Errore di Giudizio

Il villaggio vaygr era tranquillo a quell'ora del mattino. L'aria gelida sembrava aver congelato tutto, poiché non si udiva alcun rumore. Le luci nelle case erano spente, e non si sarebbero accese tanto presto, non prima di qualche ora almeno.
La calma di quel paesaggio innevato era di una bellezza unica e chiunque lo avesse osservato non avrebbe potuto rimanerne indifferente. Riusciva a trasmettere una sensazione di pace e tranquillità che scaldava l'animo. Tuttavia per chi era abituato a vivere in un luogo del genere, quel mattino non era diverso dagli altri. Sarebbe sempre stato un gelido risveglio, in quel villaggio un po'fuori mano, quasi arroccato ai piedi di quel crinale montuoso.
La gente del posto era composta principalmente da guerrieri che passavano la giornata ad affilare le proprie armi, non perché si aspettassero un attacco, ma perché lo avevano sempre fatto e le abitudini sono dure a morire. I mercanti aspettavano il ritorno dei cacciatori che erano usciti prima dell'alba, mentre il resto della popolazione si sarebbe dedicata a semplici lavori domestici, o pregare gli antichi.
Tuttavia, nonostante l'ora, l'ultima casa del villaggio aveva la luce accesa e dal suo interno si poteva sentire un rumore ritmico e metallico. Qualcuno stava lavorando con decisione sull'incudine.
L'abitazione era quasi distaccata dalle altre, in una posizione che la rendeva come un puntino solitario lontano dal grosso del villaggio stesso. Il fumo saliva pigro dal camino e si allungava poi in una lunga striscia bianco-grigia. L'assenza di vento quel mattino faceva riecheggiare lievemente il suono del ferro battuto lungo le vie, facendolo sembrare un rumore spettrale.
Era la casa del Manto-Grigio, e a quell'ora c'era una sola persona che poteva mettersi all'opera. Sarebbe stato strano il contrario. Il casato non aveva più i fasti di un tempo e chi ne teneva le redini non sembrava ancora interessato a ripristinarne l'onore; o forse lo voleva fare in modo diverso.
Anche i più piccoli villaggi vaygr disponevano di una guardia cittadina. Purtroppo le belve che popolavano l'isola tendevano a voler dimostrare la loro supremazia sul genere umano, finendo inevitabilmente per avvicinarsi ben oltre il limite consentito ai centri abitati. Fino a quando si trattava di qualche lupo o grosso felino delle nevi sarebbe bastato anche un solo uomo, ma essendo quel villaggio così vicino alle montagne accadeva più spesso del solito di imbattersi in Griforsi, Lupostrelli e, seppur di rado, in qualche grosso Banshee.
La guardia cittadina era addestrata per tenere a bada qualsiasi minaccia, ma se questa avesse dovuto rappresentare un pericolo più arduo sarebbe bastato chiamare a raccolta i guerrieri presenti nelle abitazioni.

Einar Storvik aveva appena terminato il suo turno di guardia e si avviava con passo calmo lungo la strada principale. Era stata una notte dura, i lupi si erano spinti più vicini del solito e tenerli a bada era stata una vera seccatura. Il riposo sarebbe stato davvero meritato.
Qualcosa però attirò la sua attenzione mentre in quel freddo mattino camminava lungo la strada principale. Un rumore metallico e ritmico lo fece arrestare e tendere le orecchie per capire da dove provenisse esattamente. Non era certo un segnale di pericolo, però sentire qualcuno oltre alla guardia cittadina lavorare a quell'ora era quasi insolito.
Incuriosito e un po'perplesso Einar cominciò ad indagare sulla fonte di quel suono. La curiosità e perplessità lo avevano risvegliato e gli avevano fatto dimenticare la stanchezza accumulata durante il turno. Poteva trattarsi di qualche sentinella nemica? Tipico dei vaygr dubitare di qualunque cosa e trasformarla in una ragione per combattere, ma il guerriero si rese immediatamente conto che quello che aveva udito sembrava davvero essere il semplice battere del martello sull'incudine.
Lentamente si lasciò la strada alle spalle e dopo poco si trovò davanti alla all'abitazione del casato dei Manto-Grigio. Il ritmico martellare proveniva certamente dall'interno della casa e c'era una sola persona che poteva mettersi a lavorare a quell'ora.
Einar sorrise tra sé e sé mentre cercava di immaginarsi l'imponente figura di Marcus intento a pestare il ferro sull'incudine. Aveva sempre lavorato sodo per ridare l'onore alla sua famiglia, e da quanto gli era dato sapere era anche piuttosto bravo a combattere, anche se non lo aveva mai visto sul campo in prima persona.
Era un bravo ragazzo, nonostante da qualche tempo avessero cominciato a circolare strane voci sul suo conto. Le malelingue avevano vita difficile nella società vaygr perché o venivano immediatamente provate false o si risolvevano a colpi d'ascia. Nel caso di Marcus semplicemente non c'era stato modo di verificarle, anche perché sembravano davvero bufale messe in piedi con il solo scopo di screditare un bravo ragazzo che cercava di ridare lustro alla sua famiglia.
Era davvero solamente quello? Il giovane non era mai stato particolarmente socievole, ed anche al villaggio lo si vedeva poco. Che le voci fossero davvero fondate? Potevano esserlo?
Non poteva credere che un vaygr come lui potesse anche solo pensare di effettuare lavori di contrabbando, eppure c'era chi giurava di averlo visto assieme a degli stranieri lungo le coste sud. Doveva controllare e verificare quelle voci immediatamente.
Einar avanzò lungo la strada fino alla porta della casa e con decisione batté tre volte la grossa nocca sull'uscio.
- Marcus! - disse poi. - Sono Einar. Devo parlarti. -

L'imponente figura di Marcus apparve sull'uscio ed Einar cercò di non lasciarsi sfuggire alcun suono di sorpresa. Ricordava che il giovane avesse una corporatura robusta, ma non lo ricordava di certo così enorme.
Le case vaygr di norma avevano soffitti alti e tetti spioventi, l'arco della porta solitamente si aggirava attorno ai due metri e ora Marcus doveva quasi piegare il capo per poter accogliere il suo ospite.
Il giovane fabbro gli porse una mano ed Einar glie la strinse in risposta. Il guerriero non aveva certo una corporatura gracile considerata comunque la sua stazza, ma se messo vicino a Marcus sembrava decisamente piccolo. Tuttavia non era preoccupato dalla mole del ragazzo, poiché nonostante tutto rimaneva un ragazzo, e per quanto grande e forte non poteva certo avere una conoscenza del combattimento superiore a quella di un veterano della guardia; oppure si?
Su invito del padrone di casa Einar entrò nell'abitazione e prese posto su una delle sedie accanto al grosso tavolo. Mentre Marcus si serviva dell'acqua si sarebbe guardato attorno, cercando di trovare qualcosa che potesse essere sospetto. Oggetti fuori posto, manti o pelli disposte in modo troppo "preciso" come per coprire qualcosa di anomalo.
Invece quello che vide fu la semplice abitazione di un giovane fabbro che è intento a fare il proprio lavoro. Barre di metallo disposte in fila lungo una parete di fondo verso l'altra stanza che conduceva alla fucina, mobilio spartano come d'uso in ogni casa vaygr, niente di strano in quello che vedeva.
Stava già dubitando di lui? Dopotutto le voci erano solamente quello appunto, voci e nulla di più. Si era ridotto a credere a quelle dicerie senza fondamento senza avere alcuna prova? Anche quando aveva aperto la porta, Marcus era sembrato calmo e cordiale come si era sempre dimostrato quando qualcuno gli rivolgeva la parola. Era un dato di fatto che fosse un solitario, ma non trattava gli altri mai male quando gli rivolgevano la parola.
- Allora Einar, a cosa devo la visita? - chiese il giovane prendendo posto su una sedia a sdraio poco distante.
Quelle parole riscossero il guerriero dai suoi pensieri. Non aveva nessun motivo di dubitare di Marcus, eppure non riusciva a togliersi di dosso l'idea che quelle voci potessero essere fondate. Doveva accertarsi che non fosse così.
- Semplice curiosità. - ammise Einar cercando lo sguardo del giovane. - Terminato il turno di guardia ho sentito che qualcuno era già all'opera e così mi sono ritrovato alla tua porta. Panettieri, cacciatori e fabbri sono mattinieri, ma tu hai cominciato a lavorare prima di tutti gli altri. Commissioni urgenti suppongo... -
Non voleva avere un tono da interrogatorio, ma non era riuscito a farne a meno nell'ultima frase. No, non era li per giudicare Marcus, ma per chiedere conferma o smentita di quanto aveva sentito. Scosse la testa e proseguì.
- Ti chiedo scusa fratello... - usò una parola in dialetto nordico che poteva significare sia fratello di sangue che compagno d'armi, - ...ma ultimamente circolano strane voci sul tuo conto. C'è chi sostiene di averti visto parlare con la gente del continente, chi di aver scorto un imponente guerriero vaygr scortare degli stranieri nei nostri territori. -
Attese qualche istante prima di proseguire. Le insinuazioni che stava facendo avrebbero fatto imbestialire qualsiasi prode abitante di quell'isola, anche se per i mercanti era diverso poiché potevano commerciare anche verso il continente, con alcune restrizioni.
- Non ci sarebbe nulla di strano in questo, e per un giovane in affari come te tessere rapporti commerciali e relazionali con i paesi al di fuori del nostro gelido paradiso non possono che essere un bene, tuttavia... - cercò nuovamente lo sguardo di Marcus. - ...mi chiedo quali siano i tuoi rapporti con l'Impero. -
Insinuazioni come quelle avevano fatto scattare non poche risse nelle taverne, e per quanto Einar ritenesse l'enorme fabbro come una persona con il sale in zucca non poteva sapere se aspettarsi una reazione pacata o uno scoppio di rabbia. In ogni caso era pronto a qualunque evenienza.

Einar ascoltò attentamente quello che Marcus aveva da dire. In effetti aveva sentito anche delle voci riguardo al giovane Manto-Grigio sulla possibilità che stesse vendendo le sue armi al nemico, ma non poteva essere una voce fondata; o si?
Non sapeva chi fosse questo Larss, ma per Marcus sembrava essere stato una persona importante e quando un amico era in difficoltà chi non correva in suo aiuto? Tuttavia aiutare un traditore del popolo vaygr difficilmente poteva essere perdonato dalla comunità dei guerrieri del nord. Marcus era giovane e poteva aver commesso una sciocchezza, ma ora quello che Einar vedeva nei suoi occhi era la determinazione di chi sarebbe stato disposto a qualunque cosa pur di non abbandonare il suo amico; anche se questo avesse significato tradire la sua gente.
Se le cose stavano davvero così e il giovane fabbro semplicemente si era messo in contatto con Larss ormai passato sotto la bandiera dell'Impero non c'erano gli estremi per considerarlo a tutti gli effetti un traditore, per quanto guerrieri con meno elasticità mentale di Einar non avrebbero esitato a chiudere a chiave Marcus in una cella fino a quando non avesse confessato.
Aveva ammesso la sua colpa, se tale si poteva definire, tuttavia non c'era modo di capire se di fatto la verità fosse davvero così semplice. Se avesse invece sempre saputo che l'amico aveva voltato le spalle al suo popolo? Poteva trovare conferma di questo? Difficile.
Seppur Einar non dubitasse della sincerità di Marcus, non poteva comunque escludere che la realtà dietro le sue parole fosse ben più complicata. Che cosa doveva fare? Chiedergli maggiori chiarimenti o incalzarlo dandogli del bugiardo? Il fabbro era giovane e a quell'età cadere nella tentazione del denaro facile ottenuto da traffici illeciti. I Manto-Grigio avevano un onore da difendere e se qualcosa del genere fosse venuto a galla anche solo come semplice voce di corridoio sarebbe stata la rovina per la famiglia.
No, capiva perché Marcus avesse agito in quel modo facendo da garante per il suo vecchio amico nonostante questo avesse deciso di cambiare vita. Poteva forse condannarlo per quello? Lui no, ma se a fargli quelle domande fosse stato qualcun altro, qualcuno di meno comprensivo di Einar, la situazione si sarebbe complicata immediatamente.
Se qualcosa del genere si fosse realmente concretizzato, ce l'avrebbe fatta il giovane ad uscirne vivo? Non lo aveva mai visto combattere, seppur aveva frequentato il periodo di leva obbligatoria per la difesa del villaggio. Qual'era la possibilità che quel giovane riuscisse a sopravvivere in un mondo duro come quello in cui vivevano ora?
Einar si alzò e si diresse verso la porta senza guardare Marcus.
- Prendi l'armatura e la tua arma migliore. - disse aprendo l'uscio. - Ti aspetto fuori. - poi sarebbe uscito.

All'esterno dell'abitazione del fabbro, Einar si preparava ad affrontare il combattimento. Lo scudo rotondo giaceva ai suoi piedi mentre controllava che le cinghie di cuoio per la sicurezza fossero abbastanza strette, mentre la spada nel fodero al suo fianco batteva contro l'armatura leggera del guerriero.
Quando Marcus si fosse avvicinato finalmente Einar lo avrebbe guardato e gli avrebbe spiegato la situazione.
- Capisco le tue motivazioni per aiutare un amico in difficoltà, tuttavia prestare aiuto a degli stranieri possibilmente affiliati all'impero è qualcosa che i vaygr non possono tollerare. - cominciò con tono duro. - Se avessi trovato davanti a te qualcuno più ligio al dovere di me, ora saresti già tra le sbarre anche solo per il semplice sospetto nei tuoi confronti. -
Detto questo avrebbe preso lo scudo da terra e se lo sarebbe messo al braccio come protezione e lentamente avrebbe estratto la spada corta dal fodero con un lieve stridio.
[Rapido - Equip. Arma Bianca Classe I]
[Rapido - Equip. Scudo Classe I]
La sua postura difensiva aveva numerose lacune, ma non aveva intenzione di combattere troppo seriamente. Il suo scopo non era quello di far stancare l'enorme fabbro, quanto quello di verificare la sua abilità con le armi.
- Avanti, mostrami quello che sai fare Marcus Mato-Grigio. - disse infine. - Dimostrami che sei un prode guerriero vaygr e che difendi il tuo onore con le armi. -
Non avrebbe ammesso davanti al giovane che lo stava provocando volontariamente. Voleva capire come avrebbe reagito, pensando di essere in trappola e se sarebbe stato in grado di difendersi nel modo migliore.

Marcus si era armato e si era presentato fuori dall'abitazione come gli era stato richiesto. Einar non nutriva dubbi che avrebbe fatto quello che doveva, e il suo scopo era appunto quello di testarlo, mettere alla prova la sua determinazione e dedizione.
Il giovane aveva raccolto una corazza piuttosto rozza e per nulla all'altezza del duello che si apprestava ad affrontare; che si ritenesse abbastanza forte da poter mettere in difficoltà una guardia cittadina senza rischiare di essere colpito? O forse quella era l'unica armatura sulla quale potesse contare? Se così fosse stato allora come avrebbe potuto farcela in un mondo duro e difficile come quello in cui vivevano?
Marcus aveva poi preso lo spadone e lo aveva sollevato avvicinandosi tanto rapidamente quando la sua mole gli consentisse in quella neve. Einar si sarebbe aspettato di ricevere un fendente ed era già pronto a reagire, ma invece il giovane lo aveva apostrofato affermando che sapeva qual'era il suo valore, ma che se davvero voleva combattere allora avrebbe dovuto fare lui la prima mossa.
- Non è solo il tuo valore che voglio misurare, ma anche la tua determinazione. - rispose Einar.
Il fabbro era giovane, ma scaltro. Non voleva rischiare di scoprirsi, ma la guardia cittadina aveva più esperienza di lui nel combattimento e questo avrebbe potuto giocare a suo sfavore.
Anche l'imponente mole del Manto-Grigio avrebbe giocato un ruolo importante in quello scambio di stoccate che si sarebbe susseguito di li a poco. Einar aveva una figura più fine e, per quanto muscolosa, agile rispetto a quella specie di montagna semovente che rappresentava il fabbro.

Non c'era necessità di muoversi, l'avversario era stato così gentile da entrare spontaneamente nel suo raggio di azione, così Einar ne approfittò per menare due rapidi fendenti al busto dell'imponente uomo che gli stava davanti.
Il primo attacco era portato dal destra verso sinistra mirando al busto, mentre il secondo aveva la direzione inversa, ma con il medesimo bersaglio.
[Rapido - Attaco Fisico]
[Rapido - Attacco Fisico]



Poi conscio di essere nell'area di minaccia dell'avversario sarebbe arretrato di alcuni passi, cercando di mantenere una distanza di sicurezza, ma non essere troppo lontano.
[Movimento Gratuito 5m: L7 - N7]
Non disse nulla. Non ce n'era bisogno. A parlare avrebbero pensato le loro lame.

Marcus aveva abilmente schivato uno dei fendenti, mentre l'altro era andato ad impattare contro l'armatura, causandogli qualche ferita a giudicare dalla sua espressione crucciata. Che si fosse aspettato di riuscire ad evitare così facilmente i colpi della guardia?
Nonostante tutto sembrava comunque essere più determinato rispetto a prima, ma ancora non voleva scoprirsi. Aveva perfino adottato una posizione difensiva a guardia alta, che sicuramente gli avrebbe permesso di reagire più rapidamente agli attacchi di Einar.
Improvvisamente l'espressione di Marcus cambiò, passando da attenta e riflessiva, ad un sorriso compiaciuto. Che cosa stava accadendo? Riusciva a ridere sul campo di battaglia con quella facilità?
Senza particolare preavviso una saetta, generata sicuramente grazie all'affinità elementale del gigante con quell'elemento, balenò nell'aria andando a colpire Einar in pieno petto, sbalzandolo indietro e facendolo cadere in ginocchio sulla neve.
Era stato un attacco decisamente inaspettato, ma aveva permesso alla guardia di comprendere meglio le abilità di chi aveva davanti. Non aveva ancora avuto modo di saggiare la sua potenza con lo spadone che ora teneva davanti a sé in posizione difensiva, ma il fatto che potesse generare delle scariche elettriche di quella intensità lo metteva in allerta.
Doveva tenerlo occupato, o meglio, impedirgli di continuare a ricorrere a quel genere di attacchi, o quell'amichevole duello non sarebbe durato ancora a lungo.

Einar si rimise in piedi e si aggiustò lo scudo al braccio. Era fortunato che quella protezione fosse stata fatta di legno e non di qualche lega in grado di condurre l'elettricità.
Valutò la situazione. La distanza non era eccessiva e sarebbe riuscito a colmarla facilmente, ma una volta a distanza ravvicinata sarebbe riuscito a colpire Marcus abbastanza forte da farlo desistere dal chiudersi a riccio come aveva fatto fino ad ora? Che dovesse colpire con più forza? No, non sarebbe stato necessario; almeno sperava.
Senza troppo preavviso Einar scattò in avanti riportandosi a corpo a corpo con il gigante.
[Movimento Gratuito 5m: N7 - L7]
Con un movimento rapido della mano finse un fendente, ma poi ruotò improvvisamente cercando di colpire Marcus con il proprio scudo.
[Azione - Shield Bash]

Lo scopo di quell'attacco non era tanto quello di arrecare danno, quanto cercare di stordire l'avversario e lasciarlo così debole e vulnerabile al successivo attacco.
Senza perdere tempo avrebbe poi colpito il terreno con la punta della spada e poi avrebbe indicato il petto dell'uomo che gli stava davanti. In pochi istanti dal punto in cui Einar aveva toccato la neve si sarebbe sollevata una colonna di roccia che si sarebbe diretta contro l'enorme vaygr cercando di ferirlo e respingerlo di almeno cinque metri indietro.
[Rapido - Earth Pillar] [Spostamento di Marcus: K7 - J7]


La guardia avrebbe infine guardato serio Marcus. Si era aspettato ben di più da uno dei Manto-Grigio. Era tutta li la sua grinta e ferocia? Che si fosse ritirato a vita da civile per mascherare il fatto di essere un inetto nel combattimento?
No, Einar non lo credeva possibile.
- I miei colpi non caleranno d'intensità o forza con il proseguire di questo scontro. - disse rivolgendosi direttamente al gigante. - Se intendi perseguire i tuoi obiettivi, qualunque essi siano, con la determinazione che stai dimostrando ora...beh...non farai molta strada. -
Lo stava volutamente provocando. Voleva una sua reazione. Voleva vedere la vera forza che si celava in quel ragazzo.

L'assalto di Einar era andato a segno. Nonostante Marcus avesse provato ad alzare lo spadone per prevenire il colpo con lo scudo, non era riuscito ad evitarlo completamente. La guardia era riuscita a farlo scivolare abilmente oltre la guardia, colpendo il gigante ad una tempia, lasciandolo stordito e barcollante.
Il pilastro di terra aveva fatto il resto, ferendolo e respingendolo all'indietro. Era stata una buona combinazione di attacchi e aveva portato in vantaggio Einar, tuttavia Marcus non sembrava intenzionato a demordere nonostante i colpi subiti.
Era esattamente quello che la guardia cittadina sperava. Lo aveva messo alle strette, costringendolo a reagire, e presto avrebbe potuto vedere quell'uomo, quel prode vaygr al massimo delle sue potenzialità. Solo allora sarebbe riuscito a giudicarlo.
Un uomo era tale solo quando proteggeva i suoi ideali e principi con qualsiasi mezzo.

Inaspettatamente Marcus si era riavvicinato portandosi a contatto con Einar, senza tuttavia provare a colpire. Sicuramente doveva avere una strategia per esporsi così facilmente, ma si poteva dire altrettanto della guardia, che aveva dalla sua parte anni di esperienza nel combattimento.
Lo avrebbe incalzato ancora, provando a ferirlo in modo più grave. Le bestie ferite e all'angolo spesso tiravano fuori gli artigli e si rendevano in grado di compiere azioni che altrimenti non sarebbero riuscite a fare. La forza della disperazione.
No, non sarebbe servito arrivare a tanto; lo sguardo del giovane fabbro era già cambiato dopo il colpo subito in precedenza, ma di certo Einar non avrebbe allentato la presa su quella situazione.
Senza preavviso la guardia alzò la spada e portò un fendente dall'alto verso il basso, potenziandolo con un po'di chakra per rendere quel colpo ancora più insidioso.
[Azione - Power Slash]



Al termine di quell'attacco avrebbe ritratto il braccio e dandosi uno slancio in avanti avrebbe provato a portare un secondo attacco in affondo. Sarebbe rimasto esposto e vulnerabile, ma se quel colpo fosse andato a segno sarebbe stato ben più minaccioso del precedente.
[Rapido - Affondo]
[Rapido - Attacco Fisico]



Come avrebbe reagito Marcus a quella rapida sequela di attacchi? Sarebbe riuscito ad evitare entrambi? Altrimenti cosa avrebbe scelto di parare, se ci fosse riuscito? Entrambi erano stati assalti insidiosi e mirati a non lasciargli scampo.

Il primo colpo portato da Einar era andato a segno, mentre il secondo era stato abilmente evitato. Il ragazzo era abile, aveva delle buone basi di combattimento, ma peccava ancora di esperienza sul campo. Era facile addestrarsi con i manichini, che non reagivano e non pensavano; combattere persone in carne ed ossa era assai diverso. Questo stava cercando di insegnarli Einar, mentre valutava la sua determinazione.
Con l'affondo tuttavia la guardia era rimasta esposta, e Marcus non si era lasciato sfuggire quell'opportunità. Con decisione aveva sollevato la sua arma fin sopra il capo e poi l'aveva abbassata con forza. Einar si sarebbe aspettato di sentire lo spadone impattare contro la sua armatura, invece questo si piantò a terra sollevando la neve e creando un buco grande quanto un pugno.
L'onda d'urto e il pietrisco sollevato dall'impatto fecero indietreggiare la guardia di qualche passo, non riuscendo comunque a fare altro che sollevare le braccia per impedire ai detriti di colpirlo al volto.
Einar aveva incassato un buon colpo questa volta, ma era ancora lontano dal potersi definire in pericolo. Inoltre non era ancora soddisfatto di quanto gli stava dimostrando il giovane Manto-Grigio.
Aveva dato prova della sua forza, ma solo quando era stato messo davvero alle strette. Doveva essere in grado di difendere i suoi ideali anche senza essere messo all'angolo, perché i pericoli maggiori spesso provenivano da dove non si era in grado di vederli.

Una cosa era certa, doveva mettere un po'di distanza tra sé e l'avversario o i prossimi colpi gli avrebbero fatto davvero male.
Approfittò della nuvola di terra e neve che si era sollevata per indietreggiare di una decina di metri. Sapeva che il giovane disponeva di buone capacità di attacco elementale, ma non gli avrebbe permesso di incalzarlo su quel fronte, non per ora almeno.
[Movimento Gratuito 5m: L7 - N7]
[Rapido - Movimento Extra 5m: N7 - P7]
Dalla distanza di sicurezza osservò la situazione per qualche istante. Sapeva che Marcus era abile sie nel corpo a corpo che dagli attacchi elementali a distanza, come gli aveva dimostrato in precedenza. Poteva davvero impedirgli di incalzarlo dalla distanza?
Einar era svantaggiato in quel frangente, poiché non aveva possibilità di colpire dalla distanza, poiché basava il suo stile di combattimento sugli attacchi ravvicinati ed insidiosi di spada.
Tuttavia, se non poteva ferirlo, almeno poteva cercare di intrappolarlo.
[Azione - Sinkhole]

Come in precedenza Einar alzò la spada al cielo e poi la piantò con forza nel terreno. All'inizio non accadde nulla, poi lentamente la terra sotto i piedi di Marcus e in un'area di circa sette metri attorno a lui prese a collassare rapidamente.
Einar era abbastanza sicuro di riuscire ad intrappolare il giovane Manto-Grigio e porre così fine a quello scontro, tuttavia non era da escludere che quel ragazzo avesse ancora qualche asso nella manica.
- Direi che può bastare. - disse infine la guardia.
Voleva chiudere li. Non avrebbe provato ad infierire sul giovane, a meno che questo non avesse deciso di voler continuare a battersi.
- La forza non basta a superare gli ostacoli, per quello serve la strategia. -

Marcus alla fine si era arreso, evidentemente conscio di aver trovato davanti a sé un avversario che non poteva battere; non con le sue forze attuali almeno.
Einar da parte sua aveva visto ciò che voleva vedere. Il giovane aveva del potenziale, era davvero un ottimo guerriero e in grado di badare a sé stesso su quel fronte, ma sarebbe stato altrettanto in grado di rimanere "puro" nello spirito? Qualunque fosse la motivazione che lo spingeva a combattere era certo determinato, ma sarebbe riuscito a mantenere quella determinazione se avesse scoperto di servire una causa sbagliata? Le menti giovani spesso non riuscivano a comprendere la sottile differenza che c'era tra il bene e il male.
"Tuttavia devono imparare a cadere e rialzarsi con le loro sole forze." pensò mentre guardava il giovane Manto-Grigio risalire dalla fossa in cui Einar l'aveva spedito.
- Devi ammettere però che per non essere un militare, non me la cavo male! - disse Marcus.
- Hai combattuto come un vero figlio dei Vaygr, e questo mi basta. - rispose la guardia senza sorridere.
Rinfoderò infine l'arma e agganciò il suo scudo alla cintura. Poi con calma si avvicinò al ragazzo. Avrebbe voluto battergli una mano sulla spalla, ma la statura del Manto-Grigio glie lo impediva, così si limitò a battere la mano sul petto.
Anche se avesse provato a scoprire di più riguardo alle voci sul conto di Marcus o di eventuali sue collaborazioni "poco raccomandabili" non avrebbe potuto farci molto. Certo, lo avrebbe potuto arrestare per cospirazione, ma a cosa sarebbe servito? No, il ragazzo doveva imparare da solo a fare i propri errori, ma lui lo avrebbe osservato attentamente. Lo avrebbe tenuto sotto controllo per evitare che facesse qualche stupidaggine e si ficcasse in un guaio troppo grosso.
- Non indagherò oltre. - disse poi. - La tua determinazione mi spinge a credere che non cambieresti idea facilmente, tuttavia cerca di essere discreto in qualunque cosa tu faccia. -
Si voltò e cominciò a camminare verso la caserma.
- Se ci dovessimo incontrare nuovamente a causa di voci sul tuo conto, dovrò arrestarti. - concluse allontanandosi.
Lentamente il giorno avrebbe preso il sopravvento sulla mattina, e la gente del villaggio avrebbe cominciato a uscire, lavorare e occupare le vie e i locali. Per molti quella sarebbe stata una giornata come le altre, ma non per Marcus. Quella giornata avrebbe segnato l'inizio della sua avventura, il suo primo passo come uomo, e non più come ragazzo, nel mondo di Kalendor.