[QUEST] Creature della Notte

Ciclo di Trama: Signore dei Draghi - Speciale Halloween

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    CREATURE DELLA NOTTE

    Ciclo di Trama: Il signore dei draghi
    Parte II




    aAWgtnp

    Sareste arrivati di notte.

    Una notte di luna piena incastonata in un cielo terso. La luce lunare in contrasto con le tenebre sembrava un faro di inconsueto bagliore, spalmando un velo argenteo sugli alberi, sulla terra battuta dei sentieri che attraversavano la foresta e sui cavalli che trainavano il vostro carro.

    Il macinare incessante delle ruote metalliche sulla ghiaia continuava ad essere un sottofondo perpetuo per tutto il viaggio, martellando in maniera continua nel fondo del vostro cervello.

    Haven non era particolarmente pericolosa di notte più di quanto non lo fosse di giorno, motivo per cui in condizioni normali non sareste più preoccupati del solito.

    Ma le condizioni del vostro viaggio erano tutt'altro che normali.

    Ciò che vi era stato riferito circa Unwalden, il villaggio verso il quale eravate diretti, era grottesco quanto incredibile e, anche se la parte cinica di voi stessi cercava di convincervi che tutto era frutto dalla suggestione più pura, non sareste stati in grado di scacciare il pensiero che un fondo di verità potesse nascondersi dietro quelle storie.

    Troppe persone davano credito a quei racconti. Troppi dettagli concordanti. Troppo rumore per un luogo pratico e spietato quale era Haven.

    Era impossibile quindi zittire del tutto quella paura profonda, inconscia, che si annidava nel buio della vostra stanza da letto quando eravate bambini.

    Perché tutti abbiamo provato, seppur in tenera età, quella paura genuina e irrazionale. La paura verso quello che non si conosce. La paura per quello che non si capisce.

    Crescendo dimentichiamo quella paura, raccontando a noi stessi che nel buio non c'è altro ad aspettarci se non il silenzio della notte.

    Ma quella sera, nel carro che vi portava a Unwalde, non sareste riusciti a raccontarvi quella storia.

    Una parte di voi, mai andata via davvero, sarebbe stata colta dal dubbio.


    CITAZIONE

    NOTE PER IL PRIMO POST

    L'unico modo per arrivare a Unwalden è attraversare kilometri e kilometri di foresta fitta, rigata da tortuose strade in terra battua. Di notte, attraversarla a piedi sarebbe stato imrpoponibile, motivo per cui ognuno di voi ci arriva in carrozza. Potete accordarvi su Discord se volete ruolare che qualcuno di voi arriva sulla stessa carrozza. Potete anche portarvi avanti, lasciando intendere che qualcuno di voi si è conosciuto meglio in carrozza. Avete carta bianca per includere nel primo post quel che vi dite, anche in maniera implicita (senza i dialoghi veri e propri, insomma)

    Quel che sapete, da fonti indirette e poi dal vostro mandante diretto, è che Unwalden è stato teatro di una serie di omicidi particolarmente cruenti, compiuti tutti col favore delle tenebre. Il numero varia intorno alla decina, vittime trovate in un lago di sangue e non collegate da nessun movente in comune se non una inaudita furia omicida. Almeno, apparentemente.

    La parola "vampiro", neanche a dirlo, la fa da padrona in ognuna delle versioni raccontate.

    Chiudete il post con l'arrivo del vostro carro a Unwalden




    Edited by Ryuk* - 4/11/2018, 22:01
     
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    Non ero mai stato ad Haven di persona, ma ovviamente ero a conoscenza della "fama" che l'arcipelago delle isole gemelle si era guadagnato con il tempo. Ero arrivato a Yorke il pomeriggio del giorno prima, inviato da mio Padre a completare alcuni affari con un uomo infiltrato tra gli organizzatori delle famose aste tenute quotidianamente in città. Li la popolazione era più ricca, ma soprattutto più organizzata, come la criminalità che la abitava. Sarebbe stato un incontro rischioso, ma tutto ciò che avrei dovuto fare sarebbe stato consegnare una lettera in un luogo e ad un orario specificato cercando di restare il più discreto possibile.

    Fin da quando sono entrato nel tuo corpo non ho mai incontrato dal vivo tuo Padre. Credi che tornerai mai a casa tua un giorno o restai a vita a scroccare vitto e alloggio nella locanda del padre di Patricia?

    Mi aggiravo per un sobborgo della città, uscito da un bar dopo aver bevuto un paio di birre locali, cercando di evitare sguardi inconsueti e senza prestare troppa attenzione a ciò che succedeva intorno a me. Non volevo avere problemi e avevo accettato l'incarico solo perché mio Padre non avrebbe mai potuto girare senza problemi in quel posto brulicante di feccia della peggior specie: quella arricchita sulle disgrazie degli altri.

    Innanzitutto non sono li a scrocco, ma pago l'affitto della stanza come chiunque altro. Tra l'altro quei soldi li guadagno con sudore e sangue, quindi non credo di dovere niente al padre della mia ragazza, non credi?

    Quanto sei suscettibile, facevo per dire.. certo che devi essere il tipo divertente alle feste eh?

    Ad ogni modo, avrei consegnato la lettera senza problemi, ma allontanandomi venni avvicinato da un uomo sconosciuto avvolto in lungo cappotto.
    Torna qui tra 4 giorni, tuo padre avrà la risposta. Ora cammina come se non fosse successo niente e non voltarti.

    Inizialmente mi spaventai, colto di sorpresa, ma poi cercai di mantenere il sangue freddo, riprendendo a camminare per la strada.

    Diavolo se c'è mancato poco

    [...]


    Tornai verso la locanda dove avevo lasciato i bagagli al momento dell'arrivo, ma mi imbattei poco prima in una buona decina di persone. I loro schiamazzi sarebbero stati impossibili da non udire, sembravano spaventate e agitate, come se fossero in pericolo.

    ... BRUCIAMO IL VILLAGGIO!... Non possiamo lasciare che questa piaga si diffondi. -urlo un signorotto che era posizionato in un punto leggermente sopraelevate rispetto agli altri, con una torcia in mano- Non è una piaga, sono degli assassini, dei mostri! Ci sono amici e parenti li, dobbiamo inviare qualcuno ad investigare. -disse invece una signora vestita in abiti eleganti, sfidando il signorotto con toni più pacati- La regione è piena di gente in grado di lottare, troveremo qualcuno da pagare.

    La donna parlava come qualcuno in cerca d'aiuto, come una persona preoccupata per i propri familiari.
    Non stai pensando quello che penso io vero? non dovevamo mantenere un basso profilo?

    Beh, abbiamo qualche giorno libero. Non possiamo partire e poi tornare no? Tanto vale investigare su questa situazione. Non può essere peggio di affrontare la mafia di Shal'Aria, un demone o un Drago. Insomma.. se c'è un killer non può essere così male e poi non ho con me abbastanza soldi per pagare anche gli altri giorni alla locanda.

    Mi sarei avvicinato alla folla, offrendomi di aiutare sotto un discreto compenso. La signora mi avrebbe fornito i mezzi per arrivare al villaggio che era stato sotto attacco negli ultimi giorni, fornendomi alcuni dettagli macabri, descrivendo gli attacchi di un "vampiro".

    E che diavolo è un vampiro? Si mangia?

    Sicuramente se fossi fuori potresti mangiarne uno in un sol boccone. E' un'essere delle leggende, un po' come te. E' un essere umano che ha subito una metamorfosi in una creatura che si nutre di sangue, solitamente di altri esseri umani. Non ci sono certezze sulla loro esistenza, ma come tutte le storie sui mostri sappiamo come ucciderli, almeno si spera.

    [...]


    La città di Unwalden era circondata da una fitta foresta incontaminata, che nascondeva chissà quali nefandezze tra i suoi meandri. Arrivare in quello che era poco più di un villaggio periferico nascosto tra le foreste era stato abbastanza facile, considerata la popolazione del luogo e difatti non mi aspettavo di arrivare sano e salvo alla fine del viaggio sul triste carro di legno fornito dalla signora di Yorke. Ad ogni modo, sarei stato pronto ad ogni evenienza.


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    Vita: 310
    Chakra: 260
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    Furia:

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    Aria:Airbending - Heart of Air - Chakra +

    Metamorfo: Wild Fury - Adrenaline

    Aura:

    Stance:

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    Azioni:
    Slot Usati:

    Slot Restanti:
    [Azione]
    [Rapido]
    [Rapido]

    Movimenti:

    Equipaggiamento:
    Armatura:
    Protezioni I [Blocco: 30]
    Armi:
    Kakute [Danno: 10]
    Oggettistica:
    Pietra Filosfale [+60 HP]
    Consumabili
    Energia Minore x3 [+40HP] - Spirito x3 [+60CHK]
    Cockatrice Venom
    Discipline, Arti Segrete e Talenti Speciali
    Corpo a Corpo [10 PA] - Elemento: Aria [8 PA] - Metamorfo [8 PA]
    Talenti Usati nel Turno
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    C'è una cosa di cui volevo parlarti, caro Rain. Siediti pure.
    Ioi lo accolse e gli fece segno di sedersi su uno dei lussuosi divanetti all'interno del locale di sua proprietà. Il maestro d'armi eseguì e guardò negli occhi il suo mecenate.
    Erano mesi che Ioi stava finanziando e aiutando Rain nel suo progetto rivoluzionario e unico, quindi il ragazzo era in qualche modo costretto ad assecondare sempre il vecchio finanziatore. In realtà Ioi era un aristocratico discretamente colto e filantropo e parlare con lui non era così male.
    Nonostante non sapesse tutto sui progetti che Rain stava portando a termine, aveva dato al ragazzo la più completa fiducia e come compenso chiedeva protezione e risultati.
    Ioi odiava l'impero e avrebbe fatto di tutto pur di scoperchiare il calderone di misteri in cui il mondo era affondato.
    Dimmi, Ioi.
    ...cameriera, un bicchierino di acquavite, appena ha tempo. Grazie!

    A Rain faceva schifo l'alcool, ma negli ultimi mesi si stava abituando a prenderlo. Non per ubriacarsi né per il gusto, quanto perché mostrarsi completamente astemio spesso aveva reso i suoi interlocutori un po' straniti. Come se non bere alcool volesse dire avere qualche rotella fuori posto.
    Il maestro d'armi sorseggiò l'acquavite.
    Faceva veramente schifo.
    Conosci Unwalden? E' una cittadina un po' lugubre a qualche decina di chilometri da qui.
    No, mi spiace. Mai sentita.
    Ioi guardò maliziosamente una delle ragazze del suo locale. Poi tornò al discorso come se nulla fosse successo.
    Rain notò la cosa nel giro di un istante e si chiese se a quell'età anche lui avrebbe continuato a fissare le gambe delle ragazze. Bah.
    Beh, ho svariate proprietà lì. Alcune famiglie mi hanno chiesto dei prestiti ormai anni fa e non potendoli pagare mi hanno intestato la loro abitazione. Una è una villetta su due piani piuttosto fatiscente, l'altra una più moderna casupola al centro della città.
    Rain annuì, aspettando che arrivasse al punto.
    Sto avendo parecchie difficoltà a venderle e a ricavarci qualcosa e la situazione mi sta mettendo in crisi. Sono...innervosito.
    Ioi, il quale era sempre di buon umore, fece un'espressione infastidita. Era piuttosto strano e Rain se ne stupì.
    Capì che aveva bisogno di lui per risolvere questo problema, e intuì che c'era qualcuno da intimidire o minacciare.
    Non mi stupisco che il commercio di case in un posto tanto brutto fatichi a decollare, vecchio mio.
    Ioi sorrise e tornò quello di sempre.
    Qui ti sbaglio, caro Rain. Ma l'edilizia non è il tuo campo e comprendo la tua confusione.
    No, sto faticando a vendere quelle case perché a Unwalden stanno succedendo cose strane.

    Rain bevve un microscopico sorso di acquavite. Era un sorso scenico, in realtà, visto che il liquido a stento bagnò le sue labbra.
    Del tipo?
    Omicidi, prevalentemente. Cruenti e irrisolti. Non si capisce chi ci sia dietro queste stragi e circolano leggende idiote che ci sia di mezzo qualche strana creatura. Il villaggio ora ha la nomea di essere infestato da strani mostri e l'economia del posto sta precipitando.
    Non potrò mai vendere nulla, in queste condizioni!

    Rain cominciava a capire. Voleva mandarlo a indagare, probabilmente per far arrestare o uccidere il colpevole.
    Era ragionevole, come richiesta, anche piuttosto stupida a dirla tutta. Rain, però, ora non poteva accettare.
    Scaar da poco era sparito e tutti i suoi sottoposti erano impegnati nel grande progetto che da mesi stava preparando.
    Vorrei chiederti di indagare, Rain. Devi far luce su questa faccenda.
    Un guerriero leggendario come te non avrà difficoltà a sbarazzarsi del problema.

    Rain sorrise per il complimento, poi bevve un altro sorso.
    Non posso aiutarti, Ioi.
    L'uomo fece un'espressione contrariata, ma Rain si sbrigò ad aggiungere altro.
    Ti aiuterò con questa storia, ma non posso andarci io di persona. Ho troppe faccende da sbrigare e non è saggio andare in giro a farmi vedere.
    Comunque non preoccuparti, ti manderò la persona più fidata che ho e vedrai che sistemerà tutto. A combattere è bravissima e la paura non sa proprio cosa sia.

    Sarò onesto, Rain: vorrei che andassi tu di persona.
    Non era possibile.
    Lo spadaccino si alzò esponendo un ampio sorriso. Poi si avvicinò a Ioi e gli mise una mano sulla spalla.
    Lo capisco, lo capisco. Fidati di me e stai sereno. La persona che ti metterò a disposizione risolverà tutto velocemente e anche in maniera migliore di come farei io.
    Ioi sospirò, un po' deluso. In qualche modo, però, si era convinto.
    Va bene Rain, come sempre mi affido a te.


    ***



    Lo so che non c'entra nulla con tutto il nostro progetto, ma Ioi deve essere sempre accontentato o non avremo più il suo supporto economico. E' un compito accessorio ma in realtà è fondamentale che venga risolto. Lo so che non è questo quello che vuoi fare ma mi daresti una grande mano e...
    Quello che mi chiedi io faccio.
    E sarà così per sempre, cerca di capirlo.

    L'espressione di Blu era stata impassibile per tutto il discorso e la ragazza non aveva proferito parola. Rain, imbarazzato, aveva paura che la ragazza non volesse fare una missione così stupida e che vedesse tutta la faccenda come uno smacco nei suoi confronti. Lei era la sua più fedele alleata e forse darle un compito così strano ed estraneo ai loro progetti poteva offenderla.
    Fortunatamente, però, non sembrava essersi arrabbiata.
    Rain tirò un sospiro di sollievo.
    Non sai che favore mi stai facendo...
    Il ragazzo le accarezzò una guancia con il medio. La maschera impassibile di Blu si sciolse, impotente, e la ragazza sorrise delicatamente.
    Per così poco..
    Stai attenta, mi raccomando. Chissà quale pazzo è l'artefice di tutte quelle uccisioni.
    Non era preoccupato per Blu, non dopo la missione che aveva fatto insieme a Scaar, almeno. Dopo essere tornata sana e salva da quella, Rain aveva capito che il suo braccio destro aveva delle capacità incredibili.
    Mi avvio immediatamente. Sarò di ritorno al più presto.


    ***



    La città era veramente brutta e questa fu la prima cosa che saltò agli occhi azzurri di Blu. Sembrava abbandonata e molte delle case visibili dalla piazza erano barricate con travi di legno dall'esterno e dall'interno.
    La ragazza rifletté qualche secondo e decise che, sì, quella era la città più triste che avesse mai visto.
    Non c'è nemmeno un raggio di sole...
    Le avevano riferito che gli omicidi avvenivano tutti di notte, ma lei era giunta in città ad ora di pranzo. Nonostante questo, però, le nuvole oscuravano tristemente il cielo.
    Voleva innanzitutto farsi un'idea sulla cittadina ed esplorare un po' i dintorni.
    Non sarebbe stato facile essere presente esattamente nel luogo e al momento dell'aggressione ma in qualche modo doveva provarci.
    In alternativa, doveva provare ad essere lei la vittima e a far uscire allo scoperto il killer.
    Come ogni cosa, Blu non prese sottogamba la missione. Per il solo fatto che era stato Rain a dargliela, lei doveva portarla a termine nella maniera più efficiente e rapida.
    Rain era tutto e se le chiedeva qualcosa, quel qualcosa andava fatto.
    Il riconoscimento che chiedeva da ogni cosa era semplicemente aiutarlo, stare al suo fianco, supportarlo nei suoi progetti e ideali. Lui l'aveva salvata, molti anni prima. Ora stava a lei, per quanto possibile, estinguere quel debito atavico.
    Sarebbe stato fiero di lei e questo bastava a farle fare ogni compito da lui assegnatole.
    Ad ogni modo, c'era ancora parecchio da fare prima di poter tornare a casa.
    Blu si guardò intorno, poi decise di iniziare a camminare per le tristi vie della città.
    Meglio iniziare a guardarsi intorno, va'




    Edited by Gh0st - 7/11/2018, 17:53
     
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  4. Mike Portnoyz
     
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    Presagio
    M55YyTB


    Sudroni... poco piú che animali.

    Dopo un pacifico viaggio in brigantino, Einar é poco impressionato dalla gente di Haven, dallo stile architetturale, dal degrado e dallo squallora che lo circondano.

    I Varyag non saranno raffinati quanto i popoli dell'ovest, ma hanno il loro senso estetico, lo si vede negli scudi, nelle spade e nelle solide costruzioni dai tetti impervi, piú forti delle tempeste di ghiaccio del nord, fatte per resistere alle piú rigide bufere di neve del mondo conosciuto.

    Un altro incarico e potró permettermi un'armatura decente. Solo un altro incarico, e mai piú da queste parti.

    Einar porta una spada di dimensioni considerevoli, conservata in un robusto e semplice fodero in legno, legato alla schiena con una corda di canapa, portata a tracolla.
    Oltre alla spada, porta un piccolo scudo rotondo in legno, legato solidamente all'addome con un'altro cordino di canapa.

    Porta vesti semplici in tela, coperte da un'armatura dall'aspetto un po' antico, a causa della ruggine e dell'usura, che la rendeva poco efficace.
    Einar la chiamava, da sempre, il suo "pigiama da notte".

    E' incredibile il fetore di questa cittá... ma il crimine non si fa vedere. Mi aspettavo altro.

    Il Varyag sottovaluta le genti di Haven. Criminali e senza morali, forse, inferiori in architettura e estetica, forse, ma hanno i loro sistemi.
    La cittá ha forse meno criminalitá della capitale imperiale, cosí ricca di guardie a controllare la popolazione in ogni singola piazza.

    E i "Sudroni" non sono cosí diversi dai popoli del nord. Ció che Einar non sa é che é proprio responsabilitá dei Varyag se la situazione attuale é cosí estrema.

    Erano stati proprio i suoi antenati a scaricare criminali, pazzi, e prigionieri in quella isola a sud. Era loro responsabilitá.

    Lo vede, nelle facce della gente. Donne e uomini, dai tratti somatici palesemente Varyag, nonostante un colore della pelle piú scuro, a causa del sole che a nord era cosí assente, e qui cosí abbondante.

    Cosí tanti Varyag. Troppi. Ignorante della storia, si convince che forse le sue genti si sono rifugiate a Haven dopo la guerra.

    Non quadra... Ragnar parlava di Vaygrjord, non Haven... il loro accento, non é... com'é possibile...

    Molto confuso, spende la giornata chiedendo indicazioni per raggiungere la cittá di Unwalden.

    Per lo piú, la gente gli risponde ignorandolo, insultandolo, o raccontando balle. Piú volte va in cerca di inesistenti traghetti, e chiede persino di una certa "aeronave", ottenendo in risposta delle grasse risate.

    Al calare del sole, finalmente, un passante di buon umore, dopo aver vinto una lunga serie di partite di dadi in una locanda (barando) e avendo sbarcato un ampio bottino, lo prende seriamente e gli risponde spiegando che l'unico modo di raggiungere Haven é in carrozza.

    Passante: Alla porta est, trovi sempre i "viaggianti", con le loro carrozze. Non ti puoi sbagliare, Varyag!

    Gli da due pacche sulla spalla, e poi gli passa di lato, allontanandosi nell'oscuritá della notte, tra le strade scarsamente illuminate di Haven.

    In poco piú di dieci minuti, Einar raggiunge la porta est, e questa volta, trova davvero le carrozze descritte dal passante.

    Giuro, un'altra balla e li ammazzavo tutti. Che questa marcia cittá possa affondare nel reame di Hel con la mia anima. Ne varrebbe la pena.

    Pone la mano in un piccolo borsellino in cui tiene poche monete d'oro, e lo trova completamente vuoto, ad eccezione di un dado a dodici facce.
    Gli torna in mente quel caro passante, che gli aveva dato due pacche sulla spalla e gli era passato cosí vicino.

    Einar: FLASK VALHALLA!

    Gli esce ad alta voce, mentre da un calcio al terreno, frustrato.

    Mi ha pure lasciato una memoria! Che gli dei lo... non importa. Ho fatto bene a lasciare il mio oro al tempio e portare solo l'indispensabile.

    In precauzione, e per pregiudizio, aveva lasciato tutto il suo oro, meno 20 monete, al tempio. Si era portato solo il necessario per pagare il traghetto, il cibo, e eventuale trasporto alla sua destinazione. Si avvicina a un uomo che passeggia vicino alla sua carrozza in attesa di clienti. Ha una faccia poco raccomandabile, e i cavalli sembrano estramemente depressi. Muovono spesso le gambe, cercando di sgranchirle, probabilmente fermi in attesa da molto tempo, e tengono occhi morti e inespressivi.

    Cocchiere: Per Unwalden? Da solo? Urgente?

    Einar: Unwalden. Solo io. Non posso aspettare.

    Risponde con tono netto e accento pesante.

    Cocchiere: Sono 50 monete, grazie. Pagamento in anticipo.

    Einar: 50 monete? Per gli dei!!! Herrejävlar...

    Anche se non lo avessero derubato, non avrebbe avuto piú di 10 G. Che poi era il prezzo reale del trasporto.
    Il cocchiere gli sta dando un prezzo assurdo di proposito, per spennarlo come il pollo che é.

    Einar sospira, e continua con tono serio.

    Einar: Posso pagare il doppio all'arrivo. Sono stato chiamato come guardia del corpo per qualcuno di importante.

    Cocchiere: Come ti chiami, guerriero?

    Einar: Einar. Einar Grimr.

    Il cocchiere cambia espressione e si lascia andare un sorriso.

    Cocchiere: E potevi dirlo subito! Il padrone ti aspetta. In carrozza, non c'e tempo da perdere!

    Il viaggio é relativamente breve e silenzioso. Einar non ha molto da chiedere e non é particolarmente interessato nella situazione.
    Sa solo che qualcuno di piuttosto abbiente, nella zona, ha bisogno di guardie del corpo, e Einar é stato considerato per l'incarico.

    La paga é buona, e non sono coinvolti imperiali. Ideale.

    Arriva nel mezzo della notte, quando la carrozza si ferma accostando a lato, in un grande viale che passa il centro del villaggio.

    L'atmosfera é piú che inquietante e non c'é quasi nessuno per strada.

    Cocchiere: Benvenuto a Unwalden, straniero. Prosegui per un minuto e sulla destra troverai la mansione del "padrone". Non puoi sbagliare.



    Potenza: 10
    Vita: 360
    Chakra: 160

    Posizione:

    Abilità/Passive:

    Discipline:
    ARMI PESANTI

    Link Scheda
    Slot Usati: Azione + Rapido

    Slot Rimanenti: Rapido

    Cooldown

    Auree/Stance/Effetti:

    Status/Buff:

    Equip:
    Arma Pesante I [Danno 40]
    Armatura Pesante I [Blocco 40]
    Scudo I [Blocco 50]


    Edited by Mike Portnoyz - 6/11/2018, 17:56
     
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    Lexandro Lytanus

    W6EZAiB

    (Sottofondo Consigliato)



    "Una strada di oscuro terrore, nera pece da infiammare con lo spirito, al cui cuore si nascondo i corrotti e i demoni. Questo è il cammino, in cui affianca i suoi passi, un inquisitore, la santa parola degli Dei, annunciata al mondo con le vostre azioni di purezza."

    - sonetto 13; cantico 1:05 della Guida Inquisitrice



    "...non c'è pietà per i corotti, non vi è sollievo per gli indegni, non spetta ricompensa alcuna; a chi ostacola la pura visione degli Dei." pensa Lexandro, continuando il cantico 1:05 della Guida Inquisitrice, mentre siede sullo scomodo sedile in legno del carro.

    L'inquisitore è stato incaricato dagli "alti prelati", di dirigersi nell'arcipelago di Haven, più precisamente nel villaggio di Unwalden; dove una serie di efferati e sconcertanti omicidi, stavano avendo luogo senza motivazione apparente. Nessuno riusciva a dare risposte ai numerosi interrogativi, che nascevano dalle menti dei famigliari delle vittime, mentre i più superstiziosi navigavano con la fantasia e blateravano di vampiri e bestie della notte.

    "Quanta cieca e vanagloriosa ignoranza; solo gli uomini abbandonati dagli Dei, possono concepire certe sciocchezze. Ma non c'è da stupirsi, chi abbandona l'illuminato cammino dei supremi, non può che attendere altro che discordia e malefatte." pensa l'inquisitore, mentre tiene le braccia incrociate e gli occhi fissi sulla strada.

    Lexandro siede subito dietro il cocchiere, un anziano dai folti capelli e barba grici, che fuoriescono vistosamente dal fradicio cappello. L'uomo è con vesti logore e senza calzature, evidentemente troppo povero per potersele permettere; inoltre l'anziano è basso, curvo con la schiena e cieco per un occhio, mentre le rughe avanzano con vistosa violenza sul suo volto.

    "Siamo quasi giunti ad Unwalden, come mai è diretto li?" chiede l'anziano, con voce leggermente roca e bassa, senza voltare lo sguardo verso Lexandro. L'inquisitore esitò un attimo per rispondere, spostò lievemente lo sguardo verso il capo dell'anziano, rimanendo con la stessa passività che ha avuto per tutto il viaggio.

    "E' rimasto in silenzio fin'ora, come mai vuole spiegazioni adesso? Ma mi è imposto per volere della dea Maihara, di non mentire a chi non mi ha recato offesa, dunque non posso che essere sincero con lui." pensa l'inquisitore, non convinto di cosa fare, ma la luce degli insegnamenti divini delle "sacerdotesse" di Altabrassa, corrono in suo aiuto.

    "Mi è stato dato l'incarico di indagare su degli omicidi...sembrano alquanto folkloristici, dalle lettere giunte alla capitale." risponde con tono calmo e pacato l'inquisitore, in attesa di una risposta del vecchio, che non si fa attendere.

    "Folkloristici, eh? Vuole farmi credere che da voi imperiali, non c'è nessuna credenza strana, o sorta di racconto paranormale?" chiede il vecchio, che con la sua tagliente lingua ignorante, esprime versi non adatti ad un esponente religioso. Ma la sua svista è perdonabile, in quanto costretto a vivere in un ambiente corrotto, lontano dalla prospera visione dei divini.

    "Da noi ci sono cose che possono essere spiegate, o cose che non possono trovare risposta; gli Dei ci permettono, tramite una profonda e sincera venerazione, di ottenere tutte le risposte che ci sono concesse come mortali." risponde con tono quasi paternale, intento a dare lezioni di etica religiosa al vecchio, che piega lentamente la testa, come stufo delle parole di Lexandro.

    "...ok." di limita a rispondere il vecchio, che torna silenziosamente a pensare al tragitto. Ma non passa men che un minuto, che la voce roca e pesante del vecchio, esprime nuovamente pensieri con la lingua. "Voi dunque avete accettato di buon grado, di venire fin qui, giusto?"

    Lexandro chiude leggermente gli occhi per qualche istante, per poi riaprirli; prima di proferire parola, accenna ad un sorriso, che viene svelato dalle vesti che coprono il suo volto, tramite sinuose pieghe della seta. "E' mio dovere di inquisitore, mettere a tacere le malelingue, in un modo o nell'altro. Non esistono vampiri, licantropi o simili, sono invenzioni di chi ha smarrito il sacro lume di Urriel." risponde con il solito tono da profeta, colmo di inamovibile fede nelle sue parole.

    Ma Lexandros sapeva, perché proprio lui fu scelto per la missione; è da quasi sei anni, che piega il volere degli "alti prelati", facendo leva sul senso della fede altrui. Dunque è stato mandato li, lontano dalla capitale, per permettere ai prelati di respirare ed approfittare della sua assenza; ma sarà fatica inutile. Lexandros comprenderà i cambiamenti al suo ritorno e stravolgerà ogni sforzo dei prelati, riportando la normalità tra le sacre mura del culto.

    Ormai erano arrivati, il carro si soffermò al inizio del villaggio e Lexandro pagò quanto concordato per il passaggio; l'anziano non attese oltre e se ne tornò indietro.

    La puzza di eresia infesta il villaggio, gente assorta nella paura e nella follia, tutto è cupo e tetro; proprio come cita il Racconto dell'Abbandono.

    "Quando un popolo allontana la luce divina, per paura di rimanere cieco per la bellezza di quel lume intenso, le piante perdono vigore e si spengono in un'amaro brunire. Le genti non sapranno dirigersi, si lasceranno soccorrere dalla paura e genereranno altri demoni, che si nutriranno della loro anima. Per loro non vi sarà riposo nell'Eden, ma solo una fuggiasca vita di dannazione, che correrà negli anni avvenire, fino allo spegnimento del corpo."

    - verso 8 del Racconto dell'Abbandono


     
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    CREATURE DELLA NOTTE

    Ciclo di Trama: Il signore dei draghi
    Parte II




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    Il villaggio di Unwalden è una modesta cittadina circondata dalla foresta nera sull'isola più grande di Haven, a sud di Tortuga. Il villaggio è tagliato in due da una strada principale che corre da ovest verso est. La maggior parte degli stranieri arriva proprio da ovest, dato che la strada si tuffa nella foresta per poi salire verso Nord, verso Tortuga.

    Sulla strada principale sorge la piazza cittadina, la convergenza di altre strade secondarie dove si riuniscono spesso i pochi abitanti per comizi o riunioni municipali.

    Dalla piazza una strada ampia conduce a sud del villaggio, dove sorge un grande edificio religioso adibito al culto di una divinità legata all'astro solare.

    A nord invece un'altra strada conduce verso il cimitero, anch'esso presidiato da una piccola cappella adibita allo stesso culto.

    Queste sono le informazioni principali che i nuovi arrivati avrebbero raccolto più rapidamente, chi dopo aver girovagato un po' per i dintorni, chi magari informandosi chiedendo alle persone del posto.



    @Trincia


    Al tuo arrivo a Unwalden quella sera il cocchiere, che conosceva bene la signora Yorke, ti avrebbe chiesto di aspettare vicino al carro mentre questi andava ad avvisare il figlio della donna, rimasto ancora lì al villaggio.

    Il carro si sarebbe fermato poco prima di entrare in città, da quel punto Haseo avrebbe notato come non sembrava esserci anima viva in giro. Tuttavia in lontananza era facile notare il bagliore arancio del fuoco illuminare gli edifici centrali e il leggero balugginare del conseguente fumo contro la pallida luna di quella sera.

    Dopo qualche minuto, il cocchiere avrebbe fatto ritorno accompagnato da un giovane alto e snello. Ad un primo sguardo non avrà avuto più di vent'anni e aveva uno sguardo diffidente e inquieto sul suo volto.

    Saresti tu il rinforzo mandato da mia madre? Sul serio, e sei solo?

    Chiese senza far nulla per nascondere la propria delusione. Si passò le mani tra i capelli, in preda all'evidente sconforto.

    Immagino che a nessuno interessi della sorte di un villaggio dimenticato dagli déi. Cosa sei almeno, un cacciatore?

    Chiese squadrando Haseo dalla testa ai piedi, in cerca di qualcosa nel suo equipaggiamento. Non vedeva spade né archi, questo sembrò sconcertarlo.


    In quel momento, dalla direzione in cui c'era la luce del fuoco, si udì in lontananza lo schiamazzare di un gruppo di uomini come se qualcosa fosse appena accaduto.

    Cosa diavolo... Fece il ragazzo allarmato, voltandosi immediatamente ma esitando giusto qualche istante.

    Devo andare a vedere cosa è successo. Avanti, seguimi! Disse a Haseo senza preoccuparsi troppo di presentarsi. Sembrava un tipo stralunato e instabile, mosso da una strana fretta. Forse dipendeva solo dalla sua giovane età.

    Nel tuo prossimo post rispondi alle domande del giovane, puoi fargliene a tua volta. Decidi tu se seguirlo o meno, anche se è l'unico aggancio del tuo mandante. Chiudi il post mentre ti inoltri nel villaggio.




    @Mike

    L'abitazione del "padrone" menzionato dal cocchiere affacciava proprio sulla piazza cittadina. Era un edificio su due piani, staccato dal resto degli edifici che molto spesso erano perfettamente adiacenti tra loro, con un modesto giardino chiuso da alte inferriate accuminate. Non era difficile capire che la persona che vi abitava era prettamente ricca rispetto al resto della gente comune.

    Nell'attraversare la piazza quella sera Einar avrebbe notato una certa affluenza. Le persone si stavano radunando e parlottavano sommessamente tra loro. Nei loro atteggiamenti si poteva leggere chiaramente paura, si riunivano in gruppi di conoscenti per confrontarsi, in attesa di qualcosa. Era evidente che erano fuori dalla propria abitazione contro la propria volontà, il motivo per cui si erano riuniti doveva avere una certa importanza.

    Intanto mentre passava, la figura alta e piazzata del Vaygr avrebbe attirato l'attenzione. Avrebbe sentito gli occhi puntati su di lui fino a quando non avrebbe raggiunto la magione del mandante, dovendo battere sul cancello per richiamare l'attenzione delle persone all'interno.

    Dopo essersi accertati della sua identità, fu introdotto all'interno della casa dove lo accolse nell'ampio atrio un uomo tarchiato e quasi calvo, con un'espressione preoccupata sul volto.

    Quando posò lo sguardo su Einar però sembrò quasi sollevato, avvicinandosi al guerriero per dargli due pacche sulle braccia con entrambe le mani.

    Oh, finalmente un guerriero che si rispetti! Non avrei potuto chiedere di meglio, davvero, davvero! Vieni, vieni avanti campione!

    Lo condusse verso una delle proprie stanze mentre la servitù costeggiava il corridoio, facendo un lieve inchino al passaggio del Vaygr.

    Einar fu fatto accomodare nella stanza privata del mandante, uno studio adornato in legno pregiato con un'elegante scrivania dietro quale l'uomo prese posto.

    La situazione è degenerata oltre ogni modo. Sono stato costretto ad assumere milizia per poter difendere la mia persona, quelle creature hanno perso il controllo, ormai l'intero villaggio ne è infestato!

    Si tormentava le mani mentre parlava, un omino tondo e pauroso che tremava solo al pronunciare la parola "creature".

    Sono morte sei persone, sei! E ancora nessuno ha mosso un dito per cercare di risolvere il problema. Cosa aspetta il capo villaggio, che ci massacrino tutti come dei cani!?

    Parlottò tra sè nervosamente, tornando poi a concentrarsi su Einar.

    Ma tu... tu sei un Vaygr! Voi avete la guerra nel sangue! Scommetto che quei bevitori di sangue sono uno scherzo per uno come te! Solo gli déi sanno se-

    Si udì il tonfo di un vetro che si infrangeva poi l'urlo congiunto di diversi uomini. Il tumulto sembrava avere luogo a pochi passi dalla magione, sulla strada principale.

    L'uomo fece un salto sulla poltrona in cui era seduto, voltandosi verso la finestra alle sue spalle.

    Balzò in piedi, scostando la tenda per vedere, ma poteva scorgere solo le persone ferme davanti alla casa voltarsi tutti verso un punto imprecisato, chiaramente scioccate.

    Cosa diavolo sta succedendo ora!?

    Nel tuo prossimo post decidi se esci per dirigerti verso gli schiamazzi. Puoi anche postare domande fatte al tuo mandante se vuoi.




    @Ghost @Robby

    Senza prendere reali iniziative per interrogare le persone, non si sarebbe concluso molto fino a sera, quando la luna era ormai alta nella notte inoltrata.

    Durante la giornata avrebbe notato un comportamento prevedibile data la situazione. Sebbene fosse giorno, tra le persone serpeggiava diffidenza e paura. La gente camminava rapidamente per le strade, spostandosi tra una commissione e l'altra, per poi tornare a barricarsi in casa. L'affluenza alla "chiesa" del villaggio era massiccia e nel pomeriggio sembrava che i sermoni si susseguissero senza posa.

    Durante la sera comunque l'attività calava drasticamente ed era difficile trovare anima viva in giro.

    Una squadra di uomini armati di spade di fortuna, forconi e lance improvvisate si aggirava per le strade, doveva essere una sorta di corpo vigilante istituito data la gravità della situazione.

    Tutto secondo schemi prevedibili insomma, fino a quando l'ora di cena non fu passata da un po'.

    A quel punto, le persone cominciarono a venir fuori dalle case, convergendo verso la piazza del villaggio. Il motivo non era chiaro e se avesse provato ad avvicinare uno dei residenti, questi si sarebbe congedato con una scusa rivelando poco o niente.

    Evidentemente gli stranieri erano guardati con ancor più sospetto e pregiudizio.

    Improvvisamente, dalla direzione in cui convergevano le persone, si udì lo schiamazzare di un gruppo di uomini come se qualcosa fosse appena accaduto.

    I più prudenti si fermarono stringendosi tra loro, impauriti dall'accaduto. Altri invece, specie gli uomini, si affrettarono verso gli schiamazzi, intenzionati a capire cosa stesse succedendo.

    Nel tuo prossimo post decidi se ti dirigi verso gli schiamazzi. Puoi anche postare domande che hai provato a fare durante la giornata alle persone se vuoi.



    CITAZIONE

    NOTE DEL MASTER
    Di sotto trovate la mappa. Vi ho spostato in posizioni consone al vostro post iniziale.
    - L'icone in alto rappresenta il cimitero.
    - Quella centrale la piazza, dove sono radunate le persone.
    - Quella in basso è la "chiesa" del villaggio.



    SCADENZA POST SABATO 10 ALLE ORE 23:00


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  7. Mike Portnoyz
     
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    Presagio
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    Unwalden é decisamente diversa dalle altre cittá di Haven.
    L'intero villaggio sembrava... un cimitero.

    Batte il cancello di una grande villa, e finalmente incontra il mandante del suo ingaggio.

    Oh, finalmente un guerriero che si rispetti! Non avrei potuto chiedere di meglio, davvero, davvero! Vieni, vieni avanti campione!

    Lusingato, Einar offre una poderosa stretta di mano e lasciandosi sfuggire un esultanza.

    Einar: SCHULL! Einar Grimr, al suo servizio.

    Non sapeva ancora il nome di chi lo aveva assunto, e non sapeva come chiederlo senza sembrare un'idiota.

    Il mandante gli racconta la situazione locale, piuttosto macabra e inspiegabile, forse anche soprannaturale.

    Ma tu... tu sei un Vaygr! Voi avete la guerra nel sangue! Scommetto che quei bevitori di sangue sono uno scherzo per uno come te! Solo gli déi sanno se

    Si avvicina alla finestra per osservare il baccano in strada.

    Einar: La guerra é la nostra vita. Ma, bevitori di sangue... Crede che sia una messinscena? Quanto baccano...

    Per quanto credesse ciecamente alle sue divinitá nordiche, Einar era sempre stato sicuro che le divinitá degli altri continenti erano pura invenzione.
    Non aveva senso come ragionamento, ma d'altro canto Einar non é mai stato un intellettuale o un teologo.

    Einar: C'é un sotterraneo in questa mansione? Lei é solo, ci sono altre persone? Ho bisogno di almeno una stanza che abbia un singolo ingresso, uno soltanto. Niente finestre, niente mansarde, niente botole o tunnel. Una porta, possibilmente stretta.
    Finché ho questo, posso difenderla anche da un esercito imperiale. Beh, forse una compagnia. O un battaglione, se é un giorno buono. Ma mi serve un campo di battaglia appropriato.



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    La giornata passò in maniera abbastanza lineare.
    Unwalden si confermò essere una città veramente triste, ma un’altra cosa che colpì profondamente Blu furono gli abitanti stessi.
    Nonostante la ragazza non sapesse ancora nulla degli omicidi accaduti di recente, questa leggenda che delle creature non ben identificate uccidessero a caso dei malcapitati sembrava aver avuto un’influenza tremenda sugli abitanti.
    Tutti sembravano come…impazziti.
    C’era chi andava in giro guardandosi costantemente attorno e alle proprie spalle, chi spiava circospetto la strada dalla propria finestra, chi andava in giro armato nonostante non fosse affatto un guerriero.
    La cosa che più di tutto sta infettando questa città è la Follia
    Rifletteva Blu, un po’ amaramente.
    La ragazza, utilizzando il proprio aspetto grazioso e il suo dolce sorriso, era riuscita a scambiare qualche parola con gli autoctoni, ma le conversazioni erano state tutte piuttosto brevi.
    Molti le avevano consigliato semplicemente di andarsene, aggiungendo che quella non era una città per una ragazzina come lei.
    La cosa più bizzarra era però che l’identità di queste presunte creature non era mai la stessa. Alcuni dicevano che si trattasse di bestie succhia-sangue, altri di mostri alati, altri ancora di persone impossessate da qualche spirito.
    Durante il pomeriggio non riuscì ad ottenere altre informazioni, ma nonostante questo Blu non si era persa d’animo. Il suo compito era fare chiarezza e scoperchiare questo strano mistero, e questo avrebbe fatto.
    Per Rain e per il suo progetto prima di tutto, poi anche per i pazzi abitanti di questa città, la cui sanità mentale sembrava ormai irrimediabilmente perduta.
    La città è nel panico più completo. Ucciderebbero qualsiasi cosa possa destare anche solo il minimo sospetto. Non so se trovarli patetici o spaventosi
    Questi pensieri le fecero sospettare qualcosa, ma tutto era ovviamente basato sul niente.
    E se questi omicidi fossero stati architettati proprio per creare questo assurdo clima di tensione e di caccia all’uomo? Sarebbe bastato un sospetto basato sul niente per condurre il presunto assassino alla forca, o sarebbe bastata la promessa di una purificazione per far sborsare soldi ai credenti.
    Tutto questo poneva delle domande inquietanti e Blu era indecisa se seguire o no la via di questi pensieri.
    Quante possibilità potevano crearsi per approfittarsi di questa situazione assurda! Sarebbe bastato essere incredibilmente e spietatamente furbi.
    L’ignoranza e la paura fanno fare gesti sconsiderati: la storia ha sempre insegnato questo.


    ***





    Blu aveva perlustrato praticamente tutto il piccolo villaggio, cimitero compreso, per sedersi infine su un gradino di pietra poco lontano dalla piazza.
    Tirò fuori la piccola sacca che si era portata e da lì tirò fuori qualche dattero da mettere sotto i denti mentre osservava i pochi passanti.
    Poco dopo sentì dei rumori provenire dalla piazza e subito si allarmò. Durante il pomeriggio la luce era stata piuttosto scarsa e Blu si accorse quasi troppo tardi che il sole probabilmente era tramontato poco prima. Non che avrebbe potuto farci qualcosa, si intende, però magari sarebbe stata più attenta.
    Ad ogni modo, i rumori provenivano dalla piazza e dalla posizione in cui si era fermata bastava svoltare l’angolo per trovarcisi. Le urla erano indistinte e nei vicoli prima quasi deserti ora correva, come impazzita, gente di ogni tipo.
    Impossibile dire se si fosse consumato un altro omicidio, ma la cosa c’era era che a Blu inquietava molto di più la psicosi collettiva che aveva colpito gli abitanti, piuttosto che il mistero delle uccisioni in sé.
    Mise a posto la sacca e corse verso il luogo. Non aveva paura di combattere o di trovarsi davanti strani nemici. Era solo, forse, un po’ a disagio dalla strana situazione.
    Mentre si affrettava, provò a sgombrare la sua mente e a fare dei respiri profondi, proprio come il suo maestro, il monaco Yato, le aveva insegnato anni prima.
    Aria dentro, aria fuori. Ogni altro pensiero era secondario. Lei stessa era l’unica cosa a cui doveva fare attenzione.
    Blu era calma. E pronta a tutto.

     
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    Scesi dal carro infine, venendo avvertito dal cocchiere di aspettare qualche minuto mentre lui stesso sarebbe andato a chiamare il figlio della donna che l'aveva pagato per portarmi fin li. Evidentemente era un conoscente impavido e sprezzante del "pericolo" che si nascondeva in città per aver accettato il trasporto di uno sconosciuto.

    Comunque chissà, se esistono i draghi magari anche le altre leggende sono vere. Vampiri, lupi mannari, sirene, unicorni.. altro da suggerire?

    Il drago si infastidì, vedendo che il mio rispetto per la sua regale razza veniva a mancare, anche se solitamente non ci teneva così tanto.. evidentemente era geloso per il mio interesse mostrato verso queste ignote creature: Almeno io non ho paura dell'aglio o non vado a fuoco alla luce del sole.. tzé!

    Sorrisi udendo quelle parole, mentre osservavo la macabra e sconsolante desolazione che la cittadina di Unwalden aveva da offrire dopo gli ultimi eventi verificatisi. La vita sembrava assente, rendendo quel posto una città fantasma in tutto e per tutto: l'unica cosa che mi rincuorava un po' e che non me la faceva fare sotto per la paura era che in lontananza era possibile vedere la luce di qualche fuoco e le conseguenti fumate che si alzavano al cielo.

    Dopo un po' arrivò finalmente il figlio della signora, al che udendolo alle mie spalle mentre ero tornato con lo sguardo alle foreste antecedenti al villaggio mi girai, constatando che si trattava di un ragazzo all'incirca della mia età, probabilmente più giovane della mia età "fisica". Il corpo longilineo non traspariva abilità combattive ma a quanto pare la puzza sotto al naso da nobile l'aveva ereditata tutta ancor prima che la madre avesse lasciato testamento.

    Feci una smorfia e inarcai il sopracciglio sinistro: Guardami dall'alto al basso un'altra volta e tua madre si dovrà preoccupare di organizzare il funerale del figlio oltre che quelli del resto della città. Non penso che qualcuno possa fare caso ad un morto in più o uno in meno visto l'andazzo. - risposi mentre si passava le mani tra i capelli. Forse avevo esagerato, ma ero stanco di essere trattato sempre come un fottuto ragazzino imbranato:
    Un tempo ero magrolino e andavo in giro con due coltelli e fin li potevo capire, ma ora il mio fisico dovrebbe poter parlare per me, dannazione! Gli dice bene che mi servono quei soldi.. altrimenti li avrei piantati in asso e mi sarei preso anche il cavallo per tornare al porto e prendere la prima nave per casa.

    Mi chiamo Haseo. Sono un mercenario con tanto di abilitazione per non venir interrotto dalle stupide guardie imperiali durante le mie operazioni. Adesso se non ti dispiace, informami su tutto ciò che devo sapere e lasciami lavor...

    All'improvviso un rumore si alzò in lontananza, diventando sempre più forte e simili a schiamazzi e brusii di persone raccolte, come era successo a Yorke. Il figlio della signora allora scappò di corsa in direzione delle luci, da dove sembravano provenire i rumori, invitandomi a seguirlo.

    Brutta storia quando la gente si riunisce.. forse c'è in ballo più di quanto credo.


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    Lexandro Lytanus

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    (Sottofondo Consigliato)


    La giornata era stata piatta, inizialmente l'inquisitore si limitò a girovagare per le strade, al fine di monitorare la situazione della località. L'eretica marcescente follia degli abitanti, stava consumando l'essendo dell luogo, persino Lexandro iniziò ad averi dubbi sulla possibilità di salvare questa piccola popolazione. Probabilmente la soluzione migliore sarebbe stata quella di adoperare i doni del Dio Fijmgir sugli eretici del luogo, finché non fosse rimasta solo cenere, da cui sarebbero nati popoli migliori, puri. Questo almeno è quel che pensa un inquisitore di fuoco come Lexandro, le sue purghe sono le più tremende e spaventose; ardere carne, ossa, vesti, qualsiasi cosa fosse stata contaminata dall'eretico in questione doveva essere distrutta, nemmeno il ricordo delle sue malefatte doveva rimanere udibile ai mortali.

    Giunta la sera decise che era meglio chiedere informazioni, vedere se era possibile trovare un solo mortale che non sia stato infettato dal morbo corrotto della paura, qualcuno da poter redimere con le parole. Ma le sue già basse aspettative, vennero rese nulle dal comportamento degli abitanti del luogo; nessuno sembrava fidarsi di un forestiero, nessuno era intenzionato a condividere il proprio sapere, anzi le vesti e lo sguardo inquisitori di Lexandro, sembravano spaventare i passanti più del pensiero del buio.

    "Questi stolti danno proprio fede al Tomo dell'Afflitto..." disse a bassa voce, tra se e se, l'inquisitore, mentre osservava da qualche metro di distanza la chiesa eretta in nome di una divinità pagana. "Mph! Gli stolti cercheranno parole di consolazione tra le mura di falsi Dei, demoni vestiti da salvatori e pietra nera per quanto peccaminosa. L'unica epurazione possibile è la sacra fiamma divina di Fijmgir." disse Lexandro, senza timore di essere udito, ripetendo a memoria i passi del sonetto 36 della guida inquisitrice.

    L'inquisitore iniziò ad avvicinarsi a quello scempio tempio, per poi udire fracasso e urla verso la piazza, voltandosi per notare cosa stesse succedendo. Ma la distanza era molta e non poteva di certo comprendere la situazione da quella posizione, ma iniziò a notare che anche le genti radunate in chiesa uscirono da li ed iniziarono a dirigersi verso la piazza, abbandonando il rifugio di quel falso dio.

    "A quanto pare quelle mura pagane non sono poi così confortanti." pensò Lexandro, nel notare la folla uscire da li.

    Nessuno sembrava curarsi della presenza di quei vessilli, Lexandro rimaneva invisibile a tutti, pur restando fermo nella sua posizione, con una postura regale e degna di un uomo del suo rango. Tutti erano diretti verso la piazza e solo in pochi rimaneva a gruppetti sparsi, fermi e colti dal timore. Ma spesso i demoni operano dove gli uomini non possono vedere, dunque la chiesetta rimane sguarnita e priva di fedeli; un tempio vuoto non ha alcun valore. Ma chissà, i demoni sono così sporchi di peccato, che divengono imprevedibili.

    Dunque Lexandro decide di dirigersi verso la chiesetta, non vi è fretta, se tra la folla si nascondono degli eretici, presto arriverà la loro ora. Prima l'inquisitore vuole comprendere qualcosa sulle convinzioni pagane di questo villaggio e se vi sono demoni, probabilmente dimorano tra mura ricolme di peccato.

     
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    @Mike

    Ho la mia cantina ma non intendo chiudermici dentro. Ho degli affari da portare avanti, ti sto assumendo proprio per guardarmi le spalle.

    Borbottò il mandante mentre aggirava la scrivania e si dirigeva agitato verso la porta, sorpassando Einar per raggiungerla e affacciandosi al corridoio.

    Allora? Cos'è questo baccano?

    Chiese al primo servo capitatogli a tiro. Un servo era affacciato alla finestra sforzandosi di capire cosa stesse succedendo ma si rese conto a propria volta che la visuale da lì non era delle migliori.

    Non si capisce, signore. Sembra che delle persone in piazza stiano discutendo...

    Il padrone di casa si avvicinò alla finestra per provare nuovamente a scrutare qualcosa.

    Non ne avranno catturato uno per caso?

    Il servo scosse la testa.

    Non credo, signore. Penso che ci sarebbe molta più agitazione. Nessuno oserebbe rimanere all'esterno se davvero ne avessero avvistato uno.

    L'omone indugiò ancora un poco, immerso nei pensiero.

    Ehi, Vaygr! Vaygr vieni-

    *CRASHH! clink! clank!*



    Il vetro della finestra andò in frantumi lasciando passare un sasso volante.

    Farabutti!

    Sbottò l'uomo perdendo la pazienza. La morbosa situazione di paura sembrava rendere tutti lì abbastanza instabili, al punto che il padrone di casa una volta che Einar fu a tiro lo chiamò fuori di sè.

    Avanti, mostrami che meriti i soldi che ti pago! Andiamo a vedere cosa diavolo sta succedendo e chi è quel farabutto che mi ha spaccato la finestra!

    Già apriva la porta e si fiondava all'esterno, accantonando per un attimo le proprie paure. In fondo, c'erano decine di persone in piazza, questo rendeva l'esterno un po' più sicuro.

    Una finestra rotta! Di questi tempi! Ma me la pagherà cara, oh se me la pagherà cara. Con gli interessi!

    Continuò a latrare percorrendo il breve viottolo che separava la casa dal cancello e guardava verso la piazza.

    Lì finalmente avrebbe capito il motivo di tanta confusione.




    @Trincia @Ghost


    mdRNryt

    Chi fosse arrivato in piazza solo in quel momento, avrebbe assistito alla seguente scena.

    Un uomo era acquattato a terra, aveva dei rivoli scuri che gli scendevano dalla tempia e sembrava vagamente stordito. Ai suoi piedi cocci di vetro e qualche sasso. Teneva le braccia sollevate per proteggersi la testa, in balìa di chi gli stava intorno.

    E' uno di loro vi dico! A morte! A morte!

    Ululò un uomo. Stringeva una pietra e sembrava intenzionato a scagliargliela contro. Un'altro uomo e due donne sembravano dargli man forte, inveendo contro il malcapitato a terra.

    La lapidazione però sembrava essersi interrotta mentre le persone si accalcavano intorno al gruppetto e un altra persona, distinta e con abiti chiari, teneva le braccia alzate per calmare gli animi.

    Figli miei, calma innanzitutto. Unwalden non ha mai accettato la giustizia sommaria. Spiegate le vostre ragioni contro quest'uomo!

    Insisteva l'uomo che sembrava godere del rispetto degli astanti.

    Una donna tra la folla urlò.

    Hanno ragione, vicario! E' un assassino! E' un mostro!

    Vicario sembrava il titolo che ricopriva l'uomo che sembrava in difficoltà nel calmare le folle e a quel punto un'altra pietra partì mancando però l'uomo e infrangendo la finestra di una casa vicina.

    A quel punto, una luce partì dal vicario, intensa come quella di una stella. Il monile nella mano destra dell'uomo brillava straordinariamente al che le persone si ritrassero, mormorando in segno di devozione.

    Le angherie cessarono per il momento e il vicario si avvicinò al ferito, facendo cenno agli astanti di allontanarsi.

    L'uomo a terra si coprì il volto con le mani, particolarmente disturbato dalla luce intensa.

    E' un vampiro! La gloria del Sole lo tradisce!

    Ululò qualcun altro e le persone si facevano sempre più infervorito.

    Udendo ciò il vicario si fermò, interdetto, forse colto dal dubbio sull'identità dell'uomo.

    Nell'oscurità non era facile carpire particolari indizi su di lui, ma la situazione sarebbe degenerata da un momento all'altro.





    @Ghost

    Blu soltanto avrebbe notato che all'apparizione della luce, un individuo incappucciato tra la folla si sarebbe immediatamente voltato tirando un lembo del cappuccio per coprirsi ulteriormente il viso.

    Si sarebbe allontanato lievemente dal centro della scena portandosi in disparte. Gli astanti a lui più vicini erano presi dalla situazione centrale per accorgersi di lui.

    Non stava scappando però, aveva scelto un angolo defilato mentre continuava a voltare lo sguardo alla scena.



    @Trincia

    Esiste un modo per scoprire se è uno di loro!

    Il giovane Yorke seguito da Haseo si fece strada tra la folla affiancando il vicario e guardando con sicurezza verso la folla, poi verso l'uomo a terra.

    Poi sbiancò.

    Quello è....


    Disse, riconoscendo evidentemente la persona ferita a terra.

    E' Harvey Turman. Lo ha trovato Gerrard nel retro della sua casa. Voleva scappare ma siamo riusciti a bloccarlo!

    Rispose uno degli uomini che avevano lanciato le pietre.

    Il ragazzo Yorke sembrò esitare di fronte a quella scoperta. La vittima continuava a coprirsi il volto di fronte alla luce emanata dal vicario, ansimava probabilmente per il dolore delle ferite ricevute.

    Non ha senso. E' uno dei nostri... Un nostro concittadino... Se lui è uno di loro, capite cosa significa questo!?

    Il giovane sconvolto rivolse la domanda verso i presenti che furono colti da un improvviso orrore. Persino i lapidatori si fermarono scioccati, capendo l'implicazione di quel che Juri Yorke aveva detto. Un brusìo di sgomento si diffuse tra le persone.






    @Mike @Ghost @Trincia

    cY89fui

    Ora calma, figli miei, calma.

    Infilò il vicario ad alta voce, invocando l'ordine. Le persone si voltarono verso di lui, appigliandosi a quel che aveva da dire.

    Leto non ci ha abbandonato, nemmeno in un'ora così buia. Il Dio non permetterà mai che una sua creatura venga trasformata in un orrore della notte se questa dimostra fede in lui. Per cui non lasciate che i dubbi e il terrore avvelenino il vostro cuore, la fede è l'unica protezione che abbiamo contro il flagello della luna!

    Sentenziò il vicario con tono benevolo ma ammonitore.

    Le persone furono colte da riverenza e timore per quelle parole ma smisero di panicare e di inveire.

    L'uomo lapidato rimaneva a terra, non parlava e si copriva il volto.

    Harvey, figlio mio. Non è troppo tardi per avere salvezza. Rimetti le tue colpe a Leto, accetta la redenzione. Vieni a me per il perdono eterno.

    Le persone erano praticamente ipnotizzate dalla scena e dall'operato del vicario. Persino l'uomo sembrò reagire a quelle parole, cominciando a tremare inspiegabilmente.

    Poi improvvisamente, si chinò al suolo rivolgendosi verso il vicario. Cominciò ad avvicinarsi a lui praticamente gattoni mentre tratteneva a stento dei gemiti simili ad un pianto disperato.

    Si fermò a pochi passi dal vicario, poggiando la fronte a terra in completa sottomissione.

    Il vicario lo osservò con un'espressione pacata.

    Ben fatto, figliolo. Che la luce di Leto ti purifichi dalle tenebre e ti accolga nella sua gloria.

    Si chinò su di lui poggiandogli una mano sulla nuca e quando lo toccò, gli astanti ebbero un sussulto.

    Poi, con somma calma, il vicario infilò le mani nella tunica per tirar fuori quello che sembrava un pugnale ritorto cerimoniale.

    Le intenzioni del vicario erano chiare, tutti osservavano morbosamente la scena senza però muovere un muscolo.

    Persino il giovane Yorke non batteva ciglio, lasciando che il vicario giustiziasse su due piedi un uomo indifeso.





    @Robby

    f49O0te

    L'edificio religioso del villaggio non era nulla di che, seguendo lo stile modesto del resto delle abitazioni.

    Era composta da un auditorium principale e largo affiancato sul suo lato destro da un campanile alto su per giù una decina di metri.

    Dall'interno filtrava una luce calda e tremolante, ma nei dintorni della chiesa non c'era anima viva.

    Lexandro sarebbe riuscito ad intrufolarsi senza dare apparentemente nell'occhio, immettendosi nell'auditorium principale. Era un unico ambiente fatto di panche di legno dove prendevano posto i fedeli che convergevano verso un pulpito, avente un leggìo in legno per un predicatore.

    Av50bDy

    I lati erano costeggiati da finestre decorate da vetrate colorate, raffiguranti immagini religiose, tutte aventi come fulcro, in alto, il circolo solare.

    In fondo alla chiesa c'era un enorme rosone dal diametro di almeno quattro metri, decorata in egual modo, che raffigurava un complesso insieme di figure liturgiche.

    Una vetrata in particolare avrebbe forse catturato l'attenzione di Lexandro. Era diversa dalle altre, dai colori cupi e raffigurante un'immagine precisa.

    In alto, il cerchio solare in questa figura era oscurato, in conflitto con una mezza luna portatrice della notte. In basso, sulla terra, era raffigurata una lotta. Esseri pallidi, nudi e demoniaci combattevano gli uomini, che irraggiavano luce solare.


    Se avesse cercato altro nell'auditorium non avrebbe trovato nulla di interessante, a questo punto c'era solo il campanile da controllare.

    In lontananza comunque avrebbe sentito il vociferare animato della folla e intravisto, fulgida e decisa, una forte fonte luminosa nascere dalle persone radunate e illuminare a giorno la facciata di alcuni edifici.




    CITAZIONE

    NOTE DEL MASTER

    Nella scena della piazza, il vicario non ha affondato ancora il colpo.

    A voi. Se avete domande chiedete su Discord.



    SCADENZA POST SABATO 10 ALLE ORE 23:00


    j8GLfu4




    Edited by Ryuk* - 9/11/2018, 09:49
     
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  12. Mike Portnoyz
     
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    Mob Justice
    M55YyTB


    Ho degli affari da portare avanti, ti sto assumendo proprio per guardarmi le spalle.

    Einar: Capisco. Se -

    La conversazione é improvvisamente interrotta da un sasso volante, che infrange la finestra, lasciando il pavimento coperto di scheggie di vetro.

    Infuriato, il "padrone" invita Einar a uscire di casa per affrontare chiunque abbia causato i danni.

    E' uno stolto... affrontare una folla, cosí, all'aperto? Quest'uomo non ha mai combattuto in vita sua...

    Vedendo ogni situazione come una battaglia Einar, non puó che notare l'enorme falla sul punto di vista tattico.

    E proprio mentre pensa a come portare a casa la grana, ecco che la folla comincia a dimostrare comportamenti... strani.
    Tutti guardano nella stessa direzione, un uomo crea una piccola luce e improvvisamente sono tutti concentrati sull'azione.
    Non vede bene, ma crede che una persona nella folla stia per essere giustiziata.

    Non é la sua gente, non é la sua legge, non ha nessuna intenzione di intervenire.

    Einar: Mi perdoni, ma non posso garantire la sua protezione, se vuole affrontare la folla. Posso ucciderli tutti se l'atmosfera si scalda, ma non ho un altro paio di occhi sulle mie spalle. Aspettiamo che si disperdano. Poi affrontiamo il responsabile a tu per tu.

    Disse, lasciando una breve pausa in seguito.

    Einar: Oppure... uno dei suoi servi puó coprirci le spalle. In ogni caso, mi serve un paio di occhi in piú per coprirla.

    Avrebbe poi seguito il suo cliente, tenendo lo scudo in vista, in caso di altri sassi vaganti, ma lasciando la spada nel fodero per non dimostrarsi come una minaccia. Almeno nella sua mente, quella versione di Einar "non é minacciosa".



    Potenza: 10
    Vita: 360
    Chakra: 160

    Posizione:

    Abilità/Passive:

    Discipline:
    ARMI PESANTI

    Link Scheda
    Slot Usati: Azione + Rapido

    Slot Rimanenti: Rapido

    Cooldown

    Auree/Stance/Effetti:

    Status/Buff:

    Equip:
    Arma Pesante I [Danno 40]
    Armatura Pesante I [Blocco 40]
    Scudo I [Blocco 50]


    Edited by Mike Portnoyz - 10/11/2018, 18:27
     
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    Il timore che Blu aveva avuto stando a Unwalden si confermò vero. Nessuna traccia di nessun mostro, esclusi gli abitanti stessi ormai completamente impazziti.
    Il popolo bue accusava un tizio, prostrato e terrorizzato, urlandogli contro e lanciandogli pietre.
    Bastava un minimo sospetto per scatenare la follia completa. Forse questo è l'effetto peggiore della paura.
    La persona che però in assoluto infastidiva di più Blu era quella specie di strano sacerdote. Se già la religione poco era sopportata dalla sobria ragazza, quella che sfruttava i periodi più oscuri per guidare le persone era proprio il peggio.
    Come osava mostrarsi superiore rispetto agli altri? Cosa aveva fatto per meritarsi questa autorità?
    Nulla, assolutamente nulla. Nessuna cultura acquisita tramite decenni di studio, nessuna capacità fisica, mentale o pratica.
    Solo cazzate, invocazioni e sfruttamento dell'ignoranza di un popolo stupido e spaventato.
    Blu non rimase colpita dalla strana luce comparsa dal monile tenuto in mano dall'uomo. Ciò che invece la colpì fu la reazione di un tizio poco distante da lei.
    Il volto dell'uomo non era ben visibile, ma la ragazza poté notare come questo si coprisse gli occhi vedendo la luce. Era un po' strana come cosa, non strana come ciò che stava succedendo in piazza, però.
    A quanto pareva il sacerdote, dopo aver umiliato il malcapitato preso a sassate, voleva eseguire una qualche sorta di rituale per purificarlo.
    Vista la follia completamente dilagata nella cittadina, questo non prometteva nulla di buono.
    Blu era infastidita e, onestamente, non sapeva cosa fare.
    Intervenire nella questione religiosa era fuori discussione. Non avrebbe potuto fare nulla per combattere le primitive credenze dei cittadini e di certo non poteva mettersi a combattere contro tutti per risparmiare la vita a un mascalzone qualsiasi.
    Detto questo però tutta la scena le provocava un certo senso di disagio e la velocità con cui si erano susseguiti questi avvenimenti la lasciò un po' stupita.
    Ma gli omicidi? Ma le creature? Quello era lo scopo per cui era arrivata e solo di quello avrebbe dovuto occuparsi.
    Non sapendo cosa fare, si defilò leggermente dalla folla.
    Facendolo, capitò nuovamente vicino all'uomo incappucciato.
    In cosa consiste questo rituale? Io non sono di queste parti, sai...
    Attaccò bottone un po' a caso, sfoggiando il suo solito mite sorriso.
    Blu era in alto mare, ma non si stava perdendo d'animo. Sperava di raccogliere altre informazioni sugli omicidi e di passare la notte in città perlustrando la zona.
    Qualcosa, credeva, sarebbe riuscita a scoprire.

     
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    La chiesa era di certo modesta e di piccole dimensioni, Lexandro era abituato a ben altro; i templi del culto di Serayaffe sono tra i più grandi scrutabili nella capitale e le loro vetrate superano di gran lunga, quelle di questo povero guscio di falsità. Lexandro poteva notare come fosse comunque ben curata, evidentemente la corruzione di questo culto deve avere radici profonde sulla cultura di questa popolazione, potrebbe non bastare una semplice epurazione degli edifici e delle icone.

    Mentre l'inquisitore avanzava per l'auditorium della chiesetta, poteva notare il rosone e le vetrate, era ovviamente dedicata ad una divinità solare. Si dice, tra gli studiosi del culto di Serayaffe, che l'accostare il sole ad un padre, o ad una qualche sorta di divinità, è il primo passo per generare culti ancor più corrotti e malati. Lexandro ricorda di aver letto il rapporto di un inquisitore, quando ancora non era destinato alla sezione armata del culto, in cui si parlava di un paese del deserto, piccolo e povero, non aveva risorse commerciali di valore. Al interno di questo paese i soldati credevano fortemente in una divinità solare, mentre il popolo venerare diversi dei. Ma quando un profeta giunse nel paese, intento a convertire le genti del luogo alla sua visione, i popolani lo deriso e lo ricacciarono con sassi e mazze. Ma quando andò in una caserma, per cercare discepoli tra i soldati, questi rimasero affascinati dalla sua visione e con il tempo divennero più irrequieti. Il culto era simile a quello rappresentato dalle vetrate di questa chiesetta di Unwalden, ma soltanto lontano geograficamente. I soldati iniziarono ad avanzare pretese, cominciando a saccheggiare i templi delle altre divinità e forzando la gente, a partecipare ai riti del loro culto. La classe politica non poteva fare nulla, dato che erano effettivamente i soldati ad avere il controllo, dunque il paese era come in mano a quel vecchio vagabondo che si mise a diffondere il suo verbo. Quando l'inquisitore di Serayaffe giunse sul luogo, incontrò una strenua resistenza; ma con il potere degli Dei, spazzò via metà dell'esercito del paese in una notte, per poi dare fuoco all'intera città. Una colpa così grande, un peccato così blasfemo, condannò un'intera nazione, anche se di piccole dimensioni, alla rovina.

    Lexandro iniziò a sempre pensato che l'inquisitore abbia fatto la cosa giusta, condannato chiunque fosse stato macchiato da quel male; quel vecchio non era un uomo, ma un demone vestito da barbone. L'uomo tende a cedere al peccato e questo rende necessario, il compito di ogni singolo inquisitore, in particolare di Lexandro.

    Nonostante la vetrata, rappresentante una lotta tra umani e demoni, fosse votiva ed interessante, non incuriosiva più di tanto l'inquisitore. Di raffigurazioni simili ve ne sono a migliaia, tra i documenti del culto. A Lexandro non rimaneva che controllare il campanile, ma anche la piazza incominciava ad interessarlo, dato che era la direzione verso cui la folla si era diretta, contrariamente a quanto fatto da lui. Ma se la cittadina era da epurare, avrebbe avuto bisogno di tempo e non si sarebbe potuto godere questa "vacanza" dai palazzi del culto. Decise dunque di dirigersi al campanile, se la porta di quest'ultimo fosse stata chiusa, avrebbe tentato di sfondarla con il suo martello.

     
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    Raggiunsi il ragazzo tra la folla che, urlante e scalpitante, inneggiava a morte, riti di purificazione e preghiere.
    Quest'ultime in particolar modo portate da un sacerdote di alta importanza a giudicare dalla cappa che portava e da come gli altri abitanti gli si raccoglievano attorno. Erano api intorno alla propria regina.

    Quindi Haseo, questa è la religione?

    Il drago chiedeva con innocenza e io mi sentivo nauseato dalle parole e dal modo di fare che avevano tutti quei folli raccolti li. Se c'era una cosa che non sopportavo era idolatrare qualcosa così tanto da far diventare una storia inventata realtà.

    Si. Quello in tunica è un Vicario. Così almeno hanno detto questi tizi.. come puoi ben vedere, bastano semplici parole per conquistarsi la fiducia di svariate persone, farsi portavoce di una qualche divinità, ammessa che questa esista. Eppure, se c'è qualcosa che in tutti questi anni di stramberie è mancata, è proprio una Divinità con la D maiuscola, che si preoccupi degli uomini.

    Sconsolato cercai di farmi largo tra la folla fino a raggiungere le spalle del figlio della signora, assistendo all'ignobile spettacolo di maltrattamento fatto su un probabile vampiro, che inerme si proteggeva da quelle persone che manifestavano così tanto odio.

    Sembrava stordito, sanguinante in diversi punti e incapace di far del male a qualcuno. Eppure eravamo in piena notte: se quell'uomo fosse stato un vampiro non avremmo nemmeno avuto il tempo di muoverci che ci avrebbe sbranato tutti quanti con la sua velocità anormale.

    Il vicario fece un cenno, facendo allontanare la folla dal luogo, che intanto si era dilettata nel lancio di altri oggetti, persino una pietra che mancato il bersaglio colpì una finestra di una della case ai lati della piazza. Dopo essersi avvicinato abbastanza, dall'oggetto portato nella mano destra del Vicario partì un'intensa luce, abbastanza potente da oscurare la luce emanata dalle torce attorno alla piazza e in mano ai passanti.

    Il presunto vampiro si sarebbe coperto il volto, e quella sarebbe stata la sua condanna a morte, a giudicare dalle grida che susseguirono subito dopo la scenetta.

    La cosa simpatica è che chiunque si sarebbe coperto gli occhi vedendo una luce così forte a distanza ravvicinata. E poi sembra tutto troppo costruito, perché questo vampiro non si ribella, non mi sembra ferito con paletti di legno o lame d'argento. I suoi poteri dovrebbero essere al massimo. E' vero che le leggende sono, appunto, leggende, ma solitamente le figure malvagie sono addirittura "depotenziate" rispetto alle loro capacità. Non so perché, ma qui gatta ci cova.

    Il giovane poi si sarebbe fatto strada, portandosi al bordo interno della corona di persone, affermando di conoscere un modo per scoprire se fosse uno di loro, per poi riconoscere il poveretto a terra. Sembrava sconcertato e le parole che disse successivamente alla risposta di un suo concittadino mi confermò il fatto che si trovava in stato di shock, portando tra l'altro orrore e paura anche nelle altre persone.

    Ora calma, figli miei, calma -disse il Vicario- Ecco che parte la pantomima, tieni forte amico che ti divertirai

    Ascoltammo tutti, anche se con rammarico, la predica del Vicario. Invocava un dio, Leto, e pregava i suoi accoliti di mantenere la calma e di avere fiducia nella "luce del loro signore". Il drago non sembrava divertito, quanto piuttosto incuriosito dal comportamento di quelle persone, che si godevano lo spettacolo del "rituale di purificazione" che stava avvenendo.

    Ma perché non si domandano se ciò che fa quel tipo non è mera magia? Ho visto draghi generare luce solo con la forza del loro pensiero. Sono convinto che anche degli umani possano fare magie del genere. -sospirai, iniziando a farmi notare dal giovane Yorke- Quando manca la scienza la fede è l'unica cosa che può aiutare le deboli menti umane, amico mio. Siamo esseri che hanno bisogno di spiegare ciò che non capiscono e il più delle volte inventare qualcosa di "superiore" e crederci fermamente è più facile che studiare l'ignoto.

    Mi sarei quindi avvicinato all'orecchio del ragazzo, chiedendogli di fermare l'assassinio a sangue freddo di una persona al momento innocente: le mie parole sarebbero arrivate prima ancora di vedere il pugnale in mano al Vicario, ma avevo capito benissimo l'andazzo di quella scena.

    Ferma questo scempio ragazzo. Se è un vero vampiro avrebbe iniziato a bruciare alla presenza di una luce così intensa. E' notte fonda, incateniamolo ad un palo e aspettiamo che sorga il sole. Se è davvero ciò di cui avete paura, la luce del vostro dio lo purificherà ugualmente, altrimenti vi sarete sbagliati e avrete la morte di un vostro conoscente sulla coscienza.

    Avrei potuto parlare alla folla, ma ero uno sconosciuto.. avevo imparato a mie spese gli effetti di una comparsata del genere. Speravo solo che il giovane facesse ciò che gli avevo chiesto.


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    [Rapido]
    [Rapido]

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    Kakute [Danno: 10]
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