[FREE ROLE] La Ribellione dei Gladiatori

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    La Ribellione dei Gladiatori
    Continua da Tre Barbari ed una Fornace

    Erano passati due giorni da quando aveva preso l'incarico. Non si era fatto vedere né sentire da Ebrew e la sua compagnia, era invece andato in esplorazione nella costa ovest, a cavallo, cercando un dirupo in cui ambientare la sua storia.
    Dev'essere un punto di passaggio, o qualcosa di simile... se é troppo isolato non ha senso averci combattuto
    Al primo giorno, aveva trovato un punto che faceva al caso suo. C'era voluto parecchio, ma finalmente aveva trovato una location credibile.
    Portava l'ascia con sé, in una larga sacca che si appoggiava al dorso del cavallo.
    Alla sera decise di non tornare in cittá. Invece, sarebbe tornato al suo paese natale.
    Trondheim...
    Era quasi arrivato, ricordava ancora ogni singola strada, la spiaggia e le case abbandonate, inclusa la sua. Stava per calare il sole.
    Passó la serata in meditazione, cercando di pensare a un racconto convincente. Si immaginó il combattimento tra i due, prendendo spunti da com'era andata in arena.
    Un colpo di fortuna, sono riuscito a disarmarlo, poi...
    Si addormentó senza rendersene conto, nella sua vecchia casa d'infanzia, decrepita, piena di ragnatele e polvere, ma in qualche modo era ancora un posto speciale. Per quanto triste.
    Fu svegliato da un raggio di sole in volto, all'alba. Si era quasi congelato, dormendo in quella rovina dalle finestre rotte e con tutti gli spifferi. Si chiese se non fosse il caso di ricostruire almeno il piano di sopra, e magari farne una base. Nessuno sembrava fare tanto caso a Trondheim oggigiorno, si sarebbero accorti?
    Andó a recuperare il cavallo, e dopo avergli dato un po' d'acqua da bere, spronó le redini per lanciarsi al galoppo verso il dirupo che aveva visto il giorno prima.
    Poco distante dalla strada che collega la costa Ovest al Nord... l'ho inseguito a cavallo, e si é defilato nella foresta... ho dovuto smontare e procedere a piedi...
    Poi ha fatto un passo falso e si é trovato con le spalle al muro

    Con una lama, si taglió un braccio e sparse una buona quantitá di sangue vicino al dirupo, spargendone molto su delle rocce e una piccola quantitá nell'erba.
    Tsshhhh... ahhh...
    mormoró nel dolore, cercando di sopportare. La fonte gli avrebbe rimarginato le ferite.
    Srotoló l'ascia dalla grande sacca in cui la teneva
    E diede qualche colpo nella zona, alla meglio, tagliando ciuffi d'erba, cespugli, e lasciando un intacco profondo in un albero. Poi la posó a terra per fare lo stesso col suo spadone, accertandosi di pestare i piedi con forza ovunque si muovesse.
    Il terreno leggermente bagnato tipico di Niethlung stava diventando fangoso. Un po' piú credibile come location per un combattmiento mortale.
    Infine, infiló le scarpe nelle mani, e le pressó a terra. Inizió a spingere, tracciando due piste che andavano dritte verso l'orlo del dirupo.
    Recuperó l'ascia, rimettendola nella sacca, aspettó che le ferite si rimarginassero, e tornó a cavallo, lanciandosi al galoppo verso Niethlung.
    Se non si fida, lo porteró qui. Un po' di fortuna, e ci cascherá come un pollo.
    -

    Prima che Einar potesse scrollare le redini del suo cavallo, avrebbe udito una voce provenire dalle sue spalle.
    Se pensi che tagliandoti un braccio e spargendo del sangue tu possa riuscire a creare una trappola sufficientemente sofisticata per attirare una bestia, ti sbagli di grosso amico mio.
    Era una voce roca ed abbastanza acuta, tremendamente sbiascicante. Era la voce di un vecchietto dalla barba lunga ed armato con un bastone. Il suo occhio presentava una vistosa cicatrice, segno di una feroce battaglia passata.
    Quando avresti posato l'attenzione su di lui ti avrebbe salutato in uno dei dialetti varyag. Dal suo aspetto e dalla sua corazza imbardata con squame di animali, denti aguzzi, e corna, potevi chiaramente desumere che si trattasse di un cacciatore. Un cacciatore della tua stirpe.
    Senza indugiare, si sarebbe avvicinato a te, prendendoti per il braccio sinistro, ossia quello che ti eri volontariamente ferito.
    Con suo grande stupore, l'unico occhio che ancora gli funzionava, notò che non presentavi alcuna ferita.
    Per tutti i fiordi di Vaygrjord! Ero convinto ti fossi infilato una lama in questo braccio!
    Disse con un certo disgusto mentre corrugava il volto dai lineamenti duri e dalla pelle secca ed invecchiata.
    Permetti ad un vecchio cacciatore come me di chiederti quale bestia tu speri possa cadere nella tua trappola.
    -

    Preso alla sprovvista, Einar osservó l'uomo che gli era appena apparso davanti. Nel rumore e nei suoi pensieri, forse si era distratto troppo.
    Trappola? Oh, no...
    Cercó di pensare a una scusa valida che giustificasse quanto aveva appena fatto. Nulla gli venne in mente.
    Sto uccidendo un amico.
    Disse, senza tanto pensarci.
    -

    La faccia del vecchio si contorse in un'espressione di incomprensione e dubbio.
    Uccidere un amico...
    Ripeté lentamente, come se le due parole non potessero esistere nella stessa frase.
    Di quale torto egli si è macchiato per meritare una simile sorte?
    Tra l'altro il vecchio non comprendeva quale scopo avesse avuto tutta quella bizzarra preparazione a base di sangue e pestoni. Forse era solo un modo per allenarsi e prepararsi alla battaglia. O forse quel tizio a cavallo era solo un pazzo. Dopotutto di varyag che avevano perso il senno ne aveva visti molti.
    -

    Ha fatto un dispetto di troppo all'Impero. Ora deve morire. Cosí lo lasciano stare.
    Si sentiva quasi di potersi fidare di questo sconosciuto. Per quanto fosse passato tanto tempo, e per quanto rischioso potesse essere rivelarsi cosí apertamente a un estraneo, sentiva ancora un certo legame con guerrieri d'aspetto e di tono Varyag.
    -

    Si passò un paio di volte la mano sul folto barbone, strizzando l'occhio sano quasi stesse spremendo le meningi oltre l'immaginabile.
    Dunque volete inscenare la sua morte per far si che l'Impero non gli dia più la caccia?
    Aveva colto al volo. Altri Varyag più rozzi avrebbero pensato che volessi mandarlo nel Valhalla assieme agli antenati con uno scontro mortale.
    Il vecchio era indubbiamente un tipo in gamba.
    Di quale colpa viene accusato da quei fanatici?
    -

    Schull!
    Rispose, facendo un mezzo occhiolino.
    Esatto. C'é stata una grande battaglia, e ora Ukon é nel Valhalla. Ora vivrá per sempre, nelle leggende e nei cuori della nostra gente.
    Accusato... ehm...
    Disse, dubbioso. Ukon era colpevole al 100% di tutti i suoi reati.
    Gli é scivolata una botte di fuoco greco... su un brigantino di provvisioni imperiali. Di questi tempi non si puó stare mai abbastanza attenti, dopotutto. Capita, no?
    -

    Il vecchiaccio scoppiò in una fragorosa risata sentendo quello che il guerriero aveva combinato.
    Gli sta bene a quegli imperiali. Finalmente c'è qualcuno che osa ribellarsi loro. Ukon eh.. Questo nome non mi è nuovo. In ogni caso se vorrai rendere credibile la tua storia avrai bisogno di un testimone.
    Era quasi come se si stesse proponendo di entrare nel piano. Ma potevi davvero fidarti di lui?
    -

    Einar Grimr
    Esclamò, piazzandogli una energetica stretta di mano, per poi battere la sua spalla con la sua, con uno schiocco energico.
    Non penso ci sarà bisogno, ma non si sa mai. Come farò a rintracciarti?
    -

    Fece un respiro profondo.
    Ormai non è più usanza aiutarsi tra noi Varyag. Siamo stati decimati e i Saga sembrano aver dimenticato le proprie origini. Penso però di poter rendere un servigio ad un mio compatriota.
    Guardò Einar negli occhi.
    Lascia fare a me. Lascia che io vada a spargere la notizia al tuo posto. Se sarò io a dire di aver visto due uomini combattere nella foresta, sarà più facile per te fargli credere di aver ammazzato il tuo amico. Fidati di me guerriero, ho contatti con alcuni degli imperiali.
    -

    Einar annuí.
    L'arena é forse il posto migliore per questo tipo di dicerie. Sono peggio delle donne!
    disse, ruggendo una risata poderosa. Forse non si sarebbe dovuto fidare, ma non aveva paura.
    E se mi tradirai...
    Faro delle donne di Aethernia nuove vedove...

    -

    Rise con la sua voce roca ed altisonante il vecchio. Gli piaceva il tuo spirito. E congedandosi si sarebbe diretto verso la città a portare la notizia e la sua falsa testimonianza.
    Dovevi solo dargli un giorno di vantaggio, tempo necessario affinché la notizia potesse circolare tra i vicoli di Niethlung.
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    Einar spese un'altra giornata a Trondheim. Era più credibile tornare in città con un po' di ritardo.
    Era coperto di cicatrici, perché era stato attento e aveva fermato la fonte prima che lo potesse curare completamente.
    Non aveva mai realizzato quanta utilità la sua arte poteva avere.
    Spese la notte a Trondheim, e all'alba del giorno dopo riprese il cavallo per tornare a Niethlung.
    -

    Se avessi cercato Ebrew, lo avresti trovato alla locanda dove lo avevi lasciato. Era il suo centro di comando quello. Ma mentre passeggiavi per le strade, potevi chiaramente notare quanto la città fosse in fermento, soprattutto nelle zone del porto e del mercato.
    Circolavano voci, nemmeno troppo velate, circa l'uccisione del famigerato Ukon Rejus, il gladiatore che pochi giorni prima aveva affondato una nave ed ucciso decine di soldati imperiali.
    Voci che arrivavano dall'arena e che secondo i cittadini erano confermate persino dall'Impero, sebbene sulle bacheche cittadine vi fossero ancora appesi i bandi di cattura dei tre malviventi. Quello di Ukon addirittura riportava una taglia di 5000 ryo. Sino a quando nessuno fosse venuto a rivendicare quella taglia, i soldati imperiali non avrebbero confermato l'ufficialità della notizia.
    Avevano però interrogato a lungo il vecchio Agruth, il quale sosteneva di aver visto due uomini duellare a sangue nella foresta al di fuori delle mura cittadine.
    E stando al suo identikit, l'uomo caduto dal precipizio combaciava con la descrizione del ricercato. Non si sapeva ancora l'identità del suo uccisore, sebbene si sapesse che aveva lunghi capelli neri e che avesse ucciso Ukon in quanto questo, con i suoi comportamenti spudorati, rischiava di compromettere la stabilità dei rapporti creatosi tra i Saga ed il continente.
    Insomma il vecchio aveva spiegato che lo sconosciuto assassino non voleva che la buona reputazione dei Saga venisse associata con i comportamenti scalmannati di un Varyag ribelle.
    -

    Fu sorpreso di vedere una taglia sulla testa di Ukon. Sarebbe stato piu difficile dimostrare all'Impero quanto era accaduto, che non a un commerciante locale.
    Si diresse alla locanda, per chiudere il suo incarico, come prima cosa.
    Legò il cavallo ad un porticato poco distante e prosegui a piedi, portando sulla schiena un enorme sacco contenente l'ascia di Ukon.
    Appena entrato in locanda, cominciò a cercare il suo ricco mandante.
    -

    Ebrew e il suo tramite non appena ti videro saltarono sull'attenti, scambiandosi degli sguardi tra di loro. Ti fissavano in un misto di stupore ed incomprensione. Le voci della morte di Ukon erano arrivate anche a loro, così come gli era arrivato alle orecchie la descrizione dell'uomo che aveva combattuto il ricercato pelato. Capelli lunghi e neri, barba folta, fisico massiccio. Tutto combaciava con la figura di Einar.
    N-non dirmi che sei stato proprio tu a far fuori quell'uomo..
    Chiese quasi con titubanza
    -

    Entrò in locanda con passo spedito, accolto dallo sguardo stupito della compagnia. Il vecchio cacciatore doveva aver fatto un ottimo lavoro. Gli dei lo favoriscano!
    Prese il sacco dalla sua schiena e lo piazzò con calma sul tavolo di Ebrew, cercando di non distruggere il tavolo stesso.
    L'ascia di Ukon. Ho cambiato idea. Perché perdere tempo con piccoli pesci, quando c'è una scusa per affrontare un Varyag? Schull!
    disse, rubando un boccale di birra dal tavolo e bevendolo tutto in un unico sorso.
    Conta almeno come 3 guardie imperiali, no?
    disse, scoppiando in una risata. Era ancora coperto di cicatrici dalla "battaglia", ma si muoveva con disinvoltura come fosse illeso.
    -

    Ebrew rimase interdetto. Anche i suoi uomini ti guardavano con un certo timore reverenziale. Non si sarebbero aspettati che tu potessi arrivare a tanto. Ordinarono subito un altro paio di birre e te le posarono davanti, mentre il vecchio cacciò fuori un altro sacchetto contenente all'incirca 400 ryo.
    E' tutto ciò che ho con me in questo momento, ma se andrai dagli imperiali potrai riscuotere una taglia ben superiore.
    Vedendo la pesante ascia quasi deformare il legno del tavolo su cui poggiava, altri clienti della locanda si avvicinarono, riconoscendo in essa proprio l'arma appartenuta al gladiatore pelato.
    Io l'ho visto combattere nell'arena un paio di volte! Quella bestia utilizzava proprio quest'ascia!
    Altre voci si aggiunsero.
    Allora le voci che circolavano da ieri erano proprio vere! Ukon Rejus è stato ucciso! Da quest'uomo!
    E le voci sporadiche si trasformarono ben presto in un brusio di sottofondo che acclamava l'assassino e pretendeva maggiori dettagli.
    Come diavolo sei riuscito a farlo fuori!?
    In tutto questo Ebrew continuava ad osservare quell'arma. Il suo volto spiazzato dalla notizia, ora era contorto in un'espressione pensierosa e dubbiosa.
    -

    Per quella cifra, l'ascia resta con me, come trofeo.
    Sbottó, davanti all'offerta di soli 400 Ryo per aver sconfitto un avversario cosí imponente.
    E mi devi altri 400 Ryo, come minimo.
    Aggiunse, insodisfatto. Non sapeva bene come spiegare che non era sicuro per lui approcciare gli imperiali per riscuotere la taglia.
    Le monete imperiali non fanno per me. In ogni caso il vostro problema dovrebbe essere risolto, ora Garreth ha solo la strega ad aiutarlo. Se avete i fondi posso prendermi cura anche di Garreth e dell'altra, ma pare siate a secco, quindi...
    -

    Vedendo l'insolenza con la quale rifiutavi i suoi soldi, Ebrew si riprese indietro la sacca che li conteneva. Nel frattempo tutti i curiosi e gli ubriaconi della locanda che si erano radunati attorno alla tua figura si sarebbero azzittiti, constatando come di fatto avessi ignorato le loro domande e il clima di tensione che si era appena instaurato con il tuo committente.
    Al diavolo allora! Se ti fanno schifo i soldi imperiali, non vedo per quale motivo dovrebbero piacerti i miei! Di questo pezzo di metallo non me ne faccio nulla. E' la testa di Garreth che voglio, non quella dei suoi collaboratori!
    Sbottò il vecchio Ebrew sbattendo i pugni sul tavolo. La piccola cerchia di persone che prima si erano avvicinate quasi per contemplarti ed ammirarti, ora ti guardavano incuriositi, sperando che potessi mostrargli la tua furia guerriera. Dopotutto quegli ubriaconi erano abituati agli spettacoli dell'arena: erano curiosi di vedere la forza del guerriero che aveva abbattuto un famoso gladiatore.
    Tuttavia.. Se sei riuscito ad ottenere da Ukon qualche informazione utile riguardante Garreth, sarò ben lieto di triplicare la somma contenuta di questa sacca...
    Aggiunse soppesando la saccoccia con i danari, mentre un ghigno sprezzante gli corrugava il volto. Due dei suoi si erano messi accanto a lui, portando le mani sull'elsa della propria spada: non gli piaceva la piaga che la discussione stava prendendo.
    -

    Si abbassò, avvicinandosi al volto del commerciante.
    Molla il grano. Non mi vuoi come nemico.
    disse, con tono calmo e tombale.
    Giú le armi, pagliacci...
    ringhio agli scagnozzi , nel loro interesse
    Allungo il braccio.
    Il pagamento, Ebrew. Non vuoi un altro Varyag ad affondati un altro brigantino. E non saprai mai di Garreth, sono l'ultimo ad aver parlato con Ukon.
    A meno che non collaboriamo.
    -

    Sarebbe stato relativamente facile strappare la sacca dalle mani di Ebrew, anche perchè questo non oppose alcuna resistenza e vedendoti così freddo e sicuro di te. Persino i suoi due uomini che inizialmente avevano portato le mani alle proprie armi, ora erano tremendamente titubanti. Tremavano visibilmente, nonostante cercassero di ostentare sicurezza. Avevi ragione: nessuno ti voleva come nemico. Non dopo che avevi sconfitto uno dei ricercati più temuti dell'Impero.
    E va bene, hai ragione.
    Disse Ebrew con più calma, portandosi la mano all'interno della giacca per cercare un'altra sacca di soldi più consistente. Non aveva altra scelta se non quella di fidarsi di te. I soldi di certo non gli mancavano. Tuttavia, poco prima che potesse anche solo allungarti il malloppo sul tavolo, una voce sicura e ferma ti avrebbe invitato a voltarti.
    Ehy tu! Hai veramente ucciso il ricercato Ukon Rejus?
    Non era la voce di uno degli ubriaconi della locanda, bensì quella di un soldato imperiale. Per l'esattezza erano in due, accompagnati dal terzo scagnozzo di Ebrew. Probabilmente quest'ultimo aveva mandato a chiamare quei due soldati, nella speranza che facendo immischiare l'Impero nella faccenda, i suoi interessi privati potessero essere maggiormente tutelati.
    Qual'è il tuo nome straniero? Potresti essere il nuovo eroe di questa città..
    Continuò il soldato. Il suo tono era autorevole ma amichevole. Fece con cautela un paio di passi verso di te, accennando anche ad un sorriso. L'altro soldato invece rimase in disparte, più serio.
    Ti pregherei di seguirci al comando centrale cosicché potrai fornirci più dettagli riguardanti l'accaduto e potrai ricuotere la tua taglia.
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    Einar quasi sobbalzó, sorpreso dall'entrata inaspettata del nuovo arrivato.
    Cercó di trattenersi per non fare qualcosa di stupido. Non era intenzionato a finire di nuovo in una cella per il resto della sua vita. Avrebbe fatto di tutto per restare libero.
    L'ho ucciso io. Ukon era fuori controllo, qualcuno doveva fermarlo.
    Non c'é bisogno della taglia. Anche se, non direi di no a un'armatura nuova
    , disse, passandosi la mano su quella patetica scusa per un'armatura che indossava.
    Detto questo, aprí leggermente la sacca in cui aveva messo l'ascia insanguinata di Ukon, a sufficienza per mostrarne la lama.
    Questa non é prova sufficiente? Quale pensate che sia l'unico modo per mettere le mani su *questa*???
    -

    E' una prova più che sufficiente a mio avviso. Sono sicuro che il Capitano sarà entusiasta di conoscervi sir.. come avete detto di chiamarvi?
    Disse il soldato allargando le braccia quasi volesse invitarti a fare qualche passo verso l'uscita.
    Così come sono sicuro che vi fornirà una nuova armatura se collaborerete con lui nelle indagini per catturare gli altri due criminali.
    Non sembravano intenzionati a lasciarti andare. Al contrario volevano portarti al comando centrale per interrogarti ed ottenere quante più informazioni possibili. Ma eri disposto ad andare in un covo di potenziali vipere?
    -

    Un Saga come me, potrebbe essere frainteso nel vostro *comando centrale*. Se il vostro Capitano vuole incontrarmi fuori dalle sue mura, sono disponibile.
    Rispose. Non sarebbe mai entrato in un edificio imperiale cosí, di spontanea volontá.
    Il mio nome é Einar.
    Disse, sperando che dopo la lunga schiavitú avessero perso traccia del suo nome. Non aveva l'inventiva per crearne uno falso, in ogni caso.
    -

    Comprendo il vostro punto di vista. Sono certo che il Capitano non avrà problemi ad incontrarvi fuori dalle mura. Prego, faccio strada.
    Con questo invito, i soldati ti avrebbero scortato fin dal loro capitano che si trovava ancora al porto, laddove un cornicione delimitava ancora la scena del crimine, sebbene non vi fosse più la folla accalcata di qualche giorno prima.
    -

    Li seguí senza proferir parola, ma tenendosi sull'attenti.
    -

    Eiran Fingbadd, capitano dell'esercito imperiale.
    Sicuro e relativamente giovane per la posizione che ricopriva, l'uomo, che aveva poco più di una trentina d'anni, si presentò con una stretta di mano. Era stato incaricato dai suoi superiore di investigare circa l'accaduto visto il suo ex passato da cacciatore di taglie.
    Dunque sei tu l'uomo dietro l'uccisione di Ukon Rejus. Come ci sei riuscito?
    Chiese con disinvoltura. La verità era che non si sarebbe mai aspettato che fosse proprio un altro Varyag o Saga ad aver assassinato Ukon Rejus. Credeva che quest'ultimo godesse di un certo rispetto tra i suoi conterranei più sanguinari. Evidentemente non era così. E ciò lo rendeva ancor più interessato alla tua storia.
    -

    Gli Imperiali erano stati insolitamente ragionevoli.
    Come ci sei riuscito, gli chiesero.
    Come si uccide ogni altro Varyag... Con una lama...

    disse, indicando lo spadone che portava alla cintura.
    Mi ha battuto in arena tempo fa. Questa volta é stato meno fortunato. Conoscevo tutti i suoi trucchetti. Lui non conosceva i miei.
    -

    Signore, se posso permettermi, sir Einar ha portato con se l'arma che apparteneva al ricercato come prova.
    Disse uno dei due soldati che ti aveva accompagnato dal Capitano. Erano rimasti lì con voi.
    A giudicare dal peso di quell'arma, suppongo che portarvi dietro il corpo del ricercato fosse troppo pesante. Ma mi chiedo perchè non avete portato con voi la sua testa?
    Supponeva che per uno come te, un barbaro, non fosse di certo un problema mozzare la testa a qualcuno vista la vostra tradizione.
    Dove possiamo trovare il suo corpo?
    In attesa di una tua risposta, avrebbe cominciato a squadrarti da capo a piedi, focalizzandosi soprattutto sui particolari del tuo volto. Nonostante sino ad ora si fosse mostrato aperto ed accondiscendente, potevi chiaramente notare come il suo occhio inquisitore stesse memorizzando tutti i dettagli che ti riguardavano.
    -

    Aveva avuto un giorno intero per inventarsi una storia credibile. Si ricordava bene i dettagli.
    L'avrei presa. Ho provato a recuperarla, e mi sono quasi ammazzato.
    Sniffó un attimo col naso, portando gli occhi in alto per ricordare.
    L'ho disarmato, e l'ho buttato giú da una scogliera. Un centinaio di metri, almeno, a strapiombo sugli scogli.
    Ho provato ad avvicinarmi a nuoto ma Ægir mi ha punito per la mia arroganza. Ho sbattuto la testa su uno scoglio e ci sono quasi rimasto. Da lí, ho perso interesse e ho deciso di tornare in cittá.
    Disse, indicando una cicatrice che aveva sulla nuca, una delle tante.
    -

    Capisco. Come potrete immaginare, i miei uomini vi hanno condotto da me perchè stiamo ancora indagando circa l'incidente accaduto al porto qualche giorno fa. Prima di buttarlo giù dalla scogliera siete per caso riuscito a cavargli qualche informazione dalla bocca riguardo Garreth Istvald?
    Non lo sorprendeva il fatto che un Varyag o Saga che fosse avesse ucciso un altro Varyag. Per lui questa etnia era estinta e ciò che ne restava era solo un gruppo di barbari che si ammazzavano a vicenda per cercare di sopravvivere.
    -

    Garreth é pericoloso. Non gli importa dei Saga o dei Varyag o dell'impero.
    Ha detto che "quelli come lui" non hanno nulla a cui tengono.
    Il suo passato militare gli aveva giá mostrato quanto questo potesse rendere pericoloso un uomo. Quelli con niente da perdere facevano le manovre piú rischiose.
    Ma non ci siamo incontrati per parlare.
    -

    Sir Einar eh.. Non ho mai sentito parlare di voi prima di oggi, anche se mi ricordate qualcuno di mia conoscenza.. qualcuno che vidi ad Aethernia dietro le sbarre.. come fate di cognome?
    Il Capitano Eiran Fingbadd, come detto, era un ex cacciatore di taglie e c'era un motivo per il quale avesse scalato in pochi anni le gerarchie dell'esercito. Aveva amici potenti, molto potenti, ad Aethernia. Lui era tra coloro che rifornivano i circoli illegali di schiavi che combattevano per il diletto dei ricchi.
    Ecco dove probabilmente ti aveva già visto: in una di quelle arene illegali.
    -

    Una singola goccia di sudore gli scese lungo il collo. Che nome dare? Si sarebbero ricordati il suo cognome originario? Dopotutto era stato una bestia da combattimento, un animale per anni, davvero potevano sapere il suo cognome?
    Era il suo ultimo giorno da uomo libero?
    Grimr.
    Rispose, incapace di mentire.
    Fu tentato di sputargli in faccia. L'odio che sentiva verso quei tempi maledetti era infinito. Ma forse questo capitano non era collegato a QUEL circolo.
    Mai stato dietro le sbarre. Abbiamo perso la guerra, mi sono rifugiato nelle isole dell'est. Ma non ne potevo piú, e sono tornato.
    Era in parte vero. Non era mai stato "dietro le sbarre" di per sé. Era stato in gabbia.
    -

    Einar Grimr...
    Ripeté sottovoce il Capitano, mentre il suo sguardo si faceva più serio. Non poteva esserne certo, avrebbe dovuto fare qualche ricerca, ma quel nome non gli era nuovo. E per qualche strana ragione lo ricollegò a quel rinoceronte che aveva invaso le strade di Aethernia seminando panico e distruzione ovunque.
    Prego vogliate seguirmi in caserma. I miei sottoposti prepareranno i soldi della taglia al più presto. Nel frattempo sarete mio ospite.
    Con pacatezza ti avrebbe rivolto un invito che non avresti potuto rifiutare. Ma era davvero un gesto altruistico oppure solo un modo per attirarti nella tana della serpe? Avevi davvero il coraggio di entrare in una caserma di imperiali ora che questi avevano tutti i tuoi dati personali?
    -

    Proprio non lo capivano che non ne voleva sapere. Ma che fare?
    Non aveva amici a Niethlung, non per davvero... o almeno non credeva. C'era la sua vecchia compagnia di Sumadea, ma erano molto distanti e difficilmente avrebbero saputo.
    Il tono del capitano era amichevole, ma solo in superficie.
    Come ho giá detto, non sono interessato ai soldi della taglia. Non mi fido dell'Impero. Ho sentito storie molto...
    disse, non trovando la parola
    Diciamo che ne ho sentite tante. Preferisco l'aria aperta, capitano. Se questo é tutto, andró a godermi la gloria in arena. E' ora di sgranchirmi le ossa.
    Mentre diceva questo, alcune cicatrici cominciarono a scomparire dal suo volto. Stava attivando la fonte dell'anima per recuperare le forze.
    -

    Vedendoti rifiutare l'offerta di accoglienza ed i soldi, il capitano aggrottò ancor di più lo sguardo ma non avanzò alcun tip di protesta per la tua scelta. Dopotutto sapeva bene quanto i barbari, anche quelli che collaboravano con l'Impero, nutrissero risentimento verso quest'ultimo. Mettere piede in una caserma era qualcosa che andava oltre il loro limite di tolleranza, tanto più che Einar sembrava aver ucciso Ukon più per assaporare la vendetta personale successiva alla sconfitta in arena che per racimolare danaro.
    Bene. E' stato un piacere.
    Si congedò, porgendoti l'ennesima stretta di mano. Una stretta di mano molto più salda e forte rispetto a quella iniziale.
    Mentre ti saresti allontanato, lui e le due guardie che ti avevano scortato sino a quel momento ti avrebbero seguito con la coda dell'occhio, guardandoti con fare sospettoso.
    Il capitano aveva infatti ordinato a quei due di pedinarti e di tenerti d'occhio, ovunque fossi andato. Forse era stata una scelta saggia quella di non entrare nella tana della serpe.
    Dal porto comunque non erano molte le direzioni che potevi prendere. Potevi andare verso l'Arena, verso i sobborghi di Niethlung (magari alla ricerca di qualche locanda o di un posto dove pernottare) oppure potevi uscire dalle mura della città per tornare verso la foresta e verso Trondheim.
    -

    Strinse la mano con forza al capitano. Oggi non sarebbero volate teste imperiali.
    Lo guardó negli occhi con sguardo neutrale e un volto illeggibile.
    Un'altra goccia di sudore gli scese lungo il collo.
    Schull.
    Gli voltó le spalle, aspettandosi di venire braccato sul momento, ma non accadde nulla. Lentamente, altre cicatrici cominciarono a svanire.
    Si diresse verso l'arena.
    Avrebbe scaricato la tensione di quell'incontro, il misto di terrore e rabbia che provava, contro un qualunque avversario in arena.
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    La notizia della morte di Ukon si era sparsa molto velocemente negli ambienti e tra il pubblico dell'Arena. Tuttavia, non essendo stato reso ufficiale il nome del suo uccisore, nessuno poteva sospettare che fossi stato proprio tu. In caso contrario la folla ti avrebbe accolto con un boato molto più assordante rispetto a quello con il quale ti stava accogliendo quel giorno.
    Difficile però dire se il boato sarebbe stato di acclamazione o di fischi. Ukon era un gladiatore che dava spettacolo. Uno spettacolo macabro e sanguinario. Ma pur sempre uno spettacolo. Chiunque si sarebbe aspettato di vederlo morire dentro un'arena, non al di fuori di essa.
    Quel giorno l'arena era in particolare fermento. Tra gladiatori e organizzatori non si parlava d'altro che la morte dell'enorme pelato. Molti sospettavano che le sue gesta fossero state troppo folli, secondo altri invece Ukon era ancora vivo ed a piede libero.
    In ogni caso abbattere il tuo sfidante, viste le emozioni di rabbia che attanagliavano il tuo cuore, non sarebbe stato un problema. Tra gli spettatori del tuo incontro c'erano proprio i due soldati che ti avevano pedinato dal porto. Ti avrebbero lasciato combattere e stancare.
    Solo alla fine del tuo incontro, tre uomini sarebbero entrati nel campo di battaglia, accerchiandoti.
    Non erano tre gladiatori. Erano soldati imperiali.
    Il pubblico si sarebbe esaltato vedendo una scena del genere. Tre imperiali contro un barbaro. Uno spettacolo che non si vede tutti i giorni.
    Abbiamo un mandato di cattura per te, Einar Grimr. Butta a terra le armi e lasciati arrestare.
    Evidentemente le indagini del capitano erano state più veloci del previsto. Ci aveva appena messo un paio di ore.
    Uno dei soldati (soldato 1) era equipaggiato solamente con un gladio. Gli altri due avevano spada e scudo.
    -

    Cercò di temporeggiare, per recuperare qualche energia vitale.
    Ma dopotutto, aveva senso combatterli? E mettersi contro l'intera città?
    No, avevano un mandato di cattura... Aveva già contro l'intera città. Dannato Ebrew! In che casino lo aveva cacciato!
    Doveva guadagnare tempo. E sollevare qualche simpatia. C'erano ancora dei veri Varyag su cui contare?
    E quale sarebbe la mia colpa? La mia barba é troppo lunga? Il mio accento é troppo duro? Odore forte?
    disse, cercando di ridicolizzarlo e magari scatenare qualche risata.
    O forse l'incidente con Ukon? É questa la gratitudine che mostrate ai Saga che collaborano con voi?
    disse, aprendo le braccia senza indietreggiare, ma sperando che non avanzassero.
    Vi sentite al sicuro, soldati? Io avrei scelto un posto diverso dall'arena, per arrestare un cittadino innocente...
    disse, puntando sugli spalti, che spesso ospitavano altri guerrieri, per forza di cose anch'essi del posto.
    -

    Parlare in maniera così diretta, dura e schernitrice suscitò le risate di buona parte del pubblico. Molti di quelli tuttavia non avrebbero alzato un dito per venire in tuo soccorso, sia perchè per loro era solo una questione di intrattenimento sia perchè non volevano mettersi contro gli imperiali. Non dopo aver sentito quello di cui ti accusavano.
    Innocente!? E' proprio l'incidente con Ukon ciò di cui vogliamo parlare!
    Disse puntandoti il gladio contro.
    Anzi, forse più che incidente lo chiamerei assassinio! Einar Grimr o forse dovrei chiamarti Sael...
    Sael, il demone di fuoco, la donna che assieme a Garreth ed Ukon era accusata dell'attacco al brigantino imperiale.
    -

    Cos...
    disse, abbassando la spada, confusissimo.
    -

    Non era una donna quella che i testimoni hanno visto allontanarsi dal porto. Ma un uomo dai capelli lunghi. E quell'uomo sei tu! Sei accusato di aver attaccato una nave imperiale assieme a Garreth Istvald ed Ukon Rejus, nonché di aver ucciso senza motivo dei soldati imperiali!
    Tra la folla calò il silenzio più totale. Non potevi sapere chi avesse formulato un'accusa tanto infamante ma potevi sospettare che il capitano imperiale con il quale avevi parlato poche ore prima fosse un ottimo indiziato. E la tua parola purtroppo non contava nulla se paragonata a quella degli imperiali.
    -

    LIES!
    rispose in varyag, digrignando i denti con una espressione inferocita.
    Fece un gesto, come a mimare su se stesso "tette grosse".
    E quanto grandi erano le spalle di questa donna? Una enorme donna senza tette, é questo che avete visto? Insultate la mia intelligenza?
    disse, puntando lo spadone verso il soldato con il gladio.
    Io lavoro per il proprietario di quella nave, idioti! Ma non importa... É chiaro che mi volete in cella per il mio accento. Mi volete dietro le sbarre perche sono un VARYAG!
    disse, urlando alla curva.
    BLOD!
    Sangue, urlò.
    Il vostro capitano pagherà questa decisione. E ora fatevi avanti, se avete le palle.
    Aprì le braccia in segno di sfida. Era pronto. Spada, scudo, e aveva recuperato qualche energia.
    Li avrebbe forzati ad attaccare per primi.
    Mostrate a tutti, cosa ne pensate dei liberi cittadini.
    concluse, con un sorriso di scherno.
    -

    Il tuo atteggiamento strafottente, le tue urla rabbiose, le tue minacce gratuite nonché il tuo rifiuto a farti arrestare, non poté che causare una reazione di forza da parte dei soldati. Avevano ricevuto l'ordine di contenerti in attesa di nuovi rinforzi. Convinti che fossi tu Sael e convinti che fossi stato proprio tu ad uccidere una decina dei loro, provavano enorme disgusto nei tuoi confronti, ma allo stesso tempo grande timore.
    Per questo motivo si avvicinarono verso di te con passo cauto, stando bene in guardia con le armi alzate. Il loro intento era quello di chiuderti a ridosso del muro ed attaccarti da ogni lato.
    La folla e i guerrieri che in essa erano presenti per il momento non avrebbero mosso un dito e sarebbero rimasti spettatori di una lotta che aveva dell'eccezionale visti i protagonisti. La maggior parte della gente infatti non dubitava dell'accusa dell'Impero: era più che probabile che tu fossi uno dei colpevoli, essendo anche tu un gladiatore. Qualcuno però era schierato dalla tua parte, credendo che non fosse possibile confondere una donna con un uomo e credendo che l'Impero stesse solamente cercando una scusa per arrestarti e farti scontare qualche altro torto. Ma questa piccola cerchia di persone doveva ancora prendere consapevolezza di questi pensieri e soprattutto era comunque restia a schierarsi apertamente con te e contro gli imperiali.
    SOLDATO 1
    [Stance: Swiftstriker *] + [Movimento Gratuito] = 10m (da D10 a H14)
    [AZIONE - Skill: Swift Strike *]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 70
    [RAPIDO - Action: Clip Wings *]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 70
    [RAPIDO - Attacco Fisico]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 70
    SOLDATO 2
    [Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 7,5m (da D9 a G12)
    [Stance: Bastion]
    SOLDATO 3
    [Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 10m (da D8 a H11)
    [Stance: Bastion]
    -

    [Stance: Bastion]
    Einar era pronto ad accoglierli, e aveva lasciato loro la prima mossa, preparandosi soltanto all'impatto.
    Uno dei tre si buttó a capofitto su di lui, menando tre fendenti con agilitá invidiabile. Un guerriero competente. La folla non sembrava seguirlo. Sarebbe caduto da solo.
    [Rapido + Rapido: Parata con Scudo] - 20 armor + 50 blocco = 0 danno
    Alzó lo scudo, e il primo colpo si schiantó su di esso, rimbalzando verso chi l'aveva portato.
    [Azione: Parata con Scudo] = 0 danno
    Il secondo colpo subí la stessa sorte.
    Nel frattempo gli altri due si stavano avvicinando per circondarlo, tenendosi sulla difensiva.
    L'ultimo colpo andó a segno, schiantandosi sulla sua spalla, colpendo l'armatura ma lasciandolo comunque ferito.
    Vita: 200 - 50 + 30 (Rejuvenation+Mantra) = 180
    Sarebbe riuscito a tenere testa a tutti e tre? Se si fosse scoperto avrebbe lasciato una enorme apertura. Che fare?
    Se gli altri due erano competenti come questo, in circa 6 secondi, sarebbe morto o avrebbe perlomeno perso conoscenza.
    Corse un rischio, e la giocó sulla difensiva. Aveva bisogno che si avvicinassero di piú e che si esponessero. Non poteva che contare sulla sua stazza per cercare di stare in piedi piú a lungo di loro.
    Action: Opportunity Swing
    [Azione]
    Si esegue un attacco fisico che però non sbilancia eccessivamente il portatore. Si ottiene una parata gratuita nella successiva DIFESA.
    [Cooldown 1 turno]
    [Danno 80]
    Piazzó un colpo sul soldato che si era esposto, preparando una parata. Era fiducioso che poteva prevedere almeno un paio di colpi che sarebbero venuti in seguito ed era sospettoso degli altri due soldati, che si stavano avvicinando fin troppo lentamente. Forse avevano paura? Forse erano meno competenti?
    [Slot rimasti: Rapido + Rapido]
    -

    Solo un sussulto emise la folla vedendo il soldato imperiale scagliarsi contro la macchina da guerra barbara. La tensione sembrava alle stelle ed il silenzio regnava quasi sovrano, intervallato solamente dai tintinnii metallici che riecheggiavano nell'aria.
    I soldati, oltre che la superiorità numerica, avevano dalla loro parte l'affiatamento di gruppo, tant'è vero che uno dei soldati con lo scudo parò il colpo rivolto al suo compagno.
    SOLDATO 2
    [AZIONE + RAPIDO - Action: Parata con Scudo]
    Danno Subito = 80 -50 (Blocco Scudo) -25 (Blocco Armatura) = 5
    RECUPERO
    SOLDATO 1
    [AZIONE - Skill: Power Slash*]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) +20 (Skill: Power Slash)= 90
    [Aura: Chant of Bravery]
    [RAPIDO - Attacco Fisico]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +20 (Aura: Chant of Bravery) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 90
    [RAPIDO - Attacco Fisico]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +20 (Aura: Chant of Bravery) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 90
    SOLDATO 2
    Anche il soldato che aveva appena coperto il proprio compare decise di assumere un atteggiamento decisamente più aggressivo.
    [Movimento Gratuito] = 5m (da G12 a I13)
    [AZIONE - Attacco Fisico]
    Danno Inflitto = 10 (Potenza) +30 (Arma Bianca) +30 (Passive: Swordman) = 70
    [Stance: Bastion]
    SOLDATO 3
    L'ultimo soldato si sarebbe ancora una volta tenuto in seconda linea, cercando di aggirarti per prenderti da dietro.
    [Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 10m (da H11 a L12)
    -

    Venne travolto da una tempesta di colpi, questa volta piú forti dei precedenti.
    Se avesse avuto le energie e il tempo di osservare la situazione attorno a sé, avrebbe dedotto che si stavano muovendo esattamente come un'unitá militare e forse una tattica stravagante a cui non erano abituati, avrebbe potuto metterli in crisi e fargli guadagnare tempo.
    Ma in quell'istante tutto ció che riuscí a pensare era
    BLOOOOOOOOOD!!!!!
    Paró il primo colpo, spazzandolo via col suo enorme spadone. [Opportunity Swing]
    Paró il secondo colpo portando lo scudo davanti a sé e spazzando via il gladio del suo avversario. [Rapido: Parata con Scudo]
    [Danno Subito: 90 - 50 scudo - 20 armatura = 20]
    Il terzo colpo lo prese alla sprovvista, colpendolo al fianco, e ne sentí il colpo dolorosamente.
    [Danno Subito: 90 = 20 armatura = 70
    Un altro soldato si era unito alla festa. Come una iena, aveva aspettato che il suo nemico fosse indebolito per colpire.
    [Danno subito: 70 - 20 armatura = 50]
    [Vita: 180 - 20 - 70 - 50 + 30 rejuvenation e mantra = 70]
    Colava sangue, era pieno di tagli dappertutto, e ogni movimento gli causava dolore.
    Non mi ingabbierete come un animale... non di nuovo! Non come successe a Aethernia!
    Disse, portando aria ai polmoni, per essere sicuro di farsi sentire.
    Tre anni! ANNI, usato come intrattenimento, a uccidere donne, animali, e qualsiasi cosa vi divertisse.
    ALDRIG MER!

    Mai piú, disse, sollevando lo spadone, e facendo un passo avanti, per posizionarsi giusto al centro dei tre soldati.
    Sollevando la spada, con enorme forza cominció a roteare, cercando di sfracellare qualsiasi cosa gli stesse intorno.
    Decimate [Azione + Rapido + Rapido] - Stance: Bonebreaker
    Danno 80 + 80 entro 5 metri su tutti. Movimento in j13
    -

    Accerchiato e sovrastato. Una persona normale al tuo posto sarebbe già finita a terra, spossata e ansimante. Tu invece non solo avevi la forza di restare in piedi, ma persino il coraggio di continuare ad affrontarli, senza invocare la resa. Senza piegare la testa. Era un atto eroico che non poteva passare inosservato, non in un'arena barbara dove anche gli altri gladiatori affrontavano tutti i giorni le proprie paure guardando in faccia all'Eterno Falciatore.
    La tua reazione di orgoglio e il tuo far roteare la spada in maniera tanto imperiosa non solo ferì gli imperiali, ma face addirittura infervorare la folla che ora accompagnava le tue urla bramose di sangue.
    Non tutti gli spettatori e i gladiatori erano dalla tua parte ovviamente. Chi per menefreghismo e chi perchè non voleva problemi con gli imperiali. Ma coloro che non avevano il cuore attanagliato dalla paura delle conseguenze, coloro che per anni avevano soppresso la propria sete di giustizia nei confronti dei metodi arroganti utilizzati dagli invasori provenienti dal continente, non poterono che gioire vedendoli tramortiti dal tuo spadone. Non importava che tu avessi ragione o torto, che tu fossi un ricercato, un criminale o solamente vittima di un malinteso. In questo momento stavi rappresentando un ideale, un uomo desideroso di libertà, un vichingo che rivendicava la propria terra.
    Due degli imperiali vennero brutalmente squarciati dalla tua lama.
    SOLDATO 1
    Danno Subito = 80 -20% (Passive: Tai Chi) -10% (Passive: Steel Body) = 55
    Vita: 200 -55 -55 = 90
    SOLDATO 2
    Danno Subito = 80 -50 (RAPIDO - Action: Parata con Scudo) - 25 (Blocco Armatura) = 5
    Danno Subito = 80 -25 (Blocco Armatura) = 55
    Vita: 195 -60= 135
    SOLDATO 3
    Danno Subito = 80 -50 (RAPIDO - Action: Parata con Scudo) - 25 (Blocco Armatura) = 5
    Danno Subito = 80 -50 (AZIONE - Action: Parata con Scudo) - 25 (Blocco Armatura) = 5
    Vita: 190
    Il soldato che sino ad ora si era tenuto più distante, era riuscito a difendersi tramite il proprio scudo.
    Tuttavia ti saresti subito accorto che la tua reazione aveva portato a conseguenze inaspettate. Il pubblico tra gli spalti era in fermento. Non capitava tutti i giorni una lotta del genere. E i gladiatori più radicalizzati e violenti fremevano per darti una mano, tant'è vero che le guardie cittadine non riuscivano a tenerli a bada sugli spalti.
    Uno di loro, dopo essersi fatto largo, riuscì a saltar giù dalle tribune di pietra per invadere il campo di battaglia.
    Il suo volto lo conoscevi molto bene. Lo avevi conosciuto qualche giorno fa, nel bosco, e ti aveva aiutato nel tuo piano. Era il vecchio cacciatore Nargun Braxadit.
    Ci hanno tolto la nostra terra ed ora vengono a disturbarci nell'unico luogo dove possiamo ancora dar sfogo alla nostra tradizione guerriera! Combattono contro un uomo in maniera ineguale, in superiorità numerica, dopo che questo ha già affrontato un gladiatore!
    Gli imperiali non erano gli unici ad averti tenuto sott'occhio e pedinato. Anche il vecchio ti aveva seguito, poiché colpito dalla tua storia. Colpito dalla tua volontà di aiutare un altro varyag. Lui come molti altri varyag aveva perso le speranze e si era rassegnato all'idea di rivedere la propria terra di nuovo dominata dagli antichi clan, con i loro problemi certo, ma composti da uomini di onore e di armi. Tuttavia, ora che si trovava al tramonto della propria vita, preferiva morire per un ideale invece che da eremita tra i boschi, dimenticato dalla storia.
    Non sapeva se tu fossi veramente uno dei complici di Ukon e Garreth, ma se anche lo fossi stato non gli importava. Anzi, era un punto in più a tuo favore.
    Seguendo l'esempio di quel vecchio, altri gladiatori invasero il terreno sabbioso dell'arena. Frapponendosi tra te e gli imperiali.
    Avevano le armi impugnate e gli sguardi decisi. Erano per lo più vecchi varyag, veterani di guerr o giovani affascinati dai tempi passati, ma c'era anche tra di loro chi proveniva da regioni diverse e che non nutriva molta simpatia per l'Impero. C'era chi era sceso in campo anche perchè credeva che Garreth fosse innocente e l'Impero stesse solamente cercando di riportarlo dietro le sbarre per usarlo di nuovo come bestia da combattimento.
    Gli imperiali e le guardie cittadine, vedendo questa ammucchiata di persone, si fermarono, indecisi sul da farsi. Titubavano.
    Il vecchio ti avrebbe fatto gesto con la testa di andartene, di seguire il corridoio umano formato dai gladiatori. Era la tua unica occasione.
    -

    Per un momento credette di aver innescato una rivolta. Ma non era cosí. Era qualcosa di molto piú dignitoso.
    Scendendo dalle tribune, alcuni gladiatori avevano formato un muro per proteggere Einar e dargli una via d'uscita.
    Galna män....
    Folli, disse, con la voce che si spezzava impercettibilmente.
    Eppure i gladiatori non attaccavano, e neppure gli imperiali.
    I soldati finalmente capito che la situazione era fuori dalla loro portata. Avrebbero dovuto aspettarlo fuori, era stato un errore, e ora rischiavano di perderlo.
    Se fosse partito un combattimento, non avrebbe esitato a coprire i suoi nuovi compagni. Per il Valhalla, erano anni che sognava un momento simile.
    Tack gammal man...
    - Grazie, vecchiaccio, disse al cacciatore, per poi cominciare cautamente ad arretrare e allontanarsi verso una possibile uscita. Raccolse un sacco poco dietro di sé che aveva poggiato a terra, contenente le sue cose e l'ascia di Ukon, e lo mise in spalla, per poi voltarsi a controllare la situazione.
    Sarebbe davvero rimasto a combattere, fosse stata l'intenzione degli altri gladiatori, seppure una leggera folata di vento poteva buttarlo a terra, nelle condizioni in cui stava.
    Qualche ferita si rimarginó grazie alla sua fonte, ma era comunque a un passo dalla tomba.
    -

    Fu un lungo momento di stallo. I gliadiatori non osarono attaccare i soldati imperiali temendo una loro futura ripercussione. Allo stesso modo gli imperiali, in netta inferiorità numerica, non osavano sfidare quei guerrieri dagli sguardi accaniti. La tensione si poteva tagliare con un filo e il silenzio creatosi era soltanto intervallato dai passi veloci di Einar che si avviava verso l'uscita. Persino il pubblico era rimasto pietrificato.
    Einar di certo non era ancora salvo. Presto avrebbe avuto l'intera legione imperiale cittadina alle sue calcagna. Ormai il suo volto era noto a tutti. E sino a quando sarebbe rimasto all'interno delle mura di Niethlung non poteva considerarsi al sicuro.
    Era rimasto invichiato in questa faccenda forse in maniera involontaria. Il suo altruismo nei confronti di un altro varyag gli si era rivoltato contro. Se non avesse aiutato Ukon, nessuno lo avrebbe accusato di essere suo complice.
    Tuttavia l'assalto portato da Ukon e la seguente rivolta (seppur passiva) dei gladiatori scatenata da Einar, avevano scatenato qualcosa che nell'arcipelago mancava da troppo tempo. Avevano scatenato l'ardore di un popolo, avevano riacceso l'onore dei varyag.
    Quanto ad Ukon, la sua morte era ancora da confermare, ma si vociferava che Einar lo avesse ucciso per davvero, prendendolo alla sprovvista. Forse era nata una lite tra i due o forse Einar voleva semplicemente intascarsi anche la sua parte di bottino. Solo il tempo avrebbe dato veridicità o avrebbe smentito queste voci.

     
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  5. Mike Portnoyz
     
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    User deleted


    5/5 come valutazione verso il master.
    Primo esperimento via chat uscito splendidamente.
    Mi sono cagato addosso plurime volte e ho dovuto pensare fuori dagli schemi per cercare di sopravvivere e non incastrarmi in situazioni poco ideali.
    Molto godibile.
    Apprezzato molto gli sforzi di trascrizione sul forum. Forse Discord non é il migliore mezzo in questi sensi ):
     
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4 replies since 28/2/2019, 14:56   111 views
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