[Autogestita] Presente Passato

II° Parte, Prefazione Davmorn

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    Ancora una volta, una cappa di fumo infestava il retrobottega.
    Questa volta il logoro tavolo in legno non era colmo di dadi, spicci e macchie di birra schizzate qua e là: c'erano solo i tre borsoni, bottino della rapina di Davmorn, Dardan e Leon. L'ultimo è quello che siede ad un fianco del Malygos, il picchiatore Dardan se ne sta zitto quieto con lo sguardo perso: aveva rivelato poco prima che la madre era stata rapinata la mattina stessa, presumibilmente dai loro nemici.
    Dall'altra parte della stanza vi erano ospiti invitati dal giovane, non facenti parte del loro regolare gruppo. Riguardo il membro che mancava, proprio l'infame, c'era poco da dire
    C'è da dire poco Leon.. come ci hanno confermato poco fa, sembra che il gran bastardo ha preso la prima nave al porto. Non sarà qui oggi, né mai più
    Un momento di pausa, mentre osservava i due amici accanto a lui negli occhi
    C'è un motivo invece, se oggi vi ho detto di portare tutti i vostri soldi. Visto quello che è successo questi ultimi due giorni, forse sono più al sicuro portati sempre addosso ma in primis.. c'è una guerra da combattere, le guerre vanno finanziate! ---- aprì la zip del suo borsone, rivelando quel pacco di fogli così preziosi, legati con elastici
    Questi sono tanti, ma non sarebbero mai sufficienti a garantirci una vita lontano da qui, quell'idiota è stato troppo scemo per pensarci prima.
    A meno che non intendiate fare come lui, infilandovi in qualche buco che vi scavate da soli sperando non vi prendano.. siete liberi di prendere la vostra parte e filarvela.
    Estremamente serio, si concentrò specialmente su Dardan: compativa le sue emozioni di timore e rabbia, ma non era un momento in cui potevano permettersi di.. piangersi addosso, non porterà a nulla. Questa vita di merda tanto vale viverla con la testa alta, no?

    Ti dico che abbiamo fatto un errore, stiamo rischiando con gente bella grossa!

    Quanto grossa? chiese, con tono interrogativo persino nei confronti di se stesso ..Tortuga è un'anarchia, funziona così da tempo immemore a quanto ne sappiamo. Cosa definisce un "pesce grosso" da un pesciolino di strada?.. il numero? la pericolosità? lanciando occhiate verso i presenti sulla stanza al di fuori del gruppo.
    Era proprio la loro presenza ad essere parte integrante dell'incontro

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    Si mosse da lì, raggiungendo l’altra parte della stanza: stretta di mano e due baci sulla guancia per tutti gli adulti, usanza dalle loro parti. Salutò i più piccolini, facendo cura a non usare la ferrea stretta con loro.

    Questi due giovanotti qui.. indicando i fratelli: entrambi erano alti sul metro e ottanta, uno aveva il volto ricoperto da una barbona nera mentre l’altro, decisamente più piazzato, dei curiosi basettoni. Uno stile decisamente ridicolo a primo impatto, ma non scommetto ridereste davanti questa faccia da carcere. forse li avete già visti giù in quartiere, Leon li conoscerà di fama..
    Diede una forte pacca sul deltoide del rissaiolo Loro sono i prodigi dell’est, da bravi strozzini muovono quasi tutti i quattrini da queste parti.

    Un’occhiata strana da parte di Dardan, malfidato giustamente nei confronti di usurai. A davmorn non era mai capitato di fare discorsi così difficili e rilevanti, ad un certo punto si era reso conto di come ormai, arrivato a diciassette anni già aveva la mente di un uomo. Ignorante, ma intelligente, possibilmente anche un buon capo, anche se non era ciò che aveva in mente.

    Mi hanno avvicinato ieri sera e parlando un po, mi hanno fatto riflettere. Perché, se siamo i più forti nella nostra zona, non ci uniamo.. specialmente se abbiamo contro dei figli di puttana in comune?

    Vuoi dirmi che.. hai scoperto chi sono?


    Mosse orizzontalmente il capo sancendo la risposta, mantenendo tuttavia un ambiguo ghigno sul viso. E’ per questo che oggi con noi i due piccoletti!.
    Flettendo le ginocchia si abbassò, tenendosi con i talloni ben fissi al suolo al loro livello di altezza. All’unisono, estrassero lame più lunghe delle loro mani dalle cinte, piroettando in un giocoso movimento gridando i loro nomi da battaglia. Blade!Han!. Come i bambini che fingono di giocare alla guerra per divertirsi… il fatto inquietante è che questi bambocci la facevano per davvero, la guerra. Li osservò brevemente, provava pena osservando quei capelli lunghi ed unti, disordinati e già colmi di forfora: piccoli visi colmi di fuliggine o macchie qua e là, vestiti in brindelli logori

    Il Malygos aprì la sua borsa, afferrando mazzette di banconote che a malapena riusciva ad afferrare.
    Loro sono gli occhi della strada, sono sicuro che entro meno di un paio di giorni avremo le risposte che cerchiamo. Concluse dando loro il pagamento, rapidamente i ragazzini se ne andarono lasciando il resto del gruppo. Diede un bel po di soldi ai due “cravattai” Questo per voi e i vostri uomini. Qualsiasi armi vi servano, potete affidarvi a Nathiel.
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    Rivolse la cifra più alta proprio verso quest’ultimo, per poi dargli una forte pacca sulla spalla. Era il più cresciuto lì in mezzo, l’esperienza nel campo era stampata sul suo viso, adornato da espressione ingrugnita e numerose cicatrici
    Lui è il ricettatore di fiducia, vive qua vicino, quindi strategicamente fra il centro ed il quartiere. Da oggi in poi i suoi affari sono i nostri, dato che chi ci vuole morti ha fatto incazzare anche lui. Così come per i due ragazzi qui presenti. Se ognuno prende bene il proprio numero.. disse, scagliando una freccetta che aveva fra le mani dritta nel centro ..i soldi verranno lisci come l’olio.
    La condizione è semplice: da oggi in poi ci alterneremo in ronde, con un orario già stabilito, per mantenere la sicurezza sul quartiere. Da oggi in poi nessun abitante della zona est deve essere rapinato, toccato o percosso. Chiunque teniate per il collo che non sia un criminale..
    Rivolgendosi ai fratelli Lasciatelo stare, per il bene del gruppo. I soldi che v’ho dato mi sembrano abbastanza.
    Aggiungendo quel pizzico di dialetto ebbe il risultato che voleva, facendosi capire alla svelta: oltre che svegli questi due erano anche inclini a collaborare. Un ultimo giro di bevute per i presenti, poi i tre gruppi uscirono dal locale prendendo tutte quante direzioni diverse.

    Leon e Dardan, adesso che potevano parlare alle spalle dei nuovi membri, subito questionarono Davmorn sulla credibilità
    Ma sono seri questi? Siamo sicuri che adesso che hanno i soldi non se la fileranno via, ignorandoci?

    Quante storie.. a volte voleva essere il capo, in tutta la sua ignoranza capiva persino da se da essere molto più sveglio dei suoi compari.
    Guardate che non dico cazzate. Li ho incontrati ieri sera e ne abbiamo già parlato, per lo più Nathiel è nel giro da prima che eravamo nati.. sa bene da che parte “tira il vento”. Poi non vedete? Invece di venire con noi qua nel quartiere, sono già andati a cercare uomini per la protezione: vivono in buchi di merda come noi, se c’è un flusso costante di soldi perché dovrebbero tradirci!
    […]
    Il viaggio a piedi proseguiva, il passo veloce dei tre li aveva condotti già nel quartieraccio ma la discussione ancora non si era placata; i due sembravano essere sempre meno convinti, facendo via via sempre più domande di ogni tipo. Finchè..

    Un conto essere in una banda di ragazzetti, ma qui si parlerebbe di una decina di persone coinvolte. Praticamente, un’Associazione disse il Malygos, strappandogli le parole di bocca un po nervosamente, intenzionato a tagliare corto.
    Di tutta risposta, con tono a presa in giro passivo-aggressiva Dardan sbottò
    E certo, e non daremmo fastidio a nessun pesce grosso, vero???

    Interruppe la svelta camminata, voltandosi e divaricando le narici tanto era palpabile la tensione nel dialogo. A denti stretti, lo fissò dritto nei marroni occhi
    Fastidio? Ti sei guardato intorno?? Non c’è un cazzo qui!! indicando le masse di rifiuti ai bordi di strade sterrate, colme di fossi causati dalle intemperie. Con l’altra mano indicò la massa di baracche, costruite una accanto l’altra, tenute saldate da lamiere arrugginite. Abbassando il tono di voce, si avvicinò faccia a faccia con i due
    Ammettetelo, alternative non ci stanno, altrimenti non avreste portato i vostri soldi prima. Fuggire non era un’altra opzione, i soldi di un colpo non sono i soldi di una vita.
    Fu in quel momento che i suoi compagni smisero di rispondere, annuendo silenziosamente per poi congedarsi, ognuno a casa sua.
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    Davmorn prese sonno tardi, fantasticando suoi piani per quello che ormai era “futuro prossimo”. Sentiva tranquilla l’idea di non dover lavorare più per nessuno, allo stesso tempo sentiva ancora la paura verso gli uomini che lo volevano morto. Skjor sarebbe stato vendicato, fosse l’ultima cosa che faceva in vita sua.

    Già dall’indomani qualcosa era cambiato: si affacciò dalla finestra e notò un paio di uomini sparsi per il lungo viale, tutti vestiti di nero e dall’aspetto belli tosti. Scendendo in strada, i più vicini a lui lo salutarono con un gesto ritornando poi alla ronda. Niente male pensò compiaciuto mentre osservava, riconobbe la maggior parte di loro, tutti ragazzi che vivevano massimo a pochi isolati; chiunque adesso ci avrebbe pensato due volte prima di venire a pedinarli
    Davmorn a differenza di tutti questi omuncoli però ci credeva veramente in dei valori ed in ciò che stava creando: il vantaggio di vivere in una zona, così povera da essere tagliata fuori da affari criminali, era poter fare la propria mossa per primi. Perché incutere timore nei comuni passanti, molti dei quali innocenti, anziché simpatia? Perché intralciarsi negli affari a vicenda, quando si potevano ungere più mani in pasta?
    Scese in campo di persona, incontrandosi con i due soci e presidiando le zone; aiutarono diverse signore a riportare la spesa. Il Malygos pagò due uomini sostituendoli per una decina di minuti, mentre andavano in centro a comprare un pallone: incominciarono a fare dei semplici passaggi l’un l’altro per la strada, bambini timorosi si affacciavano. Quando uno di loro scese, ecco lì tutta la combriccola di piccoletti: fece un sorriso, fece tre palleggi di fila (il massimo che potesse riuscirgli a dire il vero, non essendo portato) per poi passare la sfera di cuoio in lontananza.
    Per la prima volta, gli schiamazzi di felici bambini rallegravano le polverose e desolate strade, generando una lieve aura di malinconia. Qualcosa stava cambiando nella zona est, chissà se i nemici se ne erano già accorti e stavano, apparentemente, quieti per questo motivo.

    Il giorno successivo, puntuali come una cambiale, alle prime luci del mattino quei due malconci ragazzini stavano nel suo quartiere. Dardan e Leon lo avevano svegliato a forza di sassolini sulla finestra, facendolo preparare in fretta e furia per poi scendere: scese ancora una volta la scalinata, mettendosi poi nuovamente sulle ginocchia all’altezza dei piccoli.
    Le labbra bisbigliavano nel suo orecchio quasi facendogli il solletico; tante informazioni riassunte in una quindicina di secondi, seguite da un rapido dileguo.
    Dunque, abbiamo rapinato la bisca dei cosiddetti Falchi. Il gruppo conta una ventina di membri e tre capi: non sono molto numerosi ma controllano il mid-east da decenni, facendo tutte le possibili attività in quella zona. Prendono tanti soldi da giochi d’azzardo, retrobotteghe e..rapine..
    Andiamo bene.. commentò desolato Dardan. Con gli occhi stupiti, Leon chiese Ma chi sono quei ragazzini? Come fanno a sapere tutto questo? Cazzo all’età loro anche noi eravamo angioletti!

    Davmorn riflesse per un attimo mentre osservava i gracili e bassi corpi, ormai svelti puntini in lontananza
    Mai sentito parlare dei “Pupi abbandonati”? si voltò incontrando lo sguardo dei due: per quanto il nome potesse sembrare ironico, l’espressione di Davmorn era abbastanza seria da non farlo sembrare uno scherzo. Proseguì
    Così li chiamano da ‘ste parti. Vicino al porto c’è la loro comunità, stanno così male da vivere in sacchi di coperte, riparati dal vento da lamiere..
    Sono bambini di svariate etnie: la maggior parte sono sfollati dell’impero da tutte le parti del mondo, mentre alcuni sono schiavi di Shal’aira fuggiti dai campi. “I pupi” locali sono per lo più abbandonati da criminali pericolosi o da padri che non li volevano.

    Dalle ceneri del degrado emergevano questi occhi e orecchie, vigili nella strada ventiquattro ore e sette giorni, disponibili per chiunque pagasse la giusta cifra; anche il tuo nemico.
    Tuttavia, campando di furtarelli e rapine questi gruppi zingari erano disprezzati da quasi tutti i criminali locali, diminuendo le possibilità di “fuoco amico”.
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    Edited by Mad4Opps - 11/4/2018, 05:03
     
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    Le ore trascorsero dopo la visita rivelatrice, la mente del Malygos architettava piani su come approcciarsi piano piano alla zona dei Falchi mentre svolgeva mansioni per il quartiere: si era portato un paio degli uomini dei fratelli con sé. Ripulire parte del degrado in cui si viveva comprendeva inevitabilmente affrontare la prostituzione, mestiere più antico del mondo: non potevano certo impedirlo, togliendo il pane a parecchie famiglie nella zona, tuttavia era il caso di quantomeno celarlo.

    *toc toc toc*
    Le nocche di Davmorn risuonarono, facendo già presagire pareti sfondate o riempite di cartone: il gruppo si trovava dinanzi ad una casa da cui era stata sfollata una famiglia circa dieci anni fa, ora nota per essere letto di pre-morte per ubriaconi e tossici.
    - - La risposta non arrivò, non appena il Malygos appoggiò la mano sulla porta però essa si aprì, rivelando il chiavistello distrutto. Incerto di quello che poteva piazzarsi dietro quella porta il ragazzo teneva un pugnale celato nella manica, mentre i due uomini della sicurezza già armeggiavano con dei sfollagenti.
    In un combattimento avrebbero fatto faville, eppure non era quello lo scenario che si rivelò: non appena si richiusero dietro la porta, ormai tale solo per formalità, vennero assaliti da un tanfo insopportabile. Soffocò due conati mentre constatava che uno di quei drogati del cazzo aveva defecato poco distante da lì: piegò il mento verso il basso cercando di riparare le narici, mentre entrava nella sala principale dell’edificio.

    Un tavolino di vetro intorno ad un paio di poltrone, un paio di quadri ed una scalinata che portava ad un minuto ripostiglio; sembrerebbe la descrizione di una casa, anche troppo ottima per essere la periferia di Tortuga.
    Il tavolino era sfondato, i cocci sparsi qui e lì accanto ad alcuni stesi sul suolo, troppo fatti per reggersi in piedi: i quadri erano resi irriconoscibili e scarabocchiati da chissà quale molesto stato fisico, la piccola scalinata era dove i pochi “coscienti” erano seduti intenti al consumo delle loro rispettive sostanze.
    Il Malygos manteneva l’espressione estremamente seria, da queste parti era da anni che aveva a che fare con certa gente, che a malapena realizzava di stare in piedi sulle sue gambe: sguardo saldo e pugno pronto, alzare la voce rendeva anche il concetto più forte.
    Cari signori.. chinandosi afferrando uno per i vestiti, svegliandolo con due forti ceffoni fuori dalle palle! dando inizio al rapidissimo ed altrettanto efficace sfollamento. L’unico che provò ad opporre resistenza si beccò una pedata sul didietro da un uomo degli usurai, ruzzolando per la scalinata dell’uscio. Lasciò il posto in fretta affidandosi ai due, ai senzatetto che si erano mostrati gentili era stato offerta qualche birra in cambio della pulizia del posto.
    Davmorn trovò i fratelli a dialogare con la madama delle cortigiane, facendogli offerte che non poteva rifiutare riguardo la divisione dei guadagni: nulla su cui il Malygos avesse da ridire, nessuno le obbligava a fare la vita che loro facevano, la neo-organizzazione però le avrebbe obbligate a pagare.
    Un passo alla volta, da quel misero baracchino rimesso in piedi per scopi di lusso a blande pulizie per le strade, la periferia Est della penisola si avviava davvero verso un cambiamento; in particolare le strade accanto alle loro abitazioni.
    A distanza di una settimana si vedevano quasi regolarmente bambini giocare a pallone, comitive di ragazzi e anche di uomini adulti; i più vecchi del mestiere nel quartiere non sembravano contrari, avevano anzi espresso gratitudine nei loro confronti per la pulizia delle strade.
    Questo non era esattamente ciò che scorreva nella calcolatrice mente di Davmorn in questo momento; sedeva ad un tavolo con entrambi gli strozzini a casa di Nathiel. Gli otto occhi erano puntati su un’improvvisata mappa su fogli di carta, riguardante uno scambio di armi: tra un paio d’ore, nell’estremo della zona limitrofa fra il loro quartiere e la zona dei falchi, ci sarebbe stato uno scambio di interessanti ritrovati bellici.
    Il tempo di pavoneggiarsi era terminato, il giovane assieme ai suoi soci vecchi e nuovi era riuscito a potenziare il suo quartiere, creando una vera e propria fazione in campo. La soffiata dei Pupi non menzionava le altre fazioni in gioco, ma sicuramente erano proprio i loro nemici che rimediavano l’arsenale per farli fuori. Nathiel, colui con più esperienza, elaborò per l’ultima volta il piano
    Cerchiamo di fare una cosa discreta; se dobbiamo spargere sangue che sia rapido, non possiamo fare guerriglia come fosse casa nostra. L’incrocio fra più vicoli può aiutarvi a far perdere le tracce, andiamo!

    Si chiusero dietro la porta di casa, arrivando al portone c’erano Dardan e Leon ad attenderli: i sei proseguivano a testa bassa e passo svelto nelle vie, mimetizzandosi fra le svariate figure che circolavano. Un paio di guardie assoldate dai fratelli si trovavano nei pressi dell’incontro, pronti ad intervenire.
    Nemmeno cinque minuti ed i sei, arrivati ormai all’incrocio si divisero in due gruppi da tre, puntando a sorprenderli da più lati. Davmorn facendosi quatto quatto avvicinò prima l’orecchio, poi incominciò a sbirciare la destinazione: ad una quindicina di metri da lui un solitario si mordeva le unghie con una mano, reggendo un pesante borsone con l’altra.
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    Un suono alle sue spalle lo fece trasalire, si tolse dall’angolo voltandosi di scatto e trovandosi un completo sconosciuto davanti: all’incirca dieci anni più grosso di lui, una ispida barba ed una faccia poco curata lo osservavano. Prima che il tipo riuscisse a chiedergli cosa diamine stesse facendo sull’uscio di casa sua, Dardan fu essenziale: lo afferrò da dietro tappandogli subito la bocca, stringendolo poi in una potente sottomissione.

    La differenza di massa corporea si fece sentire, lo sconosciuto svenì in pochi secondi senza fiatare. Quell’idiota era un problema inaspettato, un’inutile perdita di tempo a cui bisognava rimediare in fredda. Il ragazzo non aveva calcolato eventualità dal genere, ma fu abbastanza sveglio da inventarsi qualcosa. Afferrò dalle spalle il tipo senza conoscenza, trascinandolo dentro il suo portone ed occultandolo; fece poi un gesto al suo compagno Leon

    Al mio segnale. gli disse sottovoce, lo scassinatore tirò fuori una balestra leggera e il suo fedele grimaldello, chiudendosi dietro il portone dello sconosciuto. Viste le sue abilità da cecchino forse, questo povero sfigato che usciva a zonzo era stato un vantaggio per il gruppo.
    Affacciandosi nuovamente notò altri tre ragazzetti che accompagnavano un signore, dall’aria vagamente familiare: in pochi secondi si rese conto di trovarsi davanti l’omicida del suo amico Skjor. Fremeva di vendetta con le mani tremanti, mentre sentiva il dialogo..

    E dai! Ti proponiamo d’abbassarle, e tu alzi la voce? Mica stai a casa tua biondino!

    Non capì perché e non capì come, dato che era impegnato a preoccuparsi di uno sconosciuto alle sue spalle, ma nel frattempo si era perso non solo l’arrivo dei nemici ma anche un diverbio infiammarsi. Il tipo che insisteva su uno sconto partì con un ceffone sopra il solitario, che dal canto suo sguainò immediatamente un’arma bianca puntandola contro i quattro.
    Il signorotto non sembrò spaventato, anzi estrasse una mannaia scagliandosi in una carica frontale verso il trafficante: Dav non aspettava certo di vedere l’esito di quella battaglia, ma il momento era propizio per agire indisturbati. La potenza del branco prevalse sul biondo, proprio mentre cadeva a terra però si realizzò l’attacco combinato delle truppe dell’est: senza alcuno strumento di comunicazione, come prima intesa erano riusciti a generare un assalto da guerra.
    Dalla finestra della casa dello sconosciuto messo K.O, Leon sfruttò la posizione sopraelevata per sparare un dardo dritto al collo di uno dei ragazzetti. Nathiel sbucò assieme ai suoi fratelli e tre uomini, tutti quanti armati di manganello si fiondarono sugli altri due ragazzi cogliendoli di fianco: come una sferzata di cavalleria, partì il terrificante suono delle botte da sfollagente.
    A Davmorn spettò un momento di meritata soddisfazione per la vendetta, vedeva quel 50enne gridare verso i suoi sgherri atterrati mentre gli dava le spalle.

    Con una mano lo afferrò dalla spalla tirandolo a se, con l’altra lo infilzò subito nel fianco destro: la rabbia scorreva incontrollata, violenti sbuffi d’aria gli uscivano dal naso mentre muoveva avanti e indietro l’arto. Ancora, ancora, ancora e ancora.. lo penetrò nella stessa zona una decina di volte con quel punteruolo da strada, stringendolo sempre più forte man mano che la vita abbandonava il suo corpo e il sangue grondava a terra.
    Questa è per Skjor..figlio di.. si soffermò a guardare il viso, realizzando solo ora che la vittima non era il carnefice del suo amico. Era estremamente simile anche ora nel viso, se non fosse per quel naso allungato: conscio del fatto che era la banda dei nemici, sperava vivamente di aver ucciso un parente dello schifoso verso cui bramava vendetta.
    Si alzò di scatto e incominciò a correre, distogliendo Nathiel e gli altri dal pestaggio di quei due ormai malconci e gonfi di lividi.
    NDIAMOO!! e via ancora una volta, una delle tante, in cui in mezzo ad una giungla di baracche si muovevano abili come scimmie fra i gorilla.
    Dopo nemmeno venti metri si accorsero di qualcosa che non andava, alle loro spalle c’era almeno il doppio di loro a rincorrerli: Nathiel fu provvidenziale, estraendo apparentemente due palline e lanciandosele dietro.

    In pochi attimi si formò una nube dal colore grigio-verdastro oscurandoli, a giudicare dalla densità del fumo, era probabilmente una bomba tossica sperimentale. I mezzi della guerra cambiavano giorno dopo giorno, chissà dove sarebbero arrivati prima o poi: ma la guerra.. la guerra non cambia mai[cit.]
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    La notte era passata, le armi erano state nascoste da Nathiel nel suo covo senza problemi. Anche lui era presente oggi nello stradone sotto casa sua, assieme a tutti i soci della nuova organizzazione territoriale: c’erano anche un paio di uomini in più, tutti quanti si aspettavano una ritorsione.
    I Falchi erano pur sempre dei pesci, seppur non troppo grossi, abbastanza da alimentarsi negli acquitrini di Tortuga; non erano così stupidi da provare una guerriglia a loro volta, nemmeno così stupidi da rimanersene con le mani in mano però.
    Non vi fu alcun problema nella zona est in quelle ore, ad eccezione di un barbone che era era stato allontanato senza bisogno di percosse.
    Mentre scrutava i suoi dintorni discutendo con Leon del furto di armi, notò la dozzina di bambini del quartiere avvicinandosi correndo a lui, lamentandosi del pallone rotto. Alcuni frignavano, sorprendendo il Malygos per quanto fossero attaccati a quel gioco: ma in fondo si ricordava bene anche lui, la noia del rimanere costantemente a casa tua, persino con un coprifuoco.
    E va bene dai! Ve lo vado a prendere! venne una guardia con lui, giusto per sicurezza, ma un avvenimento così frivolo non poteva comportare nulla di pericoloso.. o no?

    Una decina di minuti di cammino ed erano arrivati al termine della zona; il fatto di non trovarsi nella zona dei Falchi abbassò troppo la guardia, facendogli sottovalutare l’ordine dell’anarchia.. facilmente infranto. Mentre osservava il gruppo di palloni di cuoio, si voltò giusto in tempo per notare qualcuno che a passo svelto era arrivato corpo a corpo: eccolo lì il bastardo che aveva ucciso Skjor, a muso imbruttito ed appiccicato a lui.
    questa è per mio fratello, giuda!
    Fu troppo veloce per il ragazzo: venne afferrato con una mano, con l’altra una lama di gran lunga più affilata della sua gli perforò l’addome tre volte.
    La differenza di esperienza fra il giovane Davmorn, che una manciata di ore prima aveva pugnalato spietato più di dieci volte un cristiano dissanguandolo, con la cattiveria ed il modus operandi di uno sgherro inveterato: quei tre colpi furono abbastanza per farlo piegare su se stesso.
    In qualche rissa era stato tagliuzzato qui e lì, ma aveva avuto sempre la meglio: mai aveva subito un attentato alla sua vita così, mai aveva subito un dolore simile.

    La guardia affianco a lui non fu abbastanza veloce da interromperlo, ma intervenì in tempo per evitare la quarta: con un gancio in faccia lo fece allontanare, ma nonostante i 45 anni il criminale non aveva perso la sua agilità. Come un cliché dei peggiori film americani, il Malygos si toccò la ferita osservando la sua mano completamente rossa: sentiva il logorante dolore mandargli in pappa il cervello, non poteva permettersi di abbattersi e svenire. Concentrava il chakra intatto nel suo corpo, a differenza della salute: appoggiò quella mano sulla ferita immediatamente, attivando il flusso curativo.
    Con il sostegno della sua scorta, faticò ad incamminarsi lentamente verso casa
    Ti porto da Luk giù al quartiere, lui è un medico!
    Le parole gli risuonavano vuote, la vista iniziava ad appannarsi e perdeva energia: si rese conto che non riusciva a stare in piedi e mantenere il chakra contemporaneamente. Senza opporre resistenza venne preso in spalla dall’uomo, ben più grande e forzuto di lui, sicuramente in grado di muoversi più di lui in questo momento.

    Nonostante lo sballottamento riusciva ad utilizzare l’acqua ora, lenendo le ferite mentre a testa in giù incontrava gli sguardi dei passanti, indifferenti al suo stato fisico.. non che lo stupisse
    pensava fossero. Nella poca lucidità rifletteva stupito sull’aiuto del tale che lo reggeva, di cui non conosceva nemmeno il nome. L’accozzaglia di uomini dei fratelli Pilck, così come loro stessi, sembravano persone completamente vuote e stereotipate, raggruppate in due tipi: il primo tipo è ignorante come una zappa, se ne vanta quasi mentre fa chiasso senza limite. Il secondo tipo invece, è più chiuso standosene sempre sulle sue a brutto muso, pronto ad avere problemi.
    Era confortato a pensare che tra quella gentaccia, almeno qualcuno con un pizzico di empatia ci fosse.
    Sta finendo.. il chakra.. disse, causando un incremento di affanno del respiro dell’energumeno: percepiva il fiatone, pur quanto fosse possente la distanza lo stava rallentando inevitabilmente. Sputò un po di sangue gorgogliando, per poi chiudere lentamente gli occhi via via che il flusso diminuiva.. svenne tra le braccia dell’uomo.
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    Riprese conoscenza sei ore dopo, trovandosi seduto appoggiato allo schienale di un letto. Provò a muoversi lentamente ma, non appena provo ad alzarsi la parete addominale si contrasse in uno spasmo, simile a quello del rigurgito. Cacciò un grido osservando delle bende nere che tenevano saldi quei buchi, ancora lievemente sanguinanti: si accorse dalla finestra che era notte fonda, non sapendo nemmeno dove si trovava non poteva far altro che attendere.
    Sonno non gli veniva, troppi erano i pensieri: concentrava il suo chakra un po alla volta, cercando di lenire le ferite non completamente curate mentre pensava.

    Fino ad ora la sua era stata la figura del capo, nei momenti di disgrazia altrui era stato lui a chiedergli di non farsi domande seguendolo nella sua impresa: eppure ora che era stato colpito a sua volta, letteralmente sulla sua pelle, era il primo avvolto da ripensamenti.
    Si chiedeva se il suo lampo di genio si sarebbe rivelato come una tomba per lui e i suoi soci, se davvero avesse fatto bene ad unirsi assieme a quelli che, tutto sommato, riteneva “persone di serie b”. Il suo orgoglio era abbastanza forte da farlo morire in una strada accoltellato, piuttosto di passare la vita nascosto, lasciando impunita la morte del suo amico Skjor. Era proprio grazie a lui, che gli aveva mostrato la via dell’acqua, se oggi era malconcio ma ancora vivo: nella tempesta di ragionamenti ovviamente, si chiese anche cosa fosse stato di lui se il quarto colpo avesse penetrato nuovamente la sua carne.
    I ragionamenti a cui lo portarono queste ore di riflessioni però, tirando le somme lo riportarono ai medesimi pensieri che ebbe la notte in cui parlo con gli usurai: si sentiva troppo a fondo nella faccenda per ritirarsi, a maggior ragione ora che era consapevole che sulle sue parole pendeva un certo peso. In fondo cosa aveva ancora fatto nella sua vita? L’unica cosa che lo distingueva dalla serie inferiore alla fine era la sua intelligenza: tuttavia, era difficile per chiunque notare l’intelletto in un ambiente pieno di reietti ai bordi della società. Un vantaggio contro i nemici, ma nulla che lo salvasse dal moralista giudizio della “gente normale”, che da queste parti ormai non esisteva più.

    Un giorno nuovo splendeva sul grigio quartiere, oggi la sorveglianza era al massimo e l’allegria sottoterra: i suoi due amici di infanzia lo reggevano da ambo i lati, aiutandolo a fare le scalinata. Alzando lo sguardo vide anche il resto della cricca, che tutta insieme si incamminò al passo di lumaca di Davmorn verso il famigerato retrobottega.
    Ci misero parecchio, il giovane si era sentito in imbarazzo nel rallentare il numeroso gruppo, allo stesso tempo gratificato dalla fedeltà anche dei nuovi membri. Si toccava spesso dolorante nel punto, guarito definitivamente solo dal suo talento curativo, camminava lento lento ma nel giro di qualche giorno sarebbe stato pronto: pronto per il campo di battaglia, pronto per rischiare di rimetterci le penne un’altra volta. Grazie a dio il suo intelletto era impeccabile nonostante le ferite, così come l’autorità delle sue opinioni

    E’ stato un errore, ma non accadrà mai più. D’ora in avanti tutti se ci si muove, ci si muove come oggi: tutti tranne le guardie di ronda. La guerra non è ancora finita, dobbiamo riorganizzarci.

    A questo proposito..
    intervenì subito Nathiel, impaziente di dire qualcosa a Davmorn: non era tuttavia il suo tempo, dato che una delle guardie arrivò dall’entrata, imbracciando un manganello
    Sta arrivando un gruppo di vecchiotti!
    Gli occhi si puntarono sul ferito giovane, facendogli intuire cosa doveva fare ed anche in fretta e furia: si chinò soffocando i gemiti di dolore spostando il tappeto sotto ad un tavolo. Aprì la botola segreta dei proprietari di cui era a conoscenza, nascondendosi all’interno: un vispo Leon richiuse mettendo in ordine il tappeto e piazzando una sedia nel punto mancante.

    Almeno una decina di persone entrarono rimanendo fissi sull’uscio della porta, il pavimento in legno scricchiolava sotto i loro piedi e sopra la testa del ragazzo.
    Allora siete voi, che fate tutto ‘sto casino in giro.. commentò dispregiativo un timbro di voce grave, estremamente familiare al nostro protagonista: Nathiel con l’età e l’esperienza dalla sua, rispose per tutti quanti gli altri
    Di che parli?
    Stai zitto te, de’ tuoi giri d’armi ne parleremo dopo! percepiva da lì sotto la cattiveria nel tono, con cui poi si dirigeva presumibilmente a Dardan e Leon I piccoletti qua non sanno stare al posto loro. C’abbiamo dato la lezione e non è bastata.. adesso voglio il figlio di puttana che ha ucciso mio fratello!
    E stavolta era rivolto proprio a lui, lo aveva capito: cercava di fare il minimo rumore possibile respirando, pregando dio che nessuno lì sopra cedesse all’orgoglio di far partire un combattimento.
    Mi piace come lavorate tutto sommato, siete precisi: da oggi l’85% è MIO.
    Avete un giorno da ora pe’ portare i soldi e l’amico vostro, più le cose nostre che avete rubato ieri. Sennò non sarà una, la madre che dovrà piangere un figlio..

    Un lunghissimo silenzio intimidatorio passò, poi il pavimento scricchiolò rumorosamente un’altra volta mentre i Falchi se ne andavano via.
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    Emerse dal suolo alzando con forza la botola, sbatacchiando la sedia a terra ed uscendone: le vene sulla fronte e la tempia sembrava dovessero esplodere, da un momento all’altro, in quel raptus di rabbia che coinvolse il ragazzo. Aveva ignorato il forte dolore alle costate quando risaliva, ma un colpo di palmo dato ad un’altra sedia gli urtò gli addominali: mascherò il dolore con un grido di effettiva rabbia, voltandosi verso i presenti.
    Fosse l’ultima cosa che faccio, li ammazzo.. dal primo all’ultimo!
    La mente annegava nell’adrenalina, tanti brutte azioni che poteva compiere verso i suoi nemici ma quale sarebbe stata la migliore? I suoi piani non erano certo beccarsi un’altra coltellata, ma se quello non l’aveva tirato indietro figuriamoci delle minacce.
    Una lezione ci avrebbero dato..così la chiamano.. estrasse la lama, stringendosela al centro del palmo sinistro e tagliando, facendo sgorgare il sangue a terra in onore al suo amico Skjor. Ormai la faccenda si era fatta da seria, sotto sotto erano ancora dei ragazzini ma adesso avevano un territorio sulle spalle, così come un gruppo di soci con cui dividere la sorte. La precedente rapina alla bisca era stato il casus belli, il torto che aveva generato più risposte e così via e così via.

    In quella rigida cerchia morale di Tortuga, i confini del giusto e dell’errato svanivano tra i sotterfugi e le pugnalate. Quello che avevano fatto i ragazzi era certamente da condannare, ma nell’ottica di Davmorn prendere una vita era sicuramente peggio: tanto erano arrivati a fondo in questa faccenda che iniziavano a dimenticarsi, dopo appena qualche settimana, perché erano arrivati a tutto questo.
    Non c’è giusto né sbagliato, esiste l’uno che detiene il potere e i restanti, lasciati a scorticarsi vivi per averne un assaggio. Di questa vita Nathiel sembrava esserne un pioniere; probabilmente non era la prima volta che il ricettatore veniva minacciato, tant’è che era lui adesso a guardare dall’alto il Malygos.
    Speravo non saremmo arrivati a questo punto, ma a quanto pare ho fatto bene. Accompagnatemi da una parte
    Arrivarono all’uscita e Davmorn fece ciò che in futuro sarebbe stato il suo solito: mettere su il cappuccio per camuffare la sua identità. Non sembrava esserci più traccia dei falchi, ma la strada ha più occhi di quanti se ne pensi.
    […]
    Nathiel salì a casa sua e scese velocemente con l’arsenale da guerra, l’intero gruppo si spostò in un’area vegetativa poco distante dal certo: rovi e piante non curate deturpavano quell’area di verde, ma mai quanto i rimasugli di sostanze illecite a terra ed armi di delitti, mai cercate.

    Scavalcano un arrugginito cancello arrivarono in un capannone abbandonato, quattro tipi loschi belli grossi li puntavano con lo sguardo da vicino l’entrata.
    Voi e gli uomini, aspettateci qui fuori. disse il ricettatore, rivolto ai fratelli Pilck e il loro esercito di sgherri, fece poi un cenno ai tre ragazzi di seguirlo all’interno dell’edificio. Le ragnatele decoravano le pareti, il terreno ripieno di sporco fogliame e macchie di sudicio, qualche rudimentale fiaccola illuminava l’area circostante: era tutto interamente vuoto, non fosse per un tavolo ed una cassa di notevole dimensioni al centro della stanza.
    Mentre osservavano ciò, Nathiel a bassa voce rivelò ai tre ragazzi che si trovavano lì perché Dobbiamo rimediare un'arma Un'altra? pensò fra se e se osservando il gonfio borsone, ma non ebbe tempo di domandarlo notando una presenza inquietante nella stanza.
    Accanto alla cassa vi era un uomo; Davmorn capì subito che era un pezzo grosso di Tortuga, ma non era stato abbastanza tempo nei giri da conoscere “Il Duca”, di cui aveva sentito le peggiori storie.
    Il tipo aveva tutta l’aria di essere un grande capo: alto poco meno del Malygos ma almeno due volte più largo. Un insieme di grasso e massa muscolare, avvolto in una giacca elegante color bianco panna che lasciava intravedere uno sfarzoso gilet: si scrocchiò le mani che, assieme al suo cranio, sembravano decisamente piccole su un corpo così massiccio. Percepì i minacciosi occhi posarsi su di lui un istante, ma era per lo più il più grande dei quattro che osservava: voltandosi un attimo, il giovane capì che probabilmente Leon e Dardan avevano ricollegato le leggende di strada all’imponente figura.
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    Vediamo la merce, signori.
    Coinciso e professionale, il tipo lanciò un’altra occhiata minacciosa a tutti i presenti, accedendosi una sigaretta di tabacco con quelle manone da gorilla. Il ricettatore aveva fatto chissà quanti importanti affari, per rimanere indipendente e mantenere alti contatti nel mercato nero, motivo per cui non attese e con estremo rispetto, con un pizzico di timore quasi si chinò su un ginocchio a terra. Sfilò il borsone dalla tracolla e lo mise a terra, aprendolo e mostrando il suo interno: era colma dei peggio gingilli, ma Il Duca non sembrava fidarsi. Per farsi strada tra i più grossi di Haven in fondo, non puoi fidarti nemmeno del tuo stesso sangue: nonostante l’imponente stazza si chinò senza problemi, afferrando il tutto e incominciandolo a svuotare pezzo per pezzo sul tavolo di legno.
    Onestamente Davmorn si aspettava in più, ma in fondo per quanto fosse muscoloso Nathiel era impossibile avesse portato più di un paio di armi bianche, o peggio pesanti: al contrario nel borsone non vi era una sola arma da taglio, c’erano solo parecchie balestre ed un paio di moschetti. Lanciò un’occhiata più approfondita a quelle armi, molto rare e costose: la prima volta che le aveva visto era da piccolo, quando veniva sfruttato lavorava sulle imbarcazioni, fra i temibili scogli di Haven era regolare per un lupo di mare averne una. A terraferma erano un pezzo più unico che raro fra i criminali medi, ogni tanto si ritrovava qualcuno con i pallettoni ancora in corpo, ma in quel caso era perché aveva fatto incazzare qualcuno di grosso. Qualcuno come il duca, che compiaciuto osservava tutte le armi a distanza

    Qualcuno vuole farvi male sul serio.. disse schioccando le dita, facendo entrare due dei ceffi ad aprire la cassa Niente che l’Arma non possa sistemare no?

    Se l’hanno creata gli imperiali, almeno buona ad ammazzare deve essere!


    Condividendo una sadica risata con il boss, mentre cercava di entrare ancor più nelle sue grazie: fu proprio in quel momento che il Malygos si fece un paio di domande, con maggior serietà. Perché si rivolgevano in modo così strano quando parlavano di quest’arma? Soprattutto, che dannato ordigno poteva essere così grande? Gli uomini forzarono la cassa con un piede di porco, rivelando la forma quadrangolare completamente avvolta da un telo nero: non era un qualsiasi telo, c’era qualcosa di strano nel tessuto, non avendolo mai visto Davmorn non poteva sapere che quello era materiale ignifugo.
    Ha dato non pochi problemi, ma eccovelo qua.
    La copertura venne tolta, rivelando una spoglia gabbia con un uomo all’interno, ammanettato ad un palo completamente nero, visibilmente arso dalle fiamme e interamente deturpato dalla fuliggine. Alzò la testa rivelando l’iride colore bianco perla, chiaramente distinguibile dalla sclerotica: in pochi secondi spalancò la bocca come fossero fauci di un drago, pronto ad urlare. Prontamente e con una velocità fuori dalla media, Il Conte infilò la tozza mano fra le sbarre, infilzando una siringa nel suo collo e premendo giù: “l’Arma” si paralizzò, così come le sue espressioni facciali durante la puntura, per poi riabbassarsi giù sbattendo la testa sul palo.

    Uno degli uomini del pelato si avvicinò, mostrando una confezione con quattro aghi e altrettante boccette dentro.
    Quando è così, fa male solo a chi gli dite.. ogni sei ore circa fategliene una, ce n’è una in più per emergenza.
    Avete ventiquattr’ore a partire da ora per riportarlo qua.


    Soffermò il suo sguardo un paio di secondi su tutti, mentre l’altro suo uomo liberava dalle catene l’arma. Congedò i quattro senza salutarli: non c’era bisogno per un pesce così grosso di perdere tempo in minacce; chiunque sapeva a cosa andava contro se non rispettava i patti, chiunque non voleva nemmeno immaginare le conseguenze di ciò.
    Nathiel tirò fuori dalle tasche un cappuccio integrale scuro come la pece, lo stesso che si utilizza per le esecuzioni: lo mise all’uomo apparentemente in stato di trance, mettendoselo a braccetto insieme a Dardan. Uscendo tutto il gruppo si riconciliò, la direzione era nuovamente il retrobottega: non vi fu furono domande o dialoghi nel tragitto, tutti sembravano sulla sua mentre gli occhi verdi del Malygos non si staccavano dal ricettatore.
    Arrivati nuovamente al retrobottega, dove misero a sedere il nuovo ospite togliendogli il cappuccio, cercò subito l’attenzione del trafficante.

    Potevamo almeno parlarne prima.. le armi potevano essere un bel diversivo per avvicinarci a loro. Poi, vuoi veramente dirmi che questo.. vale tutto l’arsenale?
    A tono alto, senza paura di essere udito dal tipo verso cui si voltò ugualmente: ricambiò con il suo vitreo sguardo, ma non sembrava esserci alcuna espressione sul suo viso, completamente spento. La sua corporatura era atletica, non dava l’impressione di saper pestare; la pelle più scura sanciva le origini dalle terre desertiche, lo sguardo spento distoglieva l’attenzione dalla faccia segnata dalle battaglie.
    Ringrazia la siringa, saresti già concime se capisse qualcosa.
    Tirò fuori dalla giacca una sigaretta, portandosi a braccetto il giovane dall’altra parte della stanza
    Non si sa il suo vero nome. E’ arrivato in città da una settimana, Il Conte l’ha comprato da un’arena[..] a quanto capì dalla spiegazione, egli era in una squadra di dinamitardi di Shal’Aira: dopo un attentato ai danni dell’impero venne catturato e torturato, nel corpo e nella mente, per chissà quanti anni.

    Avendo raggiunto l’intelligenza di una patata a seguito di ignote e vili torture, il suo corpo privo ormai d’anima era stato venduto alle arene, per il gusto del sadico pubblico.
    Tutti i soldi puntati su di lui non erano abbastanza per coprire i danni che causava, crepando il terreno e facendo saltare in aria gli spettatori. Questo è pazzo.. indicandolo.. Sa solo rispondere agli ordini e attaccare, come un cane..
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    Durante tutte le sue parole, Davmorn non aveva mai smesso di guardare quel poveraccio. Una morsa alla gola gli impediva di rispondere: era già da un po di anni che era conscio, di aver oltrepassato la linea ed essere diventato un brigante, ma c’era ancora qualcosa in lui che lo convinceva. Qualcosa che gli confermava di essere diverso dall’accozzaglia di poco di buono, un sentore di quella che sarebbe stata la sua futura vita da avventuriero: ma cosa era adesso? Buono? Cattivo?
    Se aveva un motivo come la vendetta, prendere una o più vite non era nulla che gli pesasse sul carico, ma se prendere quelle informazioni dai bambini già lo aveva destabilizzato, sfruttare un povero pazzo lo turbava. Si scolò un boccale di birra accompagnato da una saltuaria sigaretta, cercando le alternative che non c’erano: purtroppo quello era un pazzo, dannatamente forte e necessario per qualsiasi cosa il ricettatore avesse in mente. Le ore prima dell’attacco le passò affianco a Leon e Dardan, per lo più in silenzio; anche durante la discussione del piano lasciò carta libera al più vecchio, affidandosi all’esperienza nel mestiere.

    Una mezz’oretta prima dell’orario prefissato, osservò uno dei Pupi entrare quatto quatto: Nathiel era impegnato a parlare con i fratelli Pilck non vedendolo, il Malygos colse l’occasione per andargli vicino subito con una coppia di monete in mano. Gli sfregò una mano sui capelli, manifestando un po di empatia per quel piccoletto: per quanto gli dispiacesse ciò che stava per fare, era costretto dalla guerra a cui stava partecipando. Si ripromise fra se e se, l’ultima volta che sfruttava i frutti del male, che Tortuga non esitava ad offrire ad un giovane senza altre prospettive che la violenza.
    Piccoletto! Che ne diresti di farti un giro dalle parti dei falchi? magari era proprio da lì che veniva, ma il furfantello non esitò a raccattare la moneta offertagli. Aggiunse Se mi trovi il capo e mi dici dove sta, ti prendi anche tutte queste! porgendogliene un altro paio, scaturì nel ragazzino un sorriso. Incominciò a correre a gambe levate su quegli sporchi e logori sandali: Davmorn aveva bisogno delle ultime informazioni, sapeva che il boss dei Falchi non si sarebbe esposto in prima persona nel luogo dello scambio, per tale motivo non voleva riservarsi brutte sorprese.
    Oltre che per Skjor, la vendetta ora era anche una faccenda personale.

    La mezz’oretta passò, proprio quando il gruppo doveva incominciare ad incamminarsi entrò nuovamente il malcurato ragazzino dai capelli unti, avvicinandosi ancora una volta all’orecchio del pagante dandogli le informazioni che cercavano.

    Il capo sta in un giardinetto con i membri più giovani del gruppo. Io, Leon, Dardan e due uomini della sicurezza pensiamo a lui, pensate di farcela voi altri? Vi reggete in piedi dopo tutto st’alcool?
    Commentò leggermente sprezzante la poca professionalità del gruppo; i fratelli Pilck ed alcune delle loro guardie in effetti sembravano alterati, Nathiel invece doveva bere da gran lunga più di loro data la lucidità e prontezza con cui rispose
    Figuriamoci, basterebbe l’Arma da sola..
    Con forza alzò dalla sedia il poveraccio dopo avergli fatto una puntura, stringendoselo a braccetto come un fratello minore incapace di intendere e volere e portandoselo fuori: il gruppo si divise con la parte più numerosa che andava al luogo di scambio e l’altro che andava dal Boss dei Falchi.

    Aveva udito nei suoi pensieri blaterare qualcosa, ma sapeva bene che il piano non era elaborato quanto il furto di armi precedente: non voleva ritrovarsi in mezzo ad uno scenario così pericoloso. Trovava comunque un minimo di onore nel lottare per la propria vita con quei punteruoli, ma non lo trovava in quella carneficina che sarebbe accaduta. Bombe ed esplosivi erano la rovina dei veri combattimenti, figurarsi i moschetti sempre più voluti nelle guerre di strada.
    Percorreva quei dieci minuti di strada che sembravano non terminare mai: quelle ore passate con la birra in sua compagnia lo avevano tranquillizzato, ma non appena aveva rimesso piedi per quelle sudicie vie il suo cuore aveva ricominciato a battere forte.
    Uomo, ho bisogno che chiudi l’entrata del giardino mentre noi andiamo avanti. Leon, mi serve il tuo occhio, nella loro zona sicuramente avranno qualche tiratore a proteggerli. La zona è in una piazzola, sfrutteremo vicoli diversi per non attirare troppa attenzione.

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    E così fu; a Dardan non aveva dato nessuno specifico ruolo, si aspettava che una volta individuati dai nemici avrebbe incominciato a menare le mani. Si affacciò dalla fine del muretto, individuando da subito la piccola area verde: c’era il bersaglio intento a parlare con tre ragazzi, qualche annetto più piccoli di Davmorn stesso. Alzando lo sguardo beccò in poco il cecchino: l’unica finestra aperta fra quei fatiscenti palazzi ed un uomo armato di arco che vi si affacciava. Il colpo furtivo dello scassinatore fu magistrale: il Malygos nemmeno vide partire quella freccia in noce, scagliata dalla balestra dritta fra gli occhi dello sgherro.
    Era questo il momento per agire; scattò fuori dal vicolo macinando la distanza dal capo-Falco, nel mentre aveva visto con la coda dell’occhio l’amico Dardan fare lo stesso. Qualcosa non andò come doveva però, proprio nel momento in cui estrasse i pugnali sentì un sonoro “PUM.”
    Venne raggiunto alla gamba da un pallettone, non si conficcò nella gamba ma la sfiorò portandosi via parte dei pantaloni, così come parte di pelle. Cazzo se bruciava! Troncò la sua corsa cacciando un lamento di dolore, attirando inevitabilmente l’attenzione del capo: sentiva il gingillo in fase di ricarica, sfruttò quei pochi secondi per un movimento extra ma non vi era nulla su cui ripararsi.

    Esposto al prossimo colpo, si sentì nuovamente ad un passo dalla morte: la stessa sensazione che aveva avuto mentre il flusso di chakra terminava, era la stessa che provava ora. Era stato sfiorato dall’altro proiettile, ma ora che non aveva ripari e non riusciva a muoversi altrettanto velocemente si sentiva un bersaglio facile nel mirino. Chiuse per un attimo gli occhi mentre si muoveva a difficoltà verso il nemico, attendendosi un bel buco nella schiena che lo avrebbe stecchito: stavolta aveva fatto male i piani, avrebbe dovuto calcolare la presenza di un altro tiratore.

    Non era questa la sua ora però, ancora una volta venne salvato dai suoi amici, gli stessi di sempre: il balestriere scagliò un altro preciso dardo, sfruttando l’esca di Davmorn e bucando un altro cranio. Sentì un tonfo e si voltò, vedendo l’uomo che gli aveva sparato precipitato dalla finestra in seguito al colpo.
    Per la prima volta compiaciuto, notò l’espressione occupata sul viso di quel bastardo che aveva ucciso Skjor. Voltandosi rapidamente, aveva visto il suo altro cecchino sterminato: adesso c’erano solo i tre ragazzi, tutti in direzioni diverse che camminavano verso di lui. La camminata era tranquilla, erano consci che questo bastardo non poteva più scappare: i tre ragazzetti se ne stavano fermi, la paura si leggeva a metri e metri di distanza sugli innocenti visi.
    Ancora tu..

    Ancora cercava di pavoneggiarsi come imbattibile, nonostante i tre avessero le loro armi estratte e fossero a meno di dieci metri di distanza: calò una mano lungo la cintura con una velocità disarmante, ma non appena estrasse il suo moschetto un dardo lo raggiunse conficcandosi nel suo braccio AAAGH!
    L’arma gli cadde di mano, con uno scatto potenziato da chakra ventoso Dardan lo raggiunse, suonando un colpo alle gambe con il pesante randello di ferro. Gli cacciò un altro grido atterrandolo, poggiò poi l’enorme spranga sul suo petto, costringendolo a terra.
    Nel frattempo due ragazzini cominciarono a scappare come ghepardi, il Malygos fu abbastanza veloce da prendere quello che aveva esitato un attimo: terrorizzato cercava di dimenarsi via dalla presa, ma fu facile per il protagonista fargli uno sgambetto ed atterrarlo. Si mise a cavalcioni sopra di lui, sferrando tre pugni in faccia al quindicenne mentre il padre osservava ringhiando di rabbia, impossibilitato dall’eseguire qualcosa.

    Si fermò, alzando la maglietta e mostrando i tre squarci sul suo addome, che da lì a poco sarebbero diventate cicatrici permanenti.
    Tuo padre mi ha lasciato queste.. adesso lascerò qualcosa a te anche io
    Con una mano afferrò il viso tappandogli la bocca, con l’altro appoggiò la lama sulla tempia ed eseguì uno squarcio diagonalmente su tutto il viso, naso incluso.
    Osservava le sue mani aggrappare fasci di erba e stritolarle per il dolore, le gambe si muovevano intermittenti contorcendosi assieme a tutto il busto. Si alzò, lasciandolo alle grida, mentre rivolse la sua attenzione al Boss.
    Ti farò ammazzare schifoso, non uscirai vivo da queste strade te lo assicuro!

    Cercava di mostrare orgoglio verso quelli che aveva sempre definito ragazzini, che ora lo tenevano in scacco pronto all’esecuzione. Il contatto visivo venne interrotto temporaneamente da Davmorn, incominciò a ridere mentre si chinò accanto a lui. Ripose uno dei pugnali ed afferrò la sua arma con la mano libera, mentre la osservava gli arrivarono molteplici schizzi di saliva su tutto il viso: furioso, incontrò nuovamente lo sguardo del maledetto che si faceva l’ultima risata della sua vita. Ingrugnò il viso.
    Figlio di.. pronunciò la frase a denti stretti, senza nemmeno terminarla: dalla posizione abbassata infilò il coltello nel fianco dell’uomo più volte, assicurandosi di far penetrare appena l’arma o peggio tagliandolo. Ogni attimo di sofferenza che gli strappava era un godere per lui: si rialzò parzialmente infilandogli la lama dritto nel centro del busto, osservandolo mentre gli smorzava il respiro.
    Non ridi più adesso eh? si mise finalmente in posizione eretta, puntandogli la pistola alla testa e premendo senza esitare su uno strumento di morte che mai aveva utilizzato prima. Il contraccolpo gli urtò il gomito, il cranio dell’uomo si aprì ad impatto col pallettone facendo cadere le sue budella ovunque e macchiando di sangue Dardan.
    Gettò a terra l’arma a distanza con gli occhi spalancati ed il respiro affannato dalla furia: per la prima volta in vita sua provava la vendetta. Non una qualsiasi rivalsa da una rissa, a cui in passato si era mostrato più che compiaciuto, ma il risarcimento della vita del suo migliore amico tramite la falciatura del suo omicida: dopo aver tramato per quasi un mese ogni singola notte, era arrivato al suo risultato.. e cosa aveva ottenuto?
    Si sentiva vuoto guardando il corpo maciullato e grondante sangue, l’adrenalina e la rabbia erano l’unica cosa che lo colmavano: il suo amico non sarebbe mai tornato, la sua anima non sarebbe mai stata la stessa dopo un’uccisione così brutale.

    Ed ecco così il seme della violenza ad Haven che mette le radici, basando un’esistenza su un occhio per occhio in cui il mondo non diventa ceco. In ben poco tempo si erano dimenticati l’origine di tutto, l’amicizia che legava inizialmente cinque ragazzi: talmente calcolatrice era diventata la sua mente specie dopo aver subito l’attentato alla sua vita, che si chiedeva se aveva veramente fatto ciò per vendicare Skjor.. o se le ragioni dello scontro erano state sostituite dalla volontà di prevalere sugli opposti.

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    Davmorn Malygos


    Edited by Mad4Opps - 16/4/2018, 20:48
     
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    Avvolto da mille pensieri e con le mani ancora sporche di sangue, lasciò il ragazzino agonizzante in lacrime e arrivò all’uscita dall’uomo dei fratelli: nemmeno aveva serrato il cancello ed aveva gli occhi puntati sul gruppetto, sul Malygos in particolare. Buono a nulla.. pensò in quella tempesta pensierosa, ma forse il fatto che avesse fatto fuggire gli altri ragazzini avrebbe sparso la voce sulla loro potenza.
    Cazzo, se sei uno spietato figlio di puttana!
    Lo fulminò con gli occhi per poi agire d’istinto: con la mano libera lo afferrò per la giacca tirandolo a se, puntandogli la lama all’altezza del collo
    Chiamami figlio di puttana un’altra volta ti giuro che ti
    BOOM

    Il boato proveniva da diversi isolati, ma l’intensità era la stessa di una granata ad un metro di distanza. Un’invisibile onda d’aria scagliò i presenti a terra, Davmorn sbatté la testa sul cancello aggiungendo maggior intontimento: dopo alcuni secondi il suo granitico amico gli porse la mano rimettendolo in sesto. Gli passò temporaneamente la furia omicida, rimosse le minacce che stava eseguendo verso uno dei suoi uomini: qualcosa era andato storto?
    Abbandonarono la scena del delitto compiendo numerosi sprint; mentre imboccarono la via per il luogo prestabilito per lo scambio, davanti a loro si parò un macabro spettacolo.
    Sangue sparso ovunque, nessuno vivo nelle vicinanze: erano gli unici spettatori di un’enorme dolina artificiale, larga almeno cinque metri contenente i corpi degli abbattuti falchi. Fiamme inestinguibili avevano bruciato una baracca adiacente, incominciando a spargersi velocemente. L’uomo che accompagnava i tre si chinò all’estremità dello stesso, incominciando poi a piangere di rabbia: fra i cadaveri dei loro nemici, vi erano anche tre uomini dei fratelli Pilck sterminati dal fuoco amico.
    L’arma era tanto privo di cervello o compassione quanto distruttivo e pericoloso, provocando un vero e proprio attentato e mostrando abilità da maestro delle fiamme.
    [………]
    Dopo tre giorni dagli avvenimenti ed in seguito alla decisione comune di volare basso, per il tempo di far calmare le acque, i ragazzi si trovavano tutti quanti su barche differenti con le loro famiglie. Avevano svuotato completamente le loro sacche per comprare ognuno un’abitazione, lontana dalla violenta Tortuga: Davmorn stringeva con affetto sua madre, osservando l’orizzonte in un lungo viaggio verso le montagne di Ephiora, isolate dal resto del mondo.


    Avendo svuotato completamente le tasche per comprare le case, i giovani si ritrovarono al punto iniziale: la mancanza di soldi non permetteva loro una vita all’estero, si erano rivelati abbastanza altruisti da salvare il loro sangue ma.. questo implicava ritornare ancora una volta nel fulcro dell’azione, convinti fosse stata l’ultima.

    Due anni dopo
    Il ragazzo era ormai diventato diciannovenne, nonostante l’enorme botto che avevano causato ai limiti della cittadina non sembravano esserci ripercussioni. Semmai, si erano affermati ancor più nella loro zona: nonostante la distanza dalla zona portuale, adesso in strada girava più gente. La maggior parte venivano da fuori per comprare la droga, andare nel bordello o acquistare comuni armi: non disdegnava tuttavia di comitive che si godevano la zona, messa in sicurezza dalle guardie dei Pilck.
    Tutto sembrava andare a gonfie vele, ma non poteva essere così perfetta la vita in quella tremenda zona no? Mentre bazzicava sul molo venne fermato da due uomini in maschera ed uniforme rossa, apparentemente imperiale, prelevandolo con delle manette e portandoselo via..


    Un altro forte destro sul viso gli aprì nuovamente il sopracciglio, facendogli bruciare gli occhi: tutto malconcio, ma ancora abbastanza orgoglioso da guardare il suo vecchio amico d’infanzia che sniffava un pò della sostanza dalla sua ampolla.
    Hai dimenticato gli schieramenti e per cosa? Per continuare a farti di quella comunissima merda, schifoso verme! L’ho sempre saputo che l’impero era un covo di bastardi corrotti, altro che Tortuga!

    Impero?
    Quello che fra i tre lo aveva massacrato più di tutti pronunciò le parole lentamente, quasi facendogli perdere senso: scoppiò immediatamente in una risata isterica assieme al suo compagno, togliendosi poi la maschera e facendo cadere a terra l’uniforme.
    Che c’è? Non parli più ora? un viso familiare, nonostante la giovane età già leggermente stempiato ed un inconfondibile naso allungato: adornato dalla vistosa cicatrice a /, inferta due anni prima da Davmorn stesso.
    Quel bastardo non era mai fuggito da Tortuga, probabilmente aveva usato lui stesso i soldi per il carico di moschetti rubati dalla sua associazione: pensare che per la droga non lo aveva venduto agli imperiali ma peggio, ai suoi nemici, sbottò. Fissò la faccia del ragazzetto, alto quanto lui, senza vergognarsi di un secondo di ciò che aveva fatto
    Dovevo ammazzarti anche a te.. con il sangue al cervello riuscì ad alzarsi con tutta la sedia attaccata alle braccia: un gancio laterale vanificò il suo sforzo sbattendolo nuovamente a terra, facendogli perdere la salda presa sull’oggetto*(vedere altra ruolata) che stringeva fra le mani.

    Che roba è? commentò ignorante andando ad osservare il marchingegno, l’infame era probabilmente in preda alla sostanza, per la prima volta fuoriuscì la sua voce assieme ad una personalità malata.
    Non so *sniff* nemmeno perché abbiamo sentito tutto il discorso!forse giusto per gonfiarti la faccia eheheheeh… ma ora ti ammazzo, oh si oh si ti ammazzo!! con pochi anni si era completamente bevuto il cervello, gracchiava in risatine isteriche a mò di un suino mentre attaccava le narici all’ampolla. Il figlio del deceduto boss scrutò, capendo in poco cosa fosse quella sfera di materiale ignoto, un pezzo unico che sapeva già a chi appartenesse. No.. Non è possibile!

    E fu in questo momento che, storie non narrate, contribuirono a favore di Davmorn a tirare questo brutto plot twist ai suoi nemici. Se ricordate bene i capi dei falchi erano tre: il primo fratello ucciso nel furto delle armi, il secondo ucciso con un pallettone nel cranio dal ragazzo stesso. Il terzo li aveva tenuti in allerta per anni, per poi presentarsi a sorpresa come qualcuno che il nostro protagonista conosceva bene. L’unica porta si spalancò non appena il congegno venne toccato, emerse da lì un gruppetto: un ghigno malefico si stampò sul suo viso osservando Leon e Dardan, accanto a Nathiel ed i fratelli Pilck. A capitanarlo in testa c’era proprio “Il Falco” ideatore del gruppo stesso, Yuri… Yuri Malygos.
    Capo..fin qui si è scomodato.

    Sei proprio come tuo padre, lecchino. Le teste matte non fanno bene


    Con una velocità disarmante infilò le mani nella giacca estraendo un’arma da fuoco per mano
    No la prego! lo ignorò: due precisi spari alla testa furono abbastanza per atterrare le due guardie. Nel frattempo i suoi soci lo avevano liberato; si rimise con le costole incrinate in piedi a fatica, rimettendosi i suoi vestiti ed impugnando l’arma leggera.
    Si avvicinava verso quel drogato, immobile in ginocchio blaterando e chiedendo il perdono: lo guardava dall’alto al basso con la faccia schifata, a fianco c’era suo padre ed intorno tutti gli altri spettatore di ciò che stava per accadere.

    Nemmeno voleva crederci quando si era ritrovato sotto casa il sangue del suo sangue pochi giorni fa, dopo più di un decennio che non lo vedeva: tantomeno si immaginava che il cacciatore l’avesse abbandonato per attività criminali. Per arrivare a cosa? Cercare l’amore di suo figlio ora che era diventato più potente di lui, piazzandogli delle scuse blande per il suo abbandono? No.. poteva essere diventato un pesce grosso, ma stupido non lo era mai stato. Da quel giorno aspettava l’occasione ed ora era servita su un piatto argentato: senza mai distrarre lo sguardo dall’inginocchiato pronunciò, come una sentenza mortale.
    Pensavo ce ne fosse uno, roteò verso sinistra con tutta l’agilità che aveva in corpo conficcando la lama nel collo del padre: il dolore lo assalì, gli occhi quasi fuori dalle orbite e i gridi, soffocati dalla ferita mortale. Invece sono circondato da infami
    Imbruttì il suo viso, non appena estrasse l’arma cadde a sua volta in ginocchio sputando sangue, quegli occhi sbarrati non cessavano di guardarlo: con una mano strinse il braccio sinistro di suo figlio con forza, cercando di fermarlo. Tirò un altro colpo alla giugulare stavolta fatale; le palpebre si rigirarono nella testa, il braccio si scrollò e il Falco cadde a terra come un tronco.
    I presenti con lo sguardo esterrefatto osservavano l’unico Malygos in vita, l’omicidio sanciva agli occhi di tutti che ormai era lui il capo indiscusso.

    Le sue cronache nella violenta cittadina lo aveva reso più freddo, calcolatore in ogni occasione: pronto a fare falsi sorrisi quanto pronto a pugnalare alle spalle, persino il sangue del suo sangue. Ancora in preda all’emotività della macabra uccisione, strinse i denti tirando due forti calci in pieno viso all'infame

    Nemmeno mi sporco le mani con questo traditore,fatelo a pezzi!
    Incominciò a camminare verso l’uscita, dando le spalle ai gridi e ai suoni di ossa spezzate: aprì la porta, annusando nuovamente l’aria di mare della sua regione.. libero, ma per quanto altro ancora?
    PfcP46E

    Davmorn Malygos


    FINE CONTINUA

    Edited by Mad4Opps - 16/4/2018, 20:49
     
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    Scrittura: 2
    Bello stile, scorrevole e pulito. Stai solo attento che ogni tanto "flippi", cambiando il tempo di narrazine dalla terza persona alla prima (e passando dal passato al presente). Errore che comunque non ti fa perdere un punto visto che è successo un paio di volte. Occhio alla prossima.

    Interpretazione: 2
    Urco, ma che figata. Hai costruito una vera e propria "saga" se così si può dire sul passatto di Davormn, costellandola di scene crude ma senz'altro realistiche. Senza contare gli sbvariati plòot-twist, gli incroci fra i vari personaggi e la gestione magistrale delle scene. Non sembra neanche un racconto dal punto di vista di Davmorn, bensì una vera e propria storia in cui il fulcro è incentrato più sulle vicende stesse che sul singolo. Davvero complimenti, bravo Mad.
    Una sola cosa: occhio a non dare un'aria troppo "autoritaria" a Davmorn altrimenti poi rischi di uscire dal personaggio quando ti rovi, ad esempio, in un RAID con altre 8 persone. O meglio, sii consapevole di questa tua scelta, anche se si tratta di comandare "solo" un gruppetto di temmpistelli da strada. Una volta che si assaggia il potere si fa fatica a tornare indietro.

    Strategia: 0
    N.D.

    Bonus Lunghezza: 1
    Bonus Creatività: 1

    Base: 2

    Davmorn ~ Mad: + 8 EXP

    Valutatore: 1 EXP + 100 Gold

    Edited by ~ y a s u - 26/4/2018, 03:14
     
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