[SCONTRO] Anelli Mancanti

Aveva visto tutto lui. Un povero mercante assalito da una selvaggia montagna di muscoli. Doveva trattarsi di una sorta di squilibrato violento che amava prendersela con chi era più debole. La strafottenza poi con cui non si era minimamente curato del danno arrecato a quel poveretto fu ciò che lo urtò di più e non poteva rimanere in disparte facendo finta di nulla. Non più.

Forse molti mesi addietro non avrebbe dato peso ad una simile azione. In fondo, era sempre stato fermo sostenitore del principio secondo più il più forte aveva sempre la meglio e quello sarebbe stato bollato come un legittimo modo di ribadire il proprio dominio sul proprio territorio. L'intimidazione non era poi una cosa tanto brutta finché si evitava di far danno. Se poi l'intimidito osava reagire mettendo in dubbio la sovranità dell'esemplare alfa, egli gli doveva uno scontro per risolvere la questione. La forza fisica era tutto ciò che poteva essere usato come metro di misura per quel genere di situazioni.

Non era più così ormai. Aveva intrapreso una strada ardua dopo aver lasciato il monastero. Era la strada che lo avrebbe portato alla redenzione impossibile, quella che avrebbe dovuto tenerlo sulla retta via scongiurando la possibilità che il male che si annidava dentro di lui non lo inghiottisse facendolo impazzire del tutto. Quella strada doveva risplendere di pura giustizia e difesa dei deboli, aborrendo atteggiamenti negativi come egoismo, negatività e vizi umani. Fu per questa serie di motivi che, dopo essersi accertato che il mercante stesse bene, fece qualche passo rivolto verso il barbaro, chiamandolo con voce chiara e decisa. Ehi tu!

Cominciò a dire mostrandosi all'uomo fieramente. Indossava uno degli abiti dei monaci combattenti che ormai facevano parte del suo abbigliamento abituale. Le braccia libere erano tenute di poco larghe ai lati del corpo, i muscoli gonfiati e i pugni chiusi. Hai fatto una cosa spregevole. Aiuta immediatamente quest'uomo.

Ora, non è che volesse fare il paladino delle cause perse, solo che l'arma nelle mani del barbaro non gliela raccontava giusta e affrontarlo adesso forse avrebbe evitato che facesse seriamente male a qualcuno successivamente. Strappargli quell'arma di mano sarebbe stato un buon inizio, per esempio.

La sua intuizione era stata giusta. Quello era decisamente una persona pericolosa e meschina che non esitava a fare del male ad innocenti e perfetti sconosciuti pur di dar sfogo ad ogni basso istinto e rabbia repressa. Come gli imperiali avessero permesso a un individuo del genere l'accesso fino a quella zona di Florentia non riusciva a spiegarselo. Eppure durante le prime volte in cui si era ritrovato fuori da Arcadia gli era sempre parso di averli alle calcagna non appena provava anche solo a starnutire in maniera un pò più rumorosa della norma.

Perplessità a parte, l'omaccione rispose in maniera violenta all'invito di Karma di porre rimedio alla propria malefatta per cui all'arcadiano non restava altro da fare se non difendersi, sebbene il poco preavviso. Non appena il nordico schiantò la propria arma al terreno provocando una potente onda d'urto, l'arcadiano d'istinto portò le braccia a protezione del viso mentre accumulava chakra nelle proprie gambe, pestando il terreno con la gamba destra per provocare un vistoso innalzamente del terreno che servì da protezione contro i detriti alzati dalla tecnica.
[Slot Azione - Skill: Rock Surge]


Come risultato la protezione di fortuna si sgretolò quasi subito sotto il violento spostamento d'aria e rocce provocato dal Vaygr ma Karma ne uscì indenne, sebbene più sporco di prima. Sei un individuo pericoloso, dovrò privarti di quella ascia per la sicurezza degli altri.

[RECUPERO->ATTACCO]

Che avesse preso decisamente sul serio la faccenda della giustizia e rettitudine era indubbio. Solo lui sapeva la paura indicibile che provava di finir vittima delle forze oscure e degli istinti omicidi, questo tipo di timore lo infervorava a sufficienza da fare dei precetti dei monaci un obiettivo primario della propria vita, da perseguire ogni giorno. Forse non era quello che aveva inteso il maestro a Gautama, ma per il momento sembrava funzionare e questo a Karma bastava.

Senza attendere ulteriori tempi morti, si attivò subito utilizzando altro chakra per preparare la propria offensiva. L'energia fu di nuovo canalizzata lungo i propri piedi mentre si preparava a preparare di nuovo uno scherzetto per il nordico. Un altro pestone portato con il piede sinistro avrebbe propagato un movimento sismico impressionante dal punto colpito in avanti fino a condensarsi in intensità sotto Ukon per poi provocare lo sgretolamento del terreno sotto i suoi piedi. Un area circolare attorno al bestione sarebbe franata facendovelo finire dentro.
[Slot Azione - Skill: Sinkhole]


A questo punto l'arcadiano sarebbe scattato in avanti, intenzionato a portarsi in corpo a corpo con il suo avversario, sempre intenzionato a sottrargli quella pericolosa arma.
[Movimento Gratuito (5 m)]
[Slot Rapido - Movimento extra (5 m)]

Aveva di nuovo commesso un vecchio errore. Le innumerevoli lezioni ricevute a Gautama ancora gli bruciavano sulla pelle ma lui era davvero duro a capire. Un avversario non andava mai sottovalutato e un combattimento mai preso alla leggere. I precetti dei monaci e i loro insegnamenti lo avevano reso più forte e versatile, ma ciò non doveva indurlo ad una miope ed eccessiva sicurezza di sè. Ogni avversario aveva da insegnare qualcosa e ogni situazione, per quanto semplice, poteva costare caro se la si affrontava con stupidità e arroganza.

Ma bastò il filo dell'ascia del nordico che impattò violenta sulle protezione, provocandogli un taglio considerevole al braccio, a ricordargli quanto fossero veri quei principi. Sicuro di averl reso inoffensivo per il momento si era esposto troppo. Non aveva nemmeno preso le giuste precauzioni e adesso ne aveva pagato le conseguenze. Credeva anche di essere in grado di parare quel colpo ma così non fu. Arrivò rapido e insidioso grazie anche a quelle correnti ventose di cui il Vaygr sembrava abile manipolatore, non consentendogli di proteggersi e quindi provocandogli un taglio al braccio che prese a sanguinare copiosamente oltre che recidergli un lembo di veste.

[RECUPERO->ATTACCO]

Era già in svantaggio, su una brutta china. Tuttavia non aveva alcuna intenzione di arrendersi e cedere a quel malvagio prepotente. Barcollò lievemente indietreggiando di due passi, stringendo il pugno del braccio ferito mentre il sangue cominciava a colargli fin giù alle falangi. Tuttavia invece di rivolgergli uno sguardo truce e risentito, gli sorrise in segno di sfida. Sentiva montargli addosso una scarica di adrenalina che ne rinvigoriva le membra e ne infiammava lo spirito. Era l'istinto primordiale e selvaggio che lo aveva accompagnato per tutta la propria vita e che nell'ultimo periodo reprimeva a favore della ragione e della disciplina. Era un richiamo irresistibile a cui non poteva resistere, non contro un simile avversario. Strinse le nocche insanguinate tendendo ogni muscolo del proprio corpo mentre si rifece rapidamente vicino con un paio di falcate.
[Movimento gratuito]+[Slot Rapido: Movimento extra]

Nemmeno io sono da meno. Ringhiò con voce roca e iraconda, mentre già sferrava un montante portentoso che avrebbe dovuto colpire il Vaygr sotto il mento, tra la clavicola e la gola, per cercare di stordirlo per via del punto delicato colpito. Il colpo sferrato avrebbe avuto come peculiarità il movimento usato per portarlo e le posizioni delle falangi: il palmo era semi aperto con le falangi serrate a metà e la mano leggermente ricoperta di un alone di chakra penetrante.
[Danno da Tiger Fang: 30]
[Stance: Tiger]+[Action: Tiger Fang]
[Slot Azione - Action: Break Point]



Contemporaneamente, l'uomo richiamò il proprio di chakra, ricoprendosi di un solido e resistente strato di roccia mentre si teneva il più vicino possibile al proprio avversario. Ti piace? Schernì, saltellando sul posto sgranchiendo le ossa del collo. E' vero, la ferita lo aveva debilitato, ma ciò non aveva fatto altro che stuzzicarne il lato selvaggio e competitivo. C'era posto per un solo maschio alfa nella giungla, proprio come ai vecchi tempi.
[Aura: Rock Skin]

Inspiegabilmente il colpo perfettamente portato colpì il bruto ma lo lasciò indifferente. Non ci fu nemmeno il tempo di risultarne sorpreso in quanto sopraggiunse ben presto il contrattacco del Vaygr poi il buio.

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L'odore acre dell'alcool fu la seconda cosa che riuscì a percepire. La prima era stata il forte rumore del rovescio di stoviglie metalliche nel corridoio poco fuori la stanza su cui giaceva.

Sì, giaceva, perché la percezione del proprio corpo supino su di un futon basso fu il successivo indizio che ebbe riguardo la propria condizione attuale. Non provava a muoversi solo si sforzò di aprire gli occhi, constatando con sollievo come nella stanza regnasse una penombra che gli permise di abituarsi alle forme e all'illuminazione della stanza senza particolare fastidio.

Notò un groviglio di garze di stoffa imbrattate di un marrone bruno in un angolo, sul pavimento lungo il proprio fianco destro un tinozza metallica leggermente fumante, poi vari utensili non meglio identificati, cianfrusaglie varie, bottiglie di vetro.

Completamente disorientato da ciò che vedeva nemmeno ricordava più dello scontro cui era stato protagonista. Solo quando una pesante fitta al petto si impossessò del suo corpo mentre provava a mettersi di fianco comprese di essere oltre che ferito, anche ripetutamente fasciato. Avvertiva un dolore più acuto all'altezza del petto e avvicinò la mano posando le dita sulle ruvide garze ma il dolore continuo lo scoraggiò dall'indagare oltre sulla suddetta ferita.

Provò a mettersi seduto ma ricadde quasi subito, all'inizio dello sforzo, non riuscendo a trattenere un lamento strozzato. Ora ricordava tutto, quel nordico psicopatico lo aveva ridotto in fin di vita quindi. Non era stato in grado nemmeno di impensierirlo, era capitato tutto davvero troppo in fretta. Come aveva potuto rischiare la propria vita in un modo così stupido? Come aveva potuto risultare talmente debole contro il primo deliquente che incontrava?

Una sensazione di delusione e indegnità lo avvolse mentre un nuovo rumore di passi sul parquet bianco lo richiamava all'ordine. Voltò solo il capo verso l'uscio della stanza, vedendo apparire poco dopo una figura femminile in grembiule.

Ti sei svegliato finalmente. Disse la giovane sorridendo mentre percorreva altri passi all'interno della stanza dirigendosi verso la tinozza di metallo. Karma non rispose nulla disorientato dalla situazione, tuttavia fu chiaro che quella ragazza si era preso cura di lui per chissà quale ragione. La seguì con lo sguardo voltando gradualmente la testa inarcando il collo non senza sforzo.

Lei si inginocchiò vicino alla tinozza, intingendo nella stessa una specie di panno spugnoso, stringendolo poi per farne colare via l'acqua in eccesso. Poi si rivolse verso di lui allungando una mano verso il viso dell'uomo. Lui ripose la testa indietro sul futon, irrigidendosi mentre fissava quella mano quasi ne avesse paura. Lei esitò giusto qualche istante nel vedere la reazione dell'arcadiano, poi proseguì raccogliendo un altro panno simile al primo che era caduto ai lati del capo dell'uomo.

Riconoscendo le intenzioni della donna, Karma sospirò lievemente, rivolgendole poi guardandola in viso. Suppongo di doverti la vita. Grazie per esserti presa cura di me. Sussurrò, quasi, con riconoscenza. Si sorprese di quanto la sua voce fosse debole, non si era reso conto di essere talmente indebolito.

Lei sorrise mentre posava il panno nuovo sulla fronte dell'uomo. Era tiepido, Karma ne trasse sollievo. In verità non è me che devi ringraziare. E' stato mio padre a portarti qui. Dice che lo hai difeso da un assassino.

Spiegò lei con gentilezza mentre posava le mani sul petto dell'uomo che trattenne il fiato quasi temendo il dolore che ne sarebbe scaturito. Invece il tocco fu leggero, quasi impercettibile, le dita scorsero la trama della garza senza però spostarla. Ne stava solo controllando l'integrità. Ti ha ridotto proprio male. Abbiamo tutti temuto non ce l'avresti fatta. Papà invece era sicuro ti saresti ripreso. Disse di avertelo letto negli occhi prima che perdessi conoscenza.

Karma riprese a respirare rendendosi conto che il dolore non era arrivato mentre udiva le parole della giovane. Strano, non ricordava quei momenti dopo il colpo di grazia. Si rese conto di non saper praticamente nulla di quel che era successo poi. Tuo.. tuo padre. Sta bene? Chiese quasi provando paura davanti alla possibilità di non essere riuscito a difendere nessuno dalla furia omicida di quel pazzo. Quel bastardo... ha fatto del male a qualcun altro?

Lei sorrise intenerita senza rispondere all'inizio. Spostò la mano, avvicinandosi al viso dell'uomo, quindi lo raggiunse poggiando la candida mancina sulla guancia dell'uomo. Mio padre non è stato toccato. Quel bruto andato via dopo averti colpito, credo gli bastasse aver vinto su di te. Che persona orribile.

Aggiunse poi, aggiustando il panno sulla fronte di Karma. Adesso però non pensarci, cerca di riposare. Hai ancora molti giorni davanti a te prima che la ferita si asciughi.

La ragazza si alzò quindi, sollevando poi la tinozza e avviandosi verso l'uscio. Karma non la guardò più, convenendo che aveva ragione lei. Chiuse gli occhi mentre la stanza ripiombava nel silenzio più totale. Nelle orecchie aveva ancora la furia di quel breve scontro. Non rimpiangeva di aver affrontato quel mostro, anche se ciò gli aveva quasi costato la vita, ma si rammaricava di non essere stato all'altezza della lotta. Tratti selvaggi della sua personalità ancora gli impedivano di misurare le proprie energie in una lotta. Nonostante le settimane passate a Gautama, la strada era ancora lunga e in fondo era contento che quell'esperienza fosse servita a ricordarglielo.