[AUTOGESTITA] I monaci di Alastea

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  1. Mike Portnoyz
     
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    Prosegue da: [HUNT] Animali fantastici e dove trovarli - Ondata 1 - Team NS

    VERSO ALASTEA
    M55YyTB
    Alberi rigogliosi, verde intenso, dalle foglie enormi, come non ne aveva mai visti. Foglie grandi quanto il suo spadone, con delle specie di corde verdi che scendono dalle fronde. Non ha mai visto niente del genere.

    Si guarda intorno curioso, mentre continuano nel loro rapido viaggio verso l'oriente.

    Einar: Mobuto, siamo usciti dal territorio di Aethernia?

    Mobuto: Ha ha ha! Non riconosci le giungle di Sumadea? Gli imperiali qui non mettono mai piede.

    E' un ambiente caotico, primordiale, privo di ordine.
    Una perfetta antitesi degli ideali imperiali.

    La squadra procede attraverso la giungla, ad un ritmo di corsa leggera, con piedi felpati cercando di fare poco rumore.

    In avanscoperta, uno degli arcieri che hanno aiutato Einar a fuggire da Aethernia, seguito da Mobuto, Einar, Ezichi e infine un altro arciere di cui ancora non sapeva il nome, che chiudeva la linea.

    Einar: E quell...????

    La vegetazione lo confonde, ma la fauna lo confonde anche di piú. Con occhi curiosi, scorge una creatura pelosa, marrone, dalle forme umanoidi, che salta da un ramo all'altro di un albero.

    Ezichi: Quello é uno scimpanzé, mio guerriero. I Varyag non sanno niente del mondo esterno?

    Einar: Sappiamo quello che ci serve sapere.

    La ragazza ride, il guerriero mantiene un atteggiamento serio.

    Sulla faccia, una mezza smorfia di dolore. Il braccio ha un colorito poco raccomandabile, Einar ha l'impressione che l'unguento non stia facendo effetto.
    Per qualche istante, immagina la sua vita con un braccio solo.

    Il primo pensiero: daghe, o spade a una mano?

    Mi salvino gli dei se dovró passare il resto dei miei giorni agitando stuzzicadenti...


    Edited by Mike Portnoyz - 10/5/2018, 20:32
     
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  2. Mike Portnoyz
     
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    IL FIUME
    M55YyTB
    Si sveglia di nuovo, la faccia piantata nel fitto fogliame del sottobosco.

    Sputa un paio di foglie, e si alza a fatica.
    Ezichi gli tende la mano, lui la prende e la tira per alzarsi, quasi schiantando a terra l'esile ragazza, che riesce a tenersi in piedi solo per forza di volontá e ottimo senso dell'equilibrio.

    Einar: Cos...?

    Ezichi: Sei svenuto di nuovo. Sono preoccupata... dobbiamo fare presto.

    Si accorge presto di un rumore di acque vorticanti, e alza la vista per scoprire... un fiume! Un fiume particolarmente largo.

    Guarda a destra, a sinistra, poi a destra di nuovo, fatica a vedere ma non nota ció che sta cercando.

    Einar: Sto bene... COFF... dobbiamo attraversare a nuoto?

    La voce di Mobuto esce dal nulla, alle sue spalle.

    Mobuto: Entrambi i ponti sono presidiati da imperiali. Non abbiamo scelta.

    Il braccio di Einar quasi non si muove piú, e il dolore é terribile. Difficile da sopportare persino per lui. Si prepara mentalmente, immaginando quanto doloroso sará nuotare.

    Un breve sforzo, quanto basta, poi potrá riposare il braccio fin quando non arrivano.

    Mobuto: Lo aiuteró io, voi andate avanti.

    Senza dire una parola, i due arcieri si tuffano, e con una rapiditá disarmante sono giá dall'altro lato.

    Einar invece non si sente molto sicuro. La corrente é forte, lo nota da qualche detrito e ramo d'albero che passa ogni tanto. Veloce come un cavallo da battaglia al galoppo, uno di quei cavalli imperiali corazzati, non quelli usati dai Varyag (una rara vista).

    Einar: Mobuto... avete giá fatto abbastanza per me... lasciatemi qui, non dovete...

    Ezichi lo prende per il braccio sano e comincia a tirarlo verso il fiume.

    Ezichi: Sei in debito con noi Varyag, mi aspetto di essere ripagata!

    Einar puó morire un altro giorno, per quanto le riguarda.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 18:25
     
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  3. Mike Portnoyz
     
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    IL FIUME
    M55YyTB
    Portatolo sulla sponda del fiume, Ezichi passa Einar a Mobuto, che con una presa particolare, lo porta in acqua e comincia a nuotare, trascinandolo con sé.
    Il Varyag é costretto a dare dei colpi di braccio per aiutarli a procedere, mentre la corrente comincia a trascinarli sempre piú rapidamente, portandoli via dal resto del gruppo.

    Lo spadone lo sta facendo affondare, decide di rischiare e slegarlo dal corpo, una decisione difficile.

    Ma non basta. Perde la presa su Mobuto, e comincia ad andare alla deriva, portato dalla corrente. Con un solo braccio buono, comincia ad affondare lentamente, perdendo qualche centimetro a ogni colpo di braccio.

    La testa si immerge completamente e fa il suo meglio per trattenere il respiro. Non é la prima volta che finisce in acqua indossando un'armatura.

    Mantieni la calma... mantieni le forze...

    Si schianta addosso ad un paio di rocce in un punto meno profondo del fiume, lo beccano all'inguine e alla spalla del braccio infetto. Ottimo.
    Il fiume sembra calare di profonditá, prova a piantare i piedi in una macchia di terreno sabbioso e opporsi alla corrente, ma scivola. E' come pattinare su una sorta di fanghiglia. Riesce a spingersi con il braccio sano sfruttando una roccia, e esce con il busto dall'acqua, avendo giusto il tempo per un respiro superficiale, rischiantandosi poi in acqua.

    La profonditá é bassa e di conseguenza la corrente é piú forte. Continua a cadere, rialzarsi, cadere di nuovo, e venire portato via.
    Infine finalmente Mobuto riesce a raggiungerlo e con le sue braccia robuste lo aggancia per il braccio buono e un passo alla volta, lentamente, lo porta verso la sponda.

    Einar si schianta a terra, esausto, tossendo fortemente e liberandosi dell'acqua nei polmoni.

    Einar: COFF! COFF! Phuah... COFF! Grazie, M-Mobuto... anf... anf...

    Non riesce a resistere dal dare un'occhiata verso il fiume per cercare il suo spadone.

    Ezichi: Non preoccuparti mio guerriero, siamo al sicuro. Siamo nel territorio di Alastea, hai fatto il tuo dovere.


    Edited by Mike Portnoyz - 10/5/2018, 13:34
     
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  4. Mike Portnoyz
     
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    VERSO ALASTEA
    M55YyTB
    Dopo il panico, la quiete. Finalmente la quiete. Alastea é una cittá incredibile.

    Non l'avevo neanche mai sentita nominare...

    Einar ha gli occhi aperti come non li ha avuti mai. Non se ne rende conto, ma ha la bocca bloccata aperta, mentre guarda in alto, una magnifica porta in pietra con due grandi statue ai lati.

    Sono scolpite con uno stile a lui completamente estraneo, presentano occhi e nasi che non riconosce, lineamenti alieni e in qualche modo antichi.
    Due enormi statue, una nella forma di un monaco e l'altra rappresentante un contadino. Qualcosa di estremamente insolito ai suoi occhi.

    Lo stile della porta poi, qualcosa che non aveva mai visto prima. Si trattava di un grande arco di pietra, largo circa 15 metri, scolpito nella montagna stessa, dove la roccia selvaggia si trasformava in una superficie levigata, in modo un po' rozzo comparato ai metodi dell'Impero, ma aveva il suo fascino.

    Einar: Le porte della cittá?

    Mobuto: No, Varyag, un antico monumento.

    Mobuto non dice altro. Einar non ha mai visto prima una statua che non fosse dedicata a una qualche divinitá, a Niethlung, o a un generale, nei territori imperiali. Non che avesse visto molto nei suoi anni di prigionia, ma aveva avuto qualche istante per guardarsi intorno nella fuga da Aethernia.

    Il che gli riporta in mente un pensiero, mentre camminano finalmente su un sentiero tracciato, nel mezzo di una radura. Il terreno si é fatto erboso, ora che sono piú in alto nelle montagne.

    Einar: Dite che il rinoceronte sia ancora lí a sbranare guardie imperiali?

    Il gruppo scoppia in una risata, ricordandosi la scena assurda. A ripensarci, non riesce a credere di essere finalmente fuggito da Aethernia.
    Per un istante gli compaiono in mente immagini di dolore. Frustate, sudore, sangue, la puzza delle prigioni, le sue uccisioni disonorevoli.

    Perde il sorriso e diventa improvvisamente serio. Ezichi sembra accorgersene, ma non dice nulla.

    Un paio di minuti, e raggiungono un grande ponte che da su un fiume scrosciante, che avevano seguito per un paio di kilometri. Probabilmente lo stesso fiume in cui aveva rischiato di annegare.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 18:55
     
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  5. Mike Portnoyz
     
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    ALASTEA


    M55YyTB
    Il gruppo si ferma poco dopo aver messo piede sul ponte, e Mobuto indica le enormi cascate.

    Mobuto: Le famose cascate di Alastea. Molti pellegrini passano di qui per meditare. Soggiornano dai monaci Garuda, e a volte rimangono per la vita.

    Un posto pacifico. Non si sentiva che silenzio. Anzi, a ripensarci meglio, era il suono delle cascate che zittiva ogni altra cosa.
    Niente carri, niente cani che abbiano, i soliti suoni della cittá. Solo... "FFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF".

    Per qualche istante si sente incredibilmente rilassato, poi rialza la guardia, ritornando teso.
    Per la prima volta si rende conto di quanto é teso, quanto é stato teso per anni, probabilmente.

    Un letto... il suono delle cascate... non voglio altro.

    Il braccio pulsa ancora dal dolore e ha un colore marrone scuro che non lo rassicura affatto. Ezichi porta le mani alla bocca con una espressione turbata.

    Ezichi: Oh mio... Mobuto, dobbiamo andare! Guarda il colore!

    Indica il braccio sinistro di Einar, e Mobuto fa un cenno con la testa. Se Hel lo vuole, ne uscirá con entrambe le braccia.




    Dopo il ponte, che chiede al gruppo qualche minuto, raggiungono un sentiero ripido e vagamente inospitale. Si estende, serpeggiando in un infinito zig zag che sembra non finire mai. Un viaggio piacevole, se non si porta un'infezione con sé.

    Non fare il bambino... ce la puoi fare... Il dolore é un'illusione.

    Un passo dopo l'altro, salgono gli interminabili tornanti e dopo una mezz'ora buona raggiungono la vera porta della cittá.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 18:54
     
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  6. Mike Portnoyz
     
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    IL MAESTRO


    M55YyTB
    Ezichi: Ci siamo quasi, mio guerriero.

    La porta della cittá é completamente diversa da quanto si aspettava. Le mura sono alte, composte di piccoli blocchi forse di mattone. Le porte non sono altro che dei piccoli varchi, sparsi in diversi punti delle mura, che permettono a persone di entrare e uscire, ma sono di dimensione molto ridotta.

    Forse la porta principale é da qualche altra parte, ma quella da cui entrano é di dimensioni talmente ridotte che Einar sbatte la testa, non abbassandosi abbastanza.

    Un letto...

    Esausto, non vede l'ora di posare le membra.

    Non ha tempo di esplorare o godersi la cittá, a ritmo serrato si dirigono verso il monastero dei monaci Garuda, e il suo livello di attenzione cala sempre piú.
    Non sa cosa vede, e non ricorda neanche di essere entrato nel monastero, ma in qualche modo si ritrova circondato da monaci.

    Maestro: Stendilo qui.

    Entrano in una stanza, con un pavimento di legno e un piccolo letto non rialzato, vagamente rigido con una leggera imbottitura, dove Einar si stende.

    Un monaco dall'apparenza piuttosto anziana lo sta esaminando, gli apre gli occhi, mette la testa sul petto, ascoltando, osserva il braccio, lo tocca, lo preme in alcuni punti.

    Einar: AGH!

    Maestro: Gli unguenti non basteranno. Lasciateci soli un momento, per favore.

    Ezichi e Mobuto lasciano la stanza. Si siedono appena fuori dalla porta, lasciando un sospiro.

    Ezichi: Grazie Mobuto per averlo salvato. E' stata una bella avventura.

    Mobuto: Dovere. Che farai ora della tua nuova libertá?

    Ezichi: Vendetta!

    Disse, stringendo il pugno e sorridendo, guardandolo negli occhi.

    Ezichi: O cosí pensavo quando mi sono liberata. Ho cosí tanto odio nel cuore...

    Mobuto: Sai che l'odio -

    Ezichi: -é il piú subdolo dei veleni. Lo so. Non preoccuparti per me, troveró una nuova vita. Questo é il posto migliore, ho molte domande a cui ancora non ho risposta. Ti fermerai con me?

    Mobuto si alza, e si inginocchia al cospetto di Ezichi, in segno di rispetto.

    Mobuto: Mia signora.

    Dall'altra stanza, dai cardini della porta escono dei filamenti di luce, che vanno a riempire il loro spazio con luci e ombre dorate, accompagnate da un suono vorticante.


    Edited by Mike Portnoyz - 21/5/2018, 19:28
     
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  7. Mike Portnoyz
     
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    GUARIGIONE


    M55YyTB
    Il maestro esce dalla stanza, e si ferma sulla porta, aggrappandosi a uno stipite con una mano, quasi cadendo a terra.

    Maestro: Amici, il Varyag sará come nuovo molto presto. Ora, devo riposare...

    Se ne va, senza dire altro, appoggiandosi al muro con una mano, zoppicando un poco.
    Ezichi si fionda a vedere le condizioni di Einar, giusto mentre questo si rialza dal pavimento, apparentemente illeso, aprendo le braccia e guardando la mano sinistra a bocca aperta.

    Einar: Wow...

    Alastea gli sarebbe rimasta nel cuore per sempre.
    Conservare un arto, per un guerriero come lui, non é cosa da poco.
    Ma soprattutto il paesaggio, la lingua silenziosa in cui parla la natura, é qualcosa di diverso dalle sue memorie di Niethlung. Qualcosa di particolare.

    Ezichi: Il tuo braccio... il colore...

    Einar si tasta energeticamente il bicipite sinistro, tanto da fare il suono di uno schiaffo al contatto.

    Einar: Solido! Sono pronto alla battaglia! Niethlung, voglio tornare...

    Mobuto si lascia sfuggire una mezza risata, al riferimento di battaglia, poi cala il silenzio per qualche istante. Gli occhi di Ezichi vanno a incrociare quelli di Einar.

    Ezichi: Il "Maestro" é uno dei migliori nell'arte curativa. Sei fuori pericolo, mio guerriero.

    Con delicatezza, appoggia una mano sul petto del Varyag e parla con voce piú dolce. Mobuto finge di guardare da un'altra parte.

    Ezichi: Resta ad Alastea. Niethlung non é piú come la ricordi, non c'é nulla per un vero Varyag.

    Einar la osserva, quasi convinto.

    Einar: Devo tornare. Devo vederlo con i miei occhi. Anni di-

    Ezichi lo interrompe, indicando sé stessa.

    Ezichi: -schiavitú. Lo so.

    Resta silenziosa qualche altro istante, abbassando la testa.

    Ezichi: L'unica cosa che volevo era rivedere casa. Ti capisco, mio guerriero. Domani rivedrai la tua.

    Per qualche istante sembra triste all'idea di perdere un amico, poi il volto le si illumina, forse colpita da un'idea. Lo prende per una mano, e lo porta verso l'uscita del palazzo. Mobuto, veloce a capire, fa un cenno, e se ne va per conto suo.

    Ezichi: Vieni, ti mostreró le meraviglie di Alastea.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 22:33
     
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  8. Mike Portnoyz
     
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    EZICHI
    M55YyTB
    Sorge il sole, e una ragazza dalla pelle d'ebano lo sta cavalcando selvaggiamente.

    Il volto e i capelli le grondano sudore, l'intera stanza é colma di umiditá e dell'odore dei loro corpi.
    Einar non ricorda esattamente, ma é convinto di essere svenuto almeno un paio di volte nell'atto, ma questo non ha fermato Ezichi.

    Ansimando, la ragazza stringe con forza i pettorali di Einar tanto da fargli male e lasciargli visibili segni di unghie.

    Muovendosi avanti e indietro, si contorce sull'inguine del Varyag, sempre piú energicamente.
    Geme di piacere, sempre piú forte, per poi tacere improvvisamente, colta da una serie di convulsioni che fatica a fermare, probabilmente scaturite da un piacere incontrollabile.

    Si toglie dal Varyag e si accascia di fianco a lui, guardandolo con occhi ancora desiderosi e incrociando le gambe, coprendosi l'inguine con una mano.
    La ragazza ansima e cerca di recuperare il fiato.

    Ezichi: Hah... hah... hahhhhh... non lo facevo con un vero uomo da anni...

    Einar incrocia le mani dietro alla testa, e distende le gambe come a stiracchiarsi.

    Einar: Vuoi dire che non sei cosí ogni singola notte? Che delusione...

    Scoppiano in una risata, e si guardano, per poi scambiarsi un bacio.

    Ezichi: Tu invece, sporco barbaro!

    Con una mano gli stringe la faccia, bloccandola rivolta verso la propria.

    Ezichi: Tu hai una donna! O un uomo... non ho mai capito quei nomi della vostra gente...

    Einar la guarda perplesso. Non ricorda di averle mai esposto alcuna informazione a riguardo, ed é sempre stato molto privato sulla questione. La ragazza dalla pelle d'ebano sorride con malizia.

    Ezichi: Damui... continuavi a chiamarmi con quel nome. Mi hai montata con la forza di un toro delle radure! E continuavi a dire "Damui, Damui, Damuiiiiiiiiiiii!"

    La guarda con un mezzo sorriso. Allora aveva perso conoscenza per davvero, non era stata un'impressione. E non aveva sognato Dharmuid, era stato con Ezichi tutto il tempo, ed aveva immaginato la sua ragazza di un tempo, in un'allucinazione fin troppo realistica.

    Einar: E' un'esclamazione della mia lingua barbara, é normale.

    Ottima bugia, ma la faccia lo tradisce. Uno schiaffone lo volta dall'altro lato.

    Ezichi: Einar, mio guerriero! Mio barbaro! Non ti facevo per un bugiardo.

    Einar: ...

    Einar giurerebbe di essere nei guai, ma la ragazza si lascia sfuggire un sorriso.

    Ezichi: Non preoccuparti, conosco alcuni dei vostri costumi, e a volte li ammiro. Me l'aspettavo. Rivedrai la tua Damui presto, mio guerriero. Grazie per la notte speciale, mi mancherai.

    Si volta, si alza, indossa alcuni vestiti e lascia la stanza, nascondendo un volto distintamente rattristato.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 23:16
     
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  9. Mike Portnoyz
     
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    EZICHI
    M55YyTB
    Il giorno precedente era stato il piú piacevole della sua vita.

    In quell'unico giorno aveva recuperato la libertá, aveva visitato una landa dalla bellezza unica, aveva cavalcato una donna dalla bellezza unica, o meglio era stato cavalcato considerando quanto Ezichi aveva mantenuto il controllo. Eccetto per quel momento di allucinazione.

    Non solo, prima della "sessione", la ragazza l'aveva portato a visitare i luoghi piú affascinanti della cittá, culminando in una cena insieme mangiando vero cibo. Erano anni che non mangiava qualcosa degno di tale nome.

    Poi si erano rilassati guardando il tramonto ed erano andati a rilassarsi in quella che doveva essere la casa di Ezichi, o di Mobuto, o di uno degli arcieri.
    Non aveva capito.




    E' una mattina gloriosa, non ha dormito un minuto, Ezichi é appena uscita dalla stanza.
    Ancora nudo varca la porta, notando un Mobuto accasciato a terra. Allarmato, si inginocchia per tastargli il collo. E' vivo. Forse ha fatto la guardia ai due tutta la notte?

    Mobuto... hai sentito ogni cosa che abbiamo detto? Ma chi te lo fa fare...

    Ci pensa, ancora non sa in effetti quale sia esattamente la relazione tra Mobuto e Ezichi. Non sa che entrambi non si sono mai fidati di lui dal principio, non sa che Mobuto ha fatto la guardia non contro minacce esterne ma per controllare Einar stesso.

    Si é dimenticato anche delle allucinazioni, sono quasi 24 ore che non vede Hel, un record.

    Riposa, onorevole guerriero.

    Lo lascia accasciato e vaga per i corridoi della casa in cerca di un bagno, o anche solo un secchio d'acqua, e trova una stanza con una sorta di grande contenitore con un tubo di metallo, grande giusto per un umano di taglia piccola.

    Einar: ?? Forse...




    Dopo una breve interazione con quella che Einar riconosce come un abbeveratoio per animali decorato, ma che é in realtá una vasca da bagno, torna in camera e si veste, armatura inclusa.
    Mobuto se n'é andato.

    Cerca per la casa ma non trova nessun altro. Varca la porta d'uscita e trova Ezichi, seduta ad osservare l'orizzonte. In lontananza, si nota il mare, appena.

    Si trovano fuori cittá, le cascate alla loro sinistra non molto distante, la vista dá su una grande radura, un alto piano, che poi scende improvvisamente. In lontananza, le onde del mare, e alcune imbarcazioni che solcano le acque.


    Edited by Mike Portnoyz - 9/5/2018, 23:54
     
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  10. Mike Portnoyz
     
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    ADDIO AD ALASTEA


    M55YyTB
    Dopo alcune ore di cammino, hanno raggiunto insieme il porto. Da su una immensa baia, affacciato nella direzione di Florentia, ma tale isola é talmente distante che non si vede all'orizzonte.

    Davanti a loro, una barca di dimensioni piuttosto moderate.

    Se gli dei lo vogliono, non incontreremo pirati...

    La barca é indifendibile. L'unico modo di arrivare a destinazione é probabilmente di non essere attaccati.
    Si prepara mentalmente a salire a bordo, prende un respiro profondo e osserva Ezichi. Per un istante si pente di aver insistito a lasciare l'isola.
    Eppure qualcosa lo chiama, violentemente, verso la madrepatria.

    Einar: E' stato un onore combattere al tuo fianco. Schull! Cos...?

    La ragazza dalla pelle d'Ebano gli porge una pergamena, ben sigillata e portante il marchio di una serpe.

    Ezichi: Sei ancora in debito, mio guerriero. Fai qualcosa per me. Consegnala a Frei-di.. Fray.. Fr... Freydís. Dovrebbe essere facile incontrarla, vive a Skadi, un piccolo villaggio.

    Einar: Cos..

    Ezichi: E non leggere la pergamena! Per la tua sicurezza.

    Lo lascia andare, con un sorriso. E' ora di cominciare una nuova vita.

    Ezichi: Vai, sei un uomo libero.

    Einar fatica a non lasciarsi scappare una lacrima. E' glorioso, essere libero, e non immaginerebbe nulla di meglio che solcare i mari di Hardbakke un'altra volta, e vedere le spiagge di Trondheim.

    Einar: Mobuto, spero ci incontreremo ancora. Schull.

    Si allontana dal gruppo e sale sull'imbarcazione, insieme a un altro piccolo gruppo di avventurieri, anche loro armati come lui, anzi meglio. Osserva le loro armature, sono scintillanti e di alta qualita. Poi guarda il pigiamone da notte che sta indossando, come l'aveva soprannominato, una "armatura dell'avventuriero" come alcuni la chiamavano, in modo fin troppo lusinghiero.

    I naviganti sono tutti monaci e non proferiscono molte parole. Sono impegnati a spiegare vele, muovere funi, maneggiare pomelli e mille altre cose che non ha mai visto nelle sue drakkhar.

    Hanno tutti la testa rasata e un'espressione placida e calma, mentre svolgono le loro mansioni. Sincronizzati come orologieria, non hanno bisogno di comunicare nulla, sanno ognuno qual'é il proprio dovere.

    In un paio di minuti, l'imbarcazione prende velocitá, vira e si distanzia dal porto.

    Einar osserva le sagome di Ezichi e Mobuto salutare dalla riva.

    Forse non li vedrá mai piú.

    Sumadea...


    Edited by Mike Portnoyz - 10/5/2018, 00:39
     
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  11. Mike Portnoyz
     
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    SCALO A FLORENTIA
    M55YyTB
    Il suono delle cascate é ormai scomparso, rimpiazzato dal costante fruscio delle onde. Onde leggere, che si imbattono sulla chiglia della nave bluastra, ancora piú ipnotica ora che ha spiegato le vele, anch'esse blu.

    E' una imbarcazione rozza e forse inutile in senso militare, ma di sicuro si mimetizza bene, nel blu dell'oceano. Se avesse le vele piú basse sarebbe un'ottima nave pirata per fare imboscate nel maltempo.

    I monaci non hanno proferito una parola dalla partenza. Apparentemente si tratta di un traghetto regolare, dove i monaci svolgono una vita di servizio e meditazione, vivendo dalle generose donazioni dei passeggeri.

    Sono rispettati in modo universale dai naviganti in quanto imbarcazione sacra, ma si sá, il mare é una bestia imprevedibile.
    Ezichi spiegó a Einar che la nave non é mai stata affondata per sei decenni, l'unica a potersi vantare di un tale record.

    Forse é davvero protetta dagli dei... non c'é un singolo armamento su questo vascello.

    Tre avventurieri siedono poco distante da lui, osservando l'orizzonte. Non parlano per ora, forse ammutoliti dalla bellezza della zona.

    Uno dei monaci sembra aver finito le sue mansioni e va a sedersi appoggiando le spalle all'albero maestro, posando un calice dorato a terra, sopra un piccolo cuscino viola.

    Con un piccolo utensile di legno, da due colpi secchi al calice, che fa un suono melodico simile a quello di una piccola campana.
    Poi strofina l'utensile sui bordi del calice, facendolo risuonare sempre di piú, in un suono dolce e rilassante.

    Gli altri monaci sembrano porre un fine alle loro mansioni, e si siedono in un cerchio, silenziosi, chiudendo gli occhi.

    Einar é allibito da quanto vede. Non una vedetta, nessuno di guardia. Niente. Meditano.

    Sessant'anni senza affondare, eh?

    Eppure, non c'é altro che silenzio. L'imbarcazione procede da sola, dondolando un po' tra le onde. Gli avventurieri stavano per cominciare forse a parlare tra di loro, ma stupiti da questo rituale silenzioso forse pensano che sia meglio mantenersi in silenzio.


    Einar, senza neanche pensarci, cammina lentamente verso l'altro lato dell'imbarcazione, e si ferma sull'orlo della prua.
    Scorge l'orizzonte, non vede nulla.

    Decide poi di tornare verso l'albero maestro e, ignorando i monaci, si arrampica fino a raggiungere il punto dove normalmente sarebbe la piattaforma di vedetta. Non c'é niente su cui sostenersi se non una piccola trave laterale dove ci sta a malapena una gamba, ma basterá.

    Per un paio d'ore, il Varyag sta di vedetta, finché i monaci non smettono di meditare e tornano alle loro mansioni. Comunque, nessuno va di vedetta.
    Einar scende e si stende, cercando di liberarsi dei dolori muscolari accumulati da quella dolorosa posizione.

    Prima ancora di accorgersene, tra il suono del mare e il silenzio della ciurma, finisce per addormentarsi.
    Un suono di campana lo sveglia. Si rialza, osserva l'orizzonte, e vede terra. La riconosce, é Florentia. E' stato in zona in passato, su una Drakkhar.

    Il primo scalo.


    Edited by Mike Portnoyz - 10/5/2018, 13:34
     
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    Ruolata "di passaggio" immagino ma scorrevole da leggere. Ho letto la scheda del pg per farmi un'idea su di lui ma non sapevo altro delle sue precedenti ruolate.
    Uso il vecchio modulo di valutazione non essendo ancora stato ufficialmente implementato il nuovo.

    CITAZIONE
    Base 2
    Scrittura 2
    Lo stile con molte frasi corte è scorrevole anche se lascia andare un po' di dettagli. Non ci sono errori importanti se non il continuo scrivere 'é' al posto di 'è' non so per quale motivo.
    Interpretazione 1
    Il pg si intravede e non è male, ma la ruolata breve non permette particolari introspezioni o dettagli su di lui anche a causa dello stile conciso.
    Strategia 0
    Impossibile da valutare

    Mike +5 exp
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11 replies since 9/5/2018, 03:21   127 views
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