    - Siamo a Louyhong, presidio imperiale situato in Ephiora. Gli ex ninja hanno sentito da una voce che due grandi ninja si sarebbero scontrati, e che l'incontro era imperdibile. Chi non è ex ninja potrebbe o meno aver sentito questa voce. Gli imperiali non sanno davvero chi stanno mettendo in campo, ovvero hanno informazioni abbastanza buone su Kyle, ma non su Subuza.


     
    Top
    .
  3. Saga D
     
    .

    User deleted


    @Casey91

    Senza rendersene conto, si era aggrappata al primo appoggio che aveva trovato, una specie di balaustra di ferro che delimitava una certa fila di posti a sedere, aveva la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
    La richiuse, e cercò di ricomporsi. Era una Varyag, per Tharmund! Eppure qualcosa del genere non l'aveva visto. Il magretto vestito di nero prese una posa strana e iniziò a tirare fuori qualcosa... dal proprio stomaco.

    Si lasciò cadere per un istante sulla balaustra davanti a sè, portando una mano alla bocca per non vomitare. Era semplicemente... sbagliato! Il corpo umano non è fatto così! Ne era sicura, si ricordava il suo addestramento, i punti vitali da colpire... era più che sicura che una spadata giù per la gola non fosse esattamente un elisir di salute! Il ninja più anziano, invece, sparì. Si era distratta per un attimo, a fissare quello vestito in nero, e non capì cos'era successo al suo contendente. Era rimasta una pozzanghera al suo posto.

    Si voltò, guardando dietro di sè, per cercare qualcuno con cui parlare, e magari capire se stava davvero vedendo quello che stava vedendo. Magari era ancora in mezzo al mare, stordita da un colpo di sole e dalla disidratazione, e stava avendo le allucinazioni più creative della sua vita.
    Tra un tizio incappucciato, uno vestito di nero e con la faccia da pazzoide, e una ragazza vestita di bianco, si sentì più sicura nel rivolgersi a quest'ultima.
    Ignora che proprio quella stessa ragazza le aveva ripetutamente fissato il sedere quando si era piegata, poco prima, sulla balaustra, e aveva pure fatto dei complimenti, ma Saga era stata troppo distratta per sentirla.

    Saga: Cosa... come... stai vedendo quello che vedo io? Ma è normale?

    Proprio in quell'istante sentì la folla improvvisamente trattenere il fiato, di nuovo. E adesso cosa si era persa?


    Saga Dharmuid



    Bionda, lineamenti duri da Saga, occhi di ghiaccio, fisico tonico e coperto di cicatrici.
    Alta 1.75, veste in cuoio e pelliccia.

    Background



    Appartenente al popolo dei Saga che abita l'arcipelago di Vaygr.
    Nata ad Avamfell, piccola isola nell'arcipelago, cresciuta tra Avamfell e Niethlung.
    La sua famiglia era partecipe all'attacco dei Saga contro Kameyama, e la lasciò sola con "il vecchio", il membro più anziano del clan.
    Non tornarono. Tutt'ora non sa dove sono, ma assume che siano morti nell'offensiva, ma non è certa.
    Il vecchio la lasciò, spegnendosi in una notte di luna, nove giorni fa.Rimasta sola, si imbarcò per raggiungere Niethlung ed esporsi alla società, per scoprire se le sue genti erano ancora lì o se l'impero aveva sterminato tutti.
    Naufragò invece a Louyhong, e venne salvata da un soldato imperiale, a cui non ha ancora rivelato la sua identità, anche se lui ha i suoi sospetti e i lineamenti la tradiscono.

    Carattere

    Prudente, solitaria per costrizione. Non può svelarsi troppo perchè non sà quale sia la sua posizione nel mondo: cos'è successo ai Saga? E' finita la guerra? E' al sicuro?
    Spaventata e disorientata, ma determinata e combattiva. Si aprirà istintivamente a chiunque, per poi chiudersi velocemente e passare sulla difensiva.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    @Kairi
    Se non vuoi leggere tutto basta l'ultimo paragrafo.


    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Braxamundis
    _|
    Prima che potesse rendersene conto lo scontro tra i due shinobi nell'arena aveva avuto inizio. Le minacce lanciate dal primo non sembravano aver avuto un grande riscontro sull'avversario, che in modo a dir poco scenico aveva richiamato delle sfere d'energia che fluttuavano attorno alla figura del combattente vestito di nero. Il procedimento non le era chiaro, ma non dubitava che qualcosa del genere esulasse dalle capacità di un mago ben addestrato. Se a questo era preparata, dal seguito rimase seriamente sconvolta.
    L'uomo in nero spalancò la bocca, e la sua lingua si allungò ed assottigliò fino a diventare una serpe. Dalla quale, lentamente e scenicamente il combattente estrasse una spada.
    "Blasfemia! Qualcosa del genere non può esistere in natura!* pensò mentre attonita guardava quel raccapricciante spettacolo.
    Per un'arcadiana come lei era impensabile una fusione uomo-animale come quella a cui aveva appena assistito. Gli esseri umani e quelli del mondo animale potevano entrare in una certa sintonia gli uni con gli altri, convivere, combattere fianco a fianco, in alcuni casi persino raggiungere un grado di fusione spirituale e mentale, ma quello...quello era davvero qualcosa di blasfemo.
    Aveva inconsciamente riposto una sorta di tacita fiducia negli shinobi, sperando che tutte le sue congetture fossero false. Volava credere che loro fossero l'alternativa all'Impero. Quello che aveva ora davanti agli occhi però era solo la cruda verità.
    I Ninja non erano altro che esseri spregevoli, ripudiati dalla natura stessa, che la sfruttavano per i loro scopi. Una ulteriore conferma al suo ragionamento venne dalle azioni di quello che era stato chiamato come "Mizukage". Scomparve, trasformando il suo corpo in acqua per poi sbucare da sotto terra alle spalle dell'avversario.
    Nessun mago che lei conoscesse era in grado di manipolare gli elementi in quel modo. Quelli che stavano combattendo nell'arena ora non erano uomini, erano mostri. Non poteva biasimare l'Impero per averli passati a fil di spada. Eppure non riusciva ancora a convincersi completamente che l'Impero potesse davvero essere il male minore. Qualcosa sotto la superficie dorata di cui tutto ciò che era imperiale sembrava essere ammantato si muoveva lentamente. Non capiva cosa fosse, ma i suoi sensi le dicevano che non poteva essere nulla di buono.
    Se inizialmente aveva riposto speranze di scoprire qualcosa d'interessante sugli shinobi, ora qualunque interesse era scemato. Decise di lasciar perdere lo scontro in atto e piuttosto capire cosa faceva l'Impero a Louyhong, parlare con le persone presenti nell'arena e vedere se ci si poteva fidare o meno della parola dell'Impero.

    Diede le spalle all'arena, ma nel farlo qualcosa attirò la sua attenzione. Una ragazza stava in piedi vicino alle scale delle gradinate superiori. Avvolta in un mantello nero come l'abito che indossava sembrava scrutare la folla in cerca di qualcuno. Non era stata lei ad attirare l'attenzione di Yves, bensì l'animale che le stava al fianco. Un cucciolo di pantera. Per quanto potesse ancora essere considerato un cucciolo le sue dimensioni erano già discrete, ma non ancora tali da destare sospetti nelle persone attorno a loro.
    A quella vista il cuore di Yves non poté che sussultare. Sapeva che l'evento aveva attirato un sacco di persone, ma incontrare una Guerriera d'Ysabeth in quelle circostanze.
    Non riconosceva la ragazza. Che fosse una novizia dell'Ordine? Forse non era nel corpo guidato da Yves, che fosse sotto il comando di Talitha? Con quelle domande in testa si mosse verso la ragazza che ancora aveva lo sguardo perso sulla folla. Quando fu ad alcuni passi da lei, il suo cucciolo sembrò notarla e scrutarla con un misto di interesse e preoccupazione. Yves si fermò, in attesa di un segno da parte della padrona. Non accadde nulla.
    "Una novizia? Non posso avvicinarmi oltre senza il suo consenso." pensò mentre valutava il da farsi. Possibile che quella ragazza non conoscesse le basi della comunicazione con gli animali? Eppure il cucciolo al suo fianco la identificava chiaramente come...
    Sospirò. La sua mente l'aveva tratta in inganno. C'erano stati numerosi stranieri che erano andati ad Arcadia per apprendere come comunicare con gli animali in modo corretto, dunque non poteva escludere che la giovane fosse una straniera, eppure perché non reagiva? Chi l'aveva addestrata?
    Spostò lo sguardo dal cucciolo alla padrona. Aveva un viso grazioso incorniciato da dei lunghi capelli castani e penetranti occhi neri. Il fisico sembrava esile, ma non sarebbe stata in grado di dirlo con certezza a causa del mantello e degli abiti indossati dalla giovane.
    - Grazioso il tuo cucciolo. Ha un nome? - disse infine - Mi chiamo Yves. Posso avvicinarmi? - chiese infine, dopo qualche istante.


    Yves CanterraPrimogenita della famiglia Canterra, assieme alla sorella Talitha copre il ruolo di Generale di Brigata delle Guerriere d'Ysabeth, il corpo scelto che protegge le due Prescelte a capo del Consiglio di Arcadia.
    Di costituzione non particolarmente robusta ed alta poco più di un metro e settanta a prima vista non ha l'aria di una persona minacciosa o pericolosa, tuttavia la sua armatura in cotta di maglia decorata, la spada legata al fianco sinistro e lo scudo al braccio sinistro non lasciano spazio al dubbio riguardo alla sua abilità di combattente.
    Porta i lunghi capelli biondi leganti in uno chignon sopra la nuca ed alcune frange che le ricadono sul viso sono intrecciate secondo la moda arcadiana.
    Età: 28
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Divinità

    Group
    Member
    Posts
    24,443
    Location
    Murim

    Status
    Anonymous
    @Imperio


    Legenda


    Narrato

    Pensato

    Parlato



    Braxamundis


    _|2rwt7at



    Cosa diamine...

    Non era più quello di un tempo e si capiva anche da dettagli come questo.
    Come aveva fatto a non riconoscere una tecnica così vistosa? Non aveva opposto nessuna resistenza a quel ninjutsu, risultandone stordito, barcollò un istante e cadde in ginocchio. La sua tempra non era più quella di una volta, il suo corpo malnutrito e stanco si riprese solo dopo qualche secondo, rialzandosi senza curarsi delle impressioni di chi lo guardava.
    Le orecchie ancora gli fischiavano, un errore simile sul campo di battaglia gli sarebbe costato molto di più di una semplice figura di merda.


    Se solo i miei occhi fossero quelli di un tempo avrei potuto prevederlo.

    Si prese un istante di pausa dal duello per guardarsi attorno, cercando di individuare eventuali minacce come guardie o chiunque avesse un volto sospetto, dopotutto era entrato in arena con una spada e i tentativi per nasconderla sotto il mantello non riuscivano ad ingannare tutti.
    Cadendo aveva dato nell'occhio, qualcuno poteva avvicinarsi e fargli domande e non era proprio l'ideale per uno shinobi fuggitivo.


    La presenza delle guardie è molto blanda qui e la mia caduta non ha attirato l'attenzione di nessuno.
    Oltre agli imperiali vi sono un sacco di personaggi strani.


    Uno tra tutti aveva attirato la sua attenzione.
    Portava un mantello nero e logoro, simile al suo. Sotto di esso probabilmente portava un'armatura e poteva giurare di averlo sentito parlare da solo. Si fece strada tra la folla verso di lui, sapeva che non era una buona idea cercare di parlare con quello sconosciuto, poteva trattarsi di un altro schifoso imperiale, doveva soppesare bene le sue parole, altrimenti si sarebbe trovato in grossi guai.


    Non è facile nascondere un'armatura sotto quel cencio... sei qui ad assistere allo scontro o per trovare "vecchi amici"?

    Se fosse stato un ninja avrebbe capito, altrimenti l'avrebbe preso solamente per pazzo e non avrebbe destato sospetti.
    C'erano buone possibilità che fosse stato uno shinobi in passato, per quale motivo coprirsi ulteriormente con un mantello se si indossa un'armatura, solamente chi è abituato a celare da sempre la propria presenza nell'ombra farebbe una scelta simile.

    Nel frattempo, sotto di lui, lo scontro tra gli ex-kage continuava.
    Per il momento Subuza si limitò solamente a dare spettacolo, mentre Kyle passò subito all'azione cercando di confondere l'avversario tramutandosi in acqua per attaccarlo mortalmente alle spalle. Lo scontro non sarebbe finito così presto, nonostante desiderasse la morte di quel traditore dell'ex-kokage, immaginava che quest'ultimo non sarebbe morto così facilmente.





    Takahiro Isawa



    Aspetto: Altezza 1,82 metri. Peso 57 kg. Età 24 anni. Coperto interamente da un mantello nero, dietro le spalle è visibile l'elsa di una spada. Sotto il cappuccio si possono intravedere i lunghi capelli neri poco curati e degli occhi stanchi e provati dalle atrocità viste durante la guerra.

    Psicologia: Personalità instabile, alterna momenti di lucidità ad altri in cui perde la calma e si fa trasportare dall'odio. Persona di poche parole, odia profondamente l'Impero, è abituato a vivere nell'ombra guadagnandosi da vivere come può, senza farsi scrupoli. Normalmente preferisce restare da solo, ma non gli dispiace fare conoscenza con qualche ex-ninja.

    Background: Dopo essere sopravvissuto miracolosamente a diverse battaglie contro gli eserciti imperiali, è sparito nel nulla. Ora celando la sua identità, vive nei bassifondi delle città, sempre in fuga, vagando per il continente, cercando uno scopo, dato che l'Impero ha distrutto tutto ciò a cui teneva.
    Durante il periodo in cui sparì, cambiò leggermente il suo nome ed utilizzò un cognome falso, il suo precedente cognome avrebbe attirato l'attenzione degli Imperiali su di lui.




     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Esperto

    Group
    Member
    Posts
    3,488

    Status
    Offline
    @:Karma:

    QUOTE
    Legenda
    Narrato
    Pensato Kaos
    Parlato Kaos
    Sconosciuto

    Si era finalmente diradata la coltre di polvere e pulviscolo sollevatasi come conseguenza di una sorta di esplosione sprigionata da un contendente; il campo di battaglia era tornato di nuovo visibile ma sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di compiere la prima mossa.
    Finalmente il combattente coi capelli bluastri, apostrofato poco prima dall’avversario, decise di rispondere alla provocazione e lo fece in maniera senz’altro plateale, estraendo una spada dalla propria gola.

    So boring! Basta essere in grado di rilassare lo sfintere esofageo trattenendo i conati per attuare un trucchetto del genere… ho visto derelitti fare di meglio in cambio di qualche spicciolo!
    Bah, spero abbiano qualche asso nella manica decisamente più sorprendente.

    Come a voler rispondere alla mia muta richiesta, lo scontrò si animò improvvisamente quando il corpo del tizio con i capelli bianchi si liquefece in un istante sparendo nel sottosuolo.

    Quel tizio si è appena liquefatto… Eppure non credevo di aver bevuto fino a tal punto!

    Estrassi la fiaschetta dalla tasca dei pantaloni e la portai alla bocca per trarne una lunga sorsata ma la delusione mi colse quando realizzai che il contenitore metallico era completamente asciutto.

    Ma stiamo scherzando? E dove lo trovo dell’alcool in questo posto?

    Mi guardai intorno nella speranza di adocchiare un modo per rifornirmi di liquore e notai immediatamente una ragazza dai capelli rossi che ricordavo di aver intravisto di recente in qualche osteria, feci per avvicinarmi ma un’altra ragazza bionda le si avvicinò prima che potessi farlo io e desistetti.
    Aguzzando lo sguardo notai però uno strano ragazzo con una scimmia sulla spalla, accompagnato da un altro tizio dall’aspetto selvaggio.

    Great! Quello deve senz’altro essere una specie di artista di strada… quei rifiuti solitamente sperperano in alcool le poche monete elemosinate. Se lo pago bene non mi negherà un po’ del suo liquore!

    Mi incamminai di buon passo sulle gradinate per raggiungere l’uomo mentre, agitando una mano, richiamavo la sua attenzione.

    Saltimbanco! Ehi tu, saltimbanco!

    Mi avvicinai il più possibile e fui quindi a portata d’orecchio, in maniera tale che la ressa non coprisse le mie parole.

    Mes amis, voi siete senza ombra di dubbio ciò che fa al caso mio! Mi presento, sono Kaos Demiurge. Vi chiedo senza indugi di cedermi parte del vostro liquore: posso pagarvi bene, sicuramente più di quanto guadagnate coi vostri spettacolini con la scimmia.

    Mi accorsi solo in seguito che i lineamenti duri dell’uomo e l’armatura che indossava lo rendevano ben diverso dagli artisti di strada cui ero abituato.

    Un momento! Tu non sei un saltimbanco, hai pure una spada che sembra di valore! Stavi forse cercando di ingannarmi portandoti dietro quella scimmia?
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Esperto

    Group
    Moderatore Globale
    Posts
    2,411

    Status
    Anonymous
    Spettatrice
    Wangyuanji_dw8art
    In mezzo a tutta quella gente a guardare quello spettacolo, c'era anche lei. Helen, una ragazza qualsiasi. Di bell'aspetto, di alta classe e portamento, con una storia incredibile alle sue spalle. Ma alla fin fine, una ragazza come tante altre all'apparenza.
    Era ad Ephiora che abitavano, in un monastero, quindi non ci mise molto ad arrivare all'arena. Non aveva problemi a gironzolare nei territori dell'impero, lei, e visto che il viaggio era tanto breve era valsa assolutamente la pena andare per godersi lo spettacolo.
    "Spettacolo", poi, che parolone.
    Helen se ne stava lì, ma più che osservare i due contendenti, prima si fermò ad osservare gli spettatori stessi. Erano uno strano ammasso di persone, tutte diverse e le sembravano tutte arrabbiate. Sembravano voler ostentare durezza, freddezza, forza. Tantissimi erano armati, coperti di cicatrici, pronti a combattere. Ma perchè? Era uno spettacolo e loro erano spettatori, che senso aveva venire pronti per la guerra? Questo Helen proprio non riusciva a capirlo.
    Li guardava, stupita, cercando nei loro occhi qualcosa, un barlume di gioia, di vita. Ma niente, proprio niente.
    Lei invece si era messa un bel vestito grigio scuro che si era comprata a Chomandu e le arrivava di poco sotto il ginocchio. Aveva dei guantini senza dita che le arrivavano fino al gomito e una bella collana con un piccolo ciondolo che le aveva donato Rain. Era molto sobrio, come ciondolo, ma molto elegante.
    O almeno questo era quello che il ragazzo pensava quando le aveva fatto quel regalo.
    Beh, lei proprio non sapeva nulla di combattimento, ad essere sinceri. Aveva letto tante cose e ne aveva viste ancor di più, con Rain ovviamente, ma di combattere non se ne parlava proprio. Aveva origini importanti, lei! La sua famiglia era molto rinomata nella vecchia Kiri e con i suoi vivano in uno dei quartieri più lussuosi della nazione. Ogni agio era disponibile, tutti erano pronti a soddisfare i suoi vizi. Tutti i desideri poteva realizzarli, tranne uno: andare via. Cosa che poi accadde, quando incontrò Rain, ma questa è un'altra storia.
    Beh, insomma, se ne stava lì come tutti gli altri, diligente, a guardare. Senza faccia da cattivona, armi o armature. Non era venuta qui per apparire, ma solo per guardare.
    Conosceva tutti e due i Kage, almeno di nome. Del Mizukage si era sempre saputo poco e non appariva molto spesso, del Kokage sapeva ancor meno. Rain ci aveva parlato...forse. Ecco che quindi quando vide i suoi sfidanti, il cuore prese a battere forte. Non tanto per l'eccitazione della battaglia, quanto perchè immaginava che conseguenza potesse avere su tutti quanti.
    E cosa ne avrebbe pensato Rain? Lui Subuza lo conosceva, si erano parlati. Lui anche era stato una figura importante a livello geopolitico, un incontro di questo tipo sarebbe stato imperdibile per lui.
    Eppure no, non era venuto. Semplicemente perchè non reputava fosse consono rischiare scaramucce con l'Impero solo per guardare uno spettacolo. Perchè, esatto, non aveva idea di chi fossero i contendenti. Su tra le montagne di Ephiora circolano poche notizie, soprattutto riguardo le fiere imperiali.
    Ecco che quindi Helen era andata sola, cosa comunque abbastanza rara. Non correva alcun pericolo, però non si sa mai cosa poteva succedere, no?
    Mentre il pubblico faceva grandi boati per i trucchi dei due Kage, lei prese un'importante decisione: appena finito l'evento avrebbe scritto una lettera al suo amato Rain per raccontargli cosa era successo.
    In realtà poteva benissimo aspettare di tornare da lui e raccontarglielo a voce, ma proprio non riusciva a trattenersi. Era impaziente. Aveva quella specie di fremito, quel sentimento strano che viene quando devi necessariamente dire qualcosa a qualcuno e non puoi proprio trattenerti o aspettare.
    Poi forse si sarebbe fermata un altro giorno lì, prima di tornare al monastero dove lei e Rain erano ospiti. Sì, sì, gli avrebbe scritto una lettera. Chissà quale sarebbe stata la sua reazione!


    ***





    La mattina dopo lo scontro tra i due Kage, Rain aveva appena fatto colazione. Era ancora un po' confuso ed intorpidito dal sonno quando ritornò nella sua stanza per darsi una sistemata.
    Era strano stare lì da solo senza Helen ed un po' già gli mancava. No, senza "un po'", gli mancava e basta. Grande e grosso che era, proprio non poteva fare a meno di una ragazza fragile e semplice come lei. Era in gamba, Helen, e Rain era certo che sarebbe tornata felice ed incolume.
    E poi, ad essere onesti, l'impero era il posto più sicuro in cui stare per un civile.
    Pochi secondi seduto e qualcuno bussò alla porta. Era uno degli adepti del monastero, uno dei più giovani a dire il vero. Oltre all'allenamento, ai novizi venivano affidati vari incarichi all'interno della struttura come la manutenzione, la pulizia, i turni di guardia. A questo ragazzo era toccato consegnare una lettera a Rain.
    Ringraziò il ragazzo e lo congedò, per poi sedersi alla scrivania ed aprire la busta. Non c'erano dubbi che fosse di Helen e subito si rallegrò a vedere la sua calligrafia principesca. Stava bene e questo era l'importante. Però una lettera era un po' strana da ricevere, visto che lei sarebbe dovuta tornare già il giorno dopo.
    Che avesse deciso a lasciarlo per sempre? Che avesse preso la decisione di non stare più al suo fianco per andare chissà dove? Al Kaguya prese un infarto solo a pensarci. Allora perchè una lettera?
    Aprì la busta e notò che erano svariati fogli scritti in maniera molto fitta e ciò gli fece ancora più paura.
    Era sicuramente una lettera di quelle strappalacrime, piene di "ti ringrazio per ogni momento passato insieme" e di cazzate gentili solo per giustificare un atroce abbandono senza significato. Ma cosa aveva fatto per meritarselo, lui, che l'aveva difesa e protetta da ogni cosa, che si era immolato per lei anche nei suoi incubi più reconditi?
    Con le palpitazioni iniziò a leggere le prime righe.

    Caro Rain,
    so che ti stupirà ricevere una lettera così prematuramente, ma sappi che ti scrivo solo per raccontarti cosa è successo qui. Quindi ti prego di stare tranquillo e di non preoccuparti di nulla, io sto bene e qui è andato tutto regolarmente. So già che ti sarai preoccupato alla vista di questa busta, ma puoi tirare un sospiro di sollievo. (scemo!!)


    Rain sorrise e fece un bel respiro. Si insultò per essere stato tanto stupido ad aver dubitato di lei. Si sentì in cielo per un secondo. Esiste una sensazione più bella di quella? Parlo di quando sei certo che qualcosa sta andando male, che qualcuno ti sta per abbandonare, ma poi scopri che le tue preoccupazioni erano vane. Che nessuno sta per andare via da te, che nessuno vuole allontanarsi dalla tua vita. Preoccuparsi senza motivazione era una cosa meravigliosa, perchè ogni volta si rendeva conto di quanto fosse fortunato a non essere solo.
    Avere qualcuno vicino che pensa in funzione di te, che sa le tue preoccupazioni ed è lì per alleviarle. Qualcuno che, cascasse il mondo, non se ne andrà mai dalla tua vita. Esiste qualcosa di più bello?
    No non esiste.

    Ti scrivo con grande fretta semplicemente per raccontarti quale fosse il grande evento tenuto dall'impero.
    Era pieno di gente (vedessi che tipacci) come mai ne avevo vista e poi ho capito subito il perchè. Era un duello tra l'ex Mizukage ed il Kokage.
    Proprio quelli che hai conosciuto tu! Mi ricordo quando mi parlavi di Subuza e non c'è dubbio che fosse proprio lui: le sue movenze, i suoi atteggiamenti, non posso essermi sbagliata.
    Tu sapevi che fine aveva fatto? Io non pensavo l'Impero fosse riuscito a catturarlo. Alla fine stiamo parlando di un Kage!


    Rain ebbe una stana sensazione. Subuza catturato. Kyle catturato. Come era possibile? Non c'era dubbio che si fossero lasciati catturare spontaneamente, ma il motivo? Non poteva immaginare Subuza come gladiatore, semplicemente non aveva nessun senso.
    Che avesse sottovalutato l'Impero? Che in realtà i vecchi ninja non fossero altro che vecchi rimasugli di qualcosa di obsoleto ed inutile? No, impossibile.
    Questo avrebbe significato che lui non solo era ancora più in pericolo di quanto già fosse, ma che l'Impero avrebbe potuto trovarlo e catturarlo nel giro di poche ore come fosse stato un cervo o una lepre. Una semplice preda nascosta da qualche parte che gioca a nascondino contro un avversario onnipotente.
    Ma no, ma no. L'impero non era onnipotente ed i monasteri di Ephiora ne erano delle testimonianze viventi.
    Ma allora perchè si erano fatti catturare? Solo leggendo il seguito della lettera avrebbe potuto avere la risposta...forse.
     
    Top
    .
  8. Danzõu™
     
    .

    User deleted


    @Scaar

    Narrato l °Pensato ° l Parlato




    10z44rn
    I miei occhi si sgranarono improvvisamente quando vidi i due contendenti.

    Ma quelli sono...! No... non ci credo. Impossibile!
    ° I kage di Oto e Kiri! Come diavolo sono riusciti a catturarli? °

    Non ci potevo credere. Non ci volevo credere. Per quanto uno dei due fosse un vero bastardo – perché gli Otesi erano ciò -, vedere due shinobi di quel livello essere reclusi in un arena al pari di bestie pronte a sbranarsi per soddisfare il divertimento della folla, mi faceva provare solo rabbia. Due tra i Kage più forti nella storia moderna e anche antica del mondo shinobi essere trattati come semplice feccia. Come criminali. Come se le loro gesta – giuste o meno – fossero dimenticate senza rendergli nessun onore. Solo lo schiamazzo di un pubblico offensivo nel deriderli al pari di buffoni di corte. Quindi a ciò eravamo arrivati? Questo era il destino che il mondo avrebbe riservato agli Shinobi?

    Trattarli come bestie! Come se solo loro fossero i colpevoli.


    Affermai con un tono di voce basso, seppur i miei pugni venivano stretti con veemenza nel sentire il bisogno di uno sfogo decisamente più liberatorio. Avrei voluto urlare per oppormi a tutto ciò. Anzi, sarei voluto intervenire anche se non avevo nessun legame con i due contendenti. Ma erano pur sempre shinobi come me. Come altri che, sicuramente – camuffati come il sottoscritto -, quel giorno erano venuti ad assistere a quell’umiliazione pubblica. Sicuramente noi avevamo le nostre colpe. Il mondo shinobi si era macchiato di pesanti peccati, ma di certo, non solo noi ninja eravamo stati unici artefici di quella guerra. Un conflitto dove altri avevano manifestato bramosia di conquista appoggiando sottobanco le cinque grandi nazioni: i Daimyō per esempio.
    Lasciando che il marchio di criminali ricadesse su quegli stessi individui che per secoli avevano salvato il culo di molti. E adesso? Nulla. La memoria per gli uomini era corta. E dove si chiedeva un tributo di sangue, si scordava anche dei sacrifici che molti shinobi avevano compiuto in difesa dei più deboli. Oggi però si sarebbe solo intonato il requiem di infamia e colpevolezza. Nessuno avrebbe alzato un dito in difesa di due gloriosi combattenti che stavano pagando si! colpe di cui loro erano anche colpevoli, ma senza opporsi o nascondersi dai boia. A testa alta si stavano affrontando come centinaia di altre volte erano avvenute quelle battaglie. Le capacità di noi shinobi messe in ridicolo nel sembrare più artisti circensi che maestri di un antica arte millenaria. Un’arte che solo pochi rispetto i molti potevano apprendere mediante quell’energia sprigionata chiamata chakra. Per secoli ci eravamo odiati. Suna contro Konoha. Oto contro Kiri. E adesso comprendere che le nostre ostilità non avevano portato altro che alla caduta di quegli stessi grandi villaggi.

    Serpe del cazzo è sicuramente Subuza, capo di Oto. L'altro è quello di Kiri. Erano insieme quella volta, quando c'era il serpente gigante. Non serpente, quella cosa. Il Levianato, qualcosa. Però allora erano amici. Strano.


    Poi in mezzo a tutte quelle risate, quegli insulti, quelle bestemmie che ci riguardavano un po’ tutti, una voce raccapricciante come un sibilo di un serpente venne udita dal sottoscritto, non potendo non notare che i miei esimi colleghi eran più vicini di quanto credessi.

    Tsk…


    Un verso di disapprovazione nel notare quasi il divertimento da parte di quel bizzarro individuo essere ben leggibile nella sua espressione decisamente appagata. Forse solo matto, o forse semplicemente cinico, non potei ignorare e non farmi strada tra la folla per avvicinarmi a quell’individuo e dire la mia.

    Oggi a pagare è l’intero mondo shinobi. Non esistono più Otesi, come Kiriani o altri esponenti di quelle che furono le grandi nazioni Ninja. Oggi stiamo solo assistendo al risultato di una caccia alle streghe che doveva dare alla folla quel simbolo di corruzione e malvagità che il popolo chiedeva. Oggi sono i Kage... ma domani potremmo essere noi a venire offerti come spettacolo alla folla.


    Speravo in cuor mio che almeno il Kazekage fosse riuscito a mettersi in salvo. Ma ovviamente se due ninja potenti come Subuza e Kyle erano stati fatti prigionieri, agli altri Kage sarebbe toccata la stessa triste fine seppur ancora fuggiaschi e latitanti.

    ° La situazione è più critica di quanto mi aspettasi! che anche il Kazekage sia... °




    Jin Yoshida

    Le idee possono essere dure come diamanti, o fragili come pezzi di carta.
    Ottenni l’innata del mio clan, ottenni fratelli, sentendomi legato al mio villaggio grazie al kibaku nendo. Pensavo di essere felice, vivendo come credevo fosse più giusto. Ma tempo dopo, accadde qualcosa che mi fece ricredere: la guerra
    A guidarmi, l’affetto per Iwa, e la voglia di essere riconosciuto come un guerriero della Roccia, un soldato. Mi allenai duramente, ottenendo una forza maggiore insieme a qualcos’altro. Non seppi perché, ma durante le crudeltà della guerra, conobbi un lato di me che pensavo non facesse parte della mia indole: da lì, iniziai a cambiare.
    Tutto ciò in cui avevo creduto, sembrava essere il sogno di un ragazzo che si era frantumato contro la realtà, o forse, solo contro il mio vero io.
    Il motivo per il quale continuavo, per il quale mai mi fermavo, era il desiderio infinito di migliorare. Non sapevo da cosa esso dipendesse, né cosa m’induceva tale volontà, ma lo desideravo con tutto me stesso. Figlio di un clan ormai dimenticato, avevo condotto una vita incentrata prevalentemente su continui allenamenti e prove. Forse volevo semplicemente redimere il concetto di shinobi da quel passato peccaminoso che aveva contraddistinto molti miei avi, o forse solo esser d'esempio a qualcuno, fatto sta che ora come ora, dopo il volenteroso desiderio di servire l'ormai decaduta Iwa, decisi di seguire solo il verbo insindacabile della missione per cui avrei combattuto. Quello che mi spingeva non era riconducibile a nulla, il mio passato si perdeva nella memoria, solo le parole altrui lo creavano. Rinato, forse già morto, sentivo qualcosa scorrermi nel sangue, un potere diverso da qualsiasi altro, un potere che doveva essere liberato. La guerra m'aveva insegnato a sopportare il dolore, a corromperlo, a diventare con esso una singola lama. Il mio volto inespressivo n'era la prova, nessun’offesa mai mi tangeva, solo l'insana gentilezza che avevo ricevuto in dono poteva essere in contrasto con cosa, veramente, dovevo essere. Una macchina, strumento per una nuova nazione che stava sorgendo, colui che ne sarebbe stato al comando, unico punto di riferimento. I lineamenti duri e conformi del mio corpo, struttura formatasi dopo infinite agonie, mi davano un'aria sicura e al contempo incerta. Era tempo d'avviarmi verso il mio futuro, era tempo di riscattare quel ruolo che coprivo e dare nuovamente lustro a esso.
    .

    Fisico


    Nessun lineamento rude è presente sul suo volto, così come la peluria pallida, opportunamente rimossa; folti capelli bianchi - soffre di una particolare forma di albinismo - neppure tanto curati, ricadono sulla sua fronte ampia, dalla carnagione pallida come il resto del corpo. Gli occhi sono di una particolare tinta di blu, più vicina al celeste e resi profondissimi da dei tagli di nero che rendono vagamente inquietante il suo sguardo. Particolare interessante, due lunghi tatuaggi lineari partono dalle spalle, proseguono lungo le braccia e terminano sui dorsi di ogni mano con un motivo che ricorda vagamente un sole stilizzato.
    Il fisico estremamente allenato è spesso coperto con abiti che non mettono in evidenza le sue prestanti doti fisiche -Indossa quasi sempre una tunica bianca, lunga che copre quasi tutto il corpo, i pantaloni stretti ma leggeri sono di colore nero.

    Psicologia


    E’ il modello perfetto di onore, fedele sino alla morte , gentile ed educato verso gli altri, ma spietato e risoluto in battaglia contro il nemico e invasore ed uno spirito di sacrificio accentuato. Basti pensare ai durissimi allenamenti a cui si è sottoposto per sopravvivere al devastante conflitto che ha visto in guerra le cinque grandi nazioni. Questa nuova concezione marziale ha inconsapevolmente modificato il suo stile di vita e i suoi obiettivi.E' l’esempio perfetto di shinobi fedele alla sua patria: il modello perfetto. Dal viso pulito e i principi puri e pronto a tutto per adempiere agli ordini che gli sono stati impartiti, anche a sacrificare la vita delle persone a lui più care sino alla sua medesima. Forse sin troppo rigido e incapace di avere una visione più allargata della realtà che lo circonda, a lui non interessa. Senza illazioni o scuse anche se sensate, il suo unico verbo insindacabile è la missione per cui combatte. E’ di certo una figura esemplare, ma fin troppo ottusa e servile.


    Edited by Danzõu™ - 28/2/2015, 03:39
     
    Top
    .
  9. Edosenpai
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Parlato Enma
    Pensato Enma
    Narrato
    Parlato altrui

    @#BIZZLE

    Appena gli giunse la voce riguardo il grandissimo evento che si sarebbe svolto ad Ephiora non potè che partecipare alla visione, e partì subito da Neagora alla volta dell'arena più conosciuta dell'impero.
    Dell'impero... già, ormai non si parlava più di nazioni divise, che si facevano la guerra l'un l'altra, spargendo talvolta sangue innocente ed inutile, atto solo a dimostrare la superiorità di chi ne sparge di più, ora si era in un impero unito, dove non ci dovevano più essere discriminazioni e guerre, ma solo pace ed un grande senso di appartenenza.
    Il mondo non è mai come dovrebbe essere, e questo disgustava ma allo stesso tempo attirava inesorabilmente la mente curiosa e perversa di Enma.
    L'idea di vedere i corpi di due uomini ricoperti di sangue che si contorcono nello sforzo di farsi valere o anche semplicemente in quello di vivere lo eccitava parecchio, non poteva resistere alle tanto macabre e ributtanti quanto affascinanti sfide di grandi combattenti.
    Giunto finalmente all'entrata dell'arena per versare la quota d'ingresso ed acquistare il biglietto non stava più nella pelle, doveva per forza vedere quello spettacolo il prima possibile, doveva togliersi questo sfizio. Ad un tratto si udì un boato a squarciare quell'atmosfera di tensione che c'era nell'arena e la curiosità di Enma non fece che aumentare. Si precipitò di corsa all'interno dello stadio e si affacciò subito a vedere cosa stava succedendo.
    |Ma che diavolo...?! C'è solo un tizio... e dell'acqua per terra! Dov'è l'altro combattente?|
    Si guardò intorno con attenzione, cercando qualcuno a cui chiedere spiegazioni. Per quale motivo dove dovevano esserci due uomini che sguazzano nell'odio e nella paura nel vano tentativo di infliggersi colpi letali... c'era solo un tipo con una strana spada in mano ed una pozza d'acqua? L'incontro doveva essere già cominciato da un po' ormai.
    Nessuno del pubblico sfuggiva al suo sguardo, ed erano per lo più personaggi davvero inquietanti, ma lui doveva chiedere spiegazioni, voleva vedere le sferzate delle spade, le urla di dolore e le grida di lotta, gli incitamenti del pubblico e la sua sete di sangue. Insomma, era presemtato da tutti come l'incontro dell'anno, in cui due belve si sarebbero dovute scontrare in una feroce battaglia, aveva pagato per questo dopotutto. Come mai dunque non c'era traccia dell'altro partecipante?
    |Diamine... ed ora? Ecco cosa si ottiene ad arrivare in ritardo ad un incontro così! Chi mai potrebbe dirmi che è successo fino ad ora?|
    Il suo sguardo vigile si posò su un ragazzo dai capelli bianchi e con una vistosa cicatrice sull'occhio, in un cappotto nero col cappuccio lasciato cadere sulla schiena.
    |Ehi tu,-disse con tono impaziente e sguardo curioso-saresti per caso così gentile da che fine ha fatto l'altro partecipante e chi dovrebbero essere quei due? Nel mio villaggio parlavano tutti di due grandissimi ex-shinobi che si sarebbero scontrati senza esclusione di colpi... ma non sapevano chi fossero.|


    CITAZIONE
    Misogi_KumagawaDescrizione fisica:
    Un normale ragazzo di 17 anni, alto 1,78 cm, pesa 72 kg, ha i capelli nero pece, molto scompigliati che terminano con un ciuffetto sporgente in avanti sulla fronte.
    Occhi grandi e di un blu profondo, naso e bocca piccoli, carnagione molto chiara e mento appuntito, tratti somatici molto dolci e gentili accentuati dal sorriso innocente e sincero.
    Magro, esile e ha una muscolatura non particolarmente accentuata ma pur sempre visibile sotto le vesti. Veste con una divisa scolastica blu scuro (fatta su misura per permettere i movimenti da ninja), con grandi bottoni gialli e con colletto alto e bianco. I pantaloni sono anch'essi blu scuro, tessuti in modo tale da permettere una certa agilità.
    Descrizione psicologica: anche se potrebbe sembrare ingenuo e sincero, in realtà quello è solo ciò che c'è in superficie; la sua psiche è molto più contorta di quanto possa dare a vedere un diciassettenne. Ama alla follia le scene truculente ed ha una particolare passione i combattimenti all'ultimo sangue fra più persone. Nella vita di tutti i giorni invece è molto superficiale e tende a non dare molta importanza a ciò che lo circonda, se non quando ha dei cattivi presentimenti.


    Edited by Edosenpai - 28/2/2015, 18:12
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Esperto

    Group
    Member
    Posts
    3,377
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato Altrui

    "Cinque anni erano passati da quando scappò di casa. Cinque anni erano passati da quando tradì la sua patria natia che aveva giurato di proteggere anche a costo della vita. Eppure, aveva scelto il tradimento, proprio per permettere alla sua gente di impedire una fine ignobile, schiacciata da una forza emergente che voleva imporsi senza una motivazione apparente sul mondo intero. Pochi avrebbero capito, tanti l'avrebbero seguito. In quel suo ultimo anno di vita quel ninja che amava correre per le dune del deserto era stato finalmente promosso tra le alte cariche del villaggio, alla giovane età di diciotto anni. Le esperienze vissute l'avevano segnato e il sorriso sempre stampato in faccia era un vago ricordo già cinque anni dopo che il suo sogno era iniziato: la guerra, la scomparsa del fratello disertore, l'infiltrazione tra le fila del nemico e lo scontro all'ultimo sangue con il fratello stesso. Poteva salvare la sua gente, e tentò di farlo, ma nessuno gli diede ascolto quando ebbe l'opportunità di parlare. Quando fuggì, insieme al suo maestro e ai suoi quattro compagni, si diresse verso il paese del fuoco, alla ricerca di amici ed asilo, nel tentativo di avvertire l'Hokage dell'imminente pericolo, ma quando entrò nel villaggio della Foglia con la forza, con l'intenzione di parlare con l'Hokage, quest'ultimo declinò l'offerta d'aiuto che gli pose, bollandolo come traditore del suo paese e, come infiltrato dell'allora Shogunato.. Mai errore più grande fu commesso ragazzi miei!"


    Quei ricordi erano vivi nella mia mente.. come.. come se quegli attimi non fossero mai passati, come se si stessero ripetendo all'infinito, da cinque anni a questa parte. Chi sono io? .. ma che importanza ha ormai. Un nome, un cognome, un clan e un villaggio d'appartenenza, un grado che parli per te senza che tu necessiti di dimostrare le proprie capacità.. niente ha più senso ormai.
    Dopo quella volta di Konoha abbiamo partecipato in segreto alle guerre che si sono susseguite, il nostro gruppo armato era abile e abbastanza preparato per buttare giù un'intero plotone del Butai, ma presto, venimmo schiacciati dalla possente forza bellica avanzata, maggiore in numero più di qualsiasi altro esercito che le grandi potenze avessero visto prima. Dopo Suna vennero prima Konoha, poi Kiri. La loro Potenza venne schiacciata dall'alleanza tra la Sabbia e lo Shogunato che s'imposero con l'unione di nuove invenzioni meccaniche, mutazioni genetiche potenzianti e, ovviamente, ninja preparati alla distruzione totale. Il mondo intero presto venne sottomesso città dopo città, portando all'inevitabile sottomissione di tutto il continente e delle isole vicine.
    Chissà perché ancora combattiamo.. ormai siamo rimasti in pochi e quelli che hanno ancora la forza di combattere ormai non sono più tanto convinti di quello che stiamo portando avanti. Ci addestriamo in segreto, nella speranza di riuscire un giorno a tornare nelle nostre vere case.
    La mia mente era già lucida alle prime luci del mattino, ma i ricordi della vecchia Era non se ne sarebbero andati via velocemente così presto quella mattina.
    Dopo il rovesciamento del governo e la stabilizzazione globale, iniziai a vivere tra coloro che come me padroneggiavano le arti del vento, scoprendo che tra le antiche montagne del paese del tuono vi erano altri dominatori dell'aria, probabilmente parenti degli Shima del paese del vento. Arrivai li insieme ad Aang, dopo aver vagabondato verso nord con tutto il gruppo senza una meta precisa. La vita era stata difficile e vivere come dei rinnegati in tempo di guerra non rendeva affatto le cose più facili. Non potevamo usare le nostre capacità in pubblico o abbassare la guardia per un istante: i ninja adesso erano il nemico e quelli che si erano schierati con il butai e che non avevano ottenuto una certa posizione tra le cariche più elevate erano stati traditi dallo Shogunato stesso.. o dovrei dire Impero.. ma infondo, qualsiasi nome si usi non importa. Rimangono sempre un branco di stronzi. Braccati a destra e a manca, io e gli altri ci muovemmo da un paesino all'altro, cercando di restare inosservati. Ebbi la possibilità di vedere i vari posti e le nuove città in costruzione, indubbiamente lo sviluppo meccanico che aveva portato l'impero aveva dato i suoi frutti. Fu quando tornammo nei pressi di Konoha, l'attuale Arcadia, che decidemmo, vedendo il cratere gigante lasciato dall'esplosione di una bambola d'argilla esplosiva sunese, di dividerci e andare ognuno per la nostra strada.. probabilmente, il suicidio di Benkei fu la causa scatenante: eravamo rimasti in 5, il maestro Gerard con Sting e Rouge e Aang, un dominatore del vento come me, con una storia travagliata tanto quanto quella di tutti noi messi assieme. Aveva perso la moglie e il figlio che cercavano di fuggire da Suna per rifiutarsi di servire l'impero e aveva giurato eterna vendetta contro lo stesso: Quindi, siamo davvero sicuri di fare questa cosa? -dissi io- Siamo obbligati, non possiamo continuare così. Benkei si è tolta la vita dopo l'ultima battaglia.. credo che non abbia mai dimenticato tuo fratello, Tenma. -disse Gerard- La posso capire meglio di chiunque altro.. visto che è morto per mano mia, tu non credi? -replicai. Stringevo le mani così forte che arrivarono a pulsare e a indolenzirsi- In ogni caso, è l'unica scelta che abbiamo. Io e il maestro ci dirigeremo verso Naegora. Dalle informazioni che abbiamo è il luogo dove possiamo sfruttare al meglio le nostre capacità per infiltrarci nella società. Sting ha deciso che si dirigerà verso casa.. adesso non è più Suna ad avere il monopolio tra le città del deserto e sembra che molti castelli e città fortezza siano state edificate facilmente con l'aiuto dei dominatori della sabbia Sunesi. Aang e Tenma, voi dovrete raggiungere Ephyora, sicuramente i monasteri del luogo non faranno alcun tipo di domanda davanti a due dominatori del vento in cerca d'asilo. Inoltre per te Aang non dovrebbe essere un problema.. dopotutto, li conoscevi no? -Disse Sting, come sempre esaustivo ad ogni suo intervento.- Esattamente.. inoltre grazie all'aiuto di Gerard ho finalmente riacquisito i miei poteri, non avrò problemi a reintegrarmi. - anche l'ex monaco aveva dato l'ok per il piano, solo io ero quello più titubante di tutti- Allora è deciso. Oggi bruciamo i nostri coprifronte.. -dissi, cercandolo avidamente nel mio zaino e stringendolo tra le mani un'ultima volta, prima di buttarlo a terra insieme agli altri per darli alle fiamme.
    Era quello il piano quindi: dividerci e restare in contatto per ambientarci nel nuovo ordine mondiale e cercare di stabilire una buona rete di condivisione di informazioni con tutti quei ninja sopravvissuti che avevamo incontrato in quel tempo. Non potevamo farci sconfiggere senza aver avuto la possibilità di lottare con tutte le nostre forze.
    Gli anni passarono e fortunatamente nessuno di noi ebbe problemi. Aang diventò subito una persona di spicco all'interno della comunità e io ero riuscito a mantenere un profilo abbastanza basso, con il semplice compito di fare da maestro ai giovani monaci o agli eremi migratori. Eravamo riusciti ad andare avanti e a convivere abbastanza bene con la gente del posto, che si rifiutava di sottostare all'impero, riuscendo a mantenere una certo prestigio nell'equilibrio mondiale grazie anche alla posizione del luogo che difficilmente poteva ospitare una guerra con carri armati e macchine d'assedio.
    Anche agli altri andò bene ma presto il maestro venne a farci visita, chiamato dal suo leggendario amico: Lanuto, il drago millenario.
    Gerard mi disse che egli mi aveva convocato e che dovevo raggiungerlo al più presto nell' "Altra Terra". Prima di quell'evento passarono quattro anni prima che rividi dal vivo il maestro. Gli allenamenti con Aang tra gli antichi monasteri, eretti da chissà quali tribù millenni or sono, perfezionarono il mio controllo del vento e la mia abilità nel combattere senza sfruttare necessariamente il chakra, che avevo imparato a sopire totalmente tramite un duro allenamento.
    Durante tutto lo scorso anno continuai ad allenarmi, per sostenere le dure prove a cui Lanuto mi avrebbe sottoposto. Superai tutte le prove e ottenni il potere di richiamare al mio servizio creature magiche, dotate di straordinari poteri. Tornai ad Ephyora sei mesi fa, dopo un intenso anno d'allenamento, e mi accorsi che i miei allievi erano tali e quali a quelli che avevo lasciato, scoprendo che era passato solamente un giorno dalla mia partenza.


    Quella mattina così piena di ricordi, era il giorno in cui si celebrava senza una motivazione temporale precisa, la vittoria dell'impero sui grandi villaggi ninja. Quella stessa mattina, nella grande arena alla del Braxamundis, situata nei bassifondi di Ephiora, nella provincia di Louyhong, si sarebbero scontrati due tra i più grandi ninja della storia. Nella rete segreta d'informazioni questa leggenda girava da qualche settimana, ma solo quando scesi dal mio monastero per entrare negli spalti dell'arena, ebbi la conferma di chi fossero quei due: Kokage e Mizukage a confronto.





    Informazioni e Background
    BackgroundDescrizione FisicaDescrizione Psicologica



    CITAZIONE
    Potrei continuarlo con quello che hanno scritto Mike e Ryuk. Se non lo farò, mi riallaccerò ad essi nel prossimo post. Per i dettagli vari, arriveranno entro stasera.
     
    Top
    .
  11. #Bizzle
     
    .

    User deleted


    @Edosenpai (scusa davvero se ti taglio, ma volevo continuare il filo di quello fatto nel primo post. Se vuoi aggiungiti alla vicenda, come vuoi ^^
    @Scaar
    @Danzou


    Braxamundis - 2



    Continuai dunque la mia passeggiata tra gli spalti, scavalcando gente e facendomi strada tra la folla, con il mio cappucci tirato giù ed il volto ben visibile. Nel mentre i due combattenti fecero la loro entrata, e mi sorpresi molto a vedere di chi si trattava. O forse non così tanto. Conoscevo di vista Subuza, l’ex kage di Oto. O meglio, non l’avevo mai visto dal vivo, ma avendo passato l’ultimo periodo della mia vita ninja proprio ad Oto conoscevo l’aspetto del mio Kage. Non conoscevo invece l’altro contendente, ma capii ben presto di chi si trattava. I due iniziarono, dando spettacolo e facendo infiammare la folla. Io intanto mi ero fermato un attimo nella mia ricerca per dare uno sguardo all’incredibile scontro che si sarebbe consumato davanti ai miei occhi. Il combattente dai capelli bianchi sparì, lasciando solo dell’acqua al suo posto, e fu proprio quello a farmi capire di chi si trattava. Immaginavo già che sarebbe stato sicuramente uno dei ninja più forti al mondo, visto che doveva tenere testa ad uno come Subuza, quindi avevo già ipotizzato che poteva essere un altro Kage. Quella tecnica d’acqua poi non mi lasciò più alcun dubbio: si trattava sicuramente dell’ex Kage di Kiri.

    Appena sparì continuai la mia ricerca, e ripresi dunque a camminare, ma la mia nuova passeggiata non durò molto. Venni infatti fermato da un ragazzino dai capelli lunghi e neri, dallo sguardo molto innocente. Mi chiese dov’era andato il Mizukage, ed inoltre se sapevo di chi si trattava. Lo guardai attentamente, abbandonando subito l’idea che poteva conoscermi e che si trattava di un ex ninja. Inoltre, mi chiesi cosa ci faceva un ragazzino del genere in una sanguinosa arena del genere. Non avevo molto tempo per questo, ma soprattutto non volevo rivelare troppo in modo da non rivelare troppo la mia identità. Rimasi dunque molto vago nella mia risposta.

    “Ehm.. si, si tratta di due tra i più forti ninja dell’era passata, così dicono. Mi dispiace, ma non ne so molto, non vengo da queste parti!”

    Risposti, con gentilezza ma disinteresse. Infatti mentre rispondevo continuai a guardarmi intorno, e notai a pochi metri da me un ragazzo che pareva molto arrabbiato ed infastidito. Si vedeva che stava cercando di trattenersi, ma strinse ugualmente forte i pugni, e la sua espressione confermava soltanto. Forse la mia ricerca era finita, ipotizzai che si trattava di un ex ninja, come me, ed il motivo della sua rabbia era vedere due shinobi così importanti scontrarsi in un’arena come cani. A dire il vero dava molto fastidio anche a me, questo impero non mi andava certo a genio, ma sicuramente non ci davo così tanta importanza e non mi feci alterare più di tanto da quel fatto. Prima che pensai a qualsiasi azione, comunque, vidi quel ragazzo farsi strada per raggiungere un altro strano tizio, facendo un discorso sugli shinobi ed il mondo ninja, molto contrariato da quanto detto sentito in precedenza. Questo mi tolse ogni dubbio, ed ero sicuro che mi ritrovavo davanti a due ex ninja, proprio come me, ed è quello che stavo cercando.

    “Scusa, devo scappare” - dissi al ragazzino. Mi dispiaceva averlo tagliato così, ma quella situazione aveva sicuramente attirato il mio interesse.

    Mi diressi dunque velocemente tra quei due tizi, e mi misi in mezzo come per fermare una lite, poggiando le mie mani sui loro petti. Non che i due stessero litigando, però volevo fermare ogni tipo di discussione prima che nascesse, facendoli concentrare su qualcosa di più importante.

    “Hey, smettetela voi due.” - dissi, per poi sussurrare qualcosa ad un tono di voce talmente basso che solo i diretti interessati avrebbero potuto sentire. So che era molto rischioso pronunciare quelle parole da parte mia, ma ero disposto a correre il rischio. Per me era molto importante radunare qualche ex shinobi. Eravamo in minoranza, banditi, odiati. Ritenevo quindi giusto riunirci il più possibile, confrontare le idee, e pianificare il da farsi. Infondo eravamo ninja, e la maggior parte in collera contro l’impero. Non volevo credere che nemmeno uno di loro voleva semplicemente fare la propria vita a coltivare il proprio orto all’oscurità.

    “Voi due eravate ninja, una volta, non è vero?” - chiesi dunque.





    Myto Harakhti




     
    Top
    .
  12. :Karma:
     
    .

    User deleted


    @Microzoopsia

    Tra la gente della foresta i ninja venivano considerati persone schive e spregevoli per lo più. Avevano persino un detto per sottolineare l'importanza di non fidarsi mai di uno di loro. "Uno shinobi a due facce. Fidati della prima, e la seconda sarà l'ultima cosa che vedrai", si diceva. Molto era dovuto alla loro natura schiva e nascosta, l'agire nell'ombra, l'ampio utilizzo di sotterfugi e inganni per raggiungere i propri scopi. Uno shinobi poteva giurare sulla propria madre per salvarsi la vita, poi tagliarti la gola un secondo dopo quando ti saresti voltato.

    Lui personalmente non era mai stato nei loro "villaggi segreti". La precisa ubicazione di molti di essi era sconosciuto o comunque confinata in parti della foresta dove alla sua gente era vietato andare. Si raccontava di ombre tra gli alberi, maschere bianche, che non dormivano mai e che trucidavano senza far domande chiunque non riconoscessero. Si raccontava anche che nei loro villaggi i bambini venivano addestrati fin dalla giovane età a diventare uno di loro, ad uccidere a sangue freddo e non provare compassione. Suo cugino Gamede aveva detto di averne visto uno che non doveva avere nemmeno 8 anni sfrecciare da un albero a un altro a velocità impressionante.

    Suo cugino era un ciarlatano, ma quella volta gli sembrò sincero. Karma le riconosceva dalla puzza le fandonie e, per qualche motivo, quella volta gli credette. Inutile dire quindi che quando arrivò la notizia della caduta del grande villaggio del fuoco, lui ne risultò solamente sollevato. Nessuno più avrebbe dovuto temere delle ombre sugli alberi e le maschere bianche. La foresta era sicuramente un luogo più tranquillo, specie con l'arrivo dell'impero a sistemare le cose.

    Saltin.. banco?
    Gwa-hii-wha-kwo?

    Si grattò la guancia con l'indice con un espressione confusa. Era evidente che quel losco individuo ce l'avesse proprio con lui. La scimmietta sulle sue spalle si sollevò un poco, guardando il nuovo arrivato con genuina curiosità. Rowan, che era di fianco al selvaggio amico e alla sua scimmietta, invece si irrigidì un poco per via dell'intervento di Kaos.

    Siamo spiacenti ma non abbiamo alcolici con noi, signore, e vorrei anche consigliarvi di astenervene a vostra volta. In un luogo come questo, il consumo di alcolici è un combustibile fin troppo economico per risse e disordini.

    Quindi il cavaliere indicò un paio di guardie che sostava sugli scalini più in là, alla fine della fila in cui loro si trovavano, invitando Kaos a voltarsi a sua volta.

    Se non volete avere grane con le numerose guardie che sono di servizio, ascoltate il mio consiglio. E' per la vostra salute e sicurezza.

    Abbastanza quadrato e diretto, il biondo cavaliere era evidentemente serio. Karma al suo fianco guardava Kaos incuriosito, preferendo far parlare il suo amico imperiale per il momento. Rowan sapeva sempre esattamente cosa dire o fare, non certo come lui. La gente di città gli era sempre sembrata strana e un pò fuori di testa. Le parole contenevano sempre almeno due o tre sensi e i sorrisi erano spesso maschera di cattive intenzioni e secondi fini. A quello preferiva di gran lunga la sincerità animale. Nei loro occhi eri sempre sicuro di scorgere la verità, niente di più, niente di meno.

    UOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH


    L'intera folla ululò e si alzò in piedi. Qualcosa era successo sul campo di battaglia. Karma e la sua scimmietta Hera si voltarono contemporaneamente con occhi sgranati cercano di capire perchè tutti si erano impressionati. Fecero in tempo a vedere uno dei due tentare di colpire l'altro alle spalle, solo che...




    CITAZIONE
    Karma
    Alto 180 cm, capelli bianchi dritti e ispidi sulla fronte e pittora rossa tribale intorno agli occhi. Indossa un monile bronzeo sulla fronte. Il torso nudo e muscoloso è ricoperto di tatuaggi stile maori. I piedi sono nudi e le gambe indossano pantaloni larghi e comodi. Porta protezioni sugli stinchi e le ginocchia e sugli avambracci


    Hera
    Una scimmietta alta 130cm. Indossa protezioni sugli avambracci e pantaloni simili a quelli di Karma, oltre a una kefia rossa.


    Rowan
    Biondo, sul metro e novanta e piazzato. Indossa un armatura leggera completa e tiene un lungo spadone nel fodero riposto dietro alle spalle.

     
    Top
    .
  13. Casey91
     
    .

    User deleted


    @Saga



    Narrazione
    Parlato Revy
    Pensato Revy
    Altri



    Gli spalti gremiti inneggiano alla violenza tra i due sfidanti ed i due non si fanno attendere, sfoderando le prime mosse.
    Tra un "Ammazzolo" ed un "Muoviti squartalooo", la sorpresa di vedere un uomo trasformarsi in una serpe e l'altro in una pozzanghera, ha la meglio,ammutolendo tutti per pochi secondi.

    E così, avete cominciato a giocare. Lo sguardo sicuro del KoKage mi fa paura, speriamo che il vecchio ne esca in vita. L'altro è una vera serpe, non solo esteriormente.

    E mentre la sua voglia di sangue aumenta nel tempo, è pur sempre una pericolosa pirata ormai, un'altra cresce non appena il suo sguardo incrocia quello della bionda prima citata.

    Wow, Armata e pericolosa. Ma saprei io come domarti *Altri pensieri non adatti a ROTE*

    Saga: Cosa... come... stai vedendo quello che vedo io? Ma è normale?


    Che voce soave, un canto angelico. Chissà se sotto le cop *Ennesimi pensieri inadatti. Ok cerco di contenermi*

    Ne approfitta subito, scansando un paio di omaccioni puzzolenti per sedersi accanto a lei, con non poco disgusto nel solo sfiorarli. S'accomoda, portando la mano sinistra sulla spalla della bionda.

    Sorella, questi due sono gli ex Kage di Kiri e Oto, almeno da quello che ho sentito. Il tizio-serpente è il traditore Subuza del Suono, l'altro l'ultimo baluardo ninja Kyle della Nebbia. Questo scontro si prospetta epico.

    Si alza di scatto, prendendo la mano della ragazza e avvicinandosi alla ringhiera, per poi urlare:

    Avanti, fatevi a pezzi! Abbiamo pagato per le mazzate, non le chiacchere!

    Sembra una combattente, vedremo se facendomi vedere abbastanza sanguinaria finirà con me dopo lo spettacolo, hihihiihihihih Vai Rose, pungi hihihihihihihihi



    Revy "Red Rose" Moyre
    24 anni
    Nata a Kiri, Scappata per diventare fuorilegge. Trova rifugio a Tortuga, dove diventa una pirata.

     
    Top
    .
  14. Scaar
     
    .

    User deleted


    @Davide|
    @Danzou
    @Bizzle


    Il buio. Strizzò gli occhi così tanto che il nero sfondo che vedeva prese a sbriluccicare. Quanto gli piaceva vedere poi le forme astratte che prendevano forma davanti agli occhi. Si divertiva con poco, sì. Le orecchie gli fischiarono un bel pò dopo il boato provocato dal Mizukage, scosse ripetutamente il capo dandosi anche un paio di pacche sulla testa come si farebbe con una radio malfunzionante, come se questo potesse mandare via il fastidio. Se non altro adesso riusciva a filtrare quello che sentiva. Si volta verso il ragazzo che gli aveva fatto le domande, guardandolo come se fosse la prima volta. Lo fissò, cercando nel suo volto come il filo del discorso.

    Uh-ehm.. catturati sì. Altrimenti come spieghi siano qui entrambi a Braxamundis?

    O forse non era quello che intendeva. Le iridi si spostarono di lato e gli occhi si socchiusero mentre tentava di ripescare la domanda originale. Alla fine scosse la testa lasciando perdere e voltandosi per godersi lo spettacolo. Subuza non si risparmiava, come suo solito. Glieli aveva visti già fare quei giochetti, e ogni volta gli fotteva il cervello cercare di capire come diavole facesse.

    Che sagoma quel cazzone.

    Scosse il capo disapprovando. Le avrebbe prese se non decideva di fare sul serio. Si protese in avanti cercando di concentrarsi sullo scontro, ma a questo punto arrivò l'ennesimo disturbatore. Si voltò verso il ragazzo con insolita inespressività.



    Lo guardò per qualche secondo senza dir nulla tanto che alla fine lo sguardo prolungato sarebbe risultato inquietante. Forse era stato quel che aveva detto Jin? O forse semplicemente un altro momento di assenza mentale?

    Poi si il suo volto si illuminò mentre guardava alternatamente tutti gli interlocutori.

    Oh volete dirmi che voi... tutti e tre?

    L'angolo destro della bocca si sollevò abbozzando un sorriso ironico. Le cicatrici sulle guancie si deformarono per via dell'espressione di evidente ilarità.

    Possibile? Ragazzi sul serio, questo posto, oggi, è l'ultimo dei luoghi sulla faccia della terra in cui dovreste essere. Ma andiamo, non ditemi che non vi siete fatti delle domande? Due kage, al Braxamundis, scontro mortale...

    Portò le mani ai lati della testa con gli indici che roteavano a mezz'aria come a spingerli a collegare i puntini, a pensare.

    Credete che non sapevano sin dall'inizio che sareste accorsi in massa? Non vi siete chiesti come un evento simile avesse avuto tutta quella pubblicità?

    Li guardò, occhi sgranati per l'incredulità.

    No?

    Sosteneva lo sguardo, sperando di sbagliarsi.

    Per il demonio, siam messi davvero male.

    Si rivolse a Jin.

    Si bello mio, toccherà a noi prima o poi. Più prima che poi, se vuoi sapere la mia.

    E scoppiò in una risata, non prima di aver capito solo adesso il perché di tutti quegli incappucciati. Lui invece li aveva scordati cappello e sciarpa a casa. S'era dimenticato della regola d'oro: coprire sempre volto e capelli. Poteva ben rischiare di prendersi una polmonite, almeno, specie da una di quelle guardie laggiù. Non per altro eh, con tutti i casini e le stragi di qualche anno prima era davvero singolare vedere così tanta gente incappucciata che giocava a fare i ninja. Perché escludeva ve ne fossero in giro così tanti, non dopo tutti i cadaveri che aveva visto.

    E invece eccoli lì, tutti caduti nella trappola come topi ritardati. Da parte sua, se la rideva allegramente. Rideva in anticipo, come chi sa già il finale di una barzelletta raccontata male.




    Edited by Ryuk* - 1/3/2015, 00:29
     
    Top
    .
  15. Danzõu™
     
    .

    User deleted



    @Bizzle
    @Scaar


    Narrato l °Pensato ° l Parlato



    ° Mh!?... °


    Una delle cose che odiavo di più. Che odiavo con ogni fibra del mio essere… erano i tipi che non usavano quei pochi neuroni che gli servivano per buttare aria dalla bocca ed eseguire le minime funzioni che un corpo richiedeva. Lo vidi arrivare senza che nessuno lo aveva invitato. E ancora peggio… inserirsi nella conversazione posando una sua dannatissima mano sul mio petto. Idiota. Razza di idiota. Non era certo il momento di dare nell’occhio, e lui cosa stava facendo? Si immolava per una causa inesistente mostrandosi come salvatore della patria, patate e cavoli in quel gesto totalmente inutile. La prima cosa che mi era stata insegnata ai tempi di quando avevo frequentato l’accademia, e che mi venne sempre rammentata durante ogni missione che avevo concluso portando la pellaccia sana e salva a casa, era di mantenere un profilo basso in situazioni delicate. E quella era decisamente, assolutamente, incontestabilmente una situazione delicatissima dove sentire anche la minima parola che accennasse agli shinobi poteva farci finire a far compagnia ai Kage nell’arena. Mi ero impegnato a camminare lentamente, usando un tono basso e senza eseguire gesti troppo frettolosi proprio per riuscire a camuffarmi al meglio tra lo sciocco popolo imperialista: ci stavo provando con tutte le mie forze. E ora, vedere quel tizio arrivare in stile pompa magna poteva mandare tutto in fumo, rendendo inutile quel travestimento e il celare la mia identità.

    ° E questo qui da dove è uscito? °

    Stammi bene a sentire: A-m-i-c-o!


    Respirando con estrema calma e contando nella mia testa fino a dieci prima di saltargli addosso, provai a comunicarci tentando un approccio pacifico prima di non riuscire più a rispondere delle mie azioni.

    Punto numero uno. E bada bene che mi ripeterò solo una volta, quindi attiva quel mezzo neurone che ti ritrovi e apri bene le orecchie: leva immediatamente la mano dal mio petto prima che ti tranci il braccio e te lo trasformi in ornamento.


    Affermai fissando intensamente la sua figura con un tono basso e calmo ma che delineava perfettamente lo stato di estremo fastidio che mi aveva causato quella sua incosciente reazione.

    Punto numero due. Nessuno qui sta litigando, discutendo o buttando le basi di una rissa per dare ulteriore spettacolo oltre quello che i due Kage stanno già dando nell’arena. Quindi, prima di saltare a conclusioni scioccamente azzardate, o come nel tuo caso, inserendosi mediante masturbazioni mentali per voler compiere la buona azione della giornata da bravo boy scout, io direi prima di riflettere sulle cose e poi agire. Ci siamo bene intesi capitan indomito?


    Non mi importava se sarei risultato antipatico, freddo o aggressivo. Non me ne poteva fregare di meno. Non ero li per fare amicizia ma per studiare la situazione. Magari trovare qualche altro shinobi che avrebbe voluto discutere – in separata sede e lontano da occhi indiscreti – di fondare una resistenza. Bisognava far qualcosa. Quel titolo in cui ancora credevamo ciecamente e che con fierezza rappresentavamo ce lo imponeva. Quindi, non avrei permesso a quel tipo di rovinare tutto. Non oggi. Non in quel posto.

    Punto numero tre. Sei sicuro che sia questo il luogo ideale per fare questo tipo di apparizioni? Onestamente. No ma dico sul serio. Pensi che sia prudente comportarsi come stai facendo tu con tanta incosciente naturalezza senza tenere conto di trovarsi in in mezzo a una folla che sarebbe ben felice di infilare le nostre teste su delle picche, se sapesse chi siamo realmente?


    Il mio sussurrare dimostrava quanto fossi realista in quello che dicevo, cercando di autocontrollarmi e lasciare che il dialogo fosse l’arma più efficace con tipi come lui. Almeno ci speravo. Almeno ci provavo per esser più precisi.

    Comunque…


    Affermai nel riprendere il discorso con quell’altro tizio. Il tizio con l’aria decisamente inquietante e un aspetto che lo faceva assomigliare a un cadavere riportato in vita con la Edo Tensei. Rimasi in silenzio. Rispettoso. Aspettando che finisse il suono nuovo monologo e mi impartisse – secondo lui – lezioni di buon senso su come si ci sarebbe dovuti comportare in una situazione come quella.
    x0turo

    Secondo te non mi sono posto le tue stesse domande? Secondo te a cosa è servito il discorso che ho fatto a quest’altro tizio? Ovvio che il rischio è alto. Altissimo. Ma non accetto che quello in cui abbiamo creduto, che per secoli abbiamo rappresentato e per cui molti si sono sacrificati e ancora si sacrificheranno… debba essere demonizzato e messo alla gogna come causa di tutti i mali. Come unico abominio da epurare per fare felice una folla ignorante e troppo impaurita per vedere realmente come stanno le cose.


    Il mio tono mantenendosi sempre a livelli di decibel molto bassi, continuava quella sorta di arringa di cui ne ero fervido credente e primo difensore e sostenitore.

    Dovremmo fare qualcosa. Opporci. Abbiamo le capacità e la forza per soverchiare un ordine sbagliato e non permettere che altre scene come quella a cui stiamo assistendo si ripetano. E’ nostro dovere impedire ciò per tutto quello che la parola shinobi ha rappresentato e rappresenta ancora per tutti noi. Pensa a queste mie parole se in qualche parte più remota della tua testa, del tuo cuore provi qualcosa di simile. Eravamo figli di grandi Nazioni. Capaci di cose straordinarie che molti ci invidiavano. Questa stupida faida tra Villaggi ci ha portato solo a questo. A dividerci quando dovevamo essere uniti nel combattere il vero nemico che si è armato e ha cospirato nel tempo facendo finta di sposare la causa di ogni villaggio, per poi fare ciò che gli riusciva meglio e istillare semplicemente il germe dell’odio e renderci ciechi dove in realtà dovevamo affinare i sensi e salvare non i nostri villaggi, ma la disciplina che ci è stata insegnata e che per generazioni è stata tramandata.


    Un pausa di qualche secondo interruppe quel mio drammatico monologo per poi sospirare.

    Dobbiamo preservare tutto ciò! E' tempo di reagire e mostrare di cosa anche noi possiamo essere capaci!





    Jin Yoshida

    Le idee possono essere dure come diamanti, o fragili come pezzi di carta.
    Ottenni l’innata del mio clan, ottenni fratelli, sentendomi legato al mio villaggio grazie al kibaku nendo. Pensavo di essere felice, vivendo come credevo fosse più giusto. Ma tempo dopo, accadde qualcosa che mi fece ricredere: la guerra
    A guidarmi, l’affetto per Iwa, e la voglia di essere riconosciuto come un guerriero della Roccia, un soldato. Mi allenai duramente, ottenendo una forza maggiore insieme a qualcos’altro. Non seppi perché, ma durante le crudeltà della guerra, conobbi un lato di me che pensavo non facesse parte della mia indole: da lì, iniziai a cambiare.
    Tutto ciò in cui avevo creduto, sembrava essere il sogno di un ragazzo che si era frantumato contro la realtà, o forse, solo contro il mio vero io.
    Il motivo per il quale continuavo, per il quale mai mi fermavo, era il desiderio infinito di migliorare. Non sapevo da cosa esso dipendesse, né cosa m’induceva tale volontà, ma lo desideravo con tutto me stesso. Figlio di un clan ormai dimenticato, avevo condotto una vita incentrata prevalentemente su continui allenamenti e prove. Forse volevo semplicemente redimere il concetto di shinobi da quel passato peccaminoso che aveva contraddistinto molti miei avi, o forse solo esser d'esempio a qualcuno, fatto sta che ora come ora, dopo il volenteroso desiderio di servire l'ormai decaduta Iwa, decisi di seguire solo il verbo insindacabile della missione per cui avrei combattuto. Quello che mi spingeva non era riconducibile a nulla, il mio passato si perdeva nella memoria, solo le parole altrui lo creavano. Rinato, forse già morto, sentivo qualcosa scorrermi nel sangue, un potere diverso da qualsiasi altro, un potere che doveva essere liberato. La guerra m'aveva insegnato a sopportare il dolore, a corromperlo, a diventare con esso una singola lama. Il mio volto inespressivo n'era la prova, nessun’offesa mai mi tangeva, solo l'insana gentilezza che avevo ricevuto in dono poteva essere in contrasto con cosa, veramente, dovevo essere. Una macchina, strumento per una nuova nazione che stava sorgendo, colui che ne sarebbe stato al comando, unico punto di riferimento. I lineamenti duri e conformi del mio corpo, struttura formatasi dopo infinite agonie, mi davano un'aria sicura e al contempo incerta. Era tempo d'avviarmi verso il mio futuro, era tempo di riscattare quel ruolo che coprivo e dare nuovamente lustro a esso.
    .

    Fisico


    Nessun lineamento rude è presente sul suo volto, così come la peluria pallida, opportunamente rimossa; folti capelli bianchi - soffre di una particolare forma di albinismo - neppure tanto curati, ricadono sulla sua fronte ampia, dalla carnagione pallida come il resto del corpo. Gli occhi sono di una particolare tinta di blu, più vicina al celeste e resi profondissimi da dei tagli di nero che rendono vagamente inquietante il suo sguardo. Particolare interessante, due lunghi tatuaggi lineari partono dalle spalle, proseguono lungo le braccia e terminano sui dorsi di ogni mano con un motivo che ricorda vagamente un sole stilizzato.
    Il fisico estremamente allenato è spesso coperto con abiti che non mettono in evidenza le sue prestanti doti fisiche -Indossa quasi sempre una tunica bianca, lunga che copre quasi tutto il corpo, i pantaloni stretti ma leggeri sono di colore nero.

    Psicologia


    E’ il modello perfetto di onore, fedele sino alla morte , gentile ed educato verso gli altri, ma spietato e risoluto in battaglia contro il nemico e invasore ed uno spirito di sacrificio accentuato. Basti pensare ai durissimi allenamenti a cui si è sottoposto per sopravvivere al devastante conflitto che ha visto in guerra le cinque grandi nazioni. Questa nuova concezione marziale ha inconsapevolmente modificato il suo stile di vita e i suoi obiettivi.E' l’esempio perfetto di shinobi fedele alla sua patria: il modello perfetto. Dal viso pulito e i principi puri e pronto a tutto per adempiere agli ordini che gli sono stati impartiti, anche a sacrificare la vita delle persone a lui più care sino alla sua medesima. Forse sin troppo rigido e incapace di avere una visione più allargata della realtà che lo circonda, a lui non interessa. Senza illazioni o scuse anche se sensate, il suo unico verbo insindacabile è la missione per cui combatte. E’ di certo una figura esemplare, ma fin troppo ottusa e servile.


    Edited by Danzõu™ - 1/3/2015, 16:02
     
    Top
    .
78 replies since 23/2/2015, 22:36   2133 views
  Share  
.