Il Tesoro di Nasradeva

Ancora l'animale si stava quasi contenendo, usando solo attacchi semplici ma furiosi. Ma non era quella la particolarità del Trampler. Tutto il suo corpo dalla forma così insolita e dall'inarcatura curiosa, il suo spessissimo carapace, tutto sembrava fatto per potersi difendere da qualsiasi tipo di attacco. Era difficile riuscire a cattura un Trample, non tanto per la sua aggressività, quanto per la sua impenetrabile difese.
Così l'animale si chiuse a ricchio in meno di un istante, andando a formare una deformata palla corazzata contro cui i vostri colpi sarebbero impattati senza sortire alcun effetto.
Poi quella strana sfera corazzata si sarebbe aperta e l'animale avrebbe ruggito, soddisfatto. Ora eravate nelle sue grinfie e lui non si era fatto nulla. Forse non aveva formulato questi pensieri così complessi, però era arrabbiato e questa è la cosa che avreste potuto notare da un po'.
Il Trampler si sarebbe girato verso Giancarlo ed ancora una volta lo avrebbe colpito con due morsi feroci. Poi si sarebbe girato verso Karma e avrebbe sparato contro di lui il suo devastante pungiglione avvelenato, colpendolo e spingendolo indietro di 15m.
Le cose sembravano farsi nere anche per voi. Avreste continuato a combattere l'animale, ora che anche Hororo era fuggita? La situazione non era delle più rosee.

Il Trampler non indietreggiava di un passo, ma anzi ora lentamente stava capendo il vostro modo di attaccare e difendere. Era un animale intelligente e sveglio, come molti altri lì a Nasradeva.
Per sopravvivere a volta l'istinto non basta: lo spirito d'adattamento e la vera forza degli esseri viventi primordiali.
Il colpo di Giancarlo fu devastante ed andò ad impattare sopra alla testa dell'animale, che cercò di chiudersi in sé stesso il più possibile. Una delle sue grandi scaglie si spaccò e il Trampler si abbassò fino a toccare terra tanta la forza che sprigionò il colpo.
Sì sentì un ruggito stridulo provenire dalla sua bocca, ma dopo un istante subito si rialzò. Una cosa tipica degli animali è che più li danneggi più diventano aggressivi ed il Trampler, proveniente da una delle più inesplorate zone del pianeta, aveva imparato a non mostrare mai il dolore.
Si alzò e mosse le sue zampe in maniera frenetica prima di subire l'onda d'urto del colpo di Karma. Ancora una volta l'animale venne destabilizzato e si sentì alle strette, motivo per cui l'unica cosa che riuscì a fare fu cercare di mordere Giancarlo, l'autore di quel potente attacco che tanto l'aveva danneggiato.
Dopo il morso, l'animale avrebbe fatto uso della sua grande agilità per indietreggiare di 10 metri, avvicinandosi ad un paio di alberi che stavano dietro di lui.
Il prossimo attacco che avrebbe sferrato sarebbe stato decisivo.

Stava vincendo. Aveva fatto scappare, e forse morire tre dei suoi avversari ed ora soltanto uno rimaneva di fronte a lui. Inutile dire che non aveva speranze e che l'animale fu quasi stupito di rimanere solo con quel gross0 essere che quasi gli ricordava un altro animale.
Il Trampler rimase alcuni secondi a guardare Karma a braccia aperte e fermo. Era stupito, non capiva. Stava preparando un altro attacco? Un minuto prima lo aveva stordito ed ora stava fermo?
L'animale si sentiva ancora in battaglia ed ancora in pericolo, quindi si avvicinò a Karma e piano avvicinò il suo muso alla faccia. Vedendo che non si muoveva, avrebbe provato a morderlo ad una spalla. Era l'unica cosa che aveva in mente di fare in quel momento, poichè si sentiva ancora in pericolo e sotto attacco.
Dopo il morso, il Trampler avrebbe ruggito in maniera feroce, facendo rimbombare il suo eco per tutta la foresta e stando attento a vedere la reazione di Karma. Lui era il re di quella zona, nessun altro animale poteva provare ad ucciderlo.
Cosa avrebbe fatto l'Arcadiano? I gesti potevano mentire, ma gli animali sapevano avvertire l'odore della paura.
Il destino degli altri esploratori era dietro l'angolo, per lui.

Il Trampler continuava a guardare Karma. L'uomo evitò il morso e poi iniziò ad indietreggiare. L'animale per alcuni passi lo seguì con lo sguardo, poi invece fece un passo in avanti per accorciare le distanze, poi un altro, poi si fermò di nuovo.
Non capiva i gesti di Karma ma quel suo smettere di attaccare ed abbassarsi lo aveva convinto che quel bizzarro essere non voleva più attaccarlo per qualche strana ragione.
Il Trampler continuò a fissare Karma e avrebbe continuato ancora a lungo, mentre l'uomo piano piano indietreggiava, uscendo dal territorio del gigantesco predatore.
Karma avrebbe potuto continuare ad indietreggiare piano piano fino ad uscire dal suo campo visivo e poi iniziare ad andarsene a gran fretta da quella foresta.
Era la sua occasione: il Trampler aveva accettato la sua sottomissione ed ora l'Arcadiano aveva la possibilità di sfruttare questa piccola finestra di opportunità per andarsene illeso.