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.CITAZIONERole chiusa. Partecipanti:
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BretonSaga
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Vanberk
Elana
Erano passati solo sei giorni dal feroce scontro con il Griforso ma Vanberk aveva deciso che erano sufficienti: restare a letto tutto il giorno non era da lui e non vedeva l'ora di riprendere in mano i lavori arretrati e potersi vantare con gli amici della sua impresa nella taverna della fortezza. Quella mattina si alzò dal letto senza mostrare segni di debolezza o febbre e per la prima volta potè lavarsi completamente. Fortunatamente non doveva uscire di casa per raggiungere i bagni caldi comuni, situati nei sotteranei della fortezza: una fonte di acqua vulcanica scorreva sgorgava a poche centinaia di metri e Vanberk vi aveva costruito un casotto in legno e pietra per potersi lavare con tutta la calma pssibile. Una volta lavato prese il coraggio a due mani e si guardò nello specchio da barba che si era portato dietro: le cicatrici che correvano sul volto erano ormai sbiancate rispetto a sei giorni prima ma erano evidenti come sangue sulla neve. Fortunatamente i muscoli facciali non erano stati feriti oltre l'irreparabile e grazie anche alle arti mediche del guaritore quindi non si era ritrovato con il volto peralizzato. Aveva delle difficoltà ad aggrottare le soppraciglia ma era un piccolo prezzo da paggare in cambio della fama che aveva ottenuto. Così, pulito e sorridente, si rivestì e si avviò col passo leggero verso casa, In cucina trovò sua madre intenta a mescolare con un grosso mestolo di legno il calderone, posto su un letto di braci. "Già in piedi a quanto vedo! Non pensi che sarebbe meglio rimanere ancorà un pò a letto?" "Difficilmente resterei inerte a letto madre" sorrise il giovane "ormai la febbre è sparita e mi sento in grado di lavorare: perchè perdere tempo dunque?". "Va bene sapientone ma se dovessi collassare a terra sappi che da me non riceverai nessun aiuto" e mentre diceva questo versò in una ciotola di legno il contenuto del calderone. "Porridge?! Ah che gioia... il mio piatto preferito!" "Meno sarcasmo giovanotto! Se sei davvero pronto per lavorare sappi che i pescatori di Bravollr hanno bisogno di te per sistemare il timone di una barca. Sono stati spinti contro una secca da un onda anomala e ora la barra non risponde come dovrebbe" "Ok vedrò di risolvere il problema!". Vanberk trangugiò a forza il porridge caldo per poi precipitarsi con la sacca degli attrezzi giù alla città portuale. Sulle spalle portava un mantello nuovo, regalo di sua madre, decorato sui bordi con le piume del griforso per testimoniare la sua azione valorosa. Quando arrivò tutti i pescatori lo ringraziarono dell'intervento tempestivi: la barca doveva essere in acqua pria di sera altrimenti avrebbero perso una notte intera di pesca. Il giovane si mise al lavoro sorridente, felice di poter usare le sua conoscenze e abilità, sistemando il timone nel giro di poche ore. Aiutò i pescatori a spingere la barca in mare e quando questi misero mano ai soldi il giovane rifiutò i loro soldi: era un giorno speciale e quindi il lavoro era gratis. "Al massimo portate a mia madre un bel tonno fresco se proprio volete darmi qualcosa per il lavoro" disse ridendo; i pescatori lo ringraziarono nuovamente per il suo lavoro e lo salutarono. Il sole oramai era basso e Vanberk decise di fermarsi a cena al CInghiale Felice, per offrire un giro di birra ai presenti e poter raccontare fiero la sua avventura. Quandò entrò nella locanda fu subito abbracciato da un ottimo odore e dal calore del focolare: la sala era quasi piena e riconobbe nella folla diverse facce familiari che, in un moodo o nell'altro, lo salutarono: chi con la mano, chi lo boccale, chi con un grugnito. Quindi si avviò tra i tavoli e si sedette tra alcuni sui conoscenti, che subitò lo tempestarono di domande sullo scontro, sulle cicatrici, sul mantello. Vanberk rispose a tutti con profusione di particolari e anche mimando le scene più salienti. Accennò anche al drago che aveva udito in lontanza e con la coda dell'occhio colse un movimento: un giovane ragazza dai lunghi capelli biondi aveva alzato la testa dal piatto e ora fissava incuriosità il fabbro. Vanberk ricambiò lo sguardo e vide che la giovane sedeva da sola al tavolo, avvolta in un vestito lungo di pelliccia. Non avendola mai vista da quelle parti decise, con l'aiuto della birra che scorreva in lui, di salutare gli amici, offrendogli un altro giro di bevande, e raccolta una ciotola di stufato ed un altro boccale di birra, avanzò a grandi passi verso di lei e si sedette dall parte opposta del tavolo. "Salve!" esordì "che ne dice di un pò di compagnia?"SPOILER (clicca per visualizzare)Potenza: 10
Vita: 200
Chakra: 160 - 30
Distanza: 5 m
Abilità/Passive:
Discipline: Armi pesanti/ Elemento: fulmine
https://rotegdr.forumcommunity.net/?t=57849378
Slot Usati:
Slot Rimanenti:
[Azione]
[Rapido]
[Rapido]
Auree/Stance/Effetti: /
Status/Buff: /
Equip: Corazza dell'Avventuriero (20 Blocco)
Arma Pesante I (40 Danno) //. -
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"Vanberk Thyggorson, piacere" disse facendo cozzare il suo boccale contro quello della ragazza: il colpo fu un pò troppo forte tanto da far cadere della birra sul tavolo. Ma Vanberk non se ne curò minimamente, intento com'era a finire il bocccale in un unica sorsata: la serata finora era stata ricca di soddisfazioni e le buone maniere non erano il suo pensiero principale al momento. Voleva solo conoscere meglio quell'incantevole fanciulla e condividere con lei la gioia di viere che sentiva dentro di sè. Per questo si era alzato dalla sua compagnia di amici per farle compagnia: non sopportava l'idea che qualcuno quella sera non fosse felice o almeno sbronzo. "Brindiamo all'incredibile fortuna, al coraggio indomito e alla bellezza della vita" disse rimanendo sorpreso lui stesso dalle parole poetiche che aveva usato "In parole povere, signorina Canterra, offro da bere a tutti per essere sopravissuto ad uno scontro con un griforso, che ora adorna finemente i bordi del mio mantello". E iniziò subito a descrivere alla straniera tutta la sua avventura, senza tralasciare neanche un particolare, creando un torrente lunghissimo di parole, gesti e versi ancora più prolisso rispetto a quelli fatti per gli amici. Si stava divertendo nel cercare di impressionare la ragazza, che lo fissava con un espressione stranita mentre reggeva ancora in mano il boccale pieno, ma l'occhio da fabbro notò qualcosa: quella ragazza aveva spalla e braccia forti e tornite, che le lunghe maniche della tunica non riuscivano a nascondere. Vanberk, che aveva lavorato a stretto contatto con decine e decine di guerrieri nel corso degli anni, capì che quello splendore biondo nascondeva più di quanto volesse lasciare intendere. Così, chiuso il suo lungo racconto, scelse di essere diretto con la ragazza: "Signorina Canterra, lei combatte?" SPOILER (clicca per visualizzare)Potenza: 10
Vita: 200
Chakra: 160 - 30
Distanza: 5 m
Abilità/Passive:
Discipline: Armi pesanti/ Elemento: Fulmine
Scheda:
Vanberk
Slot Usati:
Slot Rimanenti:
[Azione]
[Rapido]
[Rapido]
Auree/Stance/Effetti: /
Status/Buff: /
Equip: Corazza dell'Avventuriero (20 Blocco)
Arma Pesante I (40 Danno) //. -
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La prima reazione della ragazza fu di sorpresa: sicuramente non si aspettava una domanda simile "Sono una guerriera, se questo vi interessa." e continuò dicendo "Sono ospite del Cinghiale Felice da una settimana circa, ho partecipato ad una caccia e mi ci è voluto più del previsto per rimettermi in forze.". Vanberk la guardò con attenzione: evidentemente quella caccia non doveva essere stata una passeggiata se aveva richiesto un riposo di una settimana "Dev'essere stata una brutta bestiaccia!" disse sorridendo, cercando di migliorare l'umore della sua interlocutrice, che mormorò qualcosa che non riuscì a cogliere. Stava per chiederle maggiori dettagli sulla sua avventura quando fu interotto da Helga, la figlia del locandiere "Vanberk Thyggorson! Lascia in pace la signorina! Si è ripresa da poco e non ha certo bisogno della compagnia di un fabbro brillo e chiaccherone!". La veemenza del tono lo lasciò spiazzato: conosceva Helga sin da quando erano bambini e giocavano assieme nella neve e non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere da lei "Helga non sto assolutamente disturbando la tua ospite!" rispose piccato "Volevo solo farle compagnia condividendo qualche racconto di guerra come buona abitudine tra combattenti! Non avevo idea che fosse debole e bisognosa di tranquillità quindi evita di apostrofarmi con quel tono, come se l'avessi sfidata a braccio di ferro!" Si alzò dal tavolo accigliato ma mentre stava per uscire pensò "Skratzo forse ho esagerato..." così decise di compiere un ultimo gesto di cortesia. Alzò la mano attirando l'attenzione del locandiere e fece uno strano gesto con le dita, seguito poi dal numero tre. L'oste lo fissò con gli occhi sbarrati ma vedendo l'espressione del giovane corse alla porta dietro il bancone e vi sparì al suo interno. Tornò indietro a sedersi e fece gesto a Helga di fare lo stesso. La ragazzalo guardò male ma accettò, mettendosi accanto a Yvess; subitò dopo arrivò suo padre, con tre bicchieri di vetro e una bottiglia blu col collo alto e sottile. Appoggiò la bottiglia con estrema delicatezza e la stappò: subito un odore di pino e mare si diffuse, riempendo la sala. Tutti si girarono a guardare e anche Helga si portò le mani alla bocca, piena di stupore. "Rugiada di Mezzanotte!? Ma come puoi permettertela Van? "Ho venduto le ossa e alcune piume del Griforso aglialchimisti della fortezza e mi hanno riempito di denaro" prese un bicchiere e lo tese di fronte a sè, guardando Yvess in volto "Questo è il più pregiato e costoso liquore che un uomo del Nord possa sognare: mio padre lo beveva sempre per festeggiare le sue vittorie offendolo a mia madre e alla sua squadra. Io non ho così tanti soldi ma voglio condividerlo con lei, signorina Canterra, per avermi ascoltato anche se poteva allontanarmi quando voleva e con te, Helga, per scusarmi delle mie male parole: in effetti ero un pò rumoroso" e si mise a ridere sguaitamente. "Alla salute allora!" disse allungando il bicchiere sopra il tavolo di nuovo, per brindare. . -
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"Vanberk, giusto per curiosità, quanto costa un bicchiere di questa Rugiada di Mezzanotte? Non prenderla male, voglio solo sapere quanto portarmi dietro la prossima volta che mi fermerò a Bravollr per una sbronza...". Il fabbro non si aspettava certamente una domanda del genere: iniziò lentamente a sorridere e pian piano degenerò in un riso da ubriachi, quella ridarella che ti impedisce di fermarti. "Yves anche se non sei una Nordling sei sicuramente una con la spina dorsale! Berrei ancora ma sono ormai oltre il mio limite e la mia fuuucina non lavorerà domani da sola..." Ormai i sensi del ragazzo erano intorpiditi e anche parlare richiedeva un certo impegno. Si alzò dal tavolo e il mondo attraverso i suoi occhi appariva decisamente più vivo e colorato "Yves permettimi di salutarti quando sono ancora una persona... ehmmm... civile! So che domani partirai e quindi difficilmente ci rivedremo ma chissà! Presto le maree della mia vita si... alz... mod... insomma la mia vita avrà una svolta! Viaggerò! Ma dopo aver finito le mie commisioni sennò la gente si arrabbia e mi tocca picchiarli col martello" e sorrise come un bimbo a quest'ultima affermazione. "Andrò per il mondo, diverrò forte e farò provare ai cani imperiali la vendetta di Vanberk Tyggorson!" Stretta la mano della ragazza come segno di saluto ma in silenzio per la prima volta quella sera, uscì dal locale accompagnato dalle voci degli amici che a loro volta lo salutavano e si diresse a casa, lentamente. Una volta arrivato si fermò alla forgia a fissare le rosse braci che dormivano sotto la legna "Fiamma, cara fiamma... scaldami ancora una volta il cuore stasera..." e crollò a terra con un tonfo sonoro. Da lì a poco iniziò a russare come un orso ma nulla lo turbò fino al mattino dopo tranne il pensiero di aver fatto finalemente un primo passo per uscire dalle sue lande gelate: aver parlato con un estraneo e non aver finito la discussione a pugni. Un enorme passo avanti per il giovane fabbro. SPOILER (clicca per visualizzare)Potenza: 10
Vita: 200
Chakra: 160
Distanza: 5 m
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Discipline: Armi pesanti/ Elemento: Fulmine
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Vanberk
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Vanberk
Yves
Lentamente Vanberk ritornò alla realtà dalle nebbie dell'alcool: in bocca sentiva una nota ferrosa causato dalla birra di ieri sera e il cerchio alla testa doveva dipendere dalla Rugiada di Mezzanotte. In poche parole aveva decisamente alzato troppo il gomito o, come si usava dire tra gli abitanti dell'isola, aveva martellato fino alla rottura il metallo. Il suo cervello stava lentamente iniziando a ricollegare i fatti della serata precedente: l'euforia, i racconti, il gran bere, l'aver discusso con Helga... per cosa per0'? Non riusciva a ricordare bene ma c'era di mezzo anche un altra persona ma non riusciva a ricordare con precisione "Una donna... coi capelli biondi..." mormorò alzandosi dal pavimento: i vestiti erano tutti stropicciati per aver dormito sul pavimento ma il mantello decorato con le piume di griforso era in buone condizioni, sporco ma nulla di irreparabile. Mentre il giovane si guardava spaesato vide sul bancone di lavoro una pergamena: la prese in mano e la lesse cercando di mettere a fuoco le lettere. Era una richiesta di lavoro per una nuova spada destinata al comandante delle guardie come regalo di matrimonio da parte di sua moglie. Vanberk aveva oramai esaurito tutte le commisioni, per non lasciare lavori o conti in sospeso quando sarebbe partito, ma non poteva certo esimersi da quest'ultimo lavoro. Mentre programmava le future azioni - che comprendevano una doccia e mettere qualcosa sotto i denti - dei colpi vigorosi scossero la porta della fucina, rimbombando nella testa del fabbro. Chi poteva essere? Non aveva appuntamenti e la porta era ancora chiusa, segno evidente che l'attività non era ancora iniziata. Comunque i colpi continuavano a martellare il legno vigorosamente, infastidendo non poco Vanberk che spalancò al porta urlando "SE NON LA SMETTI DI BATTERE SU QUESTA SKRATZO DI PORTA IO TI..." ma di fronte a sè si ritrovò due guardie della fortezza. "Hai visite fabbro" disse una e Vanberk vide una giovane ragazza coi capelli biondi avvolta in un mantello verde e oro, la stessa della sera precedente. "Yves?" e dicendolo si ricordò improvvisamente tutto quanto l'incontro della sera precedente e come se ne era andato improvvisamente in maniera scortese per evitare di piangere nella sala della locanda. Ora quella ragazza però lo fissava con uno sguardo di speranza, evidentemente intimorita dalle due guardie. "Lo vedo, grazie Alberth. Ma non capisco perchè la mia visitratice non sia potuta venire qui liberamente ma addirittura due guardie armate abbiano dovuto scortarla: questa è una fucina non la stanza della guerra. Prego Yves, entra pure." Alberth e Vanberk si guardarono negli occhi ma la guardia conosceva il fabbro e la sua lealtà e quindi se ne andò con il compagno, lasciando la straniera alle sue cure senza aggiungere altro. RIchiusa la porta il fabbro guardò la ragazza, avvolta nel suo mantello, ferma al centro della stanza a guardarsi intorno: indossava i colori di Arcadia, una terra sottomessa all'Impero, e il suo equipaggiamento, riparato da poco, come indicavano i laccetti di colore diverso. "Come posso aiutare una guerriera in questa mattina rocambolesca?" "Ho bisogno di una nave per lasciare l'isola, puoi aiutarmi?" rispose lei.. -
.CITAZIONECome ti ho già segnalato non è possibile far parlare/muovere un PG di un giocatore, mentre è possibile usare liberamente i PNG. Non è un problema stavolta dato che comunque avrei detto qualcosa di simile.
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La situazione era decisamente confusa: Vanberk era passato dall'essere steso come una pelle d'orso sul pavimento ad avere un ragazza che gli chiedeva di lasciare l'isola nella quale era arrivata illegalmente! E il mal di testa da doposbornia non aiutava certamente quindi prima di formulare una qualsiasi risposta era necessario risvegliarsi del tutto. Si levò la pesante tunica in lana e la sottotunica in lino e attraversò la stanza per aprire una piccola porticina: questa dava sull'esterno della fortezza e il fabbro si diresse deciso verso un cumulo di neve, alto quanto lui ma molto molto più grosso. La ragazza arcadiana l'aveva seguito senza proferire parola e se ne stava lì accanto con lo sguardo dubbioso. Dopo averla saggiata Vanberk si tuffò nella neve, così profondamente che solo le caviglie ne spuntavano fuori. Vi rimase dentro per diversi secondi per poi riaffiorare come una balena sbuffando e gemendo "Arghhhh! Che freddo!" poi guardando la ragazza esterefatta aggiunse, sogghignando "Questo è il metodo che mio padre usava per smaltire il liquore che restava dopo una serata aggressiva. Piuttosto strano ma dannatamente efficace". Sneza aggiungere altro tornò in fucina e si mise addosso i vestiti da lavoro, i guanti e un grembiule in cuoio grosso con numerosi segni di bruciature. Iniziò a ravvivare il fuoco con i mantici e solo quando il calore iniziò a fargli fumare i pantaloni si rivolse di nuovo alla ragazza "Ripetimi tuttoooo con calma Yves: prima non ero lucido come avrai capito". Si mise su una sedia e ascoltò di nuovo tutta la storia della giovane guerriera: l'arrivo segreto sull'isola, lo scontro durissimo contro il drago del ghiaccio (evento che alzò di molto la stima del fabbro verso la ragazza), il duro ricovero, il loro bizzarro incontro e ora l'impossibilità di trovare una nave che la riportasse a casa, ad Arcadia. Vanberk ascoltò senza mai interrompere la sua interlocutrice, ragionando con calma su tutto quello che sentiva: non aveva ragione di dubitare della veridicità del racconto e pensava ragionevolmente di potersi fidare di quella straniera. Ma aiutarla a lasciare l'isola? Era pericoloso e rischiava di essere accusato di tradimento anche lui se gli altri avessero capito che era arrivata senza approvazione. Alzò lo sguardo e fissò quelli della ragazza: dubbio, paura, desiderio, forza. Tutto questo era scritto lì e di fronte a questo la risposta fu semplice "Yves, ti aiuterò a tornare a casa! Devo solo chiederti di aspettare un giorno: ho ancora un lavoro da fare e come fabbro non posso permettermi di lasciarlo incompiuto. Fino ad allora sei mia ospite e nessuno ti verrà a disturbare. Parola di Vanberk Tyggorson!" Concluse battendosi un pugno sul torace e porgendo l'altra mano alla ragazza, con un ampio sorriso sul volto. "E nel frattempo che ne dici se dò un occhiata al tuo equipaggiamento? Non si sa mai che crepe nascoste o icrinature possano rivelarsi nel momento meno opportuno!" . -
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Vanberk
Elana
La ragazza gli strinse la mano con forza, il volto raggiante di felicità e anche Vanberk si sentiva felice: stava aiutando una persona in difficoltà e il fatto che fosse una bella ragazza era un surplus gradito. Ma ora non cc'era tempo per gongolare e perdersi in rosei pensieri: c'era del lavoro da fare e in più doveva anche controllare l'equipaggiamento di Yves quindi avrebbe dovuto coordinare le due cose alla perfezione se il giorno successivo dovevano lasciare l'isola. Mentre la ragazza si svestiva dell'armatura il fabbrò buttò una secchiata generosa di carbone sul fuoco, per creare un ampio e spesso strato di braci e azionò i mantici: subito la temperatura si alzò di parecchi gradi, scacciando del tutto gli spifferi freddi che infestavano la stanza. Poco dopo la ragazza uscì indossando solo la tunica e il mantello e andò a sedersi su una seggiola accanto al fuoco, per godersi il ritrovato calore. Il tempo di girarsi e preparare sul tavolo tutti gli strumento necessari disponendoli ordinatamente che la ragazza dormiva profondamente, con la testa inclinata sulla spalla. Vanberk la guardo stranito e si ritrovò suo malgrado a sorridere come un ebete -Questa ragazza è davvero un mistero: non so quasi nulla di lei eppure ha così tanto coraggio in quel suo corpicino che basterebbe per molti "guerrieri" di qui-
Decise di spostarla nella stanza dove si era cambiata: se era talmente stanca da addormentarsi in quel modo non poteva certo svegliarla lavorando. La prese in braccio e delicatamente la adagiò sul letto che aveva portato lì, per non restare sveglio nei tempi morti del lavoro, come la cottura e la riduzione dei materiali. Lo spostamento non turbò il sonno della ragazza e quindi Vanberk potè tornare al lavoro: il letto di carbone riluceva tanto da infastidire la vista così prese gli occhiali coi vettri affumicati e li legò dietro la nuca, per evitare che il sudore ed il movimento li facessero cadere e rompere. Con una lunga pinza inserì la barra di metallo destinata a diventare la nuova spada del comandante e la inserì nelle braci, assicurandosi che fosse ben coperta; intanto esaminò da vicino l'equipaggiamento di Yves: il lavoro di cucitura reggeva bene e il cordino era di cuoio sano, segno di professionalità, ma sul bordo inferiore dello scudo vi era una crepa che infastidì il giovane: era lunga poco più di un centimetro ma un colpo ben portato rischiava comunque di spaccarlo. E la spada presentava troppe tacche e scalfitture, che potevano compromettere la letalità dell'arma. Così Vanberk si immerse nel doppio lavoro e il tempo scorse via come birra nella gola di un Nordling. Era così preso che non sentì la porta della fucina aprirsi, nè i passi pesanti che si avvicinavano a lui. Quando fu colpito da una manata saltò dallo spavento! Si girò e dietro di lui c'era... sua madre, che come al solito rideva tantissimio -Oh, scusami caro, ma spaventarti rimarrà una delle mie attività preferite!- -Mi è salito il fegato in gola madre! Cosa ci fai qui?- -Io? Sei tu che non ti fai vedere da due giorni praticamente! Sono scesa a Bravollr per cercarti e mi hanno raccontato della tua serata matta in osteria. Poi sono dovuta tornare qui a cercarti perchè so che quando sei ubriaco vieni qui a riprenderti e non a casa- -E direi da qundo mi hai ribaltato addosso una carriola di neve per svegliarmi! Comunque sarei passato stanotte per prepararmi a domani e salutarti per bene- -Tesoro guarda che è già stanotte: il Sole è andato a far riposare i cavalli almeno due ore fa. Immaginavo fossi preso dai lavori e quindi ti ho portato la cena, abbondante ovviamente, e la borsa con tutto il necessario per il viaggio- concluse sorridendo e allungando al figliouna voluminosa sacca di tela. Mentre il ragazzo pensava a come ringraziare la madre, la porta della stanza si aprì e Yves si affacciò sbadigliando rumorosamente. Subito Vanberk passò dal formulare dei ringraziamenti al pensare una spiegazione che non suonasse ambigua - Madre questa ragazza è la signorina Canterra, che mi ha chiesto di controllarle l'equipaggiamento e una mano per trovare una nave che la riporti a casa. Ci siamo conosciuti ieri sera al...- e si fermò, rendendosi conto che aveva appena detto quello che non voleva ma la reazione della madre lo lasciò di sasso: si avvicinò alla ragazza e le strinse la mano dicendo -Helga mi ha tanto parlato di voi, signorina Canterra! Spero che mio figlio l'abbia trattata cortesemente, vero Vanberk?!-. Che situazione!. -
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