[ROLE] Fiori a Florentia

Primrose - Trinciapolli - Mrxxx

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    Fiori a Florentia




    Tratto dall'Ambientazione di Florentia
    Venizje è la prima delle città portuali di Florentia e quella più vicina al continente. Presenta un'architettura ed una struttura unica nel suo genere: sorge letteralmente sul mare mediante un complesso sistema a palafitte e per muoversi in essa è assolutamente necessario possedere una barca. É anche possibile spostarsi a piedi tra una zona e l'altra, ma non in tutte le zone. In accordo con quella che è la tradizione architettonica di Arcadia, gli edifici sono possenti, maestosi, massicci e sembrano sorgere letteralmente dal mare. Famosissimo è il glorioso quanto mastodontico Arco di Trionfo dedicato Lyr, l'antica divinità dei mari venerata dagli antenati di queste zone, una sorta di santuario dove molte navi fanno sosta prima di partire chiedendo un viaggio tranquillo e sereno.

    Che siate qui di ritorno da un viaggio nell'arcipelago orientale, pronti a salpare verso una nuova avventura o semplicemente passeggiate per la città per motivi turistici o commerciali, apprezzerete senz'altro il mercato galleggiante della città vecchia, dove ancora oggi sul canale che taglia la città da una parte all'altra si lasciano scorrere merci di ogni genere. La folla quella mattina non era particolarmente folta ed era facile godersi l'atmosfera unica della città.


    NOTE DEL MASTER

    Primo post. Non c'è bisogno di scrivere molto, voglio post snelli e veloci che contengano le cose necessarie. Per questo primo post presentate il pg usato, spiegate cosa ci fa a Venizje, cosa ha fatto nell'ultimo periodo e quali pensieri e azioni lo caratterizzano in quel momento preciso in cui scrivete il post. Come detto, è mattina e vi trovate nei pressi del mercato gallleggiante. Potreste essere lì apposta o solo di passaggio, scegliete voi.

    Post breve, turno veloce.

    SCADENZA SABATO 11 ALLE 12:00




    Edited by Ryuk* - 11/8/2018, 01:38
     
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    Finalmente era di nuovo a casa, nella sua Venizje. Poteva rilassarsi e godersi l’aria fresca della città mentre ponderava nella mente le parole da usare con suo padre per raccontargli tutto ciò che era accaduto nel corso dell’ultima spedizione verso Niethlung. Davvero non sapeva come avrebbe potuto reagire dopo aver ascoltato quale terribile destino era toccato alla Compagnia di famiglia. Con lei si era sempre rivelato un uomo cocciuto ma comprensivo. Tuttavia quando si trattava di affari tirava fuori il suo lato più duro ed intransigente, tipico delle sue origini varyag. Temeva sarebbe andato su tutte le furie o, peggio, che sarebbe rimasto deluso dalla sua figlia prediletta.

    Anastasya era ancora scossa e mortificata per ciò che era successo. La sua spedizione verso Niethlung infatti si era rivelata un totale fallimento: non solo aveva perso uomini e nave, ma anche gran parte del carico. Suo padre si era fidata di lei e le aveva affidato le sorti della Compagnia. Lei in un sol colpo ne aveva dissipato le ricchezze gettando ombre sulla buona reputazione e sull’affidabilità della Compagnia che suo padre aveva fondato con grande fatica e gestito con grande capacità per oltre vent’anni.

    Forse non era nemmeno tutta colpa sua. Il fato avverso ci aveva messo lo zampino, ma anche lei aveva commesso errori, primo tra tutti fidandosi delle persone sbagliate che l’avevano portata in bocca ai pirati. Dannati mercenari da quattro soldi. Mai più si sarebbe affidata a loro. Adesso doveva prendersi le sue responsabilità e fare i conti con la propria inesperienza. A nulla era servita la sua preparazione accademica: lì fuori il mondo è davvero spietato.

    Non sapendo come addolcire la pillola a sua padre, si convinse che fare una passeggiata tra le vie in cui era cresciuta era certamente la soluzione più adeguata per trovare consiglio, conforto e, perché no, anche un po’ di serenità. Forse usare delle scuse con suo padre sarebbe stato controproducente, meglio essere più schietta e limitarsi a raccontare la verità dei fatti. Ma intanto doveva assolutamente provarsi quella maglietta: l’aveva tirata su dalla bancarella con due mani, per guardarla meglio e misurarla. Era molto simile alla magliettina bianca che indossava sotto il bustino e stava bene anche con la lunga gonna svolazzante. Anche se solitamente preferiva i negozi con vestiti più costosi e preziosi nel centro cittadino, il mercato dietro casa regalava sempre delle belle soddisfazioni. C’era sempre qualcosa di carino a buon prezzo.

    Prendo questa.

    Disse con un sorriso stampato in volto: fare shopping la metteva sempre di buon umore e le faceva dimenticare tutto il resto. E mentre la mercante riponeva in un sacchetto la sua maglietta, Anastasya smosse con le mani i lunghi capelli biondi da dietro la nuca, quasi volesse farsi un po’ di aria. Faceva caldo, chissà se sarebbe riuscita a colorare un pochino la sua carnagione da mozzarella. Forse era sin troppo spensierata.



     
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    Venizje era una città strana, una città galleggiante. Erano in molti a considerarla il gioiello d'Occidente, un porto sicuro per viaggiatori e mercanti, un luogo dove la tolleranza tra genti diverse consentiva scambi culturali ed economici di ogni genere e dove la politica dei dazi particolarmente favorevole rappresentava il fiore all'occhiello dell'intera regione.
    Heidrun amava il mare, ma quello freddo, tempestoso delle isole del Nord. Ce l'aveva nel sangue, era scritto nel passato dei suoi antenati che dal continente arrivarono all'arcipelago con barche leggere scavate nel legno, solide e veloci come il vento. O almeno così dicevano le leggende.
    Il clima per lei era fin troppo mite e lo si vedeva dal modo in cui andava vestita. Abbandonato il mantello di pelliccia che la proteggeva dal lungo inverno della Storfalla, aveva optato per comode vesti leggere, fin troppo per la giornata estiva ma ventosa con cui la città si era risvegliata quella mattina, in pelle e stoffa color turchese.

    Il porto principale si presentava a quell'ora del giorno pieno di vita e di imbarcazioni di ogni genere: catamarani con bandiere appese all'albero maestro, case galleggianti dalla chiglia grande e piatta, altre barche piccole e leggere adatte a navigare senza fretta tra le calme secche delle isole di Niethlung, pescherecci snelli ed efficienti come pescecani. Poi c'erano i velieri che solcavano i mari per mesi in balia degli oceani; per quelli serviva un lasciapassare imperiale o una carta d'imbarco che Heidrun non possedeva. In compenso aveva con sé una discreta somma di denaro da investire nel suo biglietto di ritorno. Viaggiando praticamente senza bagagli non avrebbe dovuto temere furti o altro genere di scorribande, tranne per il fatto di essere una donna e quindi soggetta a soventi quanto indesiderate attenzioni da parte del genere maschile. L'ultima volta era stato persino piacevole, lei e quel marinaio avevano fatto l'amore sotto le stelle, a poppa, in quella notte così nitida e silenziosa che si poteva ammirare nei mari del Sud. In quei momenti pensava che le stelle fossero vivide nel cielo di Arcadia, più di quanto non lo fossero mai state nell'arcipelago.
    Ma si trattava di avventure per scacciare la noia e la frustrazione. La sua vita era a Vaygrjord, a centinaia di miglia da lì.

    Anche al porto si sentiva il frastuono del mercato generale, che a quell'ora esplodeva di compratori. Le urla dei mercanti arrivavano fino a lì e sopra di loro si udivano chiarissime quelle dei portuali che caricavano merci in un via vai nervoso ma solerte.

    - Quando parte la nave per Vaygrjord? - chiese la giovane a uno dei lavoratori mentre gli infilava in tasca un paio di monete d'argento. Quello, senza dire una parola, indicò un grosso vascello che dondolava poco distante, in attesa.

    - Ma non prenderà il largo prima di tre giorni. - fece allora, sputando in terra. - Per via dei permessi e altre rotture burocratiche.

    Heidrun bestemmiò e si allontanò da lì a grandi falcate.
    Poco più in là c'era una piccola spiaggia in cui giacevano, apparentemente abbandonate, piccole imbarcazioni di pescatori. Da lì l'aria era fresca e si poteva quasi sentire nella brezza l'odore dei frutteti.

    Che fare?
    Avrebbe dovuto trovare una locanda ed alloggiare lì fin quando non avesse potuto partire?
    Decise di volgere, per il momento, verso il mercato principale.
    Lì si sarebbe fatta venire in mente qualche idea migliore.



    Edited by Primrose. - 11/8/2018, 11:28
     
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    Per una persona abituata dapprima al caldo torrido del deserto e poi al freddo secco delle montagne, la città di Venizije era il connubio perfetto in cui stare. Mi trovavo li da qualche tempo ormai, dopo le schermaglie avute nelle periferie di Louyhong a favore della resistenza del luogo, cercando di mantenere un profilo basso e defilato.

    Quando arrivai iniziai a frequentare le palestre di arti marziali della zona e in particolare quella di una gilda di mercenari parecchio famosa, alla ricerca di lavoro come insegnante e/o assistente, per permettermi un tetto per il periodo di permanenza, fino alla partenza per Haven dove mi sarei ricongiunto con i miei vecchi compagni. La cosa interessante era che lavorare per loro era abbastanza facile, se ti dimostravi capace: se tu non facevi domande a loro, loro non facevano domande a te e questo a me andava più che bene perché aiutava a non destare sospetti e a non far circolare voci sul mio conto.

    Il mio nuovo "amico del vecchio mondo" inoltre mi avrebbe coperto con l'impero se mai qualcosa fosse saltato fuori, ma per motivi a me non del tutto chiari, non avrebbe potuto fare molto. Al massimo avrebbe cambiato il nome della persona da ricercare e cose così.

    [...]


    I giorni passarono,erano ormai 6 mesi che aspettavo, e il messaggio che mi avrebbe dato il permesso di partire ormai tardava ad arrivare. L'ultima comunicazione con il maestro risaliva al mese scorso, quando mi disse che c'erano problemi nella rotta verso la città ad est e che gli imperiali avevano intensificato i controlli con potenti soldati e abili sensitivi. La pazienza non era un problema per me, però più restavo li e più era probabile che qualcosa andasse storto e la mia copertura sarebbe andata a farsi benedire: un falso nome e vestiti del luogo non potevano ingannare tutti per sempre.

    Quel giorno mi trovavo a passeggiare per il mercato galleggiante della città, vestito di una casacca azzurra che lasciava intravedere i pettorali e pantaloni larghi e vaporosi di colore nero, con delle scarpe comode. Passeggiavo mani in tasca, godendomi l'energia che sprigionava da quel luogo pieno di persone felici intenti a far compre... e dei mercanti, che ovviamente erano ancora più felici dei clienti sui quali guadagnavano. La natura che si fondeva alla perfezione con le opere degli umani era davvero uno spettacolo fantastico, che tra un turno e l'altro in palestra o dopo aver staccato, ero solito venirmi a godere.

     
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    Dal brusìo generato dalla folla di passaggio e dai mercanti delle bancarelle sarebbe emerso il tintinnìo metallico di un vassoio di latta rovesciato a terra assieme alla merce sopra riposta.

    Come hai osato rifilare monete contraffatte ad un membro del giglio nero, vecchiaccio! Dammi subito quello che mi spetta, con gli interessi!

    La voce tonante di un giovane avrebbe attirato l'attenzione di tutti gli astanti. Era in piedi con le braccia larghe lungo i fianchi e le mani strette nei pugni. Guardava furibondo il vecchio mercante chino a terra, intento a raccogliere la merce caduta e cercare di scusarsi mortificato. Il giovane indossava protezioni sugli avambracci e gli stinchi e uno scudo riposto alle sue spalle.

    Ve l'ho detto signore, non avevo idea di aver ricevuto denaro falso. Non me ne ero accort-

    OSI ANCORA RIFILARMI LE TUE MENZOGNE!!

    Il giovane diede un calcio alla merce vicino ai propri piedi, proiettandola verso il vecchio e ferendolo con questa. Non doveva avergli fatto molto male, ma il gesto colpiva più delle ferite fisiche.

    I ladri come te non meritano alcuna pietà.


    Commentò con un sorriso crudele sul volto, congiungengo le braccia all'altezza dei polsi mentre concentrava la propria energia. Le persone intorno a loro avrebbe udito distintamente un rombo diffuso come se la terra avesse cominciato a tremare, poi come il suono di un muro che crolla uno spuntone di roccia sorse da sotto la bancherella del vecchio, distruggendo la struttura in metallo e spargendo la merce tutto intorno.

    NO!! VI SCONGIURO!

    Protestò il vecchio avvicinandosi al giovane e afferrandogli la stoffa dei pantaloni in segno di supplica ma quello, ancor più incattivito, con un altro calcio allontanò il mercante da sè.

    Finito di nuovo a terra, il vecchio fu raggiunto immediatamente dal giovane offeso che lo afferrò per il collo e gli intimò con voce aspra.

    DAMMI SUBITO I MIEI SOLDI!

    Intanto le persone intorno assistevano sgomente alla scena. Qualche mercante si era avvicinato alla scena ma era indeciso se intervenire o meno. Qualche astante si era allontanato di fretta, forse per evitare di rimanere invischiato.

    Tra le persone avreste sentito distintamente mormorare il nome menzionato da quell'uomo con timore e riverenza.

    La gilda del giglio nero.


    NOTE DEL MASTER

    L'azione è chiara e diretta.

    Descrivete concisamente la reazione dei pg al gesto dell'uomo.

    In termine cronologico, considerate l'azione di chi posta per primo come se avvenisse prima delle altre.

    Postate conseguentemente alle azioni che vedete e non vi accavallate, cercate di reagire realisticamente alla scena in base alle azioni gli uni degli altri.

    SCADENZA DOMENICA 19 ALLE 23:00
    Nota: Sarò in ferie da domani fino a lunedì 20, riprenderemo con ritmo alto al mio ritorno. Kiss <3




    Edited by Ryuk* - 12/8/2018, 09:24
     
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    Il mercato sembrava traboccare di gente e le bancarelle erano ricolme di ogni bene, frutta, carne di ogni tipo che girava sugli spiedi, vestiario variopinto, spezie da Shal'aira.
    Un dedalo di stradine creava un labirinto da cui la giovane faceva fatica a districarsi, quando ecco si aprì la piazza principale ricolma di autoctoni, marinai e soldati di ventura. Non era semplice schivare le spallate e i pestoni della folla e contemporaneamente cercare con lo sguardo qualcosa che potesse servirle.

    A un tratto sentì dietro di sé una voce sgradevole al punto che Heidrun desiderò allontanarsene il più velocemente possibile; ma, voltandosi, si accorse ch si trattava di un uomo piuttosto giovane e ben vestito, a occhio e croce un guerriero, dall'aria tronfia e poco simpatica. A terra un anziano mercante veniva battuto e umiliato.
    Doveva trattarsi di un litigio di qualche tipo, cose con cui di solito Heidrun preferiva non avere niente a che fare.
    Si sentiva terribilmente accaldata e per di più cominciava ad avere fame.
    Si fermò a una bancarella poco lontano e chiese di poter avere del cibo; una donna dalla pelle scura e da abiti variopinti le servì del formaggio e delle olive per poi tornare a fissare preoccupata il vecchio per il quale nessuno sembrava voler fare qualcosa.

    - Che sta succedendo? - chiese la Vaygr con tono annoiato mentre si sedeva su uno sgabello messo a disposizione dei clienti.

    - Non lo so, quell'uomo deve aver offeso un membro della Gilda. - fece quella, preoccupata. Adesso anche gli altri avventori che mangiavano al banco sulla strada si erano voltati per seguire la scena. - Niente di buono.

    Heidrun tacque e chiese solo che le venisse servito del vino. Era denso e scuro e odorava di frutta selvatica. Il cibo da quelle parti era ottimo, non c'erano certe prelibatezze a Vaygrjord. Cominciò a mangiare voracemente e senza alcuna grazia.

    - Una Gilda di che? - riprese tra un boccone e l'altro.

    La donna, che era avvolta in una lunga veste a dettagli floreali, le lanciò un'occhiataccia. - Ma quella dei Fiori! - esclamò, pentendosene subito. Aveva paura che qualcuno l'avesse udita ed era chiaro che non amava molto parlare di quelle cose.
    Heidrun fece spallucce e buttò giù un calice di vino in un sol colpo.

    - Se quel damerino vi sembra pericoloso non oso immaginare cosa potreste pensare dei Vaygr. - rispose, senza curarsi di abbassare la voce.

     
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    ... Ad ogni modo la calma e la tranquillità dello scorrere della vita del luogo sarebbe stata presto interrotta da alcuni brusii più a nord, che avrei necessariamente incontrato visto che era proprio la direzione verso la quale stavo camminando.

    E' mai possibile che i deficienti mi seguono sempre? Perché non posso passare un giorno senza che mi passi sotto mano qualche idiota che vorrei far fuori?

    Domande retoriche ovviamente, ma erano principalmente uno sfogo personale per cercare di mantenere la calma e non tirare fuori la spada dalla casacca. Il flusso di persone mi avrebbe condotto in modo naturale verso l'episodio di violenza in corso, mentre tutti si fermavano li a guardare ostruendo il passaggio, disposti quasi a semicerchio come se fosse il più bello spettacolo del giorno all'arena del Braxamundis.

    Il ragazzo un po' più giovane di me, diceva di far parte del Giglio Nero, stava lanciando addosso a un commerciante la sua stessa mercanzia e svariati insulti, accusandolo di avergli rifilato un resto con monete contraffatte. La discussione degenerava con velocità e la cosa mi stava dando parecchio sui nervi, vedendo che quel tipo si vantava di quanto fosse importante il nome della sua gilda e tutto il resto.

    Eppure il manifesto sulla palestra non mi sembrava recitasse "minaccerò di morte chiunque cercherà di fregarmi".

    Cercai di osservare la scena da più lontano possibile, nascondendomi in fondo alla folla, cercando di restare "invisibile". Il ragazzo iniziò a minacciare fisicamente il commerciante, concentrando poi la propria energia iniziando a far tremare il terreno. Le cose si stavano decisamente mettendo male.

    Mi guardai intorno, cercando di notare la presenza di guardie o di altri occhi indiscreti e, soprattutto, qualche viso familiare della Gilda. Dopotutto parecchia gente li a Florentia era affiliata all'organizzazione e se qualche membro avesse visto quello scempio avrebbe sicuramente fatto qualcosa.. almeno speravo.

    No, non posso farlo, non dopo tutti questi mesi in cui sono riuscito a nascondermi.

    Stringevo i pugni, talmente forte da farmi male. Cercavo di resistere all'impulso di scaraventargli una cassa di frutta in faccia ma non sapevo per quanto avrei resistito all'impulso.
     
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    Dopo aver effettuato i suoi acquisti, qualche bancarella più accanto, assistette ad una scena che la lasciò allibita e sconcertata, soprattutto vedendo chi erano i due protagonisti. Chiunque fosse originario di Florentia aveva certamente sentito parlare del Giglio Nero, sebbene la reale natura di tale gilda sfuggisse alla comprensione di chi non ne facesse parte. Anastasya infatti aveva solamente sentito qualche racconto o qualche diceria a riguardo, ma non aveva avuto mai l’occasione di incontrarne un membro. E forse era meglio così: a giudicare da quello che stava vedendo, se tutti i membri della gilda erano così spavaldi ed arroganti, era un bene stargli alla larga. Anche lei era una persona altezzosa, ma non faceva di certo leva sul suo rango sociale con le persone più deboli e in generale, salvo queste disattendessero le sue aspettative, le trattava con rispetto. Suo padre le aveva sempre insegnato che senza i suoi umili marinai, lui non sarebbe mai riuscito a crearsi il patrimonio che aveva.

    Eppure, nonostante l’eccessiva reazione del ragazzo fosse palese e sotto gli occhi di tutti, nessuno osò muovere un dito per aiutare il povero mercante. Forse per codardia o forse per paura di una possibile ritorsione della gilda stessa. E a dirla tutta anche la bionda rimase sulle sue, titubante ed indecisa sul da farsi: lei aveva un’azienda da mantenere e tutelare. La sua ultima spedizione era già stata un totale fiasco e non voleva rischiare di inimicarsi qualcuno di così potente nella sua terra natia. D’altro canto non poteva nemmeno voltare la testa e far finta di nulla, non nel SUO mercato. Così, dopo aver meditato qualche istante, le venne in mente il modo per sistemare la faccenda ed uscirne da gran signora.

    Pagherò di mia tasca i soldi che vi doveva quell’uomo.

    Disse con tono sicuro ed altezzoso dopo essersi avvicinata di qualche passo. Era certa che il suo appeal femminile unito alla sua magnanimità avrebbe certamente fatto colpo sia sui presenti che sul ragazzo. Adorava essere al centro dell’attenzione. E in questo modo, sotto sotto, sperava anche di far colpo sulla gilda per accaparrarseli come potenziali clienti.

    Sinceramente mi sembra eccessiva tutta questa polemica per un pugno di monete. Soprattutto da parte di chi non dovrebbe avere problemi finanziari.

    Continuò con le mani sui fianchi guardando il ragazzo muscoloso negli occhi. Una donna di bell'aspetto e sicura di se può permettersi di dire ciò che vuole e questa era una frecciatina nemmeno troppo velata in sua direzione. In fondo, se davvero faceva parte del Giglio Nero, era stupido da parte sua gridarlo ai quattro venti ed ostentarlo solo per una manciata di monete. Credeva infatti che i membri di un’organizzazione tanto potente non avessero problemi pecuniari. Al mercante invece per adesso non riservò nemmeno uno sguardo, preferendo portare le mani al portafogli in attesa di sapere la cifra che avrebbe dovuto sborsare.

    Allora, quanto vi doveva quell'uomo?



     
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    L'uomo si voltò verso la donna dai capelli bianchi tramutando la propria espressione pericolosa in una intrigata. Squadrò la giovane Anastasya dalla testa ai piedi voltando solo il capo: la mano era ancora immobile attorno al collo dell'anziano mercante ma senza stringere. Non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare, inginocchiato di fianco al poveretto ancora a terra. Nel notare la ragazza avvicinarsi l'uomo aveva smesso di piagnucolare ma manteneva ancora le proprie mani attorno al braccio del mercenario, continuando a temere per la propria vita.

    5000 GOLD, bellezza.

    Disse il giovane con un'espressione provocatoria. L'anziano provò a protestare ma la mano attorno al suo collo si strinse improvvisamente e il mercante fu colto da uno spasmo provocato dal dolore. L'uomo lo guardò trucidandolo con lo sguardo.

    Quando questo si acquietò nuovamente, tornò a guardare la donna.

    Allora i miei soldi?

    Chiese nuovamente con impazienza. Sembrava che Anastasya non sortisse poi chissà che effetto su di lui o che il tipo tenesse molto più ai soldi che ad un paio di occhietti dolci.





    NOTE DEL MASTER

    @Primrose la gilda si chiama Giglio Nero, non gilda dei Fiori xD

    Posta solo @mrxxx per ora.

    SCADENZA MARTEDI' 28 ALLE 23:00




    Edited by Ryuk* - 27/8/2018, 17:04
     
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    Arrogante, scorbutico ed impaziente persino nei suoi confronti. Di solito gli uomini, quando lei gli rivolgeva la parola, si comportavano con estremo garbo ed accondiscendenza nei suoi riguardi. Bastava una scrollata di capelli, la camicetta aperta di un bottone in più o semplicemente qualche sguardo ammiccante. Quel tizio invece sembrava completamente immune al suo fascino di bionda. Anastasya alzò un sopracciglio, cercando comunque di controllarsi senza far trapelare la sua stizza. Non era abituata ad essere guardata con indifferenza.

    Hai comprato mezza bancarella per caso!?

    Disse sarcasticamente ma mantenendo un tono deciso e diretto mentre poneva le mani sui fianchi. Se il guerriero era immune alla sua bellezza, lei era immune al sua fare minaccioso. Era chiaro che la cifra che il guerriero chiedeva era onerosa persino per le sue tasche. Dopo quello che era successo con la sua ultima spedizione, non poteva permettersi di gettare altri soldi nel nulla, soprattutto per una questione che non la riguardava. Allo stesso tempo però non tollerava ne i modi di quello sbruffone ne la violenza per futili motivi.

    Che avete da dire voi? E’ davvero questa la cifra che gli dovete? Avete provato a truffarlo?

    Si rivolse questa volta al mercante. Sperava che parlando con lui il guerriero avrebbe mollato la presa attorno al suo collo per dargli facoltà di replica. Voleva sentire l’altra versione della storia.

    In ogni caso non possiedo con me una tale quantità d’oro in questo momento. E non ho assolutamente intenzione di farmi rovinare la giornata da due tizi come voi. Credo che nessuno qui intorno lo voglia.

    Sentenziò infine, quasi spazientita, cercando il consenso della folla attorno a se.

    Rimettete la vostra questione nelle mani della giurisdizione imperiale. Sono più che certa che la giustizia saprà risolvere la vostra diatriba in tempi rapidi e con una sentenza equa.

    Non poteva essere di certo lei ad ergersi come giudice della questione e visto che si trovavano in territorio imperiale era la scelta migliore da fare. Tornò quindi a rivolgersi esclusivamente al guerriero.

    E in ogni caso ti consiglio di lasciarlo andare. Se davvero quest’uomo ha provato a truffarti, con un’aggressione del genere potresti essere tu a passare dalla parte del torto. E contando che gli hai distrutto mezza bancarella, alla fine potresti essere tu quello che gli deve i soldi.

    A giudicare dai cocci a terra, aveva danneggiato un bel pò di merce.






    Edited by mrxxx - 4/9/2018, 23:11
     
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    L'uomo ridacchiò sommessamente rimettendosi in piedi e facendo due passi verso la ragazza. Se non altro aveva lasciato l'anziano mercante che strisciò via disperatamente, aiutandosi coi gomiti.

    Credi che mi faccia spaventare da un paio di pedoni imperiali, dolcezza?

    Si avvicinò ulteriormente ad Anastasya fino ad esserle estremamente vicino e avvicinare una mano alla chioma della donna, tentando di giocherellare con una ciocca con il dito della mano destra.

    Forse non hai capito bene chi sono. Un membro del giglio nero è superiore all'ingerenza di un gruppo di esaltati megalomani. Io posso fare quello che voglio, senza temere conseguenze...

    Il suo sorriso era pericoloso, il ragazzo sembrava eccessivamente sicuro di sè e anche se tra la folla c'era chi lo guardava male e lo condannava a parole, nessuno si faceva avanti.

    Il tizio cominciò a dare un'occhiata dal vantaggio della propria altezza rispetto alla giovane, non nascondendo tutta la propria malizia.

    Pensandoci meglio però, se non hai denaro con te, potrei anche accontentarmi di altro se proprio vuoi prendere le difese di quel farabutto...

    E allungò le mani per cingere i fianchi della giovane e avvicinarla definitivamente a sè.



    Ehi tu, sgualdrina!

    Una voce femminile avrebbe interrotto il momento e una nuova figura si sarebbe avvicinata a grandi passi.

    Senza giri di parole si sarebbe diretta verso Anastasya per mollarle uno spintone sulla spalla sinistra, con forza sufficiente a costringerla ad arretrare di diversi passi.

    Cos'è, sei scappata dalla tua casa delle bambole per ficcare il tuo nasino perfetto del cazzo in affari che non ti riguardano? La tua servitù l'hai lasciata a casa, perché non prendi il tuo vestitino spocchioso e la tua aria da "qui-comando-io" e te ne torni nel tuo bel castello prima che ti ci rimandi io a calci in culo?

    La donna sembrava una mercenaria come il primo tipo, pelle scura e i capelli neri e lunghi raccolti in fitte treccine. Il ragazzo la guardava con un'espressione compiaciuta, concentrandosi poi su Anastasya intrigato nel vedere come avrebbe reagito.





    NOTE DEL MASTER

    Potete postare tutti. Ovviamente le azioni di @mrxxx verrebbero prima di qualsiasi altra azione, dato che la pg è al centro dell'azione.

    SCADENZA GIOVEDI' 20 ALLE 23:00


     
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    Continuò a guardarlo con sguardo severo, rimanendo ferma ed irremovibile nella sua posizione con le mani sui fianchi, anche quando lui le si avvicinò ad un palmo dal naso. Non posso negarvi che il cuore di Anastasya stesse battendo molto forte: era abituata ad avere i suoi spazi e a mantenere una certa distanza dalle persone. Una vicinanza così forzata la metteva a disagio e soprattutto non aveva idea di dove la boria quello sbruffone potesse arrivare. Per quanto ne sapeva, avrebbe anche potuto colpirla pur essendo una donna. E non voleva di certo rovinarsi il viso per colpa di un guerriero tutto muscoli e niente cervello.

    Se non fossi così stupido, saresti anche un bel ragazzo.

    Provò a buttarla sulla malizia per stemperare la tensione visto che le parole erano la sua unica arma non avendo con se ne arco ne frecce. Peccato che il leggero tremolio nella voce tradisse la sua espressione sicura. Avere un armadio con intenzioni ostili a pochi centimetri la rendeva nervosa. Deglutì. Faceva bene ad essere preoccupata perché poco dopo quello le cinse i fianchi.

    Levami le tue luride mani di dosso!

    Gridò e provò immediatamente a sottrarsi dalla presa, spingendo via l’uomo, peccato che questo fosse troppo forte. Fortuna che venne contemporaneamente spinta anche da un’altra donna che con irruenza cominciò ad apostrofarla in diversi modi. La bionda, sospinta all’indietro, fu costretta ad appoggiarsi ad una bancarella per non cadere a terra. Si guardò intorno: nessuno aveva mosso un dito in sua difesa per ora e nessuno sembrava essere intenzionato a muoverlo. Digrignò i denti: l’indifferenza era una terribile piaga della società moderna. Avrebbe dovuto cavarsela da sola.

    A quanto pare la tua fidanzata sembra essere piuttosto gelosa e soprattutto INVIDIOSA della sottoscritta. Sarà per un’altra volta caro.

    Disse scrollandosi i capelli mentre ritornava eretta ed altezzosa. Avrebbe quindi disteso un braccio in avanti, tenendo il palmo aperto, per poi cominciare a camminare. I suoi passi sarebbero stati lenti e non avrebbe mai distaccato gli occhi da quei due. La sua intenzione era allontanarsi tra la folla senza fare ne scalpore ne confusione, sperando che quelli l’avrebbero lasciata sfilare via. Non aveva alcuna possibilità di vincere contro quei due selvaggi, ergo non restava altro da fare che ritirarsi ed avvisare il prima possibile le autorità imperiali. Se quelli si fossero dimostrati più testarti del dovuto e se avessero di nuovo provato ad avvicinarsi a lei, non avrebbe esitato a scagliargli contro una cascata d’acqua.



     
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    Una giovane ragazza dai capelli argentei si fece avanti con tono spocchioso, altezzoso ed intimidatorio, andando incontro all'uomo che per primo aveva tirato su lo spettacolo di quel giorno. Si propose come "la soluzione" al problema, ma il tipo esaltato sparò una cifra assurda per il risarcimento, facendo arretrare la ragazza dalle sue buone intenzione.

    Quel tipo è completamente fuori di testa, è un fottuto esaltato.

    La ragazza interrogò il mercante, chiedendogli se fosse veramente intento a truffare l'uomo, per poi consigliare ai due di rivolgersi alle autorità imperiali che come al solito tardavano ad arrivare ogni volta che servivano. Non che al tipo importasse, visto che si elevava al di sopra di tutto e tutti, con un fare alla "tu non sai chi sono io" per poi provarci con la ragazza.

    Oh, fantastico.

    Alla vista di quello spettacolo patetico iniziai a spostarmi, con l'intento di allontanarmi da quel punto del mercato per continuare la mia passeggiata ed allontanarmi dai problemi, fermandomi però quando una seconda voce femminile si fece avanti intimando alla generosa ragazza di allontanarsi. Le parole che susseguirono furono minacce poco velate e se già prima la situazione era abbastanza tesa, ora la corda su cui eravamo aveva iniziato a sfilacciarsi.

    Devo andarmene da qui..
     
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