[FREE ROLE] I demoni non muoiono mai

Shikaku & Subuza

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    Subuza

    Lo vide afflosciarsi al suolo, schiacciato dal peso di quelle rivelazioni. Poteva comprenderlo, egli stesso nel ritrovarsi di fronte a quella cruda realtà dovette attingere a tutta la propria forza interiore per non finirne sopraffatto. Shikaku era stato tormentato dal proprio passato fino a quel giorno e ora veniva a sapere che la causa della fine del loro mondo era stato proprio uno dei loro. Tutti loro, grandi strateghi, protettori di popoli, gabbati da un unica persona.

    Gli lasciò lo spazio necessario per riprendersi, nel frattempo l'osservava silente. Forse era stato troppo avventato, non aveva considerato la possibilità che il giovane già instabile potesse finire devastato da quella storia. Ad un certo punto, mentre aspettava una forma di reazione, cominciò a pensare che forse avrebbe dovuto dire qualcosa, anche se non sapeva bene cos'altro avrebbe potuto aggiungere.

    Alla fine Shikaku si decise a rispondere, esordiendo ringraziando Subuza. L'ex kokage lo guardò, ancora insicuro sulle condizioni dell'altro. E invece il biondo sembrava più interessato a conoscere quale fosse il punto di vista di Subuza circa quella faccenda, come l'aveva vissuta lui, ma soprattutto che fine avesse fatto Zero.

    Sparito. Rispose mentre si spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. Suppongo che il suo obiettivo lo avesse raggiunto. Fatto sta che dal momento della condanna dello Shogun e della proclamazione dell'Impero di Zero non vi fu più traccia.

    Effettivamente anche lui si era interrogato di tanto in tanto circa l'eventualità che Zero potesse tornare a farsi vivo per tirare ancora una volta i fili del loro mondo e riportarlo ancora una volta nel caos, ma se lui aveva compreso bene la natura di quel folle, probabilmente una volta raggiunto il proprio scopo è molto più probabile fosse andato via per sempre, lontano da qualsiasi cosa potesse ricordargli il passato ch'egli stesso aveva cancellato con le proprie mani.

    Per quanto riguarda l'altra domanda, su questo ci sarebbe stato molto altro da dire. Subuza fece una pausa cercando di capire da dove cominciare, dato che Shikaku sembrava sentire il bisogno di un punto di riferimento da cui ripartire, ora che aveva finalmente l'opportunità di azzerare tutto.

    Alzò lo sguardo dopo aver riflettuto, pronto a rispondere a quella domanda. Non ci sono riuscito, questa è la verità.

    Sospirò, ripensando a quel particolare momento. Fui acceccato dalla rabbbia. Ero riuscito a scoprire la realtà dei fatti troppo tardi. Konoha, l'ultimo baluardo, era già caduta assieme alla tua gente, le armate del Nord si erano già impadronite del paese e di fronte ad una folla di ingenui civili, il Messia decapitava lo Shogun come capro espiatorio, ergendosi a salvatore del mondo.

    Il tono era tornato aspro e sporcato da un mai dimenticato avvelenato rancore. Il disgusto per tanta ipocrisia non mi lasciava altra scelta. Penetrai fino ad Aldaresia, deciso ad uccidere quel maledetto figlio di puttana al costo di venire ucciso a mia volta. Sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto a questo mondo, non mi importava più nulla ormai se non quella di fargliela pagare.

    Respirò, diventando improvvisamente teso nel raccontare questa parte. La mia spada era poggiata contro la sua gola. Avrei potuto ucciderlo dieci volte e scappare senza venire beccato. Ma il mio ego mi impedì di farlo. Quell'uomo doveva guardarmi negli occhi, doveva conoscere il nome di colui che era riuscito a beffarlo, colui che recava la vendetta del mondo ch'egli aveva spietatamente annientato. Indugiai, per godermi la paura e il terrore nei suoi occhi...

    Pausa. Il viso si rilassò in un sorriso sempre più amaro mentre le iridi tornarono per guardare Shikaku. Le sopracciglia si inarcarono per sottolineare l'ironia di ciò che seguì. Il mio ego mi costò il fallimento. Una freccia mi colpì alle spalle trafiggendomi il cuore e... credo effettivamente di essere morto per qualche minuto. Ma quel pazzo... nel proprio delirio di onnipotenza predispose che venissi curato dai suoi sacerdoti, mi rimise in sesto, incatenato nelle segrete del suo sfarzoso palazzo. Quindi mi condannò a finire ucciso in una delle sue arene, godendo suppongo nell'infliggermi un'umiliazione peggiore della morte.

    Si passò una mano sulla guancia. Era la seconda volta che raccontava quella storia, Kyle era stato il primo e unico a sentirla fino a quel momento. Ripensandoci, il destino era stato beffardo nei suoi confronti. Ero scampato alla morte tante di quelle volte fino a quel momento, eppure quella volta sentii che era diverso. Con i polsi costretti dai ceppi in quella stanza buia, ancora ignaro di quello che il Messia avrebbe fatto di me, mi resi finalmente conto del terribile errore che avevo commesso. Pensai a Koike, ai ninja che erano morti in quella stupida guerra e alla crudeltà dei loro carnefici. A Zero e al suo folle sogno. E a me, che forse sarei morto in quella maniera tanto inutile, nella stessa maniera in cui erano morti tutti gli altri ingannati dallo scherzetto di Zero.

    Le iridi cercarono gli occhi di Shikaku. Decisi che se avessi avuto l'opportunità di tirarmi fuori da quell'inferno, non l'avrei sprecata. E quindi, eccomi qua... Strinse le spalle, glissando sul resto dato che quanto d'importante c'era da dire era stato detto. Suscitare empatia in Shikaku a questo punto era stato semplice, era bastata dire la verità. Subuza cominciava a domandarsi se il biondo avrebbe fatto altrettanto, cogliere il fatto di essere ancora in vita come un'opportunità piuttosto che una maledizione.

    E chissà, ora che aveva ritrovato un proprio pari, poteva ritrovarne un vantaggio personale dopotutto.

     
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    Ascoltò di nuovo, in un rigoroso silenzio tombale. E quando venne a conoscenza del fatto che tu ti eri bloccato nel conficcare la lama nel collo di quel bastardo che l’Impero chiamava Messia, quasi fosse una divinità scesa in terra, corrugò la fronte dallo stupore, per poi aggrottare lo sguardo in un misto di incomprensione e serietà. Era sul punto di rimproverarti, lo avresti visto stringere il pugno e tendere i muscoli quasi volesse alzarsi in piedi e saltarti addosso. Ma poi si trattenne. Infondo non c’era motivo di lasciarsi ancora una volta trascinare da quelle emozioni corrosive ed inutili che aveva esternato all’inizio del vostro incontro. Era meglio ragionare un poco sulle tue parole. E soprattutto c’era solo da complimentarsi per il fatto che fossi riuscito ad arrivare più in là di chiunque altro. Anzi, forse Shikaku era più arrabbiato con se stesso che con te: arrabbiato per il fatto di non essere riuscito anch’egli ad arrivare a piazzare la propria lama sul collo di quel bastardo che per tutto il corso della guerra si era mostrato inarrivabile, intoccabile, costantemente rintanato dietro le sue legioni.

    ..L’ego..

    Pronunciò tra se e se con voce più mansueta, quasi contemplativa, mentre il capo si chinava di nuovo ed ogni ostilità nei tuoi confronti lentamente svaniva. L’ego non ti aveva permesso di uccidere il Messia, il tuo più grande nemico probabilmente, quello che assieme a Zero aveva orchestrato e dettato la fine del mondo ninja. Colui che si era presentato come salvatore del mondo, ma che paradossalmente aveva usato la guerra per arrivare ad “unire” il continente. Perché avevi deciso di gettare quest’occasione Subuza? Probabilmente saresti stato incoronato come un eroe, avresti potuto dare una rivincita a quel mondo ninja di cui facevi parte, avresti fatto uno scacco abnorme all’ipocrisia che regnava suprema. Allora perché?

    Gli occhi di Shikaku tornarono sulla tua persona. Ti squadrò dalla testa ai piedi. Un paio di volte. Per poi tornare a guardare il pavimento, pensieroso. Ci potevano essere solamente due motivazioni che giustificassero il tuo comportamento. La prima era una causa generale: sapevi che anche uccidendo quell’uomo nulla sarebbe cambiato perché ormai la guerra era giunta al suo termine e la vittoria dello Shogunato era stata schiacciante. Il Messia sarebbe stato semplicemente sostituito da qualcun altro. Anzi, forse sotto sotto nutrivi persino una speranza in quell’uomo visto che avevi compreso ben prima di chiunque altro che il sistema ninja feudale vigente era completamente sbagliato. Speravi che da quella brutale guerra potesse nascere qualcosa di nuovo, diverso, più giusto. Più umano.

    La seconda motivazione invece era di carattere prettamente personale. Come avevi confermato tu stesso, non eri ancora riuscito a lasciarti indietro tutta quella devastazione e morte causata dalla guerra, non eri ancora riuscito a trascendere. Se anche lo avessi ucciso, ti saresti comunque portato dietro questi sentimenti di abbattimento e fallimento che avevano devastato qualsiasi ninja, ti saresti sentito vuoto. Perché c’è più piacere nel rincorrere un obiettivo che nel portarlo a termine. Ora invece avevi uno scopo lo avevi ancora. Lo scopo di fuggire, di sopravvivere. L’ebbrezza di provare a te stesso di essere ancora vivo, di essere considerato ancora importante ed una spina nel fianco, di sapere che qualcun altro in questo mondo, il Messia, pensava ancora a te. Forse non ti pensava in maniera amorevole ne ti ammirava. Ma ti pensava. E soprattutto ti temeva.

    L’ego è ciò che ha distrutto il nostro mondo.

    Sentenziò infine Shikaku, sospirando. L’ego era ciò che aveva reso i ninja ciechi di fronte all’ovvia desolazione che stava portando la guerra. L’ego era ciò che aveva spinto Zero a sacrificare la vita di milioni di persone in favore di un sogno. L’ego era ciò che aveva bloccato la mano giudicatrice di Subuza dal sentenziare un ipocrita. L’ego era ciò che aveva impedito a Shikaku di arrendersi e consegnare il proprio popolo invece di farlo morire per un “ideale”. No, non poteva rimproverarti in alcun modo. Non avevi più colpa di lui. Perché non c’era alcuna giustizia nella morte per proteggere un ideale: gli ideali mutano col tempo. E se voleva rendere onore a quelle persone che sino alla fine avevano deciso di stargli accanto in quello scellerato combattimento, se voleva far si che il loro sacrificio non andasse perduto, allora non avrebbe dovuto più maledire la propria esistenza. Non avrebbe dovuto rimproverarsi di essere sopravvissuto. Ne avrebbe dovuto continuare a piangere dalla disperazione.

    Sai, sono convinto che persone come te.. come me.. a volte siano troppo pericolose per questo mondo. Il nostro ego spesso ci spinge a fare cose che vanno oltre il mero soddisfacimento personale e che in maniera diretta o indiretta si ripercuotono sugli altri. Non so perché sia così, non so perché decidiamo di non godere dei frutti di questa terra e invece cerchiamo di impegnarci anima e corpo per raggiungere obiettivi più grandi di noi. Forse cerchiamo in tutti i modi di aggrapparci a questa vita, di dargli un senso e magari di essere ricordati nel bene o nel male.

    Il tono era amareggiato, sfiorava appena lo sconforto. In effetti quella era forse la più grande domanda che ci si poneva nella vita, una domanda che a cui ne filosofi ne scienziati erano mai riusciti a dare una risposta certa: il senso dell'esistenza.

    In ogni caso, la nostra ferma convinzione di essere nel giusto, spesso non ci permette di accorgerci dei nostri errori. Preferiamo eliminarli invece che affrontarli. Preferiamo eliminare anche chi ci offre un punto di vista diverso dal nostro o prova a mettere in dubbio i fondamenti ideologici delle nostre coscienze. E così finiamo per scontrarci al posto di dialogare, coinvolgendo anche altre persone nella nostra lotta. Persone che per qualche ragione ci stimano e si fidano di noi.

    Voltò il capo verso di te per guardarti negli occhi e parlare in maniera schietta.

    Una volta ti consideravo come una persona da eliminare a prescindere, ma evidentemente mi sbagliavo, Subuza. Infondo non siamo così diversi. E se per caso un giorno dovessimo scontrarci, non sarà di certo oggi.

    Già, non si poteva escludere che il vostro ego avrebbe trovato di nuovo qualcosa su cui azzuffarvi. Se, come avevi detto tu, non avreste imparato a trascendere da ciò che era successo e dalla realtà presente, avreste rischiato ancora una volta di incrociare le vostre strade. Dopotutto i grandi personaggi di un'epoca non possono fare a meno di confrontarsi gli uni con gli altri. Fece per alzarsi, lentamente, quasi stesse risorgendo, mentre proseguiva il suo discorso.

    Perché oggi siamo giunti a scoprire una verità che pochi al mondo possono avere il privilegio o forse la forza di sopportare. Noi siamo giunti a comprendere e condannare l’ipocrisia della società di cui facevamo parte e che continua ancora in parte a sopravvivere. Come ho detto, sono morti troppi innocenti, mentre alcuni responsabili l'hanno fatta franca. E di certo non si possono convertire e purificare gli usi e costumi di un popolo tramite una guerra senza prima passare per un processo educativo. Altrimenti si rischia che le fondamenta del nuovo mondo siano peggiori di quello precedente.


    Il tono era divenuto più solenne e deciso, mentre, oramai in piedi, con le mani si scuoteva via la polvere dalle maniche e dall'armatura, anche se in realtà sembrava volesse spolverare i meandri della sua mente rimasti appannati troppo a lungo.

    Noi, Subuza, abbiamo una possibilità in più..

    Ti avrebbe detto cercando di nuovo il tuo sguardo, mentre il dito indice ti additava.

    Prendi un pazzo assassino: non è poi così diverso da un eroe della patria. Entrambi ammazzano. Per scopi diversi dicono: l’assassino ammazza per soddisfare la propria perversione, l’eroe per proteggere la società nel quale è cresciuto. Ma entrambi si sporcano comunque le mani di sangue. Ed entrambi, a loro modo, credono di essere nel giusto.

    Sadico ma vero constatò. Ma cosa c'entrava questo?

    Eppure sono sicuro che continueranno ad esistere sia gli assassini che gli eroi della patria in qualsiasi tempo ed in qualsiasi luogo. Sono due facce della stessa medaglia. Senza l’uno non potrebbe esistere l’altro. E la maggior parte delle persone devono solo scegliere se schierarsi con l’uno o con l’altro.

    Si fermò improvvisamente, scosse la testa. Contorse la bocca, allargò le braccia. Avresti presto capito perchè aveva tirato in ballo questa faccenda.

    Il problema è che troppe volte, per troppo tempo, gli assassini si sono presentati nelle vesti di eroi della patria. Il sistema ninja del quale facevamo parte ad esempio totalmente era basato su questa terribile bugia. Ed il sistema ora vigente non è stato ripulito del tutto da questi bastardi. Farabutti che ora probabilmente assumono un profilo basso ed uno sguardo tiepido e mansueto, ma che col tempo cercheranno di accrescere il proprio dominio. Ed allora, non so se l'Impero sarà abbastanza maturo per resistere alle loro corruttive ed astute lusinghe.

    Sorrise in maniera beffarda, quasi volesse cercare una tua conferma nelle sue parole.

    Ed ecco che qui entriamo in gioco noi, quelli diversi, quelli che aprendo gli occhi sono riusciti a scorgere l’ipocrisia dietro l’apparenza e hanno la possibilità di scegliere di non si schierarsi ne con l’assassino ne con l’eroe...

    Sembrava aver ritrovato un minimo di fiducia nelle proprie doti, la testa pareva volesse tornare a ragionare a pieno regime. Ma tu, mio caro Subuza, capace di risvegliare una mente assopita ed affranta, capace di riaccendere una scintilla di vita in un'anima debole e sola, avresti colto la potenzialità del suo discorso? Oppure lo avresti di nuovo preso a sberle mettendo a muro il suo ragionamento?



     
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    Subuza

    Subuza ascoltò le conclusioni tratte da Shikaku.

    Era soddisfatto, come aveva pronosticato il giovane era già riuscito a ricomporsi, traendo rapide conclusioni sulle implicazioni della verità appena appresa e già delineava per lui, anzi per loro due, una possibile strada da seguire per rimettersi in piedi e stabilire il proprio cammino.

    Solo che Subuza si era già rimesso in piedi con le proprie gambe e aveva già un cammino da seguire. I propositi di Shikaku, sebbene non troppo lontani dalle stesse conclusioni che aveva tratto l'ex kokage, non collimavano esattamente con i piani più prossimi di Subuza, o perlomeno, l'albino non poteva concedersi il lusso di accompagnare Shikaku nella sua ricerca del senso della vita, non era il suo mentore nè tantomeno desiderava diventarlo.

    Shikaku aveva parlato al plurale, implicando nei suoi ragionamenti che su di loro cadesse qualche sorta di responsabilità verso il mondo in cui si trovavano. Subuza gli rivolse un sorriso comprensivo, rivolgendogli poi con tono sincero. Cosa proponi di fare, quindi? Continuare la nostra vita come outsider, arbitrando l'operato di questo nuovo sistema e elargendo giustizia quando qualcuno si spinge troppo oltre?

    Le labbra si strinsero, tradendo il suo scetticismo. Sei arrivato alla conclusione giusta, Shikaku, ma forse le cose sono più complicate di quanto tu possa comprendere in questo momento. Non ti ho raccontato di quel che è successo poi, in questi anni di governo "pacifico" dell'Impero. Non so di quante cose tu sia già a conoscenza adesso, ma sappi che il bello deve ancora venire.

    Accumulò il chakra nella mano sinistra mentre abbassava il capo e aggiunse. Quel che hai proposto tu richiede più che il semplice trascendere il proprio passato. Richiede forza di volontà non appartenenti a comuni esseri umani...

    Con un rapido gesto Subuza allargò il braccio rivolgendolo verso alla finestra alla propria sinistra, aprendo il palmo e rilasciando un'onda d'urto spaventosa che infranse i vetri di diverse finestre. Il rumore assordante e il tintinnìo prolungato di vetri rotti caduti per terra provocò già l'urlo spaventato di qualche guardia in lontananza, creando un certo subbuglio all'esterno.

    Sei pronto a risporcarti le mani per un fine superiore, Shikaku? Sei pronto a sostenere il peso di questa tua decisione? Il sorriso di Subuza si fece più largo, le iridi smeralde ben visibile nei suoi occhi spalancati per dare peso a quella domanda. Alla fine il nocciolo della questione era quello. Almeno a parole Shikaku era stato all'altezza della propria reputazione, ma quanto del vecchio hokage era rimasto integro dopo la terribile sconfitta subita? Doveva essere sicuro di non ritrovarsi davanti un altro Kyle o un altro Sebastian. Doveva capire se i sensi di colpa e i sentimenti suicidi avrebbe continuato ad ostacolarlo o se era davvero in grado di lasciarsi tutto alle spalle, di tornare all'azione. E per esserne davvero sicuro, c'era solo un modo a quel punto.

    Vogliamo scoprirlo subito, che ne dici? E detto ciò, avrebbe spiccato un salto per poi atterrare sul cornicione del finestrone appena infranto e fiondarsi successivamente all'esterno, proprio verso la direzione da cui provenivano gli urli delle guardie oltre che la loro unica via di uscita.

     
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    Dunque il suo cervello funzionava ancora visto che era giunto alla conclusione più logica e condivisibile possibile. Ma, come aveva sottolineato l’illuminante Subuza, era davvero pronto per una vita da outsider? Una vita da giustiziere che si muoveva nell’ombra? Sembrò pensarci qualche secondo, ma la risposta era più che ovvia.

    NO!

    Sbottò chiaro e secco. Non era ancora pronto a quel tipo di vita. Non poteva permettersi l’arroganza di autocelebrarsi paladino del mondo, prima di tutto perché di questo nuovo mondo non conosceva assolutamente nulla e secondariamente perché aveva già fallito una volta. Già una volta si era accollato sulle spalle la responsabilità di proteggere tutti e non ci era riuscito. Anzi, aveva portato il suo Paese alla rovina, arrivando a condurre la guerra più catastrofica che la storia avesse conosciuto.

    Non sono ancora pronto.

    Tornò a ribadire con voce quasi dispiaciuta. Aveva bisogno di tempo. Tempo per capire quale sarebbe potuto diventare il suo posto nel mondo, tempo per comprendere se avrebbe dovuto ritirarsi una volta per tutte a vita privata e godersi i frutti della natura, disinteressandosi definitivamente, per quanto difficile per un cuore altruista come il suo, delle sorti del mondo. Oppure se avrebbe dovuto far tesoro delle esperienze accadutegli e rimettere in gioco le sue qualità al servizio di un fine superiore, con la consapevolezza però che avrebbe potuto fallire di nuovo e che sarebbe potuto incappare in altri errori.

    In ogni caso aveva prima delle faccende personali da sbrigare: non dimentichiamoci che questa era la prima volta, dopo interminabili anni di esasperazione ed autoconfinamento, che metteva piede nella civiltà. Doveva capire il nuovo mondo prima ancora di poterlo aiutare o sfruttare in qualche modo. E soprattutto doveva prima risolvere la faccenda del suo cuore, crocifisso dall’amore che la guerra si era portato via con se.

    Eppure, non fece nemmeno in tempo a motivare la sua risposta, che l’imprevedibile Subuza sembrò dare per scontato ciò che Shikaku avrebbe scelto. Tanto è vero che con inaudita spavalderia non solo assordò e rintontì il povero Shikaku, costretto a tapparsi le orecchie e a barcollare per resistere all’onda d’urto, ma addirittura sfondò i vetri della stanza attirando l’attenzione di tutti i presenti lì sotto. Quell’ala segreta della biblioteca infatti, per quanto isolata e tenuta sotto chiave, si trovava pur sempre in un edificio situato a ridosso di una delle piazze centrali della città. Vi era una grossa ressa di gente e soprattutto di guardie cittadine in arrivo.

    Ma tu guarda che modi..

    Disse infastidito cercando di ricomporsi quanto più possibile, mentre la faccia si contorceva dalle smorfie e gli occhi la smettevano di vedere doppio.

    Mi sembravi essere più mansueto del solito.

    Aggiunse sarcastico, mentre con le mani tornava a mettersi la maschera in viso: non aveva assolutamente intenzione di farsi riconoscere. Avrebbe poi preso posto sul cornicione accanto al suo.. come potrei definirlo.. ehm.. diciamo nuovo conoscente, non prima di essersi messo sotto le vesti un paio di libri. Libri per cui in fin dei conti era giunto sin lì. Meglio in tasca sua che a prendere la polvere su quegli scaffali, anche se Subuza li aveva definiti inutili.

    Non ti è bastato l’assaggio che ti ho dato prima eh.

    Guardava verso le guardie che si facevano largo tra la folla e che da lontano li indicavano.

    Se questa vuole essere una prova di abilità, sarò lieto di darti spettacolo. Tuttavia non mi metterò ad ammazzare dei poveri cristi innocenti, per quanto le mie mani fremano dal desiderio di sfogarsi contro qualcuno. Lo farò solo se sarò messo alle strette.

    In effetti in questo momento reputava la propria conservazione più importante di qualsiasi altra cosa, soprattutto visto che in lui era ritornata ad accendersi una fiammella di vitalità.

    Mi chiedo piuttosto, serpe, se la tua irriverenza nel sottovalutare i tuoi bracconieri sia abbastanza grande da permetterti di fuggire da questa città vivo e vegeto. Sarebbe un peccato se, assuefatto dal tuo ego, ti facessi catturare di nuovo dagli imperiali.

    Una frecciatina, pronunciata con tono beffardo, anche se non era intenzionato ne a schernire ne ad offendere. Piuttosto era un tono di sfida, un modo provocatorio per tirare fuori la grinta al suo interlocutore. Lo stesso modo che sino ad ora Subuza aveva utilizzato con lui.

    Senza indugiare, il nostro ritrovato eroe mascherato sarebbe saltato giù dalla finestra, atterrando sui ciocchi di vetro rotti caduti nello spiazzo antistante ad essa. Era sicuro che Subuza lo avrebbe seguito. E proprio da quello spiazzo la gente era fuggita, lasciando ampio spazio libero, mentre le guardie oramai sopraggiunte li avrebbero circondati e messi con le spalle al muro. Erano armate con lance, spade e scudi. Nulla di più. In effetti sembravano innocue. Forse presto altri rinforzi sarebbero sopraggiunti, ma per il momento si limitavano a tenere sguainate le armi, pronti per caricare, aspettando di capire esattamente cosa fosse accaduto e da dove fossimo sbucati.
    Con le mani sui fianchi, senza far più di tanto caso a loro, Shikaku si sarebbe di nuovo rivolto a te.

    Incontriamoci di nuovo qui. Tra un anno esatto. Per quel giorno avrò risposte diverse alle tue domande. Che ne dici?

    Era convinto e deciso. Ma questo atteggiamento freddo e menefreghista pareva parecchio infastidire gli imperiali che li guardavano male ed erano sul punto di sbroccare.



     
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    Subuza

    Forse ho corso un pò troppo.. Rispose Subuza con un ghigno affilato notando le incertezze di Shikaku, ma l'espressione del suo viso denotava che non era per niente pentito di quel che aveva fatto.

    Udì anche le provocazioni di Shikaku e queste, più che indisporlo, lo rassicurarono da un certo punto di vista. Significavano che la scossa che aveva voluto dare al biondo collega aveva avuto l'effetto sperato e che il mero commiseramento poteva lasciare spazio all'entrata in azione se ciò si fosse reso necessario.

    Si trovavano in mezzo allo spiazzale di poco al di fuori dell'edificio dal quale si erano defenestrati, i civili erano già scappati o erano stati allontanati dai tutori dell'ordine e già un gruppetto di soldatuccoli imperiali con tanto di arma bianca si erano disposti in formazione di contenimento, pronti a fronteggiare il pericolo.

    Un anno? Cos'hai intenzione di andartene in vacanza dopo tutto il tempo che hai passato a poltrire?! Chiese con tono schernitore l'albino mentre un paio di frecce già venivano dirette contro i due interlocutori, pronte a spezzare il loro discorso. Lesto un braccio di Subuza si mosse a disegnare una semisfera di fronte a sè e un improvvisa folata di vento respingete si generò tra i due e gli imperiali, vanificando i dardi lanciatigli contro.

    Sei mesi. Alla prossima Arcana, qui a Neagora. Non farti venire a cercare! Esclamò l'ex kokage abbandonando ogni atteggiamento difensivo e passando quindi al contrattacco. Un libro evanescente e fluttuante comparve nuovamente sulla propria mano mentre sotto i suoi piedi prendeva forma un vistoso cerchio luminescente ricoperto di simboli arcani.
    Evocatore
    [Aura: Summoning Circle]
    [Action: Veni]


    Attorno alla figura di Subuza presero forma sei teste rettiliformi che si diramarono in sei entità lungiformi aventi come aspetto quello di un hydra. Subuza estrasse quindi una spada lunga e affilata, dall'aspetto simile a una katana ma dalla singolare peculiarità: la doppia lama. Ispirato dall'evocazione che aveva assunto tratti sempre più fisici, la figura dell'albino fu quasi completamente permeata da quella dell'entità fino a quando fu difficile distinguere dove finiva uno e cominciava l'altro.
    Evocatore
    [Action: Codex Surgo]
    [Skill: Summon Warring Soul]
    [Acquisito: Armi Bianche Rank III]


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    Con agilità, l'apparizione si gettò sul gruppo di poveri imperiali, inorriditi da quell'improvvisa trasformazione, che muovendo fendenti di spada cominciò a infierire su quegli uomini per aprirsi un varco. I fendenti lanciati si moltiplicarono come le teste dell'idra e a ogni fendenti una fiera calava su di una preda, che urlante incassava il colpo e agitava la spada scioccata. Alla fine di quella frenetica danza, un onda infuocata si generò dall'apparizione, gettando gli imperiali a terra e costringendo a coprirsi gli occhi se si fosse stati troppo vicini ad essa.
    Armi Bianche
    [Action: Steel Dance]
    [Skill: Gale Slash]
    [Potere Warring Soul: Onda infuocata 10 metri di raggio]


    Alla diradazione dell'esplosione improvvisa, non ci sarebbe stata più traccia dell'ex kokage, che aveva sfruttato l'elemento aria e la sua incredibile agilità per dileguarsi tra le cime degli edifici circostanti, facendo perdere le propri tracce. Shikaku d'altra parte, avrebbe dovuto fronteggiare il resto dei soldatucoli, più quelli che eventualmente si sarebbero ripresi dall'assalto di Subuza, ottenendo un compito altrettanto arduo con cui fare i conti se voleva sottrarsi alla cattura.
    Elemento: Aria
    [Aura: Go with the flow]
    [Passive: Airbending]
    [Skill: Leap]

    Armi Leggere
    [Action: Sprint]
    [Stance: Catlike]


     
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    Tsk.. Tu non sai cosa significhi passare inosservato vero?

    Commentò sarcastico guardando quell’egocentrico di uno Subuza evocare quell’essere immondo e famelico capace di sbranare e terrorizzare tutti i soldati lì presenti. Se voleva impressionare Shikaku ci era riuscito, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di ammetterlo, anche perché non condivideva per nulla quell’ostentazione di superiorità e quella teatralità da spavaldo che causava solo problemi. Pertanto il biondo sbuffando da dietro l'inespressiva maschera si sarebbe limitato ad aggiungere.

    E va bene, razza di invasato!

    Confermando l’appuntamento alla prossima esposizione di Neagora. Ma non avrebbe lasciato a quell’esaltato tutto l’onore ed il piacere nel garantirsi una via di fuga. E mentre il mostro ruggiva e sbrindellava, Shikaku si sarebbe limitato ad alzare il palmo del braccio destro verso il cielo. I soldati lì attorno, messi già a dura prova dalla creatura serpimorfa, avrebbero anche percepito una sorta di vento freddo pervadere i loro corpi, un vento capace di strappare parte dell’energia vitale nei loro corpi per indirizzarsi sotto forma di etera aura nerastra verso il palmo di Shikaku. Qui, tutta l’energia assorbita irradiata di chakra, avrebbe cominciato a roteare vorticosamente e simultaneamente sino a quando si sarebbe condensata sotto forma di luminosa sfera di fuoco incandescente.
    [Rapido – Skill: Life Absorbtion]
    [Rapido – Skill: Death Hole]

    Skill: Life Absorbtion
    [Rapido]
    Focus: Utilità
    Assorbe l'energia vitale di tutti i presenti entro un raggio di 5 metri (anche animali di media taglia) Guadagna 5 Vita e un contatore Ritual per ogni presente all'interno dell'area.
    [Chakra: 10]

    Skill: Death Hole
    [Rapido]
    Focus: Utilità
    Il portatore sprigiona un'ampia aura spirituale, risucchiando l'energia vitale di tutti gli esseri viventi (animali di media taglia compresi) in un'area vasta. Applica Skill: Life Absorbtion entro 25 metri.
    [Chakra: 20]
    [Cooldown 2 turni]



    A quel punto Shikaku avrebbe riservato un ultimo sguardo al suo parigrado, un misto di sfida ed intesa. Ma anche un arrivederci. Dopo di che la roteante sfera di fuoco che sorreggeva avrebbe cominciato a restringersi progressivamente, quasi stesse per implodere, sino a divenire del diametro poco più grande del palmo della sua mano. Shikaku l’avrebbe quindi stretta saldamente nel suo pugno, tanto che l’energia luminosa sembrava voler fuoriuscire forzatamente dalle falangi.

    Le guardie, spossate e stordite dai colpi dell’Hydra e dalle energie che l’Angelo della Morte aveva loro sottratto, provarono a rialzarsi e ad andargli incontro per un ultimo disperato assalto, ma proprio in quel momento Subuza e Shikaku diedero vita, contemporaneamente, ad un tripudio infernale di esplosioni e fiamme. Shikaku infatti, avrebbe battuto violentemente il pugno in cui vi era saldamente rinchiusa l’energia accumulata sul terreno e dallo stesso sarebbe dipartita un’esplosione circolare di fiamme che avrebbe investito tutti i presenti.
    [Azione – Skill: Spirit Explosion]
    Skill: Spirit Explosion
    [Azione]
    Focus: Offensiva
    L'utilizzatore emette una fiammata attorno a sè, formando un anello i fuoco che si dirada rapidamente, colpendo chiunque sia entro 10 metri dall'utilizzatore.
    [Danno: 40]
    [Chakra: 40]
    [Cooldown 2 turni]



    Bruciava di vita. Ma non sarebbe rimasto per troppo tempo a godersi quella tremenda tempesta di fiamme avvolgere i corpi impotenti delle sventurate guardie cittadine ed impossessarsi delle mura degli edifici. Così come aveva fatto Subuza, avrebbe sfruttato quest’occasione per dileguarsi tra la folla impaurita, prendendo però una direzione diametralmente opposta. Si sarebbe girato indietro una sola volta, giusto in tempo per vederlo sparire dietro i tetti. Adesso non era più tempo di guardare gli altri. Adesso era tempo di ritrovare se stesso, di ritrovare l’uomo che era prima della guerra, di capire quale sarebbe stata la sua posizione prima di incrociare di nuovo la strada con Subuza. Perché sì, una cosa era certa: Subuza lo avrebbe incontrato di nuovo, ma in altre circostanze, con un’altra testa, con una consapevolezza di se stesso del tutto differente.
    [Stance: Catlike]
    [Aura: Go with the flow]




    E parlando di Subuza, forse ora era ancora troppo presto per tirare le somme, ma doveva ammettere che mai si sarebbe aspettato una persona del genere. Aveva completamente rivalutato le voci che un tempo circolavano su di lui, almeno in parte, perché non si poteva assolutamente negare che non fosse un tipo egocentrico quanto spericolato. Tuttavia vi era molta più profondità in lui di quella di cui solevano pavoneggiarsi i grandi leader del passato. Una profondità mischiata ad un grande cinismo, grande concretezza e senso della realtà che gli faceva affrontare con compostezza olimpica e freddezza stoica anche i momenti più oscuri che l’animo umano possa sopportare. Momenti che avevano divorato quasi del tutto lo spirito del biondo Shikaku, lasciatosi trasportare dagli amori perduti e per questo motivo caduto dalla gloria alla disperazione più avvilente. Momenti che lo avevano portato all'autocommiserazione ed alla depressione. Subuza invece era riuscito inconsapevolmente a far breccia in lui ed aveva riacceso una scintilla, non saprei nemmeno dirvi se fosse una scintilla di orgoglio o una scintilla di passione, ma era indubbiamente una scintilla di vita carica di emozione e voglia di riscatto. Ecco, doveva un enorme favore a Subuza. Un favore che prima o poi era sicuro sarebbe riuscito a ricambiare, perché nel combattere la disperazione e l’ignoto non vi è sostegno più grande che la conoscenza della verità. Subuza gliel'aveva mostrata, aveva scambiato con lui le sue sensazioni, sensazioni che probabilmente solo Shikaku, uno che aveva ricoperto il suo stesso ruolo ed era passato per le sue stesse preoccupazioni, poteva capire sino in fondo. Restava a Shikaku comprendere il resto della verità, comprendere se in questo mondo era veramente rimasto qualcosa di positivo e qualcosa per cui valesse la pena combattere. Comprendere veramente quale senso vi fosse dietro la sua sopravvivenza.



    CITAZIONE
    Piccola considerazione personale.
    Spero si sia percepita l'evoluzione psicologica di Shikaku nel corso della role. Ovviamente un'evoluzione parziale perchè le evoluzioni complete richiedono sempre tempo, ma questo incontro apre un nuovo capitolo per lui.
    Ryuk mi ha emozionato in ogni post.
    Chiedo al valutatore inoltre se sia possibile ricevere qualche gold magari con la scusa di rivendere in un secondo momento i libri trafugati, grazie :D



     
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    CITAZIONE
    Mrxxx - Shikaku

    Scrittura: 2
    Avrei voluto darti il massimo perché in questi post, forse forzando anche, hai usato uno stile particolare che non ti ho visto usare spesso quando ruoli altri personaggi. Un po'distaccato, quasi ti stessi rivolgendo direttamente al lettore (cosa che apprezzo), tuttavia ci sono stati alcuni (troppi) errori. Certi evidenti sviste, altri purtroppo recidivi.
    Uno in particolare mi ha turbato. "Infondo". Usati più e più volte nei tuoi post. Ogni volta tu intendevi "in fondo" e invece hai usato "infondo" (voce del verbo infondere). Una volta è svista, due volte può capitare, ma essendo presente in ogni tuo post, purtroppo è un errore che va corretto.

    Interpretazione: 2
    Lo ammetto, Shikaku mi è stato sull'anima sin dal primo post e non sono riuscito a farmelo piacere troppo. Tuttavia proseguendo nella lettura, e forse anche complice il tuo modo di narrare, ho iniziato a capire bene i suoi retroscena e le motivazioni. Alcuni passaggi mi sono sembrati forzati, ma necessari. La trasformazione della sua psiche è un po'veloce, ma comunque giustificata e mi è piaciuta la gestione del dialogo con Subuza. Si vede tutta la fragilità di Shikaku, di una persona fuori dal suo mondo e che cerca di trovare un nuovo posto e una nuova motivazione per vivere (o morire).
    Alla fine della role mi sono trovato a chiedermi quando leggerò nuovamente qualcosa riguardo Shikaku.

    Strategia: 0
    Avete usato le abilità a livello scenico, quindi non posso attribuirvi punti sotto questo aspetto.

    Bonus:
    +1 Originalità
    +1 Lunghezza


    Tuttavia posso darti questi due bonus perché, obiettivamente i tuoi post erano estremamente lunghi e ben gestiti, e l'originalità della trama di fondo (più che originalità, mi piace come avete voluto spiegare/giustificare il passaggio da quello che era NS a quello che è oggi il RotE).

    CITAZIONE
    Ryuk - Subuza

    Scrittura: 2
    Non posso darti il massimo perché anche rispetto ai post di Mrxxx il tono della narrazione è molto meno incisivo. Corretto, privo di errori, ma non così epico come mi sarei aspettato (o come di solito fai quando narri da master). Nulla da togliere alla tua bravura nella scrittura, ma manca quello stile ricercato che ti avrebbe permesso di avere il massimo.

    Interpretazione: 2
    Subuza. Serpe velenosa che non sei altro. Ho imparato a conoscerlo a mie spese e qui esce il lato più "tenero" del personaggio, quello che non ero mai riuscito a scorgere fino adesso. Mi è piaciuto parecchio l'ex Kokage, soprattutto quando narra determinati retroscena del suo passato, ma solo con lo scopo di smuovere l'animo di Shikaku.

    Strategia: 0
    Avete usato le abilità a livello scenico, quindi non posso attribuirvi punti sotto questo aspetto.

    Bonus:
    +1 Originalità
    +1 Lunghezza


    Come Mrxxx, premio anche te sull'aspetto di originalità e lunghezza (nonostante i tuoi post non fossero così massicci come i suoi).

    Mrxxx: 6 exp + 400 Gold (i libri che hai trafugato e rivenduto erano di un discreto valore, ma non i migliori che potevi rubare)
    Ryuk: 6 exp - (exp ridotta PNG) = 3 Exp

    Valutatore: 100 Gold + 2 Exp.

    CITAZIONE
    Considerazioni

    Ho letto con piacere (anche se a fatica in alcuni passaggi) la role, che trovo davvero utile per capire come si sia arrivati alla situazione attuale del RotE.
    Mi piace vedere come avete sapientemente collegato gli elementi del vecchio NS con quello che stiamo creando ora, tuttavia mi spaventa un po'sapere che ci sono personaggi come Shikkaku e Subuza in circolazione e che tecnicamente sono degli immortali che potrebbero decidere del futuro di Kalendor quasi in autonomia. Mi aspetto di rivederli, anche se temo le conseguenze.
     
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21 replies since 8/11/2016, 13:15   580 views
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