[QUEST] TEMPERANZA

In attesa che la sua applicazione per entrare a far parte delle gerarchie dell’esercito imperiale venisse accettata, le avevano consigliato di tenersi pronta e di stare nei dintorni di Aethernia o Neagora. A dire il vero non aveva mai messo piede in queste due città, se non da piccola, in occasione di qualche tranquillo viaggio d’affari di suo padre. Così aveva deciso di sfruttare il tempo a sua disposizione dirigendosi proprio a Neagora, laddove, stando a ciò che le avevano detto, avrebbe potuto apprezzare gli illuminanti capolavori del progresso e della tecnologia umana. In effetti il colpo d’occhio con la città fu notevole, sebbene non fosse di suo gradimento: era una città troppo grigia e poco colorata. Poco a contatto con la natura.

Tralasciando i vari giri turistici e le varie attrazioni che ebbe modo di visitare, a colpirla particolarmente fu un bando appeso in una delle bacheche di un’osteria in cui un pomeriggio si fermò a rifocillarsi. Il mandante era l’Impero stesso.

Ottimo. Sarà la mia occasione per farmi notare come recluta e per scalare velocemente i ranghi.

Nonostante non avesse avuto esperienze lavorative a Neagora, era più che certa che dopo le disavventure passate tra i mari di Niethlung e nella giungla di Sumadea, nulla avrebbe potuto più impensierirla. Il suo recente passato da imprenditrice a capo di una compagnia medio-picola, che tra le varie cose trafficava anche pietre preziose provenienti dalle miniere di Vaygrjord, fu un punto a suo favore che le permise di accaparrarsi la commessa.

[…]

Le presentazioni erano il suo forte. Dopotutto le bastava mettersi un filo di trucco e vestiti abbastanza attillati per attirare subito l’attenzione. Il suo atteggiamento sicuro e la sua composta eleganza avrebbero fatto il resto. Per l’occasione scelse di indossare un paio di pantaloni di pelle marroni e ed una camicetta bianca abbastanza scollata sul davanti. Abiti comodi insomma. I capelli erano stati legati in una lunga treccia che le ricadeva sulla spalla, esaltandole i lineamenti del viso.

Così come la città, anche la villa del signor Tellah, per quanto maestosa ed imponente, non era di suo gradimento. Troppo pacchiana e poco elegante. Mancava decisamente un tocco femminile. E guardando le condizioni in cui versava l’anziano (per non dire antico) proprietario, non se ne stupì.

Buongiorno Monsieur Tellah. Mi chiamo Anastasya Elowhin, originaria di Venizje. Sono lieta di fare la vostra conoscenza.

Disse con voce sommessa mentre faceva un leggero inchino e sorrideva pacatamente. Evitò di nominare suo padre e il nome della sua vecchia azienda, anche perché con tutta probabilità quell’uomo non l’aveva mai sentita nominare. La sua azienda infatti dava lavoro ad una cinquantina di persone, non a migliaia.

Con galanteria si sedette su uno dei posti liberi, sorseggiando delicatamente il te dalla tazzina.

Complimenti, è squisito.

Commentò con garbo, per poi provare a capire qualcosa in più riguardo la faccenda.

Se posso permettermi Monsieur, immagino la vostra ricchezza generi molta invidia e faccia gola, soprattutto tra i vostri competitor commerciali. Sospettate per caso che qualcuno in particolare possa essere interessato a spodestarvi dei vostri averi e della vostra influenza? Quando si tratta di danaro, le persone diventano avide e sono capaci di doppiogiochismi impensabili..

Ne sapeva qualcosa lei, tradita da una persona che reputava vicino alla sua famiglia e che invece aveva fatto di tutto per cercare di spodestarla del suo patrimonio.

Quel qualcuno potrebbe aver ordito il rapimento di vostro figlio..

Il cavaliere che l’avrebbe accompagnata nell’indagine sembrava essere abbastanza sveglio per stare al suo fianco, tanto che escluse l’ipotesi avanzata circa il possibile rapimento. Anastasya fece una smorfia amareggiata e preoccupata. Se l’opzione più probabile era stata immediatamente scartata, c’era il concreto rischio che il figlio dell’imprenditore fosse stato fatto fuori. Realizzando ciò, il suo sguardo si fece dannatamente serio e cercò con la coda dell’occhio Asker, volendo capire se anche lui avesse avuto questa terribile intuizione.

Evitò di farne parola con il vecchio Tellah. Sebbene fosse certa che l’idea della morte del figlio avesse sfiorato anche lui, probabilmente preferiva vivere nella convinzione che fosse ancora vivo. E non sarebbe stata di certo lei a spezzare quel sottile filo di speranza a cui si era aggrappato per non cadere in un pozzo di angoscia e perdizione. Vedere un padre così traumatizzato e piegato dalla sofferenza generava grande pena e commozione anche in lei. Nessun padre dovrebbe sopravvivere al proprio figlio. Dunque, non volendo dargli tristi notizie, preferì sorseggiare di nuovo il the, cercando contemporaneamente di restare seria, professionale e distaccata senza che i sentimenti di umana pietà che albergavano nel suo cuore prendessero il sopravvento.

Furono le successive parole tra Teallah e la sua assistente ad aprire un nuovo possibile retroscena su come potesse essersi sviluppata la faccenda. A giudicare dalla reazione isterica che l’uomo aveva avuto, forse era da prendere in considerazione anche la possibilità che suo figlio fosse fuggito dalla vita imprenditoriale che gli era stata prospettata. Un padre non dovrebbe obbligare il proprio figlio a seguire le sue orme, ne sapeva qualcosa Anastasya che aveva venduto la sua Compagnia di famiglia fondata dal padre un ventennio fa. E nonostante tutto suo padre era tremendamente fiero ed orgoglioso della sua scelta.

Le prometto che faremo tutto il possibile per trovare suo figlio Jaheen signor Tellah.

Le disse guardandolo nel profondo degli occhi mentre gli stringeva le mani tra i suoi palmi. Era una promessa che non fondava su elementi logici, ma a volte è meglio una bugia a fin di bene che una verità deleteria.

[…]

Bello vieni qui!

Disse schioccando la lingua mentre tendeva il palmo della mano verso quella bizzarra creatura quadrupede che accompagnava il cavaliere. Amava gli animali, la mettevano sempre di buon umore. E dio solo sa quanto le serviva un po’ di serenità dopo quel bagno di tristezza a casa di Tellah.

Come si chiama? Non ho mai visto una creatura simile..

Chiese ad Asker, mentre accarezzava e stringeva a se Rufio, sempre che quest’ultimo glielo avesse concesso.

Sai, ho evitato di farne parola davanti a Tellah, ma credo che anche tu condivida l’idea che ci sono solo due modi in cui si possa spiegare questa sparizione. O Jaheen è morto oppure è scappato da una vita che non faceva per lui.

Gli disse in tutta franchezza mentre dava le ultime strapazzate al muso di Rufio. Avrebbe quindi preso una freccia dal suo fodero e ne avrebbe avvolto la punta con corda e paglia per creare una rudimentale fiaccola. Le sarebbe stata utile per illuminarsi il cammino all'interno della spelonca. Avrebbe anche tenuto tra le mani il suo fido arco, pronta ad incoccarvi la freccia infuocata in caso di necessità. Non le piaceva affatto quel luogo oscuro e freddo, men che meno le piacevano quei rumori metallici che provenivano dal fondo del tunnel. Un brivido le corse lungo la schiena e davvero non sapeva se fosse dovuto all'umidità oppure alla prospettiva che quella grotta potesse essere diventata una sorta di covo di malviventi.

Stiamo attenti..

Bisbigliò sottovoce, facendo particolare attenzione ai propri passi e cercando di muoversi in maniera furtiva tra le rocce.
[Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 10m (da F4 a F8)

Se la cava era stata abbandonata, allora non avrebbe dovuto esserci nessuno. Dubitava che fosse stato il figlio di Tellah a rimetterla in moto. Diventava invece sempre più probabile l'opzione che un gruppo criminale volesse prendere in mano le sorti dell'azienda: se vi fosse stato qualcuno lì sotto, lei lo avrebbe percepito. Annusando quell'aria chiusa e secca sarebbe stato facile percepire l'odore e la presenza di eventuali individui. Da quando era stata costretta a sopravvivere nella giungla, i suoi sensi si erano affinati e lei era diventata più alla mano, senza comunque aver perso la sua eleganza borghese.
[Aura: Blood Scent]

Improvvisamente la grotta si risvegliò e nel giro di pochi istanti si ritrovarono in un inferno di fiamme e ferro. Dal fondo del tunnel un qualcosa di non identificato prese a brillare di una potentissima luce propria, una luce talmente intensa che non riuscì ad osservarla ad occhio nudo. La bionda infatti fu costretta a portarsi un avambraccio a protezione del viso per farsi scudo da quelle vampate di calore asfissiante che la fonte luminosa portava con se. La sua pelle bianca ed i suoi occhi azzurri erano poco tolleranti e ben presto cominciarono a bruciare.

Come se non bastasse, il disagio ed il senso di oppressione sarebbero esponenzialmente aumentati quando dalle pareti di roccia sbucarono fuori due esseri dalle sembianze umanoidi. Inizialmente pensò di trovarsi di fronte a degli stregoni che gli avevano teso un’imboscata, ma ad uno sguardo più attento notò che i nemici erano marchingegni metallici formati da ingranaggi e ferro, privi di carne ed ossa. Aveva solo lontanamente sentito parlare della tecnologia Neagorese, ma non aveva mai visto nulla di simile ne mai si sarebbe immaginata che potesse arrivare a tanto. Restò impietrita, ad osservarli mentre si muovevano in loro direzione. I loro rumori sordi e scricchiolanti creavano una tetra colonna sonora che rimbombava tra le pareti della caverna e che generava brividi di paura lungo la sua schiena. Deglutì, titubante sul da farsi, prima di emettere un grido di allerta.

E’ una trappola!

Non c'erano altre spiegazioni visto che non percepiva nessuna presenza umana nella zona. Era una trappola che probabilmente scattava in automatico contro chiunque provasse ad addentrarsi lì dentro. E se c’era una trappola significava che c’era anche qualcosa o qualcuno da proteggere. Ergo dovevano trovare quel qualcuno. Non era nemmeno da escludere l’ipotesi che questo sistema difensivo potesse essere stato piazzato dai sottoposti di Tellah anni addietro per proteggere l’ingresso della miniera. Le speculazioni però potevano attendere. Ora dovevano trovare un modo per cavarsi d’impiccio e soprattutto doveva farsi forza poiché fuggire non era una soluzione contemplabile.

Fortuna volle che a pararsi di fronte a lei per proteggerla dai dardi infuocati furono Asker ed il suo Rufio, ma un’onda di energia proveniente dal golem alla sua destra la raggiunse ugualmente. Si sentì strana e scombussolata.
Subito DISABLE

[RECUPERO]

Digrignò i denti e si guardò preoccupata il palmo delle mani: eccezion fatta per la sua fonte di energia interiore, non sembrava aver riportato ferite fisiche. Non poteva comportarsi da principessa in questa situazione e doveva reagire subito, applicando ciò che aveva imparato durante il periodo di "soggiorno" nella giungla. Soprattutto doveva far andare il cervello.

Forse se riuscissimo a spegnere la fonte di calore laggiù, questi burattini di latta smetteranno di funzionare! Posso provare a spegnerla con una tecnica acquatica, ma per farlo dovrò avvicinarmi e voi dovrete coprirmi le spalle!

Gridò a denti stretti, nella speranza che al momento opportuno avesse potuto di nuovo far affidamento sul suo chakra interiore. Era l’unico piano possibile che le venisse in mente. Gli esseri metallici, con il loro peso, probabilmente sarebbero stati troppo goffi e lenti da starle dietro. Diede per scontato che Asker fosse d’accordo, anche perché non c’era troppo tempo per riflettere in una situazione del genere: più restavano fermi e più rischiavano di cuocere vivi. Ergo, zigzagando tra di loro, sarebbe scattata in avanti verso la sfera di fuoco.
[Action: Rollback] + [Passive: Kiting Chance] = 15m (da F8 a D14)

Come diavolo è possibile!?

Gridò contrariata vedendo l’improvvisa apparizione del soldato meccanico di fronte a lei. Credeva di averlo colpito e seminato, eppure, quella macchina lenta e pesante, ora le sbarrava la strada. Era letteralmente sbucato dal nulla. Si voltò indietro per comprendere se fosse veramente il soldato che prima si trovava alle sue spalle.

Prima era dietro di noi! Vero!?

Chiese una conferma, quasi non si fidasse dei propri occhi. Forse sperava che Asker potesse avere una spiegazione razionale a ciò che stava accadendo. Chiunque fosse stato almeno una volta nella vita a Neagora e magari alla fiera di Arcana aveva certamente sentito parlare di ingranaggi, di automatizzazione e perché no, anche di Corestone. Quello che stava accadendo dentro quel tunnel però andava ben oltre la sua immaginazione. Se non lo avesse visto con i propri occhi, mai avrebbe creduto possibile l’esistenza di esseri meccanici dalle sembianze umanoidi capaci di.. di teletrasportarsi?

Soprattutto si chiedeva come una tecnologia del genere potesse essere nelle mani di un imprenditore invece che segreto esclusivamente appartenente all’esercito imperiale. Evidentemente i soldi del magnate potevano finanziare ricerche e comprare di tutto, oppure più semplicemente quell’imprenditore aveva stretti collegamenti con l’Impero. A prescindere da questi retroscena politico-economici, un’altra domanda ben più urgente la turbava, ossia sapere cosa potesse esserci di così tanto importante là sotto da meritare un sistema difensivo del genere.

Lo sbigottimento era unito alla paura di non conoscere i limiti e le potenzialità di quella tecnologia che sfidava le leggi della natura. Il sudore che colava dalla sua fronte era compensato dal gelido brivido che le scorreva lungo la schiena. Un mix di sensazioni allarmanti che spinsero la sua mente a restare lucida e a reagire prontamente quando il Mekano emise un’onda d’urto eterea dalla pietra al centro del suo petto. Anastasya si gettò di lato contro la parete rocciosa della caverna per riuscire ad evitarla.
[AZIONE+RAPIDO – Schivata] = 5m (da D14 a B16)

Peccato però che non fu abbastanza lesta da eludere il dardo infuocato proveniente dal fondo della grotta. Il suo corpetto venne squarciato all’altezza del fianco sinistro e la sua delicata pelle bianca ne ricavò un’ustione piuttosto estesa. Digrignò i denti ed emise uno spasmo di dolore, accasciandosi per un attimo al suolo e toccandosi con la punta delle dita il sangue fresco.
Danno Subito = 60 -20 (Passive: Fire Resistence) = 40

[RECUPERO]

Non riusciva ancora a richiamare il suo chakra, ergo non le restava da fare che continuare a scappare dai Mekano ed avvicinarsi il più possibile alla sfera di fuoco, sperando nel mentre di non ricevere altre sgradevoli sorprese.
[Movimento Gratuito] + [RAPIDO – Movimento Extra] = 10m (da B16 a B20)

Rufio ed Asker restarono indietro per coprirle le spalle. Con un rapido cenno del capo li ringraziò per la loro eroica galanteria, per poi tornare a guardare in avanti, verso quella sfera infuocata che sembrava distante un'infinità. Il problema non erano nemmeno quei goffi golem meccanici alle loro calcagna, bensì quelle tremende folate di calore che provenivano dal fondo della grotta. Non osava immaginare in che condizioni sarebbe arrivata alla fine, considerando che già faticava a tenere aperti gli occhi e che la bianca pelle cominciava a scottare più del dovuto. Rischiava la disidratazione completa.

Devo sbrigarmi!

Ripeté tra se e se, cercando di fare attenzione a dove mettesse i piedi per non inciampare sul terreno irregolare pieno di rocce ed insidie. Dopotutto era stata lei a proporre quel piano e lei doveva spegnere a tutti i costi la palla di fuoco. Eppure la distanza sembrava davvero siderale, tanto più che ancora una volta dovette gettarsi di lato per evitare l'ennesimo dardo infuocato. Sbatté il braccio sulle rocce prima di tirarsi di nuovo in piedi. Nulla di grave, ma si guardò indietro per assicurarsi che i suoi due colleghi non fossero stati feriti gravemente. Da sola non ce la poteva fare.
[AZIONE+RAPIDO - Schivata]

Ebbe modo di notare che Asker e Rufio erano più che affidabili e se la stavano cavando alla grande. Eppure aveva sempre il timore che la situazione sarebbe potuta sfuggirgli da un momento all'altro, soprattutto perchè quelle macchine non sembravano provare ne dolore ne fatica.

[RECUPERO]

E se esistesse un modo per far implodere questo sistema? Per farlo combattere contro se stesso?

Provò a riflettere, gridando i suoi dubbi verso i suoi compagni, mentre continuava a correre in avanti. Sperava riuscissero a sentirla.
[Movimento Gratuito] + [RAPIDO - Movimento Extra] = 10m (da B20 a B24)

Forse potremmo sfruttare a nostro vantaggio le pietre incastonate nel petto di questi bestioni..

Anche se non aveva idea di come. A dire il vero non sapeva nemmeno a cosa servissero. Il fatto però che fossero incastonate al centro del petto dei golem, le dava parecchio da riflettere.