[AUTOGESTITA] Awakening

Background Arte Segreta

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    NOTA: Si tratta di un'autogestita in cui, praticamente, trasformo l'Arte Segreta di Misaki da Oscurità ad Alma Awakener. Questo è dovuto sia al fatto di un parziale restyling avvenuto nell'ultimo anno (vedasi gennaio), sia al fatto che effettivamente l'ultima citata è stata approvata in seguito. Qui spiegherò ON GDR come siamo arrivati a questo punto e quali sono gli eventi che portano Misaki al controllo della propria Alma. Facciamo le cose per bene per una volta, insomma.
    E già che ci sono ne approfitto anche per la richiesta del PA aggiuntivo che non sono mai riuscito a fare. Sempre se la "quest" meriti, sia chiaro.

    Background per Arte Segreta ~ Elemento: Oscurità
    CITAZIONE
    Dopo lo scontro col Drago di Giaccio a Vagyr, Misaki era rimasta qualche giorno a casa di Brann. Non stava bene, era come se qualcosa dentro di lei si fosse spezzato, quasi come se lentamente stesse perdendo la sua sanità mentale. Accecata da un dolore che non pensava di poter provare nuovamente.
    Prima di continuare, però, è doveroso sottolineare gli avvenimenti che la portaro a quel punto. Proprio quando pensarono di aver sconfitto l'Antico, un manipolo di soldati in lontananza comparva fra la fitta tempesta di ghiaccio. Fra di essi era presente una figura purtroppo familiare alla ragazza. Non sapeva come si chiamava, ma ricordava benissimo quel volto sadico mentre si divertiva a torturare tutti quelli a cui Misaki teneva in questo mondo. Lei, ancora inesperta, non potè fare niente per loro. Intrappolata dentro una specie di bolla spazio-temporale, era stata costretta a sentire le urla strazianti dei suoi cari, i monaci del Tempio di Ainwen. Come ultima beffa, fu risparmiata dal Meta-Magister, lasciata crogiolare nella sua disperazione.
    Bene, quest'antitesi, questo opposto era ricomparso nuovamente davanti a lei. E come se non bastasse, aveva reso inoffensivo il drago in un battito di ciglia. Cosa che tutti loro non erano neanche lontanamente vicini dal fare.
    Misaki era arrabbiata. Una furia incontrollabile le prese a montare, mentre ogni fibra del suo corpo combatteva contro la disperazione, evitando che la ragazza piombasse su quello spregevole essere umano. Fu allora che una specie di "meccanismo di sicurezza" scattò nel suo subconscio, isolando la parte razionale e mandandola effettivamente in coma per qualche giorno. Ma questo non spiegava i forti dolori ad altezza dell'osso parietale. Forse c'era qualcos'altro che non andava in lei.
    Ma non le importava. Se le rimaneva poco tempo da vivere, voleva e doveva dedicarlo interamente alla vendetta. Quella dolce e semplice vendetta che tanto agognava. Lo scopo della sua vita.
    E fu così che cercò aiuto da Brann. Lui, che era originario di quelle parti e aveva già partecipato alle spedizioni precedenti, doveva sapere qualcosa di quell'uomo. Il nordico le indicò un piccolo avamposto semi-abbandonato a nord-est dell'antica fortezza di Vaygrjord, ultimo baluardo contro l'impero. La ragazza rimase perplessa un attimo. Come poteva una figura imperiale così importante trovarsi nelle vicinanze di quella città tanto ostile all'impero? Misaki si fidava di Brann, e il dolore lancinante alla testa la convinse a tentare quella missione suicida. O la va, o la spacca. Senza tante remore o rimpianti. In ogni caso, non avrebbe visto la luce del giorno, tanto valeva provarci.

    Con un paio di trucchetti e qualche stratagemma, riuscì ad intrufolarsi fra le mura della piccola roccaforte. Qui si incontrò col contatto fornitole da Brann, un certo Vraska. Si trattava di un omaccione coriaceo, dalle voce spaventosamente femminile. l'Adepta rimase di sasso quando lo sentì parlare.
    In parole povere, il "ricercato" alloggiava nell'unca locanda della cittadina, rigorosamente posta nel cerchio interno e più sicuro. Misaki vi si diresse subito senza neanche valutarne i rischi. Entrando dalla grande porta intarsiata e segnata dal tempo, si ritrovò in un grande salone illuminato da un luce stanca. L'uimidità di quei luoghi aveva reso il legno pesante, e il freddo non contribuiva in maniera positiva alla situazione. Fu in questo piccolo ancolo dimebnticato dagli dei che lo vide: il Magister. Era seduto tranquillo al bancone, sorseggiando pinte una dietro quell'altra e ridendo e scherzando col barista. La ragazza gli si fiondò sopra con una foga agressiva. Se avesse agito con più cautela, si sarebbe accorta dei due individui oscuri nascosti dietro il portone. Non riuscì nemmeno a corpire metà dello spazio che la separava dal biondo che un forte colpo alla nuca le fece perdere completamente i sensi. E da quel momento in poi, ci fu solo buio.

    Si risvegliò in un sotterraneo umido e ricoperto di muschio. Era in piedi, incatenata alle braccia e alle gambe. Le catene erano spesse e robuste, e si arpionavano sia al soffitto che sul pavimento di pietra sporca. Non aveva via d'uscita. E come se non bastasse, quel dolore insistente stava diventando sempre più forte. Si guardò attorno, disorientata. Non riusciva a capire dove fosse o quanto tempo fosse passato. E fu allora che il biondo fece la sua comparsa, parendo la piccola porta davanti alla fanciulla. La guardò un attimo, sorridendo di gusto. Un sorriso di quelli macabri, che ti rimangono dentro. Poi fece cenno ai due esseri dentro di lui, che entrarono di gran lena. Sembravano degli uomini in miniatura, le figura snelle e rinsecchite coperte da mantelli scuri. E questo era l'inizio dell'incubo che aspettava Misaki.
    Nei giorni seguenti, le due creature si prodigarono in svariati esperimenti sulla fanciulla. Spaziavano dall'iniettare strani fluidi scuri nel suo corpo, a martoriarla fisicamente tramite magie che lei non aveva mai visto. Passò quasi un mese in queste condizioni, desiderando la morte più di qualsiasi altra cosa.

    L'ultimo giorno di prigionia, però, accadde qualcosa. Un alone oscuro la ricoprì interamente, sfregiando i lineamenti delicati e trasformandola in un essere non appartenente a questo mondo. In un momento di lucidità, ricordò di aver già visto quel tipo di magia a Shalaria, controllato da uno degli scagnozzi di Luvar. Provò puro terrore prima di chiudere la propria mente a riccio, cercando di salvare quel poco senno che le rimaneva.
    Tornò in se stessa qualche minuto più tardi. Tutto attorno a lei era ricoperto da un'ombra sinistra, mentre i due esseri giacevano a terra in una pozza di sangue scuro. Il dolore alla testa era finalmente svanito, ma Misaki era ancora incredula di fronte a quella visione. Cose le era successo? Aveva ucciso lei quelle creature? E soprattutto, come aveva fatto? Che fosse stata operata di quegli strani intrugli che le avevano sparato in vena?
    Non c'era tempo per queste domande, ora come ora doveva uscire di lì e trovare un luogo sicuro. Sicuramente non sarebbe passato molto prima che gli altri si accorgessero di cosa stava succeddendo, e lei non doveva trovarsi in quella stanza quando sarebbero arrivati i rinforzi. prese uno dei mantelli scuri, coprendosi meglio che poteva, e uscì dalla piccola porta. Prima di saggiare la libertà, però, si fece una promessa solenne: avrebbe dedicato il resto della sua vita a impedire che certe atrocità accadessero ad altri. Si sarebbe eretta come baluardo contro tutte le ingiustizie e le violenze di quel mondo. In quel modo, forse, sarebbe riuscita a redimire i peccati che ancora doveva commettere.

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    L'oscurità avvolgeva la stanza della vecchia locanda, ormai quasi fatiscente. Un unico raggio di luna filtrava attraverso le imposte consumate, illuminando flebilmente il muro in roccia massiccia vicino alla porta. L'aria era carica di umidità, un toccasana per chi soffriva già di dolore alle ossa.
    Seppure angusto, quel luogo aveva tutto il necessario. Un bel armadio di quercia, posto accanto all'entrata, faceva da angolo con la massiccia scrivania, carica di fogli di pergamena e scritti antichi. Una penna di piume di Leocus era accoppiata a una grossa candela, ormai spenta. Le pareti erano addornate con qualche qrado di artisti sconosciuti, probabilmetne riproduzioni di opere ben più famose. Accanto al letto vi era un piccolo comodino, posto sopra quell'apertura nel muro che fungeva da finestra. Tutto sommato non era un brutto posto. Almeno era accogliente.

    La ragazza era distesa sul letto, con la pancia rivolta in alto e le braccia poste sul ventre. Le coperte, ormai consumate, la coprivano a metà, lasciando intravedere uno spacco alla gamba sinistra e parte della maglia scruta che indossava. Il respiro era lento, regolare, quello di chi si assopisce dopo aver fatto le ore piccole su libri e manoscritti. E in effetti, era proprio quello che era successo.

    Era tornata in quelle terre in cerca di risposte. Risposte che non potevano essere trovate in altro luogo. Anastea era famosa in tutto il mondo per la sua collezione di scritti sia botanici che anatomici, custodita all'interno dell'imponente tempio di Garuda. Aveva passato l'ultima settimana a scartabellare fra i libri, cercando qualcosa che potesse essere riconducibile agli effetti che provava dopo il periodo di prigionia a Vagyr. I suoi aguzzini le avevano iniettato qualcosa e in grande quantità. Doveva capire cosa per poter venire a capo di quegli episodi quasi strazianti che cominciavano a presentarsi sempre più spesso.

    Sulla scrivania, come già accennato, c'erano tutte le trascrizioni di qualcunque cosa potesse essere anche lontamente collegata a quell'evento. Qualche vecchio compagno di avventura l'aveva avvertita che poteva essere stata contaminata dal sesto elemento, l'Oscurità, ma questo non spiegava quella voce incessante che permeava la sua mente quando ne traeva potere. Era come se qualcosa fosse entrato in lei, nella sua parte più profonda, e la disturbasse dall'interno.

    Un'ombra oscurò per qualche momento il raggio di luna che innondava la camera. Regnava il silenzio, a parte un rigolio lontanto dell'acquedotto vicino. Il corpo flebile, si girò, ancora immerso fra le braccia di Morfeo, scoprendo la schiena e il sedere. Indossava un paio di pantaloncini corti scuri che faceva risaltare ancora di più la carnagione chiara della ragazza. Sospirò, inconsciamente. Non era riuscità ancora a trovare niente di riconducibile in maniera assoluta al suo stato, solo vaghi cenni di sintomi che potevano essere tutt'altro. Poco male, aveva ancora qualche decina di migliaia di manoscritti da controllare. Un lavoro più tedioso che arduo.

    Uno scricchiolio proveniente dall'esterno della stanza si insunò nelle sue orecchie, attivando quei reconditi meccanismi di autodifesa che portano il corpo e la mente ad assumere uno stato di attenzione e viglità. Aprì gli occhi quasi di scatto, fissando il muro bianco dava a lei. Dire che aveva il sonno leggero era un eufemismo: anche quando riposava aveva sempre un paio di sensi allerta, pronti a scattare.
    I passi si fecero sempre più vicini, la scricchiolio delle scale di noce consumate cresceva in maniera lenta e regolare. Il rumore si fermò proprio davanti alla sua porta, fra le tante della locanda semi-vuota. Misaki rimase immobile, cercando di controllare il respiro e le pulsazioni del cuore.


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    Una ragazza di bell'aspetto, alta poco meno di un metro e settanta. Il viso è sempre ben curato, un filo di eyeliner scuro circonda gli occhi eterocromatici. Lo sguardo è accentuato da una giusta dose di matita e ombretto, facendo così risaltare le iridi chiare. Il copelli corvini, una volta lisci, cominciano a intrecciarsi sopra le spalle finendo in boccoli grandi e corposi. la frangia è cresciuta, sparendo quasi completamente. Il collarino posto nella parte bassa è abbellito con un piccolo medaglione argento che va a poggiarsi sulla pelle candida.


    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.



    Edited by ~ y a s u - 17/10/2017, 19:49
     
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    Per pochi, interminabili secondo, il silenzio permeava la stanza. La tensione era così palpabile che la ragazza riusciva quasi a sentire il peso dei propri pensieri. Chi poteva essere a quell'ora tarda? E cosa voleva da lei? Si era tenuta ben lontana da far debiti in tutta la sua vita ed era rimasta quasi sempre nell'ombra, non inimicandosi quasi nessuno. Certo, sempre se si escludevano i i Testa di Lancia, la famigerata organizzazione clandestina che operava nel deserto di Shal'aira. Era alquanto improbabile, però, che si trattasse di loro: operavano unicamente netro i confini del loro territorio, nella totale sicurezza e nel controllo più assoluto. Che avessero assoldato qualcuno? Ma perchè proprio in quel momento, e perchè proprio lei?

    Deglutì, silenziosamente. Ormai era passato tanto tempo dagli eventi in quel deserto ed aveva maturato un'esperienza immensa, ma nonostante tutto era tesa come una corda di violino al solo pensiero di dover combattere per la propria vita. O forse no, magari c'era dell'altro. La fine ultima di chiunque è la morte, e da persona razionale e governata dalla logica non ne era affatto spaventata. No, quello che si insidiava nella sua mente era tutt'altro. Alcuni lo chiamano ignoto, altri il nulla, ma in definitiva si tratta solo della mancanza di sapere. Cosa succede una volta che l'ultimo respiro abbandona il corpo, soffiando verso Ovest? L'anima si reicarna, passando in un altro corpo e ricominciando il ciclo della vita? O viene smembrata, fatta a pezzi e mescolata insieme ad altre milioni per fondersi col cerchio di energia che avvolge tutto il pianeta? Purtroppo sono solo domande fine a se stesse, una risposta univoca non esiste.

    E lei, questo, lo sa bene. E nonostante tutto ora trema, quasi, conscia del fatto che potrebbe non trovare le risposte che cerca da una vita ormai. La conoscenza. Questo è sempre stato, e sempre sarà, il suo obiettivo, il suo scopo. E fra mille pensieri, mille parole, mille riflessioni, lo aveva realizzato solo in quel momento misto fra smarrimento e paura, in quel letto sudicio di una locanda di quarta categoria. Sbattè le palpebre, espirando. No, non sarebbe andata a finire così. Non POTEVA e non DOVEVA finire così. Il coraggio le divampò nel petto come una fiamma che, ravvivando le braci, riprende tutto il suo ardore. Aggrottò le sopracciglia, stringendo i denti. Non avrebbe permesso a nessuno di strappargli quel suo piccolo spazio, quella sua missione che, seppure piccola e insignificante ad altri, era SUA.

    Si girò di scatto, portando le gambe fuori dalle coperte e mettendosi di fatto seduta sul materasso macerato. Le braccia erano flesse mentre il chakra cominciava a scorrere, pronto a reagire a qualsiasi minimo cenno. Fissò la porta nell'oscurità profonda, in tensione. Il raggio di luce flebile cominciava a diradarsi mentre le nuvole coprivano la luna. In quel luogo angusto c'erano solo lei e l'interlocutore, che rimaneva ancora nel più totale silenzio dietro alla piccola porta.

    ~ Chi va là?!

    Tuonò dopo pochi secondi. Solitamente paziente, stava cominciando a perdere il suo temperamento placido. Succedeva sempre quando qualcosa non le tornava, quando non aveva tutto sotto controllo. Quando vagava nel mare dell'ignoto, in balia degli eventi. Quando NON SAPEVA.

    Calò nuovamente il silenzio. L'unico rumore era il suo respiro, un pò più affannoso di prima. Le tempie pompavano sangue, acuendo i sensi. Anche fin troppo, dato che non notò una sagoma scura prendere forma a sinistra della scrivania, parallelamente alla porta e nel punto più buio della camera.


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    Una ragazza di bell'aspetto, alta poco meno di un metro e settanta. Il viso è sempre ben curato, un filo di eyeliner scuro circonda gli occhi eterocromatici. Lo sguardo è accentuato da una giusta dose di matita e ombretto, facendo così risaltare le iridi chiare. Il copelli corvini, una volta lisci, cominciano a intrecciarsi sopra le spalle finendo in boccoli grandi e corposi. la frangia è cresciuta, sparendo quasi completamente. Il collarino posto nella parte bassa è abbellito con un piccolo medaglione argento che va a poggiarsi sulla pelle candida.


    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.



    Edited by ~ y a s u - 15/10/2017, 21:49
     
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    La ragazza fissava la porta chiusa, attendendo il momento in cui questa si spalancasse. Intanto la figura scura, avvolta dal fumo, aveva assunto una forma umoanoide e si apprestava ad avanzare verso la nostra eroina. Con la coda nell'occhio, finalmente, quest'ultima notò l'ombra, spostando immediatamente lo sguardo su di essa.

    Non si trattava di una novità. O meglio, era un qualcosa che aveva già visto. Umonoide, alta più o meno quanto lei. Avanzava lentamente, lasciando trapelare intenzioni affatto pacifiche. I due occhi rossi la fissavano, incutendo un timore primordiale a cui pochi avrebbero potuto resistere. E infatti così fu: tutta la determinazione, tutta la rabbia e tutto il coraggio che prima ghermivano l'anima si Misaki ora si erano completamente sclissati, spentio da quella tempesta di emozioni che scaturivano dal pericolo di morte. Gli occhi erano sgranati, quasi increduli, mentre le braccia si rilasciavano inconsciamente. Stava per enmtrare in quella paralisi famosa, letteralmente paralizzata dalla paura.

    Ed era a questo che la creatura ombrosa agognava. Quelle sensazioni, quei sentimenti non fecero altro che infonderle altro potere come se ne cibasse. Un'esplosione scura investì la stanza, diradandosi ora per i muri e coprendo quasi tutto. Arrivò fino a cincere il letto su cui l'Adepta era ormai seduta, immobile. Sbattè le palpebre inconsciamente, ancora lontana da quell'abominevole entità. Mai errore più grande fu stato quello di credersi così al "sicuro".

    Quandò riaprì gli occhi il viso nero, ormai visibile, si trovava a qualche centimetro dalla sua faccia. Un ghigno inumano si stabliava nell'oscurità dove solo le due iridi rosso fuoco emanavano un bagliore profondo. Misaki fece per scattare indietro, più spaventata che mai. Alcune lacrime cominciavano a scendere dalli occhi chiari mentrre la bocca assumeva un tono sbigottito, con la punta delle labra che si incarca verso il basso. Ma non fu sufficiente: ormai quel tenebroso figuro era già su di lei. Spalancò le fauci in maniera disumana superando di gran lunga le dimensioni della testa della ragazza. Un'ultima smorfia di puro terrore si delineò su quest'ultima, mentre un grido acuto risuonò per la stanza.

    ~ AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!

    Le fauci si chiusero, soffocando quell'ultimo atto di follia. E così calò il buio, una volta per tutte.

    dkysS4L

    ~ AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!

    Il corpo scattò in avanti, tirandosì sù all'improvviso dal letto. Era sudata e annaspava alla ricerca di aria, il respiro profondamente roco come quando si esegue un sforzo fisico estremo. La luce della mattina ormai riempiva quasi completamente la stanza, gli uccellini sugli alberi di fuori cantavano.
    L'urlo risuonò per tutta la locanda, che ormai aveva cominciato a prendere vita.

    Misaki si portò la mano destra sul viso, coprendo la metà corrispondente e ansimando pesantemente. Cercava di realizzare ancora cosa diavolo stesse succedendo, o meglio, cosa diavolo fosse appena successo. Ne aveva avuti di incubi nelle utlime settimane, ma così vivido e reale come quello mai.

    ~ Più ti guardo e più diventi patetica, kwe

    Si voltò di scatto sulla sinistra, in direzione della voce acuta e stridula che l'aveva appena ammonita.


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    Una ragazza di bell'aspetto, alta poco meno di un metro e settanta. Il viso è sempre ben curato, un filo di eyeliner scuro circonda gli occhi eterocromatici. Lo sguardo è accentuato da una giusta dose di matita e ombretto, facendo così risaltare le iridi chiare. Il copelli corvini, una volta lisci, cominciano a intrecciarsi sopra le spalle finendo in boccoli grandi e corposi. la frangia è cresciuta, sparendo quasi completamente. Il collarino posto nella parte bassa è abbellito con un piccolo medaglione argento che va a poggiarsi sulla pelle candida.


    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.

     
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    ~ Più ti guardo e più diventi patetica, kwe

    Sul comodino era tranquillamente appolaiato un corvo di medie dimensioni, le ali chiuse e lo sguardo fisso su di lei. Aveva le piume scure, ma non aveva un colore ben definito: erano come cangianti, cambiavano tinalità come se si trattasse di una forme evanescente. Ma senza dubbio l'animale era presente lì, in quel momento.

    ~ Ma che cazzo...?

    Esordì Misaki, lasciando cadere le mano che prima era sul viso per osservare meglio la creatura. Il respiro ora si era calmato e gli occhi sbatterono ripetutamente, cercando di assicurarsi di non sognare più.

    ~ Bhe? Il gatto ti ha mangiato la lingua, kwe?

    Ruotò su sedere, mettendosi in posizione supina verso l'animale e cercando di capire che diavoleria era mai quella. L'animale continuava a fissarla con aria di superiorità, come se la conoscesse meglio di chiunque altro.

    ~ Non ci provare neanche, kwe

    ~ ...Provare a fare cosa?


    ~ A toccarmi, kwe

    Rimase un attimo perplessa. Effettivamente era proprio questo quello che aveva intenzione di fare. Cosa stava succedendo? Quell'uccello poteva leggere nei suoi pensieri?

    ~ Sai com'è, sono anche miei quelli, kwe

    Tornò a fissarlo, curiosa.

    ~ Cosa vorresti dire?

    ~ Sei più stupida di quello che credevo, kwe. Ci stavi mettendo troppo, kwe

    ~ Mettendo troppo? Eh?

    ~ Eh, kwe?

    ~ Senti...

    ~ Senti... kwe

    ~ Mi fai anche il verso adesso?

    ~ Sai com'è, sono un uccello, kwe

    ~ Sono i pappagalli che fanno il verso, non i corvi brutto deficiente. I corvi...

    Si fermò, realizzando qualcosa che aveva letto molto tempo fa in uno dei santuari sperduti per la regione.

    ~ ...i corvi sono i guardiani della conoscenza

    ~ Oh, finalmente un pò della riconoscenza che merito, kwe!

    ~ Si può sapere cosa sei tu?

    ~ E lo chiedi a me, kwe?

    Per un breve momento Misaki perse la sua tanto rinomata pazienza. Socchiuse gli occhi, concentrando un pò di chakra sulla mano. Questa scattò in avanti e un piccolo fulmine balenò in direzione della creatura, quasi fulminandola sul colpo. Ma, come per magia, la attraversò segnando la superficie di legno su cui era appollaiata.

    ~ Ehi, fai piano, kwe! Tu ed i tuoi Elementi del cavolo, kwe

    ~ Dimmi cosa sei e cosa vuoi. Ti consiglio di non farmi arrabbiare

    Chiuse il pugno, la mano alzata,. Le nocche scricchiolarono, chiaramente in tono minaccioso. Non era buona cosa farla incazzare.

    ~ Ok, ok, va bene, kwe. Che cattive maniere, kwe

    ~ Comincia

    ~ Io sono te, kwe

    ~ Tu non sei me, evidentemente

    ~Da fuori no, kwe. Ma dentro siamo la stessa cosa, kwe

    ~ Cosa è, una specie di fantomatico indovinello? "Oh il corvo parlante è parte di me!". Ti ho detto di non farmi girare i cosiddetti.

    ~No, no, aspetta, kwe! Quello che dico è vero, kwe! Come farei a capire cosa pensi altrimento, kwe?

    ~ Trucchetti da poco conto visto che sai anche PARLARE. Magari sei un metamorfo, o come diavolo si chiamano, mandato per guadagnare la mia fiducia per poi pugnalarmi alla schiena.

    ~ Da chi, quei quattro cafoni dei Testa di Lancia, kwe? O i padroni degli sgherri che hai massacrato quando sei scappata da Vagyr, kwe?

    ~ Ma come cazzo fai a sapere di...

    ~ Tel'ho detto, io sono te, kwe. Non solo una parte di te, io sono la manifestazione della tua coscienza, kwe. O meglio, del tuo inconscio, kwe

    La ragazza rimase perplessa a fissare il corvo. Non riusciva a spiegarsi come poteva succedere tutto questo.

    ~ Mi sono risvegliato quando sei scappata dalle lande ghiacciate, kwe. O dovrei dire "siamo" scappati, kwe

    ~ Sono passati mesi ormai e io ti vedo solo adesso

    ~ Certo, perchè ho deciso di mostrarmi a te adesso, kwe. Brutto quell'incubo, eh kwe?

    ~ ...Ne sai qualcosa?

    Cominciava a credere alla storia di quell'uccello strano. Dopotutto, non poteva fare altro.

    ~ Cosa pensi che ti abbiano fatto quelli, kwe? Che ti abbiano buttato qualcosa nel sangue e tu sia riuscita, magicamente, a controllare un sesto elemento, kwe?

    ~ No, io....

    Lo fissò, carpendo il sottile fraintendomento della domanda.

    ~ Tu sai già la risposta

    ~ Esatto, kwe. Vedo che cominci a capire finalmente, kwe. Beh, non è successo niente di tutto ciò, kwe

    ~ E quindi che è successo?

    ~ Proprio un bel niente, kwe. Sei tu che, convinta di possedere un potere talmente grande non facevi altro che abusarne, continuando a martoriarti senza apparente motivo, kwe. Non hai mai utilizzato davvero questo Elemento, e lo sai, kwe. Lo hai solo richiamato, e lui ha risposto, kwe. O meglio, io ho risposto, kwe.

    ~ Tu?

    ~ Si testona, kwe. Alla faccia dell'effetto placebo, kwe. Hai letto no della teoria che secondo alcune credenza la mente umana può...

    ~ ... manipolare la realtà a proprio piacimento, essendo essa stessa un'estrapolazione unica dei sensi che la percepiscono in ogni singolo individuo.

    ~ Precisamente, kwe.

    ~ Si ma questo non risponde alla domanda iniziale. Cosa vuoi da me?

    ~ Io da te niente, kwe. Sei tu quella assetata di conoscenza dei due, kwe. O dovrei dire "siamo", kwe?

    Fottuta retorica. Misaki non la sopportava, ma sotto sotto adorava come si poteva dire tutto e niente allo stesso tempo con il semplice uso delle parole. Veritì cammuffate da bugie e viceversa. Chi riusciva a ghermirne i segreti era davvero in grado di manipolare chiunque secondo i propri piani.

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    Una ragazza di bell'aspetto, alta poco meno di un metro e settanta. Il viso è sempre ben curato, un filo di eyeliner scuro circonda gli occhi eterocromatici. Lo sguardo è accentuato da una giusta dose di matita e ombretto, facendo così risaltare le iridi chiare. Il copelli corvini, una volta lisci, cominciano a intrecciarsi sopra le spalle finendo in boccoli grandi e corposi. la frangia è cresciuta, sparendo quasi completamente. Il collarino posto nella parte bassa è abbellito con un piccolo medaglione argento che va a poggiarsi sulla pelle candida.


    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.

     
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    Il discorso fra i due continuò per un lasso di tempo quasi infinito, noncuranti de tutto quello che succedeva nel villaggio.

    ~ E tu puoi fornirmi questa conoscienza?

    ~ Non essere sciocca, kwe. Io so solo quelli che sai tu, non di più, kwe. Ma posso fornirti i mezzi per raggiungerla, kew. O meglio, posso "fornirci" i mezzi, kwe

    Il corvo ridacchio fra se e se. Simpatico, davvero.


    ~ E finiscila con queste cagate. Dimmi cosa devo fare


    ~ Sempre dritta al sodo eh, kwe? Ci piace come qualità, kwe. Beh, non devi fare altro che fidarti di me, kwe


    ~ Più facile a dirsi che a farsi


    ~ Oh e finiscila, kwe. Chiudi gli occhi e concentrati, kwe. cerca di ascoltare la mia voce, ma non con le orecchie, kwe. Con la mente. E col cuore, kwe

    La ragazza chiuse le palpebre, facendo un bel respiro profondo. Sapeva come entrare in uno stato meditativo, ma non si era mai curata di "cercare" una voce dentro la sua testa. Cose da malati di mente in ogni caso.

    ~ Riesci a sentirmi? Misaki?

    Cerco di estraniarsi dal mondo esterno ancora di più, concentrandosi solo su quell'unico rumore.

    ~ Misaki? Ci sei?

    Si trattava di una voce femminile, profonda. E al tempo stesso dolce e soave. Niente a che vedere con quel gracchiare incessante del corvo di poco fa.

    ~ Grazie eh!

    ~ Prego. Sai benissimo come la penso. O la "Pensiamo", giusto?

    ~ Oh, vedo che cominci a credermi dopotutto!

    ~ Se ti sto parlando mi sembra chiara come cosa, non trovi?

    ~ Misaki 2, Io 0. Annotato.

    ~ Io? Che fantasia.

    ~ Dammi tu un nome allora, sapientona.

    ~ Scusa? Dove è finita tutta sta storia di "io sono te e tu sei me"?

    ~ Ok, allora diamomi un nome, porca miseria.

    ~ Al 3, sei pronta? 1...

    ~... 2 ...

    ~... 3!

    ~ Raven! ~ Raven

    ~ Ahah! Mi piace!

    ~ CI piace, prego. Allora, oltre a darti un nome decente, cosa snon "venuta" a fare "qui"?

    ~ Sei una delle poche persone al mondo che può dialagorare con suo inconscio, e le hai pure dato un nome. Non ti sembra già abbastanza?

    ~No.

    ~ Argh... ti strangolerei in questo momento, sai?

    ~ Effettivamente lo sospettavo. Dai, scherzi a parte, come puoi aiutarmi a scoprire le risposte a tutte queste domande?

    ~ Io posso solo aprirti le porte alla comprensione di quello che sono, nient'altro

    ~ Spiegami, allora... Raven.

    ~Dio, quanto mi piace! Allora, come ti ho già detto, io sono in parole povere il tuo inconscio. Il che significa che in questo momento tu stai parlando con la metà che non puoi controllare. Con l'altra metà della tua anima.

    ~ Nostra anim... ok, sto zitta che è meglio.

    ~Oh là, brava. E sono sicura che tu sai come si chiama questa parte, che non è altro che l'energia spirituale che distingue gli esseri viventi da montagne e sassi. L'hai letto un paio di giorni fa nella biblioteca dei Garuda.

    ~ Se non sbaglio, dovrebbe esesere... l'Alma?

    ~ Eccola lì, esatto! Quindi, in parole povere, stai parlando con la tua Alma.

    ~Meglio che ti chiamo Alma allora?

    ~ Assolutamente no! Io sono Raven e basta!

    ~ Ok ok, volevo solo prenderti in giro. Ma quindi, ora che sono in cantatto con la mia Alma, cosa posso fare?

    ~ Beh, puoi provare a percepire l'Alma degli altri esseri che ti circondano, o tramutare la tua salute in energia. Ma la cosa più interessante è che puoi pure cercare di controllare l'Alma di altri esseri viventi!

    ~ Si, e come faccio? Agito la mano e quell'altro si tira un pungo in faccia?

    ~ Ahah, no, non ai quei livelli stupida. Anche se non escluderei il fatto che si possa fare.

    ~Si e quindi?

    ~ Quindi puoi controllare solo l'energia vivente che permea un bersaglio. E solo se sta entro una certa distanza da te ovviamente.

    ~Ok ma come faccio?

    ~ Come hai imparato tutto quello che sai mia dolce metà: provando.

    Riaprì gli occhi lentamente, espirando. Ormai era quasi l'imbrunire e gli ultimi raggio di sole filtravano attraverso le imposte semichiuse. Raven era ancora sul comodino, appolaiata a fissarla.

    ~Buongiorno, dormigliona, kwe

    ~ Non sei reale, vero?

    ~ Neanche per sogno, kwe. Nessuno può vedermi a parte te, kwe

    ~ Quindi ho parlato da sola per tutto il giorno. fantastico.

    ~ Vuoi cominciare subito, kwe?

    Misaki si tirò su, i lembi intirizziti. Si sgranchio le gambe e le braccia, preparandosi ad uscire.

    ~ Prima mangiamo qualcosa. Ho una fame che non ci vedo.


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    Una ragazza di bell'aspetto, alta poco meno di un metro e settanta. Il viso è sempre ben curato, un filo di eyeliner scuro circonda gli occhi eterocromatici. Lo sguardo è accentuato da una giusta dose di matita e ombretto, facendo così risaltare le iridi chiare. Il copelli corvini, una volta lisci, cominciano a intrecciarsi sopra le spalle finendo in boccoli grandi e corposi. la frangia è cresciuta, sparendo quasi completamente. Il collarino posto nella parte bassa è abbellito con un piccolo medaglione argento che va a poggiarsi sulla pelle candida.


    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.

     
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    u3HTNo4
    La ragazza si cambiò, indossando i vecchi indumenti che ormai la accompagnavano da più di una manciata di mesi. Pensò fra se e se che forse sarebbe stato il caso di aggiornarli dopotutto. Non era mai stata una patita della moda, ma le piaceva cambiare ogni tanto.
    Aprì la porta, imboccando le scale scricchiolanti che portavano al piano di sotto. Raven era appolaiata sulla sua spalla, ma nessuno sembrava notarne la presenza. Effettivamente era come aveva detto: solo lei poteva vederla. Forse qualcun'altro con la sua stessa percezione dell'Alma, ma non era sicura neanche di quello.

    Ordinò la colazione. Il barista la guardò perplessa indicando l'ora ormai tarda. Optò per la cena, scuotendo la mano come a scusarsi. Bastava mettere qualcosa nello stomaco.

    Finito il lauto pasto, composto fra l'altro di una varia scelta di carni di dubbia orgine accompagnate da un buon boccale di birra di Ghisal, si diresse verso il grosso portone in legno. Lo aprì con straordinaria facilità: merito dei grossi perni ben oliati e di un lavoro ingegneristico superbo. L'aria fresca la investì, smuovendo i lunghi capelli scuri. Trasse un bel respiro a pieni polmoni. Era ormai sera, il momento della giornata che più preferiva.

    ~ Quindi, dove andiamo a testare queste nuove tecniche?.

    ~ C'era una piccola radura nella fitta forseta qua attorno, ricordi, kwe?

    ~ Si, penso di sapere dove sia.

    Si voltò sulla sinistra, imboccando la stradina che la portava fuori dal piccolo villaggio. Questi era situato a circa 20 minuti di strada dal grande Tempo dei Garuda. Un complesso perfetto per chi voleva pace e tranquillità.

    dkysS4L

    Dopo 20 minuti di camminata raggiunse lo spiazzo erboso. Non era molto grande, ma sembrava quasi studiato apposta per il suo scopo. Osservò i dintorni, circondata dalla natura e dall'oscurità che cresceva.

    ~ Ok, e adesso?

    ~ Adesso evoca uno dei tuoi cosi lì, kwe

    ~ Un elementale dici?

    ~Si quello, kwe

    Portò le mani avanti, richiamando il chakra. Le braccia si piegarono, così come le gambe fino a che i pamli non toccarono terra, sprigionando l'energia che avrebbe dato vita al costrutto.

    CITAZIONE
    Skill: Earth Elemental
    [Azione]
    Focus: Costrutto
    Crea un costrutto di terra alto due metri. Può portare un attacco fisico per turno e ha a disposizione 5 metri di spostamenti per turno.
    Possibile controllare solo un Costrutto alla volta.
    Intercetta un azione offensiva diretta verso un bersaglio entro i 5 metri da sè per turno. Deve trattarsi di un proiettile o di un azione fisica non ad area.
    A Rank 3 intercetta due azioni. A Rank 4 intercetta tre azioni.
    Vita 100, Danno fisico [30+10xRank] = 60, Res fisica [10xRank] = 30.
    [Chakra: 30]
    [Cooldown 2 turni dopo la distruzione del costrutto]
    [Alla creazione, il costrutto non è pronto fino al prossimo RECUPERO]

    Davanti a lei una serie di rocce e terra cominciò a plasmarsi in uno figura umanoide, come se uscisse dal terreno. Dopo poco l'elementale era pronto, attendendo ordini dalla sua padrona.

    ~Ora concentrati, kwe. Cerca di sentire la sua Alma, kwe

    ~ E' un elementale, non può avere un'Alma. E' un oggetto...

    Lasciò la frase in sospeso quando percepì qualcosa di distintamente familiare provenire dal ammasso di roccia e pietre che le stava di fronte.

    CITAZIONE
    Action: Alma Perception
    [Rapido]
    La consapevolezza spirituale dell'utilizzatore gli permette di concentrarsi per percepire l'Alma dei presenti a lui prossimi. Percepisce la presenza e la posizione di qualche essere vivente, spirito o cadavere entro 20xRank= 20 metri dalla propria persona (anche dietro muri, edifici o barriere)

    ~ ... inanimato

    ~ Alla faccia dell'inanimato, kwe

    ~ Ma come è possibile? L'ho creato io dal nulla, solo con un pò di chakra

    ~ Solo un pò di chakra, kwe? Hai appena dato vita ad un altro essere vivente, non mi sembra poco, kwe

    ~ Si ma...

    ~ Parleremo un'altra volta di cosa sono i costrutti, kwe. Ora prova ad espandere quella sensazione che hai provato un attimo fa, fino a farla competamente tua, kwe. Falla esplodere, kwe

    La ragazza socchiuse gli occhi, cercando di accettare quella sensazione dentro di se. All'improvviso un bagliore quasi impercettibile si diradò da lei, avvolgendo tutto in un raggio di una quindicina di metri.

    CITAZIONE
    Aura: Alma Awakening
    L'Alma dell'utilizzatore si lega a quella di un bersaglio entro 15 metri. L'utilizzatore può applicare uno dei seguenti due effetti al bersaglio.
    - VITA: Durante il recupero del bersaglio, l'utilizzatore perde 20 Vita e il bersaglio guadagna 20 Vita.
    - MORTE: Durante il recupero del bersaglio, il bersaglio perde 20 Vita e l'utilizzatore guadagna 20 Vita.
    Non è possibile cambiare l'effetto una volta scelto per un bersaglio. L'effetto viene spezzato se la distanza col bersaglio supera i 25 metri.
    [Chakra: 20]

    Inconsciamente bersagliò il suo stesso Elementale, estrapolandone l'essenza vitale in maniera ridotta ma costante.

    ~ Woa! Cos'è questo?

    ~ Questo è il tuo... no, il nostro destino, kwe

    Sperimentò ancora per qualche tempo gli effetti di quel potere. Al momento non aveva grosse potenzialità a livello di danni, ma era capace di controllare, seppur lievemente, l'Alma di altri esseri viventi.

    Quando ebbe finito, richiamo il Costrutto, che si sbriciolò a suo comando. La luna era alta nel cielo e la notte avanzava imperterrita verso l'alba.

    ~ E' una facoltà... Inusuale

    ~Decisamente, kwe. Ora spetta solo a te usarla in maniera consona al tuo giudizio, kwe

    ~ Grazie, Raven

    ~ Hei, sei stata tu a fare tutto il lavoro, mica io, kwe

    Misaki sorrise fra se e se. Forse dopo tanto tempo si trattava di un sorriso sincero, come ad essere genuinamente felice. Non delle nuove abilità, am della compagnia che oramai non avrebbe mai più perso.

    Ripercorse i suoi stessi passi, dirigendosi verso la locanda. Adesso era un pò più pronta ad affrontare i pericoli e le insidie che si frapponevano fra di lei e la risposta a tutte le sue domande.


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    Il corpo snello e asciutto ha cominciato a maturare, adesso si possono notare le curve caratteristiche di una vera e propria donna nel pieno dei suoi anni. Veste in scuro, una maglia lunga che lascia intravedere sia le spalle che uno spacco del seno più prominente. Ai polsi ha gli inseparabili catalizzatori sotto forma di anelli, con rifiniture color ciano. Le mani calzano guanti scuri, comodi e caldi. Alla vita un bustino di cuoio che enfatizza il bacino, stretto più in basso da una minigonna striminzita. Questa è solcata a sua volta da dei drappi di dimensioni importanti, che scendono sempre dal busto, e arrivano fino all'altezza delle ginocchia. Un paio di calze autoreggenti e ricamate e gli stivali alti con tacco chiudono il cerchio, donando alla figura della ragazza un misto di sensualità e mistero.


    Anche in questa avventura indossa il lungo mantello, chiuso ad altezza del collo e col cappuccio tirato su fino a corpire quasi interamente il volto. Vi si rannicchia come se fosse uno dei pochi posti al mondo in cui sentirsi al sicuro.



    CITAZIONE
    Fine Autogestita.

    Chiedo che venga considerata come Background per l'Arte Segreta: Alma Awakener, che va a scostituire l'Elemento:Oscurità e, eventualmente, del PA bonus.
     
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    Mai vista una quest per cambiare segreta, purtroppo non è facile da giustificare a livello di trama, però te la sei cavata benone dai.
    Abbastanza scorrevole e lunga al punto giusto.

    CITAZIONE
    Scrittura 1
    Per svariati post sono stato indeciso se metterti 1 o 2. Gli errori di battitura sono un po' troppi (specialmente nei post senza dialogo) e tendi a non adoperare i due punti e il punto e accapo. Tutto sommato però scrivi benone e non avevo voglia di penalizzarti. Ho cambiato idea dopo 1 minuto quando ho letto "conoscienza"e "pò". Non si fa.

    Interpretazione 2
    La ruolata non ha dato spazio a incredibili avventure ma Misaki mi è sembrata un personaggio coerente. Il corvo poi mi è particolarmente simpatico.

    Strategia 0
    Impossibile da valutare

    Valuto positivamente la ruolata come background per la tua nuova Arte Segreta. Hai anche il consueto pa bonus.
    Yasu +3 Exp +1 PA (da adoperare per l'arte segreta)
    Gh0st +100 gold +1 exp (grasso bottino devo dire ma che soddisfazione valutarti)
     
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