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Mad4Opps.
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Oscure MacchinazioniNon era la rinominata tecnologia, né tantomeno la particolare architettura unica della regione ad aver condotto il Malygos nell'occidente di Kalendor..
Il giorno precedente il giovane se ne stava per i fatti suoi in una locanda di Sumadea. Era un piccolo paesino dalla bassissima densità popolare, apparentemente tranquillo e sicuro ma.. a quanto pare, il Malygos sembrava trovare del marcio ovunque andava.
forse è vero che tutto il mondo è paese, tutto sommato.. pensava osservando i due delinquenti a cui aveva appena spennato gran parte degli spicci messi in gioco; tra una mano e l'altra i due si erano fatti così tanti gin da annullare freni inibitori.
Incominciarono a vantarsi con l'alchimista riguardo loro conoscenze pericolose nel continente e rinominati trafficanti: egli dal suo canto prese la palla al balzo, rimanendo si distaccato ma non perdendosi una singola informazione.
A dir la verità alcune volte fece fatica a non scoppiare a ridere di fronte a racconti più che improbabili, descrizioni ultra-esagerate.. ma una notizia catturò la sua attenzione a pieno, facendolo voltare verso l'interlocutore.
..ho comprato questa da un nuovo contatto, un ragazzo da Haven.. un tipo in gamba, rivende a prezzo basso.
Osservò il mercenario mostrare la lama nuova di zecca nella fondina, per poi domandargli incuriosito: se mi servisse una nuova arma, sapresti dirmi dove trovarlo?
Davmorn avvicinò la vincita che aveva accumulato fino a quel momento al tipo; egli la accettò rivelandogli così dove poter trovare questo trafficante di armi.
[...]
Non erano poche le volte in cui aveva pensato di ritornare in patria ultimamente, questo avvenimento fu dannatamente inaspettato e richiedeva investigazione.
Non lo sorprendeva il fatto che qualcuno trafficasse da Ephiora verso Tortuga, ma lo sorprendeva che qualcuno di nuovo lo stesse facendo; poteva voler dire parecchie cose e nessuna portava ad un risvolto positivo. Una sola cosa era sicura, ad Haven sarebbero arrivate molto presto una quantità massiccia di armi.. e lui se la ricordava già bella armata, questo lo aveva preoccupato a tal punto da spingerlo ad investigare.
I sospetti incominciavano a fondarsi, temeva che la guerra civile nella regione fosse scoppiata in sua assenza.
Proseguì il percorso sterrato indicatogli su una mappa fino ad arrivare in una casa nel mezzo della foresta: aveva appena una stanza a giudicare dalla grandezza, era circondata da tronchi e flora selvaggia per sterminati chilometri. Da fuori appariva abbandonata, dato che la finestra sopra l'ingresso era sfondata ed erano visibili vistose ragnatele.. gli era stato detto di avvicinarsi e bussare quattro volte, con ritmo tamburellante quasi.
Una trappola?.. forse, motivo per il quale il giovane mentre bussava tenne l'altra mano costantemente pronta a colpire.. ed invece, la porta venne aperta dal criminale.
Capelli neri e sguardo ingrugnito, ad occhio e croce sui venticinque anni, vestito come la maggior parte dei ragazzacci di strada a Tortuga: una giacca di pelle piena di buchi, accompagnata da pantaloni in corda e stivali logori.
Non lo aveva mai visto prima e ne era certo, lui si ricordava una faccia: non era raro d'altronde, la malfamata città era divisa in numerosi quartieri e nel popolato centro urbano era proibitivo per chiunque osare lanciare sguardi più del dovuto, non ne usciva mai nulla di buono.
Lo guardò dall'alto in basso per poi parlare:
Entra, presto!
Così fece; l'individuo guardò ad entrambi i lati assicurandosi che nessuno lo stesse spiando e richiuse rapidamente la porta.
L'alchimista notò una spropositata quantità di sale gettata sotto lo stipite della porta, probabilmente per impedire l'accesso a vermi ed altri ripugnanti esseri.
Una usanza tipica nelle baracche in lamiera della sua terra natale, non poté non sfuggirgli un sorrisetto sotto la bandana. Venne fatto accomodare su una sedia, dove si tolse il cappuccio e rivelò il suo viso intero.
Veniamo al dunque, signor ...
Se ne stava in piedi davanti al camino, probabilmente si stava scaldando la parte posteriore del corpo: sembrava attendere una risposta dal suo interlocutore, il ragazzo decise innanzitutto di limitare la confidenza.
Niente nomi, il mio lavoro lo richiede.. fece una breve pausa per ricapitolare mentalmente il piano che aveva elaborato lungo il tragitto.
Devo fare fuori un tipo di Tortuga. Non è un osso duro, ma è bravo a rintanarsi come il topo che è: ho bisogno di un informatore sul campo.
Diretto e coinciso, lasciò spiazzato il tipo che gli rifilò un'occhiata intontita:
Io tratto armi bello, mica informazioni..nel caso non te ne fossi accorto sono qui a Neagora, non ad Haven.
Lo so, ma tu potresti farmi incontrare con qualcuno da quelle parti che si trova più in alto.. da dove si vede meglio e si riesce a cacciare con più facilità.
Muovendosi lentamente, l'alchimista afferrò la sua sacca di monete dalla cintura scuotendola: sperava che il suono dei piccioli fosse abbastanza forte da far cedere il trafficante, magari si sarebbe risolta questa storia sua.
Il suo scopo era capire subito chi e perché stava muovendo ammassi di armi da/per Haven, prima di impedirlo: se doveva ritornare nel suo paese di origine per fare giustizia, doveva capire contro quale bersaglio puntare le lame.
Il suo furbo tentativo non venne colto dal ragazzetto, infondo non così tanto sveglio.. ma la palla venne presa al balzo e scagliatagli contro con più forza:
I soldi non mi interessano, ma c'è qualcos'altro che potresti fare se vuoi che ti rimedi un incontro.. sei un assassino hai detto, giusto?
Davmorn Malygos. -
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Mad4Opps.
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Oscure MacchinazioniNon aveva altra scelta se non quella di continuare a mentire spudoratamente.
Se così vuoi definirmi. disse con estrema freddezza, lanciando qualche occhiata alla stanza che lo accoglieva. Era completamente spoglia, il soffitto in legno era ammuffito dai periodi di pioggia e vistose ragnatele negli angoli più alti: era priva di quadri o arredamento, ad eccezione di poche seggiole ed un tavolino pieno di vistosi borsoni neri.
Ad attirare la sua attenzione però furono numerose pelli e zanne di animali esotici proprio su quel tavolo; erano in quantità esorbitante e il proprietario di quella topaia non sembrava certo in procinto di arredarla.. questo poteva significare una cosa sola.
Contrabbanda anche quelle.. molto probabilmente.. lanciò per un’ultima volta un’occhiata ai suoi logori abiti, confermando le sue idee ..non è un pezzo grosso, si sarebbe attenuto solamente alle armi.
Era una notizia in parte buona, sapeva di non dover preoccuparsi troppo: ma qualcuno lo aveva pur sempre mandato fin lì a Neagora dunque, ed era sicuramente qualcuno di più potente.
C’è un omicidio da fare, entro domani. Qui, a Neagora.
Temeva che gli venisse proposto, ma aveva incominciato a realizzarlo già dalla precedente domanda. Se c’era un assassinio che voleva eseguire era proprio seduta stante, mozzare uno dei numerosi tentacoli di Haven, per quanto piccolo potesse essere.
Ma, purtroppo, quelle informazioni non le avrebbe ottenute da nessuno prima di ritornare in patria. Era obbligato ad accettare, ma incominciò da subito a pianificare mentalmente un modo per risolvere la questione senza sporcarsi le mani. Non aveva mai ucciso nessuno che avesse attaccato per primo, lui o i suoi compari: non aveva intenzione di incominciare adesso.
Continua, ti ascolto unì le mani e le sfregò l’una sull’altra, cercando rimedio all’umidità che regnava sovrana nella stanzetta.
Vide lo sguardo dell’uomo soffermarsi sul suo tatuaggio, per poi incurvare le labbra in ghigno a denti stretti.
Cavolo, vai subito al sodo! Dovevo immaginarmelo che hai esperienza.. l’obiettivo è un mago, molto conosciuto e benvoluto in questa regione.. beh, non da tutti almeno. Non ti è dato sapere chi o perché, ma devi farlo fuori.
Portò una mano sul mento e iniziò a rimuginare silenzioso qualche attimo, passandosi un dito sulle labbra e strusciandosi l’ispida barba con le altre. Poco gli cambiava di chi era l’obiettivo, stava guadagnando tempo: il suo obiettivo era cercare di concordare con la vittima un esilio volontario, magari chiedendo uno dei beni personali al mago per far sembrare vero l’omicidio.
Ma in caso il tipo fosse già a conoscenza di essere finito in una lettera nera e girava scortato? In quel caso non avrebbe avuto orecchie ad ascoltarlo, sarebbe stato costretto alla lotta per la sua vita.. era la peggiore delle ipotesi certo, ma doveva sapere se il bersaglio era almeno un criminale.
Dimmi cosa devo aspettarmi almeno. E’ un delinquente?
Stanotte lo sarà. Ruberà con il tuo aiuto un oggetto molto prezioso a Williams, un signorotto che abita a circa due orette da qui.. ma non vivrà abbastanza da raccontarlo. A quel punto gli piazzi una palla in testa e mi porti l’oggetto.
Iniziò a ridere grattando la gola come uno spruzzino, per poi ricomporsi: si aspettava una domanda sul prezzo molto probabilmente, dato che invece di un reato ne chiese due.. prontamente aggiunse:
Duemila pezzi d’oro a lavoro compiuto. Prendere o lasciare.
Si prese qualche altro secondo per pensare. Avrebbe preferito non avere due gatte da pelare simultaneamente, ma quanto poteva essere difficile in fondo.. sapeva borseggiare e sapeva muoversi leggero come un’ombra nel buio. Avrebbe potuto sottrarre interi pacchi di monete sotto il naso di qualcuno mentre dormiva, gli doleva solamente farlo ad un innocente. Meglio che togliere la vita in fondo, o no?
Va bene, accetto
Si alzò ed avvicinò al contrabbandiere, il quale gli diede una mappa con indicata la posizione della casa da rubare. Gli disse che c’erano due uomini a proteggere gli ingressi e che l’oggetto, molto probabilmente, si trovava nel piano sotterraneo della villa: non gli disse cosa fosse tuttavia, ipotizzava un gioiello di pietre preziose da rivendere al mercato nero.
Gli aveva detto praticamente tutto ciò che gli serviva, eccetto per l’identità del mago. Davmorn aveva appena salutato ed era sul punto di varcare la soglia, ma la porta bussò con il preciso tamburellante ritmo.
Il trafficante andò ad aprire ed accogliere il nuovo ospite nella sala, che si rivelò essere non altro che il mercenario che gli aveva indicato l’ubicazione di quel posto. Gli sorrise e porse la mano destra in saluto
Piccolo il mondo, eh??
Accennò ad un sorriso e ricambiò la vigorosa stretta di mano, poi il tipo si volto verso il proprietario di casa e..
Insomma bello, di che contratto mi parlavi?
E’ già stato preso Farlan. Sarà per la prossima volta.
Se il contratto aveva termini di scadenza così brevi, in effetti, era sensato che avessero già pensato a qualcuno da “assumere”. Senza volerlo il Malygos aveva rubato l’illegale incarico, ma non pensava fosse un grosso problema per il nuovo arrivato: stava per andarsene via quando sentì alle sue spalle
Cosa? Questo qui..? gli puntava l’indice contro squadrandolo da testa a piedi Questo mingherlino ammazza, secondo te? Non farmi ridere bello, potrei prenderlo a schiaffi fino a che non mi implora di lasciarlo perdere.
Per poi farsi scappare una risata. Effettivamente il mercenario era alto sul metro e novanta e piuttosto piazzato, ma chiamare mingherlino qualcuno atletico come il Malygos e minacciarlo.. era follia. Poteva continuare a camminare come nulla fosse, facendo finta di nulla.. ma non era abituato ad alzare i tacchi quando gli pestavano i piedi.
Mesi di allenamento passati nella meditazione assoluta l’avevano cambiato, ma il suo istinto primordiale da testardo orgoglioso non era sparito.. era solo sotterrato sotto la sua sconfinata saggezza: quelle parole accompagnate dal maleducato gesto scavarono gli fecero salire il sangue al cervello, spingendo la bocca a parlare quasi di volontà propria.
Scommetti che non arrivi a domani, figlio di puttana??
Sembrò mandarlo su tutte le furie, dato che il tipo velocemente estrasse una daga dalla fondina ed incominciò a percorrere come un toro in carica i pochi metri nella stanza.
Il contrabbandiere aveva gridato per cercare di fermarlo, non volendo problemi dentro la sua abitazione.. ma era troppo tardi ormai. La testa a scintille del rissoso era partita alla carica, così banalmente da dettare una risposta più che ovvia dal furbo Davmorn: gli bastò proiettare un geyser acquatico dal palmo sinistro nel momento in cui l’uomo lo aveva quasi raggiunto.
Avendo il peso corporeo completamente sbilanciato in avanti, la botta d’incontro gli fece perdere l’equilibrio spingendolo all’indietro a pancia in giù: con uno scatto raggiunse velocemente il suo sfidante ancora a terra e gli rifilò un calcio al viso in rincorsa, buttandolo ancora una volta a terra mentre si tirava su.
Un minimo di furbizia unita alla legge del piùfortesveglio gli stava permettendo di sottomettere un avversario con la sua stessa moneta: e via di altri due calci al viso accompagnati da grida di un Malygos infuriato.
Che dicevi? Eh? Avanti pez *calcio* zo di merda, con *calcio* tinua!
Il mercenario era stato palesemente sottomesso, con le mani si proteggeva il già urtato visto, ottenendo solo un indirizzamento dei pesanti scarponi del giovane sulle costole. Fu il proprietario della casa ad interromperlo dal rabbioso momento, strattonandolo con forza per un braccio mentre continuava ad infierire sul tronco dello sconfitto.
Non riuscì a calmarlo e nemmeno gli interessava probabilmente, gli bastò portarlo di peso all’altra stanza ed intimargli di andarsene a completare l’incarico
Il monaco proseguiva la camminata consultando la mappa, mentre una spettacolare foresta al chiaro di luna si stagliava dinanzi ai suoi occhi. Non doveva mancar poi molto all'arrivo..
Davmorn Malygos. -
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.Oscure MacchinazioniIl giovane Malygos era arrivato a destinazione, si trovava nel cuore della vasta proprietà del nobile.
Hai capito il signor Williams.. pensò il giovane mentre adocchiava con una certa invidia quella struttura in muratura che, chiunque sano di mente, avrebbe definito la casa dei sogni. Non era tanto quel pregiato marmo a rendere l'abitazione sfarzosa, quanto tutta la flora che la circondava: alberi e piante di tutti i tipi e tutti i colori, quell'uomo non aveva cespugli da potare.. aveva degli arcobaleni!
Davmorn non si era mai fidato di nessuno oltre ai suoi amici, tanto meno si fidava di uno scarto di galera: lo sapeva bene che, spesso e volentieri, chi si prendeva la briga di compiere il misfatto spesso veniva fatto sparire a fine incarico. Sapeva bene che c'è qualcuno a fare la guardia dato che aveva appena visto una figura muoversi nell'oscurità: impossibile vedere quanti e precisamente dove fossero.
Poteva scavalcare il muro di cinta con rapidità, sfruttando il suo atletismo da felino della savana: una volta immerso nelle tenebre avrebbe sicuramente stecchito tutti.. ma non aveva motivo di farlo.
Per quanto ne sapeva poteva essere tutta brava gente quella; ottenere più informazioni possibili su Haven era il suo obiettivo finché non ritornava, ma non era nella sua morale uccidere innocenti per accorciare la via verso il traguardo. Un furto si dai, è accettabile!
Fece il giro della tenuta tagliando lungo il bosco, tenendo fissi gli occhi sul giardino interno e gli uomini di guardia: era così preso nella sua osservazione da trasalire realizzando che c'era qualcuno a pochi metri da lui, sotto l'albero in cui si trovava.
Certo, l'uomo che dovrei uccidere..
Scese dall'albero in rapidità camminando a passo tranquillo verso di lui; ogni passo che faceva aveva la terribile sensazione di averlo già visto. Il buio celava ancora il suo viso, ma la figura gli era molto familiare.. tanto che appena gli arrivo davanti rimase attonito spalancando gli occhi.
Ma.. che ci fai qui? senza attendere risposta, avrebbe cercato di tirarlo dal braccio sinistro Leviamoci da qui davanti, possono vederci! per poi condurlo al riparo nella vegetazione.
Davmorn Malygos.