Al mercato

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    Darina era da poco arrivata ad Estheltia con un gruppo di acrobati che si esibiva in lu1ngo e in largo nell'Impero. Si era unita a loro a Temora, la sua città natale. Dopo aver trascorso tutta la sua infanzia a fingersi un ragazzo non poté evitare un senso di stranezza vagando per la città come una donna, guardata e trattata come tale. Una parte di lei e di come il mondo le si avvicinava era morta, e come un arto mozzato ormai era perso, bisognava proseguire ignorando di sentirselo ancora attaccato. Sospirò a capo chino per poi rialzare lo sguardo sui suoi compagni di viaggio per salutarli per l'ultima volta.
    "Mi raccomando, non mettetevi nei pasticci." disse alle due ragazzine che saltellavano gioiose intorno a lei.
    "Io non mi metto nei pasticci!" protestarono in coro aggrottando le sopracciglia. Erano identiche, con grandi occhi scuri e i capelli ramati tagliati all'orecchio e spettinati.
    "Mira! Sameh!" "Arriviamo!"
    Abbracciarono Darina lasciandosi scompigliare i capelli ancora di più, per poi staccarsi e allontanarsi con un sorriso.
    Lei le osservò mentre raggiungevano di corsa gli altri e li salutò tutti agitando la mano. Loro sì che erano persone spensierate.
    Camminò per un po' per la città guardandosi attentamente intorno. Era davvero magnifico come l'essere umano si fosse armonizzato alla natura, tutto sembrava più puro e giusto in un posto del genere. Sembrava che nulla di male potesse accadere lì.
    Seguì un gruppo di persone con vistosi abiti giallo zafferano fino ad una folla gremita di persone che si facevano strada attraverso innumerevoli bancarelle o contrattavano con i commercianti. In mezzo ai mille odori, a tutte quelle voci e a quei volti differenti, per un attimo le sembrò di essere più vicina a casa. Lei nei mercati c'era cresciuta.
    Sorrise e subito si mise alla ricerca della sua mercanzia preferita, passando oltre gli abili calzolai, i profumieri, gli intagliatori e i vetrai.
     
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    Di Pattuglia
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    Yves era rientrata da qualche giorno nella capitale e i suoi superiori non avevano perso tempo per rimetterla al lavoro. Seppur la sua missione ad Louyhong non aveva avuto un risultato netto, le informazioni che aveva raccolto erano state più che sufficienti, permettendole di ritornare serenamente al proprio lavoro.
    Dall'alba era di pattuglia al mercato assieme ad altre due Guerriere. Tutte vestivano l'armatura leggera di cotta con al braccio destro la fascia dai colori arcadiani, verde e oro, sulla quale era disegnata una spada sovrapposta ad uno scudo. Il simbolo del loro ordine. Lo portavano con la stessa fierezza con cui svolgevano i loro compiti.
    Il mercato di Estheltia era un posto affollato, pieno di vita e di mercanzie di ogni genere. C'era chi vendeva le migliori stoffe del continente, chi le più pregiate spezie di Shal'aira, armaioli provenienti dalle isole e anche qualche truffatore.
    Proprio per quel motivo era necessaria una piccola squadra di ronda. In armatura le Guerriere non passavano certamente inosservate, tuttavia la loro presenza era quasi sempre sufficiente ad evitare lo scoppio di tafferugli.
    Yves camminava qualche passo dietro le sue colleghe, fermandosi di tanto in tanto a salutare qualche viso familiare.
    Ghenna, la più anziana delle tre, era anche la più alta ed aveva i tratti del viso induriti dal tempo e dagli allenamenti. Non poteva certo essere definita una bella donna, e forse era anche per quello che si era votata alla causa delle Guerriere piuttosto che ad altro.
    Sherna invece aveva il volto da ragazzina e la sua statura minuta non aiutava certo a farla sembrare più grande, tanto che per tutti era diventata la "Bimba Guerriera", nonostante i suoi ormai ventisei anni. Portava i capelli castani legati in una treccia e i suoi vispi occhi nocciola saettavano da un lato all'altro della strada senza tregua. Poteva sembrare una bambina, ma non lo era.
    Il trio camminava a passo sostenuto lungo la strada principale, ma Yves fermò la truppa quando sentì una voce sopra le altre gridare alcune parole. Il chiasso era tale da non permetterle di capire esattamente che cosa stesse accadendo, così decise di dirigersi assieme alle consorelle verso la fonte del rumore.
    Un commerciante litigava con un collega per potersi accaparrare una indecisa cliente. Le spezie erano un bene considerato quasi di lusso ad Arcadia, dato che provenivano si dalla vicina Shal'aria, ma il tragitto era lungo e pericoloso, dunque scegliere bene durante un acquisto poteva far risparmiare non poche monete d'oro.
    - ...e io ti dico che questo trito di erbe piccanti è il migliore di tutta Shal'aria! Non si faccia ingannare signorina! Lo vede anche lei che queste sono spezie di prima qualità! - gridava il primo.
    - Non si faccia ingannare mia signora. - ribatteva il secondo - Anche uno stolto, senza offesa per gli stolti ovviamente, saprebbe riconoscere in quel miscuglio erbe che male si sposano con la cucina arcadiana. Ascolti me, lasci perdere quel poco di buono e prenda questo sale del deserto, ottimo per ogni tipo di cottura. -
    Spettacoli del genere erano all'ordine del giorno, dunque non c'era da preoccuparsi, ma alle volte dagli scambi verbali più semplici poteva anche nascere una lite.
    - C'è qualche problema? Che cosa succede qui? - disse Yves avvicinandosi ai commercianti.
    Questi fecero un breve inchino e spiegarono che la cliente sembrava indecisa su quali spezie acquistare e loro avevano proposto i loro migliori prodotti, ma poi era iniziata una piccola disputa su chi dei due avesse la merce migliore, più raffinata e fresca.
    Yves sospirò. Era una giornata come tante al mercato di Estheltia.


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  3. mak the bast
     
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    il vagabondo combattente



    <div align="justify">
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    era arrivato il momento del suo inizio, ma la fame lo stava straziando.
    Anubi che aveva resistito alle più grandi fatiche del deserto e di suo padre non era mai riuscito a placare qual buco nero che chiamava stomaco.

    Per fortuna non mi sarà difficile trovare del cibo essendo nella capitale, ci sarà qualche fruttivendolo da queste parti.
    Maledetto essere che abiti in me placa la tua fame, non riesco a non sentire i tuoi lamenti.
    Sembra quasi come se avessi un altro uomo al posto dello stomaco.


    Anubi aveva da poco iniziato il suo viaggio, e si trovava ad Estheltia capitale arcadiana.
    Dove la vita non era molto diversa dal suo paese di origine, dove anche quì poteva trovare i mercati, splendido incontro tra natura e uomo.
    L'uomo avaro e truffatore, e la natura che si presentava cosi deliziosamente succulenta.
    Ma quel camminare venne interrotto da un litigio che albergava nell'aria, due commercianti che a quanto vedeva anubi si stavano azzuffando per accaparrarsi una cliente.

    I soliti mercanti, per accaparrarsi una cliente farebbero di tutto.
    Ma quella chi è?


    Vide una donna in armatura avvicinarsi a i due mercanti che si bloccarono e prima di rivolgergli parola si inchinarono.

    Che alta considerazione delle donne qui, si vede che sono molto avanti in questo luogo, ma non capisco perche abbiano quasi terrore della donna .
    Vedo nei loro occhi paura e rispetto, e questo mi attira, che non sia una combattente con grande fama .
    Anche se è una splendida ragazza, penso che ci si potrebbe divertire a sfidarla.
    Mi solletica un idea, meglio che mi avvicini.


    Anubi sapeva che se una donna si portava con se tanto rispetto doveva essere una importante, e questo lo faceva vibrare in tutto il corpo, dato che la sua smania di combattere era più grande della vista di una donna.
    Allora anubi decise, con passo tranquillo si accostò al litigio sentendo il tanfo delle spezie che a lui davano sui nervi.
    E vide molto meglio la scena, cosi cominciò a dare fastidio un pò a tuttti.
    Si avvicinò alla donna quasi a dargli una spallata quasi come a volerla sfidare, e si mise davanti ai due mercanti guardando la donna che era indecisa nel rispondere.

    Signora hò sentito che sta contrattando per queste spezie schifose, senta un consiglio da una persona sconosciuta, mangi della frutta o della verdura.
    Le cose come le cucina prenderanno il loro vero sapore senza questa robaccia.


    Il volto di anubi era insensibile come a solito , non si preoccupava delle conseguenze che il suo atteggiamento poteva portare, ma gli interessava capire più che altro come erano le persone in quel contesto, tutti dei cagnolini che rispettavano il più potente o solo un atteggiamento di rispetto impartito ed assimilato con gli anni.

    A sapreste dirmi dove posso trovarne uno??

    Anubi con molta tranquillità stava chiedendo a due mercanti di spezie dove poteva trovare un fruttivendolo.
    Certo il suo atteggiamento era scortese ed arrogante , ma che ci poteva fare se lui era cresciuto cosi.
    Ma poi si ricordò della ragazza e si voltò verso di lei, sempre con la solita faccia assente e priva di sentimenti.

    Ehi scusami non ti avevo vista.

    Nò non l'aveva vista , l'aveva presa in pieno non preoccupandosi della altre donne combattenti che erano li con lei, chissà chi erano e perche la gente le portava tanto rispetto.

    chissà chi saranno tutte queste donne? personaggi importanti presuppongo, ma non mi importa niente, vorrei sapere chi sarà mai questa ragazza.
    Forte ed atletica a quanto pare, tanto cosa mi potranno fare mai, sono solo uno strano bonzo che gira disarmato.



    CITAZIONE

    abbigliamento:felpa completamente nera con le maniche tagliate all'altezza dell'avambraccio, pantaloni lunghi e stivali, ed una collana con una piuma d'aquila attaccata.
    Aspetto fisico: occhi nero corvino con iride rosso sangue, numerosi e vistosi tatuaggi su tutto il corpo.


    Edited by mak the bast - 15/4/2015, 21:05
     
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    Darina era quasi arrivata alle prime bancarelle di spezie quando vide uno strano trio davanti a due intimoriti mercanti. Una donna in armatura, un tizio con i capelli mezzi rasati e una signorina che in verità sembrava voler essere in qualunque altro posto in quel momento.
    Si avvicinò e prestò orecchio, pensando che magari avevano qualcosa di particolarmente interessante in vendita.
    Signora, ho sentito che sta contrattando per queste spezie schifose. Senta un consiglio da una persona sconosciuta, mangi della frutta o della verdura.
    Le cose come le cucina prenderanno il loro vero sapore senza questa robaccia.

    Darina non poté trattenersi dall'inarcare un sopracciglio. Chi era costui per parlare con tanta arroganza? Arrivò proprio accanto alla signora quando l'uomo parlò ancora.
    Ah, sapreste dirmi dove posso trovarne?
    Subito dopo si voltò verso la donna armata e le disse con insolente leggerezza: Ehi, scusami, non ti avevo vista.
    A quel punto Darina fece un respiro profondo e intervenne: Perdonatemi, signori, se ho ascoltato i vostri discorsi, ma temo di potervi essere d'aiuto. Le spezie sono state il mio mestiere per molti anni, sarei lieta di aiutarvi a valutarne la qualità.
    Scoccò un'occhiata all'uomo e sfoggiò un mezzo sorriso. Sarebbe stata più che lieta di rispondere in altro modo a quel tipo strafottente, tuttavia non voleva iniziare una rissa in mezzo alla folla e proprio di fronte ad una guardia, quindi cercò di essere il più diplomatica possibile. Se poi c'era qualcuno che poteva davvero giudicare la merce, quella era lei. Per di più, in modesto cuor suo, dubitava che lui avesse buone conoscenze al riguardo.
    E, se posso dirlo, non trovo sia molto gentile parlare così a dei professionisti. Dunque, mi permettereste di fugare i vostri dubbi? concluse sorridendo ancora.
    Diede uno sguardo alla guardia e una parte di lei sperava che l'uomo facesse qualche idiozia abbastanza grave da farlo arrestare. L'altra parte sperava che lui si indispettisse davanti a qualcuno che la sapeva più lunga e se ne andasse, magari senza più aprire bocca.
    La povera signorina intanto sembrava essersi un po' tranquillizzata dopo l'intervento di Darina, e così anche i due mercanti.

    Ciao Mak, grazie di esserti unito alla ruolata! ^^ Ti sarai accorto che mi sono permessa di fare qualche aggiustamento riportando il discorso diretto del tuo personaggio, quel tanto per facilitarmi la comprensione. Ad esempio "fruttivendolo" era solo nei suoi pensieri, quei poveri mercanti non avrebbero potuto capire la domanda ;D
     
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    I rischi del mestiere
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    La disputa tra i due mercanti aveva attirato una discreta folla attorno a loro. Curiosi, altri mercanti che cercavano di carpire informazioni, viaggiatori, stranieri e anche qualche turista sconsiderato.
    Non ultimo un giovane dall'aspetto particolare che da subito si era mostrato ostile ai commercianti, ma soprattutto ad Yves stessa.
    - Ehi scusami non ti avevo vista. - disse spintonandola, apparentemente involontariamente.
    A quelle parole, le spade di Ghenna e Sherna sibilarono fuori dal fodero senza esitazione, ma Yves le placò con un gesto della mano. Non sarebbe servito a nulla ricorrere alla violenza in quel momento. Inoltre poteva benissimo tollerare un affronto del genere, il suo compito era pattugliare il mercato ed evitare lo scoppio di litigi o risse, non di crearle azzuffandosi con il primo che le andava addosso volontariamente o meno.
    Seppur riluttanti, le due Guerriere abbassarono le armi, ma non le rimisero nel fodero. Una minaccia velata rimaneva pur sempre una minaccia.
    Yves studiò per qualche istante lo straniero.
    Indossava abiti di una fibra che non seppe ricondurre ad un tessuto a lei conosciuto. I suoi occhi carmini avevano un che d'inquietante e innaturale, tanto da costringerla a distogliere lo sguardo per concentrarsi su altri particolari potenzialmente importanti.
    Non sembrava armato, ma ciò non implicava che fosse innocuo.
    Decise di non correre comunque rischi e con la mano destra fece rapidamente dei gesti per comunicare con le due guerriere alle sue spalle. Senza distogliere lo sguardo dalla figura dello straniero, prima chiuse la mano a pugno e poi alzò indice e medio.
    Senza esitazione, Ghenna e Sherna si fecero più vicine a lei quando, una nuova voce interruppe quella situazione.
    - Perdonatemi, signori, se ho ascoltato i vostri discorsi, ma temo di potervi essere d'aiuto. Le spezie sono state il mio mestiere per molti anni, sarei lieta di aiutarvi a valutarne la qualità. -
    A parlare era stata una giovane che Yves non aveva notato tanto era concentrata a squadrare l'inquietante personaggio che aveva davanti.
    Aprì completamente la mano e le Guerriere si arrestarono sul posto, perplesse.
    La nuova venuta non aveva un aspetto singolare quanto lo straniero dagli occhi rossi, tuttavia in lei c'era comunque qualcosa d'intrigante. I corti capelli neri facevano spiccare gli occhi ambra e il fisico sembrava più quello di una combattente che quello di una commerciante. Vestiva in borghese, con dei semplici abiti da viaggio, dunque le sue ipotesi non potevano andare oltre quelle semplici congetture, ma per ora le bastarono.
    - E, se posso dirlo, non trovo sia molto gentile parlare così a dei professionisti. Dunque, mi permettereste di fugare i vostri dubbi? - concluse la giovane lanciando un'occhiataccia all'uomo che aveva definito "robaccia" le spezie.
    I mercanti si guardarono tra di loro, poi guardarono la giovane. Si presero qualche istante di riflessione per decidere che cosa fare e infine posarono lo sguardo su Yves, che dopo tutto era li come "uber partes", in attesa di una risposta.
    - Prego. - disse infine facendo un cenno del capo alla giovane straniera - Garantisco per la sua imparzialità, Miss...? - disse lasciando in sospesa la domanda, non conosceva il nome della ragazza, dunque attese che si presentasse.
    L'indecisa cliente sembrò sollevata della piega presa dagli eventi e si fece più vicina alla nuova venuta, che avrebbe presto preso a confabulare con i mercanti e valutare le spezie presenti.
    Se una faccenda poteva considerarsi conclusa, l'altra rimaneva ancora irrisolta.
    Non aveva nulla contro l'inquietante straniero, tuttavia non poteva ignorare la sua vena beffarda e il modo con cui fissava lei e le sue colleghe. Lei rappresentava la legge e nessuno ad Arcadia si sarebbe mai sognato di mettersi contro una Guerriera di Ysabeth, non da sobrio almeno, si aper rispetto che per timore di prendere una sonora batosta.
    Era comprensibile come quel forestiero potesse non conoscere usi e costumi del luogo, ma per quanti avventurieri si aggirassero al mercato nessuno era vestito dei colori di arcadia come loro, né portava l'emblema al braccio come segno di riconoscimento.
    Certe cose potevano essere tollerate, e quell'uomo ora correva sul filo di un rasoio.
    - Il mercato è grande, è comprensibile andare addosso a qualcuno in questo caos. -
    Il tono di voce era neutro, con una lieve punta di accondiscendenza.
    - Mi è parso di capire che fosse alla ricerca di un venditore di frutta. Se si è perso, sono certa che Ghenna potrà mostrarle la strada per il miglior mercante di frutti esotici della capitale. -
    A quelle parole l'imponente donna rimise la spada nel fodero e si fece avanti, chinando lievemente il capo senza mai togliere gli occhi di dosso dallo straniero. Non sapeva ancora se quell'uomo era o meno una minaccia, ma era meglio prevenire che curare.
    Ghenna spiegò brevemente all'uomo in quale parte del mercato si trovassero i commercianti di primizie e nuovamente rinnovò l'invito di accompagnarlo se lo desiderasse.
    Yves distolse lo sguardo dalla scena, mentre assieme a Sherna si avvicinava alla bancarella delle spezie, sperando di vedere la conclusione di quell'inutile dibattito e valutare se la scelta di affidare la valutazione delle spezie alla giovane donna era stata buona o meno.


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    Kinamy: Puoi ruolare i mercanti come preferisci per interpretare la scena.
     
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  6. mak the bast
     
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    il vagabondo combattente



    <div align="justify">
    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato

    La cosa ora si faceva sempre più interessante , un altra ragazza si era aggiunta al gruppetto, e con l'aria di chi ne sapeva molto di più, sul genere provò a placare la situazione che Anubi aveva acceso forse involontariamente.
    La ragazza cominciò a chiarire la situazione, consigliando la signora sulla merce, facendo notare una certa esperienza nel settore.
    Poi rimproverò Anubi , con aria molto delicata, per il suo comportamento che in quel frangente era stato di certo fuori luogo e scortese.

    Forse sono stato veramente troppo scortese, non so che mi sia preso, la fame gioca brutti scherzi.
    Dovrei chiedere scusa a costoro per il mio comportamento scorretto, ed anche con la ragazza a cui prima ho dato una spallata, ci sono troppe persone armate per fare ciò che voglio.


    ma i suoi tanti e confusi pensieri davano anche spazio al volto della nuova arrivata, come un flash nella sua mente, che l0 riportò a molti anni prima durante i suoi allenamenti.

    mi sembnra quasi di riconoscerla, ha un volto familiare.
    Mi sembra che io l'abbia vista in uno dei miei allenamenti, quando mio padre mi stava allenando, ricordo che mi voltai verso un templio abbandonato e vidi la carovana ed un volto simile.
    Ma chissà da quanto tempo che è successo, forse mi sono solo sbagliato.


    Anubi fece cenno con la testa alla ragazza, chinando leggermente il volto verso il basso.


    Ha ragione, mi dispiace per il mio comportamento, ma la fame mi fa avere comportamenti molto sgradevoli.


    Ma la breve chiacchierata venne interrotta dal movimento dietro di lui.
    Giratosi di nuovo verso le donne in armatura, vide che le compagne della ragazza bionda erano pronte ad ingaggiar battaglia con lui.
    Dato il suo comportamento era normale aspettarsi tale risposta.
    Ma la ragazza dai biondi capelli fece cenno alle sue compagne, che prima abbassarono le loro spade e poi si misero di fianco alla ragazza, come a dargli protezione.

    A quanto pare sembrano aver paura di me.
    Credono che io possa essere ostile.
    Certo è naturale, un uomo disarmato mette una certa inquietudine al giorno d'oggi.
    Ma la cosa più interessante è vedere l'affiatamento che dimostrano.
    Creando un unico corpo per ottenere maggiore forza


    Ma la stessa ragazza non sembrò disagiata dal comportamento del ragazzo, che certamente aveva già avuto modo di misurarsi in situazioni analoghe.
    Provando a chiarire i dubbi di anubi, proponendogli di essere scortato fino al fruttivendolo migliore.
    Il ragazzo rimase di sasso, non poteva credere che tale gentilezza poteva essere offerta a chi stesse portando scompiglio.

    Mi scuso anche con lei, non ho proprio notato nessuno, di certo non volevo colpirla.
    La ringrazio, accetterò molto volentieri.
    Venendo dalla regione di Ephiora, non posso conoscere questi luoghi.
    A e vorrei presentarmi, io sono Anubi.


    Il ragazzo presentandosi, prima mise una mano all'altezza del suo stomaco, poi fece un inchino.
    Prima verso la ragazza in armatura e poi verso la ragazza con cui si era scusato prima.
    Anche se Anubi non era abituato a tutti questi convenevoli, non voleva farsi ammazzare per un comportamento troppo ostile.



    Comprerò qualcosa ma di certo non voglio lasciarmi alle spalle tutto questo, voglio conoscere più affondo questo luogo e i suoi abitanti.
    Ed anche le ragazze che si trovano qui, che a quanto pare hanno molta più importanza degli uomini qui.
    E noto anche una certa paura negli occhi della ragazza bionda che non smette di fissarmi negli occhi, anche se sono molto diversi dagli altri, credo che stia cercando di capire qualcosa anche dal mio sguardo.
    Come se stesse cercando di capire qualcosa di uno straniero uscito fuori dal nulla.


    Poi fece un lieve sorriso alla ragazza in armatura mettendo la mano destra sul capo, come a voler dare l'impressione di essere in imbarazzo.

    E signorina, se posso permettermi.
    Il suo sguardo mi mette un po di imbarazzo, so che mi guarda per il colore dei miei occhi, ma non hanno niente di particolare.
    Mio padre mi raccontava sempre che questo era come un dono, ma io credo che sia più un radar per dare molto nell'occhio.
    Anche se io non ho poi niente di particolare.


    Era la prima volta che qualcuno lo guardava cosi intensamente, ma non con aria di disdegno, ma con un altro tipo di sguardo.
    Quasi Uno sguardo di curiosità.
    La prima volta, visto che tutti di solito lo guardavano come se fosse un appestato, per colpa dei suoi occhi, ed uno sguardo differente da quelli gli faceva sempre uno strano effetto.
    Per ora però, avrebbe seguito la donna indicata dalla ragazza per andare a comprare un po di cibo, che avrebbe placato il suo stomaco.
    Sperava però di poter incontrare le due nuovamente, dato che avevano attirato molto interesse da parte sua.
    Poi mise una mano alzata con il palmo riverso verso l'alto all'altezza delle costole, come cenno cortesia, per poter permettere alla donna di procedere come guida.


    Se vuole indicarmi la strada sarò felicissimo di seguirla.


    Sperava Anubi che quelle parole avessero potuto far cambiare idea alle ragazze, cercando di sembrare molto più educato di quanto dava a mostrare.
    Cosi da avere l'opportunità di conoscere di più gli usi e i costumi di quel luogo.




    CITAZIONE

    abbigliamento:felpa completamente nera con le maniche tagliate all'altezza dell'avambraccio, pantaloni lunghi e stivali, ed una collana con una piuma d'aquila attaccata.
    Aspetto fisico: occhi nero corvino con iride rosso sangue, numerosi e vistosi tatuaggi su tutto il corpo.


    Edited by -mak- - 20/4/2015, 10:59
     
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    La guardia accettò la sua offerta a nome di tutti.
    Prego. Garantisco per la sua imparzialità, Miss...?
    Mi chiamo Darina le rispose accennando un sorriso e chinando appena il capo. Un istante dopo stava già esaminando con occhio e naso esperto le proposte dei mercanti. Certo non si aspettava quello che stava per accadere.
    Ha ragione, mi dispiace per il mio comportamento, ma la fame mi fa avere comportamenti molto sgradevoli.
    Il comportamento dell'uomo era mutato in modo a dir poco sorprendente. Darina si voltò e rimase un attimo di sasso, ma subito si riprese e sorrise comprensiva: In tal caso vi perdoniamo per essere stato un po' brusco. Mi raccomando, accettate un consiglio da una sconosciuta, cercate di nutrirvi a sufficienza. concluse con un pizzico di ironia.
    L'uomo si rivolse poi alla guardia: Mi scuso anche con lei, non ho proprio notato nessuno, di certo non volevo colpirla.
    La ringrazio, accetterò molto volentieri.
    Venendo dalla regione di Ephiora, non posso conoscere questi luoghi.
    A e vorrei presentarmi, io sono Anubi.

    Darina era quasi scioccata dall'immediato cambiamento, ma lei stessa sapeva cosa significasse patire la fame e di certo in quei momenti non era stata di umore migliore. Si voltò verso la giovane signora che era ancora in attesa accanto a lei.
    Torniamo a noi. Assaggi un pizzico di erbe...sente quel retrogusto amarognolo? Le sembrerà da nulla, ma sappia che si sentirà parecchio nel cibo, perciò rifletta se nei piatti che lei cucina potrebbe andare bene. Quanto al sale, alzò lo sguardo sull'uomo che ancora brandiva il vasetto da che parte del deserto proviene? "Del deserto" è un tantino generico...
    Inspirò a fondo, leggermente china sui meravigliosi recipienti variopinti. Erano un richiamo troppo forte per poterli ignorare a lungo. Ogni profumo era una sfumatura della sua vita.
    Ad un tratto un pensiero le affiorò come un brivido freddo. Dove era sparito il suo panda?
    Guardò la guardia e, allarmata, chiese: Perdonatemi, temo di aver smarrito la mia bestiola. Qui non catturate gli animali senza padrone, vero?
     
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    La giovane si presentò come Darina e si mise subito a disposizione dei mercanti e dell'indecisa cliente per dissipare i dubbi, mentre l'inquietante straniero si fece chiamare Anubi.
    - l suo sguardo mi mette un po di imbarazzo, so che mi guarda per il colore dei miei occhi, ma non hanno niente di particolare.
    Mio padre mi raccontava sempre che questo era come un dono, ma io credo che sia più un radar per dare molto nell'occhio.
    Anche se io non ho poi niente di particolare.
    - disse dopo essersi scusato per il trambusto causato.
    - Non sono io a decidere se tu o i tuoi occhi avete qualcosa di particolare. - rispose secca Yves - Ma le tue azioni. -
    Lasciò in sospeso la frase per qualche istante, sorridendo dopo alcuni secondi.
    - Vi siete già scusato, dunque non vedo motivo di ostentare inutilmente ostilità. Qui ad Estheltia tutti sono i benvenuti, finché si comportano bene. -
    La faccenda sembrava risolta ed Anubi aveva accettato di essere accompagnato da Ghenna ai banchi della frutta, situate qualche strada più in là. Fece un cenno a Sherna di seguirla per riprendere la ronda quando Darina si voltò nuovamente verso di lei, apparentemente allarmata per qualcosa.
    - Perdonatemi, temo di aver smarrito la mia bestiola. Qui non catturate gli animali senza padrone, vero? -
    - Gli animali ad Arcadia sono liberi di muoversi come meglio credono, e non sarebbe la prima volta che uno straniero perde il suo animale da compagnia. Di che animale si tratta? -
    Arcadia teneva molto in considerazione la natura e gli animali e perciò nel caso qualche bestiola si smarrisse poteva essere ritrovata nei giardini centrali. Le Guardiane, molte delle quali possedevano la capacità di comunicare con gli animali, svolgevano anche il compito di raccogliere questi "dispersi" ed accudirli fintanto che il loro padrone non si fosse presentato a recuperarli. Lo spiegò a Darina e disse che si sarebbero diretti immediatamente al Giardino Centrale.
    Fece per partire quando si ricordò di Anubi. Per quanto avesse voluto vederlo andare per la sua strada, ancora non si sentiva sicura di lasciarlo a piede libero per la capitale, non durante il suo turno di guardia.
    Richiamò Ghenna e le disse di seguirla, poi si rivolse ad entrambi gli stranieri.
    - Lasciamo perdere le formalità. Mi chiamo Yves Canterra e faccio parte delle Guerriere di Ysabeth. Il mio compito, e quello delle mie compagne, è quello di mantenere l'ordine. -
    Fece cenno alle colleghe, a Darina e Anubi di seguirla, avviandosi verso la strada maestra che avrebbe condotto il gruppo al Giardino Centrale. Durante il tragitto chiese ai due di raccontarle come avessero raggiunto la capitale arcadiana e che cosa stessero cercando.


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  9. mak the bast
     
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    il vagabondo combattente



    <div align="justify">
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    La situazione ora, sembrava essere tornata alla normalità, come la calma placida che aleggiava in quel luogo.
    Le ragazze accettarono le scuse di Anubi, lasciandolo andare a comprare del cibo, per nutrire il suo corpo ormai esausto per la fame.
    Ma prima di andare, e dopo aver ascoltato i consigli delle due, lui si inchinò con le mani giunte.
    Per lasciare quella discussione ed avviarsi verso il fruttivendolo.

    Vi ringrazio.
    E signorina, le prometto che non oserò creare situazioni di scompiglio, almeno non certo dopo mangiato.


    Anubi fece una leggera risata, la sua frase era ironica, ma sincera.
    Non avrebbe mai creato situazioni di scompiglio in quel piccolo paradiso, dove tutti si adoperavano per mantenerlo tale.

    Di certo queste ragazze sanno il fatto loro, e non si fanno di certo mettere i piedi in testa da nessuno, ma mi chiedo ancora perché?
    Perché queste donne vanno in giro armate, chissà, forse saranno delle guardiane.


    ora però la cosa che brandiva di più la sua mente era il cibo.
    E di fatti si fece accompagnare dalla donna, che lo doveva scortare, conducendolo alla bancarella più vicina.
    Mentre camminava notava che Li la natura era l'elemento predominante, non come ad ephiora dove le dure e rocciose montagne facevano da sfondo, ad un paesaggio che dava da pensare.

    Salve vorrei un sacchetto di mele, se può quelle più verdi .
    Signorina, lei ne vuole?( rivolgendosi alla sua accompagnatrice )


    Ma di certo la sua scorta aveva altro da pensare, mentre leggeva i segnali che le sue compagne gli stavano mandando.
    Ma ad Anubi non interessava cosa lei stesse facendo, ormai aveva raggiunto il suo scopo, e poteva tornare alla sua ricerca.
    Anche perché le ragazze sembravano aver finito con Anubi, che ne era rimasto un po deluso.

    Va bene allora, io andrei .
    A e buona giornata.


    Avrei fatto meglio a creare un po di scompiglio, almeno ora avrei seguito le ragazze, capendone un po di più su come funziona questo posto.

    Ma mentre si era girato per andarsene , senti la mano della sua scorta ,pesante che gli stringeva una spalla tirandolo verso di se.
    Ma un pò infastidito si girò verso di essa, non potendo capire il perché di quell'azione.
    Dato che non aveva neanche girato un occhio nella direzione del gruppetto.

    Ma scusi, cosa dovrei aver fatto ora?
    Bhaa.


    Adirato e confuso, ora si faceva tirare dalla sua scorta, per non fare azioni avventate.
    Anubi di certo non poteva sapere cosa stava succedendo, dato che era troppo lontano per sentire quello che era appena successo.
    Ma il suo stupore si rivelò grande, vedendo che la grande ragazza lo stava riportando proprio nel gruppetto.
    Anche se non sapeva il perché.

    Ma cosa diavolo starà succedendo, non capisco perché mi abbiano richiamato.
    E poi perché questa Gigantessa mi tira verso le altre.
    Meglio chiedere, e spero che abbiano un buon motivo, altrimenti ora creerò veramente dello scompiglio.


    Ma prima che potesse aprir bocca, la ragazza si presentò a tutti.

    Yves: Lasciamo perdere le formalità. Mi chiamo Yves Canterra e faccio parte delle Guerriere di Ysabeth. Il mio compito, e quello delle mie compagne, è quello di mantenere l'ordine.

    Immaginavo che queste donne fossero delle guardiane,.
    Ma che un gruppetto di ragazze possano gestire un intera città, questo mi da da pensare.
    Immagino allora che siano spaventosamente forti, è stato meglio non aver continuato prima, forse avrei fatto una brutta fine.


    Anubi quindi, prima di parlare aspettò un secondo, prima di parlare.
    Per poi deglutire con forza, mentre una goccia di sudore gli calò dal volto.

    Mi scusi, signorina yves.
    Ma mi può spiegare perché sono di nuovo qui?
    Mi potreste spiegare per favore, dato che ho comprato Quello che volevo ?


    Il ragazzo non poteva sapere cosa stesse facendo li, ma sapeva che ora, doveva stare attento a non fare mosse false.
    E cercare di non interferire con le decisioni delle ragazze, anche se non sapeva la loro effettiva forza, avrebbe fatto meglio a rimanere tranquillo.






    CITAZIONE

    abbigliamento:felpa completamente nera con le maniche tagliate all'altezza dell'avambraccio, pantaloni lunghi e stivali, ed una collana con una piuma d'aquila attaccata.
    Aspetto fisico: occhi nero corvino con iride rosso sangue, numerosi e vistosi tatuaggi su tutto il corpo.


    Edited by -mak- - 23/4/2015, 22:13
     
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    Per fortuna la Guardiana la tranquillizzò subito.
    - Gli animali ad Arcadia sono liberi di muoversi come meglio credono, e non sarebbe la prima volta che uno straniero perde il suo animale da compagnia. Di che animale si tratta? -
    "Grazie al cielo." sospirò di sollievo e cercò di descriverlo il meglio possibile: "Dunque, assomiglia ad un orso-gatto, è un orso con fattezze feline insomma..."
    Non le veniva altro in mente per spiegarne la forma, perciò rinunciò e proseguì: "E' bianco e nero, alto più o meno fino al ginocchio, mansueto. Ah, mi è stato detto che si chiama appunto Gattopanda o Pandagatto, ma onestamente non penso sia il nome vero e proprio della specie. Non so nemmeno con esattezza da dove provenga, mi è stato regalato."
    La guardiana si premurò di spiegarle a sua volta che le Guardiane erano in grado di comunicare con gli animali e recuperare gli eventuali dispersi e pertanto si sarebbero diretti al Giardino Centrale per verificare se fosse già stato trovato.
    "Grazie infinite." sorrise imbarazzata "Vi prego, non ritenetemi un'irresponsabile, tengo molto a lui. E non si allontana mai, per questo non ho notato subito che non era più con me. Non mi era mai capitato."
    Tornò con lo sguardo ai mercanti con i quali la signora stava trattando.
    "Sarò lieta di ritornare non appena avrò recuperato il mio animale." li salutò con un cenno del capo ed un sorriso.
    La Guardiana in quel momento si presentò ad Anubi e Darina ascoltò le sue parole.
    - Lasciamo perdere le formalità. Mi chiamo Yves Canterra e faccio parte delle Guerriere di Ysabeth. Il mio compito, e quello delle mie compagne, è quello di mantenere l'ordine. -
    Non era stato difficile intuire il ruolo della donna, Darina era quasi stupita del fatto che l'uomo sembrava non averlo capito subito: stesse divise, armi, stemmi, girare in piccole squadre organizzate, erano tutti segnali di una forza dell'ordine, così come il fatto che fossero intervenute allo scoppio di una disputa.
    "E' un onore fare la vostra conoscenza, Yves Canterra, e anche la vostra, Guardiane." disse inchinandosi alle due colleghe.
    "Vi sono davvero grata per il vostro aiuto."
    Fino a quel momento non ci aveva riflettuto, ma le parve quasi paradossale che delle donne ricoprissero un ruolo così importante. In qualunque altro posto aveva vissuto certe libertà erano solo per gli uomini, era impensabile che una ragazza potesse essere addestrata a fare qualsiasi cosa non fosse curare la casa e procreare. O venire istruita a servire l'uomo che l'aveva comprata, come aveva visto ad Alkarna. Se fosse stata scoperta, anche lei...
    Strinse gli occhi per un istante, cercando di cancellare tutta quella matassa di emozioni che le si annodava in gola ogni volta che ripensava al passato.
     
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    - Mi scusi, signorina Yves. Ma mi può spiegare perché sono di nuovo qui? Mi potreste spiegare per favore, dato che ho comprato Quello che volevo ? - si lamentò Anubi mentre il gruppo procedeva con passo moderato verso il Giardino Centrale.
    - Il mio lavoro è quello di mantenere l'ordine. Vi siete scusato, questo è vero, ma le vostre azioni hanno dimostrato anche che siete straniero e non conoscete gli usi e costumi di Arcadia. Preferisco che veniate con noi ed apprendiate come ci si comporta da queste parti, ma se avete impegni più urgenti andate pure. - lasciò la frase in sospeso per qualche istante prima di riprendere - Tuttavia le mie colleghe potrebbero essere meno tolleranti di me. -
    Il resto del viaggio lo trascorsero quasi nel silenzio, fino a quando non arrivarono davanti ad una imponente porta di legno. A prima vista pareva intagliata, tuttavia l'occhio esperto poteva scorgere dettagli che non potevano essere stati incisi, sembravano quasi "nati" direttamente dal legno in quel modo.
    Il portone raffigurava la Dea Ysabeth mentre poggiava la mano sul capo di una fiera della foresta, a simboleggiare il patto stretto tra molti arcadiani e gli animali selvaggi. Varcarono la soglia, oltre la quale chiunque, anche qualcuno come Yves che l'aveva visto parecchie volte volte, sarebbe rimasto a bocca aperta. Il Giardino Centrale si apriva in tutto il suo splendore. Costruito all'interno di un enorme albero aveva degli ampi spazi erbosi e ricchi di alberi più piccoli e piante esotiche, dove animali di vario genere venivano tenuti d'occhio da un discreto numero di inservienti vestiti di verde ed oro. Questi coccolavano le bestie più mansuete, davano da mangiare a quelle affamate, o tenevano impegnate in finte battaglie quelle più grosse e feroci. Queste ultime erano in un'ala a parte, sul fondo dell'imponente sala, separate da una palizzata di canne dal resto.
    Yves chiamò uno dei giovani inservienti, un ragazzino che poteva avere più o meno dodici anni, e gli riferì la descrizione dell'animale perso da Darina. Questo pensò qualche istante prima di fare un lieve inchino e scomparire alla ricerca della bestiola.
    - Se si è perso dentro la città, sicuramente sarà qui. - disse per rassicurare la giovane.
    - Raffigurata sul portale c'è la Ysabeth, protettrice delle Guerriere e delle belve, mentre compie il rito del giuramento. - disse guardando Anubi - Sua sorella gemella Gea invce è la protettrice della vita e della natura. - concluse indicando il portale opposto a quello da cui erano entrati, dove era appunto raffigurata la Dea intenta a baciare un ramo dal quale stava nascendo un bocciolo.
    Sarebbe stato lungo spiegare ai due stranieri tutta la storia e cultura arcadiana, dunque decise di raccontare solo l'essenziale, sfruttando l'ambiente che li circondava come spunto. Narrò brevemente di come la loro fosse una società matriarcale basata sul consiglio formato dalle due Prescelte ed enfatizzando il fatto che la loro fosse prevalentemente una società pacifica.
    Mentre era immersa nel discorso, il giovane inserviente ritornò da loro, che avesse trovato l'animale di Darina?


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    Kinamy puoi decidere tranquillamente e usare l'inserviente come preferisci, decidi tu se hai ritrovato l'animale o meno.
     
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  12. mak the bast
     
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    Praticamente ora per anubi la missione era quasi compiuta, conoscere ed apprendere la cultura arcadiana, anche se non in pieno era pur sempre un traguardo.
    Ma anche se voleva stare li fece un po la farsa, facendosi vedere molto irritato dalla situazione.

    Finalmente conoscerò più cose di questo luogo, i miei viaggi sembrano diventare sempre più interessanti.
    Con questo gruppo prevedo dei colpi di scena, sperando che non mi diano dei colpi di spada.
    Hahaha


    Rideva sotto i baffi per ciò che aveva appena pensato, vedersi in pericolo gli faceva sempre venire da ridere, ma non per sfregio degli avversari; solo per darsi forza contro le avversità.
    Finita la risata si voltò verso le due ragazze che stavano parlando, udendo le loro parole.
    Da subito il pensiero andò a quel gatto-panda, che chissà perché non aveva mai visto.

    Un gatto panda, cosa sarà mai.
    Quando se lo sarà perso poi, dato che fin da prima era da sola.
    Vediamo di aiutarle.


    Certo signore mi comporterò come si concerne in questo luogo, se voi mi poteste insegnare.
    Ma se posso, vorrei aggregarmi anche io alla ricerca del tuo gatto-panda.
    Non ne ho mai visto uno e vorrei avere questo piacere, essendo uno straniero non ho mai visto le meraviglie degli altri paesi.


    Per poi prendere il via verso tutto il viale della città, dove natura e persone sembravano cercarsi e completarsi, dove tutto taceva ed era calmo.
    Ma la via non fu poi coi lunga, anche se lo Stesso anubi era visibilmente stancato da quel lungo camminare e stare in silenzio.
    Fino a che arrivarono difronte ad un portone di legno, immenso e tutto colorato.
    Ma di colori che andavano a mischiarsi per formare delle figure aggrazziate e potenti.

    Whao non ho mai visto raffigurazioni cosi splendide, e allo stesso momento potenti.
    Cosa è tutto questo splendore ?
    Nel mio paese l'arte è saper saltare da un masso ad un altro, ma qui si ispira alla vita stessa.


    Anubi strinse la mano, e la avvicinò quasi a voler toccare quell'opera d'arte.
    Ed una voce, alquanto familiare lo riportò alla ragione.

    Raffigurata sul portale c'è la Ysabeth, protettrice delle Guerriere e delle belve, mentre compie il rito del giuramento.

    Anubi Si girò, guardando Yves dritta negli occhi notando una certa somiglianza, e provando un brivido.
    Quel brivido che gli doveva ricordare di comportarsi in un certo modo, facendogli capire che non si trovava ad ighen ma ad arcadia.

    Ohps, non ci proverò più.
    Hei comunque è meraviglioso, tutto ciò, e voi siete a quanto vedo sprezzanti del pericolo e valorose.(facendo un occhiolino a la gueriera che l'aveva portato nel mezzo della combriccola).


    Anubi, troppo impegnato nell'ammirare tutto quello spettacolo, non si accorse che già avevano chiesto spiegazioni ad un inserviente che ora stava ritornando da loro.

    E questo chi sarebbe? mio dio ho perso la maggior parte del discorso.
    Dovrò far finta di sapere tutto o stavolta saranno guai, ma quelle opere mi hanno fatto battere il cuore.
    L'unica cosa che lo fa da molto tempo.



    La bellezza di quel luogo lo faceva perdere ne i suoi pensieri, mentre le altre stavano cercando di scoprire qualcosa in più su gatto - panda scomparso.
    Lui si riprese da quel magico torpore, tornando alla questione ora importante, la scomparsa del gatto-panda.

    Scusami Darina, ma prima di conoscerci, intendo al mercato.
    Tu non avevi affatto il tuo gatto-panda, almeno cosi mi sembrava, non avendone mai visto uno.


    Edited by -mak- - 5/5/2015, 21:09
     
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    Darina seguì la guardia verso quello che aveva chiamato "Giardino Centrale", dove avrebbe sicuramente ritrovato il suo panda qualora una guardia ci si fosse imbattuta. Anche Anubi era tornato, sempre scortato dalla compagna di Yves, e tutti e tre raggiunsero quello che lì per lì alla viandante parve un'illusione: un maestoso edificio le cui porte erano di prezioso legno, con forme e insenature sorprendentemente naturali, che nessuno scalpello avrebbe potuto realizzare. L'immagine raffigurata incuteva soggezione e rispetto: una figura femminile allungava un braccio affusolato fino a posare la mano su un animale selvatico. In un attimo le porte si aprirono e Darina provò un'emozione incredibile a mano a mano che i suoi occhi si posavano su questo e quel dettaglio: un vero e proprio giardino si apriva in un tripudio di piante meravigliose e animali mai visti prima, accuditi da guardiani che sembravano spiriti della natura usciti dalla stessa terra soffice su cui camminavano. Nemmeno nelle più ricche case di Temora o Alkarna aveva mai visto qualcosa di così mozzafiato.
    Oltretutto non riusciva a credere che tutto ciò potesse stare dentro un ALBERO, perché sì, quell'edificio altro non era che un albero, vivo e lussureggiante. Darina avrebbe voluto dire qualcosa, ma non riusciva a pensare a niente di abbastanza degno e le parole le morivano sulle labbra.
    Riuscì a riscuotersi da quella meraviglia solo quando Yves chiamò un ragazzino e gli chiese del suo panda. Allora, di nuovo preoccupata, guardò il fanciullo allontanarsi con un sospiro.
    "Se si è perso dentro la città, sicuramente sarà qui." Yves la tranquillizzò e in risposta Darina abbozzò un sorriso.
    "Raffigurata sul portale c'è la Ysabeth, protettrice delle Guerriere e delle belve, mentre compie il rito del giuramento. Sua sorella gemella Gea invece è la protettrice della vita e della natura." Il suo sguardo si diresse verso la porta opposta, sulla quale un'altra donna, identica alla precedente, sfiorava una gemma con un delicatissimo bacio.
    Darina ammirò la dolcezza e l'amore di quel gesto e il cuore le si riempì di serenità e rispetto. Com'era diverso da dove aveva vissuto, come era tutto pervaso di bontà e armonia, non sembrava davvero possibile fosse vero e fosse lì, tutto intorno a lei.
    La guardia raccontò loro del sistema matriarcale di Arcadia, del loro consiglio che ne era il cuore e delle due Prescelte che, come le due dee lì raffigurate, ne erano i membri. Sottolineò anche la natura pacifica del loro popolo, anche se non ce n'era bisogno, era qualcosa che si percepiva a pelle.
    Yves stava ancora spiegando quando il ragazzino ritornò da loro con la sua adorata palla di pelo.
    La donna gli andò incontro e prese fra le braccia la soffice bestiola. "Grazie al cielo! Dove ti eri cacciato?"
    Si rivolse poi con un largo sorriso al giovane inserviente: "Grazie mille, grazie davvero di cuore."
    "Prego. Il vostro animale è stato portato qui non molto tempo fa da due bambine che hanno lasciato il vostro nome. Cerchiate di fare più attenzione in futuro, per favore." sorrise e aspettò di essere congedato da Yves.
    "Scusami Darina, ma prima di conoscerci, intendo al mercato.
    Tu non avevi affatto il tuo gatto-panda, almeno cosi mi sembrava, non avendone mai visto uno."

    "Sì, infatti, appena ci siamo separate dev'essere corso dietro alle due bimbe della carovana con cui sono arrivata. Hanno giocato insieme praticamente tutto il viaggio." spiegò ad Anubi.
     
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    - [color=blue]Il ragazzino ritornò con l'animale di Darina. Yves rimase incuriosita dalla bestiolina, non ne aveva mai vista una simile.
    Pelo medio-lungo, bianco e nero e dal musetto simpatico. L'istinto le diceva di indagare, avvicinarsi e provare un contatto con quello strano animale, era il suo sangue e il suo lignaggio arcadiano che la spingevano in quella direzione.
    Stava per chiedere il permesso a Darina per avvicinarsi al suo cucciolo quando le ultime parole di lei la riportarono al presente. L'aveva aiutata a ritrovare l'animale smarrito, ma sapeva ancora ben poco di lei e di Anubi. Sapeva che erano stranieri, ma perché erano giunti ad Arcadia? Estheltia era da sempre una cittadina pacifica, ma dagli eventi del Braxamundis a Louyhong anche la sicurezza cittadina aveva preso ad essere più severa nei controlli.
    - Non ho mai visto una bestiola simile. - commentò poi, soppesando mentalmente la situazione - Se ne trovano molte dalle vostre parti? -
    Anche se avevano terminato i loro affari al Giardino Centrale, c'era ancora del tempo così Yves fece accomodare i due su una panchina all'ombra di un imponente albero di peschefragole, uno dei singolari frutti che cresceva nella rigogliosa foresta arcadiana. Le larghe foglie e il dolce profumo dei frutti li avrebbero accompagnati nella discussione.
    - Darina. - disse dopo qualche istante, sedendosi tra la giovane donna ed Anubi - Se posso chiedere, cosa vi porta ad Arcadia? Ovviamente la domanda è estesa anche ad Anubi. -
    Le dispiaceva rompere quel flebile legame di amicizia e complicità che si stava creando tra di loro, ma aveva un compito da svolgere, ed era quello che importava ora. Non si sarebbe mai perdonata se avesse lasciato passare dei sovversivi o rivoltosi sotto la sua pattuglia.


    Link SchedaYves Canterra


    Chiedo scusissima per il ritardo.
     
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    Parlato Darina
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    "Pensato"




    Yves li fece sedere su una panchina sotto uno degli alberi che crescevano dentro quell'albero che era l'intero edificio, se così davvero si potesse definire quel luogo. Non era del tutto uno spazio chiuso, ma non era nemmeno totalmente aperto quanto il nome Giardino suggerisse. La donna osservò la creaturina che era appena stata riportata alla proprietaria.
    Non ho mai visto una bestiola simile. Se ne trovano molte dalle vostre parti?
    Darina notò una scintilla di curiosità negli occhi della guardiana e posò l'animaletto fra loro perché potesse toccarlo. Scosse il capo sorridendo: Assolutamente no, è l'unico esemplare che io abbia mai visto. Dalle mie parti è praticamente deserto, nei mercati si vedono per lo più grossi felini , canidi e uccelli colorati. Non so nemmeno da dove venga, semplicemente un mercante di animali ha proposto di pagarmi così. Visto che non rischiavo la fame, ho preferito un amico all'oro. Abituata a stare sempre con i miei fratelli a volte viaggiare sola mi mette malinconia. spiegò accarezzando la bestiola.
    Se posso chiedere, cosa vi porta ad Arcadia? chiese ancora la guerriera.
    Accompagno le carovane da quando mi sono separata dalla mia famiglia, avevo bisogno di trovare la mia strada. Dove vivevo non mi sarebbe stato possibile. Sono partita un po' così, all'avventura, ma ne avevo bisogno. E per ora non lo rimpiango affatto. Mi sarei persa tutto questo, ad esempio.
    Guardò ammirata gli animali davanti a lei e i guardiani che se ne prendevano cura, l'incredibile albero dentro al quale erano e l'atmosfera così pacifica. Quel posto le trasmetteva una tranquillità e una rilassatezza come non le capitava da un bel po'. Sollevò il mento e individuò i grossi frutti che emanavano un profumo dolce e invitante. La vostra comunità e davvero affascinante. E' sempre rimasta qui ad Arcadia? le domandò poi volgendo a lei lo sguardo Le sue guerriere devono restare all'interno dei confini?



    Potenza: 10
    Vita: 230

    100%


    Chakra:160

    100%



    Abilità:
    //

    Discipline:
    Armi Leggere
    Elemento: Terra

    Scheda:
    Darina
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Rapido]
    [Rapido]
    [Azione]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Armatura dell'Avventuriero - [10 Blocco]
    Arma Leggera Classe I (2x) - [10 Danno]
    Pozione dell'Energia Minore - [40 Vita]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]



    Edited by Kinamy - 15/11/2015, 18:48
     
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