[HUNT] Caccia al Gambero

Partecipanti: Giancarlo, Vanberk, Nia, Darina

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    Si svegliò nella sua cabina con il suo caro Jackalope si nome Yogurt che dormiva accanto a lui, il suo primo pensiero fu “Oggi finalmente raggiungeremo la terra ferma?”. Ormai era una settimana che era su quella nave, il viaggio era stato molto tranquillo, fin troppo.
    “Terra!” urlò un voce che molto probabilmente era quella della vedetta.
    Scatto in piedi, quel suo movimento repentino fece scattare anche il suo fino animaletto che saltò a terra e dopo uno sbadiglio lo guardò lo guardò.
    “Siamo arrivati” Disse Giancarlo mentre sistemava l'armatura.
    “Gu gu gu” fece Yogurt.
    Giancarlo fissò la spada ed indosso il mantello, poi si chinò per permettere all'animale di portarsi sulla sua spalla.
    Si avviò verso il ponte della nave pensando “Non vedo l'ora di toccare terra.”
    Arrivato sul ponte, si avvicinò la capitano e gli chiese “Tra quanto saremo a terra?”
    “Un paio d'ore” Rispose il capitano.
    “Bene giusto il tempo di sgranchirsi” Disse l'uomo baffuto.
    La nave attraccò a Benthus, c'era come sempre un gran viavai di persone. Non conosceva molto bene la città quindi decise di prendersi un po di tempo per esplorarla.
    Dopo qualche ora che girovagava senza meta il suo stomaco iniziò a brontolare quindi decise di fermarsi nella prima taverna che avesse trovato.
    Dopo qualche minuto si iniziò a sentire un profumo molto invitante quindi decise di seguirlo con la speranza che quel profumo provenisse da una taverna. Dopo aver svoltato l'angolo si vide un'insegna recante il nome “La Lacrima dell'Orso”. “Finalmente si mangia” Disse ad alta voce.
    Appena entrato si guardò intorno e rimase alquanto stupito, sulla parete si potevano ammirare molti trofei di caccia, c'era di tutto dalle corna di alce a pelli di rospi giganti delle paludi.
    “Chi sei? Guarda che è un circolo privato, non vogliamo vagabondi” Sbottò un uomo anziano, con vistose cicatrici.
    “Hakan! Vecchio isterico, stai zitto. Non vedi anche lui è un cacciatore” Rispose un'anziana signora dietro il bancone.
    “Figliolo, non fare caso a quel vecchiaccio. Sono Renabel la padrona di questo circolo.” disse la signora
    “Giancarlo” Rispose.
    “Un ragazzo di poche parole, quindi. Vedo che anche tu sei un cacciatore” disse la signora “A che circolo appartieni?”
    “Non faccio parte di alcun circolo...” Giancarlo fu interrotto dallo stomaco “E' possibile mettere qualcosa sotto i denti?”
    La signora squadrò attentamente l'imponente vaygr
    “Beh i clienti paganti sono sempre i benvenuti” Disse la donna.
    “Sentito Yogurt si mangia” Disse l'omaccione accarezzando il suo compagno di viaggi.
    Renabel scoppiò a ridere. “Scusa ragazzo, vedere un uomo della tua stazza che accarezza un insolito coniglio con le corna è qualcosa di insolito” Disse la donna.
    “Un coniglio con le corna?!?!?” Esclamò Hakan “Impossibile! Non può essere.”
    Il vecchio si alzò rapidamente e zoppicò fino al bancone.
    “Dimmi ragazzo, è davvero quello che penso io?” Disse il vecchio, indicando il coniglio sulla spalla dell'uomo.
    “Se si riferisce a Yogurt, si è un Jackalope” Rispose Giancarlo.
    “Credevo fossero estinti, ragazzo dimmi dove lo hai trovato!” Esclamò il vecchio
    “No!” Tuonò categorico Giancarlo.
    Quella risposta così secca, spiazzò il vecchietto che rimase qualche secondo in silenzio poi rispose “Portami rispetto ragazzo, io ho cacciato con successo tutti gli animali di quest'isola.”
    “E io ho cacciato draghi, sconfitto semidei, e gamberetti giganti” Pensò Giancarlo.
    “Non avrò la sua esperienza, ma caccio da quando avevo 12 anni. Comunque non le dirò dove l'ho trovato.” Rispose Giancarlo.
    “Lascia in pace questo ragazzo. Un po' di buone maniere suvvia” Disse la signora.
    Nel mentre la padrona aveva servito il pranzo, non era niente di ricercato un semplice arrosto con una torta di patate, ma il profumo era molto invitante.
    “Signora può portare anche dei semi per il mio compagno?” Chiese Giancarlo.
    “Dovrei avere qualcosa” Disse la donna sorridendo
    “Va bene tieniti il tuo fottuto segreto, tanto non me ne farei niente!” Esclamò seccato Hakan, mentre se ne tornava vicino al fuoco.
    La donna torno dalla cucina con una piccola scodella di legno riempita di vai tipi di semi.
    “Ecco qua piccolino” Disse la donna mentre metteva sul bancone il piatto di semi, Yogurt alla vista dei semi saltò giù dalla spalla e si fiondò verso la scodella per mangiare.
    “Mi dica signora, cosa fate esattamente in questo circolo?” Disse incuriosito Giancarlo.
    “Questo è un luogo in cui i cacciatori si ritrovano per condividere le proprie esperienze di caccia, in quella bacheca vengono appesi degli avvisi recanti delle informazioni sugli animali pericolosi, non solo di queste terre ma anche del continente. Spesso nei circoli si formano dei gruppi di caccia per gli animali più pericolosi.” Rispose con tono gentile la donna.
    “Cosa bisogna fare entrare a far parte di questo circolo?” Chiese Giancarlo, molto eccitato all'idea di far parte di un gruppo di cacciatori esperti.
    “Per avere il simbolo di riconoscimento dell'appartenenza a questo circolo chiediamo un trofeo di caccia, ma per essere iscritto al nostro registro nulla. Generalmente i circoli sono chiusi, quindi se non sei in possesso del simbolo di riconoscimento potresti non avere la possibilità di entrarci, o come nel nostro caso non potrai usufruire delle camere e del nostro deposito." Rispose la signora.
    “Segni pure il mio nome allora, alla prima occasione porterò un trofeo” Disse Giancarlo.
    “Bene signor Giancarlo, benvenuto. Al piano di sopra ci son, delle stanze.” Disse la padrona del locale.
    Il vecchietto sospirò in segno di disapprovazione, ma Giancarlo non ci fece troppo caso.
    “Almeno ora avrò un posto in cui tornare dopo i miei viaggi, mi sento molto sollevato. Ora devo solo guadagnarmi il simbolo del circolo” Pensò Giancarlo.
    “Hakan tieni d'occhio il locale e non disturbare il nostro nuovo associato, vado a rassettare le camere” Disse Renabel.
    L'uomo che era ancora seduto vicino al fuoco sbuffò, e si portò dietro al bancone.
    Giancarlo finito di mangiare, si spostò difronte alla bacheca per vedere se c'era qualche annuncio interessante.
    “Un gruppo di Griforsi nella valli a nord interessante, Coccodrillo gigante nelle paludi di Sumadea, troppa umidità....” Pensò Giancarlo mentre scrutava la bacheca. Qualcosa interruppe i suoi pensieri, una pergamena con disegnato un gambero.
    “Non hanno ancora abbattuto quel mostro?!?!” Esclamò Giancarlo.
    “Hakan posso prendere questa pergamena?” Disse l'uomo baffuto, era visibilmente turbato e come dargli torto aveva già affrontato quella creatura ed era stato sconfitto riuscì a fuggire solo grazie all'intervento di Karma.
    “Fammi dare un occhiata” Rispose l'uomo avvicinandosi a Giancarlo “Si abbiamo più di una copia di questa pergamena, ma ti sconsiglio di imbarcarti in questa impresa ci ha provato già più di qualcuno ad abbattere quella creatura.” Continuò Hakan
    “So benissimo quanto è forte sono stato io a liberarlo, anche se non era una cosa voluta...” si fermò un momento e poi continuò “Quindi è una mia responsabilità, troverò sicuramente qualcuno che sia disposto ad aiutarmi. Non sono uno sprovveduto” concluse.
    “Vedo che sei determinato, quindi ti consiglio di muoverti. Tra meno di due ore, dal molo 4, partirà una nave commerciale per Nasradeva. Non ti porterà nella città indicata da quel contratto, ma da li troverai un passaggio per la tua meta.” Disse l'uomo.
    “Grazie per le informazioni, allora io vado. Yogurt vieni.” Disse Giancarlo mentre appoggiava due monete sul bancone.
    Giancarlo salutò l'uomo e poi si avviò verso il porto. Giunto al molo 4 chiese del capitano della nave, e gli chiese se poteva dargli un passaggio in cambio avrebbe lavorato sulla nave.
    Il capitano accettò e immediatamente assegno Giancarlo alla squadra addetta al carico e scarico delle merci.
    Mentre aiutava i marinai a caricare le merci Giancarlo iniziò a riflettere su come affrontare quell'enorme gambero.
    “Ormai è passato un bel po di tempo da quando ci siamo scontrati, quindi anche se ci siamo già scontrati non devo abbassare la guardia certamente non sarà una passeggiata. Da solo non ce la farò sicuramente dovrò trovare dei validi compagni e magari qualche informazione.” Pensò Giancarlo.

    _____________________________________________________________



    Il viaggio fu tranquillo,eccetto per una piccola tempesta a metà della traversata, tutto nella norma insomma.

    Raggiunsero un ridente porto di Koinchi situato sulla punta est della regione di Nasradeva, come c'era d'aspettarsi la popolazione di quella cittadina era formata da un misto molte etnie.
    Le costruzioni sembravano un misto tra quelle arcadiane, ricche di vegetazione, e nella parte della città a ridosso della foresta costruite persino sugli alberi, e quelle tipiche di Haven case in muratura e legno. Queste differenze così marcate rendono il tutto molto pittoresco.

    Dopo aver completato il suo incarico a bordo della nave, decise di cercare una bettola in cui rifocillarsi e cercare un passaggio per il paese al confine con Arcadia.
    Giancarlo fermò un passante a cui chiese se conosceva una taverna in cui si riuniscono i capitani delle navi, il passante diede le indicazioni per raggiungere una bettola chiamata “Al pesce infangato”, situata vicino alla piazza principale del villaggio.

    Si incamminò seguendo le indicazioni dategli, fino ad arrivare alla piazza principale, nella quale al centro si poteva ammirare uno stranissimo albero, alto non più di quattro metri ma largo almeno due, le sue fronde ombreggiavano buona parte della piazza. Dopo essersi fermato qualche istante proseguì a destra e a circa duecento metri intravide una insegna in bronzo raffigurante un pesce.
    “Sarà quella?” Pensò l'uomo baffuto mentre di dirigeva verso quella direzione, mentre pensava al motivo per cui avesse quel nome, giunto nei pressi dell'ingresso, si ritrovo con i piedi dentro almeno tre centimetri di fango. Infatti in quella parte di strada la pavimentazione, formata da dei mezzi tronchi, galleggiava su di una fanghiglia di color marrone verdastro.
    “Proprio simpatici” Pensò perplesso Giancarlo.
    Senza perdere troppo tempo Giancarlo entro rapidamente della taverna e si sedette al bancone richiamando l'attenzione dell'oste con un cenno della mano.
    “Salve signore, cosa posso portarle? Oggi abbiamo dell'ottimo pesce fresco in crosta di radici e rum. Non di preoccupi per il fango non macchia i calzari” Disse l'oste.
    “Vada per il pesce e mi porti anche un boccale di birra.” Disse Giancarlo visivamente scocciato.
    “E delle sementi per il coniglio.” Disse Giancarlo.
    “Sarò fatto signore” rispose l'oste.

    “Chissà se qua riuscirò a trovare dei compagni di caccia e sopratutto un passaggio” Pensò Giancarlo, mentre si guardava attorno.

    Passive
    CITAZIONE
    Passive: Flame Control
    E' possibile, con una quantità infinitesimale di Chakra, emettere delle piccole fiamme da una qualsiasi estremità del corpo.

    CITAZIONE
    Passive: Heavy Metal
    Nonostante le grandi dimensioni, il guerriero brandisce con efficacia e letalità la propria arma. I danni dell'arma pesante sono incrementati di +30

    CITAZIONE
    Passive: Balance
    Anni di addestramento permettono al guerriero di essere stabile anche sui terreni più accidentati, senza incorrere a malus.

    CITAZIONE
    Passive: Heart of Fire I
    E' possibile aggiungere al danno di ogni skill Fuoco metà del consumo della stessa. Il danno aggiuntivo minimo è 10.





    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita:200/200

    100%


    Chakra:150/150

    100%

    Movimenti:


    Status/Buff:
    //

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Usati:
    //

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Cooldown
    //
    Abilità:
    Charismatic

    Discipline:
    Armi Pesanti
    Elemento: Fuoco

    Scheda:
    Giancarlo

    Equip:
    Spadone della Bestia Smeraldo - [45 Danno+30 Heavy Metal]
    Armatura Pesante Classe I (Blocco 40)
    Categoria: Armatura Pesante
    Classe: I
    Passiva: Immunità da CRIPPLE
    Il movimento senza costo non può superare i 5 metri. Non si può avere più di un movimento extra per turno.

    Bear Mantle (+10 Blocco +10Res +30 Res Aqcua)
    Bear Mantle
    Categoria: Mantello
    Classe: II
    Un mantello ricavato dalla pelle di un gigantesco orso polare. La testa è ben visibile all'altezza della spalla sinistra.
    Passive: Resistenza fisica e elementale (non Acqua) + 10
    Passive: Resistenza a elemento Acqua +30
    Passive: Lo status FREEZE deve essere applicato 2 volte per avere effetto.

    Inventario:
    Pozione dell'Energia Minore (1x)
    Kireseth (0/2)
    Kireseth
    Categoria: Consumabile
    Una pozione rinvigorente che restituisce si dice sia estratta da un fiore leggendario. Può essere consumata 2 volte prima di esaurirsi.
    Effetto: Recupera +30 Vita e +30 Chakra.


    Edited by doropuffo - 14/1/2017, 16:06
     
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    La città di Koinchi era una gemma alla vista, con un misto delizioso di stili architettonici diversi e una folla di tutte le etnie conosciute che ne affolavano la largeh vie. L'ampio porto ospitava diverse navi, tutte con forme e dimensioni differenti. Uno vero spettacolo. Che Vanberk non dovesse essere lì però era tutto un altro discorso. In quel momento infatti stava minacciosamente rimproverando il comandante della nave che avrebbe dovuto portarlo a Benthus e che invece stava lentamente affondando all'ingresso della baia, sotto gli occhi di decine di passanti divertiti.

    - Sono davvero dispiaciuto Thegn, ma non mi aspettavo di... - balbettava spaventato l'uomo, un arcadiano di mezz'età con la pancia gonfia per la birra. Si stava stroppicciando nervosamente le mani mentre cercava lo sguardo del fabbro, cercando di scorgere un qualche segno di perdono nel volto del colossale nordico. Il quale stava fissando la prua della nave calare lentamente nel mare, assieme al carico di armi che aveva recuperato per ordine della Ribellione. In quel momento infatti non era Vanberk Thyggorson, valente fabbro ed avventuriero della fortezza Vaygrjord, ma il Thegn Wolfund, ricco primogenito di una delle famiglie Nord alleate all'Impero. Grazie a quell'identità e alla carte sapientemente contraffatte dagli scrivani della Ribellione era riuscito a rubare armi destinate alle milizie Nord filoimperiali che controllavano Benthus ma ora...
    - Le sue scuse sono inutili, capitano. Non credo che i pesci abbiano le capacità per usare al meglio una lancia nè siano interessati a combattere sulla terraferma quindi mi chiedo - e abbassò lo sguardo verso il terrorizzato capitano - che armi consegnerò ai soldati? Sgombro essicato al posto di spade e sardine salate come frecce? Sono addolorato per la perdita della sua nave ma quelle armi avevano un importanza vitale per la mia famiglia e le nostre truppe quindi si aspetti di ricevere una richiesta di compenso piuttosto... salata. Arrivederci. -

    Si allontanò, seguito dalla sua guardia del corpo, un altro soldato al servizio della Ribellione, un uomo ancora più imponente di lui, armato con uno scudo di legno largo abbastanza per essere la ruota di un carro e una lunga spada, ben in vista sul fianco sinistro. Mentre passavano nel mezzo della folla lo sguardo del fabbro era serio e rabbioso ma, svoltato in un vicolo secondario privo di persone, l'espressione si rilassò e uno sguardo gentile e preoccupato affiorò tra le vistose cicatrici. - Povero uomo, mi sento davvero male per la sua sciagura. Impattare con una balena morta è davvero una sfortuna colossale ma che comunque ha giocato a nostro favore. Se non possiamo averle noi le armi, che arrugginiscano in fondo al mare! Dico bene, Gamr?. Il gigantesco guerriero sorrise e con una voce gracchiante aggiunse - Alle famiglie dei Traditori verrà un colpo! Ma ora che facciamo, Vanberk? - il suono, così sgraziato e innaturale, era stato causato da una lama imperiale diversi anni prima. Durante un assalto ad un accampamento imperiale di Ephiora un soldato aveva sorpreso alle spalle Gamr, ferendolo quasi a morte. Fortunatamente tra i prigionieri liberati vi era una guaritrice ephiorese che lo salvò in extremis, lasciandolo però con la voce uguale a quella di una cornacchia. Ciò non gli aveva impedito di riprendere le armi dopo neanche una settimana, con lo stupore di tutta l'armata.

    - Mmm... Gamr ho bisogno che tu trovi una nave per Benthus e parta. Io resterò qui, alloggiato in qualche locanda da gran signori. In questo modo la gente crederà che tu sia andato ad avvisare la mia famiglia mentre io resterò in zona per pressare il capitano, ricordandogli giornalmente quanto sarà dura la sua punizione. Quello che farebbe un viziato bastardo, insomma! -. Il guerriero annuì e uscì dal vicolo, obbedendo immediatamente all'ordine. Assicuratosi che nessuno lo seguiva Vanberk decise di vagare per la città per un paio d'ore: potersi rilassare e prendere una pausa dall'odioso ruolo di Wolfund era davvero il massimo che poteva desiderare al momento. Vagò a caso per le vie di Koinchi quando, passando accanto ad una vecchia taverna, una possente voce maschile attirò la sua attenzione.

    - Vada per il pesce e mi porti anche un boccale di birra. -. Il forte accento era tipicamente Nordico, riconobbe Vanberk, e sembrava quasi... entrò nel locale di scattò e al centro della stanza vide un uomo con il paio di baffi più vistoso che poteva esisere: Giancarlo! Sulla spalla del gigante riposava una strana massa di pelo bianco che per prima notò l'ingresso del fabbro. Nel mezzò di quell'abbondante pelo spuntarono due occhi neri e curiosi, che lo fissavano con attenzione. - Fanne pure due, oste. E non permettere a quest'uomo di pagare un centesimo. Sarò io, Wolfund, a coprire ogni spesa. Saluti, Giancarlo, sono felice di trovarti qui - e rivolto al creaturino - e questo chi sarebbe? Il tuo feroce guardiano? - chiese sorridendo.
     
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    Due.
    Uno e tre quarti.
    Due, o puoi tenerli finché muffiscono.
    Disse Darina in tono definitivo.
    Sei proprio figlia di tuo padre!
    La ragazza sorrise mentre l'uomo misurava i grammi con una bilancina piccolissima. Lei gli tese il denaro e lui le diede la bustina di carta che richiudeva la preziosa polverina gialla.
    Se tutti i clienti fossero come te avrei già chiuso baracca. Si lamentò agitando le mani in aria.
    Andiamo, ti ho anche portato delle stupende foglie di menta, così belle a Nasradeva ve le sognate. Sei tu quello che ha fatto l'affare qui.
    E' incredibile come sei cresciuta. Cambiò argomento il giovane. Sembra ieri che tuo fratello ti ha costretta a dire quella parolaccia e le ha prese da tuo padre. Quanto abbiamo riso!
    Darina non riuscì a trattenere un sorriso.
    A proposito, il tuo come sta? chiese osservando il resto della merce.
    Acciaccato. L'età è quella che è e portare pesi tutta la vita non aiuta la salute.
    Chiacchierarono per un po', poi Darina perse il filo del discorso non appena vide una figura familiare camminare fra la folla.
    Ehm...scusa, Tomek, devo andare. disse seguendola con lo sguardo, ancora incerta. Ciao! Salutami i tuoi se non ti rivedo! Salutò allontanandosi all'improvviso, quasi sicura di aver riconosciuto di chi si trattasse.
    Ehi! Torna e salutali tu!
    Darina cercò di non perdere di vista l'uomo, affiancato da un altro ancora più grosso, ma per evitare di inciampare di investire un bambino dovette fermarsi e controllare di non passare sopra la prole di qualcuno. Fu sufficiente per perdere la traccia. Si guardò intorno, perplessa. Eppure non era facile nascondere stazze così importanti. Il suo sguardo si soffermò sulle svariate case e casupole che non ce n'era una uguale all'altra. Di Koinchi era impossibile annoiarsi, vivace e varia com'era. Aveva dei bei ricordi di quel posto di quando viaggiava con suo padre e i suoi fratelli. Ma rimaneva quel dubbio: che quell'uomo fosse davvero...?
    Rimase imbambolata in mezzo alla stradina senza decidersi su cosa fare. Stava per tornare verso il suo alloggio, quando da dietro un vicolo ricomparve la testa che ormai conosceva. Quello non poteva che essere lui. Visto lo strano, ricco abbigliamento e l'espressione...diversa, Darina per un attimo pensò si trattasse di un sosia, ma sembrava troppo assurdo. Con discrezione e ad una certa distanza seguì l'uomo, finché non lo vide entrare al "Pesce infangato". Aspettò che l'uomo entrasse e si fermò sotto il grande albero che ombreggiava la piazzetta. Che fosse lì per incontrare qualcuno? Non sapeva cosa fare. Da una parte avrebbe voluto salutare il suo compagno di avventure, ma dall'altra aveva paura di metterglisi fra i piedi.
    Decise di aspettare un altro po' e poi entrare e valutare sul momento. Anche perché era davvero qualcosa di diverso da come se lo ricordava.
     
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    Si era appena seduto al bancone ed aveva ordinato, quando dalle sue spalle provenì una voce conosciuta.
    “Fanne pure due, oste. E non permettere a quest'uomo di pagare un centesimo. Sarò io, Wolfund, a coprire ogni spesa. Saluti, Giancarlo, sono felice di trovarti qui” - e rivolto al creaturino - “e questo chi sarebbe? Il tuo feroce guardiano?”
    “Vanberk! Che gioia vederti!” Esclamò dando una vigorosa pacca sulla spalla al fabbro del nord.
    “Questo essere è Yogurt, il mio compagno di viaggio e si in un certo senso è il mio guardiano. Mi impedisce di fare cose troppo stupide.” si fermò un momento e poi disse “Come procedono gli affari? E sopratutto cosa ci fai in un posto così sperduto?”
    “Che ne dici se ci sediamo ad un tavolo e facciamo due chiacchere? Stavo giusto cercando dei compagni per un lavoretto” Guardò verso Vanerk in cerca della sua approvazione, poi disse
    “Oste! Ci porti tutto a quel tavolo” Disse Giancarlo.
    Si alzò e recuperò le sue cose e si diresse verso il tavolo.
    Il tavolo era vicino illuminato da una finestra che dava sulla strada.
    Fu allora che nella locanda entrò una faccia familiare, anche se Giancarlo non riuscì subito a riconoscerla.
    “Darina? Sei tu?” Disse Giancarlo con voce stupita.
    “Vieni a sederti con me e Vanberk. Stavamo giusto per incominciare a bere” Rispose Giancarlo.
    Giancarlo prese il suo mantello e la sua spada e li appoggiò al muro poi di sedette al tavolo.
    In cuor suo sperava che Vanberk e Darina volessero unirsi alla sua caccia, certo non conosceva molto bene la ragazza, ma avevano già combattuto assieme quindi sapeva di cos’era capace.

    Passive
    CITAZIONE
    Passive: Flame Control
    E' possibile, con una quantità infinitesimale di Chakra, emettere delle piccole fiamme da una qualsiasi estremità del corpo.

    CITAZIONE
    Passive: Heavy Metal
    Nonostante le grandi dimensioni, il guerriero brandisce con efficacia e letalità la propria arma. I danni dell'arma pesante sono incrementati di +30

    CITAZIONE
    Passive: Balance
    Anni di addestramento permettono al guerriero di essere stabile anche sui terreni più accidentati, senza incorrere a malus.

    CITAZIONE
    Passive: Heart of Fire I
    E' possibile aggiungere al danno di ogni skill Fuoco metà del consumo della stessa. Il danno aggiuntivo minimo è 10.





    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita:200/200

    100%


    Chakra:150/150

    100%

    Movimenti:


    Status/Buff:
    //

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Usati:
    //

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Cooldown
    //

    Professione
    Cacciatore
    Abilità:
    Charismatic
    Cool Temper
    La compostezza caratteriale e la piena consapevolezza del flusso del proprio chakra permettono di ottenere da esse il massimo. Si ottiene un recupero passivo di 5 Chakra a turno.
    Esclude Bad Temper.

    Discipline:
    Armi Pesanti
    Elemento: Fuoco

    Scheda:
    Giancarlo

    Equip:
    Spadone della Bestia Smeraldo - [45 Danno+30 Heavy Metal]
    Armatura Pesante Classe I (Blocco 40)
    Categoria: Armatura Pesante
    Classe: I
    Passiva: Immunità da CRIPPLE
    Il movimento senza costo non può superare i 5 metri. Non si può avere più di un movimento extra per turno.

    Bear Mantle (+10 Blocco +10Res +30 Res Aqcua)
    Bear Mantle
    Categoria: Mantello
    Classe: II
    Un mantello ricavato dalla pelle di un gigantesco orso polare. La testa è ben visibile all'altezza della spalla sinistra.
    Passive: Resistenza fisica e elementale (non Acqua) + 10
    Passive: Resistenza a elemento Acqua +30
    Passive: Lo status FREEZE deve essere applicato 2 volte per avere effetto.

    Inventario:
    Pozione dell'Energia Minore (1x)
    Kireseth (0/2)
    Kireseth
    Categoria: Consumabile
    Una pozione rinvigorente che restituisce si dice sia estratta da un fiore leggendario. Può essere consumata 2 volte prima di esaurirsi.
    Effetto: Recupera +30 Vita e +30 Chakra.
     
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    Giancarlo lo riconobbe subito ma non colse il suggerimento del fabbro, chiamandolo col suo vero nome. Vanberk gettò un rapido sguardo nella stanza, per capire se qualche avventore avesse colto la discrepanza tra i due nomi: i pochi clienti presenti parevano troppo impegnati a fissare il fondo del boccale o a svuotare il proprio pasto il più velocemente possibile. Solo l'oste, con un espressione confusa, lo fissava: mentre Giancarlo si alzava dal banco verso un tavolo dove sedersi più comodo, Vanberk frugò nella borsa di cuoio che pendeva al suo fianco e depose una grossa moneta d'oro imperiale sulla trave di legno, mentre con l'altra mano si coprì la bocca. "Taci e sarai ben ricompensato."
    L'oste si intascò la moneta più velocemente di una faina, sorridendogli sornione: avrebbe tenuto la bocca chiusa, per ora. il fabbro si domandò se era il caso di mandare Garm a parlare con l'oste, prima di ricordarsi che il guerriero, molto probabilmente, si era già imbarcato verso l'isola. Mentre all'esterno manteneva un espressione serena e cordiale, dentro di sè le imprecazioni fiorivano a sorgente a causa della situazione creatasi. Poteva solo sperare che niente e nessuno sottolineasse il problema...

    "Darina? Sei tu?” esclamò improvvisamente Giancarlo, con voce stupita. Sulla porta della taverna stava la ragazza Temeriana con la quale Vanberk aveva vissuto già numerose avventure, e che poteva con sincerità chiamare "amica". "Vieni a sederti con me e V..." -MIA CARA DARINA! Che piacere rivederti in questa città! Unisciti a me e Giancarlo per celebrare questo incontro fortunato!- Il tono del fabbro coprì con forza le parole di Giancarlo, temendo per l'integrità della sua missione. Una volta seduti doveva per forza spiegar loro, con una scusa ragionevole, il perchè non poteva usare il suo vero nome: non poteva coinvolgere Darina in questioni private della Resistenza!

    Sussurò a Giancarlo "Finchè non usciremo dalla città rivolgiti a me col nome Wolfund: gli osservatori imperiali mi conoscono con questo nome. Se iniziaste a chiamarmi in altro modo rischieremmo di attirare l'attenzione, capisci? Lo spiegherò anche a Darina, ma le dirò una bugia: si tratta del modo più sicuro per tenerci alla alrga dai guai".
    Si sedettero al tavolo scelto da Giancarlo e Vanberk fece cenno a Darina di sedersi accanto a lui, mentre l'oste iniziava a portare quanto ordinato. Propose un brindisi "All'avventura!" e mentre cozzavano i boccali tra loro disse, a bassa voce, "Qui sono Wolfund. Non Vanberk. TI spiegherò più tardi. Reggimi il gioco.". Dopo aver bevuto metà in un unico sorso, si rivolse a Giancarlo - Quali affari ti hanno portato così lontano da casa, amico mio?-
     
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    Darina? Sei tu?
    La temoriana non aveva fatto in tempo ad addentrarsi nel locale che una voce tonante la chiamò dal bancone. Cercò con gli occhi l'origine della voce e vide i due Vaygr di sua conoscenza seduti fianco a fianco. Ebbene sì, a quanto pareva quello che aveva intravisto prima era proprio Vanberk.
    Vieni a sederti con me e Van-berk. Stavamo giusto per incominciare a bere.
    MIA CARA DARINA! Tuonò ancora più forte il fabbro. Che piacere rivederti in questa città! Unisciti a me e Giancarlo per celebrare questo incontro fortunato!
    La ragazza non poté trattenersi dal sorridere visto quel calorosissimo benvenuto. Mentre si avvicinava cercò di dissipare un dubbio: dove aveva incontrato l'altro uomo di preciso? Non a Sumadea di sicuro, e nemmeno ad Arcardia...
    Si avvicinò a loro e finalmente, mettendo bene a fuoco il volto dell'uomo, si ricordò della missione a Shal'aira, al tempio di Tayksa.
    Giancarlo! Quanto tempo! Sei ancora tutto intero! Sorrise facendo cenno all'oste di portarle da bere. Quanto a te, si rivolse al fabbro, sembra che le stelle ci facciano inciampare continuamente l'uno sull'altra!
    Scelsero un tavolo e Darina si sedette accanto a Vanberk, seguendo il suo gesto d'invito. Subito l'oste portò loro le ordinazioni e il fabbro alzò il suo boccale. All'avventura! brindò, e subito le sussurrò: Qui sono Wolfund. Non Vanberk. TI spiegherò più tardi. Reggimi il gioco.
    Darina rimase per un attimo immobile e aggrottò appena le sopracciglia, incerta. Non sapeva in cosa Vanberk fosse invischiato, e non era certa di volerlo sapere. Scrollò le spalle e cercò di riappropriarsi del suo naturale senso pratico: non erano affari suoi. Per di più, di certe cose meno ne sai più è sicuro. Per il momento le bastava essere a bere con dei compagni di viaggio.
    Quali affari ti hanno portato così lontano da casa, amico mio? proseguì il fabbro sotto mentite spoglie mentre Darina si dava un'occhiata intorno per decidere cosa ordinare da mangiare.
     
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    Caccia al Gambero - Alla Locanda
    Quando Rifah le aveva detto di avere un incarico per lei quasi non era riuscita a trattenere la propria gioia. Finalmente cominciava a fidarsi di lei, o per lo meno a prendere seriamente le sue intenzioni di diventare una guerriera dell'impero. Avrebbe accettato qualunque cosa, si fosse anche trattato di andare a coltivare meloni glaciali a Vaygrjord, ma tirò davvero un sospiro di sollievo quando Rifah le comunicò che la destinazione era Nasradeva.
    Inutile dire che Kirian non aveva apprezzato l'interferenza della sorella, ma non provò a far desistere Nia dal partire, anzi quasi rassicurandola con una frase del tipo: "cambiare aria per un po'ti farà bene".
    Non potendo passare per Arcadia, la ragazza fu costretta a fare una deviazione fino Louyhong dove si imbarcò verso la sua destinazione. Il viaggio attraverso il mare fu lungo e noioso, Nia finì per passare buona parte del tempo nella sua cabina a meditare secondo gli insegnamenti di Kirian e rimuginare sulla sua missione.
    Rifah era stata abbastanza chiara riguardo allo scopo del suo incarico: ottenere informazioni. Stando a quanto le era stato detto a Nasradeva era stata individuata una creatura selvatica per il quale l'Impero nutriva un particolare interesse. In passato avevano cercato di ottenerne un campione facendola passare attraverso Arcadia, ma quel tentativo era fallito a causa di un assalto da parte di alcuni briganti probabilmente convinti che il convoglio trasportasse del denaro. Alla fine la bestia era riuscita a scappare, ma secondo alcune voci era stato visto un altro esemplare nella parte più a sud della penisola.
    Rifah era stata chiara con lei: non doveva esporsi a pericoli inutili. Le stesse raccomandazioni fatte da Kirian. Tale fratello, tale sorella. Era interessante come in così poco tempo anche la donna avesse capito quanto il carattere di Nia potesse metterla facilmente nei guai. Tuttavia stavolta si era ripromessa di non fare stupidaggini. Se avesse fatto un buon lavoro di certo Rifah avrebbe messo una buona parola per lei con gli istruttori all'Accademia di Aethernia. Dopotutto non stava facendo quel viaggio per piacere.

    Il villaggio di Koinchi era un posto afoso e decisamente poco ordinato. Da arcadiana aveva sempre immaginato quei luoghi come selvaggi, rozzi e pieni di gente che venerava la natura in modo contorto ed errato. La sua permanenza a Neagora e Aethernia le aveva fatto conoscere un mondo fatto di comodità, servizi e civiltà. Quello che si trovava ora davanti era decisamente più spartano.
    La strada principale era poco più di un largo sentiero di terra battuta con qualche grossa pietra di tanto in tanto. Le costruzioni erano un misto di muratura e natura. Molte case ed edifici si appoggiavano alla rigogliosa (e selvaggia secondo Nia) natura presente in un connubio particolare che però alla giovane non piaceva particolarmente.
    Inizialmente prevenuta sulla gente del luogo si ritrovò invece a parlare con alcuni mercanti e dei cacciatori che le indicarono senza esitazione la locanda più vicina, dichiarandosi anche disposti ad aiutarla il giorno seguente nel caso avesse avuto bisogno di ulteriori informazioni. Aveva sempre immaginato le persone di Nasrardeva come dei selvaggi che veneravano la natura nella sua forma più primordiale e feroce, invece era rimasta spiazzata da quello che aveva visto.
    I suoi preconcetti erano sbagliati, e probabilmente lo erano quelli di tutti gli arcadiani riguardo quella gente, e non solo. Andarsene da Estheltia e viaggiare con Kirian le aveva fatto bene e solo ora si rendeva conto di quanto gli insegnamenti del monaco l'avessero aiutata a rendersi conto del mondo che la circondava.
    Come probabilmente tutti prima di lei finì con i piedi nel fango prima di varcare la soglia del Pesce Infangato, dalla quale entrò imprecando senza troppo ritegno.
    Il locale non era particolarmente ampio e fatta eccezione per un gruppo di tre persone ad un tavolo intente a bere e chiacchierare allegramente, oltre all'oste c'era solo lei. I tre al tavolo erano un gruppo piuttosto eterogeneo: una ragazza che poteva avere forse la sua età dai tratti esotici e dal viso grazioso, e due uomini enormi che erano intenti a parlare tra di loro mentre sorseggiavano birra dal boccale. I due non erano decisamente del luogo, ma non avrebbe saputo dire da dove venissero, mentre la ragazza poteva essere una fanciulla del villaggio, o di uno vicino. Avrebbe potuto avvicinarla per chiedere informazioni, ma prima di tutto doveva mangiare.
    Prese posto a un tavolo verso il fondo della sala. Nonostante non lo volesse ammettere era stanca e un po'di quiete non le dispiaceva. Da dove si era seduta poteva comunque vedere i tre anche se le sarebbe stato difficile capire quello che stavano dicendo a meno che non si mettessero a urlare. In ogni caso per ora non le interessava altro che riempirsi lo stomaco con qualcosa di sostanzioso e dormire.
    Ordinò una zuppa di legumi, del riso e alcune verdure saltate. Una classica scelta da arcadiana, ma per quanto si fosse sforzata, a differenza di sua sorella, non riusciva a mangiare la carne con particolare soddisfazione. Non la rifiutava completamente, ma se ne aveva la possibilità preferiva scegliere altro.
    Nell'attesa del suo pasto si abbandonò sullo schienale della sedia e gettò il capo all'indietro osservando le travi del soffitto lasciandosi sfuggire un sospiro per la stanchezza.


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    Giancarlo quando partì da Benthus era a caccia di compagni per intraprendere la sua impresa, questo lo preoccupava non poco, affidarsi a dei perfetti sconosciuti quando si combatte contro una creatura pericolosa come il gambero non è mai una saggia idea. Fortunatamente nella città dove era sbarcato incontro due sue vecchie conoscenze.
    Dopo i saluti di rito e la richiesta di Vanberk di non essere chiamato con il suo vero nome ma con un alias, Wolfund , Giancarlo iniziò a bere la sua birra.
    “Quali affari ti hanno portato così lontano da casa, amico mio?”- chiese Vanberk
    Una mia vecchia conoscenza un gambero gigante, che mi ha quasi ammazzato qualche tempo fa, sta dando noie alla popolazione che vive non lontano da qua.” Bevve un altro sorso di birra e poi continuò dicendo “Quella bestia è una mia responsabilità, devo abbatterlo. A questo proposito sono in cerca di compagni per questa avventura, vi andrebbe di unirvi a me?” guardò i due compagni di bevuta e poi disse “Intanto che ci pensate, ditemi cosa ci fate qua e cosa avete combinato dall’ultima vota che ci siamo visti.”
    Nel mentre arrivarono le cibarie e Giancarlo si lanciò sullo stinco di maiale come se non mangiasse da mesi.

    Passive
    CITAZIONE
    Passive: Flame Control
    E' possibile, con una quantità infinitesimale di Chakra, emettere delle piccole fiamme da una qualsiasi estremità del corpo.

    CITAZIONE
    Passive: Heavy Metal
    Nonostante le grandi dimensioni, il guerriero brandisce con efficacia e letalità la propria arma. I danni dell'arma pesante sono incrementati di +30

    CITAZIONE
    Passive: Balance
    Anni di addestramento permettono al guerriero di essere stabile anche sui terreni più accidentati, senza incorrere a malus.

    CITAZIONE
    Passive: Heart of Fire I
    E' possibile aggiungere al danno di ogni skill Fuoco metà del consumo della stessa. Il danno aggiuntivo minimo è 10.





    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita:200/200

    100%


    Chakra:150/150

    100%

    Movimenti:


    Status/Buff:
    //

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Usati:
    //

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Cooldown
    //

    Professione
    Cacciatore
    Abilità:
    Charismatic
    Cool Temper
    La compostezza caratteriale e la piena consapevolezza del flusso del proprio chakra permettono di ottenere da esse il massimo. Si ottiene un recupero passivo di 5 Chakra a turno.
    Esclude Bad Temper.

    Discipline:
    Armi Pesanti
    Elemento: Fuoco

    Scheda:
    Giancarlo

    Equip:
    Spadone della Bestia Smeraldo - [45 Danno+30 Heavy Metal]
    Armatura Pesante Classe I (Blocco 40)
    Categoria: Armatura Pesante
    Classe: I
    Passiva: Immunità da CRIPPLE
    Il movimento senza costo non può superare i 5 metri. Non si può avere più di un movimento extra per turno.

    Bear Mantle (+10 Blocco +10Res +30 Res Aqcua)
    Bear Mantle
    Categoria: Mantello
    Classe: II
    Un mantello ricavato dalla pelle di un gigantesco orso polare. La testa è ben visibile all'altezza della spalla sinistra.
    Passive: Resistenza fisica e elementale (non Acqua) + 10
    Passive: Resistenza a elemento Acqua +30
    Passive: Lo status FREEZE deve essere applicato 2 volte per avere effetto.

    Inventario:
    Pozione dell'Energia Minore (1x)
    Kireseth (0/2)
    Kireseth
    Categoria: Consumabile
    Una pozione rinvigorente che restituisce si dice sia estratta da un fiore leggendario. Può essere consumata 2 volte prima di esaurirsi.
    Effetto: Recupera +30 Vita e +30 Chakra.
     
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  9. BretonSaga
     
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    L'accenno ad una caccia pericolosa attirò immediatamente l'attenzione del fabbro. Dopo giorni passati a fingere di essere qualcuno completamente opposto al suo vero io, potersi sfogare lontano da sguardi indagatori e gli ordini della Resistenza era davvero allettante. Mentre pensava trasognato al probabile scontro futuro, si accorse che l'ordinazione era finalmente giunta al tavolo: raccolse al volo il boccale in legno, facendolo cozzare, come gesto beneaugurante, con quello dei compagni e col tavolo, in memoria dei morti. Era un piccolo gesto tradizionale ma Vanberk ci teneva e compiere un azione così abitudinaria con quelle persone, di cui poteva sinceramente fidarsi, lo aiutò a togliersi dalle spalle lo stress accumulato nell'ultimo periodo.

    - Intanto che ci pensate, ditemi cosa ci fate qua e cosa avete combinato dall’ultima vota che ci siamo visti. - Te pareva! La domanda di Giabcarlo lo riportò ferocemente alla realtà: anche se sedeva in compagnia del baffuto guerriero e della fida Darina, la sua copertura in pubblico doveva restare integra. Striracchiando le spalle ed il collo gettò un veloce sguardo attraverso al stanza: a parte loro tre, le uniche persone erano il proprietario, impegnato in un accesa discussione con l'unico avventore seduto (o per essere precisi - collassato) al bancone, che sciorinava le classiche lamentele da ubriaco e una giovane ragazza, forse coetanea di Darina, a qualche tavolo di distanza. Vanberk la guardò una seconda volta, velocemente: non sembrava una guardia imperiale, almeno dai vestiti che indossava, ma non si poteva mai essere certi. Comunque il suo tavolo era in fondo alla stanza, abbastanza lontano da impedirle di ascoltare i loro discorsi, se fatti con un tono normale e civile: - Ho passato l'ultimo periodo a mercanteggiare e litigare con gli abitanti di questa ridente cittadina. Sarà strano ma ho notato che più fa caldo, più le persone cercano di ingannarti, come se la cattiveria avvizzisse al freddo.- Sogghignò divertito, strizzando l'occhio al suo connazionale. - Ma la tua proposta mi interessa! Se devo scegliere tra un combattimento contro una belva selvatica e scucire uno sconto ad un Arcadiano, dimmi subito da che parte puntare la mia arma, amico! -
     
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    Darina ascoltò gli uomini parlare e si gustò la sua birra, finché anche Giancarlo spiegò della bestia che doveva abbattere e chiese loro cosa avessero fatto dal loro ultimo incontro.
    Vanberk, aka Wolfund, rispose con sicurezza: Ho passato l'ultimo periodo a mercanteggiare e litigare con gli abitanti di questa ridente cittadina. Sarà strano ma ho notato che più fa caldo, più le persone cercano di ingannarti, come se la cattiveria avvizzisse al freddo. Ma la tua proposta mi interessa! Se devo scegliere tra un combattimento contro una belva selvatica e scucire uno sconto ad un Arcadiano, dimmi subito da che parte puntare la mia arma, amico!
    Darina si asciugò con la mano la schiuma rimastale sul labbro e sorrise a Giancarlo. Io vago qui e là, cerco di farmi le ossa, diciamo così. A proposito, mi unisco volentieri per quel gambero. Ci facciamo solo una zuppa o ci pagano anche qualcosa? E, per essere chiari, io non ho niente contro la zuppa.
    La ragazza ripensò alle parole di Vanberk aspettando una risposta dell'altro uomo. Si fingeva un commerciante, dunque. Chissà di cosa.
     
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    Caccia al Gambero - Indecisione
    Il pasto non era dei migliori, ma nemmeno dei peggiori che avesse mai mangiato. I legumi nella zuppa erano rimasti un po'troppo duri e il riso era decisamente scotto, però le verdure saltate erano straordinariamente gustose. Il cuoco doveva averle arricchite con qualche spezia locale che donava un retrogusto leggermente piccante. Prese una generosa sorsata di birra dal boccale e si abbandonò nuovamente sullo schienale della sedia con poca grazia.
    Sazia e stanca avrebbe voluto solamente prendere una stanza per la notte e svegliarsi al prossimo novilunio, ma sapeva che non poteva farlo. Aveva accettato un incarico, e doveva portarlo a termine.
    Lasciò nuovamente vagare lo sguardo nella sala e constatò che a parte l'uomo collassato sul bancone, il resto degli avventori erano ancora ai loro posti. Il trio al tavolo in fondo alla stanza continuava a bere e chiacchierare allegramente, e per qualche istante Nia desiderò quasi essere in compagnia di qualcuno come loro. Kirian e Rifah erano di parecchi anni più vecchi e a parte qualche cadetta tra le Guerriere di Ysabeth non aveva mai legato con persone della sua stessa età. Chissà di cosa stavano discutendo con così tanta allegria quei tre.
    Per la prima volta si rese conto di essere veramente sola e senza idea di come procedere. A parte quando aveva lasciato Arcadia per via del suo esilio, poi era aveva sempre avuto Kirian al suo fianco e poi Rifah. Quando ancora viveva ad Estheltia si era sempre affidata alla guida dei suoi superiori e di sua sorella, ma ora era da sola. Tuttavia era stata quella fiducia a condurla proprio dov'era ora. No, non avrebbe ripetuto nuovamente lo stesso errore. Kirian e Rifah si erano approcciati a lei in modo diverso, non miravano a sfruttarla per il proprio tornaconto. Forse Riafah un po'si, ma quello era il prezzo da pagare per entrare nella Milizia Imperiale, ma dentro di sé sentiva di potersi fidare di quella donna e di suo fratello. Avevano fatto molto per lei, più di quanto una intera nazione non avesse fatto in vent'anni della sua vita.
    Si alzò e si avviò al bancone. Avrebbe preso una stanza per la notte, poi avrebbe deciso il da farsi. Ora era più vicina al tavolo degli altri altri avventori, se avesse voluto avrebbe potuto ascoltare quello che si stavano dicendo, ma non le interessava. Allo stesso modo loro avrebbero potuto ascoltare lei mentre si rivolgeva al locandiere.
    - Una stanza per la notte. -
    - Sono spiacente ma in questa locanda non abbiamo stanze singole. -
    Era uno scherzo vero? Chi ancora preferiva affittare ampie stanze con una decina di letti all'interno che altrettanti stranieri avrebbero dovuto occupare condividendo la stanza? Evidentemente le abitudini a Nasradeva erano diverse rispetto al resto di Kalendor.
    Per Nia non era un problema condividere la stanza con degli sconosciuti. Aveva condiviso una cella con persone poco raccomandabili a Neagora e ne era uscita tutta intera, loro con qualche ustione in più. Sapeva difendersi, ma la infastidiva il fatto che volente o nolente avrebbe dovuto dormire in una stanza comune. Già pregustava un comodo letto e un po'di riposo, e invece...
    - Capisco. - disse alla fine rassegnata. - Quanti ospiti avete per stanotte? -
    L'oste alzò le spalle: o non sapeva chi sarebbe potuto sopraggiungere all'ultimo momento, oppure non voleva darle quell'informazione.
    Si voltò un secondo a guardare la sala da pranzo della locanda. Dunque a parte lei era probabile che anche quel terzetto avrebbe pernottato al Pesce Infangato. Non sembravano minacciosi o pericolosi, ma era sempre meglio stare in guardia.
    Nia era incerta sul da farsi. Avvicinarsi ulteriormente al tavolo e cercare di instaurare un dialogo con quei tre e capire se sarebbero stati loro gli eventuali individui con cui avrebbe dovuto condividere la camerata. Se poteva evitare di sembrare fredda e schiva sarebbe stato meglio, anche Kirian le aveva detto di lavorare su quell'aspetto del suo carattere, ma non c'era modo di convincerla a muoversi per prima. Non si fidava, non riusciva a fidarsi degli altri. Era più forte di lei.
    Alla fine si portò le mani al viso e si stropicciò gli occhi espirando profondamente. Per una volta che non si lasciava prendere alle emozioni e agire in base al proprio istinto si era bloccata alla prima incognita.
    Che cosa le diceva l'istinto ora? Che cosa la spingeva a fare in quella situazione? Nulla, assolutamente nulla. Ora che ne aveva bisogno, quella insistente vocina nella sua testa se ne stava buona e zitta.


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    Alla risposta di Vanberk, Giancarlo rispose con una fragorosa risata “Sei una sagoma, mio caro vanberk” Disse Giancarlo mentre cercava di smettere di ridere.
    Darina invece fu un po più venale, beh combattere senza una remunerazione non è proprio da gente sveglia.
    Giancarlo azlò le spalle e poi disse “Nel manifesto si parla di una ricompensa, ma non è specificato di cosa si tratti” Tirò fuori il manifesto dalla bisaccia e lo rilesse rapidamente “Per dire la verità c’è scritto solo di cercare un certo Bort, nel villaggio di Lestin. Il gambero è stato avvistato nella palude a nord est del villaggio”
    Fortunatamente per Giancarlo i due non erano impegnati in altri affari quindi l’avrebbero seguito.
    “Bene compagni, direi che potremmo fermarci qua per la notte e partire domani all’alba. Vado a prenotare le camere. Comunque sarebbe meglio trovare qualcun altro, non sarà un avversario facile. Magari lungo il cammino troviamo qualcuno.” Disse Giancarlo.
    Felice di avere trovato dei compagno di viaggio, si alzò e si diresse al bancone.
    “Oste ha qualche camera libera per questa notte? ” Disse Giancarlo.
    “Come ho detto a quella ragazza”Indicando una donna che era poco lontano dal loro tavolo e che Giancarlo non aveva notato. “Non abbiamo camere singole.” Rispose l’oste.
    “Non credo ci saranno problemi, prendiamo 3 posti, nella stessa stanza.” Disse Giancarlo.
    Poi si voltò a scrutare la ragazza “Carina la ragazza, da com’è vestita deve essere una che non si fa mettere i piedi in testa. Sarà il caso di presentarsi visto che dormiremo tutti assieme.” Pensò Giancarlo.
    L’uomo baffuto si avvicinò alla ragazza.
    “Ciao, visto che saremo compagni di stanza pensavo fosse giusto presentarsi. Se vuoi puoi fermarti a bere qualcosa con noi.” Disse Giancarlo sorridendo.
    Yogurt, saltò giù dalla panca su cui Giancarlo lo aveva messo a sedere e si portò ad un metro e mezzi di fronte alla ragazza sconosciuta, e iniziò a scrutarla.
    “Yogurt, come mai sei sceso dalla panca? Vuoi altro cibo o sei interessato alla ragazza?” Disse Giancarlo sorridendo.

    Passive
    CITAZIONE
    Passive: Flame Control
    E' possibile, con una quantità infinitesimale di Chakra, emettere delle piccole fiamme da una qualsiasi estremità del corpo.

    CITAZIONE
    Passive: Heavy Metal
    Nonostante le grandi dimensioni, il guerriero brandisce con efficacia e letalità la propria arma. I danni dell'arma pesante sono incrementati di +30

    CITAZIONE
    Passive: Balance
    Anni di addestramento permettono al guerriero di essere stabile anche sui terreni più accidentati, senza incorrere a malus.

    CITAZIONE
    Passive: Heart of Fire I
    E' possibile aggiungere al danno di ogni skill Fuoco metà del consumo della stessa. Il danno aggiuntivo minimo è 10.





    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita:200/200

    100%


    Chakra:150/150

    100%

    Movimenti:


    Status/Buff:
    //

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Usati:
    //

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Cooldown
    //

    Professione
    Cacciatore
    Abilità:
    Charismatic
    Cool Temper
    La compostezza caratteriale e la piena consapevolezza del flusso del proprio chakra permettono di ottenere da esse il massimo. Si ottiene un recupero passivo di 5 Chakra a turno.
    Esclude Bad Temper.

    Discipline:
    Armi Pesanti
    Elemento: Fuoco

    Scheda:
    Giancarlo

    Equip:
    Spadone della Bestia Smeraldo - [45 Danno+30 Heavy Metal]
    Armatura Pesante Classe I (Blocco 40)
    Categoria: Armatura Pesante
    Classe: I
    Passiva: Immunità da CRIPPLE
    Il movimento senza costo non può superare i 5 metri. Non si può avere più di un movimento extra per turno.

    Bear Mantle (+10 Blocco +10Res +30 Res Aqcua)
    Bear Mantle
    Categoria: Mantello
    Classe: II
    Un mantello ricavato dalla pelle di un gigantesco orso polare. La testa è ben visibile all'altezza della spalla sinistra.
    Passive: Resistenza fisica e elementale (non Acqua) + 10
    Passive: Resistenza a elemento Acqua +30
    Passive: Lo status FREEZE deve essere applicato 2 volte per avere effetto.

    Inventario:
    Pozione dell'Energia Minore (1x)
    Kireseth (0/2)
    Kireseth
    Categoria: Consumabile
    Una pozione rinvigorente che restituisce si dice sia estratta da un fiore leggendario. Può essere consumata 2 volte prima di esaurirsi.
    Effetto: Recupera +30 Vita e +30 Chakra.
     
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    Giancarlo era felice che dei guerrieri affidabili avessero deciso di aiutarlo in questa caccia al mostro e Vanberk era felice di allontanarsi dalla città per un pò di tempo, almeno finchè Gamr non sarebbe tornato con i nuovi ordini dalla Resistenza, e ci sarebbero voluti almeno 6 giorni. Mentre il suo compatriota si allontava per chiedere informazioni all'oste sul pernottamento, si avvicinò a Darina, sussurandole "Sono Wolfund in questa città perchè qualche anno fa ha litigato con alcuni mercanti disonesti che cercavano di vendermi una lega scadente di metallo come acciaio marino e... beh li ho spediti per un mese nei letti della Casa di Cura. Da quello che ho capito c'è ancora una taglia di 150 gold sulla mia testaccia quindi meglio fingere di essere qualcun'altro, invece di spiegare alla guardia imperiale chi aveva ragione o torto in quel frangente." Strizzò l'occhio alla ragazza prima di finire la birra nel boccale.
    Gli spiaceva mentire a Darina ma spiegarle che era un membro della Resistenza era un rischio che non poteva ancora permettersi: la ragazza gli era cara, come una sorella minore, e renderla partecipe del segreto poteva metterla in grave pericolo, se gli imperiali avessero scoperto la sua identità. Ma al momento, nella tranquilla clma dell'osteria, si sentiva ragionevolemente al sicuro tanto da dondolarsi sulle gambe posteriori della sedia...

    "Ciao, visto che saremo compagni di stanza pensavo fosse giusto presentarsi. Se vuoi puoi fermarti a bere qualcosa con noi." Vanberk rischiò di ribaltarsi per la sorpresa e riusci ad evitare la caduta sbaracciandosi vigorosamente in avanti. Rosso in volto per l'imbarazzo, ruotò il busto verso la voce di Giancarlo, impegnato a conversare con una ragazza dai corti capelli scuri e con un espressione tormentata. Qualcosa del suo volto fece risuonare un campanello nella testa del rosso Nord ma al momento era più interessato a capire cosa succedeva. Si alzò e raggiunse i due - Giancarlo, avevi detto che cercavi alloggio ma questa signorina non è l'oste, evidentemente! - sorrise, cercando di non mettere a disagio la ragazza. Anche Yogurt, l'animale da compagnia del suo amico, raggiunse il trio "Ecco una scena bizzara: tre creature del Nord che attanagliano una giovane ragazza del continente, come se non avessero mai visto nulla di più strano". Tuttavia, capire chi fosse quella ragazza era importante: non poteva certo abbassare la guardia e rischiare che la giovane di fronte a lui costituisse una minaccia alla sua missione segreta.
     
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    GRAMMAR NAZI

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    Vanberk finalmente spiegò il perché della falsa identità:
    Sono Wolfund in questa città perchè qualche anno fa ha litigato con alcuni mercanti disonesti che cercavano di vendermi una lega scadente di metallo come acciaio marino e... beh li ho spediti per un mese nei letti della Casa di Cura. Da quello che ho capito c'è ancora una taglia di 150 gold sulla mia testaccia quindi meglio fingere di essere qualcun'altro, invece di spiegare alla guardia imperiale chi aveva ragione o torto in quel frangente.
    La temoriana si limitò a sorridere e annuire. Non dubitò neanche per un istante delle sue parole e riprese a bere. Subito dopo Giancarlo propose di cercare qualcun altro per la missione e infine chiese all'oste se ci fossero stanze per la notte, ma a quanto pareva non c'erano singole. Giancarlo allora si guardò intorno e poi si diresse verso la ragazza seduta lì vicino.
    Ciao, visto che saremo compagni di stanza pensavo fosse giusto presentarsi. Se vuoi puoi fermarti a bere qualcosa con noi. le disse diretto e senza alcuna timidezza.
    Subito Vanberk intervenne per limare l'entusiasmo di Giancarlo e alleggerire l'atmosfera con la ragazza buttandola sul ridere.
    Giancarlo, avevi detto che cercavi alloggio ma questa signorina non è l'oste, evidentemente!
    Darina, da parte sua, rimase per un attimo seduta a studiare la sconosciuta. Capelli corti, di bassa statura e con vestiti da viaggio. Sembrava anche lei un'avventuriera. Incuriosita, si alzò a sua volta e raggiunse il curioso trio, sorridendo per far capire che non erano dei malintenzionati, ma rimanendo appena in disparte.
     
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    Caccia al Gambero - Compagni di Stanza
    Una voce possente rimbombò nella sala e nella mente di Nia. Presa alla sprovvista la ragazza s'irrigidì e alzò lo sguardo verso l'interlocutore: un uomo dalla statura imponente, pelato, con indosso un'armatura pesante e con dei baffi straordinariamente curati. Nonostante le parole pronunciate fossero state piuttosto chiare, Nia dovette richiamarle alla mente per capire che cosa volesse quella persona da lei.
    "Compagni di stanza...giusto.", si disse mentre realizzava che quello era uno dei tre tizi seduti al tavolo in fondo alla sala. Gli unici altri avventori della locanda oltre a lei. L'avevano sentita parlare con l'oste? Forse semplicemente avevano visto la sua esitazione e avevano deciso di farsi avanti per primi, fatto che rendeva Nia più che felice di non dover essere lei ad intavolare il dialogo.
    Un altro omone, forse anche più grande del primo, si fece avanti e cercò di sdrammatizzare con una specie di battuta che Nia però non riuscì a comprendere, lasciandola con un'espressione perplessa sul viso. Lo osservò per qualche istante, trovandolo nella stazza e fattezze abbastanza simile all'altro: enorme, robusto, ma almeno questo aveva dei lunghi capelli rossi e una corta barba e non solo dei maestosi baffi. Entrambi le ricordavano Kirian, forse più per la stazza che per altro.
    Infine sopraggiunse anche una ragazza che sembrava avere ben poco a che spartire con i due omaccioni che l'avevano preceduta. Che fosse la compagna di uno dei due? O semplicemente una loro conoscenza che si era unita per fare quattro chiacchiere davanti a un boccale. Aveva quasi la sua stessa statura e corporatura, forse avevano persino la stessa età. La giovane rimase in disparte e le fece solamente un sorriso senza dire nulla. Aveva un bel viso e il suo modo di fare la misero subito a proprio agio. Riuscì a calmarsi un pochino, e tentare di prendere la parola.
    Stava per presentarsi al primo dei due uomini che le avevano rivolto la parola quando notò una creaturina balzare dalla panca a terra e voltarsi a guardarla. Aveva l'aspetto di un coniglio dal folto pelo bianco, forse un po' più grosso dei normali leprotti che Nia aveva visto fin'ora, ma con delle corna non dissimili da quelle di un alce.
    Rimase per qualche istante a bocca aperta a guardare la bestiolina, indecisa se chinarsi e tendere la mano in modo che questa si avvicinasse o ignorarla. Si sentiva gli occhi dei presenti addosso, creaturina compresa, decise così di parlare, almeno presentarsi.
    - Piacere di conoscervi. - disse chinando il capo. - Mi chiamo Nia. -
    Per lei poteva finire anche li il dialogo, ma non le sembrava il caso di sembrare così fredda e lapidaria. Si erano mostrati gentili nei suoi confronti, Giancarlo, il primo che le aveva rivolto la parola, le aveva offerto di sedersi al tavolo con loro e bere in loro compagnia. L'altro uomo e la ragazza non si erano presentati, mentre aveva colto il nome della creatura che ancora la fissava da terra: Yogurt.
    - Ho già cenato... - ammise - ...ma penso di poter sostenere ancora qualche birra. -
    Prima di avviarsi verso il tavolo del terzetto si sarebbe chinata porgendo la mano con il palmo aperto e rivolto verso l'alto verso Yogurt. Le sembrava giusto fare le dovute presentazioni anche con la creaturina.
    Al tavolo avrebbe cercato di sedersi accanto alla ragazza, più forse per una sua abitudine che per un motivo specifico. In quel modo avrebbe avuto i due uomini davanti a sé, e li avrebbe potuti osservare meglio; non avevano l'aspetto dei tipici abitanti di Nasradeva. Ecco il suo lato sospettoso farsi nuovamente avanti. Cercò di scacciare quei pensieri e concentrarsi sui fatti. L'avevano invitata a bere qualcosa con loro. Avrebbe bevuto, chiacchierato, e poi il giorno dopo avrebbero tutti preso strade diverse.
    - Per me è la prima volta a Nastradeva. - disse poi non sapendo che altro dire, ma non volendo rimanere in silenzio e rischiare di sembrare poco cortese o troppo schiva.


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