Una manciata di minuti ed i due arrivarono nell'abitazione di Spike: serrò la porta alle sue spalle con ben tre lucchetti, tutti impiantati da lui.
"Da queste parti non si può mai sapere.."
Commentò mentre serrava le finestre e oscurava le tendine, avvolgendo la stanza in una cupa atmosfera; spossato dal lungo tragitto il muscoloso vaygr si lasciò andare su una poltrona. Il suo compare apparve dalla stanza di fianco con in mano due bicchieri d'acqua. Dopo essersi dissetato, Marcus iniziò la conversazione
"Ce l'ho fatta anche io finalmente.." tirò una boccata d'aria, il sollievo era percepibile nelle sue parole "Lontano da quell'inferno.. Dunque, qual'era esattamente il piano di cui mi parlavi l'ultima volta alle coste?"
"Per quel poco che abbiamo fatto, è andato tutto liscio come l'olio, i soldi li abbiamo. Il vero problema ora sarà la mancanza di merci, oltre al carico che hai in quella borsa.. indicando il borsone che conteneva tutto l'inventario del Manto-Grigio "..non ci saranno molte armi disponibili. Non abbiamo abbastanza contante per permetterci una bottega, che per di più proverebbero a rapinare quotidianamente" Il possente giovane ascoltava con cura il suo amico, dubitarlo era da sciocchi: Spike non era forzuto quanto il suo amico, ma aveva una discreta abilità con le armi leggere e da lancio. Tuttavia, la sue abilità innate lo rendevano un vero ricettatore: falsificazione, scassinamento ed oratoria, un diavolo eloquente e dannatamente sveglio.
Tuttavia "Rimango perplesso.. non potevi pensarci prima di farmi venire qui? Mi aspettavo una base di guadagno fissa, altrimenti che aspettativa abbiamo?"
"Sinceramente non ho una risposta. Proprio quando mi stavo abituando a vivere a Tortuga un paio di mesi fa le cose sono cambiate, specialmente nei dintorni. La gerarchia che controlla questo posto sta cambiando, la violenza per le strade è aumentata a dismisura.. Tuttavia ho un contatto per stasera, dovremmo essere al sicuro, sono tipi ben rispettati nei dintorni"
Il Manto-Grigio annuì e senza dire una parola, si spostò nella sua nuova camera dormendo fino al calare del sole, una lunga nottata lo attendeva..
Le ore di sonno furono fondamentali per la ripresa delle forze del ragazzo che si alzò dal letto verso l'ora di cena, trovando il suo compare in cucina e la cena pronta. Dopo un veloce pasto il duetto varcò la porta, dirigendosi verso il luogo dello scambio: Marcus osservò l’ambiente circostante, al quale ancora non si era abituato.
Il sole stava pian piano tramontando, lasciando uno spettacolare celo blu scuro e facendo pian piano prevalere le ombre di quelle rovinose capanne sulla strada. Un gruppo di cortigiane attirò la sua attenzione, si mostravano seducenti nei suoi confronti attirandolo ad esse; fu in quel momento che Spike mise con fermezza una mano sul petto del Manto-Grigio
”Dobbiamo fare tanta strada. Non indugiamo”
In seguito a questa affermazione il giovane ritornò in se, osservando per l’ultima volta bene quelle splendide ragazze ed andarsene via. Scoppiò in una fragorosa risata mentre camminava con il suo compare.. Una decina di minuti a passo svelto per quelle vie e ancora non erano arrivati: la varietà di zone nel centro urbano di Tortuga, per giunta in uno spazio relativamente piccolo, era incredibile. Con il calare della sera l’area nei dintorni della loro abitazione era ancora piuttosto accalcata, molti dei mercenari che stavano negli angoli di giorni giravano con le prostitute alla notte, cercando uno svago in quella vita da strada.
L’attuale strada era decisamente differente: la luce era molto flebile, visibilità scarsa e stretti vicoli che si incanalavano l’uno nell’altro. Ogni rumore dietro le loro spalle metteva in allerta Marcus, le voci udibili in distanza lo intimorivano.. il cuore incominciò a battergli forte, la sensazione costante era il terrore della prossima svolta.
Non riusciva a vedere nessuno, ma era sicuro che in quel momento, i sospettosi occhi di Tortuga squadravano da cima a piedi quei ragazzi, talmente stolti da varcare quelle stolte terre.
” Ci siamo, il nostro uomo è qui sulla destra. Ci ho lavorato diverse volte, siamo al sicuro ma continua a tenere gli occhi aperti.”
Tante erano le cose che voleva dire al suo compare in questo momento, ad esempio per quale dannato motivo organizzare un incontro in un luogo così pericoloso. Il tempo, tuttavia, non era disponibile, si limitò a seguirlo mantenendosi cauto. Come da programma, svoltato l’angolo a pochi metri di distanza una figura giaceva nel buio
”Sei tu? emerse con la sua voce, facendo un passo in avanti e mostrando il suo volto ai due. Era un ragazzo sulla ventina d’anni, decisamente più basso e e piccolo rispetto al Manto-Grigio, non appena riconobbe Spike gli strinse la mano ”Ottimo.. vedo anche che avete le armi.. si soffermò sul viso di Marcus: aggrottava la sopracciglia fissandolo insistentemente negli occhi, il volto ingrugnito
Che diavolo? pensò Marcus, ricambiando l’occhiataccia e rimanendo nella sua posizione: cosa c’era che non andava? Non era un amico del suo compare?
L’esperienza che i due hanno accumulato con gli anni nelle strade di Tortuga li ha resi dei tipi da cui stare alla larga, tuttavia questa sera non sono altro che due ragazzini.. senza ne gloria ne rispetto, in mezzo ad un branco di squali!
"Dai bello dammi i soldi e concludiamo, non sono sicure le strade a quest'ora"
Gli occhi del bandito non si staccavano dal Manto-Grigio; quasi a labbra strette, incominciò un discorso che non sembrava presagire nulla di buono
"Vedete.. non mi piace tutta questa tensione nel quartiere ultimamente, troppi contendenti sul mercato Da oggi ci siamo noi.. dei passi incominciarono ad udirsi dietro ai due vaygr "Niente tasso di guadagno completo, ci date le armi e prendete il venticinque percento. Questo carico lo prendiamo gratis sulla parola."
Il massiccio giovane sentì il cuore battergli sempre più forte, cosa diamine aveva appena sentito? Una rapina richiesta, in pratica. Spike sembrava allibito e non spiccicava una parola, il Manto-Grigio rimase fermo per un secondo: dei passi si udirono nuovamente, non appena il duo si girò notarono di essere circondati da amici del fuorilegge. Dannazione! pensò su tutte le furie, mentre terminava di valutare e ormai comprendeva l'elevato rischio della situazione. Si tolse il braciole dalla tracolla e lo mise a terra dinanzi a sè.
Con lo sguardo ancor più ingrugnito, il manigoldo arrivò al borsone ma non lo prese, arrivando a meno di un metro di distanza dal fabbro. Il suo sguardo minaccioso continuava imperterrito, la testa calda incominciò a gesticolare muovendosi nervosamente: "La tua faccia non mi piace nordico.. i ragazzini come te devono imparare a stare al loro posto!!"
Mentre pronunciava l'ultima frase e nel bel mezzo del gesticolo, sferrò a sorpresa uno schiaffo dritto al viso del vaygr. La rabbia stava assalendo il giovane, sentendosi imponente dinanzi a quella massa di persone non sapeva cosa fare, nemmeno se reagire ""Dannati pivelli.."
Sferrò un altro ceffone stavolta caricato con tutta la sua forza, girando la faccia del giovane di lato. L'umiliazione era troppa per un Manto-Grigio: roteò con potenza il corpo, facendo partire un violento diretto sinistro al naso, che colpì nuovamente con un poderoso destro. Non era certo un esperto di combattimento corpo a corpo, ma la differenza di forza tra il fabbro e il ragazzo era abbastanza da mandarlo giù con quei due colpi. Orgoglio da vendere, ma una decisione con terribili conseguenze: nel secondo in cui il bandito cadde a terra il suo esercito di sgherri, che accerchiava i due, partì alla carica.
Spike venne spintonato in un angoletto, Marcus udì chiaramente il suono di un coltello a serramanico, utilizzato per intimidirlo a rimanere fermo. La restante decina di persone caricò il gigante: con tutta la forza che aveva in corpo tirò un paio di colpi.. ben pochi secondi la speranza svanì.
Nemmeno un gigante come lui era esente dalla infame legge del branco: in un attimo venne travolto da una tempesta di pugni e calci provenienti da tutte le direzioni, come una furia cercava di ribellarsi e picchiare ma non riusciva più a muoversi: spinto a forza cadde a terra sotto una raffica di colpi. Provava a coprirsi con le mani mentre sentiva i scarponi affondare fra le sue linee intercostali, più di trenta secondi passarono, abbastanza per rendere ormai il fabbro allo stremo delle sue forze
"Fatemi passare!" gridò furioso "Questo schifoso mi ha rotto il naso!!" Per un paio di secondi i colpi si arrestarono, qualcuno prese per la testa con violenza Marcus alzandogli il capo: il capo dei banditi caricò un violentissimo pestone sul suo volto facendolo ricadere. Si spostò di fianco, stava per uscirgli un lamento di dolore quando gli arrivarono due rapidi calci sul naso, irrimediabilmente fratturato.
Mai qualcosa era stato così umiliante per il vaygr come questo assalto subito, un gruppo di persone poco più adulte di lui, tutti incapaci di arrecargli danno singolarmente, lo avevano buttato al terreno colpendolo dio solo sa quante volte su viso e tronco. Quanto era passato, impossibile a dire, quegli attimi di agonia erano eterni per il gigante, che incominciava a temere per la sua vita.
Il gigante era costretto a terra e, proprio quando stava per perdere conoscenza, i colpi si fermarono. Alzò il capo, per quanto riuscisse: l'unica cosa che vedeva erano tutte le scarpe logore del gruppo e le uniche, quasi lussuose, del capo dinanzi a lui. Lo afferrò con forza prendendolo dalla testa
-Devono capire chi comanda questi ragazzini!-
Per poi lasciarlo con un ultimo potente calcio alle costate; si rivolse poi con lo sguardo verso Spike e concluse
-Tu sei apposto Spike, lavorerai per noi. Quanto a questo.. la prossima volta che lo vedrò sarà l'ultima.
Furioso, si ripulì parte del sangue che sgorgava a fontanella e si voltò, dileguandosi rapidamente assieme al suo branco. Marcus tossì più volte, accusando il dolore al tronco ad ogni spasmo respiratorio: c'era qualcosa di rotto e già lo sentiva. Il suo compagno si avvicinò in fretta, dandogli una terrorizzata occhiata per poi aiutarlo a rimettersi subito in piedi.
Il ragazzo sentiva una forte fitta alla coscia destra ma ciò non causava grande problema, poteva ancora camminare e correre seppur più lento. Non appena si mise in posizione eretta provò un dolore lancinante, reagendo con un grido da leone ferito. Già dai primi passi si rese conto del dolore intercostale dovuto alle costole rotte, si passò una mano sul viso notando con dispiacere di essersela tinta di sangue.
Spike fece delle domande al nordico ma non vi furono risposte: Marcus si mise il cappuccio e, stringendo i denti per la sofferenza, non pronunciò parola durante il tragitto di ritorno.
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Secchiate d’acqua a ripetizione sul suo viso e diversi cerotti costituiti dal suo compagno erano il trattamento. Non si poteva mai sapere, da quelle parti anche chiunque avesse un mestiere onesto poteva essere corrotto, persino un medico. Motivo per cui
-Vado a cercare un mio amico. Puo darci consigli ed è uno fidato.. REALMENTE FIDATO!
Specificò il ricettatore dopo la fulminata visiva del malconcio fabbro. Non che avesse altre alternative in fondo, almeno per il momento.
-Pagheranno-
Il basso vocione rimbombò nella stanza
-Non sei obbligato a farne parte, ma sappi che pagheranno ciò che hanno fatto.
Una occhiata vaga dal compagno, durata qualche secondo, seguita dalla sua uscita di scena: Marcus si lasciò andare tra le braccia di Morfeo, come una bestia ferita che riposa nella sua tana.
Il misterioso medico visitò nel sonno il malconcio ragazzo, constatando la rottura del suo naso, zigomo e gran parte delle costole. La prognosi era di assoluto riposo per tre settimane e una curiosa bevanda, il cui scopo era facilitare la ricostituzione delle ossa.
Il periodo di convalescenza del gigante passò molto lentamente e con molta noia dello stesso, che spendeva giornate al divano muovendosi ogni giorno poco più, cercando di ignorare le devastanti fitte. Escluse le ore dei pasti parlò molto poco con il suo amico, che usciva per molteplici ore di casa più volte al giorno
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La routine quotidiana di Marcus era sempre la stessa, finché un giorno a pranzo..
-Mi sono mosso un po per casa. Sono ancora un po acciaccato, ma posso ricominciare ad uscire-
-Fratello, non credo sia saggio per te farti vedere in giro, almeno per un po..
-Di che stai parlando? Pensi che sia venuto qui per continuare una vita in preda alla paura? Perché abbatterci, dobbiamo continuare a combattere! Guarda!- Afferrò furioso un tozzo di pane, sventolandolo con rabbia come un folle venditore ambulante -E' più di una settimana che non mangiamo altro! Se siamo in due lì fuori possiamo guadagnarci almeno qualcosa da mettere fra i denti!-
Ci fu un momento di silenzio, quasi imbarazzante, contornato da un costante sguardo basso di Spike. Interruppe la pausa alzandosi e sparendo nel corridoio verso la sua stanza, per poi riapparire con un grande borsone a terra: lo poggiò a terra, estraendone con cura quella che sembrava una grandissima fascia blu, a sua volta posata a terra. Incominciò a stritolarla lentamente, rivelando una decina di rudimentali armi da mischia: spranghe, tavole chiodate, pugnali di media-lunghezza e mazze di materiali scadenti, Marcus rimase sbalordito.
Inizialmente la rabbia verso il suo amico incrementò, ma si accorse con un semplice ragionamento che quegli scarti di produzione bellica non potevano essere destinati al mercato di Tortuga: quello era un vero e proprio, seppur rudimentale, arsenale da guerra.
"Buona parte dei soldi è andata per questi, l'altra parte..
Un suono sordo interruppe le sue parole. Qualcuno bussò alla porta, in maniera piuttosto stravagante: tamburellate doppie, a tempo regolare per una manciata di secondi: si rivelò essere null'altro che un messaggio in codice quando, sicuro di se, il ricettatore si alzò e aprì la porta. Due colossi, uno dei quali più alto della porta, salutarono calorosamente Spike chiudendosi la porta dietro
-Marcus!!-
La profonda voce echeggiò per la stanza mentre l'omone si gettò sul Manto-Grigio, abbracciandolo con talmente forza da urtargli le danneggiate costole.
-Piano Sven.. sei più grosso di me e io sono ferito-
-Ed è per questo che i fratelli più grandi sono qui ora!-
Così emerse Kent, quasi interrompendo il suo malconcio compaesano, per poi stringergli la mano. Erano almeno quattro anni che non vedeva quei tipacci; li aveva conosciuti a scuola elementare e fin da allora, i due fratelli erano delle teste calde. Poco più grandi del fabbro, i due si erano dati all’esplorazione di Kalendor per sfuggire alla leva; Marcus e Spike avevano seguito le orme dei ragazzi più grandi, eppure quest’oggi si trovavano tutti insieme, nella stessa stanza.
Il mondo è piccolo alla fin fine, certo, eppure quello che lega queste quattro persone è indescrivibile tanta è la sua potenza. La fratellanza pura, un naturale istinto di guardarsi le spalle a vicenda e proteggersi. Indescrivibile, una delle poche cose inottenibili anche con tutto il denaro del mondo.
La mente del giovane viaggiò, ripensando ai giorni felici. Lui e la sua comitiva a spasso, con qualche birra in mano, sentendosi sempre più grandi man mano che affondavano i passi nella neve. Quei dieci ragazzi insieme, un gruppo che sentiva il mondo fra le mani, inseparabili da qualsiasi cosa.. tranne la leva militare obbligatoria
Un pensiero speciale nella sua memoria andò a Balin, Harald, Oddvar, Rune, Vidar e Trygve, le persone con cui era cresciuto, portate via dal sanguinoso conflitto.