Ukon Rejus

PG di mrxxx

Nome: Ukon Rejus
Luogo di Nascita: Vaygr
Età: 41
Professione: Cacciatore

Descrizione Fisica: Alto, massiccio, vigoroso, statuario e possente. Quest'uomo di quasi due metri è una roccaforte vivente, con muscoli tanto pesanti quanto letali. Le sue enormi braccia, allenate alla lotta furente e selvaggia, sono in grado di stritolare, torturare ed uccidere le sue vittime senza alcun problema, quasi fossero zanne di bestia. I suoi fasci muscolari e nervosi sono tremendamente robusti, forgiati dal freddo e dall'ostilità delle terre del nord. Nulla può scalfirlo, nulla può tramortire spalle e petto tanto gonfi e mastodontici, nulla può abbattere un corpo tanto allenato alla guerra, su cui sono disegnati tribali e pigmentazioni tramite intonaco rosso, un rosso fuoco, un rosso sangue, un rosso che ricorda alle sue prede ciò che patiranno. L'espressione del volto è quasi sempre burbera e grottesca, anche quando è rilassato, forse perchè di relax quest'uomo, abituato a sopravvivere da solo nel freddo e nei luoghi più inospitali, ne ha passato davvero poco. La bocca contorta in un espressione di sprezzo, sprezzo della paura probabilmente, è contornata da una folta barba, mentre il capo è completamente rasato. Grosse venature scorrono lungo tutto il suo corpo ed arrivano sino alla sua testa, mai una volta dacché ricordi i suoi muscoli non sono stati tesi e pronti a colpire. Gli occhi, incavati, sono vigili ed attenti, senza paura, incedibili, inarrestabili. Scrutano l'orizzonte in cerca di avversari, mentre le gambe sono pronte a far scattare questa macchina da guerra che fa tremare il terreno ad ogni suo passo.

Descrizione Psicologica: Fiero e solitario si aggira tra le montagne, pronto a colpire, pronto ad uccidere, pronto a sfamarsi. Meditando vendetta, cupo e silenzioso, non pronuncia quasi mai parola. Preferisce grugnire e spiegarsi a gesti. Chiamatelo selvaggio, chiamatelo bruto, chiamatelo incivile e barbaro ma non osate mai rivolgergli tali offese se lo avete davanti, non osate mai incrociare il suo sguardo a meno che siate davvero pronti a lasciare questo mondo. Lui di pietà non ne avrà, non per voi, non per chi ha rubato la sua terra natia. Non che fosse stato mai più di tanto devoto ai suoi avi, tuttavia pretende rispetto. E' devoto soltanto alla lotta e porta rispetto soltanto per chi si fa valere gloriosamente sul campo di battaglia, combattendo per i propri valori e per mostrare la propria forza sino all'ultima goccia di sudore, di energia. Incedibile ed incorruttibile, pare spietato e senza un cuore. O forse un cuore lo ha, incastonato nei ghiacci di una landa desolata...

Background: Nato in un'isoletta dell'Arcipelago di Vaygr 41 anni fa, è stato sin da piccolo addestrato militarmente ed istruito alla guerra, secondo i precetti dei Varyag. Cresciuto in simbiosi con le terre nevose nelle quali abitava, ha da sempre vissuto da solo, in luoghi sperduti ed isolati, girovagando tra le montagne e cibandosi di bestie selvagge cacciate o pescate spesso a mani nude. Ciò non toglie che al momento della chiamata alle armi abbia sempre dato il suo contributo e si sia sempre messo in prima linea per difendere l'onore e la reputazione della sua terra, più per piacere personale, più per il divertimento di cimentarsi in sfide sanguinolente e mortali, che per reale devozione verso i suoi governanti. Mozzare teste e spaccare arti, soprattutto di quegli spavaldi imperiali, gli ha sempre fatto un gran piacere, per questo motivo cova vendetta e ripudio nei loro confronti. Hanno calpestato il rispetto dei suoi valorosi compagni d'armi e per di più lo hanno sconfitto. Sì, lui c'era quel giorno, durante quell'apocalittica incursione, durante quella catastrofica sconfitta. Rozzo e brutale si riprenderà la sua terra.

La Dedizione alla Caccia
Cresciuto in lande ghiacciate desolate e selvagge, ha imparato dai suoi avi l’arte del sapersela cavare e della sopravvivenza per resistere a climi rigidi ed inverni lunghissimi. Vaygrjod è una terra inospitale per l’uomo, per questo i vichinghi nel corso della storia hanno imparato a sfruttare al meglio le poche risorse a loro disposizione. Primo tra i problemi era la mancanza di poter coltivare su un terreno fertile, per questo la principale fonte di sostentamento era ed è rimasta tutt’ora quella di tipo animale. Grosse bestie popolano queste lande dimenticate da Dio e sono fonte abbondante di carne ma soprattutto di pellicce da conciare e di ossa da usare come utensili appuntiti. Quando era solamente un ragazzino, Ukon soleva seguire gli anziani del suo villaggio nelle battute di caccia, imparando da loro le rudimentali tecniche di ingaggio e di combattimento che poi avrebbero caratterizzato anche il suo futuro stile di lotta. Seguire orme, sfruttare il territorio, imparare a riconoscere i diversi tipi di tracce, orientarsi nel bianco immenso della neve, mimetizzarsi ed attendere il momento opportuno per caricare, comprendere le caratteristiche ed i punti deboli del proprio nemico. Queste erano alcune delle qualità che gli erano state insegnate sin quando, crescendo, divenne lui uno dei principali protettori del villaggio contro le bestie fameliche che volevano sostentarsi di carne umana prima del letargo. Infondo le baracche di legno di un villaggio sono molto più accoglienti di una qualsiasi spelonca posta chissà dove tra i picchi rocciosi.
Da questo stile di vita condizionato dall’adattamento all’ambiente deriva il suo ardore e la sua irrefrenabile sete di sangue che lo hanno sempre spinto a cimentarsi in sfide estreme per portare il suo corpo oltre il limite umano, mostrando tutta la sua barbara forza bruta. Bramoso di guadagnarsi un posto nel phanteon divino degli dei immortali, ha da sempre cercato di battersi contro mostri dannatamente grossi e spaventosi, esseri temuti dalla maggior parte delle sue genti ma non da lui, cuore impavido, pronto a morire pur dimostrare la propria superiorità. Perché infondo lui giudica la pericolosità di una creatura dalla grandezza dei suoi fasci muscolari, dall’affilatezza della sua lama o delle sue zanne, dalla potenza delle sue braccia o dei suoi canini. E onestamente solo bestie mastodontiche possono impensierirlo visto la sua colossale stazza. Più bestia che uomo, i suoi ruggiti e la sua furia guerriera lo fanno apparire come un predatore indomito sempre in cerca di prede a cui staccare la testa per entrare nei miti e nei racconti dei cantastorie.