Ombre su Sumadea

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Armi Leggere • Light-blade Mastery • Rogue • Armi Leggere I • Stealth • Catlike • Dual Wield • Knife Throw • Chakra Thread Chakra +30 • Elusive Movement

FUOCO • Flame Control • Inner Energy • Fireball • Fire Bullets • Fire Touch • Hot Blood Chakra +30

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erale, pericolosa, selvaggia, come una donna guerriera che lotta per proteggere i propri figli dalle insidie del mondo esterno, la foresta di Sumadea era uno dei pochi luoghi in cui l'impero non era riuscito, per un motivo o per un altro, ed estendere il suo adombrante dominio, senza però istigare il vanto e l'orgoglio bellico di alcuno, visto che era sempre parso fin dall'inizio ovvio a tutti, che sia i fieri guerrieri devoti al culto della dea Serpente, sia i più occulti devoti ai rituali ed ai misteri del dio della Morte, avevano riversato fiducia cieca in quella loro madre protettiva che aveva occhi, orecchie ed artigli affilati in ogni angolo della giungla paludosa, sotto ogni radice di albero secolare si estendeva il suo dominio che, era certa, ancora a lungo avrebbe tenuto stretto al suo seno.

Una madre ama i propri figli, a prescindere dal destino e dalla strada che essi decidono di percorrere, o chi per loro decide di tessere nelle trame della vita. Ci sono persone, madri e figli, che abitano le grandi costruzioni dei villaggi votati al culto di Necros, ci sono piccoli gruppi tribali che si rifugiano sulle case incastrate tra le nervature antiche di alberi, come serpi abbracciate alla loro tana, emulando Naga. Poi, in quei luoghi in cui la foresta getta i suoi occhi di rado, nascondendoli da quelli degli altri, esistono madri e figli che hanno scelto di non fare parte di alcuna di queste culture. Per scelta o per costrizione? Oramai nemmeno loro forse ricordano il vero motivo, il tempo forma le abitudini, il tempo forma ricordi e modi di vivere.
Ed era stato proprio il tempo, infame ed inesorabile compagno di viaggi di ogni avventuriero, a forgiare nelle menti della gente del popolo di Necros, parole di disprezzo, figure d'odio e di scherno, costruite come scudo per nascondere, in modo davvero precario, atrocità ben peggiori.

«STREGA!»
Strega. Ormai, complici di una quasi totale isteria di massa, divenuta abitudinaria, gli abitanti di molti villaggi si erano adeguati ed adagiati sull'utilizzo di quella parola, tanto antica quanto ricca di significati, deturpandola con il tono di disgusto, parole che urlavano quasi più forte delle preghiere e delle riverenze sanguinarie portate al loro dio oscuro.
«Vattene via! Non sei la benvenuta qui!»
In un mattino dei mesi più caldi, o meglio dire umidi visto l'ambiente acquitrinoso della regione, quelle parola risuonarono come un vento afoso in pieno viso.
Come ormai un poco di mattine a quella parte, con un inspiegabile aumento di richiesta quasi insistente, Cyaran si era recato in uno dei vicini villaggi dell'entroterra della giungla, per recuperare alcune cose utili all'operato della madre, alla casa e a qualunque altra scusa la donna avesse cominciato a campare per aria da qualche giorno, quasi avesse voluto spingere il giovane figlio ad andare in paese repentinamente.
Cyaran non aveva fatto domande, non ne faceva mai più del dovuto a Shaìla, non ne aveva mai fatte nemmeno in quell'età in cui i bambini cominciano a domandarsi di tutto e di più, perché lei lo aveva abituato ad una vita di poche risposte, con un ampio margine di cattive sorprese quando ve ne fosse stata una.
Quella volta però, dopo essersi voltato, osservando dal suo cappuccio di pelle scura i lati delle strade, si era reso conto che nessuno aveva urlato contro di lui, e che stranamente le vie erano davvero poco affollate, tanto che aveva anche trovato i battenti chiusi quando si era fermato davanti al piccolo ed angusto negozio nel quale avrebbe dovuto recuperare ciò che la donna, sua madre, lo aveva mandato a prendere.

Poco male, Cyaran non se ne dispiacque ne stette lì a pensarci nemmeno per qualche istante, contando che aveva ben capito come Shaìla si stesse burlando di lui, anche se quello non era esattamente il termine migliore da utilizzare; la Strega poteva essere una donna misteriosa, che parlava con linguaggi criptici persino col sangue del suo sangue, ma era davvero impossibile che cominciasse a prendersi gioco della gente a tal modo, men che meno di Cyaran.
Tolto ogni dubbio sul fatto che il figlio della strega fosse stato mandato al villaggio tutt'altro che per comprare qualche erbetta dalle esigue proprietà magiche da utilizzare nei rituali del prossimo ciclo lunare, il parlottare inquieto di voci che non accennavano a farsi vedere aveva iniettato prepotentemente nelle vene del ragazzo, la curiosità di scoprire cosa vi fosse di strano nell'aria di quella giornata.

Il giovane si mosse, approfittando del fatto che stranamente nessuno ancora si fosse reso conto del suo arrivo in città, apparentemente attratti da qualcos'altro, divincolandosi agilmente fra i cunicoli più stretti delle grosse costruzioni squadrate della cittadina, ritrovandosi poi ad osservare figure che lui ben conosceva, non tanto di persona quanto per lungo sentito dire, sebbene si potesse trattare di sangue del suo sangue, per quanto probabilmente esse avrebbero sputato in terra con disgusto al solo pensarlo. Le tre donne stavano già andandosene, defilate ed in silenzio religioso, come erano abituate a fare, quando la sagoma di Cyaran fece capolino da una stretta via che conduceva alla ben più ampia, ma ugualmente spoglia, piazza della città.
Certo, una donna da sola, sebbene armata, e vestita in modo tale da attirare non poche attenzioni e sguardi poco discreti, visto anche il luogo in cui si trovava, non era una cosa che Cyaran era abituato a vedere tutti i giorni. Solitamente, quando poteva vedere, era lui che attirava l'attenzione, per quanto comunque la mancata lapidazione e lo scherno urlato da ogni angolo della strada non fossero esattamente il tipo di attenzioni di cui andare fieri, lui aveva sempre imparato a pretendere di rimanere indifferente, tanto che ormai trovava pure il modo di divertirsi quando andava in paese. Per quanto essere ritenuto alla stregua del figlio bastardo di chi avrebbe dovuto coltivare una stirpe nobile, non nelle ricchezze terrene quanto quelle religiose e spirituali, era motivo di persecuzione da parte persino del più fetente topo di fogna, era comunque vero che ogni voce si placava quando lo sguardo del ragazzo si posava dritto nel loro, magari quando capitava di incontrarne uno o due da soli nei vicoli bui, per caso, lontani dalla folla, lontani da numero che dava loro forza di urlargli contro.
Divertente. Ma giusto per i primi due secondi.
Ed adesso c'era lei, era lì, sulla pietra grigia lastricata. Da quello che gli sembrò immediatamente di poter percepire, a pelle, non provò nemmeno a nascondere la propria presenza.
Passi tranquilli si mossero nella direzione della figura ammantata di stoffa scura che celava l'austera armatura, figura che soffocava ogni forma, rendendola anonima. Al contrario gli abiti di Cyaran erano tutt'altro che ricchi di particolare cura nel nasconderne le carni. Per motivi che lui conosceva più che bene, attese che le tre donne ammantate da veli cerimoniali se ne fossero andate per la loro strada prima di rivolgersi alla donna che se ne stava ancora ferma, con la mano sul fodero della spada.
«Sorelle» sibilò quelle parole, rivolte apparentemente al vento caldo davanti al suo viso, mentre da sotto al cappuccio che copriva il suo viso quasi fino alla punta del naso, era invece ben visibile un sorriso, quasi un ghigno, che si allargava chiaro in mezzo alla scura barba nera ed incolta «Conosco almeno dieci buoni motivi per i quali non esiterebbero a strapparsi la carne di dosso con i soli denti» si prese gioco di loro, sebbene non avessero potuto sentirlo.
Pose le mani sui fianchi, assumendo una posizione del tutto spavalda ma naturale, continuando a sorridere e voltandosi questa volta verso la figura «Non dovresti dare il tuo nome a persone come quelle» cominciò, muovendo un passo appena in vanti «Bhe, qui non dovresti darlo proprio a nessuno; il solo tuo nome potrebbe bastargli per tirarti addosso tante di quelle maledizioni che nemmeno te le sogni» parlava con quella persona, che nemmeno conosceva, con un tono tanto informale e con fare così naturale, probabilmente fastidioso per qualcuno, senza nemmeno volerlo fare con cattive intenzioni; proprio perché, strano che possa sembrare, Cyaran possedeva un carattere del tutto differente da quello della madre, sotto ogni punto di vista, apparendo un po' come un abituèe della vita notturna Aethernia, un vero e proprio giovane di città in somma. Quella donna poteva essere più adulta, più giovane, poteva essere una nobile, da sola o con scorta, una semplice viandante, non importava davvero. Almeno non a Cyaran.
Le braccia si spostarono, incrociandosi al petto, mentre lo sguardo si spostava silenziosamente scrutandola da capo a piedi, prima di riprendere parola «Ma immagino che tu non sia venuta qui per assaggiare la deliziosa birra di muschio sanguigno tipica della città» asserì, con una vena ironica che se fosse stata appena poco più tirata, sarebbe esplosa.

In tutto quel ciarlare, come se fosse stato il teppistello del borgo cittadino, si celava in realtà il suo modo d'essere incuriosito da qualcosa, o qualcuno in quel caso. Magari non era nemmeno vero che si chiamava Camilla, ed era stata talmente accorta da prendersi gioco delle tre, o semplicemente non gliene importava nulla, ma nel secondo caso avrebbero avuto ancora qualcosa in comune.

☆ Son Of A bWitch

layout&tabella© Cyaran - roteGdR

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orrise sornione, in una smorfia quasi felina, divertito ma non in modo canzonatorio, all'affermazione della donna che aveva di fronte. Non credere alle maledizioni in un luogo come quello, in cui praticamente il sacrificio di sangue umano era il pane quotidiano, e le coltellate alle spalle non si risparmiavano, era tremendamente sciocco, o forse una buona difesa psicologica. Rimaneva comunque il fatto che Cyaran comprendesse a pieno il suo punto di vista, in un certo senso, ed ecco il senso di quella reazione; lui era sempre stato schivo riguardo quel genere di credenze, e persino la sua precedente battuta non era mirata ad incutere alcun genere di timore nella donna, dato che comunque era praticamente certo che parole del genere non avrebbero sortito alcun effetto nei suoi confronti, mica era uno di quei pupazzetti in armatura dorata dell'impero.
Cyaran però c'era cresciuto, ed in un certo senso ci sguazzava proprio dentro, inoltre non era stato nemmeno raro per lui prendere parte a qualcuno dei rituali della madre. L'evidenza è quella cosa che si frappone indelebile fra lo scetticismo e la fede, che li separa per sempre, e quando il muro dell'evidenza si palesa, la fede si perde, perché si comincia ad aver timore di quei grandi dei che danno segno della loro esistenza, oppure si accetta, come nel caso di Cyaran, in maniera passiva-attiva di proseguire su un cammino del tutto parallelo a quello della fede.

Secca, rapida e concisa nelle sue parole. Il tono piatto che gli rivolse gli fece pensare immediatamente che, in un qualche modo, quella donna fosse sta addestrata in maniera para-militare, non solo nel combattimento ma anche nei modi di fare. «Uhm...» mugugnò per qualche istante, mentre le braccia rimanevano serrate sulla pelle delle protezioni che portava al petto. «Caspita, credo proprio che non sia venuta proprio nel posto più adatto per cercare una scorta» cominciò a dire, mentre con fare del tutto naturale spostava il peso del proprio corpo, spostandosi da una gamba all'altra, quasi avesse cominciato a giocare, dondolandosi a 'mo di bambino. «Io avrei chiesto ad uno dei figli di Naga, se avessi avuto bisogno di una guida per la foresta, loro sì che la conoscono molto bene» anche se, era quasi del tutto possibile che uno dei devoti alla dea serpe non avrebbero accettato di scortare una donna sconosciuta ed armata nel centro più fitto della loro foresta, senza assicurarsi che questa non avesse motivi più che validi dietro.

Cyaran non nascondeva mai la sua curiosità, men che meno in quel caso, e certamente per quanto quella donna avrebbe potuto infastidirsi nel sentirsi ribattere e porre tutte queste domande, avrebbe dovuto ammettere che la sua figura avrebbe destato i sospetti di chiunque, assicurandosi di porsi agli altri in maniera più anonima, ma magari non era mai stato il suo intento, e questo Cyaran cominciava a crederlo vero.
Scostò con una mano il cappuccio dal suo capo, passando la mano fra i capelli scuri, quasi se ne fosse dimenticato, ma indossarlo per lui era diventato quasi la normalità, specialmente quando in città preferiva non incrociare direttamente lo sguardo di nessuno, evitando melodrammatiche scenette da tragedia di fondo. Il suo sguardo, sottile, le sue iridi color del fuoco liquido, adesso erano scoperte e sembravano seguire lo stesso sorriso indisponente che si dipingeva sul resto del suo volto «Il mio nome?» domandò. Ma se lo ricordava ancora da quanto tempo non pronunciava il suo nome per presentarsi? No, probabilmente no, visto che quella cosa era capitata talmente di rado nella sua esistenza che se non fosse stato il suo nome, a quest'ora lo avrebbe già dimenticato. «Cyaran, il mio nome è Cyaran» rispose, e nessun bambino piane, nessun palazzo crollò e uccelli morti non cominciarono a cadere dal cielo. Un sollievo. Quanto lo faceva ridere quella cosa. «E, comunque, se proprio avete voglia di sfidare la morte, addentrandovi nel fitto della foresta, io posso condurvici» disse, così, senza apparente motivo di doversi proporre come sua scorta, ed alla fin fine non era proprio sicuro che sarebbe stato una guardi del corpo; la donna gli sembrava abbastanza furba da comprendere il livello di difficoltà e pericolo che le ombre dei grandi alberi e le ampie paludi della foresta potevano nascondere

«Allora, quale prova devo superare per avere questo onore?» domandò, fermandosi solo in quel momento dal continuo gioco di movimenti che aveva preso a fare poco tempo prima. Indietro doveva tornarci, questo era ovvio, che lo avesse fatto portandosi dietro una tizia armata non era un problema, inoltre non l'avrebbe di certo condotta a casa sua, per quanto "il fitto della foresta" era un luogo davvero molto imprecisato, magari Camilla aveva solamente voglia di osservare uno di quei vecchi monumenti ricoperti di muschio e erosi dal tempo che si potevano osservare se l'occhio sapeva dove guardare.

☆ Son Of A bWitch

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on era un discorso che avrebbe avuto lunga vita quello riguardante il destino delle figlie della dea serpente. Aveva sentito, come aveva udito l'urlo del drago e delle vite spente, per utilizzare un termine paradossale, dalle sue fiamme infernali. La voce, che ormai voce più non era ma che era già diventata storia, era certamente corsa rapida per tutta la paludosa foresta di Sumadea prima che nel resto delle terre di Kalendor; il fatto non gli era passato davanti lasciandolo insensibile alla causa delle guerriere, tantomeno con quell'affermazione aveva preteso di portare all'attenzione un argomento scottante, semplicemente, come per il resto di ciò che gli accadeva attorno, come aveva sempre fatto, Cyaran preferiva non immischiarsi più del dovuto in faccende che non lo riguardavano direttamente, di certo non avrebbe avuto alcun motivo di aggiungersi alla causa delle Naga.
Fece spallucce, lasciando che le parole dette poco prima da entrambi scivolassero nel nulla, come mai dette, visto che non era il tempo di lunghe discussioni, e Cyaran cominciava ad essere incuriosito dal perché Camilla volesse proseguire decisa com'era per quella spedizione; in quel momento poi gli venne in mente di chiedersi il perché una donna dall'aspetto e dall'abbigliamento così particolare non si fosse portata dietro una sua scorta personale. Lui, nella sua vita, non aveva avuto modo di vedere tantissime persone ricche o nobili, ma a parer suo sembrava che la donna non fosse una viandante sprovveduta.

Non fece alcuna domanda, comunque. Non ne ebbe nemmeno il tempo. Camilla si era già mossa, lasciandolo in un certo senso interdetto, tanto che il suo sguardo si fece leggermente più grande, sbattendo più volte le palpebre. Davvero voleva combattere? Non che ritenesse lei incapace di affrontarlo, vista anche la posa che aveva assunto fronteggiandolo. Sul suo viso tornò a dipingersi rapidamente un sorriso, più furbo del precedente, come quello di un bambino che sta macchinando uno scherzo memorabile, un sorriso da monello.
-Prova a mettermi in difficoltà Cyaran.-
Lo aveva sfidato, e sapeva bene cosa faceva, non solo, sapeva bene anche cosa voleva dal suo sfidante. Il fatto che avesse deciso di non attaccare permise, per un attimo, al ragazzo di osservare il modo elegante in cui la donna si poneva in combattimento, apparendo persino più posata di quando si teneva in posizione neutra. Affascinante, dovette ammetterlo, era un caso più unico che raro, la maggior parte di quelli contro cui aveva combattuto, eliminando le bestie, erano soldatini o energumeni e rozzi, niente di paragonabile a ciò che stava guardando.

-Fase di ATTACCO-
«Oh, di solito si paga per gli spettacoli, ma oggi non c'è nemmeno il pubblico» disse, continuando a scherzare mentre allargava per un secondo le braccia, portandole rapidamente dietro la cappa corta di pelliccia che gli copriva la schiena, tirandone fuori due lame corte da combattimento.
[Rapido: Equip. Arma Leggera Classe I + Arma Leggera Classe I (Pass. Dual Wield)

Per un istante, mentre osservava Camilla, pensò che sua madre gli aveva sempre detto di non attaccare brighe con la gente del villaggio, ma visto che la donna tecnicamente non era una cittadina del villaggio poteva andare, no?
Con fare rapito, senza staccare lo sguardo da quello di lei, si mise in posizione di combattimento, e si dispiacque forse un pochino di non poter regalare una posa aggraziata e dedita al combattimento nobile come quello che la sua sfidante gli aveva offerto, ma lui era cresciuto nella giungla e la parte ferale del suo animo era venuta fuori maggiormente nelle situazioni in cui si era ritrovato a combattere. Quando si a che fare regolarmente con l'istinto feroce delle belve assassine della foresta, la legge dice che bisogna capire il proprio nemico per sconfiggerlo, ed era proprio per quel motivo che Cyaran aveva imparato a combattere con l'intelletto di un essere umano e l'istinto di una fiera.
Abbassandosi quindi sulle proprie gambe, piegando lievemente le ginocchia, portò in avanti le braccia, ponendo le due lame in orizzontale davanti a sé, in una posizione simile a quella di un felino possente pronto alla caccia.
[Stance: Catlike]

Stance: Catlike - Migliorando la propria agilità con questa stance, l'utilizzatore è in grado di muoversi molto rapidamente portando a 10 i metri percorribili senza costo.

Si mosse, rapido, quasi balzando come un gatto, indietreggiando per acquistare spazio e vantaggio nel combattimento.
[Spostamento: (10m) da J8 a N8]
vista la posa che dimostrava nel combattere la sua avversaria, Cyaran decise di fronteggiarla a modo suo, senza rischiare di approcciare con la sua spada. Mentre le piante dei suoi piedi toccavano terra ed il suo corpo attutiva la veloce camminata ripiegandosi ancora sulle ginocchia, nel corpo del ragazzo cominciò a fluire il chakra, cominciò a farlo scorrere libero, come piaceva a lui, lasciando che si mischiasse all'adrenalina ed iniziasse a fargli percepire un leggero formicolio sulla pelle. La lama che impugnava nella mano destra ricevette una piccola rotazione, portandosi in procinto di essere utilizzata come arma da lancio, mentre saldamente veniva ancorata alla mano del suo padrone, per tornare indietro una volta terminato il suo compito da sicario. Con un rapido movimento del polso, in fine, l'arma venne lasciata apparentemente libera di correre in direzione del suo bersaglio puntandola in linea retta.
[Rapido - Action: Knife Throw + Gratuito - Action: Chakra thread]

Action: Knife Throw [Rapido] - L'utilizzatore può lanciare un'arma leggera contro un bersaglio entro un raggio di 25 metri. Action: Chakra thread [Gratuita] - L'utilizzatore può utilizzare una parte del suo chakra per legare un filo energetico all'arma lanciata, permettendo di recuperarla gratuitamente. Da applicare prima del lancio dell'arma. L'arma sarà utilizzabile durante il prossimo ATTACCO. [Chakra: 5] [Una arma per turno] [Danno: 10(Potenza) +10(Arma Leggera I) +30(pass: Rogue) = 50]

Rimase ad osservare con occhi pieni di curiosità quegli istanti, nell'attesa di scoprire come si sarebbe comportata la sua avversaria.

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on si era aspettato di vedere la sua lama ferire così facilmente la sua avversaria, certo. Cyaran aveva tenuto bene in conto che sottovalutarla non sarebbe stato per niente una mossa che avrebbe giocato a proprio favore, ed era per quel motivo che quando tirò indietro a sé la propria arma non fu particolarmente disturbato dall'aver fatto cilecca.
Quello che invece lo lasciò, da un lato, piacevolmente colpito, fu l'osservare quanto i movimenti della donna che aveva dinnanzi fossero coordinati e fluidi, quasi fosse stata portata dal vento, come se si fosse mossa nell'aria attorno a sé con una tale maestria da far sembrare tutto l'attacco diretto alla sua persona di dieci volte più lento.
Cyaran era sicuro di poter comunque contare sul fatto che ancora vi era fra di essi una distanza più che ottimale per le sue intenzioni, anche se ben presto avrebbe dovuto cambiare idea. Il suo sguardo infatti si accigliò per un istante, mentre le labbra si schiudevano lievemente colte dalla sorpresa, quando con movimenti ancora più fluidi Camilla aveva praticamente azzerato le distanze fra loro due, partendo all'attacco guidata non solo dalla sua abilità di maestra di spada, bensì anche da quello che Cyaran poté intuire distrattamente essere utilizzo di magia elementale.

Era stata velocissima, un guizzo impavido unita alla troppa sicurezza da parte sua, gli era costato un colpo che, sebbene lui non fosse da meno in velocità e riflessi, dovette prendersi in pieno. Strinse i denti ed indietreggiò appena quando la sua spalla venne ferita; non la guardò neppure, non c'era tempo, ma poté percepire un rivolo di sangue bollente scivolargli giù lungo l'avambraccio. Era stato colpito che primo.

-Fase di ATTACCO-
Dovette pensare rapidamente, più di quanto non avesse fatto nel turno precedente della battaglia. Non poteva permettersi di farsi colpire una seconda volta, specialmente se quel colpo avesse aperto ancora di più la ferita già incassata senza possibilità di scampo.
Le distanze erano ormai ovvie, il combattimento si sarebbe svolto corpo a corpo, visto che continuare ad allontanarsi da un avversario che avrebbe potuto riguadagnare terreno ed eliminare del tutto un vantaggio apparente sarebbe stata una grossa perdita di tempo e di energie.
«Caspita, non sai quanto ti invidierebbe la gente in questo momento» cominciò a dire, mentre si tirava su, assumendo la posizione eretta, più consona ad un combattimento corpo a corpo, che lo avrebbe visto ingaggiare frontalmente il suo avversario; bisognava anche saper essere versatili, e questo piccolo punto forse avrebbe potuto giocare a favore del figlio della strega se avesse saputo sfruttare bene le sue abilità. «Versare il mio sangue così facilmente sarebbe uno dei piaceri più perversi del loro cervello, immagino» c'erano delle allusioni particolarmente poco signorili in quelle parole? Può darsi, sicuramente poteva risultare sciocco da parte sua mettersi a blaterare roba del genere con un braccio ridotto al sanguinamento ed in una posizione, all'interno del combattimento, che non giocava particolarmente a suo favore. Ma Cyaran era Cyaran.
Dette quelle rapide parole, col sorriso nuovamente sulle labbra, decise che era giunto il momento di lasciare intendere a Camilla che non aveva davanti un giovane ragazzetto sprovveduto, nessuno lo aveva mai pensato fino a quel momento e non sarebbe stata una randomica forestiera a poterlo dire per prima.
Il Chakra, che fino a pochi secondi prima si era legato al palmo della sua mano per fungere da molla alla lama che aveva lanciato contro l'avversaria, si condensò nuovamente partendo dalle proprie mani ma questa volta in maniera del tutto differente. Dapprima piccole scintille, poi le fiamme arsero convogliandosi sulle lame che impugnava strette, circondandole di energia rovente e fuoco.
[Skill: Fire Touch]

Skill: Fire Touch [Gratuita] Focus: Offensiva E' possibile applicare danno di fuoco ai propri attacchi fisici durante l'ATTACCO corrente. Il danno elementale è applicato una volta per bersaglio se almeno un attacco va a segno. [Danno: +20] [Chakra: 10] [Cooldown 1 turno]

Quel tipo di tecnica magica non era una grave disobbedienza ad una delle tante promesse che aveva fatto a Shaìla. Utilizzare un elemento come il fuoco in zone come la foresta di Sumadea non era propriamente una furbata, e dovendoci passare praticamente la maggior parte della sua vita, a Cyaran era stato categoricamente proibito di esagerare ed evitare di dare fuoco alle cose, a scanso di buttare letteralmente in cenere ettari di alberi secolari solo per dare la caccia alla cena di quella sera. Ma lì, in città, contro Camilla, non c'era da preoccuparsi, inoltre le fiamme sarebbero rimaste saldamente attaccate alle suae lame, evitando di dare fuoco a qualsiasi cosa -eccetto bruciacchiare l'armatura di Camilla, o almeno così Cyaran sperava.
Era giunto il suo turno di mostrare quanto sapeva essere rapido nei suoi attacchi, e fu per quel motivo che non si lasciò andare ad ulteriori scrupoli, mentre aveva cominciato a concatenare una serie di attacchi portati con entrambe le lame, pretendendo per quel breve lasso di tempo di lasciar perdere il dolore che la spada gli aveva provocato al braccio, ancora sanguinante. Nelle sue vene arse il fuoco, il fuoco della sfida, che era fatto di una magia ben diversa da quella elementale. Quattro attacchi concatenati, che non si sarebbero fatti attendere.
[Rapido - Attacco Armi Leggere (1)] + [Rapido - Attacco Armi Leggere (2)]

[Danno (1): 10(Pot) +10(Arma Leggera I) +30(pass: Rogue) = 50] + [10 (Pot) + 10 (Arma Leggera I) + 30 (Rogue) = 50/2 = 25] = 75

[Danno (2): 10(Pot) +10(Arma Leggera I) +30(pass: Rogue) = 50] + [10 (Pot) + 10 (Arma Leggera I) + 30 (Rogue) = 50/2 = 25] = 75

Danno TOT: 75×2 = 150 (Fisico) + 20 (FUOCO)

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olpita! Un sorriso soddisfatto, quasi un ghigno sottile, si era adagiato sulle labbra del ragazzo, e non c'era nemmeno da tener conto del fatto che, dopo la prima parata abile della donna, quell'armatura di ottima fattura avesse reso quasi del tutto nulli i danni portati dalle lame di Cyaran. Non gli era interessato ferirla davvero, più che altro era ormai divenuta una questione di principio, il tacito obbiettivo a cui il giovane aveva mirato, per rendersi conto di quanto la sua abilità potesse essere efficacie anche contro un avversario ben addestrato come quello. Camilla era forte, era agile, era consapevole di essere nettamente in vantaggio rispetto alle abilità che il giovane continuava a mostrargli, sfoderando pian piano anche quelle abilità solitamente desuete.
Non aveva più parlato, la sua avversaria, lasciando che le parole si perdessero nel vento del quale lei stessa era padrona, e fu proprio quel momento che fece sorgere in Cyaran il dubbio di sapere quanto la concentrazione di Camilla fosse forte, resistente, quale addestramento duro aveva dovuto seguire la donna per possedere una tale fermezza d'animo, un compostezza glaciale.

Quando ella si avvicinò a lui ulteriormente, quasi annullando del tutto la distanza fra loro, lo sguardo di Cyaran si incastrò insistentemente in quello di lei. I suoi occhi però, nel preciso istante in cui la sua mente si rese conto che quello che stava sopraggiungendo non sarebbe stato un attacco come tutti gli altri, si sgranarono, perdendo per un istante la messa a fuoco, come catturati dal risucchio visivo di qualcosa che si stava muovendo nell'aria. E se l'aura biancastra che circondava il corpo di Camilla fu appena visibile, fioca ma densa, la sensazione che Cyaran percepì non fu per niente lieve. Quando l'alone si espanse, rinchiudendo entrambi in una zona che aveva tutto l'aspetto di un'aura di origine magica che si dipartiva da Camilla come epicentro, qualcosa sembrò per un momento bloccare il respiro nella gola di Cyaran, tanto che questo ebbe un sussulto.
Cos'era quel tipo di abilità? Il ragazzo ne disconosceva completamente l'origine, ma qualcosa di inquieto si era insinuato nella sua mente, come un tarlo fastidioso, un messaggio sinistro che presagiva solamente guai ... Il tempo di reazione e concentrazione, dovuto anche alla distanza ormai infima che li separava, era davvero poco, esiguo per pensare anche solamente di spostarsi abbastanza da sfuggire a quella sorta di incantesimo che lo stava colpendo ma che, allo stesso tempo, sembrava aver creato qualcosa di simile ad uno scambio tra lui e la sua sfidante, qualcosa di cui Cyaran però non riuscì a carpire il significato; evidentemente la volontà di Camilla era così forte da rendere quella singolarità una via che procedeva per un solo verso e che non avrebbe permesso a Cyaran di carpire nulla di nulla, se non schegge dalla natura ancora incomprensibile.
-Avanti Cyaran- la sua voce lo riportò alla realtà, mentre il suo sguardo tornava nuovamente sul suo.
-Mostrami di cosa sei davvero capace, perché non avrai più un'altra occasione-
Non rispose, rimanendo in silenzio per la prima volta durante il loro incontro/scontro, e pochi istanti dopo una forte sensazione di disagio, come se qualcosa, o qualcuno di tremendamente inquietante si fosse messo a fissarlo dall'alto. Tante erano le energie che aveva potuto saggiare durante la sua vita, seppur di giovane età, con una madre come la sua e in un paese come quello, ma di tutto ciò non riusciva ad avere piena comprensione. Il fiato cominciò a mancargli sul serio, come se il suo fisico avesse subito una pressione e dell'affaticamento fuori portata; strinse i denti senza staccare gli occhi da Camilla.


E poi, nuovamente la lama. Saettò come fosse stata la sferzata di una bufera in pieno della sua forza, percepita cento volte più veloce a causa dell'affaticamento dovuto alle abilità magiche di Camilla. Un colpo. La lama sibilò ferendo il torace di Cyaran, la debole protezione in pelle non fu abbastanza resistente da proteggerlo adeguatamente da quel colpo e si lacerò persino in alcune parti.
Il Dolore. Il dolore che si fece spazio nell'animo del ragazzo fu qualcosa che non avrebbe saputo descrivere con parole, qualcosa aveva lacerato non solo la sua pelle e la sua armatura, ma il suo spirito. La rottura che venne provocata dal colpo di Camilla parve però aver risvegliato qualcosa in Cyaran.

Camilla probabilmente, in virtù di quel collegamento stipulato dall'Alma, avrebbe potuto leggere come un libro aperto le sensazioni di lui, che non erano protette da alcun muro, che erano solite divampare sempre come il fuoco di un incendio che divorava l'ossigeno come un demonio affamato, e che in quel momento aveva rotto l'anello di una catena.
Se nel silenzio di quel momento un orecchio acuto si fosse messo all'erta avrebbe potuto udire il digrignare dei denti, il sapore di ossa che cozzano e si sfregano si fece spazio nella bocca del giovane, assieme al sapore ferreo del sangue che era saltato fuori dall'ultima ferita inferta.
Si mosse rapido, seguendo il movimento della lama, schivando il secondo attacco di Camilla, istintivamente, spostandosi indietro di circa cinque metri.
[Azione - Schivata - Movimento Gratuito 5m: da n8 a p8]

Atterrò, praticamente al delimitare della piazza, poggiandosi quasi sui palmi delle mani, affaticato. Quando tirò su il capo, per tornare ad osservare Camilla, qualcosa nel suo sguardo era mutato, non solo metaforicamente, ma fisicamente. Fiamme eteree sembravano aver pervaso le cavità oculari di Cyaran, il chakra si era condensato, assumendo le sembianze di fuoco, nelle iridi del giovane.

[Danno Subito: 70_{(Danno Fisico)} -10_{(Armatura Classe I)} +20_{(Alma Awakening: MORTE)} = 80]

-Fase di ATTACCO-
Non vi era stata una vera e propria perdita di controllo da parte sua, in realtà non sapeva nemmeno dire cosa realmente gli stesse capitando, e sicuramente non era il momento giusto per mettersi a pensare. Non avrebbe avuto una seconda occasione, come aveva detto Camilla, e doveva agire, anche perché la situazione era diventata alquanto critica.
Ancora una volta impugnò la lama nella mano destra con fermezza, come prima e più di prima il chakra cominciò a scorrere, attaccando per una seconda volta il proprio potere al manico dell'arma in modo da riportarla indietro al suo padrone; la lanciò, consapevole del fatto che Camilla era ben a conoscenza di quella sua abilità e che probabilmente avrebbe potuto prevedere il lancio della lama con facilità
[Rapido - Action: Knife Throw + Gratuito - Action: Chakra thread]

Action: Knife Throw [Rapido] - L'utilizzatore può lanciare un'arma leggera contro un bersaglio entro un raggio di 25 metri. Action: Chakra thread [Gratuita] - L'utilizzatore può utilizzare una parte del suo chakra per legare un filo energetico all'arma lanciata, permettendo di recuperarla gratuitamente. Da applicare prima del lancio dell'arma. L'arma sarà utilizzabile durante il prossimo ATTACCO. [Chakra: 5] [Una arma per turno] [Danno: 10(Potenza) +10(Arma Leggera I) +30(pass: Rogue) = 50 -5 (-20% danni fisici BLEED) = 45 ]

Nei momenti subito seguenti a quella mossa, in maniera molto più chiara di quanto probabilmente lo stesso Cyaran avrebbe potuto percepire, in virtù della sua esperienza con quel collegamento, Camilla avrebbe potuto quasi udire qualcosa, un vociare che non proveniva direttamente dalle labbra del suo sfidante. Qualcosa, un lamento, sembrò levarsi nell'aria, una voce poco comprensibile che sembrava incitare lo stesso Cyaran a bruciare, colpire, liberarsi.
Brucia. BRUCIA!
«BRUCIA!»
Quella lama, lanciata col preciso intento di distrarre l'attenzione di Camilla, fu l'apripista per la tecnica elementale seguente scagliata da Cyaran. Fiamme sfrigolarono lungo tutto il suo corpo, infiammando il chakra che aveva quasi preso densità simile ad un gas, fino a quando, in una raffica di colpi simile a quella che poco prima aveva portato con le lame, tre sfere di fuoco vennero lanciate in direzione di Camilla. Il palmo aperto frontalmente, la stanchezza che si faceva sentire sempre più, le ferite sanguinanti, la netta sensazione di aver perso quella battaglia.
Ma qualcosa, una resilienza fuori dall'ordinario, volle farsi strada nell'animo di Cyaran, lottando per dimostrare che non aveva ancora perso finché non era realmente finita.
[Azione - Skill: Fire Bullets + Rapido - Action: Inner Energy]

Skill: Fire Bullets [Azione] Focus: Offensiva Si scagliano tre proiettili infuocati. I proiettili possono avere bersagli diversi. Avversari colpiti da proiettili multipli potranno difendersi con una sola difesa. Danno non incrementabile da Heart of fire. Inner Energy si applica una volta se più proiettili colpiscono lo stesso avversario. [Danno x proiettile: 20] [Chakra 20] Action: Inner Energy [Rapido] E' possibile incanalare ulteriore chakra in una Skill fuoco, per renderla più devastante. L'azione costa 10 Chakra e aumenta il danno di 20. Utilizzabile solo con skill ad attacco singolo. [Danno Elementale FUOCO: 20×3(Fire Bullets) +20(Inner Energy) = 80]

I proiettili di fuoco si fecero strada, sibilando e divorando affamati l'ossigeno sulla loro strada, come se avessero avuto vita propria ed una fame spropositata.

☆ Son Of A bWitch

layout&tabella© Cyaran - roteGdR

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INVENTARIO

Armi Leggere • Light-blade Mastery • Rogue • Armi Leggere I • Stealth • Catlike • Dual Wield • Knife Throw • Chakra Thread Chakra +30 • Elusive Movement

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Disciplina/Arte • • • • • •

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orse uno degli scontri più intriganti che Cyaran aveva mai avuto l'onore di combattere. Camilla era differente da qualsiasi guerriero che avesse mai incontrato sulla su strada, e non si riferiva alle bestie o a qualche volgare cittadino di quel luogo, persino quando si era ritrovato a combattere contro qualche soldato imperiale dentro la foresta era riuscito a cavarsela più o meno bene, soprattutto senza dover ricorrere a quei trucchi che, a dirla tutta, erano un poco il suo asso nella manica. Quella donna era riuscita a tirare fuori da lui una parte che solitamente nemmeno il giovane uomo stesso amava mostrare, e che sicuramente non sarebbe stato il caso di raccontare ad anima viva, già non era visto per niente di buon occhio lì, figurarsi se qualcuno l'avesse adocchiato ad adoperare liberamente la magia, avrebbe dovuto trovare un posto nuovo dove andare a fare gli acquisti per la madre, per prima cosa.

Quell'attacco che si dipanò dal suo chakra infuocato sembrò durare secoli, e nello scambio di entità emozionali che Camilla aveva attivato grazie al suo strano e curioso potere, Cyaran provò qualcosa di incredibilmente intenso. Se da un lato l'emozione della furia e della grinta in combattimento, dell'ardore e della rabbia erano le sensazioni che giunsero alla donna in virtù del filo conduttore che aveva allacciato le due anime, nel momento esatto in cui le fiamme andarono a conflagrare sulla sagoma di lei, colpita quasi di sorpresa, lui poté percepire un ampio vuoto nello stomaco, l'abissale voragine di una sottile e trasparente lastra di ghiaccio che si incrina e si frantuma lasciando lo spazio ad un abisso di cui non si vede il fondo.
Il respiro gli venne a mancare per qualche istante, giusto il tempo necessario che gli servì per distaccare completamente la sua mente dai pensieri sconnessi che aveva fatto fino a pochi secondi prima. Chiuse gli occhi, forzandosi per un momento, strappando sé stesso alla foga del combattimento; che fosse finito o meno, il Cyaran rinvenuto nella lucidità della propria ragione non se ne accorse fin quando non percepì di poter abbassare definitivamente la guardia. Le sue iridi si spensero, letteralmente, lasciando scomparire i tizzoni ardenti che si erano incastonati fiammeggianti nelle sue orbite, ridando spazio alle pupille color ambra.

-Mi hai stupito.-
Mentre il suo respiro ritornava man mano regolare, sebbene alcune ferite stessero continuando a sanguinare visibilmente, un sorriso soddisfatto e furbo alla pari di quello di un bambino dispettoso, si tinse sul suo viso che era visibilmente stanco ma che sembrò risanarsi al solo udire quelle parole.
Le frasi che Camilla pronunciò gli lasciarono il tempo di rimettersi in piedi sulle sue gambe, adesso completamente eretto e tornato in una posizione più favorevole al dialogo che allo scambio di coltellate.
«Già...» asserì, con il tono che già tornava ad essere quello scanzonato e irriverente di prima che iniziasse il combattimento «È proprio per questo che sono ancora vivo» rise, segno che aveva davvero ritrovato i suoi standard. Ma anche se il suo tono poteva apparire scherzoso, sapeva benissimo che in quello che Camilla gli stava dicendo c'era più che un fondo di verità, realtà che aveva potuto assaggiare e provare lui stesso, sulla sua pelle; anche comportandosi da ragazzino scapestrato, Cyaran aveva bene in mente quelle poche e semplici regole che gli avevano salvato la vita più di una volta; nella foresta aveva sempre avuto la possibilità di scegliere fra due opzioni: rimanere muto e strisciante sotto le grandi radici degli alberi secolari o fare di quella giungla la sua area di rigoroso dominio; non si era mai sentito onnipotente fra gli acquitrini paludosi Cyaran, però aveva imparato che non avrebbe mai dovuto cedere alla prima difficoltà, anche perché in un posto come quello si sarebbe ritrovato morto prima del tempo, quindi era sempre un ottima motivazione per tentare il tutto e per tutto, ma come diceva Camilla c'era anche bisogno di comprendere quando era l'ora di evitare gli scontri.

Recuperò l'ampolla dalle mani della donna, accennando appena un ringraziamento con il capo, che serbò nei suoi confronti più un modo onorevole per complimentarsi delle sue abilità che altro. Lo osservò qualche istante e lo stappò, immergendo dentro la fiala un dito; dalla consistenza e dal colore ne comprese il contenuto; non era espertissimo, e a dire la verità non si era mai applicato molto quando Shaìla gli aveva insegnato a preparare cose del genere, ma dopo venticinque anni qualcosa l'aveva imparata per forza, anche i muri di quella casa avrebbero saputo distinguere a memoria un numero discreto di pozioni diverse.
Sinceramente si era quasi dimenticato che la loro lotta aveva come fine il provare la sua idoneità a fare da scorta a Camilla, tanto che dovette riconnettersi un secondo col discorso precedente, quando lei lo ritirò nuovamente in ballo. Annuì, cominciando però a domandarsi quali fossero le ragioni che l'avevano spinta a tanto.
Ovviamente fu palese che non sarebbero partiti quel giorno, anche perché Cyaran stesso, come la donna aveva appena affermato, avrebbe avuto bisogno di recuperare le forze se voleva essere in qualche modo utile a superare eventuali problemi nel fitto della foresta.

-... e devo accertarmi che il secondo membro della mia scorta arrivi qui sano e salvo-
Un'espressione interrogativa si dipinse sul viso del giovane. Un secondo membro? Di chi stava parlando Camilla? E da dove veniva questo secondo elemento della scorta? «Dei, e dovrai bucherellare anche lui o la sua prova l'ha già superata?» sarcasticamente le rivolse la domanda, non volendo davvero ricevere una risposta che non fosse necessaria, ma insinuando comunque una certa curiosità, inoccultabile, nelle proprie parole.
Dopodomani. Certo, gli sembrava più che ottimo come tempo; avrebbe comunque dovuto avvisare che sarebbe stato via ed inoltre lasciando passare qualche giorno magari le voci in città si sarebbero calmate, la gente si dimenticava in fretta dei tipi come lui.
Per la questione dell'alloggio il discorso era diverso. Avevano appena fatto un poco di confusione in una delle piazze della città, e dato che fino a poco tempo prima la gente gli urlava dietro per strada, non sarebbe stata esattamente una buona idea consigliarle di dormire in una delle locande in centro; certo non dubitava che avrebbe potuto difendersi, ma sempre meglio non rischiare di essere accoltellati nel sonno quando si può evitare, giusto?
«Se prosegui per qualche centinaio di metri ad est della città, troverai una locanda, poco frequentata e gestita da due fratelli» iniziò a spiegarle «Solitamente alloggiano lì viaggiatori e qualche monaco che preferisce non stare in città» per mille ottime ragioni «Non garantisco che dormirai benissimo, ma almeno avrai buone possibilità di svegliarti domattina» sorrise, era sincero in quello che le stava dicendo, dubitava fortemente che avrebbe trovato qualcuno disponibile ad ospitare in casa sua una straniera senza un secondo fine, per cui quella era la soluzione che gli pareva più adatta, inoltre Camilla non gli pareva il tipo che si faceva troppi problemi del genere.

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on disse nient'altro, portando semplicemente l'indice ed il medio della destra, uniti, a fare un piccolo cenno di saluto informale sopra la propria testa. Osservò la figura di Camilla allontanarsi, e mentre la sagoma della donna si faceva sempre più piccola e scompariva dietro l'angolo della strada che si perdeva fra i cupi palazzi squadrati della cittadina di Necros, Cyaran diede fiato ai propri polmoni, sospirando profondamente, ora che era nuovamente da solo.
Sorrise, con ancora gli indumenti lievemente macchiati di sangue, si rimise il cappuccio scuro in testa andando nuovamente a coprire il viso quasi del tutto, lasciando che le labbra si intravedessero in quell'espressione soddisfatta.

La luce fioca della mattina stava sfiorendo, lasciando spazio alle ore della giornata in cui il Sole amava travolgere quelle lande, sebbene filtrato delle nuvole scure, e quello era davvero segno che il ragazzo si era trattenuto in paese più del dovuto, oltretutto senza concludere nulla di quello che avrebbe dovuto fare. Beh, in qualche modo avrebbe trovato quello che Shaìla gli aveva chiesto, ma la parte migliore sarebbe stata trovare il modo di raccontare allamadre tutto quello che era accaduto e dirle che fra due giorni sarebbe partito per una missione all'interno della foresta, assoldato da una sconosciuta.

Divertente. Sparì dietro un vicolo, lasciando quel luogo che pochi minuti dopo si era già riempito nuovamente di gente; chissà se qualcuno aveva avuto modo di vedere lo scontro fra lui e Camilla, non era stato strano che nessuno si fosse avvicinato; la popolazione di quel posto non lottava nelle piazze, e se si cercava la rissa facile era meglio gettarsi in una bettola ai confini delle strade, l'aura di sacralità, sebbene dubbia, che velava quei luoghi era importante per loro, e la maggior parte preferiva accoltellare i propri nemici alle spalle, piuttosto che affrontarli a viso aperto.

- - -

In circa un'ora era tornato indietro, addentrandosi nel fitto della foresta, dove invece la luce sembrava intimidirsi così tanto da sbirciare il sottobosco quasi con paura; ma la, all'interno di quel cerchio di pietre che sembrava essere stato posto lì dalla mano dell'uomo, in una capanna malandata, trovò il rifugio migliore che conoscesse.
Entrò, facendo attenzione a fare meno rumore possibile, sembrava non vi fosse nessuno, probabilmente la madre era uscita a cercare qualcosa, ma proprio mentre saliva le scricchiolanti scalette di legno improvvisate, la voce chiara e calma della donna gli attraversò le orecchie.
«Oh, ehi, sei qui...»
Sì beh, lei c'era sempre, anche quando gli pareva di non averla vista, dopo venticinque anni quella donna era ancora capace di coglierlo di sorpresa come nessun'altro, forse perché, al suo pari ed ancor di più, conosceva il figlio come le sue tasche.
«I tuoi vestiti» aveva osservato semplicemente lei, con tono che si era improvvisamente fatto quasi apprensivo
«Ehm, sì c'è stato un piccolo problema, i soliti rompiscatole» sviò il discorso, momentaneamente, non era il momento di dirle tutto, non subito almeno, prima aveva bisogno di darsi quanto meno una ripulita e riposare il cervello quelche minuto. Ma lei incalzò, poco prima che il figlio ricominciasse a salire le scale.
«I tuoi vestiti... Sono bruciati»
«Cazzo» sibilò, roteando gli occhi al cielo; come diavolo faceva a sapere sempre tutto? Che se solo non fosse stata sua madre a quest'ora nemmeno l'avrebbe ascoltata, ma era stato lui stesso a farle una promessa.
Si sedette di fronte a lei, rinunciando definitivamente a farsi un bagno e a riposare, se non dopo aver confermato tutte le supposizioni di Shaìla. Ogni tanto doveva ricredersi e cominciare a dare ragione a quelli che la chiamavano Strega.

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