[ARENA: T2] Leomaros Silverkin VS Yao "Nihil" Shun

Ancora una volta aveva sottovalutato il suo avversario. Si era creduto sicuro dopo aver messo una trentina di metri tra sé e il temibile guerriero, e contro ogni aspettativa questo era non solo riuscito a macinare rapidamente la distanza, ma anche a portare un affondo di lancia davvero invidiabile.
Colto alla sprovvista il sicario non riuscì ad alzare in tempo le braccia per parare il colpo in arrivo, potendo solamente arretrare lievemente per incassare meglio l'attacco ed evitare che la punta dell'arma finisse per conficcarsi troppo in profondità, o peggio trapassarlo.
Nonostante quell'accortezza l'impeto della carica di Leomaros fu tale da lasciare comunque un grosso squarcio sanguinante sul petto di Yao. Il sangue colava dalla ferita aperta sul torace di Yao, scendendo fino a terra, macchiando finalmente il terreno arido di quell'arena. Finalmente quella terra aveva assaggiato il sangue di uno dei due contendenti.
Il sicario sentì le forze venirgli meno. Le gambe minacciarono di cedere, e quasi senza sapere come l'uomo si ritrovò con un ginocchio a terra e la testa china a fissare le piccole macchie di sangue che dalla ferita gocciolavano sul terreno. Non aveva paura di mostrare la sua debolezza, ma temeva che questo lasciasse uno spiraglio fin troppo facile al guerriero per poterlo incalzare.
- Dopo questa tua prova di forza... - disse dopo qualche istante rimettendosi in piedi. - ...decisamente non posso più non considerarti un buon combattente; ma "forte". Oh...il forte non è solo colui che mostra i muscoli e schiaccia gli avversari grazie a possenti colpi d'arme, ma chi sa distinguere quando una battaglia non può essere vinta o quando sia il momento migliore per attaccare e quando sia quello dell'attesa. -

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ATTACCO

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Ora che era nuovamente stabile sulle sue gambe, il sicario strinse i gomiti verso i fianchi e si preparò ad adottare una delle sue strategie offensive preferite. Adottando quella postura che offriva un ridotto spazio all'avversario per difendersi dal suoi colpi avrebbe potuto mirare a punti esposti ed articolazioni, riuscendo a rendergli difficoltosi eventuali attacchi successivi.
[Stance: Kemto]

Prima di partire all'assalto avrebbe saggiato il terreno attorno a sé, anche per verificare la stabilità delle sue gambe. Si sentiva stanco, e non dubitava che dopo aver subito un affondo del genere il suo potenziale offensivo fosse stato ridotto, ma non era ancora pronto ad arrendersi.
- Né tu né io siamo davvero "forti". - avrebbe concluso prima di prepararsi ad attaccare.
Lo aveva notato in precedenza, ma Leomaros sembrava soffrire molto i suoi colpi mirati, allora doveva continuare ad incalzarlo con quella sequenza, in modo da riuscire almeno in parte a limitare il suo potenziale offensivo.
Come aveva fatto in precedenza, mirò alle giunture dell'armatura, sperando di riuscire a stordire il guerriero, se non anche arrecargli qualche danno fisico.
[Azione - Break Point]


Dopo aver portato l'attacco Yao si concentrò per richiamare l'energia interiore in suo aiuto. Doveva potenziare i suoi colpi in modo da supplire alla mancanza di forza causata dalla perdita di sangue.
Lentamente attorno al sicario sarebbe nuovamente apparsa un'aura biancastra; un'aura che Leomaros ormai aveva sicuramente imparato a riconoscere.
[Aura: Chant of Bravery] [Attiva]

Una volta sicuro di aver costruito un flusso energetico stabile ed efficace, non si sarebbe risparmiato. Con un rapido scatto in avanti avrebbe cercato di piazzare almeno un altro colpo, stavolta mirando al viso del guerriero.
[Rapido - Attacco Fisico]

L'istinto gli diceva di arretrare, ma avrebbe avuto senso farlo ora? No, poteva comunque rimanere difensivo senza allontanarsi troppo in ogni caso.
Stavolta non avrebbe abbassato la guardia, non si sarebbe lasciato cogliere impreparato nuovamente.
- Siamo testardi, coriacei, duri; ma forti, quello decisamente no. -

Secondo il piano mentale di Yao ora avrebbe dovuto ricevere un attacco con l'arma che avrebbe potuto prontamente parare, invece accadde ancora una volta l'inaspettato. Leomaros aveva ancora una volta fatto appello all'arte della terra per colpirlo e respingerlo di alcuni metri.
Il pilastro di roccia stavolta era sbucato proprio da sotto i piedi del guerriero ed aveva colpito il sicario in pieno stomaco. Sfortunatamente la dura pietra era andata ad impattare anche contro la ferita riportata poco prima, che ancora aperta aveva ripreso a sanguinare.
Strinse i denti, mentre si lasciava spingere indietro da quella forza della natura. Che cosa poteva fare? Non sarebbe riuscito a difendersi da un tale assalto nemmeno se avesse voluto.
Ormai era chiaro da che parte stesse pendendo l'ago della bilancia, e purtroppo non era a favore di Yao.

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ATTACCO

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Tra il sicario e Leomaros ora c'erano poco più di sette metri, una distanza che il guerriero non ci avrebbe messo molto a colmare. Per Yao invece quella distanza rappresentava il maggior ostacolo, perché gli impediva di fare ricorso a tutte le sue forze per porre fine allo scontro. Doveva prendere tempo, doveva trovare un modo per riprendersi e costringere, ancora, l'avversario ad attaccarlo per primo.
"Spero solo di riuscire a sostenere un'altro dei suoi colpi, o sarà davvero la fine."
Abbandonò la posizione offensiva assunta in precedenza per spostarsi verso una posa votata all'agilità: allargò le gambe ed allontanò i gomiti dal busto, infine piegò leggermente le ginocchia.
[Stance: Catlike]

Si concentrò qualche istante e l'alone biancastro che lo aveva avvolto in precedenza lentamente si attenuò fino a scomparire del tutto.
[Aura: Chant of Bravery] [Spenta]
Poi con alcuni rapidi passi si spostò all'indietro, aumentando ancora la distanza tra sé e Leomaros. Ormai il guerriero avrebbe di certo riconosciuto quel modo di fare, che aveva contraddistinto le azioni del sicario sin dal primo momento.
Quando non era in grado di attaccare semplicemente si allontanava, attendendo il momento propizio per colpire.
[Movimento Gratuito 7.5m: M6 - M9]
Yao sputò a terra e vide che misto alla sua saliva c'era anche del sangue. Non si era accorto del sapore ferroso che gli impastava la bocca fino a quell'istante. Era messo male, tuttavia non si sarebbe arreso, non ancora almeno. Sapeva di avere una piccolissima possibilità di battere quell'enorme guerriero, ma doveva stare molto attento e giocare con accortezza le sue carte o il prossimo colpo sarebbe potuto essergli fatale.
- Rifletti sulle mie parole Leomaors Silverkin. - disse infine. - Rifletti su quello che significa essere forte. -

Yao si aspettava un attacco, ma questo non arrivò. In compenso il guerriero rimase sulla difensiva, avanzando cautamente senza esporsi. Sarebbe stato molto difficile trovare un punto scoperto dove colpire in quel momento. Forse Leomaros si era reso conto di essere troppo esposto in certi punti e la sua posizione difensiva, leggermente piegata sulle ginocchia, con braccia strette e con il corpo lievemente ruotata esponendo quasi solo un fianco potevano essere un sintomo di maturità e crescita del suo avversario. Se era già arrivato a quel punto, quanto ci avrebbe messo a trovare una falla nel suo schema?
Le parole del guerriero erano invitanti, doveva dargliene atto: arrendersi avendo così salva la vita. Avrebbe potuto mettere la parola fine a quel lungo scontro senza senso e ritornare...ritornare dove? Ad Aethernia, dove senza la testa del suo bersaglio sarebbe finito in manette o peggio in una fossa comune?
No. Non poteva arrendersi perché in ogni caso per lui non ci sarebbe stata via di scampo. Aveva visto la vera faccia dell'Impero, ed era stato abbastanza furbo da allearsi con la parte che aveva il coltello dalla parte del manico. Fuggire, far perdere le sue tracce, di certo ne sarebbe stato capace; ma sarebbe stato abbastanza bravo da depistare eventuali sicari da quel momento fino alla fine dei suoi giorni? Non ci sarebbe stato tempo per i ripensamenti ed accurati calcoli preparatori, avrebbe vissuto una vita da fuggiasco, da rinnegato.
Espirò, ed assieme all'aria fece uscire anche gli ultimi dubbi riguardo a quella scelta. Non poteva assolutamente arrendersi, poiché entrambi sapevano fin dall'inizio che quello scontro sarebbe potuto finire in un solo modo: vincitori o cadaveri.
- Nihil. - disse Yao in tono serio, forse per la prima volta in quello scontro. - Nel dialetto imperiale significa "nulla"; ed è quello che rimarrà di uno di noi due quando giungeremo al limite delle nostre forze. -
Sogghignò, come molte volte aveva fatto in precedenza, ma stavolta senza l'intento di sbeffeggiare l'avversario. - Non posso accettare la tua offerta. Perciò non risparmiarti e fammi vedere che sei degno di essere definito "forte". Non lasciare nulla di me, perché io userò a te la stessa cortesia. -

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ATTACCO

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Era in svantaggio, decisamente in svantaggio, ma non avrebbe mai ammesso una sconfitta, almeno non se c'era anche una singola, piccolissima, possibilità di sopravvivere. Quello che stava facendo Yao ora poteva essere definito da molti come un "correre sul filo del rasoio", ma in questo caso lui lo avrebbe chiamato un "ballare sulla punta della lancia".
[Stance: Catlike]

Doveva allontanarsi, mettere una discreta distanza tra sé e l'avversario in modo da evitare di essere colpito da un'altro di quei fastidiosi spuntoni di roccia che sembrava creare magicamente dal terreno, ma senza allontanarsi troppo, per poter contrattaccare al momento giusto.
[Rapido - Sprint] [Movimento: M9 - M13]

Contò mentalmente i metri, cercando di capire se quella distanza potesse essere sufficiente per ritenersi al sicuro o meno. Quel guerriero sembrava avere più risorse di quante ne avesse dimostrate in un primo momento. Se fosse perito per i suoi colpi se ne sarebbe fatto una ragione, era evidente che in quanto a forza fisica il suo avversario fosse in netto vantaggio, ma se all'inizio aveva dubitato anche della sua astuzia, ora doveva ricredersi, perché in pochi istanti era riuscito a ribaltare la situazione a suo favore.
L'unica cosa che Yao avrebbe rimpianto sarebbe stato il non essere riuscito a portare a compimento la sua missione. Non tanto per una questione di onore o prestigio professionale, ma per semplice dovere. Il suo incarico era quello di togliere estinguere una vita in particolare; una vita che avrebbe se avesse acquisito eccessivo prestigio e forza sarebbe inevitabilmente diventata un grosso pericolo per l'impero stesso, e anche per Kalendor.
"Forse..." pensò mentre guardava Leomaros con nuovi occhi.
Era forte, determinato, e non sembrava farsi molti scrupoli. "Ma accetterà?"
Dopo qualche istante di esitazione, diede finalmente voce ai suoi pensieri.
- Non sono qui perché attratto dalle ricompense o dal prestigio che potrei ottenere diventando il migliore tra i migliori, ma per semplice lavoro. - allargò le braccia, come ad indicare che di fatto di tutto quello che era successo fino ad ora, degli scambi di colpi e ferite, non glie ne importava molto. - Sono qui per assassinare una persona in particolare, un partecipante del torneo; ma se la mia vita dovesse terminare prematuramente non sarei in grado di adempiere al mio dovere. - attese qualche istante prima di proseguire, per lasciare il tempo al suo avversario di assimilare quelle parole.
- Questa persona è forte, e pericolosa. Va eliminata oltre ogni ragionevole dubbio. Perciò ti chiedo, Leomaros Silverkin, se io dovessi morire per tua mano, porteresti a termine il mio incarico? -
Lasciò nuovamente qualche istante di silenzio prima di parlare, in modo che l'idea di quel compito potesse prendere radici nella mente del guerriero. Doveva essere lucido per fare quella scelta, e capire che cosa un gesto del genere comportava. Non si trattava solamente di sconfiggere un avversario nell'arena durante un duello all'ultimo sangue, ma di un vero e proprio omicidio premeditato.
- Qualunque sia la tua risposta saprai il suo nome quando, e se, la tua lancia mi trafiggerà mortalmente. - sogghignò. - Allora il fato di questa persona sarà nelle tue mani. -
"Come il destino di molti altri, se quel folle dovesse rimanere in vita."

Se la proposta di Yao fosse stata presa o meno in considerazione da Leomaros non c'era modo di saperlo, poiché dopo aver risposto ad una prima affermazione del sicario, il guerriero si era rintanato in un cupo silenzio, e si era mosso cautamente in avanti.
Yao si sarebbe aspettato almeno un cenno o qualche segnale che l'uomo era disposto a raccogliere il suo fardello se avesse posto fine alla sua vita con il prossimo attacco, ma non accadde nulla di ciò.
"E' così allora." pensò mentre abbassava lo sguardo sulla terra battuta dell'arena. "Nessuno vuole macchiarsi di proposito le mani di sangue."
Poteva permettersi di perire così dunque? Sapendo che nessuno avrebbe raccolto la sua missione e le sue armi?

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ATTACCO

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La distanza tra sé e Leomaros era eccessiva, non sarebbe mai riuscito a colmarla, e se ci avesse provato sarebbe di certo finito per crollare a terra stremato prima di poter mandare a segno anche un solo colpo.
Il sicario decise così di rimanere fermo, mantenendo la sua posizione elusiva.
[Stance: Catlike]

Ormai sapeva di essere vicino alla fine. Lentamente presero a riaffiorargli ricordi di un tempo che aveva creduto di aver solo sognato: il monastero ad Ephiora, la sua infanzia spensierata, fino al primo omicidio. La prima volta che le sue mani si erano tinte di rosso, e non per lavoro, ma solo per semplice soddisfazione personale.
Forse una persona normale avrebbe pianto in quella situazione, ma Yao non era una persone come le altre. Aveva lasciato i sentimenti e il rimorso dietro di sé molto tempo fa, proprio quando aveva lasciato dietro di sé il corpo senza vita della sua prima vittima.
Giunse le mani davanti a sé e recitò una piccola preghiera, una appresa dagli stessi monaci che lo avevano cresciuto, e che lui fino ad ora non aveva voluto ricordare.
- Dalle tenebre io compaio. - disse a voce così bassa che forse Leomaros non sarebbe nemmeno riuscito ad udirlo. - Nella luce i miei peccati si alleviano, e alla fine nel giusto riposo, tra le tenebre, io ritornerò. -
Avrebbe alzato nuovamente lo sguardo verso Leomaros, pronto a ricevere qualunque offensiva questo avesse deciso di riservargli.

- Cos'è quello sguardo vuoto, sei già morto per caso prima ancora che lo scontro finisca? - disse Leomaros avvicinandosi cautamente, fino ad arrivare di fatto a pochi passi da Yao, ma senza levare la sua lancia contro il sicario.
- Ti sbagli. - rispose l'assassino. - Questo scontro si sarebbe dovuto concludere già da parecchio tempo. -
Inspiegabilmente uno strano sentimento di rabbia prese possesso di Yao. Con tutte le occasione che Leomaros aveva avuto perché non aveva ancora portato il colpo fatale? Non lo reputava alla sua altezza nonostante tutto? Perché continuava a dirgli di farsi avanti quando in realtà gli sarebbe bastato un colpo di spada ben assestato per mettere fine ai giochi?
"Un colpo che sarebbe dovuto abbattersi su di me da parecchio tempo." pensò, mentre cercava di calmare quella sgradevole sensazione di rabbia.
- Falla finita Leomaros! - avrebbe sibilato poi, non riuscendo più a trattenersi. - Mi prendi per uno stupido? Fino a quando intendi trattenerti dall'attaccarmi seriamente? Sappiamo benissimo entrambi che non ho speranze, e non ne ho mai avute. -
Imprecò mentalmente contro il fato, o chiunque avesse mosse le fila per fare in modo che fosse proprio l'enorme guerriero a dover affrontare l'astuto sicario. C'era forse un Dio dietro a tutto questo? E se c'era, si stava divertendo ora a vedere un mietitore soffrire sotto il gladiatore che la divina provvidenza gli aveva messo davanti?
- Hai avuto almeno una decina di occasioni per concludere questo stupido duello, eppure nel momento cruciale hai sempre esitato. Pensi che io non valga abbastanza da subire la tua ira? Che non sia degno di sostenere i tuoi colpi? - ormai l'odio negli occhi di Yao era palese. - Ti diverti a prendermi in giro in questo modo? -

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ATTACCO

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Senza attendere una risposta Yao avrebbe preso nuovamente la sua posizione scattante ed elusiva.
[Stance: Catlike]

Era stanco di aspettare, e ne aveva decisamente le scatole piene di quel balletto che si era protratto ormai fin troppo a lungo.
Aveva sperato di affrontare un valido avversario, e così era stato, ma non era quello il modo in cui aveva sperato di battersi. In una sola occasione Leomaros lo aveva davvero messo alle strette, mentre per tutto il resto dello scontro si era limitato a temporeggiare, aspettare, attaccare, ma mai in modo decisivo, quando invece con un solo colpo ben piazzato avrebbe potuto mettere definitivamente la parola fine al tutto.
Sarebbero bastati pochi istanti, ed invece il tempo si era inesorabilmente allungato, lasciando si gli spettatori con il fiato sospeso, ma anche un grande senso di vuoto e rabbia nel cuore di Yao.
Con un rapido gesto il sicario estrasse una boccetta contenente un liquido verdastro e denso dalla tasca laterale della sua casacca, e la scagliò contro il guerriero che gli stava di fronte.
[Rapido - Lancio Acido Potente]

Senza ulteriori indugi scattò lateralmente, per mettere quanta più distanza tra sé e il guerriero. Non che ormai potesse fare qualche differenza, ma il suo istinto gli suggeriva di allontanarsi come sempre.
[Movimento Gratuito 10m: M13 - I13]
[Rapido - Sprint] [Movimento 10m: I13 - E13]

Come al solito valutò la distanza. Non era sufficiente per ritenersi al sicuro, ma aveva davvero importanza ormai? Il suo destino era stato segnato nello stesso istante in cui aveva messo piede in quella dannata arena. Prima aveva dovuto affrontare l'Emissario, ora si era trovato davanti quel bestione di Leomaros.
A pensarci bene era davvero strano il fatto che entrambe le volte fosse finito contro avversari davvero impossibili, quasi come se...
"Come se ci fosse stata una mano invisibile a tessere le fila, sin dalla mia partenza da Aethernia." pensò cupamente.
Non aveva mai visto quella situazione sotto quell'ottica, ma effettivamente le cose acquistavano un nuovo senso. La lettere, il bracciale, le semplici parole "per sincerarci che non fallirai ancora".
In realtà non avevano mai avuto davvero intenzione di fargli assassinare qualcuno, quanto fare in modo di liberarsi di lui. Erano stati crudeli ed astuti, ma soprattutto avevano fatto in modo che lui non riuscisse ad accorgersi di nulla.
"E l'unica differenza tra me e il mio bersaglio è che lui esegue gli ordini, sempre, mentre io penso e calcolo come ottenere il maggior profitto."
All'Impero non serviva una pedina che fosse in grado di prendere decisioni autonome, ma solo dei guerrieri sanguinari che non si facessero alcuno scrupolo, né si ponessero domande inutili.
Era stato uno sciocco a pensare di poter lavorare per sempre sotto l'egida imperiale, e in prima istanza era stato un folle a scegliere di affiliarsi a quel vessillo; e ora ne pagava le conseguenze.
Strinse i pugni. No, non era ancora troppo tardi, se solo fosse riuscito a sopravvivere glie l'avrebbe fatta pagare; a tutti.
- Avanti Leomaros! - gridò dalla distanza. - Poni fine a questo inutile scontro ora. Perché altrimenti non avrai più occasione di farlo. -Che accadesse dunque quello che doveva accadere. Volevano che lui perisse? Allora sarebbe perito, ma non stando alle loro regole. Oh si, li avrebbe giocati; anche stavolta le cose sarebbero andate come aveva programmate, perché in ogni caso la sua lama avrebbe raggiunto il bersaglio. Anche da morto.

Leomaros guardò sdegnato la boccetta infrangersi a terra ed apostrofò il sicario per aver tentato di liberarsi di lui in quel modo. Tuttavia se c'era una cosa che Yao aveva appreso durante la sua lunga carriera da tagliagole era proprio che ogni mezzo era lecito per portare a casa la pelle, e quel duello nell'arena non faceva alcuna differenza.
Il guerriero continuava a vomitare parole che ormai per Yao non avevano molto senso. Lo stava incolpando di non essersi lasciato trafiggere all'inizio dello scontro, se davvero si era sentito inferiore e senza scampo. Lo incolpava per voler sopravvivere, per voler trovare ad ogni costo una via di fuga, un modo per riuscire ad uscire da quella situazione. Chi era il più folle dunque? Quello che continuava a giustificarsi o quello che tentava in ogni modo di sopravvivere?
A Yao non importava poi molto quello che Leomaros pensava di lui, poiché era inevitabile che il suo prossimo attacco sarebbe stato anche l'ultimo.
Il guerriero scattò in avanti, macinando metri su metri con la sua carica. La lancia alzata e pronta ad infierire. Si, alla fine la morte sarebbe giunta anche per Yao Shun, il sicario.
Sarebbe stato tutto perfetto, se solamente fosse andato come l'assassino se l'era immaginato. Leomaros non arrestò la sua corsa e si portò a distanza ravvicinata, dalla quale provò a menare un affondo di spada e portare una testata contro il suo avversario.
"Tattica interessante..." pensò.
- ...ma non è sufficiente. - disse poi preparando la sua difesa.
Il braccio che sosteneva la lancia alto e l'angolazione del gomito troppo prevedibile. A Yao bastò ruotare lievemente ed alzare le proprie protezioni per far scorrere la lama su di esse e sfruttare la forza del guerriero per incassare parte del colpo.
[Azione - Counterbreak]


Concentrato com'era per attutire il colpo con ogni mezzo a sua disposizione non riuscì ad evitare la testate che sopraggiunse successivamente al colpo con la lancia, tuttavia l'adrenalina che gli scorreva in corpo gli permise di sostenere l'effetto stordente che quella capocciata in altre circostanze avrebbe lo avrebbe mandato al tappeto.


Da quella distanza estremamente ravvicinata Yao riuscì a fissare per la prima volta il suo avversario negli occhi. Lo aveva fatto spesso durante il suo lavoro. Gli piaceva osservare le reazioni dei suoi bersagli, quando questi si accorgevano di essere giunti al capolinea.
Che cosa avrebbe scorto quindi negli occhi di Leomaros in quella situazione?

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ATTACCO

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Lentamente Yao staccò la testa da quella dell'enorme guerriero e lo scrutò a figura intera per qualche istante. Era davvero tutta li la sua fantomatica forza? Il grande e possente Leomaros Silverkin non era in grado di fare di meglio?
[Gratuito - Attacco Fisico]
Sfruttando la forza dell'assalto appena subito Yao scattò in avanti portando un destro verso il volto del guerriero sperando di mandare a segno il colpo.

Il sicario cambiò rapidamente posizione, passando alla solita postura offensiva a gomiti stretti e ruotando leggermente il busto.
[Stance: Kemto]

Leomaros era ancora lievemente sbilanciato in avanti in seguito a quella selva di attacchi che aveva portato, magari anche sperando di riuscire a finire lo scontro, ma evidentemente senza grossa convinzione. Nuovamente Yao poteva scorgere pecche nella sua difesa, e come sempre non avrebbe esitato a colpire dove poteva fare davvero male.
Fece saettare entrambe le mani, mirando a colpire con forza con i palmi la bocca dello stomaco del guerriero, dove già in precedenza gli era sembrato di vedere una incrinatura sulla dura armatura. Se il colpo fosse andato a segno avrebbe arrecato un discreto danno e forse stordimento, ma probabilmente non sarebbe riuscito a penetrare oltre l'armatura per colpire anche le ossa.
[Azione - Break Point]


Molto più velocemente rispetto a quanto aveva fatto in precedenza, Yao richiamò a sé l'aura biancastra che più volte lo aveva aiutato durante quel combattimento. Stavolta forse da quella distanza esigua anche il guerriero avrebbe potuto scorgere le vene delle braccia del sicario ingrossarsi lievemente, e le sue nocche in particolare risplendere di quell'alone candido.
Senza ulteriori esitazioni avrebbe cercato di portare un pugno contro Leomaros, nuovamente mirando al volto.
[Aura: Chant of Bravery] [Attiva]

[Rapido - Attacco Fisico]

Per concludere quella raffica di colpi, Yao avrebbe fatto ricorso ancora una volta alla potenza dell'acqua. Ormai anche il guerriero avrebbe capito che destino gli spettava dopo quella sequela di attacchi.
Il sicario avrebbe giunto le mani come in preghiera per poi rivolgere i palmi verso Leomaros. Da questi sarebbe sgorgato un getto ad altissima pressione, che se fosse andato a segno avrebbe respinto, per l'ennesima volta, l'avversario almeno ad una quindicina di metri.
[Rapido - Pressurize]

Se tutto fosse andato come doveva, Yao poteva ritenersi soddisfatto, perché aveva dimostrato come pochi colpi ben assestati sapevano fare la differenza.
Cominciò a chiedersi se non si fosse sbagliato, se semplicemente tutti quegli incontri così impossibili gli fossero capitati solamente per sfortuna e non per qualche disegno divino o mano nell'ombra che mescolava le carte.
[Movimento Gratuito 2.5m: E13 - E14]
Indietreggiò lievemente e sogghignò come spesso aveva fatto durante lo scontro. Non era sicuro di vincere, anzi, era molto probabile che dopo quegli attacchi la situazione degenerasse ulteriormente, ma se fosse stato attento a non farsi cogliere impreparato, allora forse sarebbe riuscito ad uscirne vivo.
- Tutti abbiamo paura della morte Leomaros. - disse infine. - Io. Tu. Loro. - proseguì indicando la gente sugli spalti che osservava rapita quel rapido cambio di eventi. - Solo che io non sono ancora disposto a lasciarmi andare al suo eterno abbraccio. Oh si, ci ho pensato. Ho pensato che tu potessi davvero porre fine alla mia vita. Ho persino creduto che tutto questo fosse in qualche modo stato architettato a puntino per mettermi in questa situazione impossibile; ma evidentemente mi sono sbagliato. -
Il suo ghigno si fece nuovamente ampio. Avrebbe voluto ridere e sbeffeggiare il guerriero, ma non ci riuscì.
- Non sei forte Leomaros. - disse poi. - Sei solo umano. -

I colpi portati contro il guerriero erano andati fortunatamente tutti a segno, lasciando Leomaros stordito e ad una discreta distanza dal sicario. Sarebbe stato davvero difficile per lui ora avvicinarsi e portare qualche attacco minaccioso, ed infatti indietreggiò cautamente, ma senza erigere alcuna difesa particolare come lo aveva visto fare in passato.
"Che si stia rassegnando? No, può ancora annientarmi in un sol colpo. Devo stare molto attento." pensò mentre valutava la situazione.
La distanza tra i due combattenti era molta, ma non impossibile da colmare con la giusta tecnica e il corretto tempismo. Mentalmente Yao contò i passi che lo separavano da Leomaros. Rifece due volte l'analisi della situazione per essere sicuro di potercela fare, e nonostante tutto gli dicesse che era la cosa migliore per il momento, dubitava di riuscire a portare a compimento quell'azione.
Prese un profondo respiro, e questo gli causò una fitta di dolore al fianco, dove era stato più volte colpito dal suo avversario durante quel lungo scontro. Non era in forma ottimale, e di certo portare il corpo a quel limite avrebbe avuto delle serie ripercussioni, ma queste sarebbero state peggiori se non avesse agito ora.

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RECUPERO

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Dopo qualche istante l'aura biancastra che aveva avvolto il sicario durante il suo attacco si affievolì fino a spegnersi completamente.
[Aura: Chant of Bravery] [Spenta]
Quella tecnica di potenziamento temporaneo era davvero micidiale, ma aveva dei limiti ben precisi e Yao non aveva nessuna voglia di scoprire che cosa sarebbe successo se avesse osato sfruttarla in modo inopportuno. Magari un giorno ci avrebbe provato, ma non ora, quando in ballo c'era la sua vita.

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ATTACCO

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La mano sinistra del sicario corse al fodero del pugnale che teneva alla cintura.
[Rapido - Equip Arma Leggera]
Lentamente lo estrasse e ne saggiò il peso per qualche istante prima di decidere effettivamente come impugnarlo. Era più leggero di quanto ricordasse, e rispetto al bracciale con lama che aveva usato durante tutto lo scontro quel piccolo pezzo di metallo gli sembrava quasi inutile. La lama poteva scattare immediatamente dentro e fuori il bracciale, mentre prendere il pugnale dalla cintura gli richiedeva tempo, e il tempo era l'unica cosa che non poteva permettersi di sprecare ora.
"Se ne uscirò vivo, dovrò procurarmene un'altro di questi aggeggi." pensò guardando il bracciale. La lama era rimasta attiva dall'inizio dello scontro ed era stata una salvezza per lui poter fare affidamento su quell'arma, poiché i suoi colpi altrimenti sarebbero stati molto meno insidiosi.
Yao allargò le gambe ed assunse la sua solita posizione combattiva agile. Aveva i muscoli degli arti inferiori doloranti per gli sforzi compiuti in precedenza, ma non poteva permettersi di mollare ora, non quando la vittoria poteva essere a pochi passi.
[Stance: Catlike]

Successivamente si concentrò verso la sua energia interiore, richiamando un alone molto simile a quello che aveva usato in precedenza, solo che questo non avrebbe avvolto l'intera figura del sicario, ma solo le sue armi. La lama del pugnale e quella del bracciale avevano ora un inquietante colorazione rossastra, per nulla rassicurante.
[Aura: Sharpening] [Attiva]

I preparativi erano completati, ora doveva solo avvicinarsi. Venti metri erano tanti, ma non un ostacolo insormontabile per una persona come Yao.
Con un rapido scatto colmò i primi dieci metri che lo separavano da Leomaros. Come avrebbe reagito il guerriero alla vista del sicario che si lanciava verso di lui in quel modo?
[Movimento Gratuito 10m: E14 - E10]
Era solo a metà percorso, ma poteva farcela. Doveva farcela. Con un altro scatto, stavolta ben diverso dal precedente, macinò anche l'ultima decina di metri che lo separavano dal guerriero. Si sarebbe mai aspettato di vedersi arrivare Yao nuovamente così vicino e così in fretta?
[Rapido - Sprint] [Movimento: E10 - E6]

Il volto del sicario non aveva perso il suo solito ghigno nonostante gli fosse costata una notevole fatica arrivare così vicino per poter portare il suo attacco. Strinse con maggior forza il pugnale che teneva nella mano sinistra e senza dire una parola passò all'offensiva. Avevano già parlato troppo, tutti e due; ormai le parole avevano perso senso, poiché sembravano essere in grado d'intendersi solamente incrociando le armi.
[Azione - Blade Dance]



La tempesta di lame con cui il sicario tentò di colpire Leomaros non era tanto pensata per effettivamente mandarlo al tappeto, quando prosciugarne le forze ricoprendolo di tagli e ferite che lo avrebbero lasciato sanguinante ed indebolito. Alcuni dei suoi colpi sarebbero stati sicuramente prevedibili, ma non poteva di certo difendersi da quel turbinio di lame; o no?
In ogni caso dopo aver tentato l'assalto, con la stessa rapidità con cui si era avvicinato Yao scattò indietro con degli agili balzi ritornando esattamente nella stessa posizione da cui era partito.
[Gratuito - Hit and Run] [Posizione: E14]

Gli mancava il fiato e sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto. Che avesse chiesto troppo al suo fisico? Inoltre tutto quello che aveva fatto ora sarebbe servito a qualcosa?
Si concesse qualche istante per riprendere fiato. Se Leomaros avesse voluto attaccarlo ora lo avrebbe di certo fatto, e lui non sarebbe stato in grado di difendersi proprio a causa delle azioni che aveva appena compiuto. Che avesse commesso uno sbaglio a muoversi in quel modo rimanendo scoperto? E se il guerriero avesse avuto qualche asso nella manica?
Improvvisamente gli ritornò alla mente il suo scontro con l'Emissario dell'Oblio. Anche in quell'occasione aveva dato fondo alle sue risorse per mandare a segno un colpo, di discutibile utilità, per poi ritrovarsi scoperto nella difesa. Aveva pagato a caro prezzo quello sbaglio, e forse ora avrebbe pagato nuovamente per lo stesso errore.
"No." si disse. "Venti metri sono troppi per lui. L'Emissario aveva un'agilità pari alla mia, ma Leomaros per quanto possa muoversi senza essere troppo intralciato dall'armatura non dovrebbe essere in grado di colmare questa distanza...".

Nonostante l'assalto con i pugnali fosse andato a segno e di fatto fosse riuscito nel suo intento di far sanguinare copiosamente il suo avversario, ora Yao era inerme contro un qualsiasi genere di attacco.
"Non può raggiungermi, no?" pensò. "C'è troppa distanza."
Nonostante fosse più che sicuro di non poter essere colpito dal suo avversario, fattore che lo aveva di fatto spinto a portare un attacco rimanendo poi scoperto in difesa, non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero di non essere al sicuro. Eppure aveva tenuto conto di ogni possibilità e dopo tutti gli scambi di fendenti ed affondi che si erano scambiati durante lo scontro aveva imparato a distinguere le varie tecniche e capacità. Allora perché non riusciva a sentirsi tranquillo?
Quando era ritornato agilmente nella posizione di partenza gli era ritornata in mente la situazione che aveva vissuto durante il suo primo incontro, il duello contro l'Emissario dell'Oblio. Anche in quel frangente, sicuro di potercela fare, si era scagliato con tutte le forze contro l'avversario, rimanendo poi inerme durante il suo contrattacco. Aveva pazientato, aveva analizzato, non poteva aver commesso due volte lo stesso errore no?
Un rumore metallico gli fece alzare lo sguardo e vide che Leomaros si stava preparando a fare qualcosa. Aveva cambiato il modo di impugnare la sua lancia e sembrava quasi volerla...
"Non intenderà forse..."
Le parole del guerriero non lasciarono dubbi su quello che stava per accadere, e nonostante Yao si stesse preparando per tentare in qualche modo di evitare il peggio, in cuor suo sapeva che non ci sarebbe riuscito.
"Posso farcela. Posso farcela. Posso farcela..." si disse mentre con i piedi tastava il terreno per capire se c'era qualche impedimento a terra che potesse in qualche modo intralciarlo.
Con un sibilo la lancia fu scagliata con poderosa forza, e l'istante in cui percorse quei venti metri di distanza sembrò eterno. Yao che fino a pochi istanti prima si era sentito davvero sicuro di potercela fare, si sentì gelare il sangue nel vedere quell'arma avvicinarsi velocemente e lentamente allo stesso tempo.
Un mietitore di vite come lui che temeva la morte. Un paradosso no? Ma che male c'era nell'avere timore della fine? No, non poteva permettersi di morire ora, aveva ancora troppe cose da fare, e non poteva andarsene prima di aver completato la sua missione, e poi...
Con un disgustoso rumore di ossa rotte, carne lacerata e viscere squarciate la lancia di Leomaros trapassò Yao poco sopra lo stomaco, conficcandosi nel terreno, lasciando il trofeo ben in vista, ancora eretto ed impossibilitato a muoversi.
Era finita dunque. In modo inaspettato forse, perché nessuno si sarebbe seriamente aspettato la vittoria del sicario contro un uomo che aveva dalla sua la forza di un toro e la corazza di un guerriero, ma di certo nessuno aveva sperato di poter godere di quel macabro spettacolo così a lungo.
La vita stava abbandonando il corpo del sicario, che inutilmente annaspava cercando di prendere aria, ma l'unica cosa che arrivava ai polmoni era sangue e saliva, che lo facevano tossire, e ad ogni sussulto del suo corpo il dolore aumentava. Presto sarebbe passato definitivamente dall'altra parte del fiume, dove lo attendeva la sua compagna di giochi, quella con cui si era dilettato per tanto tempo in vita, ed ora lei si sarebbe divertita con lui per il resto dell'eternità.
Che cosa ne sarebbe stato di Yao e della sua missione? E le sue congetture sull'essere stato effettivamente "spinto" in quella specie di trappola composta prima dall'Emissario dell'Oblio ed ora dal gigante con la lancia? Non lo avreste mai saputo per davvero.
Con le ultime forze, Yao sogghignò, guardando il suo avversario che forse si sarebbe avvicinato. Avrebbe voluto parlare, dire qualcuna delle sue solite battute, ma non ne aveva il tempo né la forza.
Avrebbe voluto dire e fare ancora molte cose, ma l'unica cosa che riuscì a sussurrare mentre il sangue gli colava dalla bocca fu:
- Tallius...Ho...Hooin... -
I suoi occhi si chiusero e lentamente la gravità fece scivolare il suo corpo lungo l'asta della lancia fino a terra. La fine degna per un assassino avrebbero detto alcuni; forse, ma almeno la sua vita era stata portata al termine da un guerriero il cui nome sarebbe stato difficilmente dimenticato.