[HUNT] Il Vecchio delle Nevi

Sentiva l’alito fetente della bestia alle spalle, ma lui non rallentava. Stringeva i denti ed andava avanti, stringeva i denti e continuava a correre. L’ascia era vicina, pochi metri davanti a lui. Le fauci della bestia erano vicine, pochi metri dietro di lui. Lo sapeva, ma non si sarebbe voltato per guardarla, non avrebbe rallentato il moto delle sue gambe. Mai in vita sua aveva dato le spalle ad un nemico e infatti nonostante avesse il fiero petto coperto di cicatrici la sua schiena era completamente immacolata. Questa volta però aveva fatto un’eccezione: ne andava della sua vita. Era un momento drammatico. Un uomo stremato inseguito da un orso famelico, un uomo che si stava aggrappando inconsciamente al suo istinto di sopravvivenza più primitivo e selvaggio. Un uomo inseguito dalla morte ma che della morte non temeva la presenza.
[Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 10m (da M7 a M5)
[Stance: Armored Guard]

Era stremato e completamente distrutto, affaticato come poche volte lo era stato in vita sua. Riuscì infine, con uno sforzo sovraumano, a riprendere la sua amata ascia tra le mani, ma non per questo poteva considerarsi salvo. Avrebbe voluto girarsi ed attaccare la bestia con tutte le forze rimastegli in corpo, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa venne di nuovo investito dal ruggito abominevole di quell’animale, un ruggito che sembrava una percossa in faccia.
[5m Movimento Gratuito (da M5 a M4)]
[RAPIDO - Recupero arma]

Basta, non ce la faceva più. Era tremendamente spossato e poi quel ruggito era il terzo o forse il quarto che riceveva, nemmeno se lo ricordava più. Dire che era stordito era poco: la testa gli rimbombava pesantemente, la vista si faceva doppia, le gambe non erano nemmeno più in grado di reggere il suo peso. Avrebbe voluto dire all’orso di stargli lontano, di dargli tregua. Non che poi, se i ruoli fossero stati invertiti, lui avrebbe dato fiato ad un nemico affaticato. Anzi, quando Ukon vedeva i suoi avversari stanchi ed alle strette infieriva sempre di più, senza pietà, senza remore alcuno. E infondo aveva compreso che lui e quella bestia erano parecchio simili, forse fin troppo. Aveva compreso che nessuno dei due si sarebbe fermato sino a quando non avrebbe visto l’altro riverso in una pozza di sangue.

La resa dei conti era vicina, la morte di uno dei due contendenti imminente. Gli dei che dai cieli stavano assistendo ad uno scontro apocalittico tra due grandi predatori di quelle lande, inneggiavano alla lotta più furente ed attendevano con impazienza l’esito di un confronto abominevole e spietato. Entrambi i due lottatori erano stremati, sfiniti, ma nei loro occhi era ancora visibile quella scintilla di orgoglio e quella scarica di adrenalina nel voler prevalere uno sull’altro. Comunque sarebbe finita era indubbio che madre natura aveva dato doni sovraumani ad entrambi. Ukon, l’umano spavaldo ed ambizioso, si preparava a ricevere un orso da sempre dominatore indiscusso di quelle terre. Era chiaro che ormai non avrebbe potuto più scappare ne tentare strani giochi tattici con la bestia ma avrebbe dovuto solamente fare affidamento alla tenacia dei suoi nervi ed alla forza bruta rimastagli nei muscoli. Anche perché onestamente non aveva più quella freschezza e quella lucidità mentale per pensare ad un tentativo di approccio diverso. L’orso sarebbe riuscito a squarciargli ancora una volta il busto, ma il tentativo di azzannargli il braccio venne respinto dal vichingo che frappose la sua ascia a protezione della propria figura.
[AZIONE – Action: Parata Pesante]

Azzanna l’acciaio se ti piace!

Ed effettivamente, anche se la sua pellaccia era dura e spessa come un minerale, di certo la bestia avrebbe preferito mordere quella invece che il macigno di freddo ferro. Ed una volta divincolata la sua arma, ricoperta dalla saliva dell’animale, l’avrebbe usata per ferire l’orso con un poderoso fendente potenziato da correnti ventose.
[RAPIDO – Skill: Sharpening Wind]
[AZIONE – Skill: Deathbound]

Qualsiasi briciolo di umanità o di coscienza era completamente sparito. A guidare il cacciatore Vaygr c’erano solamente l’istinto di sopravvivenza e la furia più cieca. Se quello era il campo dove avrebbe incontrato l’Eterno Falciatore, avrebbe voluto presentarsi a lui con fierezza ed orgoglio, con la consapevolezza che nonostante fosse stato sconfitto per lo meno aveva combattuto sino all’ultima goccia di sudore.
[Stance: Armored Guard]

Lo scontro tra titani oramai era entrato nel suo momento finale, nel momento più carico di pathos. Non c’era più tempo ne per riposarsi ne per ragionare ne per guardarsi le ferite. Adesso era solo l’istinto di sopravvivenza a guidare i due sfidanti, solo la voglia di prevalere l’uno sull’altro. Ukon era stato letteralmente scaraventato via dall’orso con una sola zampata. Era la seconda volta che accadeva e dimostrava che dopotutto quella bestia avesse dentro di se ancora una forza bruta inaudita e disumana nonostante la fatica stesse degenerando entrambi. Senza pensarci troppo però il pelato nordico si rialzò in piedi e si gettò nell’ultima disperata carica contro l’animale. Il dolore delle sue ferite era talmente tanto che quasi lo ignorava: sapeva solo che si sarebbe fermato non sarebbe stato più in grado di combattere. Per questo urlando a squarciagola sarebbe di nuovo arrivato in prossimità della bestia per poi cercare di colpirla con l’ennesimo fendente d’ascia.
[Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] + [AZIONE – Action: Charge] + [Skill: Free Spirits] = 25m (da K4 a P4)
[RAPIDO – Attacco Fisico]

E se anche questo non fosse bastato a metterla al tappeto allora sarebbe veramente stato in guai seri perché le energie erano pressoché nulle ed il suo mastodontico fisico completamente logorato. Conveniva mettersi sulla difensiva.
[Stance: Armored Guard]

Una scarica inaudita di colpi si abbatté sul mastodontico corpo dell’umano, un corpo che se non fosse stato tanto possente quanto colossale sicuramente sarebbe stato spezzato dalla furia inaudita della bestia. Coperto dal sangue e logorato dallo sforzo Ukon cadette sulle ginocchia. Era ancora vivo, cosciente, ma sfinito ed impossibilitato ad andare oltre. Aveva dato tutto se stesso ma era ovvio che ancora non era in grado di sovrastare certe forze della natura anche se la pure la bestia sembrava avvolta da un senso di infinita stanchezza e spossatezza. Era stato un incontro tra titani, un incontro dove lui aveva perso. E sarebbe stato pronto a pagare con la sua carne il prezzo della sconfitta. L’orso, a stento, gli si avvicinò. Si fissavano negli occhi, entrambi, senza timore, con dignità, quasi volessero ringraziarsi per quell’epica battaglia, quasi volessero riconoscere l’uno l’onore dell’altro. L’animale con estremo sforzo alzò nuovamente l’artiglio al cielo, questa volta per dare l’ultimo fatale colpo all’umano, un uomo che restava impassibile ed imperturbabile in attesa che il suo destino venisse compiuto. Non aveva rimpianti, non aveva timore dell’altro mondo perché sapeva che chi moriva sul campo di battaglia combattendo con tutto se stesso contro un avversario forte e potente aveva accesso al Phanteon divino. Ma prima che la bestia potesse abbattersi contro il collo del barbaro, una voce imperiosa rimbombò nella valle.

Basta così Brutus!

A quel comando la bestia si fermò immediatamente. Mentre ancora ansimava, Ukon scostò il suo sguardo nella direzione del grido e con suo grande stupore notò che c’era proprio quel vecchio che lo aveva mandato a combattere contro l’animale. Egli si avvicinò all’orso e cominciò ad accarezzargli il muso.

Ukon ti presento Brutus. Questo era il mio fido compagno di battaglie un tempo, ma ormai è un vecchio orso delle nevi proprio come me. Voleva solamente confrontarsi per un’ultima volta con un avversario degno della sua forza prima che le sue vecchie zampe non sarebbero più state in grado di reggerlo in piedi. Ti ringrazio infinitamente per avergli fatto questo regalo Ukon. Un tempo saresti stato abbattuto molto più velocemente, ma sei riuscito a resistere con grande ardore. Ciò non toglie che hai ancora molta strada di fronte a te: è giunto il momento per te di abbandonare il villaggio ed andare in cerca di nuove avventure, nuovi avversari.

Ukon, ancora scombussolato, annuì flebilmente anche se non vi nego che avrebbe voluto prendere a schiaffi quel vecchiaccio insolente che aveva giocato con la sua vita. Purtroppo però l’enorme quantità di sangue perso e riversatosi sulla bianca neve gli fece perdere i sensi. Al che, chiedendo un ultimo sforzo al suo orso, il vecchio fece caricare il pelato vichingo sulle spalle dell’orso per poi condurlo dal medico del villaggio. E vi assicuro che da quel giorno Ukon Rejus da giovane ambizioso sarebbe diventato il valoroso condottiero che tutti noi oggi conosciamo, così come vi assicuro che il vecchio non avrebbe negato al giovane un bel regalo prima della sua partenza.