[Autogestita] Passato Futuro

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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro

    L’invisibile aura di gelo invadeva quella stanza, raggiungendo senza sforzi le ossa di un malconcio Davmorn. Le mani incatenate dietro alla sedia, dei logori pantaloni da prigioniero tutto ciò che aveva indosso, oltre a numerose ferite. Un occhio viola tenebra, entrambe le sopracciglia e le labbra grondanti sangue, il tutto contornato dai zigomi rigonfiati.

    Non te lo chiederò più..

    Il criminale alzò lo sguardo, incrociandolo con l’imperiale. Estrasse un congegno dalle tasche che, con un semplice movimento di scatto, si trasformò in un manganello. Fedele fino all’ultimo e pieno di sè, il Malygos con tutta la sua forza sputò sul suo viso, scatenando l’irata reazione. Due colpi sul viso, uno dei quali sulla tempia così forte da farlo cadere a terra, assieme a tutta la sedia.
    Un grido di frustrazione mista a rabbia, la guardia si chinò il necessario e incominciò a picchiare sulle costole: quattro, cinque, sei.. una decina di colpi fratturarono inevitabilmente le costole.
    Il nostro malcapitato tossiva a più non posso, subendo un’agonia inconcepibile ad ogni colpo dei polmoni: tutto ciò che vedeva erano dei pesanti scarponi, che si muovevano appena, indirizzavano la forza su di lui. Altri due anfibi si aggiunsero al suo piano visivo, interrompendo il brutale pestaggio

    Così lo ammazzi.. Ci serve vivo, per ora.

    L’altra guardia lo tirò su con forza, assieme a tutta la sedia, senza preoccuparsi del dolore subito dalla vittima. Allo stremo, Davmorn alzò nuovamente lo sguardo: c'era una nuova persona in quella angusta stanza, l’unico occhio disponibile si concentrava su di lui. Colui che lo aveva fatto finire su quella sedia

    Ma guarda.. gli imperiali..hai chiamato… feccia! concentrò le sue poche forze, sputando dalla distanza sulle scarpe di quell’infido individuo. Con la coda dell’occhio vide la guardia alzare lo sfollagente, ma venne bloccato dallo stesso infame, che si piazzò dinanzi a lui.
    Questo figlio di puttana ha fatto il mio nome, non posso crederci.. giaceranno sul fondale, è solo questione di tempo.. è tempo quello che mi serve continuava a ripetersi, forse era proprio questo che lo manteneva tranquillo in una situazione del genere.
    Un sorriso di sfida dipinto sul volto, avere così tanta freddezza quando si è ridotti così male è segno di stupidità.. questo è quello che pensavano gli interrogatori, ma la mente di un capo.. è pur sempre la mente di un capo.
    Teneva costantemente il palmo serrato in quella morsa: senza mai interrompere il contatto visivo con il traditore, esordì
    Beh.. da dove cominciare…



    Il freddo vento di Vaygr soffiava prepotente su Haven, la maestosa folata entrava nel passaggio delle imbarcazioni, ibernando tutti i presenti. Un giovane Davmorn sedeva sulla scalinata assieme alla sua combriccola, stringendosi il più possibile una rattrappata giacca di pelle: per quanto si sforzasse, ogni foro e strappo dell'indumento facevano penetrare ancor più freddo nelle ossa.

     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    Perchè mai vi chiederete, così presto di pomeriggio, quattro giovincelli di Tortuga si trovassero lì e non a fare razzie o scorribande in giro? Il gruppo attendeva Skjor, fidato amico d'infanzia con tutti e migliore amico del Malygos.
    Alla visione della nave tutti si rizzarono in piedi, fischiando ed esultando verso l'imbarcazione, muovendosi freneticamente e salticchiando per riscaldarsi. Un anno di attesa non era affatto poco, ma tanta era la nostalgia di Skjor per i suoi amici, e viceversa, che anche il momento dell'attracco sembrava non arrivare mai. Non appena il ponte venne abbassato, il guerriero ne fuoriuscì correndo verso i suoi amici, abbracciandoli con forza uno ad uno

    Che hai fatto in un anno per diventare così? Il maniscalco? commentò ironicamente riferendosi alle braccia ipertrofiche del rimpatriato, che sorrise di getto, per poi voltarsi verso Leon riprendendo la conversazione. Dardan lanciò un occhiataccia a Davmorn, dato che il suo lavoro e quello di suo padre, era proprio il maniscalco. In quella che era la loro, ahimè ignoranza, nemmeno potevano immaginare l'allenamento a cui Skjor si era sottoposto, così come il significato del suo misterioso tatuaggio sul calvo cranio.
    Si fermò per due secondi ad osservare tutti i suoi compagni dalle spalle, scattò una fotografia oculare ai presenti, riflettendo alla vita che avevano passato insieme.

    Skjor era sempre stato il suo migliore amico fin dalla tenera età, era il vicino di casa con cui fin da piccolo faceva la peste per Tortuga. Quasi gli veniva da piangere, ricordando quando, all'insaputa delle madri, si intrufolavano al centro per rubare un po di cibo al mercato. Gli faceva strano vederlo ora, ricoperto da quella maestosa armatura blu, alto dieci centimetri più di lui e grosso il doppio. Era partito per esplorare il mondo, per poi spedire al Malygos dopo pochi mesi una lettera, in cui parlava di uno strano allenamento con dei monaci dell'acqua.

    Dardan era il braccio pesante del gruppo, alto sul metro e novanta (decisamente molto, per i loro 16 anni appena compiuti). La sua costituzione, assieme alla folta barba bionda, lo rendevano difficile da non notare. Era figlio di disertori nordici, venuti a Tortuga in cerca di una vita più tranquilla. Dove non vi è la lotta per ideologia, vi è per potere o territorio; ai due sfortunati immigrati toccò la casa in un pessimo quartiere.. quello in comune a tutto il gruppo.

    Leon era l’altro vicino di casa di Davmorn: il bastardo dalle mani più leste che possiate beccare in tutta Kalendor. In quel gruppo erano tutti poveri, le famiglie tiravano a campare giorno per giorno, ma lui era davvero povero. Suo padre Olag era un rapinatore di professione, che ha mantenuto dignitosamente la moglie e il figlio, finchè poteva. Il Malygos ancora ricorda quella notte: uno squadrone di vigilanti entrò nel quartiere, irrompendo nell’abitazione e arrestandolo.
    Da allora, la famiglia stringeva i denti riguardo al denaro, ma le voci che giravano su Olag erano abbastanza da far temere il figlio anche ai più addentrati nel mestiere.

    Ed eccolo lì l’infame, che abbracciava Skjor a sua volta. Valeva così poco da non definirlo nemmeno uomo, motivo per cui il suo nome non importa nemmeno saperlo. Eppure a ripensarci, allora il legame fra i due era così forte.. per carità, non quanto con gli altri tre, ma non avevano mai discusso o altro. Una pugnalata alla schiena, insensata e talmente forte che il giovane non riesce a descrivere altro di lui.

    Che dite ci muoviamo da quì? Dobbiamo festeggiare! Si prese a braccetto Skjor e, passando dalle stesse scalette su cui sostavano, si avviarono verso il centro della città.


    Edited by Mad4Opps - 3/3/2018, 04:44
     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    Pochi luoghi al mondo, presentano una cerchia sociale vasta come quella di Tortuga. Una città molto grande, divisa in numerose zone, contese da altrettanto numerosi uomini. Il gruppo proveniva dalla zona est, una delle più malfamate: case di legno, piene di crepe e finestre rotte, erano il massimo delle infrastrutture offerte. Nessun tipo di negozio, di giorno girava qualche brutto ceffo, di notte nemmeno loro: se incontravi qualcuno e il sole era calato, probabilmente aveva brutte intenzioni. Per quei ragazzi le meglio botte, date e prese, erano proprio sulla via di casa.

    Il centro della città era completamente diverso, affollato ventiquattro ore al giorno. Un ambiente meschino ed in continuo mutamento, una vita adrenalinica in delle strade in cui comandano tutti.. e nessuno. In fila come una schiera di guerrieri avanzavano nelle malfamate vie, osservando di tutto dinanzi a loro: bande di mercenari, trafficanti, truffatori abusivi che cercavano di bloccarti.. così come barboni chiedere l’elemosina e povera gente tirare avanti a testa bassa.
    Una giungla a cielo aperto, prede e predatori a pochi metri l’uno dall’altro, una coesistenza tutto sommato regolata. Quando non dal rispetto, da una breve e risolutiva lotta, parlando della quale.. un tipo con l’aria da pallone gonfiato, della loro stessa età, si avvicinò all’infame

    Allora? Sono tre giorni, dove cazzo stanno i miei soldi?

    Gli arrivò dinanzi a brutto muso, sfiorandolo fronte a fronte, spingendolo poi con forza: con rapidità Dardan si frappose dinanzi all’aggressore, guardandolo dall’alto al basso. Incominciò a scrocchiarsi le nocche

    Sono sicuro che puoi aspettare un altro paio di giorni..

    Facciamo che non aspetto niente e vi buco la pancia!

    Alzò il tono della voce, con un movimento a scatto estrasse dalla cinta il pugnale. Davmorn calò con rapidamente la mano verso la cintura mentre camminava velocemente in avanti, pronto a duellare; ancor più veloce di lui fu Leon, che si piazzò di fianco all’energumeno

    Calmiamoci tutti qua! Tu, leva quello stuzzichino, non vorrai farti del male!
    Esclamò Leon, alla visione del suo volto lo sgherro armato esitò: aveva benissimo capito chi aveva davanti, Olag era famigerato anche da dietro le sbarre. Abbassò un attimo la testa, poi una scintilla dal nulla: la rialzò scattando tutt’uno con il corpo, lanciandosi in un affondo verso l’interlocutore.
    Dardan fu veloce come un fulmine, menò un gancio sinistro di incontro al fegato del malcapitato: l’attaccabriga cadde a terra rovinosamente, torcendosi dal dolore.

    Ma come cazzo ti permetti? in uno scatto di rabbia si mise a cavalcioni sopra di lui: come un gorilla menò tre colpi a martello sul suo viso. Davmorn era sicuro di aver visto del chakra in quei pugni, osservava compiaciuto come chi provasse a fare loro un torto aveva pane per i suoi denti.. se gli rimanevano. Dardan era un ragazzo di cuore e di buona famiglia, ma guai a farlo incazzare.
    Si rialzò rapidamente avviandosi a passo svelto insieme a Leon. Il Malygos si accorse che attorno a loro quasi tutti erano spariti, solo i mercenari erano rimasti e li fissavano insistentemente
    Cambiamo aria.. pensò, prese con se l’Infame, rimasto imbambolato a guardare quel perdente a terra, velocizzando così il passo di tutto il gruppo

    […]



    Una ventina di minuti dopo i cinque sono ad un tavolo, in un retrobottega di una locanda di amici: il loro posto tranquillo, dove discutere in segreto e giocare d’azzardo per lo più. Una cappa di fumo infestava l’aria, un odore che Davmorn detestava non poteva fare a meno di entrargli nelle narici: tutti erano pronti con i dadi in mano, mettendoci un’eternità a lanciarli, perdendosi in discorsi di varie argomentazioni. Il verme se ne stava lì senza dire una parola, probabilmente sperando un colpo di fortuna per spellare i suoi compagni: una strana sostanza bianca stava sul tavolo dinanzi a lui, dall’aspetto granuloso

    Sentiamo un po.. incominciò mentre faceva roteare i dadi nel suo palmo aperto ..perchè non ci parli meglio di ‘sta storia? E di quella roba? indicò, per poi tirare un bel 7 e vincere il piatto.

    Niente che ti riguarda.. rispose secco e scontroso, chinandosi sul tavolo e tirando su per il naso quello schifo. Il Malygos sbarrò le palpebre fissandolo dritto negli occhi

    Mi riguarda quando rischi di fare ammazzare qualcuno di noi perchè ti para il culo. Il suo tono era stato altrettanto deciso e scontroso: il verme non rispondeva, continuava a guardare il tavolo, sperando ci fosse un altro pò della sua amata tossina, facendo finta di non aver sentito niente.
    Non vi siete stufati di tutto questo? spostò gli occhi verso tutti e quattro i suoi amici, ottenendo perlopiù occhiate dubbie

    I dadi, le carte.. le risse, i furtarelli per portare poche monetine a casa?

    Ne abbiamo già parlato Davmorn.. Tortuga è già abbastanza pericolosa dai bassifondi, quando voli alto è un suicidio. Lo diceva sempre mio p..
    Si lo so, lo so.. ma, senza offesa, tuo padre si trova dietro quattro mura e un paio di sbarre. Cosa puo fare qui fuori, adesso?.. Se non sbaglio poi, oggi è la prima volta che qualcuno ha provato ad attaccarti, dopo aver capito chi sei.
    Il silenzio tuonò nella stanza per un attimo, il furbo Leon aveva realizzato che ciò che diceva il suo compagno era, purtroppo, il vero.

    E se invece fosse il timore, ad impedire di farcela? Basterebbe spostare quel timore sugli altri, nei nostri confronti. Insomma pensateci ragazzi.. come siamo ridotti? alzandosi dalla sedia, puntando l’infame ..con lo straccio di niente che abbiamo lo compri pure questo schifo? Almeno lo vendessi.. soffiò con forza sul tavolo, disperdendo i rimasugli.

    Dav..Che hai in mente?

     
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  4. Mad4Opps
     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    Una cinghia è piu facile da tirare, se siamo di più.
    E’ un po che ci pensavo.. avete presente la Bisca del Quadrifoglio, ad una decina di minuti da qui? Ci passiamo davanti per la strada verso casa da anni.. e da anni la gente entra ed esce da quel posto continuamente. Parliamo di tanti soldi.


    Un secondo di silenzio brevissimo, in cui colse lo sguardo basso di quasi tutti i presenti, non del tutto convinti: Skjor invece lo fissava negli occhi.

    Io non ci sto.. appoggiò il boccale sul tavolo, quasi sbattendolo. Voglio cambiare vita, nel giro di qualche mese accumulo qualche spiccio e me ne vado per sempre.. LEGALMENTE.

    Concluse fermo e coinciso, Davmorn alzò entrambe le mani, eseguendo un tacito segno di comprensione. Il padre di Skjor aveva fatto una brutta fine per le strade, forse proprio per questo lui era sempre stato il più intelligente di loro: sempre un passo avanti, un gran lottatore che cerca comunque l’ultimo briciolo di persuasione, prima di arrivare alle armi.

    Immaginavo.. siete liberi di fare quello che volete. Eppure.. non vorreste per una sola volta la sensazione, di avere nelle tasche più del minimo per sopravvivere? Un giacchetto più comodo? Un’arma più affilata? Delle toppe per questi cazzo di scarponi forati?

    Ci sto.
    rispose diretto Leon. Ci sono anche io

    Il Malygos girò lo sguardo, incontrandolo con l’infame: si soffiò sonoramente il naso, rispondendo con voce roca, quasi sforzandosi Va bene, va bene..

    Alzandosi rapidamente dalla sedia, il giovane incominciò ad utilizzare il tavolo come una mappa concettuale, le sue stesse dita come collegamenti: insieme, i quattro elaborarono un piano per la notte stessa.

    […]

    Erano le due da notte: Skjor se ne era andato da un pezzo a casa, a cenare con i cari, a quest’ora probabilmente stava sotto le coperte. Il resto del gruppo si armava nel vicolo, accingendosi ad indossare i passamontagna: un’occhiata di complicità fra tutti i presenti e.. via come il vento.
    Corsero a folle velocità per il vicolo, sbucando dall’angolo dinanzi alla bisca:i due buttafuori si allertarono immediatamente, piazzandosi in guardia.
    L’infame sparò con il moschetto alla gamba di uno dei due, causando le sue forti grida con conseguente atterramento. Dardan deviò con gli avambracci rinforzati una manganellata, rispondendo con una gomitata sinistra e un colpo di spranga con la destra. Il gorilla, per quanto fosse addirittura più grande del maniscalco, colpito alla tempia cadde incosciente.

    Davmorn estrasse i coltelli, pronto al pezzo forte. Il verme entrò per primo con tutti dietro, sparando un colpo in aria

    TUTTI A TERRA! QUESTA E’ UNA RAPINA!

    Il Malygos si voltò a sinistra, notando solamente un buttafuori: si avvicinò, per poi afferrarlo per la testa e puntargli la lama alla carotide. Con un piazzato calcio sulla schiena lo mise per terra.. E’ meglio per te che resti lì!. Tutto andava secondo i piani, già sentiva il profumo di quelle sporche banconote, mentre osservava i compagni tenere tutta la bisca in ostaggio.
    Fece un cenno con la testa a Leon: egli rapidamente si avvicinò alla cassa, lanciandogli dentro un borsone

    Riempilo, magari arrivi a domattina!!

    Il tipo era un anziano, completamente scosso dalla faccenda, come lecito che sia una persona normale. Non tutti gli ostaggi, tuttavia, sembravano gente comune però: molti di loro nemmeno sembravano spaventati, puntavano i loro gelidi sguardi sugli imbacuccati. Ricambiando uno degli sguardi, il nostro caro assieme al braccio violento del gruppo, si avvicinò a tutti i presenti

    Gentili signori.. tirò fuori dalle tasche una busta, di medio-piccole dimensioni, per poi terminare la frase, gesticolando con il pugnale i vostri averi, o la vita!
    Il cuore batteva forte.. non era la prima volta che rapinava qualcuno, ma era la prima volta che faceva una cosa così ”Grossa”. Un sadico senso di compiacimento mentre osservava quei volti, a lui sconosciuti, gettare i loro averi e gioielli nella sacca: qualcosa lo scosse, in quel momento di pura adrenalina. Una sensazione, consapevolezza, sesto senso, come volete chiamarlo: avvertì qualcosa di strano e, fortunatamente, si voltò.

    Uno dei brutti ceffi, che aveva appena derubato, era dietro di lui: vide con la coda dell’occhio la figura indistinta menare un fendente. Fu abbastanza veloce da abbassarsi, mentre si muoveva di lato: quello scaltro bastardo impugnava una mannaia da macellaio. Coraggioso, tanto quanto stupido.
    Dardan emise la sua sentenza, picchiando una forte sprangata sulla coscia del malcapitato

    ERA COSI’ DIFFICILE?.. VI ABBIAMO..CHIESTO.. SOLO.. DI.. STARE.. ZITTI..

    Intervallò ognuna delle parole con una stangata, in punti differenti. Poco ma sicuro il ginocchio di quel povero cristiano era andato a farsi benedire. Urlava come un infante, sotto l’indifferenza del gruppo
    Ma guarda guarda.. L’energumeno si chinò, scrutando l’agonizzante vittima

    Due denti d’oro.. e non ce lo dici? Per due secondi rise a crepapelle, per poi aggrottare le sopracciglia tutto d’un tratto e mutare espressione: roteò il pesante randello di ferro, tirando con forza due precisi colpi sulla bocca.

    I “drop umani" si staccarono dall’arcata dentale, il maniscalco li afferrò e ripose nella busta. Le grida di dolore sovrastavano qualsiasi altra cosa: persino Davmorn era rimasto sconcertato, da tanta crudeltà. Incominciava a sentirsi a disagio ma.. che bisogna fare.. sono soldi.. una volta e non lo faremo più...

    L’aria si faceva pesante, Leon fu abbastanza scaltro da mantenere la calma agli occhi di tutti: la verità era che dovevano andarsene da lí, il prima possibile. Afferrò per il colletto il vecchio, lo tirò a se e appoggiò una lama alla sua guancia

    SBRIGATI CON QUESTI SOLDI O QUANTO E’ VERO IDDIO…

    Gli fece un piccolo taglio accanto alla bocca, per poi lasciarlo andare. La piccola ferita si rivelò efficace: dopo quindici secondi passò il borsone pieno. Con le armi in mano, camminavano verso l’uscita, guardandosi le spalle e gli immobili ostaggi: le brave persone immobilizzate da tale violenza, i malviventi con lo sguardo fisso su di loro e chissà che idee in mente. Ma andiamo, che cazzo può fregarne ormai a Davmorn?
    Aprirono la porta e...


    Edited by Mad4Opps - 8/3/2018, 14:08
     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    ..veloci come felini, incominciarono la loro fuga. Dopo a malapena venti passi, il gruppo si divise; svoltando una parte a sinistra, una a destra.
    Davmorn avanzava passi così veloce, che per poco non perdeva l’equilibrio, rischiando in ogni momento di sbilanciarsi in avanti. Il cuore gli batteva talmente forte da sentirselo in gola: l’adrenalina scorreva nelle sue vene, fungendo da carburante per le sue muscolose gambe.
    Ancora un altro po.. pensò. Mai gli era sembrata così lunga questa strada, ancora non riusciva a realizzare quanto guadagno reggeva fra le mani..


    L’infame stampò un sonoro ceffone sul suo volto, rigirandolo

    Taglia corto campione.. non ho tutto il giorno. Già la so la parte della nostra fuga, avanza!

    Uno sguardo di sfida, da parte del malconcio Malygos: mai aveva provato così tanto odio per una persona, mai nella sua vita. Si ripeteva fra se e se, stringendo ancor più forte quel palmo: Mi serve ancora tempo.., mentre ricominciava a narrare


    Due giorni dopo, i quattro sono in un frequentato locale notturno: si trovano nella zona privata, da loro affittata. Il borsone sul tavolo e Leon, con un sigaro in bocca, che armeggiava quante più banconote avesse mai visto nella sua vita, così come tutti i presenti. Il nostro caro aveva due donne a braccio e un boccale sul tavolo, se la rideva allegramente con i suoi amici; la tensione del colpo era ormai completamente scaricata.

    Il bottino era stato equamente diviso, le quattro parti erano così gonfie da sembrava risparmi di una vita.
    La prima cosa che compro domani è un letto, per dio! E una pelliccia per mia madre!

    Ehehe fratello, sono contento per te! Io comprerò una casa nuova per i miei!

    Davmorn rimase in silenzio pensando: avevano guadagnato così tanto che, davvero, non sapeva dove spenderlo. Sicuramente gran parte sarebbero andati alla sua madre, quanto ai soldi personali.. non sapeva davvero che farne, sicuramente li avrebbe tenuti da parte. Spostò lo sguardo sul verme, che qualcosa già lo aveva speso per la sua merda: non faticava ad immaginare, come avrebbe sperperato i rimanenti.

    Skjor sta passando qua eh, ragazzi! Andiamo a cercarlo in pista!

    Rapidamente uscirono tutti quanti, con i loro borsoni addosso; dopo i festeggiamenti, le loro madri avrebbero ricevuto una bella sorpresa. Poco ma sicuro: il Malygos sorrise al solo pensiero.
    Si avviò con il suo gruppo nella sala da ballo: c’era una folla incredibile di persone, accalcate a pochi centimetri l’una dall’altra, si spostava lentamente e con difficoltà.
    Eccolo lì, inconfondibile, alto quanto una porta in mezzo alla folla: Davmorn congedò le due donne con lui, andando ad abbracciare il suo compare.

    Brindiamo! Alla nuova vita di Skjor! Alla tua!
    Incrociarono i boccali, tanta era la forza che a momenti si rompevano. Si crearono il loro cerchio di spazio fra la folla, nel quale dialogavano del più e del meno, completamente ignari di ciò che da lì a poco sarebbe accaduto.
    Una figura incappucciata arrivò rapidamente alle spalle di Skjor: la sua testa “sbucò” da vicino alla sua spalla.

    I ragazzini dovrebbero stare al loro posto..

    Non vi fu il tempo, nemmeno di elaborare ciò che aveva appena detto. Non vi fu un attimo di attesa tra quelle parole e quattro coltellate, affondate con rapidità nella schiena del suo compagno.
     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    Il momento più brutto della sua vita, il suo campo visivo vedeva due facce di una sfortunata medaglia: un sorriso sadico e compiaciuto, affianco il volto del suo migliore amico, contorcersi in fitte di dolore. Fu così rapido che, non un lamento od altro fuoriuscì a Skjor. Appena venne lasciato andare dall’assassino, cadde a terra senza alcuna forza. Un gruppo di ragazze, assistendo alla scena, incominciò ad urlare scatenando panico e fuggi fuggi generale.
    Tutta la squadra partì alla carica, come un branco di bufali impazziti: tutti tranne uno. Davmorn si fiondò sul ferito, raccogliendo con tutte le sue forze l’energumeno prima che sbattesse a terra. Non capì cosa successe, uno scoppio improvviso: le orecchie fischiarono ininterrottamente, ogni suono ovattato per una quindicina di secondi.
    Non potendo affidarsi ad un senso, optò per gli altri: non appena alzò lo sguardo, notò con dispiacere un’enorme cortina fumogena che ricopriva tutto il resto. I suoi compagni davano forti colpi di tosse, togliendosi le lacrime dal viso e cercando di avanzare nella nube artificiale.

    Il Malygos tremeva come una piuma, reggeva fra le braccia il suo migliore amico. Era terrorizzato, non aveva la minima idea di come comportarsi, poteva solo dare sostegno, cercando di minimizzare l’entità del problema. Incrociò lo sguardo con Skjor, incominciando inevitabilmente a perdere lacrime

    Resisti Skjor.. resisti, andiamo a cercare aiuto.. egli non rispose: inarcò le labbra cercando un sorriso, sputando inevitabilmente un po del sangue. Dalla sua schiena ne era colato talmente tanto da formare una pozza a terra. L’uomo abbandonava velocemente la sua vita.
    Non importasse quanta forza Davmorn utilizzasse scuotendolo: non appena egli chiuse le palpebre, si accorse di star stringendo un corpo morto.
    Lo adagiò a terra, incominciando a piangere rovinosamente: sulle ginocchia, sbattè i pugni a terra con furore.
    Un grido di dolore, rabbia e risentimento, rimbombò nella sala ormai vuota. Puntò l’uscita con gli occhi completamente fradici e spalancati, le narici allargate e i denti stretti: estrasse i pugnali per poi avviarsi a passo svelto.

    Fuoriuscito dal locale incominciò a correre, il doppio più veloce di quando scappava dopo la rapina, per intederci. Mille pensieri gli attraversavano la mente, senza nemmeno essere percepiti, mentre cercava la prima fonte di vita nei paraggi. Eccoli un solo pensiero, riecheggiò nel sofferente cranio, non appena vide tre tipi ragazzi nella sua direzione.
    Li fissò negli occhi, cercando di scorgere una somiglianza con l’assassino: non era nessuno di loro. L’attenzione non era gradita dai tipi, che incominciarono a guardarlo storto, non facendo i conti con la sua mente instabile. Alzò le braccia ed entrambi i coltelli, ringhiando eseguì un falso passo con affondo verso uno di loro, mandandoli tutti in fuga.

    Si girò istintivamente alla sua destra, sentendo delle voci in fondo a un vicolo: una sola figura avanzava al centro della via, in fondo ad essa. Scattò come una gazzella, percorrendo lo stretto senso unico: all’incrocio con un altro piccolo vicoletto, qualcuno molto più grosso di lui fuoriuscì da un angolo, afferrandolo dalle coste.

    Non è quello Davmorn!! Abbiamo girato ovunque, questo figlio di puttana sembra essere volato via!!

    Percepiva la rabbia nella voce di Dardan, tanta quanto la sua, ma non riusciva a lasciarla andare. Continuava a dimenarsi sotto le forzute braccia del suo amico, gridando come un folle IO LI AMMAZZO TUTTIIIII! mentre scalciava.
    […]

    Silenzio: tutto ciò che aveva sovrastato le sue ultime dieci ore. Dopo essere ritornati alla sala ed aver chiamato qualcuno per la salma del loro amico, era stato zitto come il resto dei suoi compagni. Persino la madre di Skjor non rivolse loro una parola, mentre piangeva l’omicidio di suo figlio. Era tornato a casa, senza rivolgere una sola parola alla mamma, chiudendosi in quella topaia 2x2 della sua camera, rimanendovi.
    Ora che l’adrenalina era scomparsa, la disperazione e la rabbia erano rimaste; quei miliardi di pensieri si facevano sempre più nitidi, tanto da essere un fardello.
    Una coltellata è il colpo più pericoloso che possa esistere. Nulla passa così inosservato, pur avendo la capacità di arrecare così tanto danno. Un paio di colpi completamente inaspettati, sferrati nelle giunture dell’armatura, avevano steso il più prode combattente che avesse mai conosciuto.
    Un grande uomo, ancor prima di un valorioso guerriero. Un ragazzo cresciuto con la testa sulle spalle, nonostante il contesto complicato. Intenzionato a cambiare vita, terminato a causa dei suoi stessi amici.

    Si riteneva direttamente responsabile per questo. Affilava la lama sul letto, pregando dio di poter tornare indietro e avere lui, il fegato spappolato dalle pugnalate. Il rimorso di un amico che, ormai evidentemente, era stato ucciso per “pagare” azioni che nemmeno aveva compiuto.
    Se un dio esistesse in questo schifo di mondo.. dovrei essere morto io..
    Davmorn Malygos


    Edited by Mad4Opps - 8/3/2018, 19:19
     
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    Davmorn Malygos

    Passato Futuro



    Si alzò dal suo scomodo e solito giaciglio. Dovevano essere quasi le cinque di mattina: non un briciolo di sonno in quel ragazzo. Abbassò lo sguardo, scrutando quell'enorme borsone; mentre tirava giù la zip guardava quel fior fior di quattrini.
    Era tutto ciò che avrebbe sempre voluto, ora che lo aveva non sapeva cosa farsene; a quale prezzo lo aveva ottenuto? Si rimise seduto sul materasso, rimanendo fermo per più di un'ora
    [..]
    Durante la valanga di rimorsi e rimpianti, una lampadina si illuminò nel suo genio: si alzò di scatto, estraendo ben 3000 Gold. Li legò con un elastico, nascondendoli sommariamente, per poi lavarsi e vestirsi in fretta. Mise su il cappuccio, afferrò il borsone con tutto il bottino e si chiuse la porta di casa dietro. Scese le scale dell'androne e si avvicinò alla porta di.. quella che era casa del suo amico.
    Una lacrima cadde dai suoi occhi mentre.. *toc toc*senza risposta. *toc toc toc* Realizzò che non vi era nessuno nell'abitazione.

    Dove può essere andata? Forse.. pensava al capannone, dove il fu marito nascondeva le sue armi. Era a nemmeno un isolato da lì. Incominciò a camminare in direzione opposta al gelido vento, le prime luci del sole illuminavano il suo quartiere: si mise a tracolla quel ben di dio, in caso servissero le mani libere per difenderlo.
    La distanza breve, fortunatamente, non includeva minacce: la luce del capannone era aperta, senza esitare si avvicinò nuovamente.
    *toc toc* la porta si aprì dopo nemmeno un secondo: la donna, alta almeno dieci centimetri meno di lui, puntò quegli occhi gonfi di lacrime sui suoi.

    *sob*.. che vuoi? Io.. non so dirle quanto mi dispiace signora. Voglio almeno..
    Si tolse il borsone dalle spalle, mettendolo nelle mani della signora ..permetterle di seppellirlo come merita... di andarsene da qui.
    La voce era sempre più roca, combatteva contro il magone, bloccato nella sua trachea. La donna aprì parte della zip: non appena capì cosa conteneva, spalancò la bocca e gettò a terra tutto.
    ..Hai anche la faccia tosta di venire qui?.. la sua di voce, accidenti se era diventata roca. Sembrava un maschio, anche bello incazzato. Nonostante fosse almeno due volte più piccola di lui, non esitò: alzò la mano suonandogli un ceffone a palmo aperto. Lo prese su guancia e orecchio, debilitandolo per un istante e facendolo barcollare.
    Un colpo inaspettato,vero, ma anche se fosse.. era ovvio che non avrebbe reagito.
    Voi avete UCCISO IL MIO RAGAZZO!! un altro schiaffo dritto sul cranio, rimettendogli la testa nell'esatta posizione di prima. Abbassò lo sguardo, era terribilmente mortificato. La vedova si ritirò dentro, in un paio di secondi arrivò nuovamente sull'uscio, con un mattarello in mano.

    Davmorn frappose un braccio in orizzontale fra i due, dicendogli Ferma! alzando il tono per farsi udire. Ignorandolo, colpì forte sull'arto, suscitando un buon vecchio "AHI". Come una volpe ferita alla coda, si allontanò di cinque metri, voltandosi un'altra volta
    MARCIRAI ALL'INFERNO, TU E TUTTI QUELLI COME TE!
    Lanciò la borsa dei soldi ai suoi piedi, sbattendo con tutta la sua forza la porta. Ancor più affranto di prima, equipaggiò il bottino, riavviandosi verso casa: un istinto, o il puro caso, lo fecero girare verso sinistra in quel momento.

    In quella strada vuota e affossata da rifiuti e fango, una figura misteriosa lo osservava dalla distanza. Si voltò con tutto il corpo seguendo la testa, camminando a passo svelto nella sua direzione:
    Oh! Chi sei te? la buon vecchia autorità da periferia. Il figuro non rispose, si girò di scatto iniziando a correre.
    Diamine! scattò a sua volta, consapevole che la distanza era troppa per riprenderlo. Girò l'angolo, giusto in tempo per vederlo imboccare un altro vicolo in fondo alla strada.

    Erano dieci minuti che stava qui, il figlio di puttana!

    Trasalì, voltandosi verso l'origine del suono: una porta di una palazzina. Ricollegò chi fosse quella voce familiare, alzando gli occhi: dalla finestra, un Leon a torso nudo boccheggiava fumo, con una sigaretta tra le mani.

    Scendi, porta il pane! Indicando il suo borsone. Un'occhiata spaesata, poi annuì, gettando la cicca giù e sparendo dalla vista del Malygos.

    Davmorn Malygos

    FINE PRIMA PARTE

    Edited by Mad4Opps - 8/3/2018, 19:19
     
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    Guarda, per essere la tua prima autogestita è un inizio assolutamente non male, davvero.
    Ci sono però molte cose da segnalare.
    Innanzitutto il fatto che tu abbia ambientato il tutto ad Haven può anche starci, ammettendo ecco che il gruppo di protagonisti sia abituato a interfacciarsi con una realtà predatoria e spietata come quella delle isole. Ti ricordo però che non c'è presenza Imperiale e Haven è anarchica e senza un vero e proprio controllo, quindi non è coerente con l'ambientazione che degli imperiali catturino un ragazzo ad Haven, specialmente poi per una rapina ad una locanda. Visto che comunque non hai ancora spiegato come Davmorn sia finito prigioniero hai ancora possibilità di cambiare la trama nelle prossime ruolate: ti consiglio quindi o di rendere il compagno appartenente a un gruppo rivale (invece che all'Impero che appunto ad Haven non ha autorità) oppure di aggiungere forti motivazioni e cause per questo possibile interesse imperiale verso Davmorn.
    Ti ricordo inoltre che essere ricercati dall'Impero, come scritto nel regolamento, porta tutta una serie di conseguenze per il pg (es. non puoi accedere ad aree imperiali, partecipare a bandi in zone sotto controllo imperiale, etc..).
    Altra nota un po' poco plausibile è che in una città piena di criminali pericolosi e ricercati un gruppo di ragazzini riesca a rapinare una locanda (nell'immaginario fantasy locale dove si radunano i matti per eccellenza) con una spranga e due coltelli. Immaginavo la rapina finisse in tragedia ma quando ho letto che è effettivamente riuscita sono rimasto un pochino perplesso.
    Detto questo
    CITAZIONE
    Scrittura 1
    Si vede che ti piace scrivere e descrivi parecchie cose all'interno delle scene narrate, tuttavia sono presenti numerosi errori: ripetizioni di parole, errori di battitura, congiuntivi, apostrofi e accenti sbagliati. In particolare il tuo tallone d'Achille è la punteggiatura: metti troppe virgole ovunque e leggendo a volte si fa fatica a mantenere il segno.
    Interpretazione 1
    Difficilissimo gestire in 6 post un numero così alto di png in maniera credibile. Tutti sono più o meno caratterizzati ma è difficile ricordarseli e dare a ciascuno di essi un volto e delle caratteristiche. Sicuramente con meno persone in azione saresti riuscito a trasmettere molto di più a livello introspettivo.
    Strategia 0
    Impossibile da valutare

    Prendi tutte queste critiche come consigli costruttivi da mettere in pratica nelle tue prossime giocate e vedrai che migliorerai in fretta.

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7 replies since 28/2/2018, 22:04   165 views
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