[SCONTRO] Subuza vs Kirian

Mentre la maggiorparte dei monaci ormai erano in profonda meditazione, o in un altrettanto profondo sonno ristoratore, Kirian era seduto allo scrittoio nella sua stanza intento a copiare un complicato passaggio sulla pergamena. Non era un amante di quel lavoro lungo e piuttosto noioso, ma trovava che fosse un ottimo metodo per allontanare i pensieri negativi e la rabbia dalla mente. Se pensava ai motivi per cui era irato non poteva concentrarsi sulle parole che doveva trascrivere, dunque doveva scegliere di dedicare la giusta attenzione a quest'ultime per fare un buon lavoro. Generalmente al termine di una buona ora di stesura non riusciva quasi più a ricordare il motivo per cui si era arrabbiato in origine. Tuttavia quella sera la situazione era più complessa del solito e il malumore non sembrava dargli tregua.
I maestri avevano più volte tentato di convincerlo a lasciarsi alle spalle la vita da discepolo ed accettare il loro invito di diventare a tutti gli effetti un priore del monastero, ma ora come in precedenza aveva rifiutato, non considerandosi ancora pronto.
La verità era che oltre a non sentirsi pronto non si sentiva assolutamente portato per quell'incarico. Aveva scelto di allontanarsi da Aldaresia per lasciarsi alle spalle la politica e le ambiziose macchinazioni degli uomini, ma purtroppo anche in quella che avrebbe dovuto essere un'oasi di pace era finito in una tela intessuta da grossi ragni che cercavano di accaparrarsi le mosche più succulente. L'uomo non sembrava davvero in grado di resistere alla tentazione di essere egoista, nemmeno quando non aveva modo di guadagnare nulla di che.
Per quanto potesse sembrare assurdo persino al monastero c'erano allievi che tessevano le fila per arrivare un giorno a diventare maestri, anche solo per potersi fregiare di quel titolo, e Kirian non aveva alcuna intenzione di mettersi sulla loro strada per doverli poi affrontare verbalmente e non ogni giorno durante le lunghe ore di preghiera e discussione. Preferiva rimanere un semplice adepto e coltivare la propria pace e serenità, che era poi il motivo che lo avevano spinto a raggiungere Pax-Whuan in principio.
Si interruppe su un passaggio del testo che stava copiando. Riportava una citazione, ma sembrava incompleta, o comunque non leggibile, ma solamente interpretabile. Odiava dover fare ricerche su altri manoscritti, in particolare a quell'ora della notte, ma non voleva lasciare a metà il lavoro e non mancava molto al termine del capitolo.
Sbuffando si alzò dallo scrittoio e prendendo in mano la candela che era appoggiata sul tavolo s'incamminò lungo i corridoi del monastero. Non che gli servisse realmente quella fioca illuminazione, l'aveva presa per semplice abitudine, conosceva molto bene la disposizione delle stanze e spazi all'interno del monastero, d'altronde ci viveva da parecchio tempo.
Arrivato alla grande libreria appoggiò la candela su uno dei tavoli vicino alla porta e senza riflettere si diresse verso gli scaffali che lo interessavano. La sala era lievemente illuminata da un candelabro che gettava lunghe ombre sulle pareti e dietro alcuni angoli, ma per Kirian non c'era nulla di strano in questo, era passato il tempo in cui si sarebbe aspettato un assalto da una di quelle zone d'ombra.
I primi periodi di addestramento i maestri per tenere sempre all'erta gli studenti tendevano a portare degli agguati e assalti quando questi erano più vulnerabili e in posti improponibili. Con Kirian avevano smesso relativamente presto, riconoscendo che il giovane aveva dei buoni riflessi ed una mente attiva, e da allora il monaco aveva smesso di aspettarsi quegli attacchi a sorpresa, ma la tensione e allerta non erano scomparse. Tuttavia al momento era concentrato sulla sua missione, e anche se ci fosse stato un orso nascosto tra le ombre non sarebbe riuscito a scorgerlo fino a quando non fosse andato a sbatterci contro.
Fermo davanti allo scaffale il monaco si passò la mano sulla folta barba scura che gli incorniciava il mente con fare pensoso. Ricordava il nome del testo che stava cercando, ma non l'autore.
- Ludwig...El... - borbottò a bassa voce, che comunque si diffuse nella stanza vuota con un eco.
Scorse con i dorsi dei manoscritti riposti sugli scaffali cercando di riordinare le idee. Sapeva che il testo aveva a che vedere con l'energia spirituale, dunque cercò di raggruppare mentalmente le informazioni che aveva. C'era forse qualche termine specifico che aveva letto nel testo che stava copiando?
- Ecco! - disse picchiettando il dito sul dorso di un grosso manoscritto nero con i caratteri incisi a grandi leggere piuttosto elaborate. - Alma Arcanis, di Ludwig Elritch. -
Con cura prese il libro dallo scaffale e lo strinse tra il gomito e il torace mentre con le mani cercava di riassettare i libri che si erano mossi a causa dell'estrazione del testo preso da Kirian.
Il monaco avanzò nuovamente verso il centro della sala, illuminata dalle candele alle pareti e da un candelabro, ed aprì lentamente il libro per consultare la parte che gli interessava. Sfortunatamente la luce della stanza era troppo fioca, così si avvicinò al tavolino su cui aveva appoggiato la sua candela e lentamente prese ad esaminare ancora il testo.

Curvo sul grosso libro rilegato Kirian cercava di trovare l'informazione necessaria per completare il suo lavoro di copiatura, ma a causa della scarsa luminosità dell'ambiente le lettere tondeggianti disegnate sul foglio sembravano essere particolarmente difficili da distinguere.
Gli sarebbe bastato trovare un riferimento, una semplice nota che collegasse il testo dell'Alma Arcanis a quello relativo all'Alma Sciamanica che stava copiando nelle sue stanze così sarebbe potuto tornare sul tomo e terminare l'opera.
Un rumore estraneo lo mise in allerta. Il tonfo di alcuni libri sul pavimento lastricato della biblioteca non era normale a quell'ora della notte, a maggior ragione quando era più che certo che nessun'altro membro dell'ordine era in piedi a parte lui.
- C'è qualcuno? - chiese con determinazione, avanzando verso la fonte del rumore.
Tra le ombre della possente libreria gli parve di scorgere qualcosa. Non era riuscito a capire che cosa, ma era certo che si fosse trattato di qualcosa che strisciava, o comunque che si muoveva in modo sinuoso e rapido lungo quella navata della biblioteca.
Senza esitazione si lanciò all'inseguimento dell'ombra misteriosa. Di certo non poteva essere un fenomeno naturale, non in quel luogo almeno. Doveva esserci qualcuno dietro quello scherzo ed era anche abbastanza probabile che si trattasse di uno dei novizi appena arrivati.
Quelle piccole pesti non perdevano occasione di causare qualche trambusto nelle prime settimane al tempio come forma di ribellione, e solitamente quegli scherzetti non restavano impuniti a lungo.
Tuttavia dopo alcuni istanti un nuovo rumore attirò l'attenzione del monaco barbuto. Rumore di vetri infranti ed alcune folate d'aria che avevano preso a soffiare con forza dall'esterno.
Ritornato sui propri passi Kirian scoprì che il lucernario superiore era andato completamente in pezzi, mentre nella stanza imperversava il caos causato dal forte vento che arrivava da fuori. Altri monaci, attratti dal forte rumore, si precipitarono a controllare, e con perizia rimisero i vari volumi caduti a terra al loro posto.
Solamente Kirian rimaneva fermo a fissare il soffitto con aria pensierosa. Avrebbe giurato di aver intravisto qualcosa scivolare fuori dal lucernario con sorprendente rapidità nonostante i metri di distanza dal pavimento. Non poteva certo essere stato un caso quel susseguirsi di eventi: prima dei libri che cadono a terra senza motivo, e poco dopo la vetrata superiore andava in mille pezzi.
Decise di riportare la sua attenzione al tomo che stava studiando, ma si accorse che era scomparso dal tavolino in cui l'aveva appoggiato. Inizialmente pensò che qualcun'altro lo avesse rimesso a posto, ma non c'era traccia del libro in tutta la biblioteca.
"Evidentemente non mi sto immaginando le cose..." pensò irato mentre con passo svelto usciva dalla biblioteca per raggiungere il tetto.
Chiunque si fosse introdotto nella biblioteca del monastero non aveva lasciato tracce, né entrando né uscendo. Il tetto era completamente sgombro e per quanto Kirian cercasse di trovare anche il minimo indizio tutto lo riconduceva al lucernario in frantumi.
Scosse la testa cercando di riordinare le idee. Era inutile continuare a indagare li, poiché se davvero il libro era stato trafugato il ladro doveva avere ben chiaro sia il modo per entrare che quello per uscire. La strada per il tempo era una lunga scalinata che s'inerpicava lungo un costone roccioso piuttosto esposto; era una specie di passaggio obbligato, ma i monaci conoscevano un antico passaggio situato dentro la montagna che conduceva poco più a valle, dove la scalinata si allargava, formando un ampio spazio di terra ed erba in cui spesso si fermavano alcune carovane di mercanti o le scorte dei pellegrini che decidevano di recarsi a Pax-Whuan.
Se c'era anche solo una minima possibilità che il ladro stesse ancora scendendo la scalinata principale quello sarebbe stato il luogo perfetto per intercettarlo e fermarlo.
Forse per alcuni l'Alma Arcanis poteva sembrare un semplice libro, ma per i monaci del tempio ed in particolare i maestri che avevano studiato quel tomo approfonditamente era un oggetto molto pericoloso, che non doveva essere lasciato nelle mani sbagliate.
"Ci sono cose che è meglio non risvegliare..." citò mentalmente Kirian un passaggio dello stesso testo.
Rapidamente rientrò nel tempio e si diresse lungo l'angusta e ripida scalinata scavata all'interno della montagna, che lo avrebbe condotto qualche chilometro più a valle.

Le sue ipotesi si erano rivelate corrette. Il ladro avanzava fiero del suo operato e del tutto all'oscuro della presenza del monaco che lo osservava dalla distanza.
L'uomo aveva un aspetto longilineo e sembrava poco più basso di Kirian stesso, nonostante la dimensione dei muscoli e ossatura fosse ben diversa. Tuttavia c'era qualcosa in quel losco figuro che metteva in allerta i sensi del monaco. Se non fosse stato per il dovere morale di recuperare il tomo probabilmente non si sarebbe mai avvicinato ad una persona del genere. Il suo modo di camminare, la sua postura. C'era qualcosa di "marcio" in lui.
Se avesse proseguito a camminare in quella direzione presto si sarebbe accorto di Kirian, così quest'ultimo decise di uscire dal riparo e frapporsi tra il ladro e la strada che scendeva ulteriormente.
Tra i due ormai c'era una distanza di più o meno cinque metri. Abbastanza per vedere i rispettivi volti, e comprendere che la situazione era ad una fase di stallo.
- Restituisci subito quel libro. - intimò Kirian. - Non ti appartiene e non lascerò che un vile furfante lo sottragga alla custodia del tempio! -
L'istinto gli diceva di non tirare troppo la corda, e per quanto non si sarebbe fatto scrupoli a mollare qualche manata al ladro di turno, questo in particolare però sembrava decisamente diverso.
Senza indugiare ulteriormente Kirian si mise in posizione difensiva. Il suo istinti gli diceva di non attaccare, non ancora almeno, e lui lo avrebbe seguito. Poteva temporeggiare, studiare l'avversario e cercare di capire se avesse qualche punto debole.
[Stance: Boei]

L'uomo con il libro aveva cominciato ad indietreggiare, parlando e sorridendo; probabilmente cercando di capire se potesse trovare una via di fuga da quella situazione. Kirian lo teneva d'occhio, ma non osava ancora scagliarsi all'attacco, non sapendo che cosa aspettarsi da una persona come quella. Era riuscito ad entrare al monastero non vista e persino trafugare un prezioso libro. Doveva esserci in lui ben più di quanto dava a vedere.
L'istinto gli diceva di essere cauto, mentre il suo cervello gli proponeva di mandarlo al tappeto rapidamente con un colpo ben assestato alla tempia. Si forse avrebbe dovuto fare così e risparmiarsi un sacco di seccature.
Tuttavia la sua curiosità lo spingeva a chiedersi perché quell'uomo stesse cercando proprio il tomo dell'Alma Arcanis. Che fosse uno studioso? No, se lo fosse stato si sarebbe probabilmente presentato alle porte del monastero chiedendo di poter consultare il libro senza dover ricorrere al furto per poterlo leggere. Inutile dire che la visione del testo gli sarebbe stata negata data la pericolosità del tomo in questione.
Improvvisamente lo sconosciuto sembrò riconoscere Kirian.
- Dunque non ho avuto delle allucinazioni. C'era davvero qualcuno nella biblioteca... - commentò il monaco alle parole dello straniero.
Le cose cominciavano ad avere senso, se analizzate sotto quell'ottica. Tuttavia se davvero quell'uomo era in grado di usare dei trucchi del genere, che cosa doveva aspettarsi da lui in un reale combattimento?
- Cosa cercava un semplice monachello come te in un testo simile? Cosa pensavi di poter comprendere dai trattati di Ludwig il Nero? -
- La conoscenza contenuta in quel libro non è adatta all'uomo, dovresti starne lontano. Il testo è complementare all'Alma Sciamanica di cui stavo redigendo una copia, dunque... - cominciò a dire Kirian, per poi bloccarsi una volta resosi conto di star realmente rispondendo alle domande dell'uomo.
Era subdolo, viscido e tremendamente pericoloso. Riusciva a sentirlo chiaramente anche dalla distanza che ormai li separava.
Non poteva permettergli di andarsene con quel tomo, per la sua sicurezza e quella dei chiunque altro.
Senza ulteriori esitazioni decise di passare all'attacco. Avrebbe agito con cautela, non sapendo ancora con chi aveva a che fare, ed avrebbe mirato a parti del corpo non letali, in modo da farlo desistere dal proseguire lo scontro.

Rapidamente richiamò a sé il chakra attingendo a delle correnti ventose che gli avrebbero permesso di colmare la distanza che li separava.
[Aura: Go With the Flow] [Attiva]

Quando sentì una folata di vento arrivargli alle spalle scattò in avanti per muoversi agilmente in avanti sfruttandola prima che si disperdesse.
[Movimento Gratuito 10m: I9 - I5] + [Movimento Extra Gratuito 5m: I5 - I3]
Il vantaggio dell'aria svanì proprio mentre con l'ultimo passo arrivava esattamente davanti allo sconosciuto. Da quella distanza riusciva a vederlo chiaramente in viso e non riuscì a trattenere un brivido quando i loro occhi si incontrarono.
- Questo è un avvertimento. - disse poi con voce decisa.
[Rapido - Shockwave Swirl]


Il monaco sferrò un possente pugno contro il terreno ai suoi piedi causando una forte onda d'urto che avrebbe destabilizzato chiunque attorno a lui per almeno una decina di metri. Il tremore durò alcuni istanti per poi attenuarsi lentamente.
Dalla posizione rannicchiata in cui era, Kirian scattò in avanti cercando di colpire con un pugno il petto dell'uomo.
[Rapido - Attacco Fisico]

Conscio dell'estrema vicinanza con l'avversario adottò immediatamente una posizione elusiva, conscio che se questo non si fosse arreso la sua reazione sarebbe stata immediata.
[Stance: Boei]

- Restituisci il libro e chiuderò un'occhio su quanto è accaduto. - intimò alla fine.

L'assalto del monaco andò a segno, almeno in parte. L'onda d'urto causata dal suo pungo contro il suolo sembrava aver avuto qualche ripercussione sul suo avversario, mentre il gancio che aveva tentato verso il suo petto era stato abilmente eluso. Si era ripromesso di non sottovalutarlo, ma rimase comunque stupito nel vederlo schivare così abilmente un suo pugno. Kirian non era certo tra i monaci più forti del monastero, ma poteva vantare una discreta abilità nel combattimento, per quanto cercasse di non farne uso quando non era necessario.
La conferma che il ladro non era un semplice furfante, ma qualcosa di ben più pericoloso arrivò quando questo materializzò davanti a sé un tomo avvolto in un'aura rossastra, mentre la sua energia spirituale cominciava a condensarsi.
Kirian aveva letto di quei procedimenti nei libri, ma mai si sarebbe sognato di vederli mettere in pratica davanti ai suoi occhi, men che meno con quell'abilità e facilità. Chiunque fosse quell'uomo andava fermato, prima che potesse mettere in pratica i segreti nascosti nelle pagine più recondite dell'Alma Arcanis.
Forse lui si credeva un Dio, un'essere degno di potere e rispetto da parte degli umani inferiori, ma anche per un Dio certi concetti e certi limiti non dovevano essere attraversati.
"Gli Dei non dovrebbero impacciarsi dei fatti dei mortali, poiché se lo facessero rischierebbero di diventare mortali a loro volta e lasciare spazio a questi per ascendere a luoghi per loro non concepibili." pensò al vecchio insegnamento che veniva tramandato da tempo immemore al monastero.
Il ladro recitò alcune formule rituali in una lingua che Kirian riusciva a seguire appena. Sapeva di averle lette, ma il loro suono era estraneo alle sue orecchie. Tuttavia non era necessario comprenderle per intuire che non potevano portare a nulla di buono.
Alle spalle dell'uomo comparve una grossa serpe eterea dagli inquietanti occhi rossi. Per qualche istante la determinazione di Kirian venne meno, sentendosi soggetto allo sguardo indagatore della creatura.
Riusciva a comprendere, in un certo limite, che cosa stesse accadendo. Dopotutto lo aveva letto nel tomo che il lardo stava cercando di portarsi via, ma mai si sarebbe aspettato di vederlo mettere in pratica in quel modo barbaro e dissennato. Riconosceva in ciò che vedeva parte degli insegnamenti dell' Alma Sciamanica e qualche indizio di quanto narrato nell'Arcanis, ma com'era riuscito quell'uomo a mettere in pratica tutto quello senza una guida o consultare il secondo testo? Semplice intuito? Predisposizione naturale?
Kirian fu strappato dai suoi pensieri quando un vortice d'aria prese a sibilare attorno a lui, generato dal chakra del suo avversario.
- Adesso, il mio di avvertimento... - sibilò l'uomo.
Le folate di vento tagliente ferivano il corpo del monaco come rasoi, ma questo non si scompose, cercando di mantenere l'attenzione sulla persona che aveva davanti. Doveva avere altro in serbo per lui, ne era certo.
Infatti l'attacco dell'avversario non tardò ad arrivare. Uno spostamento repentino sul lato con il chiaro intento di colpire al fianco.
[Azione - Counterbreak]

Istintivamente Kirian ruotò su sé stesso ed alzò gli avambracci coperti da pesanti strisce di cuoio duro che usava come protezione. L'attacco del ladrò impattò contro la resistenza del tessuto, senza causare alcun danno al monaco.
Inaspettatamente la serpe alle spalle dell'uomo scattò in avanti con una velocità che persino Kirian fece fatica a seguire. Sentì la spalla dolergli dove la creatura eterea l'aveva appena morso.
Si lasciò scappare un grido di sorpresa e dolore. Il monaco aveva la pelle dura, temprata da numerosi allenamenti sotto le intemperie e da parecchie ore di meditazione, ma quella terribile apparizione evanescente sembrava averlo stretto come se nulla fosse.

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ATTACCO

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Doveva fare attenzione, molta più di quanta non ne avesse fatta fino a quel momento. Si era ripromesso di non sottovalutare l'avversario e nonostante tutto questo era riuscito a sorprenderlo. Non sembrava particolarmente forte, ma era di certo astuto; come la serpe eterea che gli strisciava sulle spalle.
Kirian avrebbe potuto risolvere la situazione rapidamente facendo uso della sua forza fisica. Il ladro sembrava provato dall'evocazione e dall'attacco che aveva portato, e dunque era poco probabile che riuscisse ad evitare eventuali colpi, ma questi sarebbero stati sufficienti per mandarlo al tappeto?
Non ne era sicuro. Inoltre non voleva fare eccessivo ricorso alla forza, perché nonostante tutto credeva che la persona che aveva davanti ora fosse solo sul cammino sbagliato e dovesse essere guidata verso la retta via.
Era stato il destino a far incrociare le loro strade, nient'altro che questo.
Rinfrancato nello spirito dalla sua decisione di proseguire verso una serie di attacchi non letali, in modo da poter far comprendere all'uomo l'entità del suo sbaglio, Kirian scattò cercando di portare un pugno verso il torace del suo avversario. Un po'per ripicca e un po'per confermare una sua tesi sulla situazione.
[Gratuito - Attacco Gratis da Counterbreak]

Il suo pugno tuttavia prima di impattare sul corpo sembrò essere assorbito come da un lieve strato d'acqua, annullando quasi del tutto i danni che avrebbe altrimenti subito. Le folate di vento inoltre avevano sbilanciato la direzione iniziale del colpo, facendolo impattare molto meno di quanto aveva pensato.
Non si era immaginato tutto allora. Quell'uomo era davvero fuori dal comune. Usava trucchi in grado di eludere i danni fisici e questo di certo non giovava a vantaggio del monaco che aveva dalla sua invece una gran forza fisica.
"Se non posso ferirlo, allora dovrò semplicemente renderlo inabile a proseguire lo scontro." pensò mentre si preparava a portare un nuovo insidioso assalto.
Prima di tutto ruppe la posizione elusiva che aveva assunto in precedenza. Se quello che aveva in mente di fare fosse andato a buon fine non avrebbe avuto bisogno di temere le successive azioni del suo avversario.
[Stance: Kemto]

Allargò le gambe e strinse i gomiti, pronto a portare i prossimi colpi verso i punti più sensibili; sempre che quell'uomo avesse dei punti del genere.
[Rapido - Palm of Disruption]


Il braccio di Kirian scattò in avanti cercando di colpire all'anca l'avversario, in modo da causargli non tanto dolore fisico, quando una sensazione di indebolimento e stordimento.
[Azione - Break Point]


Dalla posizione estremamente ravvicinata il monaco cercò di portare un gancio verso il mento dell'uomo, così da provare ad arrecare un minimo danno, oltre ad una sensazione di stordimento ben diversa da quella che avrebbe causato il colpo precedente.
[Rapido - Earth Pillar] [Spostamento Subuza da I3 a I1]


Infine Kirian avrebbe dato un grosso pestone a terra, generando grazie al suo chakra una colonna di roccia dura che se fosse andata a segno avrebbe ferito e respinto l'uomo per qualche metro.
Tuttavia non era ancora finita poiché Kirian, decise di condensare il chakra attorno a sé per renderlo più resistente e formare una barriera protettiva sul suo corpo.
[Aura: Rock Skin] [Attiva]


La pelle del monaco divenne improvvisamente più spessa e dura, simile ad uno strato di terra che lo avvolgeva interamente. Il vento che vorticava attorno a lui sembrava ferirlo meno ora, anche se non importava più di tanto.
- No. - disse infine. - Fermati un attimo a riflettere. - lo invitò Kirian. - Il mondo non ha bisogno di Dei, ma di uomini. Non metto in dubbio che tu possa diventare una buona persona, anche solo con le tue sole forze potresti fare grandi cose. Non hai bisogno di un sapere nascosto e pericoloso come quello dell'Alma Arcanis.
Hai bisogno di una guida verso la luce. Sei una persona che ha smarrito la retta via. Lascia che io ti guidi verso il giusto cammino dell'uomo... -
L'aura ventosa che l'aveva contraddistinto fino ad ora si affievolì fino a spegnersi.
[Aura: Go With the Flow] [Spenta]

La raffica di colpi del monaco andò a segno, debilitando l'avversario. Per un po'sarebbe stato incapace di reagire, e Kirian avrebbe approfittato di quel lasso di tempo per cercare di farlo ragionare e desistere dal suo proposito. Tuttavia, per quanto le sue parole fossero state sincere e cariche di speranza, il ladro le aveva rifiutate dimostrando di essere ben più deciso a portare a compimenti i suoi loschi fini di quanto l'uomo del monastero non si fosse aspettato.
Che fosse quella la presenza "marcia" che aveva avvertito in lui sin da quando lo aveva visto la prima volta? Poteva davvero esistere un essere che rifiutasse la guida della luce con così tanta ostinazione?
No, Kirian riusciva a distinguere nelle sue parole un fondo di verità, poiché lui stesso aveva provato quella sensazione di paura e vertigine quando meditava sulla vita e il suo corso. Si rendeva conto di non avere alcuna ragione per "guidare" e "giudicare" quell'uomo, se non per il semplice fatto che avesse rubato un testo che non gli apparteneva. Tuttavia non riusciva a desistere dall'idea di poter salvare quell'anima e ricondurla sulla retta via.
Non voleva trasformare quel ladro in un santo, ma solamente farlo ricredere sulla sua negativa visione della vita. Aveva aiutato giovani apprendisti a superare i loro timori e le loro chimere al monastero, non dubitava di riuscire a convincere anche quell'uomo.
- Tutti facciamo delle scelte sbagliate. - disse infine cercando di aprire un nuovo dialogo con il ladro. - La mia intenzione non è quella di cambiare radicalmente la tua natura, ma solo farti comprendere perché quello che hai fatto è sbagliato. -
"Tutti commettiamo errori." pensò Kirian, "nemmeno io sono esente da questo. Forse ha davvero ragione, potrei non essere la persona adatta per guidarlo verso la luce, ma non posso lasciarlo andare con il libro."
Per un attimo il monaco sembrò riflettere su quello che doveva dire, e ci mise qualche secondo in più a formulare la frase.
- Hai ragione, la realtà ha molte facce, spesso molte più di quante non riusciamo a comprendere. Potresti essere nel giusto e io nel torto riguardo a ciò che l'uomo ha bisogno di sapere. Forse la Tenebra è in realtà una Luce. -
Le sue parole non erano studiate a caso. Aveva cercato di comprendere la sua psicologia, ma non era mai stato particolarmente bravo in quel genere di cose, e il suo discorso rischiava di traballare, spazzato via dalle forti folate di vento.
- Rimane il fatto che hai rubato qualcosa che non ti appartiene, e devi restituirlo. - sospirò. - Non posso prometterti di lasciarti consultare a piacimento quel testo, tuttavia potrei permetterti di accedere al suo sapere. - lo scrutò intensamente. - Sotto la mia supervisione. -
Non aveva intenzione di lasciare che le parti più pericolose dell'Alma Arcanis finissero nelle mani di una persona malvagia, ma se fosse riuscito a guidarlo nell'apprendimento del libro, forse ci sarebbe stata la possibilità che quel sapere non andasse perduto.
Aveva potenziale; un enorme potenziale, solo che lo stava convogliando nella direzione sbagliata.

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ATTACCO

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Dall'espressione dell'uomo però e dal suo indietreggiare Kirian intuì che sarebbe stato difficile riuscire a convincerlo solo con le parole. Doveva passare ai fatti, e doveva farlo mentre l'avversario era ancora stordito dalla sua raffica precedente.
Le folate di vento lo destabilizzavano, rendendo i suoi pugni meno precisi e potenti, ma poteva ancora contare su una serie di tecniche di immobilizzazione che gli erano state insegnate dai maestri. Se fosse riuscito a tenerlo in stallo e impedirgli di fuggire, forse sarebbe anche riuscito a convincerlo della verità nelle sue parole.
[Movimento Gratuito 7.5m: I3 - K0]
Agilmente si sarebbe portato nuovamente a distanza ravvicinata dal ladro. Le raffiche di vento gli sferzavano il viso, ma lo strato di roccia di cui si era ricoperto in precedenza riusciva a mitigare le lacerazioni.
[Aura: Rock Skin] [Attiva]

[Azione - Seismic Stomp]

Dalla posizione vantaggiosa Kirian sembrò voler portare un calcio verso il volto dell'avversario, tuttavia non estese la gamba sferrando invece un potente colpo con il tallone a terra, causando una violenta scossa a terra che avrebbe destabilizzato chiunque in un raggio di dieci metri.
Non avrebbe tentato di colpire ulteriormente il ladro, poiché avrebbe rischiato di esporsi troppo, si limitò invece a a parlare, ed essere certo che l'uomo ascoltasse le sue parole.
- Restituisci il libro. Ora. -
Cambiò la sua posizione, passando da quella offensiva che aveva tenuto fino a quell'istante ad una più votata all'elusività.
[Stance: Boei]

Non voleva lasciarsi trovare impreparato nel caso in cui l'uomo avesse deciso di rifiutare la sua offerta. Aveva dimostrato di essere in grado di fare grandi cose. I suoi poteri sembravano provenire quasi da un'altra dimensione, e Kirian cominciava a chiedersi se fosse davvero umano.

Kirian si rese conto che le sue parole non avevano effetto sul ladro. Avrebbe potuto provare a convincerlo all'infinito del suo errore, e questo avrebbe continuato a convincersi di essere nel giusto. Lo scherniva ridendo come se se fosse certo di poterla comunque passare liscia.
Nuovamente l'avversario si allontanò, cercando di mettere quanta più distanza possibile tra sé e il monaco. Stava prendendo tempo, ed era evidente che nonostante tutto i precedenti colpi andati a segno avessero in qualche modo intaccato il suo spirito combattivo. Si manteneva vigile e attento, segno che comunque temeva altri possibili attacchi da parte di Kirian.
Nuovamente il ladro sollevò un libro etereo e richiamò, come aveva fatto in precedenza con la serpe spettarle che ancora gli strisciava sulle spalle, un grosso serpente dalla scaglie rosse e con alcuni finimenti dorati. Inizialmente l'apparizione lasciò Kirian a bocca aperta, ma si riscosse subito, rendendosi conto che quell'essere non era reale, dato che riusciva a vedervi attraverso.
"Tutto quel potenziale, al servizio della causa sbagliata." pensò mentre osservava la situazione. La nuova creatura evocata sembrò ridare forza al ladro che comunque si assicurò di rinforzare la tempesta di vento che aveva già cominciato a perdere intensità.
Doveva agire ora e mettere fine a quello scontro prima che la situazione degenerasse ulteriormente.

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ATTACCO

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Nonostante tutto il ladro aveva ancora voglia di parlare, continuando a punzecchiare Kirian, che dal canto suo invece aspettava solo il momento più opportuno per colpire. Forse non sarebbe riuscito a convincerlo a ricredersi sulle sue azioni, ma almeno avrebbe recuperato il libro; se fosse riuscito a mandare a segno almeno un colpo diretto.
Non voleva ucciderlo, ma solo ferirlo in modo da poter recuperare il testo e trascinare il furfante al monastero, dove avrebbe scontato la sua pena per il furto, e solo allora, forse, Kirian gli avrebbe permesso di prendere visione dell'Alma Arcanis.
- Tu mi piaci, sai? Quest'aria da bambinone bonaccione che hai è simpatica, ma ho speso troppo tempo nel cercare questo libro per lasciarlo perdere solo "perché lo dici tu". Quindi se lo rivuoi indietro, dovrai togliermelo con la forza! -
A quelle parole il monaco scosse il capo. Ormai era evidente che non lo avrebbe ascoltato, non con le buone almeno.
- Un maestro deve essere indulgente con il suo allievo, ma deve anche sapere quando schiaffeggiarlo. - disse preparandosi a passare all'offensiva. - Se è questo che desideri, allora dovrò prendere l'Alma Arcanis dal tuo corpo incosciente. -
L'aura rocciosa era ancora attiva e gli permetteva di resistere con efficacia alle folate di vento.
[Aura: Rock Skin] [Attiva]

Rapidamente si mosse in avanti per colmare la distanza che lo separava dall'avversario, scartando di lato per evitare di passare in mezzo all'enorme serpente etereo. Non sapeva che cosa gli sarebbe potuto accadere se lo avesse semplicemente attraversato, ma non ci teneva a scoprirlo proprio ora.
[Movimento Gratuito 5M: K0 - K2]
Nuovamente in una posizione estremamente ravvicinata il monaco fece appello alla forza della terra, generando con un colpo di tallone un pilastro di roccia del tutto simile a quelli che aveva richiamato in precedenza, che sarebbe saettata verso il ladro.
[Rapido - Earth Pillar] [Spostamento Subuza K2 - K4]


Se l'attacco fosse andato a segno avrebbe certamente causato qualche danno, oltre che respingere il ladro di alcuni metri.
Tuttavia l'assalto di Kirian non era ancora finito. Di certo non sarebbe bastato così poco per far desistere il suo avversario. Non erano bastate le semplici parole, allora non sarebbe bastato nemmeno quel pilastro.
[Movimento Gratuito 5M: K2 - K4]
Si sarebbe nuovamente portato a distanza ravvicinata. Non sapeva che scopo avesse la grossa serpe alle sue spalle, ma non prometteva nulla di buono, dunque doveva provare ad allontanarlo da lei il più possibile.
Come pochi istanti prima avrebbe richiamato un pilastro di terra che avrebbe cercato di colpire il ladro e respingerlo.
[Rapido - Earth Pillar] [Spostamento Subuza K4 - K6]


Mentre l'avversario sarebbe stato sbalzato indietro Kirian ne avrebbe approfittato per richiamare un grosso cumulo di terra grazie alla sua affinità con l'elemento in questione e a suon di pugni forti e precisi lo avrebbe scolpito come una grossa e rozza sfera.
Poi con colpo ben deciso l'avrebbe spinta con forza verso il ladro.
[Azione - Boulder Smash]



Mentre la polvere causata dal rotolamento dell'enorme masso si sarebbe lentamente depositata, Kirian avrebbe cercato di scrutare davanti a sé se tutti i suoi attacchi erano andati a buon fine e se era così riuscito a mettere fine a quel futile scontro.

Era finita, aveva vinto. Tuttavia Kirian non era felice. Avrebbe voluto convincere il ladro con le buone e fargli vedere la retta via da percorrere, invece si era trasformato in un barbaro e lo aveva mandato al tappeto pur di ottenere il suo scopo. Non si era egli stessi comportato proprio in quel modo che criticava tanto? Si, ma non avrebbe potuto fare altrimenti in quella situazione.
Con calma il grosso monaco si avvicinò all'avversario svenuto e raccolse il libro incriminato che ora giaceva riverso a terra, aperto ma non eccessivamente rovinato. La copertina era sporca di terra e alcune pagine sembravano spiegazzate, ma non sembrava mancare nulla e quasi tutto il testo sembrava ancora leggibile.
La sua intenzione era quella di caricarsi in spalla il ladro e portarlo al monastero di Pax-Wuhan, tuttavia non era certo che potesse essere la scelta migliore. Riportare il libro era un conto, ma la presenza del ladro, persino sotto chiave nelle celle, non sarebbe di certo stata gradita. La sua priorità rimaneva comunque quella di riuscire a convincere quell'uomo a redimersi dal suo comportamento.
Si sedette a terra, poco distante dall'avversario e lo scrutò attentamente per qualche istante.
Riusciva a vedere quei limiti di cui il ladro gli aveva parlato durante lo scontro, ne era sempre stato cosciente e lo vedeva in quei muri che i suoi maestri ergevano attorno a loro stessi. Rimanevano nella luce, perché temevano di essere inghiottiti dall'oscurità eterna della vita. Timide creature che non osavano uscire durante il giorno per timore di essere sopraffatte dal mondo.
Kirian riusciva a vedere quella verità, ma capiva anche che c'era un punto in cui ci si doveva fermare e comprendere che non si poteva andare oltre senza rischiare di perdere davvero la propria coscienza e sanità mentale. C'erano poteri ed entità citate nei documenti al monastero che sarebbe stato meglio se non fossero mai nemmeno stati concepiti, eppure esistevano e la conoscenza del loro utilizzo doveva essere tramandata.
Era sbagliato dunque usarla? No, non del tutto almeno, ma si doveva essere certi che quel potere fosse usato per il giusto fine. Per il bene di tutti, non solo per il proprio tornaconto.
Se solo quel ladro fosse riuscito a capirlo, forse Kirian avrebbe anche potuto aiutarlo a comprendere l'Alma Arcanis.
"Avrebbe davvero bisogno di una guida?" pensò mentre camminava lungo i corridoi del monastero. "Da quanto ho visto le sue capacità sono fuori dal comune...".
Le celle del monastero erano situate nella parte vecchia dello stesso, una zona un po'decadente e con varie pietre smosse e cardini cigolanti. Non era una vera e propria prigione, quanto un luogo in cui venivano mandati i bambini indisciplinati. Venivano lasciati li per qualche giorno, in modo che meditassero sui propri errori e poi venivano riammessi alle attività del monastero stesso.
Kirian sapeva che quel genere di posto non sarebbe stato sufficiente a tenere a segregato a lungo una persona "speciale" come quel ladro, e per quello ora esitava a caricarselo in spalla e ritornare al tempio. Voleva parlargli, un'ultima volta; prima di lasciarlo andare.
Si alzò ed estrasse dalla tasca una boccetta contenete un liquido rossastro e denso. Voltò il capo dell'uomo a terra e delicatamente lasciò scivolare il contenuto dell'ampolla nella sua gola.
[Uso Oggetto Curativo]
Poi indietreggiò, si sedette ed attese.