[AUTOGESTITA] L' Altare di Vika

Silver; Kinamy

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    Dopo tanto tempo era di nuovo a casa. No, non proprio; era nuovamente a Ephiora, ma parecchio lontano da Pax-Wuhan e temeva che non vi avrebbe fatto ritorno ancora per po'.
    Kirian aveva lasciato Nia con sua sorella ad Aethernia e si era messo nuovamente alla ricerca del ladro che gli aveva sottratto il tomo dell'Alma Arcanis. Non che confidasse di trovarlo ancora in giro per Ephiora, ma all'Altare di Vika c'erano alcune persone con cui aveva bisogno di parlare prima di pensare di poter affrontare nuovamente quel furfante.
    "A dire la verità forse sarebbe stato meglio se fossi andato direttamente alla Rocca Rossa." pensò mentre si sedeva su un grosso masso a lato dello stretto sentiero che s'inerpicava lungo il costone di roccia. "Forse semplicemente non volevo rivedere Mila e sopportare le sue infinite lamentele sul mio conto."
    L'imponente monaco spostò lo sguardo in alto osservando il piccolo tempietto votivo che segnava il punto di volta di quel sentiero. Da li in poi sarebbe stato tutto in discesa verso l'Altare di Vika. Sorrise pensando alle persone che non si sarebbero di certo aspettate una sua visita e a quelle deliziose creature che abitavano quel posto: curiosi quadrupedi dal pelo folto e rossiccio che saltavano da un ramo all'altro delle foreste di bambù nel retro del tempio, nel tempio stesso, e nelle strade. Insomma erano ovunque.
    Aveva ancora un po'di strada da percorrere per arrivare alla sua destinazione, ma non aveva fretta e non intendeva certo perdersi lo spettacolo che la vista gli offriva sulle vallate circostanti in quel momento. Era nato ad Aldaresia e nonostante avesse passato la maggiorparte della sua vita ad Ephiora gli scorci che quella regione gli offriva continuavano a lasciarlo senza parole.
    Nonostante si fosse riappacificato con Rifah, anche grazie a Nia, quando viaggiava non aveva perso l'abitudine di scrivere sul proprio diario quanto gli era accaduto come se stesse scrivendo una lettera alla sorella. Infatti dopo aver chiuso gli occhi e assaporato per qualche istante la sensazione di pace che quel luogo gli trasmetteva, prese il grosso diario dalla sua sacca e cominciò a tracciare una serie di eleganti lettere sul foglio bianco.
    Quel sentiero non era molto frequentato, anche perché portava solo all'Altare di Vika, e il tempio come la maggiorparte di quelli ephioreani era autosufficiente, dunque sentendo alcuni passi provenire dai tornanti più a valle e l'eco di alcune voci, sollevò lo sguardo incuriosito da quali viaggiatori si fossero spinti fino a quel luogo remoto.

     
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    Erano ormai vicini alla meta. Dopo tanti giorni di viaggio, finalmente Darina e And'jel erano ormai vicini al territorio conosciuto dei cerini dei boschi.
    Anche Peloso doveva sentire qualcosa di diverso intorno a sé perché era stranamente attivo e sembrava non riuscire più a stare semplicemente nella sacca o sulle sue spalle e camminava accanto a loro con quel suo modo buffo da orsetto.
    And'jel rallentò e il passo sostenuto divenne una passeggiata. Non cercò di parlarle come i giorni precedenti, probabilmente aveva notato che l'umore della ragazza non era affatto buono.
    Era felice di riportare Peloso fra i suoi simili, ma allo stesso tempo il pensiero di non vederlo più la addolorava più di quanto non fosse ragionevole. Dopotutto lo aveva lasciato molto tempo al Giardino Centrale di Estheltia, non avrebbe dovuto essere così difficile separarsene...
    Buongiorno, And'jel pronunciò a voce alta.
    Darina alzò lo sguardo dal sentiero e vide un uomo di una certa età che sembrava riposare sul loro stesso cammino. Che fosse in partenza o in arrivo dall'altare di Vika non si riusciva a capire così a colpo d'occhio.
    Buongiorno, salutò a sua volta cercando di avere un'espressione meno lugubre.
    Peloso si avvicinò senza alcun timore allo sconosciuto arrivando ad annusargli i piedi con totale naturalezza.
    Peloso...!
     
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    Sentendo i passi farsi più vicini, Kiran chiuse il diario su cui stava scrivendo e si voltò verso il sentiero per salutare chiunque fosse di passaggio. Quella zona non era molto frequentata, dunque poteva trattarsi quasi certamente di un monaco o di qualcuno diretto all'Altare e al vicino tempio. Magari qualcuno che conosceva?
    Sorrise, piacevolmente sorpreso nel vedere due persone che non avevano per nulla l'aria di essere dei monaci, per di più accompagnati da una graziosa creatura dal folto pelo rossiccio e bianco che fu la prima ad avvicinarlo.
    Per Kirian non era la prima volta in presenza di quel tipo di bestiola, pertanto si lasciò annusare tranquillamente e poi tese la mano lasciando che la creaturina l'afferrasse per studiarla.
    - Buongiorno a voi. - rispose il monaco mentre lasciava che la bestiola proseguisse la sua intenta analisi tramite l'olfatto. - Non siete di queste parti vero? Che cosa vi porta fino all'Altare di Vika? -
    Avrebbe nel frattempo cercato di accarezzare la bestiola se questa glie l'avesse concesso. L'enorme mano del monaco risultava ancora più grande se confrontata con la stazza del cerino di Darina, ma la pazienza dell'omone non lo avrebbe fatto desistere e se non ci fosse riuscito al primo tentativo avrebbe provato in seguito a farsi accettare dalla bestiola e riprovato ad accarezzarla.
    Osservò per qualche istante i due sconosciuti e forse un po'troppo tardi realizzò di non essersi nemmeno presentato e di aver fatto delle domande pretendendo quasi delle risposte senza avere alcuna autorità in merito.
    - Chiedo scusa per i miei modi, ma è davvero parecchio tempo che non vedo facce nuove da queste parti. - disse sorridendo in particolar modo alla giovane. - Mi chiamo Kirian Zadriel e sono un monaco itinerante. -
    Molto più facile spiegarla così che non raccontare a quei due vita morte e miracoli delle sue vicende, non che ci tenesse a raccontarle a qualcuno al momento.

     
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    Buongiorno a voi. rispose l'uomo ai saluti di And'jel e Darina. Non siete di queste parti vero? Che cosa vi porta fino all'Altare di Vika? chiese poi mentre lasciava che Peloso lo annusasse prima di arruffianarsi qualche coccola.
    Non proprio, rispose And'jel per entrambi. Siamo venuti qui per i cerini. Sorrise facendo un cenno con il mento verso Peloso.
    Darina non disse nulla e rimase a guardare il vecchio che accarezzava il cerino in silenzio. Non aveva voglia di fare conversazione, aveva troppa tristezza addosso.
    Chiedo scusa per i miei modi, ma è davvero parecchio tempo che non vedo facce nuove da queste parti. Mi chiamo Kirian Zadriel e sono un monaco itinerante.
    I due si avvicinarono ulteriormente e uno a alla volta tesero la mano a Kirian perché gliela stringesse con quella non occupata a coccolare Peloso.
    And'jel, itinerante e basta.
    Darina. si presentò semplicemente la ragazza rispondendo al sorriso del monaco.
    Siamo qui di passaggio, in effetti, siamo diretti alla Rocca Bianca. Di certo lei ci sarà stato.
    And'jel si sedette accanto all'uomo e iniziò a fare conversazione.
    La temoriana lo guardò, un po' sulle spine. Non le dispiaceva rimandare la separazione da Peloso, ma da una parte non si sentiva bene in quel momento subito prima di una cosa così importante. Sperava che dopo i convenevoli sarebbero semplicemente andati dritti per la propria strada e fatto quello che andava fatto. Alla ragazza sembrava di non avere la forza mentale di sopportare un ritardo in quel momento quando, più o meno, era pronta al distacco.
     
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