Caccia grossa

Sumadea, ore 5.30 del mattino.
Il sole ancora non decide a levarsi e quello che si riesce a vedere nella palude è davvero poco.
L'aria è umida e fetida, respirare è pesante. Insetti ovunque, acquitrini a perdita d'occhio.
Qualche albero, poi niente di più.
Ma è proprio lì dove la natura più si è scatenata che l'uomo, il cacciatore, arriva.
Lì dove nessuno osa avventurarsi, lì in mezzo al nulla.
Intorno a te non avresti visto nulla se non palude, palude e palude. I sensi sempre all'erta, l'udito teso a sentire eventuali rumori o indizi.
Era la sfida tra l'uomo e la natura.

Non si mosse nulla, tutto rimase immobile ed identico. Solo un'enorme libellula ti sarebbe passata davanti, ronzando distrattamente.
Tra gli acquitrini avresti notato una pozzanghera decisamente più grande delle altre. Si allargava sempre di più fino a scomparire dietro alcuni alberi.
Per ora non avevi visto nessuna creatura né tra gli alberi né sulla terra, forse sarebbe stato il caso di cercare dentro l'acqua?
In quel caso, quella sorta di lago paludoso sembrava fare al caso tuo.
Ma avresti dovuto scendere dagli alberi e fare alcuni metri a piedi fino a camminare dietro agli alberi che vedevi in lontananza.
Era arrivato il momento di mettersi in gioco.

Una volta superati gli alberi ti saresti ritrovato davanti uno strano panorama.
Enorme, ampio e larghissimo stava un lago.
Le sue acque, sporche e marroni, non riuscivano neanche a far capire quanto profonde fossero. I grandi alberi circondavano lo specchio d'acqua e le enormi radici ci si tuffavano dentro a perdita d'occhio.
Sul filo dell'acqua avresti potuto vedere qualche foglia, molti insetti e poco altro.
L'aria era stagnante ed avresti potuto percepire qualcosa di strano in quel lago.
Non sarebbe successo nulla per uno, due, forse tre minuti, ma per l'occhio esperto di un cacciatore ogni dettaglio è importante.
Avresti notato, per un solo istante, come la superficie dell'acqua si fosse increspata al centro del lago, dando vita a qualche piccola onda che si propagò in ogni direzione.
Era solo la tua immaginazione o era stato qualcosa di reale?
Cosa avrebbe fatto Sheravash?

La freccia sarebbe entrata nell'acqua per poi scomparire con un "pluf".
Difficilmente una freccia scagliata con un arco riesce ad andare a fondo in un lago e forse successe proprio questo.
Non avresti sentito nulla, nessun rumore, solo uno strano silenzio.
L'acqua non era più increspata e non avresti visto nient'altro nel lago.
Forse era stato solamente un pesce un po' troppo grosso.
Dopo qualche secondo accadde qualcosa di buffo. Vicino a dove avevi scagliato la freccia emerse un pesce con la tua freccia conficcata da un lato.
Galleggiava, morto, con la bocca spalancata e gli occhi ancora aperti. Era un pesce grosso, non c'è che dire, ma era soltanto un pesce.
Nient'altro si sarebbe mosso e nient'altro sarebbe successo.
Eppure, ci avresti scommesso, c'era qualcosa che ti stava osservando.
Proprio in quel momento.

Silenzio, poi un ronzio.
Avresti sentito l'acqua muoversi anche se inizialmente non avresti visto nessun movimento
Poi le avresti viste. Due grossi fauci, lunghe e spalancate, che avrebbero circondato il pesce per poi trascinarlo giù. Non avresti visto nient'altro poi, solo qualche bollicina.
Il pesce sparì, come inghiottito da un buco nero insieme alla freccia che gli avevi conficcato su un fianco.
Poi pero nient'altro.
La bestia era in acqua: ora lo sapevi. Ed aveva anche fame.
Però come fare per poterla far uscire allo scoperto ed ucciderla?

Quel tuo attirare la bestia non sembrava funzionare a dovere.
Più che lanciare delle esche, sembrava lo stessi stuzzicando, infastidendo. Più volte avresti visto qualcosa muoversi, lungo ed enorme, giusto sotto il pelo dell'acqua, ma niente di più.
Forse ti stava studiando, stava prendendo tempo.
Stava prendendo le misure.
La belva stava preparando il suo attacco. Stando fermo gli avevi detto la tua esatta posizione e questo la bestia poteva percepirlo.
Sarebbe calato un silenzio per qualche secondo, poi in un batter d'occhio sarebbe accaduto qualcosa.
Dalla parte del lago più vicina a te sarebbe spuntata una creatura gigantesca, simile ad un enorme coccodrillo. La sua schiena inarcata, gli occhi vitrei, le fauci enormi.
Da sotto avrebbe compiuto un balzo verso il tuo ramo dando un morso alla cieca.
Colto alla sprovvista, o ti avrebbe colpito o ti avrebbe fatto precipitare in acqua distruggendo il ramo su cui eri appollaiato.
In ogni caso per Sheravash la situazione non si metteva bene.
Lo avevi fatto arrabbiare ed ora era uscito allo scoperto, furioso.
In ogni caso, dopo il morso il coccodrillo sarebbe rientrato immediatamente in acqua, facendo perdere le sue tracce.