[Dall'introduzione del post in:
Braxamundis]
Cinque anni erano passati da quando scappò di casa. Cinque anni erano passati da quando tradì la sua patria natia che aveva giurato di proteggere anche a costo della vita. Eppure, aveva scelto il tradimento, proprio per permettere alla sua gente di impedire una fine ignobile, schiacciata da una forza emergente che voleva imporsi senza una motivazione apparente sul mondo intero. Pochi avrebbero capito, tanti l'avrebbero seguito. In quel suo ultimo anno di vita quel ninja che amava correre per le dune del deserto era stato finalmente promosso tra le alte cariche del villaggio, alla giovane età di diciotto anni. Le esperienze vissute l'avevano segnato e il sorriso sempre stampato in faccia era un vago ricordo già cinque anni dopo che il suo sogno era iniziato: la guerra, la scomparsa del fratello disertore, l'infiltrazione tra le fila del nemico e lo scontro all'ultimo sangue con il fratello stesso. Poteva salvare la sua gente, e tentò di farlo, ma nessuno gli diede ascolto quando ebbe l'opportunità di parlare. Quando fuggì, insieme al suo maestro e ai suoi quattro compagni, si diresse verso il paese del fuoco, alla ricerca di amici ed asilo, nel tentativo di avvertire l'Hokage dell'imminente pericolo, ma quando entrò nel villaggio della Foglia con la forza, quest'ultimo declinò l'offerta d'aiuto che gli pose, bollandolo come traditore del suo paese e, come infiltrato dell'allora Shogunato.. Mai errore più grande fu commesso ragazzi miei.
Il tempo passò e la vita delle persone cambiò. Quei ricordi erano vivi nella sua mente.. come.. come se quegli attimi non fossero mai passati, come se si stessero ripetendo all'infinito, da cinque anni a questa parte. Di chi vi sto parlando? .. ma che importanza ha ormai. Un nome, un cognome, un clan e un villaggio d'appartenenza, un grado che parli per te senza che tu necessiti di dimostrare le proprie capacità.. niente ha più senso ormai.
Dopo quella volta di Konoha tante furono le battaglie che si susseguirono, ma presto, ogni resistenza venne annientata, dalle scoperte tecnologiche e dal numero dei soldati del Butai. Poco a poco, come le tessere del domino, ogni città-stato crollò, tra le fiamme del Nord.
Chissà perché ancora combattiamo.. ormai siamo rimasti in pochi e quelli che hanno ancora la forza di combattere ormai non sono più tanto convinti di quello che stiamo portando avanti. Ci addestriamo in segreto, nella speranza di riuscire un giorno a tornare nelle nostre vere case. Queste sono le parole che il ragazzo continua a ripetersi, ma davvero aveva senso continuare a farlo? Quanti avrebbero continuato a combattere, dopo che gli stessi Kage erano stati messi in fuga durante gli eventi del Braxamundis, dove il ragazzo aveva combattuto strenuamente?
Persino lo stesso ragazzo ne dubitava, ma troppe persone a lui care erano morte, per lasciare che la storia facesse il suo corso. Conoscere preventivamente il destino non era in suo potere, ma poteva cercare di influenzarlo con tutte le proprie forze!
Come? volete sapere chi è il ninja di cui vi sto parlando? Il suo nome davvero non importa, quello che conta sono i sogni che porta ancora dentro il suo cuore, che scuotono il mondo come una tempesta!
-giorno 23- Diario di Tenma Sakuraba, decima lezione alla prima classe.