Posts written by .Robby

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    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    Lexandro aveva colpito il faccione flaccido di quell'uomo, ma facendolo semplicemente svenire e cadere a terra, l'inquisitore controllò se l'uomo era ancora vivo; "Mh...è ancora vivo. Devo essere fuori allenamento, un tempo riuscivo a staccare la testa ad un individuo, roteando il mio martello alla stessa maniera." pensò l'inquisitore, mentre afferrava con due mani l'arma, pronto a rendere poltiglia il cranio dell'eretico atterrato. Ma un rumore, anzi un'immondo urlo dal timbro femminile, spezzò la concentrazione dell'uomo facendolo voltare rapidamente. Una forma umana, avvolta dalle fiamme si avventò con furia contro Lexandro, ma costui avrebbe schivato l'assalto.

    Schivata [Azione]+[Rapido]



    L'inquisitore si prese di certo un colpo per quanto successo, non si aspettava di essere aggredito, specialmente da una donna urlante in fiamme. Non fu troppo difficile, per Lexandro, riconoscere l'identità della creatura, era la donna morta del campanile, a cui aveva dato fuoco. "Che maledizione è mai questa?" bisbigliò leggermente tra se e se l'inquisitore, mentre assumeva una posa pronta a combattere. La donna ringhiante non sembrava aggredire ancora l'inquisitore, inoltre non sembrava curarsi delle fiamme che l'avvolgevano e questo era motivo di timore per l'inquisitore. "Le fiamme non sembrano provocargli vero dolore, ma non potrà nuocere ulteriormente se la riduco in cenere." disse Lexandro, ricomponendosi come di dovere.

    Una volta ripresa la concentrazione sul campo, iniziò a sfoderare le sue armi:

    Skill: Fire Breath [Azione]
    Action: Inner Energy [Rapido]
    Skill: Ignite [Rapido]

    Danno Inflitto: 30 (Fire Breath) + 20 (Inner Energy) +10 (Heart of Fire) = 60 danni elemento fuoco
    Chakra Speso: 20 (Fire Breath) + 10 (Inner Energy) = 30 chakra consumato



    CITAZIONE
    Skill: Fire Breath
    [Azione]

    Focus: Offensiva
    Il guerriero emette una poderosa fiammata che copre un'area larga di fronte a sè. Copre 5 + [5 x rank] metri di distanza in avanti e ha una larghezza di 7,5 metri.
    [Danno: 30]
    [Chakra: 20]
    [Cooldown: 1 Turno]

    CITAZIONE
    Action: Inner Energy
    [Rapido]

    E' possibile incanalare ulteriore chakra in una Skill fuoco offensiva, per renderla più devastante.
    L'azione costa 10 Chakra e aumenta il danno di 20.

    CITAZIONE
    Skill: Ignite
    [Rapido]

    Avvolge un bersaglio con uno strato superficiale di fiamme. Applica Mark of Fire.
    Il marchio dura 2 turni ed è rimuovibile da qualsiasi Skill Acqua dopo il prossimo RECUPERO.
    Mark of Fire: Riduce le cure ricevute dal bersaglio del 50%. Se il bersaglio viene colpito da una skill Fuoco, il marchio viene consumato e detona infliggendo 20 danni fuoco in un raggio di 5 metri

    CITAZIONE
    Passive: Heart of Fire I
    E' possibile aggiungere al danno di ogni skill Fuoco metà del consumo della stessa. Il danno aggiuntivo minimo è 10.


    L'inquisitore lanciò una larga vampata di fuoco, che copriva un'area di larga quasi otto metri e lunga quindici, in direzione della creatura. Intendeva testare l'agilità del nemico, se poteva uscire facilmente da un raggio di fuoco così vasto sarebbe stato meglio puntare sulla difesa e lasciare che la bestia si avvicinasse, per poter rispondere con attacchi fisici infuocati.




    Dati PG
    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 180 -30 +10 = 160

    Posizione Finale:
    e7

    Abilità/Passive:
    Passive: Flame Control
    CITAZIONE
    E' possibile, con una quantità infinitesimale di Chakra, emettere delle piccole fiamme da una qualsiasi estremità del corpo. L'utilizzatore è in grado di resistere a lungo anche ad alte temperature, restando illeso, ad esempio, in una stanza incendiata. Proverà comunque dolore nel toccare le fiamme direttamente.
    E' possibile spendere AZIONE per rimuovere lo status FREEZE su sé stessi o su un alleato a contatto (entro 2.5m).

    Passive: Ablaze
    CITAZIONE
    Se un avversario ha subito danno Fuoco nel turno precedente e in quello presente, la prossima skill FUOCO scagliata dall'utilizzatore infliggerà BURN.

    Passive: Armi Pesanti II
    CITAZIONE
    Passive: Armi Pesanti II
    L'utilizzatore ha imparato l'arte di combattere usando le armi pesanti e sa maneggiarle efficacemente in battaglia, grazie a movimenti studiati e molta pratica. E' possibile utilizzare Armi Pesanti Classe II senza avere malus.

    Passive: Armature II
    CITAZIONE
    Passive: Armature II
    Una postura e uno stile di combattimento particolare permette al guerriero di combattere con armature pesanti e leggere senza essere impacciato, mantenendo uno stile pulito e incalzante.
    E' possibile utilizzare armature pesanti e leggere Classe II senza avere dei malus.

    Passive: Heavy Metal
    CITAZIONE
    Nonostante le grandi dimensioni, il guerriero brandisce con efficacia e letalità la propria arma. I danni dell'arma pesante sono incrementati di +30.

    Passive:Balance
    CITAZIONE
    Anni di addestramento permettono al guerriero di essere stabile anche sui terreni più accidentati, senza incorrere a malus. Ignora terreno difficoltoso se indossa armatura pesante.


    Discipline:
    Armi Pesanti - Rank II
    Elemento: Fuoco - Rank II

    Arte Segreta:
    //

    Scheda:
    Lexandro Lytanus
    Slot Usati:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Rimanenti:
    nessuno

    Auree/Stance/Effetti:
    Mantra: recupero passivo di 10 mana per turno

    Status/Buff:
    nessuno

    Equip:
    Corazza dell'avventuriero [Armatura Pesante Classe 0, Resistenza 20]
    Martello da Guerra [Arma Pesante Classe 1, Danno 40]

    Cooldown:
    Fire Breath (0/1)



    Edited by .Robby - 31/1/2019, 18:05
  2. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)


    Lexandro vide il liquido spargersi per il pavimento della stanza e le prime scintille divampare su di esso, ma non poteva rimanere in attesa di fiammate più vaste, doveva uscire e lasciare che il sacro fuoco purificasse tutto ciò che era racchiuso in quel luogo di torture. Scese le scale si trovò dinanzi a l'uomo che prima schiamazzò dall'ingresso del campanile, era un uomo grassoccio e non molto alto, ben vestito e pulito; troppo profumato ed elegante per gli standard del villaggio e forse dell'intera isola.

    Chi sei!? Che cosa hai fatto???

    L'inquisitore udì le parole dell'uomo, ma un eretico non poteva di certo dire qualcosa che potesse spronare Lexandro dal fermarsi più del dovuto, specialmente se in missione per conto del culto di Serayaffe. Non gli avrebbe risposto, anzi si sarebbe mosso minacciosamente verso l'uomo, costui ormai era fuori dalla struttura e proseguì con la sua ricerca della verità.

    Questa è violazione di proprietà privata! Cosa sei, un criminale?

    Un'inutile appiglio, non vi è legge che possa sovrastare l'autorità e la missione dell'inquisitore, non di certo su quest'isola dimenticata dagli Dei. "Questo spregevole eretico pensa di potermi fermare con qualche chiara preghiera? Illuso, immagino di sapere chi sei, quei simboli e quelle vesti parlano da se; appartieni allo scellerato culto che serpeggia eresie in questo villaggio." pensò Lexandro, mentre strinse la presa sul suo martello. "Nel nome degli Dei, purificherò la tua anima, da questo immondo corpo corrotto!" urlò violentemente l'inquisitore, poco prima di volteggiare in aria il martello, per poi schiantarlo sull'immondo volto di quel eretico dal peso forma fuori controllo. Se il colpo avrebbe preso ed atterrato l'uomo, Lexandro si sarebbe assicurato che neanche un velato sospiro potesse fuoriuscire dalle cavità di quel profanatore di anime.

  3. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    Lexandro era pronto, il pugno stringeva saldamente il ferro della lanterna, con braccio e polso pronti a contorcersi, per compiere un lancio semplice e sufficientemente violento, per far rompere la lanterna di vetro e far sgorgare olio e fiamme dal suo interno. La distanza e l'intenzione c'erano, mancavano soltanto le fatidiche azioni determinanti all'atto, l'inquisitore iniziò con la dovuta preghiera; "Dei misericordiosi, accogliete l'anima di questa povera donna ed accompagnatela nel cammino verso il riposo eterno..." disse, prima di frenarsi con la lingua, i suoi occhi avevano notato qualcosa. Il braccio della donna sembrò cadere di peso dal banco su cui era riposto il corpo, impossibile che fosse stato un caso, Lexandro aveva poggiato adeguatamente il braccio della vittima, dopo averne controllato lo stato delle mani. La ragazza non poteva di certo essere viva, aveva una ferita sul collo, vicino alla giugolare, se non direttamente su di essa, inoltre non c'era alito da percepire che uscisse dalla bocca. Ma fu subito un'altra preoccupazione a cogliere l'inquisitore, qualcuno era al piano di sotto, infatti Lexandro sentì:

    "Chi c'è? Chi è la?"

    Che sia un aguzzino di questo culto, una sorta di monaco, un prelato o un semplice custode? Per quanto ne sapeva Lexandro era un eretico, come chiunque altro in questo villaggio. L'inquisitore voltò leggermente la testa al indietro, colto di sorpresa dai rumori sottostanti le scale, ma ora doveva terminare un atto di carità importante e non poteva fermarsi ora, avrebbe avuto tutto il tempo necessario per bruciare l'eretico che osava disturbarlo, ma ora doveva pensare al cadavere. L'inquisitore riprese vista sulla ragazza morta e lanciò la lanterna, non appena il fuoco avrebbe iniziato a divampare, sarebbe corso di sotto, se il tizio lo avrebbe infastidito non avrebbe perso tempo e lo avrebbe colpito con il suo martello.

  4. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    Lexandro capì che non vi erano minacce apparenti in quella stanza, dunque vi ci si addentrò senza problemi, riprendendo in mano la lanterna. Compiendo un paio di passi si portò quasi al centro della stanza, dove iniziò a scrutarne l'interno; catene appese ai muri, numerosi strumenti di tortura poggiava su di una mensola, inchiodata al muro, un sarcofago pieno di spuntoni ed una vergine di Norimberga. Per Lexandro non erano certo una novità o qualcosa da temere, nonostante non facesse parte dell'ordine degli esorcisti, aveva delle conoscenze esoteriche e teoriche a riguardo, meno quelle pratiche in quanto essendo uno degli "Inquisitori Rossi" era solito annientare gli eretici con il fuoco. Le uniche cose che stupirono l'inquisitore furono un cadavere, poggiato su di una sorta di altare ed il fatto che questa stanza, teoricamente, non doveva trovarsi in un semplice villaggio, o in un campanile. Comunque sia si avvicinò al cadavere, ed iniziò ad esaminarlo per ottenere informazioni da una rapida diagnosi; gli occhi avevano l'iride eccessivamente chiara e le pupille erano dilatate completamente. Le unghie erano corte, ma sembravano avere al loro interno tracce di terra, forse anche sangue; "Una contadina?" ipotizzò tra se e se Lexandro, mentre poggiava la mano del cadavere sull'altare, per poi andare a controllare i denti. Non avevano nulla di particolare, ma la bocca era completamente sporca di sangue, probabilmente la profonda incisione al collo gli ha provocato un rigurgito di sangue. Tutto questo era successo da un po, il sangue era incrostato, dunque coagulato e non vi era modo di aiutare questa donna a vivere, anche se fosse stata soccorsa in tempo. A Lexandro non interessava, anche se dichiarava di fare tutto ciò che faceva per amore dell'umanità, e per riverenza dovuta agli dei, la realtà è che tutto questo uccidere indiscriminatamente lo aveva reso cinico e freddo, quasi impassibile a manifestazioni di terrore e moralità. Ma per il suo ragionare, decise di fare un atto di carità, all'anima della donna ed al villaggio...

    "Che sia fatta la volontà degli dei." disse a bassa voce, per non disturbare l'eterno sonno della donna. Fece qualche passo indietro, così da potersi allontanare dall'altare ed avere la porta aperta subito dietro di se. Poi avrebbe lanciato la lanterna ad olio accesa sull'altare, dare fuoco al corpo di quella donna era l'unica soluzione per far riposare la sua anima, senza segni della vita passata. Non avrebbe perso troppo tempo e non appena la stanza avesse preso fuoco, avrebbe incominciato ad incamminarsi all'uscita. Una volta fuori si sarebbe accertato di dare fuoco al resto del campanile; ormai era chiaro che questo culto corrotto aveva dei loschi giri al suo interno, tutto ciò che lo caratterizzava e lo contraddistingueva doveva essere distrutto.

  5. .

    Glavrio Leautanant

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    Glavrio dovette ricredersi sulle capacità del suo avversario, lo aveva sottovalutato oltre ogni misura; ebbe solo il tempo di vedere un rapido scintillio sulla lama del suo avversario, per poi comprendere quanto è stato sciocco ad abbassare la guardia. Anche se tentò di parare il colpo portando nuovamente entrambe le lame ad incrociarsi, non fece in tempo e la spada avversaria taglio dall'alto al basso il petto di Glavrio, che iniziò a spruzzare sangue a dirotto. L'armatura aveva fatto quel che poteva, ma non era abbastanza spessa e resistente, per deviare il danno, ma non era finita; una sensazione fastidiosa, una scarica elettrica che lo percorse dalla ferita a tutto il corpo. Anche se sotto lo shock del colpo e ferito gravemente, l'inquisitore strinse forte i denti e raccolse tutta la sua forza psicologica, per non emettere neanche un gemito di dolore, ma gli occhi serrati e la caduta del ginocchio sinistro sul terreno, non nascondono le sensazioni di questo guerriero.

    "Maledetto pagano, la pagherai cara per questo tuo affronto!" pensò l'inquisitore tra se e se, mentre riapriva gli occhi e tornava lentamente alla lucidità, nonostante le leggere convulsioni sui suoi muscoli.


    RECUPERO



    Glavrio era in difficoltà, probabilmente questo taglio gli lascerà il segno, non solo sul suo fisico, ma anche sul suo onore, combatte per la dea Maihara, che apprezza lo sforzo più del risultato, ma allo stesso tempo è un esponente del culto di Serayaffe, una sua sconfitta vuol dire una crepa strutturale per il culto. Glavrio decise di adoperare i poteri concessogli dalla dea e generò delle correnti a lui favorevoli, per allontanarsi da quel eretico.

    Aura: Chakra Orb (x3 sfere generate)
    Aura: Sharpening (Disattivazione)
    Movimento Base da g9 a f7



    CITAZIONE
    Aura: Chakra Orb
    Evoca 1+[1xRank] sfere di chakra vorticante.
    E' possibile pagare uno o più slot alla fine della propria DIFESA.
    All'inizio del proprio ATTACCO si scaglia una sfera su un bersaglio per ogni slot pagato. Le sfere infliggono 20 danno elementale.
    L'aura si disattiva quando non si possiedono più sfere.
    [Cooldown 1 turno dopo la disattivazione]
    [Chakra: 10]

    Glavrio aveva preso le distanze ed organizzato le sue difese, non era più sicuro di poter vincere e ad accrescere i suoi dubbi, fu la comprensione di cosa avesse scatenato quel ometto contro di lui. "Quel nano del est impugna la saetta di Urriel? No, non è possibile, si tratta certamente di una magia, un incantesimo pagano. Dovrò epurare questo servo delle ombre, dalla nostra sacra terra." pensò l'inquisitore, anche se intimorito dai suoi dubbi, ma specialmente dalle sensazioni che provava. Era indebolito, i muscoli non rispondevano adeguatamente e forse aveva trovato un eretico, in grado di rubare per qualche istante il potere di Urriel.

    Glavrio alzò il braccio destro e puntò il dito contro il suo avversario; "Tu. Pagano. Se sei realmente in grado di rubare i poteri di Urriel, dimostramelo, così saprò se quello di prima era solo un giochetto." disse a Dyan, con tono severo degno di un inquisitore, non era più calmo e pacato come prima, ma impositivo. Voleva scoprire la verità, su questo individuo.






    Dati PG
    Potenza: 10
    Vita: 200 - 90 = 110
    Chakra: 190 -10 = 160

    Posizione Finale:
    g9

    Abilità/Passive:
    Passive: Airbending
    Con dei leggeri flussi d'aria, è possibile saltare in lungo di 5 metri e in alto di 3 metri. I salti sono inclusi nei metri percorribili e non aumentano gli spostamenti nel turno.

    Passive: Feather Fall
    L'utilizzatore è immune al danno da caduta

    Passive: Chakra +
    Aumenta il Chakra di 40.

    Passive: Heart of Air I
    E' possibile in tutte le Skill di aria, aggiungere al danno metà del consumo richiesto.

    Passive: Rogue
    L'utilizzatore è particolarmente esperto nell'utilizzo delle armi leggere. I suoi colpi con armi leggere guadagnano +30 in danno e attaccare con armi leggere costa Rapido.
    I talenti della disciplina segnati da un asterisco * possono essere utilizzati solo se si è equipaggiati esclusivamente con armi leggere o disarmati e con protezioni o armature leggere.

    Passive: Dual Wield
    E' possibile equipaggiare un'arma leggera come arma secondaria. Ogni volta che si attacca con la prima arma, si effettua un attacco fisico gratuito con la seconda arma. Gli attacchi con seconda arma hanno danno totale dimezzato.
    Pagando Rapido è possibile equipaggiare due armi leggere contemporaneamente.

    Passive: Unseen Threat *
    Avversari impegnati, cioè che hanno attaccato un altro bersaglio nel loro precedente ATTACCO, dovranno pagare uno slot rapido extra per difendersi dall'utilizzatore.

    Passive: Armi Leggere II
    L'utilizzatore è addestrato all'utilizzo delle Armi Leggere Classe II senza soffrire di alcun malus.


    Discipline:
    Elemento: Aria
    Armi Leggere

    Arte Segreta:
    //

    Scheda:
    Glavrio Leutanant - Link Scheda
    Slot Usati:

    Slot Rimanenti:
    [Azione]
    [Rapido]

    Auree/Stance/Effetti:
    Aura: Chakra Orb
    Aura: Go with the Flow

    Status/Buff:
    nessuno

    Equip:
    Pugnale Ricurvo Dx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Pugnale Ricurvo Sx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Armatura dell'Avventuriero [Armatura Leggera Classe 0, Resistenza 10]

    Cooldown:



    Edited by Robby94 - 5/12/2018, 10:36
  6. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    La porta si aprì dolcemente sotto il palmo della mano di Lexandro, che con fare cauto avanzò all'interno, per scoprire che oltre la porta vi era una stretta rampa di scala, che iniziò a risalire tranquillamente. Non vi erano ne rumori, ne luce, al di fuori della lanterna che reggeva l'inquisitore, mentre avanzava nella pura tenebra. Ad un tratto strani odori iniziarono a penetrarne le narici, pungendone i sensi intensamente, riconoscendo l'odore dell'alcool, ma vi era qualcos'altro che vi si mischiava. Lexandro poteva supporre che vi fossero sostanze battericide, dato che aveva rinvenuto degli attrezzi da tortura, che dovevano rimanere puliti, per permettere al torturatore di tenere in vita la vittima per tutto il processo.

    Terminata la rampa di scala, giunse dinanzi ad un'altra porta, questa volta però presentava un chiavistello sulla serratura, che qualcuno voglia nascondere qualcosa, o vi ha rinchiuso qualcosa di temuto?

    "Quale segreto celerà questa porta? Ma specialmente, perché mettere un chiavistello sul lato esterno della porta? Che sia, una sorta di gabbia?" pensò tra se e se l'inquisitore, mentre prendeva la sua decisione.

    L'inquisitore aprì il chiavistello e con cautela aprì la porta, cercando di scorgere dettagli della stanza, ma specialmente voleva capire se vi era qualcuno la dentro, dunque aguzzò il più possibile l'udito. Era pronto ad usare i suoi poteri, se fossero serviti, inoltre posò la lanterna al fianco della porta, per poter prendere in mano il suo martello; se la situazione fosse stata calma avrebbe avuto tutto il tempo di raccogliere la lanterna nuovamente, ma non voleva rischiare di essere aggredito, non potendosi difendere.

  7. .

    Il Padrone dei Rami



    L'uomo udì le parole di Davmorn, aprendo così gli occhi ed aguzzando le orecchie, per poi voltarsi leggermente verso l'interlocutore per rispondere. L'ometto era visibilmente giovane e vestito come un monaco, probabilmente è uno dei Garuda della vicina città, a rafforzare questa vostra convinzione poteva essere l'amuleto legato alla cinta, dove vi è il bassorilievo del simbolo dell'equilibrio.

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    Il giovane rispose a Davmorn e disse; "Devi essere giunto fin qui per questo dunque, altrimenti perché chiedere? Sono un monaco garuda, inviato dal tempio per indirizzare i viaggiatori che intendono affrontare il Padrone dei Rami, verso la nostra proposta. Uccidere la creatura porterà squilibrio nella regione, motivo per cui desideriamo che sia trasportato in un altro luogo, dove non potrà nuocere agli uomini." il bonzo era calmo e pacato con la voce, proprio come con il corpo, non si scomponeva e non trapelava emozioni in particolare.

    "Ora che sapete che vi è una seconda opzione, all'omicidio di una creatura innocente, spero abbiate il coraggio di fare la scelta giusta. Se asseconderete la richiesta del tempio, vi sarà una ricompensa in denaro; mentre queste persone modeste, non potranno che darvi qualcosa che per voi potrebbe non valere il tempo speso."

    Il monaco si fermò momentaneamente con il discorso e scrutò negli occhi Davmorn, come se cercasse di comprenderne gli intenti e quale strada avrebbe scelto, dunque chiuse gli occhi per un istante e riprese a parlare; "Ho compiuto il mio dovere, ci sono altri avventurieri che necessitano di essere informati, ma siccome mi sembri perso ti dirò dove andare. Come hai potuto notare, quel casone enorme tra gli alberi è la casa del capo villaggio, probabilmente ci eri già arrivato da solo, ma ho preferito tenderti la mano." detto questo, il monaco rimase fermo in attesa di una reazione dell'avventuriero.

    Eas poté udire le parole del monaco e comprendere chi egli fosse, ma il contegno del ragazzo non gli permise di capire tutto il discorso, ma sicuramente aveva imbottito di parole le orecchie di quell'avventuriero. Ma una bella ragazza, in un luogo di forte passaggio per avventurieri più o meno rozzi, rischia spesso di essere attrazione per cattive compagnie. Un mercenario, o comunque un uomo non del villaggio, si pose dinanzi alla ragazza, impedendogli di poter osservare cos'altro stesse facendo il monaco con quell'avventuriero incappucciato. Gli si parò dinanzi un omone molto alto e dai muscoli innaturali, come se fosse un orco delle favole.

    "Tu guarda, in questa fanghiglia è possibile trovare una dolcezza del genere! Che ne dici tesoro, ti piacciono i miei muscoli? Toccali pure, sono veri..." gli si propose l'uomo, portandosi avanti con il busto, come se volesse fare ombra alla ragazza, per apparire ancor più imponente. Probabilmente è un individuo meno pericoloso di quel che sembra, ma di certo non lascerà andare alla ragazza molto facilmente.

    CITAZIONE
    Note del Master

    - @Mad4Opps il tuo pg può fare domande al monaco e se vuoi puoi immischiarti nello spiacevole incontro di Eas con il mercenario
    - @Ð. × Ace hai sentito quasi tutto il discorso, ma l'omone ti ha impedito di concentrarti sulle ultime parole del monaco, puoi scegliere come risolvere la faccenda con il mercenario
    - Scadenza: giovedì alle 23:00

  8. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    Il campanile era chiuso, ma niente che il sacro acciaio del martello dell'inquisitore, non potesse abbattere con un semplice colpo. Una volta volta frantumata la serratura, Lexandro notò quanto fosse intenso il buio, tante che non riusciva a notare quasi nulla, se non una lanterna ad olio. Lexandro la prese e sfruttando le sue affinità con il potere di Fijimir, accese un lume per scorgere l'interno della stanza. Erano presenti un paio di mobili in legno massiccio e un piccolo ripiano dove erano riposti alcuni utensili; una tenaglia dalla forma strana, un paio di lame simili a bisturi e una allargatore a forbice. Nulla di nuovo per l'inquisitore, che rammenta i suoi studi sull'esorcismo, tra i sotterranei dei monasteri di Serayaffe se ne trovano in quantità immense, di questi semplici e pratici aggeggi. Nulla sembrava stupire l'esorcista, in particolare non rimase ad osservare più di tanto ciò che poteva trovare nei cassetti dei mobili, dunque rivolse il suo sguardo altrove.

    L'inquisitore poté notare una porta, che molto probabilmente portava al piano superiore, o forse poteva portare ad uno inferiore...ma fu in quel momento che udì un urlo, sicuramente femminile. Lexandro era sicuro che non provenisse dalla torre o dal tempio, e neanche dalla piazza, probabilmente in una delle vie limitrofe. Ora la curiosità di Lexandro spezzava il suo temperamento, non sapeva cosa preferiva fare; se scoprire chi avesse urlato o se proseguire nel campanile. Ma fu in quel momento che prese la sua decisione, cercando di aprire la porta; se anche questa volta sarebbe stata chiusa, avrebbe colpito nuovamente con il suo martello. Prima di sporgersi o proseguire, avrebbe fatto luce con il lume trovato nella stanza, per poi proseguire, soltanto se avesse avuto modo di proseguire in sicurezza.

  9. .

    Il Padrone dei Rami

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    Sareste giunti al villaggio di Caihara prima del mezzogiorno, dopo esservi avventurati per una strada sterrata, che percorre una foresta. Probabilmente siete passati per Anastea, specialmente se venite da Ephiora o da nord-ovest. Il villaggio si presenta a voi come raccolto sui tronchi principali di qualche albero, era sviluppato per lo più in altezza, ma senza raggiungere neanche la metà di questi poderosi e secolari arbusti.

    Al vostro arrivo notate che i guerrieri sono tutti per le strade, con i loro arnesi da caccia e con il volto scuro, il loro orgoglio era stato macchiato dalla sconfitta contro una bestia sconosciuta. Forse qualche abitante del villaggio è disposto ad indicarvi la capanna del capo villaggio, ma alla base degli arbusti, dove si ergono alcune casupole fatte di rami e fogliame, notate un uomo che rimane fermo in piedi, come in profonda meditazione.

    Presumibilmente è uno straniero, veste in maniera particolare e distinta, potrebbe avere anche un aspetto conosciuto. Guardando meglio gli arbusti e le casupole alla loro base, notate come in realtà le costruzioni abbiano una logica; diversi pontili portano ad un arbusto centrale, con solamente una grossa struttura costruita su di esso. Probabilmente è dove risiede il capo villaggio.

    CITAZIONE
    Note del Master

    - Ruolata libera: descrivete brevemente come siete giunti al villaggio di Cahiara e trovate il modo di identificare la residenza del capo villaggio
    - Interazioni: se parlate con dei guerrieri del villaggio, attendete che sia il master ad interpretarne la risposta
    - Scadenza: sabato alle 23:00

  10. .
    Benvenuta :)
  11. .

    Glavrio Leautanant

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    Glavrio era li, dinanzi al gran cancello che dava all'arena, dalla zona d'attesa per i gladiatori. Dietro di se vi erano due file di pance appoggiate alle mura, con altri gladiatori in attesa del loro turno, poco oltre la loro posizione vi erano i vari manichini con armi ed armature, infine la porta che conduceva oltre quel limbo. Glavrio aveva già tutto l'equipaggiamento di cui necessitava, i suoi due coltelli votivi, con incise sacre preghiere alla dea Maihara; la sua dea.

    Glavrio non ha mai odiato nessuno, nonostante tutta la sofferenza che ha provato in tenera età, non ha mai rivelato a nessuno i retroscena della sua vita e le continue serie di eventi negativi, che lo hanno portato al tempio della dea. Non passa giorno in cui non smette di ringraziare, chiunque sia stato un pessimo esempio per lui; perché senza di loro non sarebbe mai divenuto un inquisitore.

    Tra i gladiatori che attendevano di essere chiamati per il combattimento, ve n'era uno terrorizzato, tremante e rannicchiato in un angolo, stringeva una collanina in ferro. Glavrio incuriosito si avvicinò ed una volta giunto dinanzi al poveretto terrorizzato, raccolse le parole e disse; "Per quale motivo colmi il tuo cuore di paura, ragazzo.", il gladiatore era di poco più giovane di Glavrio, ma come ogni inquisitore è solito presentarsi come un padre, un pastore di veneranda saggezza. Il giovane alzò lo sguardo per notare Glavrio, l'altezza e la muscolatura dell'inquisitore amplificano il suo senso di timore. "Io...ecco..." non trova risposta per le parole del servo di Maihara, iniziando a balbettare inutilmente. "Stringere falsi idoli, non ti porterà alcun sollievo, ragazzo. Dai a me quel pendaglio di poco conto, epurerò il mondo dalla sua pessima aura." disse Glavrio, con tono sospirato e lieve, come era solito fare. Il gladiatore spostò rapidamente lo sguardo sul ciondolo, era incerto sul da farsi, ma ora temeva che l'omone che gli si era parato davanti potesse spingersi oltre, per ottenere il pendaglio in ferro. Così il giovane lo porse all'inquisitore, con l'apertura di entrambe le mani.

    Glavrio osservo il ciondolo, dopo averlo colto dalle mani del gladiatore; il ferro prendeva la forma di una serpe, che si attorciglia intorno ad una croce, con la zampa che punta verso sud allungata. "Quale scempia creazione mortale, perché consumare le fragili risorse di questa terra, in idoli così falsi?!" chiese retoricamente Glavrio, per poi generare delle folate leggere di vento sul palmo della mano, che in poco tempo sbriciolarono il ciondolo, facendone cadere a terra i frammenti. Il gladiatore, confuso, osservò incredulo la scena, per poi trovarsi rapidamente le mani di Glavrio sul volto, con i pollici poggiati sulle guance del giovane, ora tremante più che mai. Il gladiatore pensa che sia giunta la sua ora, chiude gli occhi e delle lacrime scorrono il viso leggermente paffuto del ragazzo, bagnando anche le dita dell'inquisitore. Ma poi, con dolcezza, i polpastrelli dei pollici di Glavrio iniziano ad asciugare le lacrime del giovane, iniziando ad accarezzarne il volto. "Che la dea Maihara di indichi la via, per una vita piena di amore e passione; dunque non temere la fine nell'arena, in quanto inizio di una calorosa armonia." terminò Glavrio, per poi distogliere le mani dal volto del ragazzo.

    Una voce dal fondo del corridoio si fece udire, inondando tutta la stanza; "Inquisitore! Tocca a te, non perderti in chiacchiere, anche se pochi questi spettatori hanno pagato per uno spettacolo marziale!" disse con autorità il tizio, probabilmente il gestore dell'armeria. Il cancello iniziò ad aprirsi, la luce del sole filtrava nella sala, mentre Glavrio torna in posizione eretta ed inizia a dirigersi verso l'uscita, per poi trovarsi nell'arena, dove una manciata di spettatore osservava in attesa dello scontro. Il cancello si richiuse e dinanzi all'inquisitore vi si parò un ragazzo, dai tratti pareva essere di Ephiora, regione che non significa nulla per Glavrio.

    - Il mio nome è Dyan e spero di non deluderti in questo duello. - disse lo sfidante.

    "Deludermi? Il combattimento non significa nulla, indipendentemente da chi sia l'avversario." pensò Glavrio, mentre osservava l'avversario, di certo vi era un divario fisico tra loro, sembravano uno l'opposto dell'altro, più o meno. Di certo non si poteva dire che non fosse un bel ragazzo, persino Glavrio dovette ammetterlo tra se e se; anche se il rapporto con il fisico ed il sesso, per Glavrio non erano un tabù, anzi, più volte ha dato modo ad altri inquisitori di dare aria alla bocca, con certe voci sulle sue preferenze. "Questa battaglia è soltanto un mio capriccio, ma bisogna far vedere a tutti, anche a chi considera la guerra un gioco, che noi inquisitori siamo i veri detentori dei poteri divini, gli unici a cui è concesso di usarli." continuò a pensare Glavrio.

    Ma il tempo dei pensieri e delle parole era finito subito, l'avversario dell'inquisitore fece uno scatto rapido e decretò l'inizio delle ostilità, sfoderando rapidamente la lama e portando subito un colpo verso Glavrio.

    L'inquisitore riuscì a schivare rapidamente il colpo, semplicemente scansando leggermente il busto, per poi riprendere la posizione stabilmente eretta e frontale di prima.

    [Azione]+[Rapido] - Schivata


    Il ragazzo aveva dimostrato rapidità e decisione nelle sue azioni, ma ora spettava a Glavrio rispondere.


    RECUPERO



    Glavrio avrebbe incanalato il potere divino nelle sue lame, così da potenziarne i colpi, per poi dirigere ben quattro attacchi al suo avversario, colpendo rapidamente con la parte affilata dei propri pugnali. Voleva far intendere al suo avversario che il dio Alaskro gli ha donato il suo potere, la cui forza divina è rafforzata dalla sacra missione imposta da Maihara, porre fine alle sofferenze del suo rivale il prima possibile.

    Aura: Sharpening

    [Rapido] Equip: Lama Ricurva Dx, Lama Ricurva Sx
    Passive - Dual Wield

    [Rapido] Attacco Fisico + Dual Wield
    Danno Fisico = 10 (Potenza) + 20 (Pugnale Ricurvo) + 10 (Sharpening) = 40 x2 danni fisici


    CITAZIONE
    Aura: Sharpening
    L'utilizzatore ricopre le proprie armi di un aura di chakra che ne aumenta l'affilatura. Gli attacchi fisici causano danno aumentato di 10 e applica BLEED se l'avversario è sotto 40% di Vita.
    [Chakra: 10 x turno]

    CITAZIONE
    Passive: Dual Wield
    E' possibile equipaggiare un'arma leggera come arma secondaria. Ogni volta che si attacca con la prima arma, si effettua un attacco fisico gratuito con la seconda arma. Gli attacchi con seconda arma hanno danno totale dimezzato.
    Pagando Rapido è possibile equipaggiare due armi leggere contemporaneamente.

    Come inizio poteva bastare a Glavrio, che avrebbe risposto alle iniziali parole dell'avversario; "Glavrio. Sacro inquisitore di Serayaffe, primo cavaliere della dea Maihara, sono qui per porre fine alle tue sofferenze." con il solito tono sospirato e lieve, che nonostante la copertura sulla bocca, poteva essere udito senza problemi anche a qualche metro di distanza.






    Dati PG
    Potenza: 10
    Vita: 200
    Chakra: 200 -10 = 190

    Posizione Finale:
    g9

    Abilità/Passive:
    Passive: Airbending
    Con dei leggeri flussi d'aria, è possibile saltare in lungo di 5 metri e in alto di 3 metri. I salti sono inclusi nei metri percorribili e non aumentano gli spostamenti nel turno.

    Passive: Feather Fall
    L'utilizzatore è immune al danno da caduta

    Passive: Chakra +
    Aumenta il Chakra di 40.

    Passive: Heart of Air I
    E' possibile in tutte le Skill di aria, aggiungere al danno metà del consumo richiesto.

    Passive: Rogue
    L'utilizzatore è particolarmente esperto nell'utilizzo delle armi leggere. I suoi colpi con armi leggere guadagnano +30 in danno e attaccare con armi leggere costa Rapido.
    I talenti della disciplina segnati da un asterisco * possono essere utilizzati solo se si è equipaggiati esclusivamente con armi leggere o disarmati e con protezioni o armature leggere.

    Passive: Dual Wield
    E' possibile equipaggiare un'arma leggera come arma secondaria. Ogni volta che si attacca con la prima arma, si effettua un attacco fisico gratuito con la seconda arma. Gli attacchi con seconda arma hanno danno totale dimezzato.
    Pagando Rapido è possibile equipaggiare due armi leggere contemporaneamente.

    Passive: Unseen Threat *
    Avversari impegnati, cioè che hanno attaccato un altro bersaglio nel loro precedente ATTACCO, dovranno pagare uno slot rapido extra per difendersi dall'utilizzatore.

    Passive: Armi Leggere II
    L'utilizzatore è addestrato all'utilizzo delle Armi Leggere Classe II senza soffrire di alcun malus.


    Discipline:
    Elemento: Aria
    Armi Leggere

    Arte Segreta:
    //

    Scheda:
    Glavrio Leutanant - Link Scheda
    Slot Usati:
    [Rapido]
    [Rapido]

    Slot Rimanenti:
    [Azione]

    Auree/Stance/Effetti:
    Sharpening

    Status/Buff:
    nessuno

    Equip:
    Pugnale Ricurvo Dx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Pugnale Ricurvo Sx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Armatura dell'Avventuriero [Armatura Leggera Classe 0, Resistenza 10]

    Cooldown:



    Edited by Robby94 - 15/11/2018, 16:34
  12. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)


    La chiesa era di certo modesta e di piccole dimensioni, Lexandro era abituato a ben altro; i templi del culto di Serayaffe sono tra i più grandi scrutabili nella capitale e le loro vetrate superano di gran lunga, quelle di questo povero guscio di falsità. Lexandro poteva notare come fosse comunque ben curata, evidentemente la corruzione di questo culto deve avere radici profonde sulla cultura di questa popolazione, potrebbe non bastare una semplice epurazione degli edifici e delle icone.

    Mentre l'inquisitore avanzava per l'auditorium della chiesetta, poteva notare il rosone e le vetrate, era ovviamente dedicata ad una divinità solare. Si dice, tra gli studiosi del culto di Serayaffe, che l'accostare il sole ad un padre, o ad una qualche sorta di divinità, è il primo passo per generare culti ancor più corrotti e malati. Lexandro ricorda di aver letto il rapporto di un inquisitore, quando ancora non era destinato alla sezione armata del culto, in cui si parlava di un paese del deserto, piccolo e povero, non aveva risorse commerciali di valore. Al interno di questo paese i soldati credevano fortemente in una divinità solare, mentre il popolo venerare diversi dei. Ma quando un profeta giunse nel paese, intento a convertire le genti del luogo alla sua visione, i popolani lo deriso e lo ricacciarono con sassi e mazze. Ma quando andò in una caserma, per cercare discepoli tra i soldati, questi rimasero affascinati dalla sua visione e con il tempo divennero più irrequieti. Il culto era simile a quello rappresentato dalle vetrate di questa chiesetta di Unwalden, ma soltanto lontano geograficamente. I soldati iniziarono ad avanzare pretese, cominciando a saccheggiare i templi delle altre divinità e forzando la gente, a partecipare ai riti del loro culto. La classe politica non poteva fare nulla, dato che erano effettivamente i soldati ad avere il controllo, dunque il paese era come in mano a quel vecchio vagabondo che si mise a diffondere il suo verbo. Quando l'inquisitore di Serayaffe giunse sul luogo, incontrò una strenua resistenza; ma con il potere degli Dei, spazzò via metà dell'esercito del paese in una notte, per poi dare fuoco all'intera città. Una colpa così grande, un peccato così blasfemo, condannò un'intera nazione, anche se di piccole dimensioni, alla rovina.

    Lexandro iniziò a sempre pensato che l'inquisitore abbia fatto la cosa giusta, condannato chiunque fosse stato macchiato da quel male; quel vecchio non era un uomo, ma un demone vestito da barbone. L'uomo tende a cedere al peccato e questo rende necessario, il compito di ogni singolo inquisitore, in particolare di Lexandro.

    Nonostante la vetrata, rappresentante una lotta tra umani e demoni, fosse votiva ed interessante, non incuriosiva più di tanto l'inquisitore. Di raffigurazioni simili ve ne sono a migliaia, tra i documenti del culto. A Lexandro non rimaneva che controllare il campanile, ma anche la piazza incominciava ad interessarlo, dato che era la direzione verso cui la folla si era diretta, contrariamente a quanto fatto da lui. Ma se la cittadina era da epurare, avrebbe avuto bisogno di tempo e non si sarebbe potuto godere questa "vacanza" dai palazzi del culto. Decise dunque di dirigersi al campanile, se la porta di quest'ultimo fosse stata chiusa, avrebbe tentato di sfondarla con il suo martello.

  13. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)


    La giornata era stata piatta, inizialmente l'inquisitore si limitò a girovagare per le strade, al fine di monitorare la situazione della località. L'eretica marcescente follia degli abitanti, stava consumando l'essendo dell luogo, persino Lexandro iniziò ad averi dubbi sulla possibilità di salvare questa piccola popolazione. Probabilmente la soluzione migliore sarebbe stata quella di adoperare i doni del Dio Fijmgir sugli eretici del luogo, finché non fosse rimasta solo cenere, da cui sarebbero nati popoli migliori, puri. Questo almeno è quel che pensa un inquisitore di fuoco come Lexandro, le sue purghe sono le più tremende e spaventose; ardere carne, ossa, vesti, qualsiasi cosa fosse stata contaminata dall'eretico in questione doveva essere distrutta, nemmeno il ricordo delle sue malefatte doveva rimanere udibile ai mortali.

    Giunta la sera decise che era meglio chiedere informazioni, vedere se era possibile trovare un solo mortale che non sia stato infettato dal morbo corrotto della paura, qualcuno da poter redimere con le parole. Ma le sue già basse aspettative, vennero rese nulle dal comportamento degli abitanti del luogo; nessuno sembrava fidarsi di un forestiero, nessuno era intenzionato a condividere il proprio sapere, anzi le vesti e lo sguardo inquisitori di Lexandro, sembravano spaventare i passanti più del pensiero del buio.

    "Questi stolti danno proprio fede al Tomo dell'Afflitto..." disse a bassa voce, tra se e se, l'inquisitore, mentre osservava da qualche metro di distanza la chiesa eretta in nome di una divinità pagana. "Mph! Gli stolti cercheranno parole di consolazione tra le mura di falsi Dei, demoni vestiti da salvatori e pietra nera per quanto peccaminosa. L'unica epurazione possibile è la sacra fiamma divina di Fijmgir." disse Lexandro, senza timore di essere udito, ripetendo a memoria i passi del sonetto 36 della guida inquisitrice.

    L'inquisitore iniziò ad avvicinarsi a quello scempio tempio, per poi udire fracasso e urla verso la piazza, voltandosi per notare cosa stesse succedendo. Ma la distanza era molta e non poteva di certo comprendere la situazione da quella posizione, ma iniziò a notare che anche le genti radunate in chiesa uscirono da li ed iniziarono a dirigersi verso la piazza, abbandonando il rifugio di quel falso dio.

    "A quanto pare quelle mura pagane non sono poi così confortanti." pensò Lexandro, nel notare la folla uscire da li.

    Nessuno sembrava curarsi della presenza di quei vessilli, Lexandro rimaneva invisibile a tutti, pur restando fermo nella sua posizione, con una postura regale e degna di un uomo del suo rango. Tutti erano diretti verso la piazza e solo in pochi rimaneva a gruppetti sparsi, fermi e colti dal timore. Ma spesso i demoni operano dove gli uomini non possono vedere, dunque la chiesetta rimane sguarnita e priva di fedeli; un tempio vuoto non ha alcun valore. Ma chissà, i demoni sono così sporchi di peccato, che divengono imprevedibili.

    Dunque Lexandro decide di dirigersi verso la chiesetta, non vi è fretta, se tra la folla si nascondono degli eretici, presto arriverà la loro ora. Prima l'inquisitore vuole comprendere qualcosa sulle convinzioni pagane di questo villaggio e se vi sono demoni, probabilmente dimorano tra mura ricolme di peccato.

  14. .

    1° png di Robby94

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    Nome: Glavrio Letaunant
    Luogo di Nascita: Aethernia


    Età: 29 anni

    Descrizione Fisica: Glavrio è un giovane inquisitore di Aethernia, appartenente al culto di Serayaffe; ha allenato il suo fisico tramite le discipline insegnate nella sezione armata del culto. Nonostante disponga di muscoli possenti e proporzionati, e raggiungendo il metro e novanta, Glavrio si è specializzato negli attacchi rapidi e nella mobilità. Porta sempre un bavaglio rosso e nero, nasconde il labbro ed il mento, in quanto gli sono stati sfigurati da un eretico, che ha tentato di sfuggire alla sua sentenza. Porta sempre i capelli corti e si rasa quotidianamente i peli del volto, in quanto fedele alla venerazione della dea Maihara, offre la sua igiene personale come forma di reverenza.

    Descrizione Psicologica: Glavrio è dedito alla dea Maihara, dea dell'amore e del soccorso, oltre che della pietà, secondo il culto di Serayaffe; ma questo non ha trattenuto il giovane a divenire un inquisitore del culto. Ritiene che anche l'amore sia necessario per l'epurazione degli infedeli; gli Dei non sono malvagi e non spettano punizioni dopo la morte, ai mortali indegni, ma la cessazione dell'esistenza dell'anima. Glavrio ritiene necessario terminare la vita di qualcuno, con amore e compassione, per rendere più semplice il trapasso dell'anima.

    Background: Non si sa molto dell'infanzia di Glavrio, si sa solo che quando entrò nel culto di Serayaffe, aveva appena dieci anni e venne accolto con calore, da un inquisitore. L'uomo in questo si chiama Lexandro Lytanus ed è considerato come un fratello maggiore da Glavrio, che a quanto pare, non ha mai provato il calore di un focolare famigliare, come invece Maihara vorrebbe che sia per ogni essere mortale. L'inquisitore allenò Glavrio e gli permise di ottenere in dono il potere di Alaskro, dio dei venti e dei mercanti, in alcune occasioni anche dei navigatori. Da circa sei anni, il ragazzo è un inquisitore che ha epurato con amore e grazia, decine e decine di eretici.






    12 PA: Talenti Speciali -2 PA; Armi Leggere II; Elemento: Aria II

    Equipaggiamento
    Pugnale Ricurvo Dx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Pugnale Ricurvo Sx [Arma Leggera Classe 2, Danno 20]
    Armatura dell'Avventuriero [Armatura Leggera Classe 0, Resistenza 10]

    Talenti Speciali
    Aura Master I -2 PA

    Armi Leggere Rank I
    Aura: Sharpening -1 PA
    Action: Acrobatic Trick * -1PA
    Action: Knife Throw -1PA
    Passive: Unseen Threat * -1 PA

    Armi Leggere Rank II (+30 Chakra)
    Action: Double Block * -1 PA

    Elemento: Aria Rank I
    Skill: Wind Scythe -1 PA
    Aura: Chakra Orb -1 PA
    Skill: Sharpening Wind -1 PA
    Passive: Chakra + -1 PA

    Elemento: Aria Rank II (+30 Chakra)
    Passive: Heart of Air I -1 PA

    Professione: Imperiale Livello 0 - Recluta

    Edited by Robby94 - 9/11/2018, 14:48
  15. .

    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    "Una strada di oscuro terrore, nera pece da infiammare con lo spirito, al cui cuore si nascondo i corrotti e i demoni. Questo è il cammino, in cui affianca i suoi passi, un inquisitore, la santa parola degli Dei, annunciata al mondo con le vostre azioni di purezza."

    - sonetto 13; cantico 1:05 della Guida Inquisitrice



    "...non c'è pietà per i corotti, non vi è sollievo per gli indegni, non spetta ricompensa alcuna; a chi ostacola la pura visione degli Dei." pensa Lexandro, continuando il cantico 1:05 della Guida Inquisitrice, mentre siede sullo scomodo sedile in legno del carro.

    L'inquisitore è stato incaricato dagli "alti prelati", di dirigersi nell'arcipelago di Haven, più precisamente nel villaggio di Unwalden; dove una serie di efferati e sconcertanti omicidi, stavano avendo luogo senza motivazione apparente. Nessuno riusciva a dare risposte ai numerosi interrogativi, che nascevano dalle menti dei famigliari delle vittime, mentre i più superstiziosi navigavano con la fantasia e blateravano di vampiri e bestie della notte.

    "Quanta cieca e vanagloriosa ignoranza; solo gli uomini abbandonati dagli Dei, possono concepire certe sciocchezze. Ma non c'è da stupirsi, chi abbandona l'illuminato cammino dei supremi, non può che attendere altro che discordia e malefatte." pensa l'inquisitore, mentre tiene le braccia incrociate e gli occhi fissi sulla strada.

    Lexandro siede subito dietro il cocchiere, un anziano dai folti capelli e barba grici, che fuoriescono vistosamente dal fradicio cappello. L'uomo è con vesti logore e senza calzature, evidentemente troppo povero per potersele permettere; inoltre l'anziano è basso, curvo con la schiena e cieco per un occhio, mentre le rughe avanzano con vistosa violenza sul suo volto.

    "Siamo quasi giunti ad Unwalden, come mai è diretto li?" chiede l'anziano, con voce leggermente roca e bassa, senza voltare lo sguardo verso Lexandro. L'inquisitore esitò un attimo per rispondere, spostò lievemente lo sguardo verso il capo dell'anziano, rimanendo con la stessa passività che ha avuto per tutto il viaggio.

    "E' rimasto in silenzio fin'ora, come mai vuole spiegazioni adesso? Ma mi è imposto per volere della dea Maihara, di non mentire a chi non mi ha recato offesa, dunque non posso che essere sincero con lui." pensa l'inquisitore, non convinto di cosa fare, ma la luce degli insegnamenti divini delle "sacerdotesse" di Altabrassa, corrono in suo aiuto.

    "Mi è stato dato l'incarico di indagare su degli omicidi...sembrano alquanto folkloristici, dalle lettere giunte alla capitale." risponde con tono calmo e pacato l'inquisitore, in attesa di una risposta del vecchio, che non si fa attendere.

    "Folkloristici, eh? Vuole farmi credere che da voi imperiali, non c'è nessuna credenza strana, o sorta di racconto paranormale?" chiede il vecchio, che con la sua tagliente lingua ignorante, esprime versi non adatti ad un esponente religioso. Ma la sua svista è perdonabile, in quanto costretto a vivere in un ambiente corrotto, lontano dalla prospera visione dei divini.

    "Da noi ci sono cose che possono essere spiegate, o cose che non possono trovare risposta; gli Dei ci permettono, tramite una profonda e sincera venerazione, di ottenere tutte le risposte che ci sono concesse come mortali." risponde con tono quasi paternale, intento a dare lezioni di etica religiosa al vecchio, che piega lentamente la testa, come stufo delle parole di Lexandro.

    "...ok." di limita a rispondere il vecchio, che torna silenziosamente a pensare al tragitto. Ma non passa men che un minuto, che la voce roca e pesante del vecchio, esprime nuovamente pensieri con la lingua. "Voi dunque avete accettato di buon grado, di venire fin qui, giusto?"

    Lexandro chiude leggermente gli occhi per qualche istante, per poi riaprirli; prima di proferire parola, accenna ad un sorriso, che viene svelato dalle vesti che coprono il suo volto, tramite sinuose pieghe della seta. "E' mio dovere di inquisitore, mettere a tacere le malelingue, in un modo o nell'altro. Non esistono vampiri, licantropi o simili, sono invenzioni di chi ha smarrito il sacro lume di Urriel." risponde con il solito tono da profeta, colmo di inamovibile fede nelle sue parole.

    Ma Lexandros sapeva, perché proprio lui fu scelto per la missione; è da quasi sei anni, che piega il volere degli "alti prelati", facendo leva sul senso della fede altrui. Dunque è stato mandato li, lontano dalla capitale, per permettere ai prelati di respirare ed approfittare della sua assenza; ma sarà fatica inutile. Lexandros comprenderà i cambiamenti al suo ritorno e stravolgerà ogni sforzo dei prelati, riportando la normalità tra le sacre mura del culto.

    Ormai erano arrivati, il carro si soffermò al inizio del villaggio e Lexandro pagò quanto concordato per il passaggio; l'anziano non attese oltre e se ne tornò indietro.

    La puzza di eresia infesta il villaggio, gente assorta nella paura e nella follia, tutto è cupo e tetro; proprio come cita il Racconto dell'Abbandono.

    "Quando un popolo allontana la luce divina, per paura di rimanere cieco per la bellezza di quel lume intenso, le piante perdono vigore e si spengono in un'amaro brunire. Le genti non sapranno dirigersi, si lasceranno soccorrere dalla paura e genereranno altri demoni, che si nutriranno della loro anima. Per loro non vi sarà riposo nell'Eden, ma solo una fuggiasca vita di dannazione, che correrà negli anni avvenire, fino allo spegnimento del corpo."

    - verso 8 del Racconto dell'Abbandono


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