[ARENA] Ukon Rejus vs Asker Breda

Un urlo roco e profondo riecheggiava tra gli spalti di quell’arena. Il grido adrenalinico e furente appartenente ad un pazzo esaltato che stava dando sfogo a tutta la tensione accumulata in corpo. Gli schizzi di sangue del nemico appena massacrato di botte gli coprivano viso e corpo. La vista di quel rosso lo mandava in estasi. Era arrivato persino a buttare lo scudo e l’ascia per terra per alzare le braccia al cielo e godersi gli incitamenti e gli insulti della folla. Il pubblico infatti sembrava diviso: se per alcuni era stato uno spettacolo avvincente, come pochi se ne vedono, per altri era stato uno spettacolo indecente, una manifestazione di brutalità gratuita di cui si poteva far volentieri a meno. Avete capito chi era quell’urlatore dall’ego smisurato? Ebbene sì, proprio lui, il nostro Ukon.

[…]

Era giunto a Niethlung circa una settimana fa con l’intento di fare provviste e ripartire il prima possibile verso Haven. A Niethlung, a differenza di Vaygrjord, la presenza dell’Impero era ben palpabile nonostante gli usi e costumi della gente fossero apparentemente quelli di sempre. Tuttavia i Sàga, i suoi abitanti, avevano perso parzialmente quell’atteggiamento ribelle e guerrafondaio che li contraddistingueva, sebbene formalmente si professassero oppositori commerciali dell’Impero. Ukon questo genere di opposizioni non le capiva proprio. Per lui opporsi a qualcuno significava riempirlo di botte e riappropriarsi di ciò che spetta. Era tremendamente incazzato nel constatare come i suoi fratelli varyag si stessero progressivamente dimenticando delle proprie origini guerriere. Di questo passo, nel giro di qualche generazione, si sarebbero completamente distaccati dal loro antico substrato culturale che li aveva resi uomini liberi e che aveva reso grande e temuta la propria regione.

Tuttavia almeno una cosa giusta sembravano averla fatta gli imperiali. A Niethlung avevano infatti creato una gigantesca arena per permettere ai Sàga e a qualsiasi forestiero di sfogarsi l’uno contro l’altro, mantenendo così inalterata la lunga tradizione belligerante che scorreva nelle loro vene. Ukon lo considerava solo come uno stupido contentino da parte dell’Impero, ma d’altro canto non disdegnava nell’esibirsi davanti a tutti. Il suo ego ne avrebbe tratto nutrimento. E poi chissà mai che pestando qualche capoccia sarebbe riuscito a ridare il senno a quegli smidollati che avevano smesso di impugnare le armi contro gli imperiali. Doveva ricordargli chi erano e quale fosse il loro glorioso barbaro passato.

[…]

SIETE LA VERGOGNA DEI NOSTRI AVI!

Ruggiva rabbiosamente verso il pubblico composto in parte anche dai Sàga. Di fatto erano sette giorni di fila che combatteva in quell’arena: aveva bisogno di sfogare le proprie frustrazioni e poi combattere lo aiutava a pensare. L’incontro con il Drago, l’arrivo alla Necropoli, il compagno di caccia di una vita Brann abbandonato al suo destino, il potere ereditato dai suoi compagni caduti in guerra. Erano tutte faccende fresche intrecciatesi l’una con l’altra di cui ancora doveva trarre conclusioni.

In particolare doveva comprendere come utilizzare al meglio quel potere che gli era stato inculcato nel corpo dall’arcano rituale di Roy Xing. Per ora sapeva solamente che era in grado di prosciugare le energie al nemico: quando la sua ascia impattava contro uno sventurato era come se riuscisse a lacerargli non solo la carne, ma anche l’anima. Tuttavia sino ad ora non aveva avuto bisogno di attingere a quel potere. Bensì gli era bastata la forza bruta dei suoi mastodontici bicipiti uniti al peso della sua enorme ascia.

NON ERA FORSE QUESTO CIO' CHE VOLEVATE!?

Gridava platealmente con le braccia aperte quasi volesse sfidare anche il pubblico. Quando si era presentato il primo giorno in quell’arena gli avevano detto che inizialmente lo avrebbero messo contro i novizi per comprendere il suo livello. Inutile dirvi che Ukon aveva fatto piazza pulita degli avversari, tramortendoli con una furia inaudita, tanto che più di una volta aveva ricevuto ammonimenti da arbitri ed organizzatori. La sua foga e la sua bestialità divenivano particolarmente incontenibili quando davanti a se aveva un altro varyag: sembravano essersi rammolliti, in pochi anni avevano perso l’accanimento che li contraddistingueva, brutalità che invece Ukon aveva accresciuto spropositatamente. Colpendoli senza pietà credeva che avrebbero ritrovato l’onore guerriero che avevano perduto.

Quelle manifestazioni sanguinarie però non sempre venivano apprezzate dal pubblico promiscuo, in cui figuravano non solo varyag purosangue ma anche stranieri non abituati a quelle scene di violenza, così come donne e bambini. Anche perché Ukon era un macellaio: tre giorni fa aveva spaccato la clavicola ad un giovane ragazzo, ieri aveva colpito più volte con la sua ascia la rotula al suo sfidante per cercare di amputargli la gamba, oggi, dopo che il suo avversario aveva dichiarato la resa, si era gettato su di lui per infierire sul suo volto a mani nude, a suon di pugni e testate.

I giudici, stanchi di un essere tanto rozzo ed incivile, avevano deciso di mettergli contro il miglior guerriero che quel giorno avevano disponibile. Dopo l’annuncio, Ukon riprese in mano scudo ed ascia per poi avanzare di qualche passo verso il centro dell’arena. Con i denti digrignati, il volto composto ad un’espressione bramosa di violenza e lo scudo ben alzato a protezione del corpo, avrebbe atteso che la sua prossima vittima si palesasse.
[RAPIDO – Equip. Arma Pesante]
[RAPIDO – Equip. Scudo]
[Stance: Armored Guard]
[Aura: Chakra Absorbtion]
[Movimento Gratuito] = 5m (da G9 a I9)

Ed eccola palesarsi la sua futura vittima. Finalmente poteva dire di aver davanti un vero guerriero, anche se non aveva per niente i tratti facciali di un vaygr. Era certamente un forestiero. Peccato, avrebbe voluto ribaltare il cervello a qualche altro Sagà rammollitosi dopo la guerra, tuttavia non avrebbe disdegnato di far conoscere la cruenta cultura barbara ad un qualche impavido avventuriero che aveva osato spingersi sino a Niethlung. E poi quell’ uomo apparentemente sembrava in gamba, sicuramente più di tutti quegli pseudo contadini che gli avevano messo davanti sino ad ora, venuti in quell’arena solo per racimolare qualche soldo e farsi belli con i propri compagni di bevuta. Era fisicamente ben messo ed aveva tirato fuori con maestria un grosso spadone. Non lo avrebbe sottovalutato, ma non lo avrebbe nemmeno risparmiato.

Quanto a quello strano animale che aveva accanto, sarebbe presto divenuto parte della sua collezione di pellame e teste da appendere. Ukon infatti riserbò uno sguardo sanguinario anche a quella creatura, per poi tornare sul suo domatore e ruggirgli in faccia.

FATTI SOTTO ALLEVATORE DI FAGIANI!

Al diavolo le galanterie, non era uno che rispettava il galateo del buon gladiatore, ma questo Asker probabilmente lo aveva già capito. Si sarebbe dunque avvicinato di un altro paio di passi, battendo dapprima l’ascia contro il proprio scudo per creare un sordo rumore metallico atto ad intimidire il proprio nemico, per poi menare un fendente a vuoto con la sua enorme ascia. Il movimento della sua arma avrebbe generato uno spostamento d’aria fredda intersa di chakra, una corrente gelida che avrebbe attraversato il duellante dalla scintillante armatura. Tale ondata avrebbe avuto lo scopo non tanto di debilitarlo fisicamente, quanto quello di lacerargli le sue energie vitali e stabilire con la sua anima una connessione.
[Movimento Gratuito]= 5m (da I9 a K9)
[AZIONE – Skill: Draining Wave]
[RAPIDO – Skill: Chakra Link]

..Vediamo quanto resisti capellone..

Pronunciò con voce roca e subdola, mentre un sorriso sadico ed arrogante si dipingeva sul suo volto. Effettivamente erano due uomini agli antipodi. Uno era un cavaliere regale, magnanime e curato. L’altro era un bruto, grezzo e scontroso barbaro. Uno aveva un’armatura più sofisticata, l’altro uno stile più rustico. Uno era pieno di capelli, l’altro un pelatone. Uno usava la spada, l’altro preferiva di gran lunga l’ascia. E a proposito di ascia, Ukon l’avrebbe alzata in maniera ben visibile davanti al suo volto, parallelamente al suolo, quasi volesse giocare a chi l’avesse più pesante. L’arma intendo. Ed avrebbe atteso in posizione difensiva gli effetti debilitanti dei suoi attacchi, con lo scudo leggermente abbassato a protezione del busto.
[Stance: Heavy Guard]
[Aura: Chakra Absorbtion]

Eh no, Ukon non si sarebbe privato del piacere di torturarvi, soprattutto visto che il combattimento in un’arena presupponeva intrattenimento e veemenza. La sua più grande soddisfazione personale era vedere la paura dipingersi sul volto dei suoi sfidanti man mano che prendevano consapevolezza di avere di fronte una macchina da guerra inarrestabile. Non c’era gusto nel trucidare un avversario in poco tempo, a meno che non se ne avesse subito un altro a portata di ascia. Soprattutto gli piaceva portare i nemici al limite delle loro forze, perché più loro si indebolivano e più lui si potenziava: questo era il tremendo potere di un Rubanime.

Forse questa spavalderia lo portò a sottovalutare la carica del presunto volatile che si avventò sul suo braccio scambiandolo per mangime.

Fanculo fagiano!

Inveì contro l'animale. La carica del facocero funse anche da diversivo per permettere al suo allevatore di sferrare un attacco a sorpresa. Ukon ne rimase sorpreso. In maniera negativa. Già, pensava che quella spada si sarebbe conficcata in profondità e invece non era nemmeno riuscita a scalfire significativamente la spessa armatura di pellame e ferro che copriva i suoi muscoli. Davvero deludente.

Eppure percepiva in lui una fonte forte ed energetica. A tal proposito andava ammesso che Asker era stato sveglio e furbo, pensando bene di allontanarsi dal pelatone per riprendersi il possesso completo della sua anima.

Mi aspettavo un vero confronto tra guerrieri, non il solito cagasotto che fugge qua e la.

Constatò amareggiato. Forse, eccetto che per l’armatura più pregiata ed il portamento un po’ più altezzoso, anche quello lì era il solito mandriano che aveva scelto di giocare a fare il guerriero invece che portare al pascolo i suoi.. fagiani?.. come soleva fare durante il resto dei suoi giorni. Sì, per la “brillante” mente di Ukon non c’erano altre soluzioni: quello doveva per forza di cose essere un allevatore, di successo probabilmente, ma pur sempre un allevatore dato che aveva portato con se un esemplare per farsi pubblicità tra i vaygr.

Se sei venuto qui solo per farti pubblicità, avresti fatto bene a restare con i tuoi fagiani a pascolare nei campi!

Disse incazzato. Difficile dire come il suo interlocutore avrebbe interpretato queste parole. In ogni caso presto avrebbe compreso che scappare sarebbe stato inutile.
[RECUPERO]

Ukon voleva fargli comprendere che qualsiasi cosa avesse fatto, sarebbe sempre stato in grado di raggiungerlo in un modo o nell’altro, per questo motivo avrebbe di nuovo mosso una grande corrente d’aria intrisa di chakra con un poderoso fendente ascendente. Il vento gelido questa volta non aveva solo lo scopo di lacerare le energie del nemico, ma anche di lacerargli le carni, tanto è vero che era mischiato a detriti di pietra. Il vento inoltre si sarebbe diretto verso Asker, ignorando completamente Rufio.
[AZIONE – Skill: Snipe]
[RAPIDO – Skill: Wind Scythe]

Fatto ciò sarebbe indietreggiato di qualche passo e sarebbe ritornato sulla difensiva, guardandosi il morso ricavato al braccio. Sgocciolavano righi di sangue. Il gallinaccio non era solo un essere da cucinare, ma rischiava di essere un ingombro se continuava ad intromettersi nel duello. Digrignò i denti, meglio distanziarsene per ora, ma si promise che gliel'avrebbe fatta pagare.
[Movimento Gratuito] = 5m (da K9 a K7)
[Stance: Heavy Guard]

Caricare a testa bassa era la sua specialità, pestare a sangue il suo piacere più grande, ciò non significava che non usasse altri metodi di tortura più subdoli e letali, soprattutto quando non poteva avere carne fresca da macello subito dopo. In questa situazione preferiva di gran lunga portare il suo nemico allo stremo delle forze, guardarlo lentamente perire ed invocare pietà una volta che si sarebbe reso conto di essere completamente impotente ed in balia di qualcuno tremendamente più spietato. Oh sì. Questo era il motivo per cui gli piacevano tanto quegli scontri nell’arena: gli permettevano in tutta tranquillità di gustarsi ogni secondo della sua superiorità, cosa assai gradita al suo smisurato ego.

Eppure il pubblico sembrò non apprezzare questa sua tattica logorante. Anzi, sembrò schierarsi apertamente dalla parte dell’allevatore, tant’è che ai fischi di quelli che lo stavano insultando sin dall’inizio per la brutale violenza mostrata contro altri avversari, si erano unite le risate di scherno di quelli che credevano ora avesse paura del suo nuovo avversario. Siamo seri, vogliamo davvero paragonare un Vaygr purosangue ad un allevatore venuto da chissà dove!? Il fatto di ritrovarsi tutti contro però lo fece indispettire non poco, tant’è che cominciò a guardarsi intorno, grugnendo e mostrando disprezzo verso quegli spettatori a suo avviso ignoranti e rammolliti.

Fanculo a voi e a..!!

Ma la distrazione gli costò caro e le spadate di Asker, piombatogli improvvisamente addosso, si schiantarono sulla spalliera in pelle d’orso dell'armatura e sull’addome. Ukon fu costretto ad indietreggiare di un paio di passi e a distendere la gamba all’indietro per non perdere l’equilibrio. Niente di troppo grave, quei colpi erano scenici, ma poco incisivi.

[RECUPERO]

Avrebbe però sfruttato questo momento di estrema vicinanza fisica per incrociare lo sguardo del rivale e guardarlo dritto nelle pupille. Asker avrebbe potuto notare la grande cicatrice che solcava il viso del nerboruto barbaro nonché la sua espressione aggrottata e furente per l’affronto appena subito.

Tu non capisci..

Gli avrebbe sibilato ostentando spavalderia e rabbia con un sorriso appena accennato.

Tra pochi minuti sarai talmente debole e sfiancato che pregherai di risparmiarmi la vita. E a quel punto, quando il tuo sguardo pietoso incontrerà i miei occhi furenti, infierirò sul tuo corpo moribondo sino a quando non esalerai l’ultimo respiro!

Roca e sommessa la sua voce, in un crescendo di violenza e tonalità. Probabilmente degli sputacchi di saliva sarebbero arrivati sin sul viso dell’arcadiano. Ukon a quel punto avrebbe cercato di colpirlo alla bocca dello stomaco con l’elsa della sua ascia, per poi effettuare l’ennesimo fendente atto a sparargli contro chakra che avrebbe lacerato la sua anima. Il suo intento sarebbe diventato molto più chiaro e limpido.
[RAPIDO – Action: Brawl] + [Passive: Draining Touch]
[AZIONE – Skill: Draining Wave]

Fatto questo si sarebbe portato quanto più vicino possibile al muro sotto gli spalti per cercare di sputare verso il pubblico. Un gesto disgustoso, ma poco gli importava avere tutti contro sin tanto che aveva un’ascia tra le sue mani.
[Movimento Gratuito] + [Aura: Go with the Flow] = 10m (da K7 a K3)

QUESTA E' LA MIA ARENA! E IO COMBATTO COME CAZZO VOGLIO!

Gli avrebbe sbraitato contro con rabbia e ferocia, per poi tornare a rivolgere la propria attenzione verso l’allevatore, fulminandolo con un'occhiata truce: gliel’avrebbe fatta pagare amaramente per avergli aizzato contro tutta la folla della sua amata terra natia.
[Stance: Heavy Guard]

Doveva riconoscerti una spiacevole qualità Asker, ossia quella di riuscire a farlo incazzare come una bestia con poche parole. Non bastava avergli aizzato contro il pubblico, adesso stavi persino denigrando le sue doti combattive. Questo era troppo: Ukon avrebbe ben accettato la tua sfida a viso aperto.

LE TUE SONO SOLAMENTE DELLE SCUSE PATETICHE PER GIUSTIFICARE LA TUA INSULSA DEBOLEZZA!

Ti avrebbe sbraitato contro, attendendo la tua avanzata per dar via al massacro finale. In effetti per Ukon sul campo di battaglia non contavano l’onore ed il rispetto, quanto piuttosto portare a casa una vittoria schiacciante con ogni mezzo possibile, anche a costo di umiliare ed annientare il proprio sfidante. Il galateo ed il risparmiare il perdente erano robe da femminuccia: Ukon avrebbe preferito morire con onore per mano di un avversario più forte invece che vivere con la vergogna di essere stato sconfitto. Pertanto non avrebbe fatto alcuno sconto all’allevatore di fagiani.

Avrebbe intercettato il primo fendente di Asker con la sua arma ma il secondo invece lo avrebbe inevitabilmente colpito tra collo e spalla, costringendolo ad emettere un grugnito di dolore vista la zona sensibile dove era stato appena ferito. E davvero dovette stringere con forza i denti per non scomporsi in un urlo di sofferenza più prolungato. La folla comunque sembrò apprezzare questo apparente cedimento del barbaro.

[RECUPERO]

Il fatto che quei rammolliti sugli spalti tifassero per un forestiero, unito alla vista del liquido rosso, lo mandarono su tutte le furie, tanto che si sarebbe avvicinato ai due sfidanti di qualche metro, portandosi esattamente nel mezzo dei due, per poi fare due giri su se stesso, menandogli contemporaneamente due fendenti ciascuno all’altezza dell’addome.
[Movimento Gratuito] = 5m (da K3 a K5)
[AZIONE+RAPIDO+RAPIDO – Skill: Decimate] + [Passive: Draining Touch]

SE TI CREDI TANTO ABILE CON LE ARMI, PROVA A FERMARE QUESTI!
[...]

Vedendo il suo avversario accasciarsi al suolo lui di certo non si sarebbe fermato, anzi, avrebbe voluto continuare ad infierire, insultando al contempo quei maiali sugli spalti a cui aveva dimostrato la letalità del sangue che gli scorreva nelle vene. Fortuna di Asker sarebbe stata che i giudici e le guardie sarebbero immediatamente intervenuti in suo soccorso mentre Ukon, caricato dalla vittoria, alzava le mani al cielo ruggendo contro il pubblico. Un pubblico confuso, che non aveva capito come mai l'arcadiano fosse caduto al primo colpo d'ascia e che allo stesso tempo si chiedeva se avrebbe dovuto accogliere Ukon come nuovo paladino dell'arena oppure continuare a fischiare quella sua bestialità ingiustificata.