Il Paese delle Nevi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Role chiusa. Partecipanti:
    Silver Element
    BretonSaga

    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    La camera in cui alloggiava da poco più di una settimana cominciava ad andarle stretta. Era arrivata a Bravollr, una piccola città portuale nelle vicinanze di Vayrgjord, a seguito della disastrosa caccia al drago a cui aveva preso parte. Disastrosa per lei almeno dato che ne era uscita viva, ma con una serie di ferite non indifferenti.
    I primi giorni passati alla locanda "Il Cinghiale Felice", la migliore ed unica presente a Bravollr, li passò principalmente a letto in preda alla febbre, principi di congelamento e ipotermia. Era stata seguita e curata da una delle figlie del locandiere, Helga, che aveva passato i primi tre giorni al suo capezzale senza lasciarla un attimo. L'aveva costretta a mandare giù una zuppa di erbe e patate tritate per rimettersi in forma. Le aveva lavato e medicato le ferite e l'aveva aiutata, quando riuscì a rimettersi in piedi, a lavarsi nel bagno comune presente al piano terra.
    Se c'era una cosa che a Vaygr sapevano costruire bene erano i bagni. Dovevano essere isolati dall'esterno, caldi all'interno ed avere sempre a disposizione acqua calda per gli ospiti ad ogni ora.
    La vasca in cui si era immersa Yves poteva ospitare almeno altre quattro o cinque persone, ma fortunatamente Helga l'aveva riservata per lei, in modo da potersi lavare con calma e rilassarsi. La donna era rimasta in piedi fuori dalla vasca, attenta che la giovane arcadiana non venisse colta da un mancamento proprio mentre era immersa nell'acqua.
    Ora distesa sul letto della sua stanza, quasi completamente ripresa dalle fatiche dell'ultima avventura, valutava il da farsi. Fissava le travi in legno del soffitto, come se queste potessero suggerirle la strada migliore da intraprendere.
    Non sapeva esattamente dove fosse, e sul come ci fosse arrivata era una storia tutta da ridere, ma non era questo il momento di raccontarla. Doveva trovare un porto ed una nave diretta al continente. Doveva ritornare ad Arcadia; doveva riprendere la sua ricerca. I pensieri corsero agli ultimi eventi, a Nia, all'attraversata del mare, la caccia al drago.
    Li allontanò quando il suo stomaco emise un gemito per reclamare l'attenzione. Fuori era buio e la neve che era caduta durante tutto il giorno, non accennava a voler smettere; era quasi ora di cena.
    Si sforzò di alzarsi e combattere il mal di testa che l'assalì non appena riuscì a mettersi in piedi. Nonostante le cure era ancora debole e alcuni movimenti le costavano fatica e dolore. Aveva guadagnato una buona scorta di cicatrici questa volta, ma fortunatamente molte sarebbero sparite con il tempo.
    Istintivamente la mano corso al fianco e con le dita seguì il profilo della cicatrice, dal bacino fino a quasi metà stomaco; un brutto taglio slabbrato, un terribile ricordo.
    "Hororo", pensò mentre la mente ritornava a quel tremendo giorno a Nasradeva.
    Scosse la tasta. Ormai era tutto nel passato, non poteva più farci nulla.
    Si tolse la camicia da notte, per indossare abiti più consoni e caldi alla cena che probabilmente l'aspettava al piano inferiore. Mentre le stanze e i bagni erano isolati in modo più efficace, la sala principale era riscaldata da un solo grande fuoco centrale, attorno al quale erano disposti in cerchio vari tavoli.
    La sala comune era già piena di avventori e le voci erano prevalentemente quelle di uomini ubriachi intenti ad intonare cacofoniche canzoni.
    Yves stonava in quell'ambiente con addosso una pesante tunica bianca con alcuni ricami azzurri che richiamavano le onde del mare, ma la sua armatura aveva bisogno di alcune riparazioni dunque si era fatta prestare alcuni abiti da Helga, che aveva indubbiamente tirato fuori dall'armadio il suo miglior abito.
    Il vestito le stava largo in vita, ma era giusto sulle spalle, dunque non le stava male. Non era abituata a portare abiti così pesanti, e le sembrò assurdo che qualcosa del genere andasse accoppiato con una pesante pelliccia di orso bianco, ma non appena ebbe messo piede nella sala comune si rese conto che la pelliccia era un'ottima idea. L'avrebbe tenuta al caldo e limitato gli spifferi, mentre la tunica l'avrebbe comunque scaldata, ma lasciando respirare la pelle.
    Qualcuno dei presenti alzò lo sguardo, qualcun'altro fischiò al suo passaggio, altri invece erano troppo ubriachi per notarla.
    Prese posto ad un tavolo libero vicino al fuoco centrale. Nonostante la pelliccia e la tunica, ancora non era abituata al freddo pungente di Vaygr. Il clima ad arcadia era più mite, le donne indossavano camicie e tuniche di lino leggero anche in inverno e nevicava di rado, mentre qui non sembrava fare altro per dodici mesi all'anno.
    Il locandiere prese l'ordinazione personalmente, sincerandosi del suo stato di salute e chiacchierando del più e del meno prima di sparire verso le cucine.
    Si sarebbe aspettata che qualcuno degli altri avventori provasse a sedersi al suo tavolo ed attaccare bottone, ma non accadde, cosa che le provocò un inaspettato senso di sicurezza e tranquillità.
    Lasciò vagare i pensieri, e si perse a fissare le fiamme che ardevano e lentamente mangiavano i ceppi di legno nel camino centrale.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  2. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    Vanberk
    Elana


    Erano passati solo sei giorni dal feroce scontro con il Griforso ma Vanberk aveva deciso che erano sufficienti: restare a letto tutto il giorno non era da lui e non vedeva l'ora di riprendere in mano i lavori arretrati e potersi vantare con gli amici della sua impresa nella taverna della fortezza. Quella mattina si alzò dal letto senza mostrare segni di debolezza o febbre e per la prima volta potè lavarsi completamente. Fortunatamente non doveva uscire di casa per raggiungere i bagni caldi comuni, situati nei sotteranei della fortezza: una fonte di acqua vulcanica scorreva sgorgava a poche centinaia di metri e Vanberk vi aveva costruito un casotto in legno e pietra per potersi lavare con tutta la calma pssibile. Una volta lavato prese il coraggio a due mani e si guardò nello specchio da barba che si era portato dietro: le cicatrici che correvano sul volto erano ormai sbiancate rispetto a sei giorni prima ma erano evidenti come sangue sulla neve. Fortunatamente i muscoli facciali non erano stati feriti oltre l'irreparabile e grazie anche alle arti mediche del guaritore quindi non si era ritrovato con il volto peralizzato. Aveva delle difficoltà ad aggrottare le soppraciglia ma era un piccolo prezzo da paggare in cambio della fama che aveva ottenuto. Così, pulito e sorridente, si rivestì e si avviò col passo leggero verso casa, In cucina trovò sua madre intenta a mescolare con un grosso mestolo di legno il calderone, posto su un letto di braci. "Già in piedi a quanto vedo! Non pensi che sarebbe meglio rimanere ancorà un pò a letto?" "Difficilmente resterei inerte a letto madre" sorrise il giovane "ormai la febbre è sparita e mi sento in grado di lavorare: perchè perdere tempo dunque?". "Va bene sapientone ma se dovessi collassare a terra sappi che da me non riceverai nessun aiuto" e mentre diceva questo versò in una ciotola di legno il contenuto del calderone. "Porridge?! Ah che gioia... il mio piatto preferito!" "Meno sarcasmo giovanotto! Se sei davvero pronto per lavorare sappi che i pescatori di Bravollr hanno bisogno di te per sistemare il timone di una barca. Sono stati spinti contro una secca da un onda anomala e ora la barra non risponde come dovrebbe" "Ok vedrò di risolvere il problema!". Vanberk trangugiò a forza il porridge caldo per poi precipitarsi con la sacca degli attrezzi giù alla città portuale. Sulle spalle portava un mantello nuovo, regalo di sua madre, decorato sui bordi con le piume del griforso per testimoniare la sua azione valorosa. Quando arrivò tutti i pescatori lo ringraziarono dell'intervento tempestivi: la barca doveva essere in acqua pria di sera altrimenti avrebbero perso una notte intera di pesca. Il giovane si mise al lavoro sorridente, felice di poter usare le sua conoscenze e abilità, sistemando il timone nel giro di poche ore. Aiutò i pescatori a spingere la barca in mare e quando questi misero mano ai soldi il giovane rifiutò i loro soldi: era un giorno speciale e quindi il lavoro era gratis. "Al massimo portate a mia madre un bel tonno fresco se proprio volete darmi qualcosa per il lavoro" disse ridendo; i pescatori lo ringraziarono nuovamente per il suo lavoro e lo salutarono. Il sole oramai era basso e Vanberk decise di fermarsi a cena al CInghiale Felice, per offrire un giro di birra ai presenti e poter raccontare fiero la sua avventura. Quandò entrò nella locanda fu subito abbracciato da un ottimo odore e dal calore del focolare: la sala era quasi piena e riconobbe nella folla diverse facce familiari che, in un moodo o nell'altro, lo salutarono: chi con la mano, chi lo boccale, chi con un grugnito. Quindi si avviò tra i tavoli e si sedette tra alcuni sui conoscenti, che subitò lo tempestarono di domande sullo scontro, sulle cicatrici, sul mantello. Vanberk rispose a tutti con profusione di particolari e anche mimando le scene più salienti. Accennò anche al drago che aveva udito in lontanza e con la coda dell'occhio colse un movimento: un giovane ragazza dai lunghi capelli biondi aveva alzato la testa dal piatto e ora fissava incuriosità il fabbro. Vanberk ricambiò lo sguardo e vide che la giovane sedeva da sola al tavolo, avvolta in un vestito lungo di pelliccia. Non avendola mai vista da quelle parti decise, con l'aiuto della birra che scorreva in lui, di salutare gli amici, offrendogli un altro giro di bevande, e raccolta una ciotola di stufato ed un altro boccale di birra, avanzò a grandi passi verso di lei e si sedette dall parte opposta del tavolo. "Salve!" esordì "che ne dice di un pò di compagnia?"

    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 160 - 30

    Distanza: 5 m

    Abilità/Passive:

    Discipline: Armi pesanti/ Elemento: fulmine

    https://rotegdr.forumcommunity.net/?t=57849378
    Slot Usati:

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti: /

    Status/Buff: /

    Equip: Corazza dell'Avventuriero (20 Blocco)
    Arma Pesante I (40 Danno) //
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    La cena a base di carne offerta dalla locanda le fece storcere il naso a prima vista. Ad Arcadia mangiavano di rado carne o comunque sempre con parsimonia, mentre a Vayrgjord sembrava che i menù fossero composti principalmente da questo alimento. Stufato di cervo, brasato di cinghiale, arrosto di corniglio (uno strano animale autoctono), oltre che pesce in svariati modi.
    Nonostante l'iniziale titubanza, dopo alcune cucchiaiate fece piazza pulita dello stufato della casa. Poco le importava con che animale era stato fatto, poche volte aveva avuto l'occasione di mangiare qualcosa di così tenero e saporito. Ripulì bene la scodella con del pane duro e scolò la birra che il locandiere le aveva portato assieme alla cena in due sorsate.
    Per un istante il mondo girò una volta di troppo, poi tutto ritornò normale. Era un po'che non beveva alcol, almeno da quando si era imbarcata assieme a Karma, Misaki e Torque nell'impresa di salvare Nia. Riportò così la sua attenzione sul fuoco che ardeva nel camino davanti a lei. lasciando vagare i pensieri e facendosi cullare dal torpore del fuoco e della morbida pelliccia che l'avvolgeva.
    - Salve! Che ne dice di un po'di compagnia? - esordì una voce possente mentre qualcosa si sedeva davanti a lei.
    Un uomo robusto e avvolto in un pesante mantello coronato da particolari piume aveva preso posto dalla parte opposta del suo tavolo, mettendosi proprio davanti al fuoco che lei stava ammirando.
    Aveva i capelli rossi e lunghi e il viso segnato da cicatrici, ma Yves non avrebbe saputo dire quanto fossero recenti, e a dirla tutta nemmeno le importava. Era sicura di aver intravisto l'uomo quando era scesa nella sala per cenare. Era intento a raccontare con foga alcuni eventi ad altri avventori alcuni tavoli più in la. Perché si era avvicinato ora? Nessuno aveva osato, e lei aveva sperato di riuscire a passare una serata tranquilla.
    Si prese qualche istante per guardare bene il nuovo venuto. Indubbiamente era un abitante dell'isola. La stazza, il portamento, il modo di parlare chiuso e duro non lasciava adito a dubbi. La stazza lasciava intuire che si trattasse di un guerriero, e le cicatrici molto probabilmente erano il ricordo di battaglie più o meno recenti.
    L'ultima volta che era stata sull'isola di Vaygr aveva sfidato Ukon, un guerriero apparentemente nomade, che glie le aveva suonate di santa ragione. Se quell'uomo avesse avuto cattive intenzioni si sarebbe difesa, ma in quelle condizioni e disarmata poteva davvero permettersi di combattere?
    Sospirò ed abbandonò ogni istinto belligerante. Probabilmente l'uomo era solo in cerca di qualche persona nuova con cui scambiare quattro chiacchiere; quello poteva concederglielo.
    - A dire il vero stavo bene da sola. - disse, senza mitigare la sua pronuncia fatta di vocali aperte e suoni lievemente allungati rispetto a quelli tronchi e cupi usati nelle isole - Ma dato che vi siete già accomodato, tanto vale sfruttare l'opportunità no? -
    Chiamò l'oste e si fece portare due birre, che arrivarono ad una velocità sorprendente.
    Si strinse nella pelliccia, fu un gesto istintivo, non tanto per il freddo, ma per mantenere una distanza tra sé e il suo interlocutore. Si rese conto di comportarsi spesso in quel modo quando aveva a che fare con gli stranieri, come se stesse conducendo un interrogatorio.
    "Devo abbandonare quella parte di me. Ormai quella vita non è più mia..." si disse, mentre allungava un braccio sul tavolo per afferrare il boccale.
    - Yves Canterra. - disse presentandosi semplicemente - Allora a cosa brindiamo signor...? - concluse alzando il boccale colmo di liquido ambrato, in attesa di una risposta.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  4. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    "Vanberk Thyggorson, piacere" disse facendo cozzare il suo boccale contro quello della ragazza: il colpo fu un pò troppo forte tanto da far cadere della birra sul tavolo. Ma Vanberk non se ne curò minimamente, intento com'era a finire il bocccale in un unica sorsata: la serata finora era stata ricca di soddisfazioni e le buone maniere non erano il suo pensiero principale al momento. Voleva solo conoscere meglio quell'incantevole fanciulla e condividere con lei la gioia di viere che sentiva dentro di sè. Per questo si era alzato dalla sua compagnia di amici per farle compagnia: non sopportava l'idea che qualcuno quella sera non fosse felice o almeno sbronzo. "Brindiamo all'incredibile fortuna, al coraggio indomito e alla bellezza della vita" disse rimanendo sorpreso lui stesso dalle parole poetiche che aveva usato "In parole povere, signorina Canterra, offro da bere a tutti per essere sopravissuto ad uno scontro con un griforso, che ora adorna finemente i bordi del mio mantello". E iniziò subito a descrivere alla straniera tutta la sua avventura, senza tralasciare neanche un particolare, creando un torrente lunghissimo di parole, gesti e versi ancora più prolisso rispetto a quelli fatti per gli amici. Si stava divertendo nel cercare di impressionare la ragazza, che lo fissava con un espressione stranita mentre reggeva ancora in mano il boccale pieno, ma l'occhio da fabbro notò qualcosa: quella ragazza aveva spalla e braccia forti e tornite, che le lunghe maniche della tunica non riuscivano a nascondere. Vanberk, che aveva lavorato a stretto contatto con decine e decine di guerrieri nel corso degli anni, capì che quello splendore biondo nascondeva più di quanto volesse lasciare intendere. Così, chiuso il suo lungo racconto, scelse di essere diretto con la ragazza: "Signorina Canterra, lei combatte?"

    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 160 - 30

    Distanza: 5 m

    Abilità/Passive:

    Discipline: Armi pesanti/ Elemento: Fulmine

    Scheda:
    Vanberk

    Slot Usati:

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti: /

    Status/Buff: /

    Equip: Corazza dell'Avventuriero (20 Blocco)
    Arma Pesante I (40 Danno) //
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    - Vanberk Thyggorson, piacere. - si presentò l'uomo dai capelli rossi mentre brindava con la coppa sollevata.
    Il colpo tra le due coppe fu un tantino troppo violento, tanto che un po'di birra dal boccale di Yves uscì cadendo sul tavolo. Non era un problema, non era certo la prima volta che le capitava, e oltretutto dalle parole che pronunciò in seguito Vanberk, non era nemmeno un problema sprecare un po'di quel liquido ambrato dato che stava offrendo lui.
    L'arcadiana non conosceva la fauna locale, dunque non aveva la minima idea di che cosa fosse un Griforso, ma la sua lacuna fu presto colmata dal torrente di parole e di azioni mimate sapientemente dall'uomo.
    Ascoltò con attenzione, anche se temeva che alcuni fatti fossero ingigantiti dall'alcol che evidentemente già scorreva nelle vene dell'uomo, dato che apprezzava quel genere di racconti, in particolar modo se a narrarli erano i protagonisti stessi.
    Si trovò a guardare con rispetto a quel guerriero. Stando a quanto diceva, aveva tenuto testa ad una creatura selvaggia, non domata e per di più nel suo territorio naturale. Anche per la Guerriere di Arcadia o i membri del Grande Branco avrebbero esitato ad affrontare una belva nella sua tana, eppure quell'uomo era stato così audace non solo da partire, ma da riuscire anche a riportare a casa la pelle ed un trofeo.
    Yves non capiva il senso dei trofei, pelli, corna, artigli portati dai cacciatori, ma intuiva da come ne parlava Vanberk che si trattasse di un simbolo. Una dimostrazione che l'uomo era più forte, più potente delle bestie della natura.
    Difficilmente avrebbe accettato una argomentazione del genere, ma quella sera non le andava di discutere, men che meno rischiare di litigare con la prima persona che le rivolgeva la parola, eccetto Helga, da quando era arrivata a Barvollr.
    - Signorina Canterra, lei combatte? - chiese Vanberk una volta terminato il suo racconto.
    Yves rimase colpita da quella domanda. Aveva sperato di riuscire ad eludere domande del genere grazie agli abiti che le erano stati prestati. Erano già più femminili di quelli che indossava di solito, e decisamente più consoni ad una donna rispetto all'armatura. Che cosa aveva sbagliato dunque? Non era a conoscenza delle usanze di Vaygr, quindi poteva aver commesso un errore stupidissimo che l'aveva smascherata immediatamente. Gli unici a sapere chi fosse e da dove venisse erano di fatti Helga e il locandiere stesso.
    - E' davvero così chiaro? - chiese lei sorridendo, un po' a causa dell'alcol, un po' perché non poteva negare l'evidenza.
    Ingollò un discreto sorso di birra e posò la coppa sul tavolo, prima di riprendere a parlare.
    - Sono una guerriera, se questo vi interessa. -
    Decise di rimanere sul vago. Aveva conosciuto alcune persone provenienti dall'arcipelago di Vaygr e non era ancora sicura di potersi fidare di loro. Molti erano uomini d'onore, altri opportunisti, altri ancora invece seguivano ciecamente i loro ideali rimanendo sordi alle voci degli altri.
    Non sapeva che genere di persona fosse Vanberk, dunque decise di rimanere sul vago, ma senza mentire.
    - Sono ospite del Cinghiale Felice da una settimana circa, ho partecipato ad una caccia e mi ci è voluto più del previsto per rimettermi in forze. -
    Alle volte bastava omettere dei dettagli apparentemente insignificanti per evitare domande scomode o rivelare scomode verità. Era come mentire, ma questa era una linea più sottile.
    Socchiuse gli occhi e guardò nuovamente il fuoco oltre Vanberk. Quelle fiamme che ardevano le fecero ricordare sua sorella e quello che era accaduto ad Arcadia settimane prima della sua partenza per la caccia al drago. Una faccenda ancora irrisolta.
    Riportò la sua attenzione sull'uomo seduto di fronte a lei. Non c'erano dubbi che anche lui fosse un guerriero, almeno non dopo quanto aveva raccontato con ardore. Chissà se era davvero così bravo come si dipingeva nel suo racconto; magari un giorno lo avrebbe scoperto.
    - Mi sono trattenuta anche troppo a lungo, domattina dovrò cercare una nave... - disse più a sé stessa che al suo interlocutore.
    Quella sarebbe stata la sua ultima notte a Bravollr, e dato quanto era accaduto durante la caccia, si augurava che fosse anche l'ultima sua visita a Vaygr. Non le dispiaceva la gente amichevole, anche se un po'rozza secondo i suoi metri di giudizio, e nemmeno il clima rigido, ma le sue radici erano ad Arcadia, ed era stata lontana per troppo tempo.
    Le mancava il rumore dell'aria tra le enormi fronde, l'aria fresca e dolce di polline e nettare della primavera arcadiana, i suoni della natura selvaggia fuori dalle porte di Estheltia, gli abiti leggeri e freschi; le mancava casa.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  6. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    La prima reazione della ragazza fu di sorpresa: sicuramente non si aspettava una domanda simile "Sono una guerriera, se questo vi interessa." e continuò dicendo "Sono ospite del Cinghiale Felice da una settimana circa, ho partecipato ad una caccia e mi ci è voluto più del previsto per rimettermi in forze.". Vanberk la guardò con attenzione: evidentemente quella caccia non doveva essere stata una passeggiata se aveva richiesto un riposo di una settimana "Dev'essere stata una brutta bestiaccia!" disse sorridendo, cercando di migliorare l'umore della sua interlocutrice, che mormorò qualcosa che non riuscì a cogliere. Stava per chiederle maggiori dettagli sulla sua avventura quando fu interotto da Helga, la figlia del locandiere "Vanberk Thyggorson! Lascia in pace la signorina! Si è ripresa da poco e non ha certo bisogno della compagnia di un fabbro brillo e chiaccherone!". La veemenza del tono lo lasciò spiazzato: conosceva Helga sin da quando erano bambini e giocavano assieme nella neve e non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere da lei "Helga non sto assolutamente disturbando la tua ospite!" rispose piccato "Volevo solo farle compagnia condividendo qualche racconto di guerra come buona abitudine tra combattenti! Non avevo idea che fosse debole e bisognosa di tranquillità quindi evita di apostrofarmi con quel tono, come se l'avessi sfidata a braccio di ferro!" Si alzò dal tavolo accigliato ma mentre stava per uscire pensò "Skratzo forse ho esagerato..." così decise di compiere un ultimo gesto di cortesia. Alzò la mano attirando l'attenzione del locandiere e fece uno strano gesto con le dita, seguito poi dal numero tre. L'oste lo fissò con gli occhi sbarrati ma vedendo l'espressione del giovane corse alla porta dietro il bancone e vi sparì al suo interno. Tornò indietro a sedersi e fece gesto a Helga di fare lo stesso. La ragazzalo guardò male ma accettò, mettendosi accanto a Yvess; subitò dopo arrivò suo padre, con tre bicchieri di vetro e una bottiglia blu col collo alto e sottile. Appoggiò la bottiglia con estrema delicatezza e la stappò: subito un odore di pino e mare si diffuse, riempendo la sala. Tutti si girarono a guardare e anche Helga si portò le mani alla bocca, piena di stupore. "Rugiada di Mezzanotte!? Ma come puoi permettertela Van? "Ho venduto le ossa e alcune piume del Griforso aglialchimisti della fortezza e mi hanno riempito di denaro" prese un bicchiere e lo tese di fronte a sè, guardando Yvess in volto "Questo è il più pregiato e costoso liquore che un uomo del Nord possa sognare: mio padre lo beveva sempre per festeggiare le sue vittorie offendolo a mia madre e alla sua squadra. Io non ho così tanti soldi ma voglio condividerlo con lei, signorina Canterra, per avermi ascoltato anche se poteva allontanarmi quando voleva e con te, Helga, per scusarmi delle mie male parole: in effetti ero un pò rumoroso" e si mise a ridere sguaitamente. "Alla salute allora!" disse allungando il bicchiere sopra il tavolo di nuovo, per brindare.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    - Dev'essere stata una brutta bestiaccia! - commentò Vanberk, mentre una vivace Helga si intrometteva nel discorso.
    La figlia del locandiere riprese l'uomo per il baccano, e lui rispose a tono. Il battibecco durò pochissimo, tanto che se anche Yves avesse voluto dire la sua non ne avrebbe avuto il tempo. Sapeva che Helga ci teneva alla sua salute, come aveva dimostrato durante tutta la sua convalescenza, ma non credeva nemmeno che Vanberk avesse avuto cattive intenzioni avvicinandola e cercando di scambiare quattro chiacchiere.
    Certo era che al solo ripensare alla caccia le tremavano le gambe. Era stata fortunata ad uscirne malconcia, ma comunque viva. Aveva ancora in mente le fauci spalancate del drago che si avvicinavano a lei, sentiva il calore del suo alito, i suoi denti che le laceravano la carne, e per un attimo l'oblio dell'incoscienza.
    Si riscosse quando sentì Helga sedersi al suo fianco su invito dell'uomo. Pochi istanti dopo il locandiere portò tre bicchieri di vetro ed una bottiglia blu a collo alto. Yves non ricordava di averne viste altre simili, dunque la osservò con curiosità. Non appena il padre di Helga stappò la bottiglia l'aria venne riempita da un forte odore di pino e mare, tanto che in poco tempo il vociare nella sala comune cessò e tutti si voltarono verso il loro tavolo.
    - Rugiada di Mezzanotte!? Ma come puoi permettertela Van? - esclamò la ragazza esterrefatta.
    Vanberk ribadì che invece aveva i fondi necessari a pagare quella pregiata bevanda. Si prese anche il tempo di spiegare ad Yves di che cosa si trattava e del motivo del suo gesto.
    L'arcadiana comprendeva in parte, anche se trovava che la situazione fosse semplicemente degenerata, in quanto ora non solo doveva fare i conti con lo sguardo e le parole di Vanberk, ma con quello dell'intera sala del Cinghiale Felice. La cosa non le procurava particolare gioia, ma cercò di dissimulare il tutto con un sorriso, mentre lasciava che fosse Helga a servire il prezioso liquore nei tre bicchieri.
    Il liquido era chiaro e trasparente. Si era aspettata di trovarsi davanti un qualche genere di bevanda colorata, fermentata o miscelata, invece molto probabilmente si trattava di un qualche genere di infuso. Avrebbe potuto passare la notte a scervellarsi pensando alla composizione di quel liquore, ma non aveva ne tempo ne voglia, così quando tutti i bicchieri furono pieni, avvicinò il suo a quello di Vanberk ed Helga; e bevve.
    Poggiò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, mentre una sensazione di bruciore scendeva lungo il collo ed una vampata di calore le avvolgeva le guance facendole arrossire vistosamente. Le scappò un colpo di tosse, non si era aspettata una bevanda così forte.
    - Ora capisco perché questo liquore non è a buon mercato. - inspirò ed espirò sonoramente, cercando di capire se il calore che sentiva era tutto merito, o colpa dell'alcol o se improvvisamente nella locanda si era fatto più caldo.
    - E io che pensavo che la Lacrima d'Inverno fosse forte. - proseguì mentre la sensazione di calore prendeva a svanire, lasciando spazio al desiderio di un nuovo sorso. Sapeva di non essere in grado di reggere alcolici di quel calibro, anche tra le Guerriere lei era sempre stata quella meno dedita ai bagordi e alle bevute, ma ormai il primo passo era stato fatto e non poteva certo rifiutare un secondo giro.
    Helga, la guardò preoccupata e le disse che non era il caso di bere in quelle condizioni, ma Yves non le diede ascolto, anzi riportò l'attenzione su Vanberk, dato che era stato lui l'artefice di quella bella pensata.
    - Non dovete scusarvi di niente signor Vanberk, se vi avessi ritenuto inopportuno o troppo rumoroso vi avrei allontanato all'istante; che che ne dica la buona Helga qui, sono in grado di badare a me stessa. - si guardò attorno, mentre lentamente il resto degli avventori tornavano a parlare dei fatti loro.
    - Lasciamo perdere le formalità. Chiamatemi Yves e basta. -
    - Signorina Canterra, per favore, non date retta a Van, fosse per lui passeremmo l'intera serata a bere e voi non dovreste... - ribattè Helga, preoccupata.
    - Non ho intenzione di morire bevendo un liquore, almeno non dopo tutto quello che ho passato. -
    - Infatti, le vostre ferite... -
    - Le mie ferite stanno bene dannazione! - esclamò con una insolita veemenza fissando la ragazza al suo fianco - Hai tutto il dovere di essere preoccupata, ma non mi farai stare meglio impedendomi di rilassarmi e concedermi una notte, la prima e forse l'ultima da quanto sono arrivata, di bevute in allegria. -
    A quelle parole Helga si alzò e lasciò il tavolo con una espressione crucciata. Yves aveva decisamente esagerato, non era da lei, ma negli ultimi tempi molte cose non erano da lei.
    Si alzò cercando di afferrare la mano della giovane, ma questa era già lontana. - Io... -
    Si rimise seduta e la testa prese a vorticare in modo eccessivo e innaturale. Non era abituata a bere alcolici così forti, ed ora ne pagava le conseguenze. Aveva voluto la sua serata di allegria e bevute? Eccola servita.
    - Agh...la mia testa. - sospirò puntando un gomito sul tavolino e appoggiando la testa di traverso sul palmo della mano aperto. - E io che speravo di stare male solo al rientro in nave. -
    Il suo sguardo indugiò sulla bottiglia blu ancora appoggiata sul tavolo.
    - Vanberk, giusto per curiosità, quanto costa un bicchiere di questa Rugiada di Mezzanotte? Non prenderla male, voglio solo sapere quanto portarmi dietro la prossima volta che mi fermerò a Bravollr per una sbronza... -


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  8. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    "Vanberk, giusto per curiosità, quanto costa un bicchiere di questa Rugiada di Mezzanotte? Non prenderla male, voglio solo sapere quanto portarmi dietro la prossima volta che mi fermerò a Bravollr per una sbronza...". Il fabbro non si aspettava certamente una domanda del genere: iniziò lentamente a sorridere e pian piano degenerò in un riso da ubriachi, quella ridarella che ti impedisce di fermarti. "Yves anche se non sei una Nordling sei sicuramente una con la spina dorsale! Berrei ancora ma sono ormai oltre il mio limite e la mia fuuucina non lavorerà domani da sola..." Ormai i sensi del ragazzo erano intorpiditi e anche parlare richiedeva un certo impegno. Si alzò dal tavolo e il mondo attraverso i suoi occhi appariva decisamente più vivo e colorato "Yves permettimi di salutarti quando sono ancora una persona... ehmmm... civile! So che domani partirai e quindi difficilmente ci rivedremo ma chissà! Presto le maree della mia vita si... alz... mod... insomma la mia vita avrà una svolta! Viaggerò! Ma dopo aver finito le mie commisioni sennò la gente si arrabbia e mi tocca picchiarli col martello" e sorrise come un bimbo a quest'ultima affermazione. "Andrò per il mondo, diverrò forte e farò provare ai cani imperiali la vendetta di Vanberk Tyggorson!" Stretta la mano della ragazza come segno di saluto ma in silenzio per la prima volta quella sera, uscì dal locale accompagnato dalle voci degli amici che a loro volta lo salutavano e si diresse a casa, lentamente. Una volta arrivato si fermò alla forgia a fissare le rosse braci che dormivano sotto la legna "Fiamma, cara fiamma... scaldami ancora una volta il cuore stasera..." e crollò a terra con un tonfo sonoro. Da lì a poco iniziò a russare come un orso ma nulla lo turbò fino al mattino dopo tranne il pensiero di aver fatto finalemente un primo passo per uscire dalle sue lande gelate: aver parlato con un estraneo e non aver finito la discussione a pugni. Un enorme passo avanti per il giovane fabbro.

    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 160

    Distanza: 5 m

    Abilità/Passive:

    Discipline: Armi pesanti/ Elemento: Fulmine

    Scheda:
    Vanberk

    Slot Usati:

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti: /

    Status/Buff: /

    Equip: Corazza dell'Avventuriero (20 Blocco)
    Arma Pesante I (40 Danno) //
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    Yves si sarebbe aspettata di tutto, ma la risata incontrollata di Vanberk la prese davvero di sorpresa, quasi quanto le sue parole. Per quanto inizialmente fosse titubante nei confronti dell'uomo, si era trovata bene a parlare con lui e trovava rinfrancante la sua allegria e spensieratezza. Forse era dato dal fatto che era un abitante del nord, un "nordling" come aveva detto lui? Facendo mente locale e ripensando agli altri abitanti del nord che aveva incontrato, come Vanberk c'era davvero solo Vanberk.
    Quanto l'uomo si alzò per andarsene Yves si alzò a sua volta, facendo contro all'improvviso capogiro che la colse. Vanberk si scusò, spiegando che la sua fucina l'attendeva, ma che sarebbe partito presto, avrebbe viaggiato ed avrebbe fatto patire le pene dell'inferno agli imperiali. Questa ultima affermazione strappò un ulteriore sorriso alla donna, che salutò a sua volta il fabbro.
    - Partirò domani, questo è vero, ma devo ancora trovare una nave che mi riporti al continente. Voi conoscete sicuramente i marinai di questi porti meglio di me, e se volete partire mi farebbe piacere avere la vostra compagnia. - sorrise, stringendo la mano dell'uomo. - E poi devo ancora raccontarvi di quella "brutta bestiaccia" che mi ha costretto a letto per una settimana. - Così si accomiatò da Vanberk con queste parole: - Domani sarò ancora la porto. -
    Con calma ritornò nella sua stanza, mentre il monto lentamente smetteva di girare. Si addormentò ancora mezza vestita e per la prima volta da quando era arrivata a Bravollr non ebbe incubi riguardanti draghi, guerrieri che risorgono dopo essere stati trafitti e pugnali celati nell'ombra.

    Yves guardò la propria immagine riflessa nello specchio mentre si aggiustava l'armatura. Aveva chiesto ad alcuni artigiani locali di provare a ripararla, e per quanto si notasse la differenza di conciatura tra i punti originali e quelli nuovi, sembrava resistente quanto prima. Prese il mantello verde e oro dal letto e se lo aggiustò addosso, assicurandosi che la coprisse e proteggesse dal freddo. Non era certo caldo quanto gli abiti e la pelliccia offerta la sera precedente da Helga, ma doveva accontentarsi di quello per il viaggio. Controllò che la spada fosse ben legata alla cintura, come lo scudo; poi scese.
    La sala comune era quasi deserta, fatta eccezione per Helga che spazzava il pavimento. Non appena questa si accorse della presenza di Yves le si avvicinò.
    - E così siete in partenza. - chiese con una certa nota di tristezza nella voce.
    - Mi sono trattenuta ben oltre il necessario. -
    - Se fosse per me dovreste rimanere ancora qualche giorno, quelle ferite... -
    - Te l'ho già detto ieri sera Helga, le mie ferite stanno bene. Mi hai medicato come una sorella, mi sei stata vicino nei momenti in cui deliravo a causa della febbre, e di questo ti sarò sempre grata, ma ora è venuto il momento di ritornare a casa. -
    Helga annuì, poco convinta. Yves le si avvicinò e la abbracciò. Inizialmente sentì la donna irrigidirsi, come sconvolta da quell'azione, ma poi si lasciò andare e ricambiò l'abbraccio. Non si dissero altro, non ce n'era bisogno.
    Yves pagò la somma pattuita al locandiere, salutò e si diresse al porto.
    Quella mattina straordinariamente non nevicava. Il sole splendeva e il biancore della neve era accecante. Per quanto assurdo potesse sembrare, Yves ad un certo punto giurò quasi di avere caldo, stretta com'era nel proprio mantello.
    Iniziò le ricerche per una nave che fosse diretta al continente, ma il tutto si rivelò più complicato del previsto. A differenza di Akkasjar, dov'era approdata quando aveva partecipato alla caccia al drago, Bravollr era un piccolo paesino di pescatori, che commerciava principalmente via terra con gli altri villaggi e cittadine.
    Dopo alcune ore di ricerca, si rese conto di non avere molte possibilità di trovare quello che cercava. Le navi grandi solitamente approdavano alla rocca di Vaygrjord, e molto di rado in altri porti. Ripensando all'attraversata fino ad Akkasjar, si rese conto solo ora di essere stata davvero fortunata.
    Assoldò una guida, e si fece condurre fino alla fortezza, sperando di riuscire a trovare finalmente quello che cercava.

    Aveva sentito parlare della Rocca di Vaygrjord, ma le parole che aveva udito non rendevano giustizia a quella costruzione. La fortezza era costruita in una piccola baia, occupata quasi completamente ormai dalla cinta muraria e dalla rocca in sé. Era possente, massiccia, rozza, un po'come gli abitanti del luogo.
    Nonostante alcune guardie all'ingresso storsero il naso vedendo una straniera la lasciarono passare, ma solo dopo che la guida ebbe messo una buona parola per lei. Li capiva, erano diffidenti e lei era arcadiana, ed Arcadia era affiliata all'Impero. In quel momento rimpianse di non aver lasciato a casa il mantello con i colori verde e oro, poiché si sentiva come una volpe braccata in un covo di lupi affamati.
    Al porto la situazione non migliorò. Anche se alcune navi erano effettivamente in partenza verso le coste di Ephiora e Arcadia, non sembravano intenzionati a darle alcun passaggio. La guida parlava, il capitano la squadrava dall'alto in basso, e poi scuoteva la testa e se ne andava senza dire una parola.
    Sconsolata, dopo il sesto tentativo, Yves congedò la guida, pagandola anche più di quanto avessero pattuito come ringraziamento per i servigi. Si abbandonò su una panchina nel porto, e si perse nei propri pensieri mentre guardava distrattamente alcuni pescherecci partire per il largo.
    Cosa poteva fare ora? Ovunque guardasse vedeva sguardi dubbiosi. Alle sue domande difficilmente qualcuno rispondeva in modo chiaro; preferivano fingere di non capire.
    Ripensò a Vanberk. Aveva parlato di una fucina, e a Bravollr non aveva visto fabbri. Era poco probabile che si trovasse davvero in quella enorme città, e come lo avrebbe trovato poi se davvero fosse stato li? Si fece coraggio perché non aveva alternative, e Vanberk era l'unica speranza che aveva per ora di trovare un passaggio per il continente.
    Cominciò a chiedere indicazioni ai marinai, ma questi semplicemente non le rispondevano, così decise di ritornare verso le porte e consultarsi con alcune guardie. Dopo una serie di sguardi sospettosi e dubbiosi, e non poche domande riguardo al come lei conoscesse questo fantomatico Vanberk Tyggorson, fu finalmente scortata fino alle sale interne della fortezza, dove dovette marciare dietro le guardie in rigoroso silenzio.
    Davanti alla porta di una fucina, una delle guardie bussò con vigore. Yves pregò le Dee, sperando che il fabbro fosse in casa, e potesse in qualche modo aiutarla.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  10. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    Vanberk
    Yves

    Lentamente Vanberk ritornò alla realtà dalle nebbie dell'alcool: in bocca sentiva una nota ferrosa causato dalla birra di ieri sera e il cerchio alla testa doveva dipendere dalla Rugiada di Mezzanotte. In poche parole aveva decisamente alzato troppo il gomito o, come si usava dire tra gli abitanti dell'isola, aveva martellato fino alla rottura il metallo. Il suo cervello stava lentamente iniziando a ricollegare i fatti della serata precedente: l'euforia, i racconti, il gran bere, l'aver discusso con Helga... per cosa per0'? Non riusciva a ricordare bene ma c'era di mezzo anche un altra persona ma non riusciva a ricordare con precisione "Una donna... coi capelli biondi..." mormorò alzandosi dal pavimento: i vestiti erano tutti stropicciati per aver dormito sul pavimento ma il mantello decorato con le piume di griforso era in buone condizioni, sporco ma nulla di irreparabile. Mentre il giovane si guardava spaesato vide sul bancone di lavoro una pergamena: la prese in mano e la lesse cercando di mettere a fuoco le lettere. Era una richiesta di lavoro per una nuova spada destinata al comandante delle guardie come regalo di matrimonio da parte di sua moglie. Vanberk aveva oramai esaurito tutte le commisioni, per non lasciare lavori o conti in sospeso quando sarebbe partito, ma non poteva certo esimersi da quest'ultimo lavoro. Mentre programmava le future azioni - che comprendevano una doccia e mettere qualcosa sotto i denti - dei colpi vigorosi scossero la porta della fucina, rimbombando nella testa del fabbro. Chi poteva essere? Non aveva appuntamenti e la porta era ancora chiusa, segno evidente che l'attività non era ancora iniziata. Comunque i colpi continuavano a martellare il legno vigorosamente, infastidendo non poco Vanberk che spalancò al porta urlando "SE NON LA SMETTI DI BATTERE SU QUESTA SKRATZO DI PORTA IO TI..." ma di fronte a sè si ritrovò due guardie della fortezza. "Hai visite fabbro" disse una e Vanberk vide una giovane ragazza coi capelli biondi avvolta in un mantello verde e oro, la stessa della sera precedente. "Yves?" e dicendolo si ricordò improvvisamente tutto quanto l'incontro della sera precedente e come se ne era andato improvvisamente in maniera scortese per evitare di piangere nella sala della locanda. Ora quella ragazza però lo fissava con uno sguardo di speranza, evidentemente intimorita dalle due guardie. "Lo vedo, grazie Alberth. Ma non capisco perchè la mia visitratice non sia potuta venire qui liberamente ma addirittura due guardie armate abbiano dovuto scortarla: questa è una fucina non la stanza della guerra. Prego Yves, entra pure." Alberth e Vanberk si guardarono negli occhi ma la guardia conosceva il fabbro e la sua lealtà e quindi se ne andò con il compagno, lasciando la straniera alle sue cure senza aggiungere altro. RIchiusa la porta il fabbro guardò la ragazza, avvolta nel suo mantello, ferma al centro della stanza a guardarsi intorno: indossava i colori di Arcadia, una terra sottomessa all'Impero, e il suo equipaggiamento, riparato da poco, come indicavano i laccetti di colore diverso. "Come posso aiutare una guerriera in questa mattina rocambolesca?" "Ho bisogno di una nave per lasciare l'isola, puoi aiutarmi?" rispose lei.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Come ti ho già segnalato non è possibile far parlare/muovere un PG di un giocatore, mentre è possibile usare liberamente i PNG. Non è un problema stavolta dato che comunque avrei detto qualcosa di simile.

    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    Vanberk spalancò la porta della fucina con ira, che tuttavia andò scemando quando si trovò davanti le due guardie della fortezza e la donna arcadiana.
    - Yves? - chiese in un attimo di dubbio, quasi sconvolto dal fatto di trovarsi davanti nuovamente la ragazza con cui aveva bevuto la sera prima. Immediatamente il fabbro chiese spiegazioni alle guardie, facendo comunque accomodare la donna prima di ricevere qualsiasi risposta dagli uomini alla porta.
    L'interno della fucina era caldo e confortevole. Attorno a lei, sulla mobilia spartana e sul tavolo da lavoro c'erano numerose opere del fabbro. Armi varie, armature, progetti e richieste di lavoro sparse sul tavolo. Si sentiva protetta e sicura in quell'ambiente, ma lo era davvero?
    Aveva conosciuto Vanberk la sera prima, poteva davvero fidarsi di lui? Non lo sapeva, ma non aveva altra possibilità, inoltre l'uomo le era sembrato più ragionevole di molti altri nordling.
    Alla domanda di Vankerb, Yves non poté che rispondere in modo diretto:
    - Ho bisogno di una nave per lasciare l'isola, puoi aiutarmi? -
    In effetti era quello il motivo che l'aveva spinta a cercare l'uomo della sera prima. Era il suo unico contatto a Vaygrjord, e l'unica persona che potesse in qualche modo permetterle di tornare a casa. Inoltre sapeva che Vanberk era in procinto di partire lui stesso per un viaggio, dunque le era sembrata la scelta più logica.
    Per un istante una terribile sensazione si impossessò di lei. E se l'uomo non avesse voluto aiutarla? No, l'aveva fatta entrare in casa, non le sarebbe accaduto nulla di male sotto il suo tetto.
    "Ma le usanze qui sono diverse da..." pensò, ma poi scacciò subito il pensiero dalla mente. Non doveva farsi influenzare dai pregiudizi.
    Lasciò vagare per la stanza lo sguardo, poi prese una sedia e vi si sedette. Fece un profondo respiro ed iniziò a parlare.
    - Prima di tutto, penso che delle spiegazioni siano d'obbligo. - disse, attendendo nel caso in cui Vanberk avesse voluto sedersi a sua volta.
    - Alla locanda ieri sera ti ho detto che ho preso parte ad una caccia qui a Vaygr. - proseguì indicando i rattoppi sulla sua armatura. - Il nostro obiettivo era un drago, si un drago vero, e ci ho quasi rimesso la pelle, ma non è quello il problema. Siamo giunti ad Akkasjar via nave, grazie ad una tratta imperiale, il problema è che solitamente tutte le navi arrivano e salpano dalla fortezza di Vaygrjord e quindi... -
    Non finì la frase lasciando che fosse la mente di Vanberk a lavorare al collegamento. Di fatto lei e gli altri erano giunti sull'isola in modo "illegale" ed essendo la maggior parte di loro affiliati all'Impero questo fatto non avrebbe fatto altro che causare ulteriori attriti.
    La nave era rimasta in porto per alcuni giorni e poi era ripartita, lei aveva deciso di trattenersi, e così era rimasta letteralmente bloccata sull'isola. Era stata fortunata ad essere riuscita ad arrivare alla fortezza e persino a parlare con Vanberk, se avesse avuto la sfortuna di trovare guardie più rigide o peggio dei fanatici non si sarebbero posti alcun problema a passarla a fil di spada.
    - Come hai sottolineato anche l'altra sera, non sono una nordling, e vengo da Arcadia; che al momento è affiliata all'Impero. - sospirò. - Questo non gioca a mio favore, in una terra dove l'Impero non ha portato altro che distruzione. -
    Cercò lo sguardo di Vanberk, e soprattutto cercò il coraggio dentro di sé per pronunciare quelle parole.
    - Il fatto sta dunque non se puoi aiutarmi, ma se vuoi aiutarmi. - abbassò lo sguardo, conscia che il rifiuto era più probabile tra le due opzioni.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  12. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    La situazione era decisamente confusa: Vanberk era passato dall'essere steso come una pelle d'orso sul pavimento ad avere un ragazza che gli chiedeva di lasciare l'isola nella quale era arrivata illegalmente! E il mal di testa da doposbornia non aiutava certamente quindi prima di formulare una qualsiasi risposta era necessario risvegliarsi del tutto. Si levò la pesante tunica in lana e la sottotunica in lino e attraversò la stanza per aprire una piccola porticina: questa dava sull'esterno della fortezza e il fabbro si diresse deciso verso un cumulo di neve, alto quanto lui ma molto molto più grosso. La ragazza arcadiana l'aveva seguito senza proferire parola e se ne stava lì accanto con lo sguardo dubbioso. Dopo averla saggiata Vanberk si tuffò nella neve, così profondamente che solo le caviglie ne spuntavano fuori. Vi rimase dentro per diversi secondi per poi riaffiorare come una balena sbuffando e gemendo "Arghhhh! Che freddo!" poi guardando la ragazza esterefatta aggiunse, sogghignando "Questo è il metodo che mio padre usava per smaltire il liquore che restava dopo una serata aggressiva. Piuttosto strano ma dannatamente efficace". Sneza aggiungere altro tornò in fucina e si mise addosso i vestiti da lavoro, i guanti e un grembiule in cuoio grosso con numerosi segni di bruciature. Iniziò a ravvivare il fuoco con i mantici e solo quando il calore iniziò a fargli fumare i pantaloni si rivolse di nuovo alla ragazza "Ripetimi tuttoooo con calma Yves: prima non ero lucido come avrai capito". Si mise su una sedia e ascoltò di nuovo tutta la storia della giovane guerriera: l'arrivo segreto sull'isola, lo scontro durissimo contro il drago del ghiaccio (evento che alzò di molto la stima del fabbro verso la ragazza), il duro ricovero, il loro bizzarro incontro e ora l'impossibilità di trovare una nave che la riportasse a casa, ad Arcadia. Vanberk ascoltò senza mai interrompere la sua interlocutrice, ragionando con calma su tutto quello che sentiva: non aveva ragione di dubitare della veridicità del racconto e pensava ragionevolmente di potersi fidare di quella straniera. Ma aiutarla a lasciare l'isola? Era pericoloso e rischiava di essere accusato di tradimento anche lui se gli altri avessero capito che era arrivata senza approvazione. Alzò lo sguardo e fissò quelli della ragazza: dubbio, paura, desiderio, forza. Tutto questo era scritto lì e di fronte a questo la risposta fu semplice "Yves, ti aiuterò a tornare a casa! Devo solo chiederti di aspettare un giorno: ho ancora un lavoro da fare e come fabbro non posso permettermi di lasciarlo incompiuto. Fino ad allora sei mia ospite e nessuno ti verrà a disturbare. Parola di Vanberk Tyggorson!" Concluse battendosi un pugno sul torace e porgendo l'altra mano alla ragazza, con un ampio sorriso sul volto. "E nel frattempo che ne dici se dò un occhiata al tuo equipaggiamento? Non si sa mai che crepe nascoste o icrinature possano rivelarsi nel momento meno opportuno!"
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Come ti ho già segnalato non è possibile far parlare/muovere un PG di un giocatore, mentre è possibile usare liberamente i PNG. Non è un problema stavolta dato che comunque avrei detto qualcosa di simile.

    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    Il fabbro era confuso dalle spiegazioni di Yves, così confuso da chiederle di lasciargli un attimo per riflettere. Si fece strada fino al retro della bottega e si lanciò dentro un cumulo di neve, riemergendo tranquillamente come se nulla fosse, spiegando come quel "bagno" lo avesse aiutato a schiarirsi la mente.
    La donna ripeté nuovamente, stavolta con calma e cercando di spiegare la situazione nel modo più esaustivo possibile, le vicissitudini che l'avevano condotta fino alla fucina di Vanberk. L'uomo sembrò particolarmente interessato al racconto dello scontro con il drago, del quale Yves non scese in dettagli, specificando comunque come la finale comparsa dell'Impero avesse costretto lei e i suoi compagni a fuggire.
    Sapeva di star chiedendo molto a Vanberk. Si conoscevano appena, eppure quando avevano parlato la sera precedente assieme si era sentita tranquilla in sua presenza.
    "Anche se non sei una nordling sei sicuramente una con la spina dorsale!", le aveva detto il fabbro davanti ad alcuni boccali di birra.
    Che fosse stata quella semplice affermazione a spingerla a rivolgersi a lui per tornare ad Arcadia? O forse questo era da sommare al fatto che Yves sapeva che Vanberk desiderava partire per il continente a breve? Forse tutte e due le cose.
    Inaspettatamente, dopo qualche istante di silenzio l'uomo rispose in modo affermativo alla sua domanda. L'avrebbe aiutata a trovare una nave per Arcadia, ma avrebbe dovuto attendere un giorno in più. Si stava già domandando dove avrebbe potuto alloggiare, se mai avesse trovato una locanda disposta a darle una stanza, quando Vanberk chiarì che sarebbe stata sua ospite.
    L'uomo le stava tendendo la mano in segno d'amicizia, e lei la strinse senza indugio. Aveva trovato in Vanberk Tyggorson un prezioso alleato, oltre che un buon amico.
    - E nel frattempo che ne dici se dò un occhiata al tuo equipaggiamento? Non si sa mai che crepe nascoste o incrinature possano rivelarsi nel momento meno opportuno! -
    Aveva già fatto controllare il suo equipaggiamento a Bravollr, ma non se la sentiva di rifiutare l'offerta del fabbro. Inoltre un ulteriore controllo non avrebbe certo fatto male.
    Sganciò lo scudo dal braccio e la spada dalla cintura, consegnandole a Vanberk. Stava per togliersi l'armatura, quando si rese conto che sarebbe rimasta solo con la tunica e il mantello. Così chiese all'uomo di mostrarle una stanza in cui potersi cambiare, levandosi così la protezione. Si strinse nel mantello mentre rabbrividiva. Non era abituata a tutto quel freddo, così si avvicinò alla fiamma della fucina per scaldarsi. Si mise in disparte, in modo da osservare il fabbro al lavoro, ma non essergli d'intralcio.
    Nuovamente lasciò vagare lo sguardo sulle armi ed armature create da Vanberk. Erano di notevole fattura, e se avesse avuto qualche moneta d'oro in più, l'avrebbe sicuramente data per brandire una di quelle spade. Magari un giorno avrebbe chiesto all'uomo una piccola commissione.
    Il calore della fucina era ammaliante e lentamente la tensione scemò, lasciando spazio alla stanchezza. Senza accorgersene si addormentò, come capitava ai bambini dopo aver giocato troppo; rannicchiata sulla sedia in un angolo della fucina.



    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
  14. BretonSaga
     
    .

    User deleted


    Vanberk
    Elana


    La ragazza gli strinse la mano con forza, il volto raggiante di felicità e anche Vanberk si sentiva felice: stava aiutando una persona in difficoltà e il fatto che fosse una bella ragazza era un surplus gradito. Ma ora non cc'era tempo per gongolare e perdersi in rosei pensieri: c'era del lavoro da fare e in più doveva anche controllare l'equipaggiamento di Yves quindi avrebbe dovuto coordinare le due cose alla perfezione se il giorno successivo dovevano lasciare l'isola. Mentre la ragazza si svestiva dell'armatura il fabbrò buttò una secchiata generosa di carbone sul fuoco, per creare un ampio e spesso strato di braci e azionò i mantici: subito la temperatura si alzò di parecchi gradi, scacciando del tutto gli spifferi freddi che infestavano la stanza. Poco dopo la ragazza uscì indossando solo la tunica e il mantello e andò a sedersi su una seggiola accanto al fuoco, per godersi il ritrovato calore. Il tempo di girarsi e preparare sul tavolo tutti gli strumento necessari disponendoli ordinatamente che la ragazza dormiva profondamente, con la testa inclinata sulla spalla. Vanberk la guardo stranito e si ritrovò suo malgrado a sorridere come un ebete -Questa ragazza è davvero un mistero: non so quasi nulla di lei eppure ha così tanto coraggio in quel suo corpicino che basterebbe per molti "guerrieri" di qui-
    Decise di spostarla nella stanza dove si era cambiata: se era talmente stanca da addormentarsi in quel modo non poteva certo svegliarla lavorando. La prese in braccio e delicatamente la adagiò sul letto che aveva portato lì, per non restare sveglio nei tempi morti del lavoro, come la cottura e la riduzione dei materiali. Lo spostamento non turbò il sonno della ragazza e quindi Vanberk potè tornare al lavoro: il letto di carbone riluceva tanto da infastidire la vista così prese gli occhiali coi vettri affumicati e li legò dietro la nuca, per evitare che il sudore ed il movimento li facessero cadere e rompere. Con una lunga pinza inserì la barra di metallo destinata a diventare la nuova spada del comandante e la inserì nelle braci, assicurandosi che fosse ben coperta; intanto esaminò da vicino l'equipaggiamento di Yves: il lavoro di cucitura reggeva bene e il cordino era di cuoio sano, segno di professionalità, ma sul bordo inferiore dello scudo vi era una crepa che infastidì il giovane: era lunga poco più di un centimetro ma un colpo ben portato rischiava comunque di spaccarlo. E la spada presentava troppe tacche e scalfitture, che potevano compromettere la letalità dell'arma. Così Vanberk si immerse nel doppio lavoro e il tempo scorse via come birra nella gola di un Nordling. Era così preso che non sentì la porta della fucina aprirsi, nè i passi pesanti che si avvicinavano a lui. Quando fu colpito da una manata saltò dallo spavento! Si girò e dietro di lui c'era... sua madre, che come al solito rideva tantissimio -Oh, scusami caro, ma spaventarti rimarrà una delle mie attività preferite!- -Mi è salito il fegato in gola madre! Cosa ci fai qui?- -Io? Sei tu che non ti fai vedere da due giorni praticamente! Sono scesa a Bravollr per cercarti e mi hanno raccontato della tua serata matta in osteria. Poi sono dovuta tornare qui a cercarti perchè so che quando sei ubriaco vieni qui a riprenderti e non a casa- -E direi da qundo mi hai ribaltato addosso una carriola di neve per svegliarmi! Comunque sarei passato stanotte per prepararmi a domani e salutarti per bene- -Tesoro guarda che è già stanotte: il Sole è andato a far riposare i cavalli almeno due ore fa. Immaginavo fossi preso dai lavori e quindi ti ho portato la cena, abbondante ovviamente, e la borsa con tutto il necessario per il viaggio- concluse sorridendo e allungando al figliouna voluminosa sacca di tela. Mentre il ragazzo pensava a come ringraziare la madre, la porta della stanza si aprì e Yves si affacciò sbadigliando rumorosamente. Subito Vanberk passò dal formulare dei ringraziamenti al pensare una spiegazione che non suonasse ambigua - Madre questa ragazza è la signorina Canterra, che mi ha chiesto di controllarle l'equipaggiamento e una mano per trovare una nave che la riporti a casa. Ci siamo conosciuti ieri sera al...- e si fermò, rendendosi conto che aveva appena detto quello che non voleva ma la reazione della madre lo lasciò di sasso: si avvicinò alla ragazza e le strinse la mano dicendo -Helga mi ha tanto parlato di voi, signorina Canterra! Spero che mio figlio l'abbia trattata cortesemente, vero Vanberk?!-. Che situazione!
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Neuromancer

    Group
    Administrator
    Posts
    5,287
    Location
    Berlin Sprawl

    Status
    Offline
    LegendaNarrato
    Pensato
    Parlato

    Parlato Altri

    Il Paese delle Nevi
    Yves venne svegliata da una serie di rumori e voci che non appartenevano minimamente al sogno in cui era immersa. Le ci vollero parecchi istanti prima di riuscire a scindere le immagini del mondo onirico con quello che i suoi sensi le facevano percepire.
    Si accorse di essere su un letto, quando invee era certa di essersi addormentata nella fucina, accanto al fuoco. Come era arrivata li? L'aveva portata Vanberk? Perché?
    Udì nuovamente delle voci fuori dalla porta, dalla quale filtrava un fascio di luce che illuminava fiocamente la stanza spartana. Si alzò, e stropicciandosi gli occhi e sbadigliando si fece strada fino alla porta, spalancandola.
    Dovette chiudere gli occhi un secondo per abituarsi alla luce dell'altra stanza, e i suoni la colpirono con più forza di quanto si sarebbe aspettata. Si trovò davanti ad un piccolo simpatico quadretto. Vanberk stava discutendo con una donna e alla comparsa, probabilmente inaspettata di Yves, la presentò.
    - Helga mi ha tanto parlato di voi, signorina Canterra! Spero che mio figlio l'abbia trattata cortesemente, vero Vanberk?! - esordì la donna.
    La madre di Vanberk aveva poco a che spartire con il ragazzone, dunque era logico pensare che il giovane avesse preso i suoi tratti dal padre. Stava per formulare una domanda inopportuna, ma decise di tacere, e metabolizzare la domanda della donna che le stringeva ancora la mano.
    - Helga è una chiacchierona temo; spero le abbia detto solo cose buone. - rispose, decidendo di buttare il discorso sul comico, non sapendo bene da che parte uscirne.
    - Si, Vanberk si è comportato da vero gentiluomo. Mi ha fatto davvero piacere dividere il tavolo e brindare con lui ieri sera. -
    In quell'istante si rese conto di non avere la minima idea di che ora fosse, o di quanto tempo avesse passato a letto, e la cosa non le piacque. Era grata dell'ospitalità, ma non voleva certo abusarne.
    Gettò un'occhiata al tavolo da lavoro di Vanberk, e vide che c'erano ancora un mucchio di oggetti sparpagliati, anche se non sarebbe stata in grado di dire a che punto del lavoro fosse il fabbro. Aveva sempre ammirato gli artigiani e le loro capacità. Lei conosceva molto bene la natura e se si fosse addestrata probabilmente sarebbe potuta diventare una buona guida o una guardiaboschi, ma aveva scelto una strada diversa, eppure continuava a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se non avesse abbracciato la via della spada.
    Invece Vanberk era orgoglioso del proprio lavoro. Aveva detto di voler salpare per il continente, ma a che pro? Che mirasse a stabilire una rete di contatti con altri artigiani, o c'era qualcos'altro? Non riusciva a ricordare, rintontita com'era dal sonno, se l'uomo le avesse già spiegato le sue motivazioni.
    Come un lampo nella sua mente comparve l'immagine di Nia. Doveva ritornare ad Arcadia, il prima possibile. Aveva ancora delle faccende in sospeso da risolvere.
    Chiese alla madre di Vanberk dove potesse sciacquarsi la faccia in modo da potersi svegliare, e fu accompagnata verso un bagno in cui era presente una vasca piena quasi fino all'orlo di acqua. Vi immerse le mani e rabbrividì; era gelida. Si chinò e lentamente immerse il viso nell'acqua.
    Ora era sveglia, lucida e pronta a fare quello che doveva. L'unico dubbio era: quando avrebbero potuto partire?
    Ritornata nella sala principale della fucina, si rivolse al fabbro.
    - Come procede il lavoro Vanberk? Quando possiamo partire? - fece un lieve inchino in segno di scusa. - Mi dispiace metterti fretta, e ancora di più farlo dopo che mi hai ospitata quando nessun'altro ha voluto ascoltarmi ed aiutarmi, ma ho davvero bisogno di partire per Arcadia quanto prima. -
    Sapeva che la sua domanda avesse un suono alquanto egoistico, ma doveva sapere.
    - Se posso aiutarti in qualunque modo, fammelo sapere. - aggiunse poi.


    Dati Scontro
    Potenza: 10
    Vita: 200

    100%


    Chakra: 190

    100%


    Distanza: //

    Abilità:
    Enciclopedia Militare

    Discipline:
    Armi Bianche
    Elemento: Acqua

    Scheda:
    Yves Canterra
    Slot Usati:


    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    //

    Status/Buff:
    //

    Equip:
    Spada Classe I - [20 Danno]
    Scudo Classe I - [50 Blocco]
    Armatura Leggera Classe I - [30 Blocco]
    Pozione dello Spirito - [60 Chakra]

     
    Top
    .
17 replies since 22/7/2015, 12:47   228 views
  Share  
.