Shervarash

Personaggio di -ShadowHunter-

Nome:
Shervarash

Luogo di Nascita:
Sumadea

Età:
25

Descrizione Fisica:
Il viso si presenta come un ovale completamente liscio se non fosse per un leggero accenno di barba a contornare la parte inferiore, mentre dei corti ed arruffati capelli incorniciano la parte superiore. Essi hanno un colorito smunto simile ad un giallo paglierino. Ad una prima occhiata i capelli paiono molto stopposi e ribelli, cosa che vi assicuro anche a una seconda o terza occhiata rimangono tali. In mezzo al viso troviamo le due cavità orali, simili a quelle di chiunque altro, se non fosse per un piccolo dettaglio, il colore. Gli occhi del giovane si presentavano senza iride, o meglio anche l'iride si presentava totalmente nero molto simile al colore della pece. Ad un primo impatto potevano sembrare due pozzi senza fondo, alle volte sembrava anche che assorbissero la luce che li circondava. E' davvero difficile dire ciò che questi occhi stanno davvero guardando, sembrano come persi nel vuoto, un abisso che guarda un altro abisso. Eppure quando il ragazzo andava a caccia quelle due palle nere diventavano scintillanti e luminose, attente a ciò che le circonda. In continuo movimento cercano di capire o percepire da dove potrebbe arrivare il prossimo attacco oppure dove si potrebbe nascondere una futura preda. L'arciere era mediamente altro visto che comunque arrivava al metro e settantacinque e pesava poco meno di settantacinque chili. La sua figura non era imponente, ma i suoi muscoli erano tutti egregiamente sviluppati, chiaramente non come un guerriero che deve brandire uno spadone di ferro. Assomigliava forse più a un artista marziale con un fisico asciutto e scattante. Lo aveva forgiato nelle lunghe battute di caccia che faceva abitualmente per procurarsi il cibo. L'abbigliamento non è molto elaborato o ricercato, anzi era molto semplice e spartano. La parte superiore delle vesti era formato da una felpa con cappuccio di colore verde, molto simile alle foglie degli alberi. mentre la parte inferiore era formata da un paio di pantaloni marroni e da delle calzature che potrebbero ricordare degli anfibi militari. Questi ultimi erano molto utili per ogni tipologia di terreno, dal più arido e caldo deserto al più freddo ed inospitale crinale montano. Inoltre per le sue battute di caccia nella neve il cacciatore poteva contare su una pelliccia di lupo bianco, regalatagli dal suo mentore, che gli forniva una copertura dal freddo e lo aiutava a mimetizzarsi nella neve. L'arma che prediligeva invece era l'arco. Quello che aveva era un semplice longbow, ovvero era un arco ricavato da un unico pezzo di legno levigato, certamente un modello superato però c'è da dire che il suo lavoro lo svolgeva bene. Oltre all'arco l'arciere aveva chiaramente anche delle frecce che si costruiva egli stesso andando a comprare le varie componenti dai mercanti. Infine a chiudere il suo scarno equipaggiamento c'era la faretra che aveva confezionato, quello che lui chiamava nonno. Era una faretra di ottima fattura fatta di pelle animale, con inciso un giaguaro sulla parte esterna che la rendeva molto particolare.

Segni particolari:
Sulla parte superiore destra del corpo a partire dalla spalla lungo tutto il braccio vi è il tatuaggio di un serpente che avvolge l'intero braccio.

Descrizione Psicologica:
Si fa guidare dalle sensazioni e dalle emozioni, alle volte anche un po' troppo. Però durante la caccia questo aspetto spensierato va quasi a decadere per far emergere il cacciatore che è in lui, serio e molto concentrato. E' comunque un ragazzo che predilige l'introspezione alla baldoria. In una certa misura questo è legato anche al fatto di essere cresciuto in mezzo a una foresta lontano dai villaggi e da altri ragazzi della sua età. È sempre stato un ragazzo molto responsabile, perché alla fine, grazie o a causa del vecchio, è dovuto crescere in fretta e imparate a badare a se stesso. Fin da piccolo ha dimostrato molta curiosità verso il mondo che lo circonda. In questi casi invece di pensarle e basta certe cose, gli fuggono dalla bocca. Oltre ad essere un abile cacciatore è un avido lettore. Nelle relazioni con gli altri è inizialmente timido ed introverso, ma quando prende confidenza diventa un ragazzo molto tranquillo ed estroverso. Alle volte gli capita di essere insicuro sopratutto sulle esperienze nuove che deve affrontare. Nel bene e nel male comunque si lancia nelle cose, e se sbaglia cercherà di porvi rimedio.

Background:Da quando era in fasce è sempre stato cresciuto da quella strana figura ammantata in lunghe vesti nere con il cappuccio. Con il tempo e l'abitudine imparò a chiamarlo nonno. I due vivevano in una casa ricavata su di una grande quercia quasi al limitare della foresta di Sumadea. Poco oltre infatti si potevano vedere le pendici degli alti monti Aladenesi, e tutt'attorno a loro solo foresta. Il primo villaggio si trovava a circa un ora o un ora e mezza di cammino dalla loro casa passando attraverso la fitta foresta, mentre il primo villaggio Aladerese si trovava a circa due ore di cammino. Fortunatamente non lontano da loro c'era comunque una vecchia e dissestata strada, oramai quasi abbandonata, in cui alle volte si poteva incrociare qualche mercante. Vivevano in quel luogo in quanto il vecchio era una persona molto schiva e riservata, non gli piaceva molto il contatto con le altre persone chiunque esse fossero. Eccezion fatta chiaramente per Shervarash, per lui provava una sorta di amore paterno. Un fatto abbastanza strano che il giovane ricordava abbastanza vividamente erano le " gite fuori porta" che il vecchio intraprendeva ogni tre mesi. Spariva letteralmente, Shervarash per curiosità aveva sempre cercato di seguirlo e vedere dove si recasse, ma puntualmente rimaneva deluso. Il vecchio riusciva sempre a seminarlo, un attimo prima era li davanti e poi era scomparso. Fin da piccolo fu costretto a crescere in fretta, per quanto fosse buono il vecchio non era molto capace come padre, era più un maestro ed un mentore che un genitore. Egli non gli fece mai mancare nulla. Giunto all'età di 12 anni riusci anche a cacciare la sua prima preda. In questa sua prima caccia solitaria dopo essere stato messo alle strette dalla sua preda scopri di avere una buona affinità con l'arte del vento. In maniera del tutto casuale era riuscito ad evocare un turbine ventoso sul proprio arco e quando scaglio la freccia, la vide penetrare notevolmente nelle carni della bestia che ferita mortalmente si accascio a terra esalando l'ultimo respiro. Era ancora un cacciatore molto inesperto e alle volte gli capitava di essere avventato, il suo maestro lo richiamava ogni volta quando accadeva. Addirittura lo faceva meditare sotto la gelida acqua della cascata che si trovava non lontano dalla loro abitazione. La cascata era nascosta nella roccia, o si sapeva dov'era o si poteva stare giorni cercandola senza risultato. Il salto nel vuoto che compiva era impressionante, di circa 50 metri, e a metà di essa eroso dal tempo e dall'acqua stessa ma ancora abbastanza grande c'era una porzione di roccia che usavano per sedersi a meditare. Quella era una pratica che a Shervarash non piaceva per niente, la trovava noiosa ed inutile. Le uniche cose che traeva dalla cascata erano solamente un gran freddo e un senso di intorpidimento del corpo intero. Davvero non capiva come Raskel potesse rimanere li alle volte anche per un giorno o due. Egli era sempre avvezzo a ripetergli, un vero uomo guerriero, cacciatore o semplice contadino non può curare solo il fisico sennò crea uno squilibrio. Lo spirito dev'essere allenato quanto il corpo e allora l'uomo sarà in equilibrio e potrà dare davvero prova di sé al mondo. Il vecchio quando avevano cibo in eccedenza lo mandava sempre a fare degli scambi nei villaggi vicini per pelli o attrezzatura per la caccia, in poco tempo imparo a contrattare con i mercanti e cercava sempre di spuntare il prezzo migliore. Molte volte lo accontentavano perché vedevano che era ancora un bambino, ma crescendo vide che le cose si facevano sempre più serie ed addirittura alle volte capitavano situazioni complicate. La vita di Shervarash era molto semplice, andava a caccia, preparava il suo equipaggiamento, quando obbligato andava a meditare, e nel tempo libero leggeva quanto più poteva su ciò che gli capitava per le mani. Questa era a grandi linee la sua routine, fino a quello strano giorno di 8 anni or sono. Lui e Raskel erano nei pressi della cascata, Shervarash non voleva perdere tempo a meditare aveva appena trovato delle impronte di un coyote. Il vecchio sembrava inamovibile dalla sua posizione, avrebbe dovuto meditare con lui, ma il giovane era sordo alle sue richieste. Quando capì che il giovane avrebbe rincorso l'animale fino in capo al mondo per cacciarlo non potendo far altro lo lascio andare. Però poco prima che Shervarash partisse con il suo fidato arco, il vecchio gli disse:-"Ci rivedremo quando avrai affinato abbastanza il tuo spirito e riuscirai a comunicare con tutto ciò che ti circonda". Le parole arrivarono fioche al giovane che entusiasta della caccia che lo attendeva non pensava ad altro, e con un distratto va bene prese congedo. La caccia lo impegno a lungo, ma alla fine ebbe la meglio sulla sua preda e torno trionfante alla capanna. Quando si accorse che il vecchio non si trovava da nessuna parte da un angolo della sua mente risuonarono le ultime parole che gli aveva sentito dire. Ancor più shoccato di prima non riusciva a pensare lucidamente, e tanto meno riusciva a dare un senso a quelle strane parole. Passò interi giorni ad urlare e disperarsi perché non sapeva cosa fare e perché il Raskel se ne fosse andato. Alla fine però si riprese, fece un fagotto con le sue cose e dopo aver chiuso tutto si incamminò verso la capitale di Sumadea. La grande città di Soyara, la avrebbe aperto un piccolo emporio dove vendere il ricavato delle sue battute di caccia. In breve tempo riuscì a farsi conoscere nei dintorni e molti andavano a comperare le cose più disparate da lui, ma non aveva qualcuno da poter considerare davvero come un amico. Gli unici sui amici erano rimasti i libri e i personaggi che venivano raccontati in essi. Senza vincoli di sorta si decise ad esplorare il vasto mondo che abitava, viaggiare gli avrebbe permesso di apprendere molte più cose rispetto ai soli libri. E qui iniziò l'avventura di Shervarash nel continente di Kalendor.-