[EVENT] Arcana - 1^ Esposizione Aldarense

Questa volta non devi allontanarti da me, siamo intesi?
Kwa-hoo..

La scimmietta mugugnò poco convinta ma volente o nolente, questa volta avrebbe fatto quello che diceva Karma. L'ultima volta avevano rischiato entrambi di finire rinchiusi in una gabbia dello zoo (o almeno di questo era convinto l'arcadiano) per cui questa volta non avrebbe permesso all'amichetta di dare estremamente nell'occhio.

Tanto più che si trovavano in quella che sembrava un importante raduno del branco di quella città, un pò come la matriarca del grande branco richiamava l'adunanza della stagione della fioritura. In quella occasione, individui di ogni dove e di ogni specie accorrevano per il censimento annuale e per udire la preghiera e benedizione della prescelta di Ysabeth.

Qui ci sono persino cose più strane che altrove. E' davvero interessante questa foresta. Anzi, città.. sì.

Aggeggi roteanti e sbuffanti si muovevano in moto perpetuo sulle bancarelle, ma anche acrobati, artisti di strada, venditori ambulanti e quanto di più strano e variegato potesse esistere al mondo. Karma passeggiava stralunato facendosi strada tra la folla. Tutta quella gente in un sol posto era ancora molto strano per lui e difficilmente si sarebbe abituato a tutta quella "densità" di popolazione. Ma questa era la grande foresta di cemento che loro chiamavano città.

Passò davanti a quello che era un grosso tendone a righe verdi e gialle per scorgere qualcosa che catturò la sua attenzione. Una ragazza, giovanissima, dai capelli rossi che era appesa a testa in giù per un trapezio, intenta a leggere un libro (sì, gli era stato spiegato cosa fosse un libro settimane prima) Karma dapprima la osservò da lontano, chiedendosi perché nessuno la guardava con disapprovazione come facevano con lui quando si arrampicava sulle cose o faceva simili bizzarrie.

Hera si rese conto del comportamento di Karma e fu indotta a guardare verso la stessa direzione, mugugnando qualche verso con fare interrogativo. Karma, notando che lei poteva starsene lì appesa, sulle sue, senza che nessuno le desse peso, si avvicinò ancora incuriosito fino a poterle parlare senza rischiare che la mormorìo generale coprisse le loro voci, quindi esordì.

Come mai nessuno ti dice nulla? La ragazza, resasi conto solo in quel momento della presenza di Karma, alzò di poco il libro per poterlo guardare, prendendosi il tempo di focalizzare la sua figura e realizzare che non lo conosceva affatto. Come prego?

La gente. Non ti guarda storto nè ti sgrida anche se sei appesa a testa in giù. Se lo facessi io, le guardie accorrerebbero immediatamente. Come mai? Hai un permesso speciale? La ragazza lo guardò dapprima incredula, trattenendo un sorriso spontaneo per via delle domande bizzarre, quindi rispose gentilmente. Diciamo di sì. Sono una circense, diciamo che è il mio lavoro per cui nessuno mi sgriderebbe mai. La scimmietta tentava di capire qualcosa di quella conversazione, ma senza riuscirci.

Vuol dire che ti pagano per stare a testa in giù? La rossa rise. Anche. Per quello e per esibirmi in altre acrobazie. Insomma, in questo circo, questo genere di cose è permesso.
Ghuwaha?
Significa che nessuno potrebbe metterla in gabbia se lo fa qui.

La scimmietta emise un piccolo urlo di contentezza, guizzando via dalla spalla di Karma e fiondandosi su una delle corde del trapezio della rossa. Ehi, un momento! Esclamò la ragazza dapprima preoccupata dall'intraprendenza dell'animaletto, ma quando l'ebbe vista da vicino giocare sulla corda, non potè che riderne per la tenerezza. Hahaha ma che bella scimmietta.

Vieni giù! Ti avevo detto di non muoverti da vicino me!
Ma è carinissimaaa. Disse la ragazza riponendo il libro tra le gambe piegate sulla barra orizzontale e prendendo ad accarezzare l'animaletto che, neanche a dirlo, si fece coccolare allegramente. Come si chiama?

Fu la seconda volta che Karma si sorprese di quella ragazza. Era la prima persona a Neagora che non trattava Hera con disprezzo o timore, anzi. Dopo averla guardata per qualche secondo attonito, rispose alla domanda. Si chiama Hera. E' ancora cucciola per cui è ancora testarda e non capisce quando deve darti retta!

L'ultima parte fu pronunciate come rimprovero verso l'animale che fu intimorito solo per un secondo, tornando a infischiarsene poco dopo per godersi le carezze della ragazza. E' adorabile. Da dove venite?



E vi risparmio i dettagli della conversazione. Fatto sta che Karma aveva già fatto conoscenze e, per sua fortuna, non si trattava della solita guardia con intenzioni ostili.

Uuuuh, sta cominciando! Squittì la rossa ragazza appesa a testa in giù mentre portava il libro sotto il mento per mantenerlo fermo e liberare le braccia. Le mani si posarono sul trapezio mentre con elasticità e grazia invidiabile ritornava eretta, per poi atterrare leggiadra poco distante da Karma. Afferrò la fascia di stoffa che legava i capelli in una coda lunga e la disfece sciogliendo la folta chioma rossa. Utilizzò quindi la stessa fascia per acconciarsi meglio, usandola per fasciare la zona alta della fronte.

Era molto giovane, fresca come un giglio appena colto. Gli occhi verdi come la stoffa della fascia risplendevano come gocce di rugiada in mezzo ad un viso roseo puntellato da leggere lentigini. Era davvero carina ma troppo giovane. Hera saltò giù a sua volta dal trapezio posandosi sulla spalla della ragazza, cercando carezze avendo capito che le era caduta in simpatia.

Ruffiana... Commentò Karma, un poco sorpreso del feeling instantaneo sorto tra i due. In fondo si poteva dire che erano due cuccioli, probabilmente era questo che li legava. La rossa comunque era scesa dalla sua posizione preferita per un motivo. Posò il libro su di una cassapanca che per qualche motivo si trovava all'esterno di quel tendone e prese a camminare rapidamente verso la piazza dove una certa folla si stava accumulando. Su andiamo, la fiera sta per cominciare. Non vorrai perdertela?

Come? Chiese Karma un pò disorientato. Era previsto uno spettacolo forse? Sapeva che quello era una specie di mercato delle bizzarrie, o almeno così aveva capito, non aveva idea che ci sarebbe stato qualche forma di evento principale. Hera invece era perfettamente a suo agio assieme alla sua nuova amica ed era tutta elettrizzata da quel che stava per cominciare, sebbene non avesse la benché minima idea di quel che le accadeva attorno. Karma non ebbe altra soluzione che seguire le due e anche dovendoci mettere un pò di impegno dato che la ragazza era abbastanza svelta. Un bel tipetto, non c'è che dire...

Dovette districarsi tra la gente per poterla raggiungere. Per qualche istante l'aveva persa di vista, ma poi i colori rossastri di quella chioma la fecero risaltare ai suoi occhi in mezzo alla calca. Odiava dover essere in mezzo a una quantità tale di persone, era il tipo che desiderava un certo spazio vitale. Così si sentiva oppresso.

Emiranda. Disse la ragazza quando Karma le fu arrivato al fianco, finalmente. Cosa? Chiese lui, immaginando in un primo momento avesse detto qualcosa in una lingua straniera. Il mio nome. Non credo di avertelo ancora detto. Mi chiamo Emiranda, sono un artista di strada, ma questo lo sai già. Tu come ti chiami? Chiedeva, ma senza guardarlo. Era concentrata sull'uomo sul palco che parlava di una carrellata di cose che dovevano avere luogo in quel posto. Karma non ebbe la possibilità di capirci granché anche perché la metà di quei nomi non li conosceva, per cui si concentrò sulla conversazione con la rossa. Errh Karma. Mi chiamo Karma io.

Karma... Bel nome. Causa ed effetto, eh? Karma la guardò di nuovo, sempre più disorientato. Cominciò a chiedersi se fosse la ragazza una persona complicata o era lui ad essere un pò stupido. Lei notò il suo sguardo interrogativo e ne rise gentilmente. E' quel che significa il tuo nome. L'ho letto in un libro. Karma vuol dire ciclo, un unica forza spirituale in cui tutti siamo coinvolti secondo la quale le azioni degli individui si intrecciano in una rete complessa di cause e di effetti.

Karma era sempre più confuso ma questa volta la ragazza lo comprese. Insomma, le cose che ci capitano sono una conseguenza delle nostre azioni. Se facciamo azioni buone, la vita ci riserverà cose buone. Se facciamo cose brutte, beh... prima o poi il male ci si ritorcerà contro. Si voltò di nuovo verso il palco quando l'uomo ebbe annunciato l'inizio della fiera e la ragazza unì prontamente la propria voce a quella delle altre persone, acclamando con gioia l'avvenimento con tanto di pugno agitato in alto per enfatizzare. Hera per l'occasione si unì all'entusiasmo generale, saltellando e urlando, mentre Karma si guardava attorno sentendosi sempre più fuori luogo.

Infine l'arcadiano la guardò pensieroso. Tu ci credi veramente? La ragazza un pò distratta, terminata l'acclamazione, si voltò verso di lui. A cosa? Disse lei con i resti della gioia del momento ancora sul volto sotto forma di genuino sorriso.

Al Karma. Rispose lui, abbastanza serio. Lei sembrò doverci pensare un attimo, guardando di lato nel far ciò. Ci mise giusto un paio di secondi. Perché no. E' bello credere che le buone azioni non siano inutili e che ci sia una forza superiore che aiuti le brave persone.

Karma ci pensò su. Non si era mai soffermato a pensare a quello che non poteva vedere. Per lui la vita era fatta della propria casa, i propri affetti e del preservare la propria terra e i propri cari. Era un modo pratico di vedere le cose, con dei valori su cui non prescindere mai. Però a volte, quando vedeva determinate cose, sentiva il bisogno di credere che ci fosse qualcosa che potesse mettere le cose a posto, qualcosa di più. Motivo per cui l'idea del Karma gli sembrò un bel modo di vedere le cose. Già. Dev'essere così.

La rossa si soffermò a guardarlo, intuendo che qualcosa, nel profondo, dovesse turbarlo. Non volendo comunque domandare nulla per non sembrare invadente, ragionò che aveva bisogno di distrarsi, pensare ad altro, per allontanare brutti pensieri. Avvicinò quindi una mano al musetto di Hera e questa, contenta, vi strofinò il capo per farsi accarezzare. Allora Hera, hai mai mangiato lo zucchero filato?

Heee-Kwa-hoo?? La scimmietta e la ragazza guardarono Karma, al che l'uomo dovette come rinsavire. Zucchero? Oltre a quello della frutta, dubito abbia mangiato altro zucchero nella sua vita. In verità anche io non sono molto esperto. Forse qualche caramella... La rossa rise di nuovo, schioccando le dita in un cenno di decisione. Allora venite con me, dovete assolutamente provare!

Karma alzò il viso al cielo, perso ad ammirare lo spettacolo pirotecnico messo in scena dai neagoresi in occasione dell'inizio ufficiale della fiera. Molte cose strabilianti avevano già potuto ammirare. Grossi colossi venivano animati da una strana forma di energia, assieme ad altri acrobati e artisti circensi e tutto era una festa assai rumorosa e sgargiante di fronte alla quale Karma era rimasto rapito.

Non che non abbia mai visto i fuochi d'artificio o altre delle cose lì presenti prima di quel momento: aveva sì vissuto i suoi primi 30 anni senza mai uscire fuori da Arcadia, questo è vero, ma questo non significa che fosse nato ieri. Tuttavia quel tripudio di luci e colori, emblema dell'apice tecnologico e culturale Neagorese ostentato in quella fiera, era qualcosa di fuori dal mondo. La sua attenzione era calamitata su quella combinazione di colori luminosi e sgargianti, di giochi di prestigio e esibizioni mozzafiato da impedirgli di rendersi conto di molto di quello che stava succedendo attorno a lui.

E' meraviglioso, vero? Chiese la ragazzina guardando verso il cielo assieme alla propria scimmietta, sbalordita ancor più del proprio padrone.

Già. Commentò Karma, ignaro che invece un altro spettacolo pirotecnico voleva scaternarsi lì vicino a loro, nonostante un gruppo di persone si stava già adoperando per fermarlo. Il primo sintomo che qualcosa non quadrava fu una strana aura ventosa che lo avvolse all'improvviso. Si guardò intorno cercando di capire quale fosse la fonte di quella manifestazione di chakra ma non riuscì ad individuare nessuno. Ma che...

Contemporaneamente uno spruzzo violento d'acqua pressurizzata colpì un gruppo di presenti e lui, che non aveva neanche la più pallida idea di quel che stava accadendo, saltò sull'attenti, aguzzando i sensi e riprendendosi del tutto da quella specie di incanto. Fu Misaki a calamitare per prima l'attenzione, era in compagnia di quello che diceva essere uno scienziato ma non capì ancora nulla. Rimase a fissare i due, comunque in stato di allerta. Lo era sempre quando era circondato da un tale numero di persone in confusione.