Il Tempo degli Uomini

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    Il Tempo degli Uomini - Casualità
    L'oste sorrise mentre rispondeva alla donna, ma questa non rispose in modo altrettanto cortese limitandosi ad osservarlo. Trovava piuttosto improbabile che quella filastrocca fosse stata trascritta e fosse persino finita in un libro, ma il mondo era grande e pieno di misteri dunque non aveva modo di verificare la veridicità di quelle parole. All'ultima affermazione dell'uomo Yves face spallucce e commentò mestamente tra una cucchiaiata di zuppa e l'altra.
    - Arcadia non è l'Impero. -
    Non avrebbe proferito altre parole in merito. Non era sua intenzione iniziare una diatriba riguardo la lealtà degli arcadiani o le motivazioni che avevano spinto le Prescelte a preferire una via diplomatica rispetto a quella della guerra. Lei era una mercenaria, non le interessava da che parte pendeva il vessillo, ma chi pagava di più.
    Improvvisamente si rese conto di quanto quella parte di maschera che si era costruita attorno stesse lentamente diventando la propria identità. No, non aveva rinnegato Arcadia, ma stava facendo quello che riteneva più giusto. La sua patria aveva rinnegato sua sorella per una stupida superstizione, e lei l'avrebbe riportata a casa, a costo di schierarsi sul fronte opposto.
    Riportò l'attenzione sul piatto e ne svuotò il contenuto con discreta rapidità. Sentì il calore della zuppa diffondersi in tutto il suo corpo e ridarle vigore, poi si versò un bicchiere d'acqua dalla brocca e lasciò vagare lo sguardo per la stanza. Qualche avventore le lanciava ancora qualche sguardo di sottecchi, ma i più avevano ripreso a farsi gli affari loro; o almeno così sembrava a Yves.
    La porta della locanda si spalancò e dall'esterno oltre al gelido vento che soffiava a quella quota entrò anche una graziosa fanciulla. Aveva un aspetto curato, con dei lunghi capelli castani e un abito elegante dalle tinte tra il verde e l'azzurro con rifiniture bianche.
    Yves non l'aveva vista quando era arrivata al villaggio, e considerate le modeste dimensioni di quel luogo sarebbe stato difficile non notare una presenza del genere. Non era tanto l'aspetto quanto l'energia che la giovane sembrava sprigionare anche solo con la propria presenza.
    L'oste fece lumi riguardo ai dubbi di Yves, chiamando la ragazza per nome e dicendo che era da un po'che non si faceva vedere alla locanda. L'attenzione dell'arcadiana scemò rapidamente, non aveva senso origliare un discorso privato tra due persone, dunque distolse anche lo sguardo, rivolgendolo alla finestra alla sua destra.
    Tutto ciò che riusciva a vedere all'esterno era il cortile antistante alla locanda stessa e poco più avanti alcune bancarelle prima che la strada scendesse rapidamente; oltre solo il cielo terso del primo pomeriggio e qualche picco montano. Nonostante tutto viaggiare per Ephiora le stava piacendo, non avrebbe avuto modo di vedere quegli spettacolari scenari altrimenti. Dopotutto non era stato tempo perso arrivare fino a Sankyu.
    Qualcosa nella voce della ragazza al bancone attirò nuovamente la sua attenzione.
    - E chi lo sa? Lo deciderà il Maestro d'Armi! Spero solo di andarmene al mare almeno per qualche giorno! -
    "Maestro d'Armi?" pensò.
    Dovette fare uno sforzo notevole per non voltare la testa e squadrare la giovane che stava parlando. Sarebbe risultato troppo ovvio il suo interesse verso quella persona e doveva fare di tutto per dare nell'occhio il meno possibile. L'aveva osservata quando era entrata, dubitava esistessero molte ragazze giovani e con quel genere di abito a Sankyu, ma sarebbe davvero riuscita a ritrovarla una volta fuori? Non poteva lasciarsi sfuggire una occasione del genere.
    Non doveva fare altro che seguirla, vedere con i suoi occhi questo fantomatico Maestro d'Armi e confermare o smentire che fosse Rain il ricercato, passare il resto dei giorni alla locanda e poi tornarsene a Chomandu prima e Louyhong dopo. Aveva letto e riletto più volte il mandato prima di partire, ricordava chiaramente la descrizione dell'uomo.
    La ragazza concluse il discorso con il locandiere e lasciò la sala. Yves attese qualche istante prima di agire, si versò un altro bicchiere d'acqua e lo bevve rapidamente, poi si alzò e andò al bancone.
    Appoggiò alcune monete sul banco come pagamento per la cena, e poi ne aggiunse altre e cercò lo sguardo dell'oste.
    - Una stanza per stanotte. -
    Non aveva intenzione di dormire all'addiaccio e l'uomo non aveva motivo di negarle l'ospitalità, non senza un valido motivo almeno. I soldi sarebbero stati sufficienti, e in base a come sarebbero andate le cose avrebbe poi pagato per le notti successive.
    Poi si sarebbe avviata verso l'esterno del locale, e una volta fuori, ormai potenzialmente lontana da occhi indiscreti avrebbe cercato di individuare la giovane che era uscita poco prima e seguirla cercando di dare il meno possibile nell'occhio.
    Incauta; era una straniera in un luogo dove tutti si conoscevano sarebbe stato facile individuarla, ma a lei non importava. Doveva solamente dare uno sguardo a quel Maestro d'Armi. Sarebbe stato sufficiente e poi sarebbe potuta tornare a Louyhong e alla ricerca di Nia.
    Quella era l'unica cosa che le importasse davvero.



    Link SchedaYves Canterra
     
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    Nel silenzio e nell'indifferenza generale, Yves sarebbe uscita dalla taverna per inseguire la giovane ragazza. Appena messo piedi fuori dal locale, una voce roca e pesante si sarebbe sentita.
    Ah, lo sapevo!
    Il monaco uscito precedentemente, infatti, era proprio alle spalle dell'arcadiana. Appena lasciato il locale, si era posizionato vicino alla porta in modo da non farsi vedere e ora era uscito allo scoperto.
    Un'imperiale venuta a cercarmi! Sapevo che sarebbe giunto questo momento!
    Alla parola 'imperiale', tutti i passanti si girarono verso i due per guardare cosa stesse succedendo.
    Imperiale?
    Helen, a una ventina di metri di distanza, si girò anch'ella verso la scena e guardò la guerriera.
    Un enorme malinteso era accaduto e il monaco pensava di essere stato pedinato dalla povera Yves.
    Gli occhi di Helen e quelli della guerriera di Arcadia si sarebbero incrociati per un lunghissimo istante, dando forse l'impressione di essersi scambiati una grande quantità di informazioni.
    Avevo capito che eri una persona sospetta da quanto sei entrata nel locale. E ora che mi hai seguito fuori ne ho avuto la conferma! Vuoi forse batterti con me e riportarmi indietro ad Aethernia? Parla!
    Uno strano silenzio, di quelli che arrivano quando tutti sono attenti a vedere cosa sta succedendo, sarebbe calato nella piccola strada di Sankyu.
    Helen avrebbe lentamente camminato via, sempre guardando l'arcadiana, per poi sparire in mezzo alla folla.




    MAPPA



    Vita: ?
    Chakra: ?
    Slot Usati:
    Slot Disponibili: Azione/Rapido/Rapido
    Aura/Stance/Buff:





    Edited by Gh0st - 28/10/2017, 13:09
     
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    Il Tempo degli Uomini - Pericoloso Fraintendimento
    Appena fuori dalla locanda Yves si bloccò sentendo la una voce roca e pesante alle sue spalle. Spostando lo sguardo verso la persona che aveva parlato riconobbe il monaco che in precedenza aveva abbandonato il locale quando lei si era seduta. Non lo aveva visto bene in precedenza, né gli aveva dato importanza quando si era messa a dialogare con il locandiere, dunque non capiva come mai ora intendesse fare una scenata. Per qualche strano motivo era convinto che lei fosse andata fino li per catturarlo e riportarlo ad Aethernia. Yves da parte sua aveva cercato in tutti i modi di rendersi il più anonima possibile in quel posto, eppure sembrava non esserci modo di passare inosservati.
    Helen, la ragazza che Yves sperava di pedinare fino al Maestro d'Armi, si era fermata pochi metri più avanti e ora si era voltata indietro a guardarla, sentendo il monaco gridare "all'Imperiale". Le due donne incrociarono gli sguardi e quell'istante sembrò durare un'eternità.
    Yves era sempre stata in grado di comprendere anche solo dagli sguardi le intenzioni degli avversari. Spesso gli occhi tradivano le azioni immediatamente successive; qualcuno guardava verso la direzione in cui voleva spostarsi, altri scrutavano la propria arma prima di lanciarsi in un affondo. Tuttavia nei profondi occhi di quella ragazza l'arcadiana non riuscì a leggere nulla, se non il ragionevole dubbio che la straniera potesse essere effettivamente una spia imperiale. Infatti, pochi istanti dopo si allontanò confondendosi nella folla e facendo perdere le sue tracce.
    "Grazie tante, pezzo d'idiota." pensò Yves riportando lo sguardo vero il monaco che nel frattempo aveva continuato a parlare convinto di essere dalla parte della ragione.
    A causa di quel fraintendimento ora non solo aveva perso l'occasione di seguire la ragazza fino al Maestro d'Armi, ma aveva calamitato su di sé l'attenzione dell'intera comunità di Sankyu. Non aveva intenzione di combattere, ma in quell'istante la sua compostezza e calma rischiarono di venire meno. Aveva fatto un sacco di strada e per colpa di un monaco sospettoso tutto era andato in fumo nel giro di pochi istanti.
    Ignorò la rabbia che le stava montando addosso e si costrinse a ragionare. Per quanto volesse mettere le mani addosso a quell'idiota pelato non poteva farlo, non senza un valido motivo almeno. Certo doveva rispondere alle accuse sollevate, oppure il suo silenzio, o peggio una fuga da quel dialogo sarebbe potuto passare per una ammissione di colpa, e l'ultima cosa che voleva era rischiare di dover affrontare un intero villaggio.
    Il monaco non sembrava uno sprovveduto e non c'era dubbio che fosse in grado di combattere, ma non poteva azzardarsi ad estrarre la spada o prendere lo scudo senza passare automaticamente dalla parte del torto, tuttavia se non voleva trovarsi indifesa nel caso in cui l'uomo fosse passato all'attacco.
    Sospirò e si portò la mano al capo scuotendo la testa. Un gesto quasi teatrale di sconforto, mirato a celare il vero proposito.
    [Passive: Natural Empaty]
    CITAZIONE
    Chiedo al master di sapere se posso utilizzare le skill dell'Arte Segreta per reagire in caso di attacco, oppure se le condizioni dell'ambiente me lo impediscono.

    Chiudendo gli occhi provò a percepire la natura attorno a sé, capire quanto in fretta sarebbe riuscita a richiamare la natura a sé in caso fosse stato necessario difendersi dagli attacchi del monaco. Avrebbe preferito risolvere la cosa pacificamente, ma dubitava sarebbe stato così facile, vista la propensione degli abitanti di quella regione a voler vedere Imperiali e spie ovunque. Il fatto che lei fosse realmente in missione per conto dell'Impero era una mera coincidenza.
    Riaprì gli occhi e parlò con fermezza e determinazione. Non intendeva mostrarsi debole o intimidita dal suo interlocutore, anche perché di fatto non lo era. Giustificarsi, o cercare di spiegare le cose in un qualunque modo avrebbe portato ad eventuali inutili incomprensioni, dunque cercò di essere il più chiara possibile la prima volta.
    - Mi sembra di capire che ogni straniero qui sia sospetto, e io più di altri perché sono arcadiana. Non sapevo che fosse un crimine nascere in un luogo, sentire di non appartenervi e cercare un altro posto nel mondo in cui ripartire da capo. - disse incrociando le braccia sul petto. - Non ho idea di chi tu sia, né mi interessa saperlo. -
    Era vero, la storia e i trascorsi di quell'uomo erano all'ultimo posto delle sue preoccupazioni, ma al momento rappresentava un ostacolo non indifferente. Doveva fargli capire di non essere lì per lui, ma non sarebbe stato facile. Tra tutte le cose che poteva dire, non ce n'era una che potesse anche solo vagamente suggerirle una via d'uscita da quel problema. L'unica cosa che poteva fare per ora era prendere tempo, e sperare che l'interesse della folla scemasse, come quello del monaco.
    - Non intendo battermi con te. - disse cercando lo sguardo dell'uomo.
    Sarebbe dovuto essere sufficiente per il momento. Non aveva intenzione di sollevare la sua arma contro di lui, ma se fosse stata costretta a farlo non avrebbe esitato a renderlo inerme. Attaccare per prima sarebbe stata una chiara ammissione di colpevolezza, ma reagire ad un assalto sarebbe stata legittima difesa.


    Danni

    Ricevuti: 0
    Inflitti: 0




    Tecniche Usate

    Nessuna




    Abilità Passive

    Elemento: Acqua

    CITAZIONE
    Passive: Rabdomante
    Si ha una connessione forte con l'acqua, percependone eventuali fonti o sorgenti nel raggio di 100 metri, e fino a 20 metri di profondità sottoterra.
    Si può evocare una piccola quantità d'acqua (3l) dal suolo e raccoglierla in un recipiente per qualsiasi scopo (esempio reidratare un alleato in difficoltà o ferito e aiutarlo a durare di più).

    CITAZIONE
    Passive: Fire Resistance
    Il danno che si subisce da Skill di fuoco dopo aver scalato le proprie resistenze (da armature eccetera), va ridotto ulteriormente di un terzo.

    CITAZIONE
    Passive: Water Empathy
    Le Skill d'acqua costano 5 Chakra in meno, con un minimo di 5.



    Empatia Naturale

    CITAZIONE
    Passive: Natural Empathy
    Il portatore è in grado di alterare passivamente il processo di crescita di qualsiasi vegetazione in entrambi i versi. La manipolazione non modifica le dimensioni bensì accelera o inverte in naturale processo di crescita, facendo regredire la vegetazione a minuscoli semi o accelerandone la crescita fino alla loro massima dimensione o addirittura andare oltre fino all'avvizzimento. Il raggio d'azione della manipolazione è 30 metri.
    Le skill dell'arte segreta possono essere eseguite solo su terreno scoperto (non coperto costruzioni di legno, pietra, metallo o acqua profonda più di 2 metri)



    Talenti Speciali

    CITAZIONE
    Battlefield Awareness II
    L'esperienza maturata sul campo di battaglia viene affinata ulteriormente, permettendo di capire anche quanto sia pericoloso l'avversario che si ha davanti a sé. Si conosce Vita, Slot Rimasti e Chakra dei PNG.
    Richiede e Sostituisce Battlefield Awareness I.



    Permafrost Crystal

    CITAZIONE
    Passive: Dopo aver castato 3 skill Acqua, la quarta skill è gratuita.

    CITAZIONE
    Passive: Aumenta la resistenza all'elemento Acqua e Ghiaccio di +30.



    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 250

    100%


    Chakra: 280

    100%


    Posizione: //

    Talento speciale
    Battlefield Awareness II

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Arte Segreta:
    Empatia Naturale

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:
    //

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe II - [65 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]
    Permafrost Crystal



    Edited by Silver Element - 1/11/2017, 10:16
     
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    Ogni persona ha la sua storia e i suoi incubi.
    C'è chi ripensa con tristezza agli anni passati, si lascia annegare dalla nostalgia e va avanti per la sua strada, oppure che c'è chi da quel passato è tormentato ogni giorno. O perlomeno crede di esserlo.
    Quel monaco non aveva passato una vita facile, anche se a Yves non interessava affatto saperlo. Era convinto di essere ancora, a distanza di anni, seguito da segugi imperiali per crimini commessi e mai dimenticati.
    L'equivoco era stato presto messo in piedi dalla sua mente che mai avrebbe potuto fargli accettare un'arcadiana in quel piccolo villaggio:era chiaro come il sole che lei era venuta per prendere lui.
    Ancora una volta il passato che non lo faceva dormire la notte era venuto a chiedere il conto e lui non voleva farsi trovare impreparato.
    Non è vero!
    Avrebbe urlato, forse per convincere gli altri o forse per convincersi da solo.
    Alcune persone, avendo presagio di quello che stava per succedere, abbandonarono la strada. Altri, più giovani e curiosi, guardavano ipnotizzati la scena per vedere lo sviluppo delle cose.
    La faccia del monaco era terrorizzata e sotto shock. Sembrava aver visto qualcosa che poteva vedere solo lui e a cui nessuno credeva.
    Doveva far tacere quelle voci dentro di lui il più presto possibile e c'era un unico modo per farlo.
    Dopo essersi messo in guardia, diede un poderoso pugno al terreno concentrando al massimo il suo chakra.
    CITAZIONE
    Skill: Disruptive Strike
    [Azione]
    Focus: Offensiva
    Il guerriero colpisce il terreno con un potente colpo caricato di chakra che stordisce gli avversari in un'area di 180°davanti a sé. Raggio 10m. Applica STUN a tutti i bersagli colpiti.
    [Danno: 50]
    [Chakra: 40]
    [Cooldown 3 turni]

    Una poderosa onda di energia sarebbe sprigionata dal terreno e avrebbe avanzato colpendo tutto ciò che si trovava di fronte al monaco combattente.
    Il fragore dell'attacco destò anche i curiosi, che in men che non si dica si allontanarono ancora di più, cercando di sbirciare il combattimento ad una distanza di sicurezza.
    Fatto questo, il combattente non si sarebbe fermato e avrebbe completato il suo attacco rilasciando con le sue braccia una tagliente folata di vento in direzione di Yves.
    CITAZIONE
    Skill: Wind Scythe
    [Rapido]
    Focus: Offensivo
    Una folata di vento molto concentrata dalla pressione altissima e tanto localizzata da essere tagliente. Gittata 15 metri.
    [Danno: 20]
    [Chakra: 10]
    [Cooldown 1 per turno]


    MAPPA



    Vita: 250
    Chakra: 150-40-10
    Slot Usati: Azione, Rapido
    Slot Disponibili: Rapido
    Aura/Stance/Buff:


    CITAZIONE
    Puoi usare liberamente la tua segreta. Ogni quadratino della mappa è 2,5m
     
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    Mappa aggiornata in un quote in fondo al post.

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    Parlato Altri

    Il Tempo degli Uomini - Ultimo Avvertimento
    Gli istanti di silenzio che seguirono le parole di Yves le fecero sperare che il monaco avesse compreso di non trovarsi davanti ad una spia dell'Impero, ma ad una semplice mercenaria che cercava di rifarsi una vita. Aveva cercato di essere convincente evitando di sembrare troppo empatica nei suoi confronti e trattandolo con freddezza. Era vero che non le interessava nulla di lui, anche se più il tempo passava e più cresceva la voglia di riempirlo di botte per averle fatto perdere l'occasione di seguire Helen fino al Maestro d'Armi.
    Stava per voltarsi e andarsene nella direzione in cui aveva visto scomparire la ragazza in precedenza quando il monaco sbottò con rabbia che le parole della donna erano solo menzogne. Forse Yves avrebbe dovuto insistere maggiormente o non riservargli un trattamento così brusco, ma quella era la maschera che si era costruita sotto il nome di Lysse, e doveva cercare di esservi quanto più fedele possibile.
    La piccola folla che si era radunata per assistere allo spettacolo si sparpagliò e la cosa mise in allarme l'arcadiana. Indubbiamente temevano che l'inevitabile scontro che avrebbe avuto luogo potesse ferirli, ma perché prendere le distanze così rapidamente? Conoscevano il monaco e dunque temevano che la sua reazione potesse essere particolarmente violenta? Poteva essere una spiegazione logica.
    Scrutò con occhio più attento l'avversario. Era robusto e il fisco sembrava temprato dall'allenamento, probabilmente si era addestrato in uno dei templi locali. Se avesse dovuto tirare a indovinare avrebbe detto che era più dedito al combattimento corpo a corpo che all'utilizzo di arti elementali o spirituali. I muscoli tonici delle spalle e delle braccia non potevano essere altro che il frutto di duri addestramenti, ma non poteva escludere che l'uomo avesse qualche asso nella manica.
    L'avversario passò all'attacco e Yves ne intuì le intenzioni appena in tempo per reagire.
    [Azione + Rapido] - [Schivata] [Movimento Gratuito 5m: 2 caselle indietro]
    Quando il pugno del monaco impattò a contro il terreno e l'onda d'urto fece tremare l'aria e il suolo la donna era già fuori dalla portata dell'attacco. Aveva visto Nia usare qualcosa di simile durante gli allenamenti e aveva imparato a prevenire assalti del genere che potevano lasciarla vulnerabile a successivi attacchi. Aveva scelto di non essere aggressiva con l'avversario, cosa che ora un po'rimpiangeva perché avrebbe potuto metterlo facilmente all'angolo nelle giuste condizioni.
    Improvvisamente una folata di vento tagliente la raggiunse al busto sbilanciandola e ferendola. Non si era aspettata anche un attacco elementale a seguito di quello fisico, e questo fatto la mise in allarme. Aveva sottovalutato il monaco mostrandosi non interessata ad uno scontro, che avesse sbagliato?
    No, era ancora convinta che quella potesse essere la soluzione migliore per quella situazione. Doveva continuare su quella strada, e lo avrebbe fatto rendendogli impossibile ferirla nuovamente.
    [Azione] - [Spring Harvest]
    CITAZIONE
    Skill: Spring Harvest
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Il portatore provoca la crescita rigogliosa di vegetazione in un'area di raggio 30 metri. La vegetazione irromperà anche in costruzioni di legno o pietra, ma non può penetrare il metallo. Fintanto che permane all'interno dell'area, le skill dell'arte segreta costano uno slot rapido e la Skill:Photosynthesis costa uno slot azione.
    Skill elementali fuoco ad area ne causeranno l'incendio, rendendola inutilizzabile entro il prossimo RECUPERO del portatore.
    [Si può controllare una sola area per volta]
    [Chakra: 60]

    Con un deciso colpo a terra con il piede destro Yves richiamò attorno a sé un tappeto d'erba rigogliosa, costringendola a fuoriuscire da ogni anfratto del terreno e spingendola a ricoprire ogni cosa in un raggio di una trentina di metri.
    [Movimento Gratuito 5m: 2 caselle in avanti]
    Avanzò lentamente guardando il monaco negli occhi. Non aveva toccato la spada né lo scudo, poiché non voleva mostrarsi aggressiva, per quanto forse i suoi gesti al momento potessero incutere un certo sospetto. Tuttavia non aveva la minima intenzione di fare del male a quell'uomo, ma solamente renderlo inoffensivo e dargli un avvertimento: uno che non avrebbe dimenticato tanto presto.
    [Rapido] - [Leash Binding]
    CITAZIONE
    Skill: Leash Binding
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Il portatore provoca la fuoriuscita nelle proprie vicinanze di un numerosi liane che tenteranno di avvinghiare un avversario. Per evitarle occorre compiere una SCHIVATA che porti fuori dalla gittata della skill. La gittata della skill è 20 metri.
    Le liane vanno considerate come se avessero Vita 50. I danni fuoco contano doppio.
    Essere intrappolati impedisce ogni talento fisico e azzera qualsiasi movimento. Qualsiasi danno subito dalla vittima scioglierà la skill.
    [Chakra: 50]
    [Cooldown 3 turni]

    Con un gesto della mano fece fuoriuscire dal terreno una serie di liane che sarebbero saettate verso il monaco cercando di intrappolarlo in una stretta mirata non a ferirlo quanto a limitarne gli spostamenti e azioni. Yves era ben conscia che qualcosa del genere, se fosse andato a segno, non sarebbe durato molto, purtroppo il suo potere sulla natura era ancora piuttosto limitato; e parecchio dispendioso per le sue energie. Quella sequenza di azioni le aveva sottratto una discreta quantità di energia spirituale, non poteva continuare a contare solamente su quel potere per risolvere le situazioni.
    - Ultimo avvertimento. - disse infine rivolgendosi al monaco. - Non sono qui per te, o per qualcun'altro, vedi di fartelo entrare in quella tua zucca pelata una buona volta. -
    Yves si sorprese della veemenza delle proprie parole. Stava perdendo la concentrazione e quelle continue interruzioni nella sua missione la stavano infastidendo fin troppo. Sarebbe riuscita a rimanere calma con le proprie azioni ancora per poco.
    - Se mi attaccherai nuovamente sarò costretta a reagire; a te la scelta. -
    La spada e lo scudo della donna erano ancora legati al suo fianco, ma per quanto sarebbero rimasti ancora lì?


    Danni

    Ricevuti: 20
    Inflitti: 0




    Tecniche Usate

    CITAZIONE
    Skill: Spring Harvest
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Il portatore provoca la crescita rigogliosa di vegetazione in un'area di raggio 30 metri. La vegetazione irromperà anche in costruzioni di legno o pietra, ma non può penetrare il metallo. Fintanto che permane all'interno dell'area, le skill dell'arte segreta costano uno slot rapido e la Skill:Photosynthesis costa uno slot azione.
    Skill elementali fuoco ad area ne causeranno l'incendio, rendendola inutilizzabile entro il prossimo RECUPERO del portatore.
    [Si può controllare una sola area per volta]
    [Chakra: 60]

    CITAZIONE
    Skill: Leash Binding
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Il portatore provoca la fuoriuscita nelle proprie vicinanze di un numerosi liane che tenteranno di avvinghiare un avversario. Per evitarle occorre compiere una SCHIVATA che porti fuori dalla gittata della skill. La gittata della skill è 20 metri.
    Le liane vanno considerate come se avessero Vita 50. I danni fuoco contano doppio.
    Essere intrappolati impedisce ogni talento fisico e azzera qualsiasi movimento. Qualsiasi danno subito dalla vittima scioglierà la skill.
    [Chakra: 50]
    [Cooldown 3 turni]




    Abilità Passive

    Elemento: Acqua

    CITAZIONE
    Passive: Rabdomante
    Si ha una connessione forte con l'acqua, percependone eventuali fonti o sorgenti nel raggio di 100 metri, e fino a 20 metri di profondità sottoterra.
    Si può evocare una piccola quantità d'acqua (3l) dal suolo e raccoglierla in un recipiente per qualsiasi scopo (esempio reidratare un alleato in difficoltà o ferito e aiutarlo a durare di più).

    CITAZIONE
    Passive: Fire Resistance
    Il danno che si subisce da Skill di fuoco dopo aver scalato le proprie resistenze (da armature eccetera), va ridotto ulteriormente di un terzo.

    CITAZIONE
    Passive: Water Empathy
    Le Skill d'acqua costano 5 Chakra in meno, con un minimo di 5.



    Empatia Naturale

    CITAZIONE
    Passive: Natural Empathy
    Il portatore è in grado di alterare passivamente il processo di crescita di qualsiasi vegetazione in entrambi i versi. La manipolazione non modifica le dimensioni bensì accelera o inverte in naturale processo di crescita, facendo regredire la vegetazione a minuscoli semi o accelerandone la crescita fino alla loro massima dimensione o addirittura andare oltre fino all'avvizzimento. Il raggio d'azione della manipolazione è 30 metri.
    Le skill dell'arte segreta possono essere eseguite solo su terreno scoperto (non coperto costruzioni di legno, pietra, metallo o acqua profonda più di 2 metri)



    Talenti Speciali

    CITAZIONE
    Battlefield Awareness II
    L'esperienza maturata sul campo di battaglia viene affinata ulteriormente, permettendo di capire anche quanto sia pericoloso l'avversario che si ha davanti a sé. Si conosce Vita, Slot Rimasti e Chakra dei PNG.
    Richiede e Sostituisce Battlefield Awareness I.



    Permafrost Crystal

    CITAZIONE
    Passive: Dopo aver castato 3 skill Acqua, la quarta skill è gratuita.

    CITAZIONE
    Passive: Aumenta la resistenza all'elemento Acqua e Ghiaccio di +30.



    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 250 -20 = 230

    92%


    Chakra: 280 -60 -50 = 170

    61%


    Posizione: //

    Talento speciale
    Battlefield Awareness II

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Arte Segreta:
    Empatia Naturale

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:
    [Azione] - Spring Harvest
    [Rapido] - Leash Binding

    Slot Rimanenti:
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe II - [65 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]
    Permafrost Crystal



    MAPPA

     
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    Tempo degli Uomini
    Il monaco, da intrappolato, realizzò di star dando spettacolo e questo lo rese ancora più impaurito e arrabbiato verso tutto. Era una vera e propria umiliazione passare per pazzo davanti a tutti per poi essere legato come un salame da radici e arbusti.
    La vegetazione rigogliosa distrusse parte dell'arredo urbano, rovesciando banchetti di commercianti e infiltrandosi anche nel tetto di alcune abitazioni. Gli autoctoni ora erano ancora più preoccupati e perplessi e non sapevano neanche loro per chi 'tifare'.
    Qualche venditore ambulante protestò non troppo convintamente all'invasione delle piante e qualche signora rimase con gli occhi sgranati.
    L'avversario di Yves, invece, dopo aver provato inutilmente a liberarsi strattonando qua e là le liane, evocò nuovamente in aiuto l'elemento vento.
    Dal suo corpo si espanse un'esplosione di chakra ventoso che tagliò di netto le liane, liberandone finalmente il prigioniero.
    [Azione: Wind Blast]
    Danno: 60

    CITAZIONE
    Skill: Wind Blast
    [Azione]
    Focus: Offensivo
    L'utilizzatore lancia una forte onda d'urto tutto attorno a sè, danneggiando e spostando ogni bersaglio nel raggio di 10 metri. Chi è colpito dalla Skill arretra di 10 metri dalla propria posizione. Danno non incrementabile.
    [Danno: 60]
    [Chakra: 40]
    [Cooldown 3 turni]

    La vegetazione tutt'intorno avrebbe risparmiato a Yves e altri oggetti di venire respinti per qualche metro, ma una potente folata di vento si sarebbe comunque sentita per tutta la strada e avrebbe danneggiato l'arcadiana e gli arbusti.
    Fatto questo l'uomo avrebbe corso fino ad arrivare a distanza corpo a corpo con Yves per poi sferrarle un attacco fisico con i suoi guanti rinforzati.
    [Rapido: Attacco Fisico]
    Danno: 50

    Più che un guerriero impavido, il monaco sembrava qualcuno costretto a suo malgrado a finire l'opera che aveva iniziato. Ormai si era esposto alla pubblica gogna e probabilmente sarebbe stato costretto a non farsi più vivo neanche più in quel minuscolo villaggio. La sua situazione era irrimediabilmente compromessa e non aveva più nulla da perdere. Che Yves avesse confessato o no, per lui era lo stesso.

    ***



    Rain non seppe bene in che modo prendere la notizia che un'arcadiana stava combattendo contro un monaco proprio lì a Sankyu. Inizialmente tranquillizzò Helen e decise di andarsene dalla città come aveva preventivato, poi però qualcosa in lui scattò.
    Il sospetto che l'Arcadiana potesse essere una sorta di contatto imperiale, per quanto remota come opzione, era plausibile. Le motivazioni che potevano averla spinta fino a quel villaggio minuscolo e dimenticato da Dio erano veramente poche e l'unica plausibile era che potesse avere qualcosa a che fare con lui ed Helen.
    Scaar, d'altronde, era già riuscito a raggiungerlo anni prima e questo significava che più o meno l'Impero aveva idea di dove il ragazzo fosse nascosto.
    Rain non era affatto preoccupato per lui né per la sua ragazza, quanto per la piccola comunità di Sankyu che calorosamente e discretamente li aveva ospitati per tutti quegli anni nascondendoli come un inestimabile tesoro. Ora che qualcosa stava succedendo, Rain aveva il dovere morale di fare qualcosa.
    Magari è solo una rissa di qualche tipo. Tu stammi vicina e non fare niente.
    Il Maestro d'Armi, figura conosciuta quanto misteriosa anche per gli abitanti del villaggio stesso, venne chiamato anche da alcuni ragazzini che gli chiesero di andare a vedere 'un monaco e una tizia che se le stanno dando!'.
    Non aveva nessuna autorità lì Rain, ma in qualche modo era una figura che in questi anni aveva infuso un insperato senso di sicurezza per tutta l'area vicino a Xian Du.
    Ad ogni modo, pensò, valeva la pena andare a vedere cosa stesse turbando la quiete di quel tanto tranquillo villaggio.

    ***



    Tornando al monaco e a Yves, finita che fu l'offensiva dell'uomo, si trovarono in una strana situazione.
    Di punto in bianco la già stravolta strada venne ribaltata da un'ulteriore fenomeno. Una grossa porzione di terreno in cui sia il monaco che Yves si trovavano venne "abbassata" di colpo di parecchi metri e i due si sarebbero ritrovati chiusi in una specie di fossato, impossibilitati a vedere l'esterno.
    Era come se un un enorme cassetto di terreno fosse stato chiuso di colpo e l'intera strada ora si trovava una voragine di quasi dieci metri quadrati al suo interno.
    Yves non sarebbe riuscita a vedere nulla, se non il suo avversario terrorizzato.
    Lentamente, a piccoli passi e nel silenzio assoluto, una figura sarebbe spuntata dal bordo del fossato e avrebbe guardato le due figure.
    Un ragazzo sulla trentina, sbarbato, con un vestito verdastro ben fatto e occhi che guizzavano da una parte all'altra rapidamente cercando di cavare più informazioni possibili su quello che era successo.
    Avrebbe dato prima un'occhiata alla vegetazione che aveva invaso la strada, poi al monaco e, infine, a Yves. L'avrebbe scrutata con uno sguardo paurosamente profondo e indagatorio. L'avrebbe fissata negli occhi per lunghi, lunghissimi istanti senza però dire una sola parola.
    Un silenzio assoluto sarebbe calato per la strada e neanche gli abitanti che priva facevano tanto baccano ora dicevano nulla.
    Il ragazzo non sembrava minaccioso né sembrava essere in procinto di attaccare.
    Sembrava invece, in qualche modo, non voler far altro che guardare i due combattenti come animali in uno zoo.
    Una bella spada giaceva rinfoderata e quieta al fianco del ragazzo, mentre qualche metro dietro di lui la ragazza che era entrata nella locanda guardava un po' preoccupata la scena.
    Nessuno si sarebbe mosso, nessuno avrebbe detto un fiato.
    Skill: Sinkhole
    [Azione]
    Focus: Utilità
    Fa crollare un'area 7,5x7,5 di terreno, lasciando una voragine profonda 3 metri. Gittata 20 metri.
    Chi è all'interno dovrà spendere slot azione per uscire. La schivata non è utilizzabile al suo interno.
    [Chakra: 10]
    [Cooldown 3 turni]


    MAPPA



    Vita: 250
    Chakra:100-40
    Slot Usati: Azione, Rapido
    Slot Disponibili: Rapido
    Aura/Stance/Buff:

     
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    Parlato

    Parlato Altri

    Il Tempo degli Uomini - Svantaggio Tattico
    Yves aveva sperato che da intrappolato il monaco riuscisse a calmarsi e finalmente capire che tutto quello non era altro che un grosso fraintendimento creato da lui stesso. Nuovamente lei aveva evitato di proposito di passare all'offensiva, in altre occasioni si sarebbe fatta ben poche remore ad estrarre la spada e dare a quel testardo una ripassata che non avrebbe dimenticato, ma in quella situazione era richiesta una dose di pazienza più alta: pazienza che Yves stava esaurendo.
    Nonostante l'ultimo avvertimento della donna l'avversario decise di provare a liberarsi prima con la forza bruta e successivamente ricorrendo ad una potente ondata vento. Le liane che avevano avvolto il busto del monaco si squarciarono a causa della forza elementale sprigionata da questo e caddero a terra vendendo rapidamente riassorbite dallo strato erboso che Yves aveva generato in precedenza.
    Le raffiche di vento colpirono anche l'arcadiana ferendola, e si maledisse per non aver saputo prevedere una situazione del genere e preparare le adeguate difese. Avrebbe potuto limitare al minimo i danni, invece ora ne aveva subiti più che a sufficienza per giustificare una sua reazione aggressiva.
    Senza il minimo preavviso l'avversario scattò in avanti e le sferrò un pugno che andò ad impattare contro l'armatura di cuoio. Nonostante la protezione avesse assorbito la maggior parte del danno di certo quel colpo avrebbe lasciato un discreto ematoma sulla pelle di Yves.
    Imprecò mentalmente, e quasi si lasciò sfuggire un insulto verbale. Ora aveva davvero superato il limite. Gli aveva dato tutte le occasioni per ripensarci, gli avrebbe dato il ben servito e gli avrebbe fatto rimpiangere l'idea di averla minacciata.
    Stava per estrarre la spada e passare all'offensiva quando accadde qualcosa di incredibile e inaspettato. Una intera sezione di terreno, e precisamente quella in cui si stavano scontrando lei e il monaco, collassò abbassandosi di parecchio rispetto alla strada su cui erano prima.
    Inizialmente pensò fosse stato un attacco dell'avversario e la rabbia la spinse ad afferrare l'impugnatura della sua arma e prepararsi ad estrarla e colpire senza pietà, ma poi qualcosa nello sguardo del monaco la fece esitare. Sembrava terrorizzato da quanto era appena accaduto, dunque non poteva essere stato lui a creare quella fossa. Che fosse intervenuto qualcuno dall'esterno?
    Il rumore di passi attirò l'attenzione di Yves verso l'alto. Da oltre il bordo del baratro fece capolino il viso di un giovane che avrebbe potuto avere qualche anno più di lei, se non la sua stessa età. Il volto era severo, ma non minaccioso e i suoi occhi si spostavano con calma dalla vegetazione ancora presente, al monaco, fino a lei. I loro sguardi si incrociarono per più di qualche istante, lasciando Yves perplessa e preoccupata.
    C'era qualcosa in quello sguardo che non le piaceva. La stava osservando come si osserva un animale chiuso in una gabbia, non con la curiosità di conoscere e comprendere, ma di studiare e carpirne i segreti.
    I tratti del viso non le erano del tutto estranei, ma ora in quella situazione non avrebbe saputo dire se era solo uno scherzo della sua mente o se davvero aveva già incontrato quel ragazzo, o se almeno ne aveva sentito parlare. La sua preoccupazione principale ora era riprendere il vantaggio tattico che quell'interruzione le aveva rubato.
    Non se ne sarebbe stata in quel buco a combattere, perché non era mai stata sua intenzione dal principio. Forse doveva ringraziare l'intervento di quel ragazzo poiché le aveva calmato la mente, che a causa dell'ultimo assalto del monaco era già passata all'offensiva. Poteva sfruttare quella situazione per mostrare, ancora una volta, di non avere cattive intenzioni. E questa sarebbe stata davvero l'ultima volta, decise.
    [Azione] - [Uscire da Sinkhole]
    [Movimento gratuito 5m: due caselle indietro]

    Non senza fatica uscì dalla fossa in cui era stata relegata. Nuovamente sulla strada osservò a sua volta per qualche istante il ragazzo che si era messo in mezzo allo scontro. Che motivi aveva per fare un gesto del genere? Se fosse stato dalla parte del monaco non avrebbe certo esitato ad attaccarla, a meno che non avesse compreso che tutto quello era solo un grande fraintendimento e aveva creato quella fossa per bloccarli prima che le cose peggiorassero ulteriormente.
    [Passive: Natural Empathy]
    Con un elegante gesto della mano Yves fece regredire la natura che aveva invaso la strada a piccoli germogli d'erba. Se le cose fossero andate come prevedeva non sarebbe servito continuare a combattere, e sperava davvero che l'intervento di quel ragazzo fosse stato per porre fine allo scontro.
    Si tastò l'armatura ed esercitando una pressione nel punto in cui il monaco l'aveva colpita con il pugno provò una fitta quando il cuoio toccava la pelle sottostante. Non si era resa conto di aver subito così tanti danni in poco tempo, ma era anche colpa sua che si era mostrata troppo disponibile al dialogo.
    [Rapido] - [Purify]
    [Rapido] - [Purify]

    Rapidamente generò due sfere d'acqua sul palmo della mano e le spinse verso la propria armatura. Invece che spaccarsi e rovesciarsi a terra quelle bolle d'acqua la oltrepassarono e procurarono ad Yves un piacevole senso di fresco e sollievo, lenendo le ferite.
    Ora si sentiva decisamente meglio e anche la mente le sembrava più chiara, tuttavia era ancora indecisa su che cosa fare.
    - E tu chi saresti? - disse infine rivolgendosi al ragazzo. - Un altro complottista che vede spie imperiali in ogni ombra? - non cercò di celare la rabbia in quell'affermazione. Era vero, lei era lì per svolgere un lavoro da spia, ma il fatto che tutti dubitassero di lei senza uno straccio di prova e solo per la sua origine arcadiana la infastidiva non poco.
    - Come ho ripetuto più volte a quello stolto monaco: non sono qui per lui, e non ho intenzioni bellicose verso alcuno. Fin'ora mi sono limitata a difendermi, ma la mia pazienza comincia a scarseggiare. -
    Più guardava quel ragazzo e più le sembrava che quei tratti avessero qualcosa di familiare. Era certa di non averlo mai incontrato prima, allora perché qualcosa nel suo viso le faceva suonare un campanello d'allarme nella mente? Non percepiva aperta ostilità nei suoi confronti, dunque non si spiegava il motivo di quella sensazione.
    Improvvisamente due immagini si sovrapposero. Il ragazzo che era davanti a lei, e lo schizzo dell'identikit di Rain che aveva visto a Louyhong. Poteva davvero trattarsi di lui in carne ed ossa? Non era da escludere, ma se fosse stato quello il caso, la situazione era precipitata in maniera inaspettata.
    "Sconsigliato l'ingaggio in combattimento con il bersaglio", quelle erano le parole del mandato, e lei aveva rischiato di sguainare la spada davanti ad un tizio che per anni si era nascosto sotto al naso dell'Impero. Un tizio pericoloso.
    No, non era ancora certa della sua identità, dopotutto si era aspettata qualcuno di più attempato. Se lo chiamavano maestro d'armi non poteva certo avere solo qualche anno più di lei; e lei era brava con le spade, ma non certo al livello di maestro.
    Un brivido freddo le percorse la schiena. Si sentiva come un topo braccato da dei gatti randagi, e l'unica cosa che poteva fare era giocare d'astuzia.
    - Se non c'è altro... - disse scrutando prima il monaco e poi il ragazzo. - ...sarei felice di poter tornare al mio lavoro. -
    Avrebbe voluto voltarsi e andarsene, correre via da quel posto, da Ephiora, e non tornarci più, ma era restia a voltare le spalle a quei due. Temeva che se se ne fosse andata senza una sorta di loro consenso avrebbe per qualche motivo convalidato le loro tacite accuse.


    Danni

    Ricevuti: 80
    Inflitti: 0
    Cure: 60



    Tecniche Usate

    CITAZIONE
    Skill: Purify
    [Rapido]
    Focus: Curativo
    Trasferisce l'energia dell'acqua, curando sè stessi o un alleato, e rimuovendo BURN.
    Ha gittata 15 metri.
    [Cura: 10 x rank]
    [Chakra: 10]




    Abilità Passive

    Elemento: Acqua

    CITAZIONE
    Passive: Rabdomante
    Si ha una connessione forte con l'acqua, percependone eventuali fonti o sorgenti nel raggio di 100 metri, e fino a 20 metri di profondità sottoterra.
    Si può evocare una piccola quantità d'acqua (3l) dal suolo e raccoglierla in un recipiente per qualsiasi scopo (esempio reidratare un alleato in difficoltà o ferito e aiutarlo a durare di più).

    CITAZIONE
    Passive: Fire Resistance
    Il danno che si subisce da Skill di fuoco dopo aver scalato le proprie resistenze (da armature eccetera), va ridotto ulteriormente di un terzo.

    CITAZIONE
    Passive: Water Empathy
    Le Skill d'acqua costano 5 Chakra in meno, con un minimo di 5.



    Empatia Naturale

    CITAZIONE
    Passive: Natural Empathy
    Il portatore è in grado di alterare passivamente il processo di crescita di qualsiasi vegetazione in entrambi i versi. La manipolazione non modifica le dimensioni bensì accelera o inverte in naturale processo di crescita, facendo regredire la vegetazione a minuscoli semi o accelerandone la crescita fino alla loro massima dimensione o addirittura andare oltre fino all'avvizzimento. Il raggio d'azione della manipolazione è 30 metri.
    Le skill dell'arte segreta possono essere eseguite solo su terreno scoperto (non coperto costruzioni di legno, pietra, metallo o acqua profonda più di 2 metri)



    Talenti Speciali

    CITAZIONE
    Battlefield Awareness II
    L'esperienza maturata sul campo di battaglia viene affinata ulteriormente, permettendo di capire anche quanto sia pericoloso l'avversario che si ha davanti a sé. Si conosce Vita, Slot Rimasti e Chakra dei PNG.
    Richiede e Sostituisce Battlefield Awareness I.



    Permafrost Crystal

    CITAZIONE
    Passive: Dopo aver castato 3 skill Acqua, la quarta skill è gratuita.

    CITAZIONE
    Passive: Aumenta la resistenza all'elemento Acqua e Ghiaccio di +30.



    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 230 -60 -20 +60 = 210

    84%


    Chakra: 170 -20 = 150

    54%


    Posizione: //

    Talento speciale
    Battlefield Awareness II

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Arte Segreta:
    Empatia Naturale

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:
    [Azione] - Uscire da Sinkhole
    [Rapido] - Purify
    [Rapido] - Purify

    Slot Rimanenti:
    //

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe II - [65 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]
    Permafrost Crystal



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    Possibile che avessero mandato quella ragazza a cercare proprio Rain? Possibile che l'Impero avesse mandato una sola persona?
    A pensarci, di certo non potevano fare un'invasione su larga scala per avere notizie su di lui o per portarselo via, ma una persona sola sembrava decisamente insufficiente. Ma poi...come?
    Lo spadaccino osservò Yves scalare lentamente la parete per poi riprendersi dalle ferite subite. Era uscita malconcia dal rapido scontro col monaco, come poteva essere stata mandata per prendere lui? Doveva tenere segrete delle tecniche veramente incredibili per essere così sicura di sé.
    E'... Arcadiana!
    L'ormai impazzito monacò balbettò cercando di giustificarsi.
    Rain si girò verso di lui e lo squadrò.
    Ti sembra normale creare questo casino in mezzo ai civili perché questa tizia è Arcadiana?
    Il monaco non seppe come rispondere e farfugliò che era venuta a cercarlo. Poi, piano piano, si allontanò di qualche metro da Rain ed Helen.
    Il maestro d'armi era piuttosto perplesso e non sapeva bene come affrontare questa situazione. Molti presenti lo guardavano e confidavano nella sua abilità per risolvere questo problema in tempo zero. Ma cosa fare? Non poteva di certo mettersi anche lui a menare fendenti su quella tizia tanto bizzarra.
    Aveva bisogno, come sempre, di tempo per riflettere; anche se quel tempo ora non c'era proprio.
    Continuò a guardare la schiena della tizia che tra l'alto gli aveva rivolto parola in maniera piuttosto nervosa. Questo non gli piacque molto.
    Non puoi permetterti di parlare in questo modo, vista la tua attuale situazione. Non trovi?
    Si era curata con delle tecniche d'acqua e ora diceva di voler tornare al suo lavoro. Ma quale lavoro? Chi l'aveva mai vista da quelle parti? Lui sicuramente no, ma non faceva testo in quanto quasi perennemente nelle zone limitrofe al monastero.

    ***




    Yves avrebbe visto la ragazza avvicinarsi piano allo spadaccino e sussurrargli qualcosa all'orecchio. Lui avrebbe risposto e i due avrebbero avuto una brevissima conversazione.
    Mi pare di capire che nessuno ti conosca qui, ma non voglio mettere in dubbio la tua buona fede. Tuttavia, come avrai potuto vedere,
    qui a Sankyu non c'è molto per te e ti suggerirei di prendere le tue cose e andartene.

    Il tono del ragazzo era piuttosto calmo e piatto, ma era palese che il suo non era un suggerimento quanto un invito a dargli ascolto seduta stante. Il vuoto dei suoi occhi avrebbe fissato Yves ancora una volta per interminabili istanti, quasi a farle capire di non peggiorare ulteriormente questa situazione.
    Ad intervenire, successivamente, fu invece la ragazza dai capelli chiari. Si rivolse direttamente all'arcadiana.
    Noi stiamo per partire proprio in questo momento, puoi fare un tratto di strada con noi.
    Era amichevole e infinitamente più rassicurante dello spadaccino a parole, anche se era chiaro che con quello stratagemma avrebbero potuto sia far andare via Yves che tenerla sott'occhio.
    Forse, però, il rischio era quello di una rappresaglia e di un attacco a sorpresa in mezzo a quelle montagne. Così, lontani da tutto, chi se ne sarebbe mai potuto accorgere?
    La decisione non era scontata.

    ***



    Rain decise di non aggiungere altro e raccolse da terra l'infinito borsone che Helen aveva insistito nel preparare. Ad occhio e croce pesava almeno una ventina di chili ed era certo che la sua schiena, per quanto resistente, avrebbe protestato parecchio.
    Non volle neanche provare ad immaginare la roba che la ragazza ci aveva ficcato dentro. Meglio non rovinarsi la partenza.
    Si girò e si avviò, seguito da Helen, verso l'uscita sud del villaggio. Guardò Sankyu, i suoi tetti e i suoi abitanti e concluse che un po' tutto gli sarebbe sicuramente mancato.
    Sarebbero tornati, sì. Aveva un debito di vita nei confronti di quella terra e aveva il diritto di estinguerlo.
    Non ora, però, ora voleva solo girare il mondo ancora una volta e trovare le risposte alle sue domande.
    Dopo una ventina di metri si sarebbe girato per controllare se l'Arcadiana li stesse seguendo o no.

     
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    Il Tempo degli Uomini - Maestro d'Armi
    Nonostante il monaco sembrasse essersi calmato o meglio che la sua rabbia fosse stata soppiantata dalla paura per qualche istante, riprese ben presto ad additare Yves come la fonte di tutti i mali, rivolgendo uno sguardo al ragazzo uno sguardo deciso, come se cercasse il suo appoggio.
    Fortunatamente il nuovo venuto aveva le idee ben chiare, e a differenza di tutte le persone che aveva incontrato fin ora era l'unico che non l'avesse ritenuta immediatamente una spia solamente per la sua origine arcadiana. Allora esistevano davvero ephioreani con un po'di sale in zucca; o lui non era di Ephiora.
    Il ragazzo riprese Yves per il modo in cui lei gli aveva parlato, ma non rispose alla provocazione dato che ancora non sapeva chi aveva davanti. In altre circostanze non si sarebbe fatta scrupoli a rispondere per le rime, e dovette comunque mordersi la lingua per non sputare il veleno che già sentiva salirle alla bocca.
    "La mia attuale situazione?", pensò, "Dunque non posso mostrarmi arrabbiata, scocciata e nemmeno dispiaciuta del fatto che in questo luogo dimenticato dalle Dee ho trovato solo persone ostili?". Tuttavia non disse nulla, ingoiando il senso di rabbia che le saliva. Quello poteva anche essere Rain, per quanto le riguardava non aveva alcun diritto di parlarle in quel modo, né trattarla alla stregua di una ragazzina che non era in grado di moderare il linguaggio.
    Una ragazza uscì dalla folla che si era nuovamente raccolta attorno a loro e si avvicinò al ragazzo. Yves non faticò a riconoscerla: era Helen, la ragazza che aveva parlato con il locandiere. Quella che aveva sperato di seguire fino al fantomatico Maestro d'Armi in modo poterlo vedere in volto e confermare l'identità di Rain, o almeno la sua esistenza. Dunque quello era davvero lui.
    Lo osservò per la prima volta con occhio davvero critico, cercando di comprendere al meglio chi aveva davanti. La postura e il portamento indicavano chiaramente che era sicuro di sé, doveva esserlo se era davvero l'uomo più ricercato dall'Impero, ma non riusciva a vederlo come un Maestro d'Armi. Davvero era così bravo da potersi fregiare di quel titolo?
    No, stava correndo troppo. Non era detto che quello fosse davvero Rain. Poteva essere solamente uno degli abitanti di Sankyu che conosceva la ragazza, si stava fasciando la testa per nulla. Si, poteva benissimo essere una coincidenza.
    Alla fine, nonostante si fosse comportato inizialmente in modo diverso, anche il ragazzo le diede il consiglio che tutti fino a quel momento le avevano dato: gira i tacchi e tornatene da dove sei venuta. A quelle parole, Yves non poté che sbuffare e scuotere la testa.
    Non era la benvenuta ad Ephiora, che fosse una spia o meno non aveva alcuna importanza, ciò che importava davvero era da dove venivi e non chi eri.
    Terra delle occasioni, luogo per rifarsi una nuova vita. Balle, tutte balle per coprire un luogo colmo di xenofobi felici di starsene tra le loro montagne e disinteressarsi del resto del mondo.
    - Noi stiamo per partire proprio in questo momento, puoi fare un tratto di strada con noi. - disse inaspettatamente Helen.
    La rabbia dentro Yves lasciò spazio alla perplessità, tanto da portarla a spostare lo sguardo sulla ragazza e inclinare la testa di lato. Era seria? Le stava offrendo davvero di viaggiare assieme?
    Rapidamente il cervello della donna cominciò a elaborare le informazioni. Era riuscita a capire che il ragazzo che aveva davanti era molto probabilmente Rain, e tanto le sarebbe bastato per concludere la sua missione. Poteva declinare l'invito, ritirarsi alla locanda, aspettare due giorni e poi ripartire per Chomandu e Louyhong. Tuttavia se Rain stava lasciando quel villaggio, e a giudicare dall'enorme borsone che giaceva ai suoi piedi non sembrava aver intenzione di rimetterci piede tanto presto, forse ai suoi committenti sarebbe interessato sapere dov'era diretto.
    Non le interessava nulla di Rain, dell'Impero e di quello che avrebbero fatto con quelle informazioni, ma se questo l'avesse portata anche di un solo passo più vicino a Nia avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere. Tuttavia non poteva accettare con così tanta facilità, o sarebbe certamente sembrata sospetta,
    soprattutto dopo la scenata che aveva fatto quello stupido monaco.
    Doveva rifletterci con attenzione, anche perché avrebbe dovuto avvertire alla locanda che non si sarebbe presentata per la notte e chiudere il contratto con il mercante che aveva scortato fino lì. Entrambe cose fattibili, ma non senza destare qualche sospetto.
    Poteva anche evitare di rientrare alla locanda, dopotutto era risultata scomoda sin da subito, e aveva pagato anticipatamente per la notte, di certo il locandiere non si sarebbe dispiaciuto della sua improvvisa partenza. Che possibilità c'erano che lei facesse ritorno in quel posto dimenticate dalle Dee?
    Valeva la pena correre il rischio.
    - Vista l'ospitalità e buone maniere che mi sono state riservate per il solo fatto di essere arcadiana. - disse rivolgendo lo sguardo verso il monaco senza celare il proprio rancore. - Sarei più che felice di levare le tende il prima possibile. -
    E quella frase era quanto mai vera, e ora che si era presentata l'occasione favorevole non le dispiaceva certo coglierla, con le dovute precauzioni. Riportò lo sguardo su Helen, sorridendole sinceramente.
    - Mi farebbe davvero piacere affrontare parte del viaggio assieme a qualcuno che non provi aperto odio nei miei confronti solo per le mie origini. Se avrete la pazienza di aspettarmi all'ingresso del villaggio partirò assieme a voi; prima devo portare a termine il mio lavoro. -
    Si sarebbe poi congedata dai due per recarsi dal mercante che aveva scortato fino a Sankyu. Era poco distante dal luogo in cui si erano dati battaglia lei e il monaco e infatti lo sguardo dell'uomo non era particolarmente allegro. Inutile dire che sembrava quasi scocciato dal fatto che lei si fosse trovata a fare a botte come una ubriacona dopo una notte brava. Yves tentò di argomentare, spiegando il suo punto di vista, ma il mercante non voleva sentire ragioni.
    Decisero così di recidere prematuramente il contratto di scorta, cosa che purtroppo avrebbe certo avuto ripercussioni sul povero O'aka quando fosse venuto a conoscenza del fatto. Un po'le dispiaceva, l'uomo era stato gentile con lei, e se ne avesse avuta l'occasione si sarebbe scusata con lui personalmente.
    Yves raccolse le poche cose che aveva lasciato alla bancarella quando era arrivata: una piccola sacca contenente alcune provviste per il viaggio, acciarino e una coperta di lana di pecora che aveva acquistato prima di partire da Chomandu. Salutò l'altro mercenario con cui aveva era arrivata a Sankyu che ricambiò con un cenno del capo e un sorriso sincero. Peccato che le cose fossero andate in quel modo, ma aveva sfruttato gli eventi e i preconcetti del mercante per evitare di dare troppe spiegazioni rischiando di farlo insospettire. Alla fin fine quell'idiota di un monaco era servito a qualcosa.
    Raggiunse Helen e il Maestro d'Armi all'ingresso del villaggio, pronta a partire con loro e portare a compimento la sua missione. Anche se non fosse riuscita a capire dov'era diretto almeno sarebbe riuscita a confermarne l'identità una volta per tutte.
    - Sono pronta a partire. - disse cercando lo sguardo di Helen, ma non quello del ragazzo.
    Nonostante tutto provava nei suoi confronti una sorta di timore che non riusciva a spiegarsi.



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    Ottimo! Si parte allora!
    Avrebbe detto Helen, per poi sgattaiolare dietro al ragazzo e iniziare a camminare verso l'uscita del villaggio.
    Rain avrebbe guardato Yves per accertarsi che li stesse seguendo, per poi girarsi e continuare a camminare in tranquillità.
    L'enorme borsone si muoveva dietro di lui ad ogni passo in maniera quasi ipnotizzante. Sembrava che stesse sempre per aprirsi ma poi di fatto non si apriva mai.
    Arrivati all'uscita del villaggio, Rain si girò verso le montagne e si fermò a guardarle per qualche istante. In quel silenzio rotto solo dal vento pareva quasi che lo spadaccino ci stesse parlando e le stesse salutando in qualche modo.
    Allora si va.
    La sua voce era bassa, un poco insicura e il suo sguardo continuava a fissare le montagne.
    La ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla.
    Questa volta si va. Ciao, Sankyu!
    Il ragazzo diede una sbrigativa carezza sul fianco della compagna per poi girarsi e continuare a camminare. C'era qualcosa di stranamente solenne in quell'addio così silenzioso, eppure sembrava difficile afferrare cosa.
    Helen si sarebbe, nel frattempo, ricordata dell'arcadiana e avrebbe provato a fare un po' di conversazione per rompere il ghiaccio.
    Insomma, non ci hai detto nulla di te: chi sei? Ti è piaciuta questa regione?
    La seconda domanda, per quanto magari un po' strana, mostrava come la ragazza non volesse far altro che scambiare due chiacchiere passeggiando.
    Noi è da un po' di anni che siamo qui ad Ephiora, ma non siamo di queste parti: veniamo dalle isole a sud est.
    Mi dispiace per quel monaco.
    Avrebbe poi esordito dal nulla Rain.
    Molte persone sono scappate qui per cercare di seminare i propri fantasmi e a volte basta solamente un soffio di vento per far loro ricordare ciò che volevano dimenticare.
    Il ragazzo fece un sorriso e, ormai fuori dalla città, scese su un sentiero ripido che tagliava a metà la montagna obliquamente.
    Helen prese la mano di Rain e tutto il gruppo rallentò mentre lei scendeva, con qualche difficoltà, le pareti più ripide di roccia bruna.
    Comunque, in generale, qui le persone tendono a farsi gli affari propri.
    Dopo una quarantina di minuti di cammino Helen chiese di fermarsi per riposare. Lo spadaccino buttò a terra l'enorme zaino e si sgranchì finalmente le spalle. Poi prese una borraccia e fece un paio di sorsi prima di passarla alla ragazza.
    Non ci siamo nemmeno presentati!
    Disse poi, quasi strozzandosi con l'acqua che stava bevendo.
    Io sono Helen, lui invece è Rain.

    ***



    Partire e andare in cerca di risposte. Ma andare dove? E come? Con sole due gambe avrebbe dovuto lui percorrere mezzo mondo inseguendo il passato che mai gli aveva permesso di dormire notti tranquille? A chi avrebbe mai chiesto indicazioni su dove andare? Chi più lo teneva in grande stima in quell'immenso e sconosciuto mondo?
    Quasi tutto ormai gli faceva paura: aveva la certezza che nulla ormai era rimasto come un tempo e che l'unico a non essere andato avanti, paradossalmente, era proprio lui.
    Dopo un paio di ore di cammino, raggiunta la vicinanza con il sentiero che portava a Chomandu, Rain ignorò il percorso battuto e si diresse verso est, cioè verso le montagne.
    Non entreremo a Chomandu, taglieremo a metà la regione e arriveremo alla costa est. Lì prenderemo una nave verso le isole ad Est.
    Tu invece potrai prendere un traghetto per Florentia o qualcosa di simile.

    Spiegò. Il percorso era tortuoso e, per quanto lui era certo che in una settimana sarebbe riuscito ad attraversare le montagne, era un po' preoccupato per Helen. La vedeva, piccoletta ma coraggiosa, camminare vicino a lui e questo lo rincuorò.
    Avrebbero potuto rallentare, se fosse stato necessario. Aveva forse lui fretta? Certo che no. Due giorni oppure dieci: qual'era la differenza?
    Pur di non affrontare più nessun viaggio da solo, sarebbe stato disposto a fare a nuoto mezzo oceano. Andava bene così, ancora così dopo tutti questi anni.
    Il panorama mutò mentre i tre viaggiatori costeggiavano un ruscello. Quello che prima era un piccolo corso d'acqua, man mano che i ragazzi salivano di quota, diventava un torrente e poi un abbondante fiume incontaminato. La natura selvaggia regnava sovrana e solo una o due volte Rain riuscì a scorgere una carrozza di qualche boscaiolo che trasportava enormi tronchi appena tagliati.
    Le borracce venivano costantemente svuotate e riempite nuovamente di acqua fresca e pulita e di tanto in tanto qualche animale selvatico faceva capolino dagli alberi per poi rifuggirvi immediatamente.
    Per un momento gli balenò in mente l'idea di inseguire un gallo cedrone e, dopo averlo abbattuto a spadate, cucinalo per cena. L'immagine di lui goffo che cercava di colpire un gallo in quel posto così meraviglioso però gli fece abbandonare quasi subito il piano e lo convinse a continuare a camminare normalmente.
    Helen chiedeva pause sempre più spesso per sedersi un attimo e bere qualcosa e lui sempre e con pazienza le dava ascolto fermando la loro piccola carovana.
    Se sei stanca dillo e ci fermiamo. Non ci sta correndo dietro nessuno.
    Le disse un paio di volte, ma lei rifiutava e continuava il viaggio forse per non voler sfigurare di fronte agli altri due guerrieri.
    Più camminavano e più Rain rimaneva incantato di fronte al panorama. Il fatto che la presenza umana quasi fosse invisibile in quei luoghi lo rassicurava e lo inquietava al tempo stesso.
    Si chiedeva, un po' preoccupato, se le persone gli potessero piacere ancora o se ormai solo il silenzio e lo spirare del maestrale lo potevano far rimanere incantato. Oltre ad Helen: lei però non c'entrava molto.
    'Respira a pieni polmoni' si diceva Rain. Respira ora che non ci sono né voci né fuochi, né soldati né denaro. Respira ora, che forse quando tornerai qui l'aria sarà già cambiata per sempre o forse sarai cambiato per sempre tu.

    ***



    Al tramonto Helen collassò alla prima radura disponibile e Rain prese quel segnale come una richiesta di fermarsi per la notte.
    Montò una piccola tenda di colore blu, in teoria piccola per due persone e alzò con il piede le zolle di terra vicine per poter avere uno spazio adatto al fuoco.
    Vado a prendere qualche rametto caduto nei dintorni, così ci possiamo accendere il falò! Che ne dici?
    Rain le sorrise.
    Va bene. Non allontanarti, però. E' pieno di animali selvatici nei paraggi.
    Helen si allontanò di qualche metro per poi sparire dietro agli alberi vicini e Rain rimase da solo con Yves.
    A proposito di lei: lo spadaccino non era ancora giunto ad una conclusione soddisfacente circa la sua identità e questa cosa lo infastidiva un poco.
    La guardò come aveva fatto a Sankyu, cercando di scrutarle dentro qualcosa di invisibile all'esterno.
    Poi, con nonchalance, le fece una domanda.
    Sei stata mandata a Sankyu dall'Impero, vero?
    Passarono alcuni secondi di silenzio assoluto, ma Rain, seduto su un sasso, non si mosse.
    Puoi dirmelo. Non avrei nessun interesse nell'attaccarti.
    Aggiunse poi, calmo. La sua voce poteva in qualche modo sembrare rassicurante. O almeno lui stava provando ad esserlo il più possibile.
    In lontananza, i passi di Helen sulle foglie bagnate erano l'unico rumore di sottofondo.

    CITAZIONE
    Ruolaggio libero. Attieniti al mio post come cronologia di azioni e come zone percorse, per il resto rispondi come vuoi alle domande e prosegui parlando con Rain come vuoi


     
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    Il Tempo degli Uomini - Viaggio nel Nulla
    Yves non riusciva a capire che genere di rapporto ci fosse tra Helen e il Maestro d'Armi. Sembravano intimi a giudicare dagli sguardi che si lanciavano e dal modo in cui si tenevano per mano, ma quella loro intimità la rendeva perplessa. Aveva visto gli sguardi degli innamorati, eppure tra loro c'era qualcosa di diverso, di più profondo e complesso. Lei non aveva mai provato vero e proprio amore per qualcuno, e tralasciando qualche cotta adolescenziale, aveva rinunciato all'amore per la sua carriera tra le Guerriere di Ysabeth. Aveva fatto la scelta sbagliata?
    Non rimpiangeva le sue scelte, dopotutto era grazie a queste che era diventata quello che era ora, ma non era la prima volta che si chiedeva se non fosse strano ritrovarsi alla sua età senza aver mai provato davvero amore verso qualcuno. Trasporto, passione o anche solo una forte pulsione sessuale. Che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei?
    Perché le venivano in mente ora quelle domande? Non era da lei lasciar vagare la mente in quel modo. Era stata quella dolce carezza, seppur sbrigativa, che il ragazzo aveva riservato ad Helen mentre abbandonavano il villaggio a smuoverle quel vespaio di strane idee in testa. Non aveva tempo per quei pensieri ora, doveva concentrarsi sulla sua missione.
    Fu proprio Helen a salvarla dall'indugiare nuovamente su quella faccenda chiedendole di presentarsi e se le fosse piaciuta quella regione.
    - Hai ragione, chiedo scusa per la mia maleducazione. - disse chinando il capo in segno di scusa. - Mi chiamo Yves, sono una mercenaria e come probabilmente già sapete vengo da Arcadia. -
    Il monaco aveva gridato così tanto che probabilmente lo avevano sentito fino a fondo valle, e le sembrava inutile rinchiudersi dietro la maschera di Lysse in quel frangente. Il ragazzo sembrava un buon osservatore, dunque sarebbe stato più facile mantenere una mezza verità che una bugia.
    Era pericoloso dare il suo vero nome però. Se le cose non fossero andate per il verso giusto c'era il rischio che si mettessero sulle sue tracce una volta terminata la missione e che cercassero un modo per fargliela pagare. Nella peggiore delle ipotesi non sarebbe stata solo lei ad essere in pericolo, ma anche Nia.
    No, era fiduciosa nelle sue capacità in combattimento, e ancora di più nella sua arte oratoria. Poteva farcela senza rischiare troppo.
    Alla seconda domanda di Helen rispose dicendo che la regione l'aveva colpita per la sua bellezza, anche se non amava il vento particolarmente forte di quel luogo. Inoltre aveva avuto alcuni problemi con la gente, come aveva potuto constatare a Sankyu, che era risultata fin troppo diffidente nei suoi confronti.
    La ragazza poi spiegò che lei e il ragazzo erano da parecchi anni ad Ephiora, ma che non erano originari di quel luogo, ma delle isole a sud-est.
    "Sud-Est?" si disse Yves. "Vaygrjord? No, quella si trova più a nord, dunque Niethlung? O forse sta parlando delle Isole Gemelle di Haven"
    Faticava a capire esattamente a quale delle isole facesse riferimento, ma evitò di fare domande. Non le interessava sapere da dove venivano, ma confermare l'identità del ragazzo, e capire dove fosse diretto. Una volta completata la missione si sarebbe dimenticata il più velocemente possibile di tutta quella storia e si sarebbe concentrata solamente sulla ricerca di Nia.
    Il Maestro d'Armi commentò il loro scambio di battute, e Yves evitò di intervenire, limitandosi a scrollare le spalle. Non aveva intenzione di discutere riguardo le sue azioni, anche perché era stata attaccata dal monaco senza un valido motivo e nonostante avesse più volte provato a farlo ragionare questo aveva continuato a infierire.
    Ripensandoci era stata brava a trattenersi dallo sfoderare le armi e dargli il ben servito alla prima minaccia. Gli eventi di Vaygrjord avevano lasciato un segno piuttosto profondo in lei costringendola a guardare sempre le cose in maniera il più distaccata possibile per evitare di commettere errori, errori che però non era riuscita ad evitare nonostante le precauzioni che aveva preso. Ormai il passato era passato.
    - Non ci siamo nemmeno presentati! - esordì infine la ragazza mentre si abbeverava dalla borraccia. - Io sono Helen, lui invece è Rain. -
    Yves evitò di mostrare qualunque emozione sul viso, ma non fu certa di esserci riuscita. Comunque chinò lievemente il capo e rispose educatamente.
    - Piacere di conoscervi. -

    Marciarono per tutto il giorno a ritmo abbastanza serrato passando attraverso gole, sentieri ripidi e qualche pianoro. Inaspettatamente quando raggiunsero il sentiero che avrebbe dovuto condurli verso Chomandu, Rain decise di ignorarlo continuando a proseguire verso est.
    La risposta che diede all'inespressa domanda di Yves fu sufficiente per mandarla in bestia. Si era unita a loro per il viaggio su invito di Helen, ma con quale diritto lui si permetteva di decidere anche per lei? Yves non aveva alcuna intenzione di andare ulteriormente verso est, né imbarcarsi per Florentia dato che sarebbe dovuta rientrare a Louyhong.
    Nonostante il malcontento fosse chiaro sul suo viso non disse nulla, e si limitò a marciare dietro i due attraverso il sentiero stretto e tortuoso, e i successivi passi fino al tramonto quando raggiunsero una radura in cui Helen si lasciò crollare stremata.
    In più punti la giovane si era mostrata stanca, ma si era rifiutata di rallentare o mostrare di essere provata da quella interminabile scarpinata. Yves dal canto suo era stanca, ma non più di quanto non potesse sopportare.
    Rain montò una piccola tenda, probabilmente per sé ed Helen, mentre Yves stendeva la coperta di lana di pecora a terra e vi si sedeva cercando di trovare una posizione comoda. Non era un problema dormire all'aperto, lo aveva già fatto durante il viaggio verso Sankyu, e la coperta era stata abbastanza grande da permetterle di avvolgercisi dentro come fosse un vero e proprio sacco a pelo.
    Sganciò la spada e scudo dalla cintura e li depose accanto al fagotto con le provviste. Dormire con le armi addosso sarebbe stato tremendamente scomodo, ma erano comunque abbastanza vicini da raggiungere in caso di necessità.
    Helen si allontanò per raccogliere alcuni rami per accendere il fuoco. Avrebbe potuto darle una mano, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la ragazza era già sparita oltre gli alberi più vicini.
    Il suo istinto la mise in guardia e sentì quasi i capelli sotto la nuca rizzarsi come le capitava di tanto in tanto quando percepiva un pericolo attorno a sé. Voltandosi incrociò lo sguardo indagatore di Rain. Era inevitabile che dubitasse di lei e non poteva certo dargli torto, ma c'era qualcosa in quello sguardo che la metteva a disagio. Era come se cercasse di guardarle dentro, scrutarle l'anima. Poteva davvero farlo? Solo immaginare qualcosa del genere le metteva i brividi.
    Distolse lo sguardo senza dire nulla, poiché le uniche cose che le venivano in mente non erano per niente lusinghiere. Non provava proprio rancore nei confronti del ragazzo, ma dopo la sua autoritaria decisione di deviare verso est aveva rivalutato la prima impressione che le aveva fatto. Doveva essere abbastanza sicuro di sé da potersi permettere di dirle che cosa fare senza nemmeno prendersi la briga di consultarla prima. Eppure c'era qualcosa in lui che non riusciva ad afferrare del tutto.
    - Sei stata mandata a Sankyu dall'Impero, vero? - disse Rain all'improvviso.
    Yves pensò di aver udito male. Non poteva davvero aver detto una frase del genere. Chi si credeva di essere per sputare sentenze in quel modo? Era davvero così certo di potersela cavare senza nemmeno un graffio nel caso in cui lei fosse stata una spia dell'Impero? Il bando era esplicito riguardo il fatto di evitare di entrare in contatto con lui, ma per quanto pericoloso potesse essere rimaneva comunque un dannatissimo essere umano, e come tutti gli esseri umani sanguinava e poteva essere ucciso.
    No. Quell'ultima frase non era del tutto corretta, aveva visto di che cosa era capace Brann e gli abitanti della Necropoli. Erano a tutti gli effetti degli immortali, eppure sanguinavano. Che anche Rain disponesse di un potere simile? Che fosse per quello che l'Impero era così interessato a quel ragazzo?
    - Puoi dirmelo. Non avrei nessun interesse nell'attaccarti. -
    Quella frase interruppe il flusso di pensieri della donna. Doveva rispondere, non poteva ignorare il ragazzo. Nonostante la schiettezza con cui Rain le aveva posto quella domanda il suo tono era calmo, o almeno così sembrava. Tuttavia questo fatto non rassicurò minimamente Yves, che in quel momento stava correndo sul filo della ragnatela.
    - No. - disse infine, decidendo di essere chiara una volta per tutte. Voleva fargli capire che lei non era una persona qualunque e che non doveva sottovalutarla.
    - L'Impero non mi ha mandata a Sankyu, - aggiunse dopo alcuni istanti di silenzio in cui cercò lo sguardo di Rain. - Mi ha mandato a cercare te. -
    Erano entrambi seduti. Una posizione scomoda per cominciare un combattimento, inoltre lei era anche disarmata, ma poteva contare sul suo potere elementale, oltre che quello della natura, che abbondava attorno a lei. Rain aveva detto che non aveva interesse ad attaccarla, ma era vero? Non poteva esserne certa, ma voleva dargli il beneficio del dubbio.
    - Non hanno idea di dove tu sia, né se tu sia vivo o morto. Ho faticato per arrivare fino a Sankyu e non ero nemmeno sicura che tu fossi davvero quel fantomatico Maestro d'Armi di cui avevo sentito parlare a Chomandu. -
    Aveva scelto di dare il suo vero nome all'inizio di quel viaggio, dunque non aveva senso mentire ora. Anche se una scelta del genere avrebbe potuto procurarle più di qualche problema, ma cominciava ad averne abbastanza di Ephiora e della sua gente. Non aveva fatto altro che passare guai a causa degli abitanti di quel luogo, dunque avrebbe portato a termine il suo incarico rapidamente e se ne sarebbe andata per sempre da quel luogo.
    - Ti sto dicendo la verità perché sinceramente la tua identità, il tuo passato o ciò che l'Impero vuole da te non mi interessa minimamente.
    - disse poi non riuscendo a celare una punta di amarezza nella sua voce. - Non simpatizzo per loro più di quanto non simpatizzi per la mia patria. In questo mondo finiamo per essere solamente pedine mosse da qualcun'altro sulla scacchiera di Kalendor. -
    Senza volerlo ripensò a Nia a come era stata trattata ed esiliata, alla missione che lei stessa aveva affrontato a Nastadeva finendo per trovarsi pugnalata alle spalle da una sua connazionale, e tutto per colpa dell'Impero.
    - Ho accettato l'incarico di trovarti e confermare la tua esistenza in cambio alcune informazioni riguardo l'ubicazione di mia sorella. E' solo per lei che ho affrontato questo viaggio nel nulla. - concluse scrollando le spalle. - Ora che sai la verità che cosa è cambiato da prima? Ti senti meno sicuro ad avere accanto a te una sedicente spia imperiale piuttosto che una qualunque mercenaria arcadiana che visita le terre di Ephiora? -
    Era seriamente curiosa di sentire la risposta del ragazzo. Da come aveva esordito era abbastanza sicuro di trovarsi davanti una spia, dunque che differenza faceva per lui avere quella conferma da lei? Se avesse voluto fargli del male, o farne ad Helen, lo avrebbe già fatto. Aveva avuto migliaia di occasioni durante quel primo giorno di viaggio.
    Improvvisamente le ritornò in mente quanto era accaduto durante il viaggio da Louyhong a Chomandu, quando Joon-En e Shen-Yi l'avevano fatta confessare per poi renderla inoffensiva. Quella volta aveva commesso un errore madornale credendosi più furba di loro due, che avesse sbagliato anche adesso con Rain? Era probabile, l'orgoglio era una sua grossa pecca, ma ormai il dado era tratto, non poteva fare altro che giocare la partita che le si presentava davanti.



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    L'unico rumore era, ancora una volta, quello del vento.
    Lo sguardo di Rain analizzò nuovamente l'arcadiana e ne soppesò ogni parola. Quando gli rivelò la verità e lo scopo per cui era stata mandata a Sankyu, lo spadaccino sorrise e fece un sospiro. La ragazza sembrava infastidita e questa cosa disturbava Rain.
    L'aveva fatta andare via con lui ed Helen, aveva fermato il monaco che la stava attaccando e lui stesso aveva evitato ogni tipo di ostilità. Perché quindi assumere ancora una volta quel tono tanto ingrato e nervoso?
    Il ragazzo avrebbe voluto alzarla e darle uno schiaffo solo per insegnarle a stare al posto suo, specialmente a casa degli altri.
    Disse che di lui non le importava nulla e Rain si chiese quanto quel viaggio avesse effettivamente influito su di lei. Aver visitato una nazione diversa e libera le aveva un minimo aperto gli occhi? Le aveva fatto realizzare che si può vivere anche al di fuori di ogni legge e autorità? Non si chiedeva per quale motivo l'Impero ce l'avesse tanto con lui?
    Rain, fosse stato nel ruolo opposto, avrebbe avuto molte domande.
    Hanno già provato a farmi fuori qualche anno fa ma non ci sono riusciti.
    Pensò a Scaar e al loro tragico incontro. L'unico, seppur bizzarro, amico che aveva avuto lo aveva tradito e aveva cercato di farlo fuori. Poi le cose erano degenerate ed era stato Rain a farlo fuori.
    Ora invece l'Impero aveva rinunciato a ucciderlo e voleva solo sapere se fosse vivo: piuttosto strana come cosa. Come mai avrebbe potuto morire? Per mano di chi? Di quella ragazza? Lo spadaccino aveva molte domande.
    Mi piacerebbe sapere come hai fatto a trovarmi e chi ti abbia dato informazioni.
    Disse con distacco e un po' di fastidio.
    Ma tanto ormai è inutile.
    Pensò alle parole di Yves e soppesò se usare la sorella come arma di scambio a sua volta. Avrebbe potuto metterla in mezzo e minacciarla in qualche modo, oppure prometterle a sua volta informazioni su di lei contando su suoi vecchi contatti che in realtà nemmeno esistevano.
    Sperò che non ce ne sarebbe stato bisogno.
    La loro conversazione fu interrotta dal rumore dei passi di Helen che si stava avvicinando al piccolo accampamento.
    Si girò improvvisamente verso Yves, la guardò con gli occhi più vitrei del mondo e le parlò.
    Devi dire loro che sono rimasto a Sankyu.
    Il tono era deciso e intimidatorio. Non una minaccia, non un consiglio: quasi un ordine.
    La piccola sagoma di Helen uscì fuori dalla boscaglia e mentre si avvicinava Rain parlò nuovamente a Yves, come si fosse ricordato qualcosa di importante.
    E devi dire anche che lei è morta di tosse convulsa questo inverno.
    Fece appena in tempo a finire la frase la ragazza giunse davanti ai due con in braccio un po' di rametti secchi.
    Eccomi! Che paura il bosco a quest'ora! Comunque ho preso questi, vanno bene?
    Rain guardò il bottino e vide che era piuttosto scarno. Non volle deluderla e quindi annuì.
    E' perfetto, ora accendiamo un fuochino e poi ce ne andiamo a nanna. Tu specialmente.
    Avrebbe detto con dolcezza, per poi sorridere. La ragazza sorrise di rimando e sorrise anche alla solitaria Yves.
    L'arcadiana, confidandosi e dicendo il suo vero nome, si era scoperta. Mettere in mezzo sua sorella fu poi forse un po' azzardato.
    Rain si era rivolto a lei brutalmente e seriamente ma senza passare a nessuna minaccia. Sperava, in cuor suo, che la ragazza avrebbe preso la decisione giusta semplicemente riflettendo sulla situazione.
    Non avrebbe mai saputo quale sarebbe stato il rapporto che avrebbe fatto al committente della missione; sapeva soltanto che si sarebbe ben presto accorto delle conseguenze delle sue parole.
    Sperò di essere stato abbastanza convincente e pensò a quanto utile sarebbe potuta essere Yves alla sua causa semplicemente dicendo quelle due false informazioni.
    Incrociò le dita.

    ***



    Il pasto fu semplice ma sufficiente. La coppia mangiò un po' di carne essiccata e poi si riempì lo stomaco con la frutta fresca presa il giorno stesso al mercato. Helen avrebbe poi offerto tutto anche a Yves.
    Il fuoco, per quanto piccolo a causa dei pochi rametti presi dalla fanciulla, scoppiettava vivacemente e infondeva un senso di benessere e tranquillità. Il vento, l'odore di legna secca e il rumore del ruscello lontano accompagnavano la scena.
    Ogni tanto, in lontananza, si sentiva il verso di qualche uccello notturno.
    I tre, finita la frugale cena, erano seduti intorno al fuocherello.
    Viaggi spesso, Yves? Noi è da un po' di anni che non ci muoviamo.
    Avrebbe detto amichevolmente Helen, per poi guardare Rain affettuosamente.
    Il ragazzo, invece, aveva lo sguardo fisso sul fuoco. Sembrava stesse pensando a qualcosa di lontanissimo e che richiedeva una concentrazione elevatissima per essere compreso. Non reagì neanche alla frase della ragazza e si limitò ad annuire distrattamente mentre la luce del fuoco gli illuminava il viso e la barba un po' trascurata.
    Beh, io me ne vado a dormire, notte!
    Avrebbe poi annunciato per poi sparire nella piccola tenda. Ancora una volta i due guerrieri si ritrovarono faccia a faccia. Ora però Rain non avrebbe detto nulla.
    Dormi bene.
    Avrebbe poi detto. Se Yves non avesse aggiunto altro, si sarebbe introdotto nella tenda per poi mettersi a dormire.


     
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    Rain non sembrava sorpreso nel sentirsi dire che l'Impero lo stava ancora cercando, anzi sorrise e sospirò come se quella fosse esattamente la risposta che si aspettava. Poi il ragazzo ammise che non era la prima volta che qualcuno cercava di farlo fuori su commissione, evidentemente senza successo.
    Alla successiva domanda di Rain, Yves era indecisa se rispondere. Cosa sarebbe successo se avesse fatto i nomi di O'aka e Dao Shin? Li avrebbe cercati e uccisi? Non sembrava quel tipo di persona a prima vista, ma le persone diventavano feroci e subdole quando erano messe all'angolo. Fortunatamente lo stesso ragazzo le tolse la possibilità di rispondere dicendo che non aveva più importanza ora.
    Rain sembrò soppesare le parole di Yves una ad una e la cosa non le piacque affatto. La stava analizzando? Pensava a come sfruttare quella situazione a suo vantaggio? Forse aveva fatto un terribile sbaglio a dirgli la verità riguardo al suo viaggio, allora perché lo aveva fatto? Non era da lei fare azzardi del genere; che fosse stato semplicemente perché lui non si era mostrato ostile e dunque degno della sua fiducia?
    Un rumore di passi provenienti dal vicino bosco la riportarono alla realtà e Rain le si rivolse in modo intimidatorio, quasi minaccioso.
    - Devi dire loro che sono rimasto a Sankyu. E devi dire anche che lei è morta di tosse convulsa questo inverno. -
    Yves aprì la bocca per ribattere, senza tentare di nascondere la rabbia che le stava montando dentro. Nuovamente il ragazzo si arrogava il diritto di dirle che cosa fare e dire, come aveva fatto sul sentiero quel mattino.
    Quelle erano le sue condizioni? Bene, allora anche lei avrebbe posto le sue. Tuttavia la discussione fu interrotta da Helen che ricomparve pochi istanti dopo con dei rami secchi per il fuoco.
    Rain rivolse alla sua compagna un dolce sorriso e lei rispose a questo a sua volta. Poi si voltò verso Yves e le sorrise. Era un sorriso caldo, sincero, che la colpì brutalmente al cuore. Le ricordava quello di Nia, e anche se non era dell'umore giusto, rispose sorridendo a sua volta.
    Improvvisamente si sentì stanca. Sicuramente era la fatica del viaggio, ma c'era anche una stanchezza mentale. Il confronto verbale che aveva appena avuto con Rain l'aveva provata più di quanto non volesse ammettere e nella sua testa c'era un turbinio di pensieri che non sembrava volersi fermare. Doveva schiarirsi le idee, capire dove stava sbagliando perché si era resa conto di aver fatto troppi errori durante quel viaggio, e non era da lei comportarsi in quel modo.

    La cena accanto al falò fu spartana. Rain ed Helen mangiarono della carne secca e della frutta che presero dai loro bagagli. Yves invece mangiò la carne che aveva con sé e rifiutò gentilmente l'offerta della ragazza, dicendo semplicemente che non aveva più fame.
    I rumori della natura sembravano aver calmato almeno in parte i pensieri di Yves, ma c'era ancora qualcosa che non riusciva ad afferrare del tutto. Lo sentiva sulla punta della lingua, eppure la risposta continuava a sfuggirle via come se fosse stata fatta d'acqua.
    - Viaggi spesso, Yves? Noi è da un po' di anni che non ci muoviamo. - esordì poi Helen rivolgendole la parola.
    - No, anche se ultimamente mi sono trovata ad affrontare dei viaggi piuttosto impegnativi. -
    Rain aveva un'espressione imperscrutabile e sembrava perso a fissare il fuoco, tanto che Helen esordì dicendo che sarebbe andata a dormire sparendo poco dopo nella piccola tenda.
    Erano nuovamente soli. Faccia a faccia, eppure tra tutte le cose che voleva dire non riusciva a dire una singola parola. La minaccia di Rain continuava a rimbombarle nella mente come un eco lontano che si ingrossava di volta in volta. Che cosa doveva fare? Arrabbiarsi ancora? Mostrare i denti come aveva fatto spesso in circostanze simili? Non ne aveva la minima idea. Forse il ragazzo si aspettava che fosse lei a cominciare un discorso, e vedendo che non accadeva nulla si congedò ritirandosi nella tenda assieme ad Helen.
    Aveva perso anche quell'occasione per cercare di capire meglio la situazione. Arrabbiata con sé stessa s'infilò nella coperta di lana di pecora e vi si avvolse avvicinandosi un po'di più al fuoco. Sarebbe stata una notte fredda e di sogni confusi.

    Aveva provato a dormire, ma per quanto si sforzasse il sonno sembrava non voler arrivare. Era riuscita ad assopirsi dopo la cena, e probabilmente aveva anche dormito per alcune ore, poi però i pensieri erano tornati a tormentarla togliendole completamente il sonno.
    Si girava e rigirava dentro la coperta cercando una posizione comoda in cui riprendere a dormire, ma o trovava qualche sasso scomodo sul terreno oppure i suoni della natura prima così dolci e concilianti ora le sembravano indecentemente fastidiosi.
    Stanca di quella situazione si alzò e decise di fare quattro passi per schiarirsi le idee. Il cielo non era così scuro e a est si poteva scorgere un chiarore; l'alba non era lontana.
    Non si allontanò troppo dal campo, non voleva che Rain o Helen si preoccupassero o peggio si insospettissero, dunque rimase nella radura in cui si erano accampati, ma a una decina di metri dalla tenda e dal fuoco ormai estinto. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente cercando di allontanare ogni pensiero superfluo.
    Lentamente si lasciò cullare dai suoni della natura: il fruscio del vento sull'erba, il gorgoglio del ruscello poco più avanti, l'odore dell'erba umida di rugiada, il richiamo di qualche animale in lontananza. Sentì il suo essere assopirsi lievemente, mentre entrava in comunione con la natura attorno a sé. Era una pratica che l'aiutava a rilassarsi e analizzare la situazione e sé stessa, vi aveva fatto ricorso spesso dopo l'addestramento al Tempio, ma da quando aveva cominciato quel viaggio a Ephiora non aveva mai trovato il tempo di farlo. Forse per quello era diventata così apatica e distaccata nel parlare? Era vero che non le interessava più nulla se non arrivare a Louyhong e sapere dove cominciare a cercare Nia? Sì, le importava molto, ma sentiva di aver perso qualcosa di importante durante quel viaggio, se non prima.
    Da quando aveva cominciato a comportarsi così? Qual'era stato il fattore scatenante? Era certa di essere quasi riuscita ad arrivare alla risposta in precedenza, ma questa continuava a sfuggirle. Ora aveva tempo e modo di riflettere su quanto stava accadendo e quanto era accaduto.
    Una folata di vento un po' più forte le scompigliò i capelli e minacciò di farla barcollare indietro, ma ritrovò subito la stabilità. In quell'istante in cui le sembrò di cadere riuscì finalmente ad afferrare la risposta che stava inseguendo.
    Tutto era cominciato dalla spedizione a Vaygrjord. Era stata l'amara delusione che aveva avuto da Brann e dagli altri vaygr con cui aveva condiviso quel viaggio a trasformarla in ciò che era ora. Aveva criticato le scelte del cacciatore, il suo voler usare ogni mezzo per arrivare al suo egoistico scopo, che ora lei si era ritrovata a fare esattamente la stessa cosa. Vedeva solamente Nia davanti a sé e ogni persona che si metteva in mezzo doveva essere calpestata o rimossa senza pietà.
    No. Lei non era così, quella non era lei. Aveva deciso di rinchiudere la sua empatia per gli altri e l'orgoglio in una parte remota di sé per poter diventare così quella spietata mercenaria che non si curava di ferire gli altri o abbandonarli pur di raggiungere i suoi obiettivi. No, no no...
    - Oh Dee, che cosa sono diventata. - disse quasi bisbigliando.
    Sentire il suono della propria voce contribuì a farle capire che quella era la realtà dei fatti. Accecata dal suo obiettivo aveva scelto di diventare insensibile a ciò che la circondava, per paura di rimanere nuovamente ferita.
    Inspirò ed espirò profondamente, ritraendosi lentamente dall'empatia naturale e aprendo gli occhi. Quanto tempo era passato? Il cielo si era rischiarato ulteriormente e i primi raggi di sole toccavano l'erba della radura. Si sentiva un po'irrigidita dall'essere rimasta in piedi per tutto quel tempo, ma non provava freddo grazie agli abiti caldi che indossava.
    Un rumore alle sue spalle la mise istintivamente in allarme. Non aveva udito dei passi, ma potevano esserle sfuggiti mentre era persa nei suoi pensieri. Che fosse Rain o Helen che si fossero preoccupati non vedendola nel suo giaciglio? O qualche creatura selvatica?
    Istintivamente la mani scivolò sul fianco, ma non trovò nulla. Aveva lasciato le armi e lo scudo accanto alla coperta, dunque ora era disarmata. Poteva contare su altro per difendersi, ma avrebbe dovuto comunque recuperare le armi se le cose si fossero messe male.
    Decise di non voltarsi, se fosse stato il ragazzo o Helen le avrebbero rivolto la parola, nel caso di qualche creatura selvatica poteva anche non essere ostile e se l'avesse ignorata forse si sarebbe allontanata da sola. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe dovuto ricorrere alle sue abilità elementali e al potere della natura per fermarla.



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    Una volta entrato nella tenda, Rain si sarebbe sdraiato vicino ad Helen cingendola con un braccio.
    Pensi che se ne andrà?
    Bisbigliò lei nel suo orecchio.
    Rain mugugnò, pensoso.
    Non lo so. Forse sì. Non riesco proprio a capirla.
    I due cercavano di parlare il più piano possibile in modo da non essere sentiti.
    Ci stavano cercando, ho un po' paura..
    Lui la strinse un po' più forte e fece un sorriso, il primo sincero dopo un bel po' di tempo.
    Ci trovassero pure. Che mai possono farci?
    Ridacchiò e fece del suo meglio per infondere sicurezza alla ragazza.
    Non lo so...
    Quella disse, pensierosa.
    Poco dopo lei si addormentò e Rain si fermò ancora un po' a pensare al da farsi. Il progetto che aveva in mente era ambizioso e richiedeva una grande quantità di tempo energia.
    Aveva fiducia nelle sue capacità, ma era stanco di dover affrontare sempre ogni cosa da solo.
    Helen si aggiustò e si girò dall'altra parte. Lui ringraziò il cielo ricordandosi che alla fine da solo non lo era mai stato.


    ***



    Il giorno seguente Yves avrebbe potuto vedere Rain alzarsi abbastanza di buon mattino e preparare lo zaino.
    Giorno. Oggi dovremmo arrivare alla costa.
    Una volta uscita anche Helen, avrebbero poi smontato la tenda e ricominciato a camminare vero est.
    Il viaggio sarebbe stato decisamente più veloce e facile rispetto a quello del giorno prima visto che il piccolo gruppo ora si trovava a scendere dalle montagne centrali per poter giungere alla costa orientale del paese. Un piede in fallo sarebbe significato una brutta caduta e ogni tanto sia Helen che Rain dovettero appoggiarsi a un albero o a un masso per non scivolare sul terreno ghiaioso.
    Il viaggio, tranne qualche frase qua e là di Helen, sarebbe stato piuttosto silenzioso. In ogni caso, per Yves sarebbe stato impossibile capire se Rain avesse detto alla ragazza che l'arcadiana era venuta a Sankyu proprio per cercare lui.
    L'atteggiamento di tutti e due, alla fine, sarebbe stato più o meno uguale a quello del giorno precedente.
    Dopo essersi fermati per il pranzo, poco prima del tramonto i tre riuscirono a scorgere il mare e nel giro di un'oretta raggiunsero un piccolo molo situato su una spiaggia pietrosa. Il vento marino e il rumore delle onde avrebbero riempito il naso e le orecchie dei tre e la visione del lontano oceano al tramonto sarebbe stata mozzafiato anche per i più intraprendenti avventurieri.
    Rain avrebbe spiegato, un po' ad Helen e un po' a Yves, che la parte est di Ephiora era di gran lunga la meno popolosa e la meno ricca. Pochi erano gli abitanti e quasi tutti vivevano di pesca e piccole commissioni che portavano a termine con le loro imbarcazioni.
    Nel molo erano ancorate poche navi, ma un paio di esse sembrava essere adatta per un viaggio modesto.
    Vado a chiedere se possono darci un passaggio, voi rimanete qui.
    Avrebbe annunciato Rain, per poi avvicinarsi a un paio di marinai a terra.
    Helen si sarebbe seduta per terra, sfinita.
    E' stato un bel viaggio, no? E chissà quanto ancora ci sarà da viaggiare!
    Dopo un po' lo spadaccino tornò e annunciò alle due ragazze l'esito del breve colloquio.
    Stanno per salpare verso est, quindi noi due dovremmo sbrigarci. Ho già dato loro i soldi per farci dare un passaggio.
    Prese lo zaino sulle spalle e parlò all'Arcadiana.
    Viaggi a Florentia non sono in programma, almeno in questo piccolo porto, ma domani mattina partono per una piccola città a sud est di Louyhong per trasportare del pesce sotto sale.
    Dovrai viaggiare con la puzza per tutto il tragitto! Io fossi in te mi sceglierei un'altra barca..
    Rain fece un sorriso e guardò Yves con un minimo di cordialità.
    Le nostre strade si dividono, Arcadiana. Ti auguro fortuna nella tua ricerca.
    Avrebbe poi sorriso. Helen invece avrebbe abbracciato la ragazza informalmente e le avrebbe messo una manina sulla spalla.
    Fai buon viaggio e grazie della compagnia! Ciao!
    Le schiene si sarebbero man mano allontanate e dopo qualche minuto sarebbero saliti su una nave merci non troppo grande. Dopo circa una mezz'oretta l'imbarcazione sarebbe salpata nell'infinito e freddo mare di Ephiora.
    CITAZIONE
    A te la scelta su come chiudere la role con il tuo post finale. Mi piacerebbe sapere i pensieri di Yves su tutta l'intera faccenda e cosa riferirà al committente. Poi hai carta bianca sul dopo. Ricordati di postare la valutazione per il master da 0 a 5.
    Nel post finale chiuderò la role dal punto di vista di Rain e procederò alla valutazione!


     
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    Il Tempo degli Uomini - Epilogo
    Yves tese le orecchie per cogliere qualunque rumore alle sue spalle, ma anche dopo parecchi istanti non riuscì a distinguere nulla di quanto udito in precedenza. Che Rain o Helen si fossero fermati alle sue spalle?
    Decise di voltarsi e affrontare qualunque cosa si fosse avvicinata, ma voltandosi non vide nulla, se non un animaletto dal pelo fulvo allontanarsi di gran carriera nella radura. Probabilmente la bestiola curiosa si era avvicinata, ma una volta resasi conto di essere davanti ad un essere umano aveva deciso di andarsene prima di rischiare la pelliccia.
    Non sarebbe riuscita a identificare la creatura con certezza, ma aveva l'aspetto di un canide dalla pelliccia folta e rossa. Una specie di volpe? Ormai la bestia era già al limitare del bosco e presto sarebbe scomparsa dalla vista di Yves.
    La donna decise di ritornare al campo, avvolgersi nuovamente nella coperta e attendere il risveglio di Rain e della sua compagna. Li aspettava un'altra lunga marcia attraverso Ephiora.

    A dispetto delle aspettative il viaggio verso la costa fu più semplice del previsto. I sentieri erano abbastanza larghi e battuti, eccezion fatta per alcuni passaggi stretti in cui tutti e tre dovettero appoggiarsi ad alberi o rocce per evitare una brutta caduta, o peggio.
    Marciarono quasi sempre in silenzio, tutti probabilmente immersi nei loro pensieri. Yves non cercò di parlare a Rain della sera precedente né provò ad iniziare un discorso, limitandosi a rispondere alle eventuali domande di Helen o sorridere quando le rivolgeva la parola.
    Avrebbe dovuto scusarsi? No, non aveva fatto nulla di male, se non forse mostrare un brutto lato del suo carattere, ma nessuno dei due ne aveva colpa, dunque non aveva senso cercare di spiegare o giustificare il suo comportamento. Che pensassero pure quello che ritenevano più opportuno.
    Al tramonto sarebbero finalmente giunti alla costa. Il piccolo villaggio era situato vicino ad una spiaggia pietrosa e il tramonto sull'oceano era una vista spettacolare, alla quale Yves non riuscì a trattenere un'espressione di sorpresa. Non le era mai capitato di assistere ad uno spettacolo del genere, considerato anche il fatto che proveniva da una terra dove il mare era qualcosa che non era sempre facile da raggiungere.
    Rain spiegò, forse più a favore di Yves che di Helen, quanto i villaggi della costa est fossero poveri e quasi tagliati fuori dal resto del paese. Il molo era piccolo, e le navi ancorate non particolarmente adatte ad affrontare lunghe tratte. L'arcadiana cominciò a chiedersi se sarebbe davvero stato possibile imbarcarsi lì per Florentia o qualunque altro porto del continente.
    Il Maestro d'Armi si allontanò per chiedere chiedere qualche informazione ai pescatori del porto. Helen si sedette a terra sul pietrisco e disse la sua riguardo quel viaggio. Yves non rispose, ma le sorrise e annuì. Pochi istanti dopo Rain tornò da loro e spiegò che era giunto il momento di dividersi.
    Lui ed Helen sarebbero saliti su una nave diretta a est, mentre Yves avrebbe dovuto aspettare l'indomani per potersi imbarcare verso Louyhong. Riuscì a celare il suo dispiacere nello scoprire che si sarebbero divisi così presto, aveva sperato di poter parlare nuovamente con Rain con maggior calma, ma evidentemente il fato aveva altri progetti per tutti loro.
    - Le nostre strade si dividono, Arcadiana. Ti auguro fortuna nella tua ricerca. -
    - Fai buon viaggio e grazie della compagnia! Ciao! -
    Helen si spinse fino ad abbracciarla, seppur in modo informale e non con una stretta così forte da simboleggiare un vero e proprio affetto per lei, ma Yves ne rimase comunque colpita. Quella ragazza aveva davvero qualcosa di speciale. Il suo essere così spensierata e genuina era qualcosa che non si vedeva molto spesso in quella Kalendor sempre più divisa.
    I due si stavano già voltando per andarsene quando Yves finalmente riuscì a trovare il coraggio di parlare.
    - Rain. - disse attirando l'attenzione del ragazzo. - Grazie. -
    Se il ragazzo si fosse voltato avrebbe potuto scorgere Yves a capo chino. Non accadeva spesso che lei s'inchinasse davanti a qualcuno, non di certo uomini, ma quello era uno dei pochi modi che aveva per trasmettergli tutta la riconoscenza che provava in quel momento. Lui l'aveva aiutata a capire che cosa stava sbagliando e darle modo di correggere il suo errore prima che fosse troppo tardi. Non poteva fare molto altro, ma avrebbe onorato la sua richiesta.

    Il mattino seguente Yves s'imbarcò sul trasporto diretto verso Louyhong. Viaggiare con del pesce sotto sale non era il massimo, ma almeno sarebbe riuscita ad avvicinarsi alla sua destinazione. Fortunatamente nonostante si trattasse dell'oceano l'imbarcazione era abbastanza stabile e il fatto che navigassero in vicinanza della costa evitava un eccessivo rollio. Riuscì persino a non vomitare una volta giunta al piccolo villaggio a sud-est di Louyhong.
    Dopo una notte di riposo nella locanda al porto s'incamminò verso Louyhong, e ci mise poco meno di una giornata di viaggio seguendo la strada principale.
    Louyhong ora ai suoi occhi aveva un aspetto totalmente diverso rispetto a quando se l'era lasciata alle spalle la prima volta. Quel viaggio nel profondo di Ephiora l'aveva cambiata più di quanto non volesse ammettere a sé stessa. Poteva scorgere chiaramente chi cercava nuove opportunità in quella città, e chi invece sfruttava l'Impero per il proprio tornaconto, chi si batteva per mantenere quelle terre libere dall'oppressione e chi invece credeva davvero che l'Impero potesse fare la differenza per quei luoghi.
    Improvvisamente si chiese che cosa avrebbe pensato Grayon di lei in quel frangente, avrebbe capito la differenza che c'era tra il non accettare il dominio dell'Impero per orgoglio e il non avere davvero la necessità dell'interferenza di questo? Se avesse avuto occasione di incontrarla glie lo avrebbe certamente chiesto.
    Yves entrò nella loggia della Legione d'Acciaio con passo deciso. I mercenari presenti le lanciarono qualche sguardo perplesso e anche l'uomo dietro il banco di legno dove venivano ritirati e consegnati gli incarichi la scrutò per qualche istante. Poi qualcosa sembrò accendersi nel suo sguardo, riconoscendo la donna come la folle che aveva accettato l'incarico di identificare Rain nel profondo di Ephiora.
    - Bentornata. Se sei già di ritorno direi che la missione non ha avuto successo. - sogghignò. - Te l'avevo detto che era impossibile; quell'uomo probabilmente nemmeno esiste. -
    - L'ho visto. Corrisponde alla descrizione nel bando, anche se non è stato affatto facile avvicinarlo... -
    Improvvisamente l'attenzione dei presenti fu calamitata dalle parole di Yves e il silenzio calò nella sala. Quella donna era davvero riuscita a portare a termine l'incarico in cui molti altri avevano fallito? Era davvero possibile, eppure stando a ciò che stava raccontando non poteva essere tutto frutto della sua immaginazione: quei luoghi, la descrizione accurata del soggetto; ci era davvero riuscita.
    Yves spiegò che Rain era stato individuato a Sankyu, un villaggio nel nord est di Ephiora, tuttavia era risultato quasi del tutto inavvicinabile a causa della forte omertà nei suoi confronti da parte dei membri della comunità. Era riuscita a raggiungere il villaggio facendosi passare come una scorta per un mercante e nonostante avesse avuto qualche difficoltà a farsi accettare dai nativi era infine riuscita a scorgere Rain. Abitava nel monastero e si faceva passare come Maestro d'Armi, e pertanto era davvero inavvicinabile, tuttavia era capitata a Sankyu durante una particolare festività che le aveva permesso di scorgere il ragazzo assieme al priore del monastero e gli altri monaci.
    Si era tenuta a distanza evitando ogni contatto diretto, ma parlando con uno dei monaci più giovani era riuscita a capire che Rain era arrivato al monastero anni addietro assieme ad una ragazza, che però era morta durante l'inverno. Sembrava fosse già malata e che fossero giunti a Sankyu proprio per cercare una cura per lei. Dalla sua dipartita Rain non aveva dato segni di voler lasciare quel luogo.
    - ...non ho nemmeno cercato di avvicinarmi al monastero per ottenere ulteriori conferme. Mi è bastato uno sguardo per riconoscerlo, e capire perché l'Impero lo cerchi e lo ritenga un pericoloso criminale. C'è qualcosa nel suo essere, nel suo sguardo, che incute timore. Quel tizio è pericoloso ed è meglio non averci nulla a che fare. - concluse Yves terminando il suo racconto. - E dopo questo non ho la minima intenzione di rimettere piede più a nord di Louyhong per alcun motivo! -
    Un brusio si levò tra i membri della loggia. Alcuni annuivano e commentavano le gesta di Yves, altri invece scuotevano il capo chiedendosi se fosse mai davvero giunta fino a quel fantomatico villaggio. Tuttavia l'uomo dietro il banco sembrava abbastanza convinto della veridicità delle sue parole.
    Annuì infine, e disse a Yves di passare il giorno seguente per il suo pagamento.
    Ce l'aveva fatta alla fine, era riuscita a mettere in piedi una storia abbastanza verosimile. Aveva sfruttato ogni elemento possibile per dare veridicità alla vicenda, aveva usato i dettagli che aveva potuto vedere in prima persona in modo che non potessero dubitare del suo racconto, inoltre avendo davvero visto Rain la descrizione era quanto più accurata possibile.
    Aveva pagato il suo debito con il Maestro d'Armi. Quando lo avrebbe rivisto, se lo avesse mai rivisto, non avrebbe lesinato sulle domande. Chi era? Che cosa aveva fatto per inimicarsi l'Impero? Qual'era la sua storia?

    Il giorno seguente Yves si presentò alla loggia di buon mattino. Stavolta a parte l'uomo al banco non c'era nessun altro.
    - Come richiesto il tuo pagamento non sarà in denaro, ma in informazioni. - disse vedendola entrare. - Volevi sapere dove si trovasse una certa Nia Canterra, giusto? -
    - Hai trovato qualcosa? -
    - Sembra che una persona che corrisponde alla descrizione da te fornita e con quel nome sia attualmente ad Aethernia. -
    Il cuore di Yves mancò un battito. Era viva, ma cosa ci faceva nella capitale dell'Impero? Che avesse trovato un lavoro, forse aveva scelto di diventare una mercenaria per cercare di sopravvivere...
    - Sembra sia una recluta dell'Esercito Imperiale. -
    Yves s'irrigidì. Non aveva senso. Perché cercare di arruolarsi nelle fila dell'Impero? No, non poteva essere lei. O forse si? Nia era sempre stata testarda e contro ogni regola, eppure questo era troppo anche per lei.
    Doveva incontrarla. Doveva parlarle e capire quella situazione. Si, dopotutto non sempre l'Impero era sinonimo di male assoluto, e anche lei aveva potuto constatare che esistevano persone devote al vessillo imperiale che non erano dei fanatici.
    Ringraziò l'uomo e si congedò. Doveva contattare Grayon e capire se davvero Nia si era arruolata nell'esercito. Ora aveva un nuovo scopo, una nuova direzione.



    Link SchedaYves Canterra


    CITAZIONE
    Valutazione Master: 4/5

    Complessivamente la role mi è piaciuta molto, anche se si è svolta in modo un pochino asimmetrico. Mi hai lasciato il giusto spazio all'inizio per agire,
    descrivere e ruolare Yves come meglio credevo, da metà circa hai cominciato a inserirti mettendomi davanti a delle situazioni per nulla facili da gestire,
    e più di qualche volta mi sono trovato a pensare di aver fatto la scelta sbagliata.
    Hai fatto un bel lavoro orchestrando i PNG e gli eventi, anche se forse nelle parti finali hai schiacciato un po'troppo sull'acceleratore non permettendomi di avere un dialogo vero e proprio con Rain dopo che Yves si era resa conto di essere in errore, ma sta bene anche così.
    Per le prossime masterate ti consiglio di forzare meno la mano in certi punti (se e dove è necessario fallo, ma non costringere l'utente o gli utenti a seguire un determinato percorso per forza togliendo loro la possibilità di dialogare o esplorare situazioni alternative) e sopratutto sfrutta quando puoi ciò che gli utenti ti danno (informazioni, nomi, descrizioni, cose che per i PG possono essere improtanti) per metterli sulla strada giusta, senza forzarli.

    Come master sei promosso comunque, aspetto di vederti prossimamente nei panni di master. Oltre al fatto che spero di poter ruolare ancora con Rain,
    perché secondo me lui e Yves hanno ancora un po'di cose da dirsi.
     
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30 replies since 10/10/2017, 15:25   453 views
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