[FREE ROLE] La bionda, e le spiagge di Trondheim

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  1. Mike Portnoyz
     
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    Addestramento

    SCHEDA
    Trondheim, Arcipelago di Vaygr, 13 anni fa.

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    M55YyTB
    Era il primo giorno di primavera, ed Einar osservava una piccola Drakkhr cavalcare le onde verso l'orizzonte.

    Einar: Quegli occhi...

    Sulla Drakkhr, la sagoma di una ragazza dai lunghi capelli biondi gli dava le spalle, impegnata a correggere la rotta e maneggiare le vele. Era l'unica a bordo.

    Einar: Se solo potessi leggere i suoi pensieri... Dharmuid, perché devi essere cosí misteriosa?

    Si alzó, il sedere dolorante, appiattito e irritato dalle rocce su cui si era adagiato. Si trovava sulla spiaggia di Trondheim. Era nato e cresciuto in quel piccolo villaggio, dove l'unica cosa di nota era la piccola Vrakkr al centro del villaggio.

    Un piazzale con un fuoco sempre acceso, dove i giovani ragazzi della sua etá si mettevano alla prova in duelli d'allenamento, mentre guerrieri e veterani facevano il tifo, disposti in cerchio attorno ai duellanti.

    Harmund: Einar! Prendi la spada, Einar!

    Suo padre era un guerriero veterano, rispettato nel villaggio e piuttosto in alto nella gerarchia Vaygr.

    Einar: P-padre! Arrivo!

    Corse verso casa, poco distante dalla spiaggia in cui si trovava, prese una comune spada dal filo smussato e tornó vicino alla spiaggia, dove il padre lo aspettava seduto, munito di spada e scudo. Anche la sua arma era smussata, mentre lo scudo non era che un piccolo ovale di cuoio dipinto di colori sgargianti, tonalitá di verde, con una testa di drago, rossa, al centro.

    Harmund: Questo é uno scudo ovale. I "soldati" lo usano per essere piú efficaci in battaglia. Ti permette di parare con un braccio e ZAC! - attaccare con l'altro. Vieni, prova.

    Einar non aveva mai visto uno scudo, e non sapeva perché. Eppure, nessuno lo usava nel villaggio. L'idea gli sembró semplice quanto geniale. Perché non usarlo?

    Harmund: Ecco, prova a colpirmi... si cosi! Vedi? Con un braccio, ti sposto la lama e con la spada posso colpirti qui... qui... o anche qui.

    Per un momento dovette trattenersi dall'arretrare, ma aveva imparato da allenamenti precedenti a restare fermo in queste occasioni.
    In pochi istanti, Harmund aveva avvicinato la spada al suo collo, alla vita, e al ginocchio.

    Einar: Wow! Posso averne uno? Perché non li usiamo, nel villaggio?

    Harmund: Ottima domanda. Arrivaci da solo.

    Harmund si lanció all'attacco in una serie di colpi, dritti, rovesci, fendenti, montanti, che forzarono Einar a coprirsi con una serie di parate.

    Poco piú in lá, un'ascia bipenne appoggiata a un albero li osservava duellare.

    -CLANG! CLENG! CLANG!-

    Harmund: Allora? Hai capito?

    -CLANG! CLENG! CLANG!-

    Einar: Posso parare con... la spada?

    -CLANG! CLENG! CLANG!-

    Harmund: Non solo! Prova a pensare al mio stile.

    -CLANG! CLENG! CLANG!-

    Einar: L'armatura... l'armatura é sufficiente a fermare una spada?

    Harmund si fermó, togliendosi lo scudo.

    Harmund: Esatto. Non ci serve. Una spada come questa... fa solo rumore. Possono continuare a colpirci per qualche minuto, ma se non riescono a centrare un'apertura nell'armatura, sono giá morti. E' importante che impari il loro punto di vista

    Non gli piacque quest'ultima frase.

    Harmund: Tieni, prova a difenderti.

    Il padre gli consegnó lo scudo, lanció la spada a terra e andó a prendere l'enorme ascia bipenne che aveva lasciato poco distante, appoggiata a un albero.

    Einar: Oh no no no no....



    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 18:31
     
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  2. Mike Portnoyz
     
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    Sopravvivi!
    M55YyTB
    Harmund: In guardia!

    Einar cominció subito ad allontanarsi, non volendone sapere assolutamente. Harmund ruotó l'ascia attorno a sé, caricando un colpo spaventoso dietro di sé per poi portare l'ascia in avanti, ad altezza d'uomo. Einar si tolse di mezzo arretrando, ma il padre continuava ad avvicinarsi.

    Einar: Non so come... non poss...

    Un altro colpo, cercó di guardarsi alle spalle per controllare il terreno. C'erano rocce, foglie, qualche buca. Mentre arretrava, inciampó un paio di volte, perdendo terreno e trovandosi di nuovo a schivare altri colpi, accucciandosi a terra o buttandosi di lato in una capriola.

    Harmund: C'é un modo per fermarmi, Einar! Provaci!

    Suo padre era tanto incoraggiante quanto spaventoso. Le enormi braccia agitavano l'ascia con tale naturalezza da farla sembrare un manico di scopa. Einar aveva provato in passato a usare quell'ascia e ne conosceva il peso.

    Einar: Non posso parare con lo scudo, ci perderei il braccio! E' sleale!

    Harmund: Non é sleale! E' la guerra! Sopravvivi!

    Un altro colpo, e Einar si butta rovinosamente, questa volta prendendo una brutta botta. Si alza piú lentamente del solito, e si vede il filo dell'ascia avvicinarsi cosí rapidamente al volto che ha solo il tempo di chiudere gli occhi, di riflesso.

    Harmund: Ahhh... Einar, ci devi mettere piú impegno!

    Con uno sforzo considerevole, Harmund aveva fermato l'ascia giusto in tempo. Einar aprí gli occhi trovandosela inquietantemente vicina. Sarebbe morto uno di questi giorni?

    Einar: Padre, ho 16 anni... Vorrei arrivare almeno a 17!

    Harmund: La guerra non aspetta che tu cresca. In piedi.

    Gli tese una mano, aiutandolo a rialzarsi.

    Harmund: Quest'arma é a doppio taglio. Non solo perché ha il filo da entrambi i lati, no, il vantaggio di questo tipo di arma é la portata. Come hai notato ti ho forzato ad allontanarti. Ma é la mossa sbagliata. I soldati con spada e scudo, in questa situazione, se valgono qualcosa,
    si avvicinano. Si avvicinano, e una volta vicini non li puoi colpire.


    Era ovvio, ora che ci pensava.

    Harmund: Poi, ti fanno perdere l'equilibrio in qualche modo. Uno sgambetto, un calcio... Perché vogliono buttarti a terra?

    Si fermó a pensarci per qualche istante.

    Einar: L'armatura? E' difficile rialzarsi?

    Harmund: Bravo. E' questione di vita o di morte, imparare a tenere d'occhio il terreno attorno a sé e stare saldi sui propri piedi.
    Non lasciare mai che ti buttino a terra. E non lasciarli entrare in corpo a corpo.


    Einar: E se imparassi a contrastarli anche in corpo a corpo?

    Il padre non poté nascondere un enorme sorriso.

    Harmund: Ora si che ci siamo! Ben svegliato! Questo é il figlio che volevo. Domani ti insegno qualche manovra. Vedrai, se osano avvicinarsi a te, li lascerai minimo con qualche osso spezzato.



    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 18:32
     
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  3. Mike Portnoyz
     
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    Il richiamo della guerra
    M55YyTB
    Continuarono a duellare fino al tramonto, quando una voce femminile li raggiunse da lontano.

    Svann: Harmuuuuund!

    Harmund aveva forzato Einar sulla difensiva, ma sua moglie aveva messo fine al duello, probabilmente era ora di cena.

    I due raccolsero armi, scudi e altri pezzi di equipaggiamento con cui avevano fatto pratica quel giorno, e si avviarono verso casa, un'umile dimora in legno massiccio. L'odore di salmone affumicato li fece affrettare, scoprendosi improvvisamente affamati.

    Svann: Harmund, anche oggi?

    Harmund: Sempre, da ora in poi.

    Einar: Sempre?

    Svann: Harmund, Einar ha bisogno di fare anche altre esperienze...

    Harmund: ... ho sentito notizie dal continente. Le cose sono fuori controllo. Voglio che Einar sia pronto, se dovesse succedere il peggio.
    Ci alleneremo ogni giorno, finché non chiamano la tribú al fronte.


    Einar pensó al fratello. Non lo aveva visto da qualche anno, non sapeva nemmeno se fosse vivo, né dove fosse. Potevano solo sperare.
    Un silenzio improvviso caló nella piccola abitazione Vaygr.

    Svann: Ed Einar sará giá cresciuto, quando vi chiameranno. Andrete insieme.

    Svann era sempre stata un'ottimista. Dopo anni, era ancora sicura che il suo primogenito era ancora vivo, impegnato in qualche incredibile avventura nel continente. Se Harmund, cosí sconsiderato, era sopravvissuto per decadi...

    Einar: Padre, potró ancora vedere Dharmuid?



    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 18:32
     
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  4. Mike Portnoyz
     
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    La bionda di Avamfell
    M55YyTB
    Nel pieno della notte, una Drakkhr si avvicinava agli scogli, vagamente visibile all'orizzonte sotto al cielo stellato.

    Una figura femminile butta qualcosa in acqua e poi si tuffa, cominciando a nuotare verso la riva.
    Einar corre verso casa a prendere una coperta, e al suo ritorno trova una ragazza, bagnata da testa a piedi, tremolante nell'aria gelida della notte.

    Einar: Tieni, tieni... sei pazza, potevo venirti incontro con una...
    Dharmuid: Ti amo, Einar!

    La ragazza, senza preavviso, gli aveva piazzato le mani in faccia, e l'aveva "forzato" a baciarla.
    Einar era in paradiso. Il loro primo bacio.
    Lei, 15 anni, bionda, Varyag come lui, salpava da Avamfell rubando la Drakkhr di famiglia per venirlo a trovare ogni volta che poteva.

    Dharmuid: Einar, stai con me per sempre!

    Lo strinse in un forte abbraccio.
    Lui rispose con un altro bacio. Le lacrime gli scendevano dagli occhi.
    Varyag o non varyag, erano ancora fragili adolescenti.

    Einar: Stupida, stupida! Mesi di mistero e ora ti fai avanti!

    Le arruffó i capelli giocosamente con la coperta per poi guardarla negli occhi.

    Dharmuid: Sei tu l'idiota che non ha mai capito! Ti amo Einar!

    Spesero qualche momento, abbracciati sulla riva, poi le prese la mano e la trascinó verso il Vrakkr al centro del villaggio, il piazzale col focolare acceso.

    Dharmuid: Uhhhh...

    La ragazza tendeva le mani verso il fuoco cercando di scaldarsi.

    Einar: Grazie per essere venuta. Domani parto per il continente.

    Dharmuid: Sei eccitato? Voglio venire con te!

    Einar: NO! Voglio dire... no... non venire. Quando saró un veterano, andremo insieme sul campo di battaglia, e insieme saremo inarrestabili. Ora sono solo una recluta.

    Dharmuid: Stai dicendo che non so prendermi cura di me?

    La ragazza fece una faccia offesa... per poi scoppiare in una risata.

    Dharmuid: Haaaaa! Lo so, sono ancora una principiante. Non credere che non abbia notato come mi lasci vincere quando facciamo pratica...




    Un'ultima notte insieme, a godersi ogni momento. Il tempo passó cosí velocemente che l'alba era giá su di loro.



    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 18:32
     
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  5. Mike Portnoyz
     
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    Father and son
    M55YyTB
    Avrebbe voluto diventare un uomo, quella notte, ma per qualche motivo, non era successo. Si erano baciati, avevano parlato, riso, pianto e parlato ancora, ma nulla di piú.

    All'alba, con una piccola barca a remi, la accompagnó alla sua Drakkhr.

    Dharmuid: Prometti che tornerai. Prometti che non ti faranno un graffio.

    La ragazza era in lacrime. Sempre ottimista e un po' sbruffona, questa volta non poteva nascondere la paura che aveva per il suo primo amore.
    Lo stesso valeva per Einar, nessuno lo avrebbe mai visto cosí vulnerabile, mai piú.

    Einar: Sono sopravvissuto a Harmund, posso sopravvivere anche alla furia degli dei. Torneró da te. E' l'unica cosa che voglio.

    Forse non era vero, ma nel suo cuore, in quel momento, non poteva pensare a nulla che desiderava di piú. Guardó gli occhi azzurri della ragazza, ancora piú splendenti quando riflettevano le onde del mare. Le rubó un ultimo bacio.




    La Drakkhr si allontanava all'orizzonte, e Einar la osservava, piangendo con un enorme sorriso stampato sul viso.
    Se non fosse stato per quel legame cosí forte, forse non sarebbe sopravvissuto nei successivi tre anni.

    Esperienze che l'avrebbero trasformato in un guerriero d'elite, dalla reputazione considerevole.

    La Drhakkr solcava i mari placidi di Hardbakke. A bordo, Einar e suo padre, accompagnati da altri guerrieri del villaggio, quasi tutti adulti ma un paio adolescenti come lui.

    Harmund: Fidati delle tue capacitá. Segui il tuo istinto. E segui i miei comandi. Nessuno puó fermarci se manteniamo il morale. Anche quando tutto sembra finito, quando sei a un metro dalla morte, mantieni la fiducia. Lotta fino all'ultimo. Non sai da quante situazioni impossibili sono uscito in passato.

    Questo concetto era giá familiare a Einar. Negli ultimi mesi, il padre l'aveva messo in situazioni terribili, spesso prive di una reale speranza, e lui si era ritagliato una via d'uscita, ma piú di una volta credeva di rimetterci la pelle.

    Einar: Non puó andare peggio dell'altro giorno, no?

    Si ricordó, rabbrividendo, il momento in cui si era trovato disarmato, inseguito da un'orso grigio.

    Harmund: ...

    Il padre non rispose, cercando di trattenere un mezzo sorriso. Non era mai stato bravo a mentire, di solito era onesto e aperto. Ma questa volta non voleva dire la veritá, non avrebbe fatto bene al morale.

    Fece due passi, avvicinandosi alla prora della Drakkhr, estrasse la lunga spada dal fodero e la puntó verso il cielo, intonando con voce possente un canto.

    Harmund: Skål!

    Proseguí pronunciando alcune frasi in Varyag antico, di cui Einar non conosceva il significato. La lingua non era piú in uso, se non in alcuni inni di battaglia, ma questo non l'aveva mai sentito.

    Appena finí, l'intera ciurma intonó "Skål!" e fece un gran baccano, battendo con le mani il legno della Drakkhr.



    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 22:01
     
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  6. Mike Portnoyz
     
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    La prima battaglia - Ricordi offuscati
    M55YyTB
    Fiamme, e un forte odore di carne e legno bruciato. L'odore della guerra l'aveva sorpreso, era pungente e disgustoso.

    Considerando che erano in mare e il vento tirava forte, non osó immaginare quanto putrido dovesse essere un campo di battaglia.

    Alla salute! Vittoria!


    Un gruppo di Varyag era tornato a bordo dopo aver abbordato un altro vascello con successo, a cui ora davano le spalle mentre si allontanavano. Il vascello, in fiamme, sarebbe stato la tomba delle povere anime che fino a poche ore fa lo abitavano.

    Vittoria!

    Tra le risate e gli schiamazzi dei guerrieri, due uomini, seduti in silenzio in un angolo, stonavano terribilmente in quel momento di celebrazione. Uno dei due aveva le mani in testa e singhiozzava, piegato in avanti e coi gomiti sulle ginocchia.

    L'altro guardava il mare senza dire una parola.

    Einar: Padre, che é successo? Dove sono i...

    Harmund, senza dire una parola, indicó un paio di coperte, sulla prua della Drakkhr, che sembravano nascondere dei corpi umani.
    Einar rimase a bocca aperta. Credeva non avessero avuto perdite, per quanto si ricordava tutti i guerrieri erano usciti illesi, poi si ricordó degli altri due giovani come lui.

    Harmund: Hanno abbassato la guardia in un momento di calma. Parte dell'equipaggio si era nascosto e li ha colti alla sprovvista,
    all'imboscata. Li abbiamo macellati, ma era giá troppo tardi.


    Sarebbe finito anche lui cosí? Nel mezzo della mischia, si ricordó solo di avere agito d'istinto, e di non aver mai lasciato il padre, tenendosi sempre relativamente vicino e cercando di coprire altri attorno a lui, se mai ne avevano bisogno.

    Harmund: Sei stato in gamba, Einar. Cosí combatte un guerriero, uno con la testa. La veritá é che sarebbero sopravvissuti anche loro,
    se non si fossero lasciati prendere la mano. Si sono separati dal gruppo, per cercare la gloria da soli.


    Einar non poteva evitare di guardare i due uomini, distrutti e in silenzio. Forse erano padri, forse erano fratelli maggiori. Senz'altro c'era una somiglianza con i due giovani che avevano perso.

    Harmund: Vieni, bevi con me. Festeggia la vittoria, oggi sei diventato un uomo! Un vero Varyag! Skål!

    Einar esitó per un istante. In ogni battaglia, avrebbero avuto delle perdite. Era inevitabile. Eppure non ci aveva mai pensato. Come festeggiare una vittoria, se ogni volta perdi un fratello, un padre, un amico? Forse era troppo giovane per sapere la risposta.

    Einar: Skål!


    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 22:02
     
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  7. Mike Portnoyz
     
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    Reaping Souls
    M55YyTB
    In un certo senso era stato fortunato. O forse aveva esitato. La sua prima battaglia, e non aveva ucciso nessuno. Non era ancora venuto il momento.

    Aveva giusto coperto il resto della formazione, parato qualche colpo, era bastato.

    Einar: Padre, come... come posso fare per...

    Non sapeva come chiederlo. Harmund osservava l'oceano, appoggiato alla parete dell'imbarcazione.

    Einar: Ho avuto alcuni momenti, in cui avrei avuto... ho visto... avrei potuto...

    Harmund: Ucciderli? Si, ti ho visto esitare. E' un errore che puó essere fatale, ma te la sei cavata bene lo stesso. E' guerra, Einar.
    Noi o loro. Non c'é molto da pensare.


    Einar: Ma io non...

    Harmund: - voglio? Non me la sento? E' questo che vuoi dire?

    Harmund si voltó a guardare il figlio adolescente.

    Harmund: Esita un istante, e scoprirai che il tuo nemico non ha le stesse riserve. Ti uccideranno. E sará doloroso. Per te, per me,
    e per tua madre.


    Einar ebbe un momento di vergogna nell'aver anche solo fatto la domanda.
    La sua umanitá lo rendeva... un pessimo figlio? Si sentí come in colpa.

    Harmund: Poi uccideranno il tuo compagno. Perché li hai lasciati scoperti. Magari cade la fila. E si rompe la formazione. Capisci che significa, il tuo momento di esitazione?

    Harmund si chiese per un istante se non era stato troppo frettoloso a portare il ragazzo in battaglia. No, era esattamente questo il punto.

    Harmund: Non c'é nessun modo per imparare una cosa del genere. Devi imparare sul campo. Devi diventare un guerriero. La prossima volta, non esitare.

    Gli prese le spalle, e molto lentamente, pronunció queste parole.

    Harmund: Ricorda, il piú grande onore che un guerriero possa avere é morire in battaglia, combattendo per la patria, per la famiglia.
    E' cosí per te, é cosí per i tuoi nemici. Non avere pietá per loro, non se ne fanno niente. Vogliono la vittoria, o morire in difesa di ció che amano, perché ne vale la pena.


    Einar non sapeva cosa pensare. Si sentí in parte orripilato, in parte ispirato. Troppo giovane per farsi un'idea, voleva fidarsi di suo padre, ma qualcosa continuava a stonare in questo discorso.

    La Drakkhr, nel cuore della notte, solcava i mari di Hardbakke.


    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 22:02
     
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  8. Mike Portnoyz
     
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    Sopravviveró!
    M55YyTB
    Gettarono l'ancora al tramonto. Sapevano di essere vicini ad un isola ma aspettarono che salisse il sole per avere migliore visibilitá e non rischiare nelle acque basse.

    Einar non sapeva dove fossero.

    Sentí alcuni parlare di "Ephiora", erano probabilmente in una piccola isola poco distante dalla costa del continente.

    Harmund: Prima di raggiungere la base a Ephiora, abbiamo bisogno di fare rifornimento. Possiamo foraggiare su quest'isola e fare qualche riparazione, prima di ripartire.

    E cosí fu. Spesero un paio di giorni accampati sull'isola, mentre 6 Drakkhr li osservavano dalla costa, ancorate.

    Raccolsero alcuni rami secchi dalla costa, frutti di vario tipo dagli alberi dell'isola, e riuscirono ad abbattere un paio di animali per ottenere della carne.
    La sera, accesero un fuoco per arrostirli e tenersi caldi.

    Einar ebbe tutta la notte per riflettere su quanto aveva detto il padre. Gloria? Morte? Era cresciuto in una cultura incentrata sulla guerra, senza rendersene conto perché era l'unica che conosceva. Ma in qualche modo, continuava ancora a resisterla.

    Einar: Dharmuid... voglio solo rivedere Dharmuid. Non posso esitare.




    Si sveglió di soppianto, al suono profondo e rombante di un corno.

    -POOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO-

    Si alzó e indossó l'armatura in fretta e furia, sgranando gli occhi. Era l'alba, e il Varyag in turno di vedetta aveva probabilmente avvistato qualcosa.

    Appena riacquistó la vista, guardó attorno a se, ma sembrava tutto a posto. Non erano sotto attacco da soldati, o animali feroci, non c'era nessuno se non loro.

    All'orizzonte, giusto da dietro una collina che dava sul mare, stava facendo capolino una grossa nave da guerra.
    Lentamente, si fece vedere in tutto il suo splendore, seguita da altre navi.

    Einar: Per gli dei...

    Un'intera flotta stava per individuare le Drakkhr ancorate nella baia. Avevano il tempo di rispondere all'attacco? Avevano speranze? Quelle navi sembravano di discrete dimensioni, e dal comportamento dei guerrieri attorno a lui era chiaro che non erano schierati con i Varyag.

    Einar: Dharmuid. Sopravviveró.


    Edited by Mike Portnoyz - 2/3/2018, 22:37
     
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    Un rimando all'adolescenza di Einar tutto sommato gradevole da leggere, completamente differente dall'Einar attuale: spero seguano altre scene della stessa qualità in cui si segue passo passo il cambiamento psicologico del personaggio.

    CITAZIONE
    Scrittura 2 - Uno stile semplice ed essenziale, ma non per questo meno interessanti di altri.
    Interpretazione 2 - Il carattere dei personaggi è credibile, specialmente quello dei due ragazzi innamorati; lo stesso contesto familiare di Einar è reso nitidamente, come le descrizioni delle tradizioni della sua terra natale.
    Strategia 0 - Niente combat.
    Ambientazione 1 - Uno scorcio sulla vita di un giovane varyag in tutto e per tutto, davvero ben scritto; leggendo questa role e quella che ho valutato pochi giorni fa a mrx sembra di respirare l'aria di quei luoghi, tanto le descrizioni riescono ad avvicinarsi alla possibile realtà varyag pre e post guerra.
    Puntualità 1 - In mezza giornata hai sfornato una role degna di nota, si vede che eri molto ispirato.

    Tot: 6 Exp

    Valutatore: 1 exp + 100 gold
     
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