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Ashel.
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Un demone, una creatura di un altro mondo: così Astrid avrebbe descritto l'incappucciato che aveva finalmente deciso di uscire allo scoperto.
In quella squallida stanza d'albergo in cui li aveva portati, lei e il misterioso arciere del quale non sapeva nemmeno il nome, aveva infine mostrato il suo volto.
Una pelle spessa e butterata dall'incarnato di fuoco incorniciava due occhi profondi come un abisso. I suoi lunghi capelli argentati che ricadevano, antichi come il mondo, su un corpo flebile anche se ancora nascosto dalle pieghe della veste, non riuscivano a coprire le protuberanze che spiccavano sulla sua fronte, simili a corna d'animale.
Tutto, in lui, faceva pensare a qualcosa sul punto di infrangersi da un momento all'altro, ma che invece rimaneva in vita costretto da una crudeltà insensata volta soltanto a sottrargli qualsiasi ricordo di umanità; e così sembrava essere una creatura arcaica, primordiale, del quale gli uomini non potevano avere memoria e il cui retaggio si perdeva all'alba dei tempi.
Astrid era spaventata dal suo aspetto, ma ancor di più dalle arti arcane che padroneggiava così bene. Non gli servì che un semplice gesto per aprire il baule infine sottratto ai malviventi, come se per lui le barriere operate dalla magia umana non contassero affatto.
- Queste. Sono il male che striscia ormai in tutta Shal'aira, questo è il sasso che è stato scagliato fuori dall'inferno, e che se non distrutto porterà l'intera Kalendor alla rovina.
La giovane si sporse in avanti per vedere meglio.
La sensazione che aveva provato nella locanda, poco prima del combattimento, si impadronì di lei un'altra volta, ma più intensamente e con maggiore potenza. Non provò il senso di benessere che l'aveva allietata in precedenza; si sentì solamente attratta da quella luce che brillava dentro di loro, una fiamma che consumava se stessa senza mai estinguersi.
Ma era una luce empia, malata, marcescente.
- Il mio nome è Dienyah, e purtroppo posso considerarmi come l'araldo della distruzione.
Vi prego, ascoltate la mia storia, poiché solo tramite essa potrete comprendere davvero il male che sta per abbattersi sul mondo.
A quelle parole la ragazza non seppe cosa rispondere. La sua mano andò al fodero della spada, ma fu un gesto automatico, istintivo.
Ci pensò bene prima di rispondere. Che cosa avrebbe fatto Ragni al suo posto? O uno dei suoi fratelli?
Loro erano guerrieri esperti, che avevano visto molte battaglie e molti morti attorno a loro; avevano visto il male del mondo manifestarsi in molte delle sue forme, mentre lei non era mai uscita da quelle roccaforti deserte e silenziose che l'avevano protetta fino a quel momento.
E che cosa avrebbe potuto dire dell'arciere? Un giovane bello, alto, dal fisico snello, temprato non tanto dalla vita marziale ma da quella, più dura e solitaria, di un cacciatore.
Perché si trovava laggiù, alla ricerca delle pietre?
- Non so se quello che dite sia vero - fece allora lei, altera - Ma è evidente che il vostro aspetto non possa dirsi propriamente... usuale.
Se volete il mio aiuto, però, dovrete prima rispondere alle mie domande: le pietre che mi avete mostrato prima, al tavolo... Sono come queste? Inoltre, perché tutti sembrano volerle possedere? Quale potere potrebbero sprigionare? Chi è al corrente della loro circolazione in queste terre?
Poi, voltandosi verso il giovane dai capelli biondi, continuò:
- E voi? Voi come siete venuto a sapere di queste gemme?
Come poteva fidarsi di loro?
Non li conosceva nemmeno, non sapeva i loro nomi né le loro intenzioni: i più deboli avrebbero pensato che era stato il destino a volerli riunire, ma Astrid non credeva alle coincidenze.
- Perché - riprese allora verso l'incappucciato - voi conoscete il mio nome?CITAZIONEAstrid
Potenza: 10
Vita: 120
Chakra: 130 - 20 = 110
Posizione: -
Talenti Speciali: Survivalist I
Discipline:
Armi Pesanti II
Arcieria I
Passive:
Armi Pesanti I ~ Nessun malus con Armi Pesanti I
Armature Pesanti I ~ Nessun malus con Armature Pesanti I
Heavy Metal ~ + 30 Danno con Arma Pesante
Paradigm Shift ~ Equip/Disequip Arma Pesante gratuito
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Auree/Stance/Effetti: -
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Equipaggiamento:
Corazza dell'avventuriero [Blocco 20]
Arma Pesante Classe I [Danno 40]
20x Freccie in Noce [Danno 10]
Scheda: Astrid
Riassunto:
Note:
Edited by Ashel - 16/3/2016, 17:25. -
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.GEMME DELL'ODIO
Ciclo di Trama: L'Ombra di Baal
PrologoL'aspetto di Dienyah forse vi aveva spaventato, o almeno messo in allarme, ma sembravate pronti ad affrontare tutto dato che le vostre domande ci misero davvero poco ad arrivare. L'uomo vi avrebbe lasciato tutto il tempo per porgerle e discutere tra di voi, e sopo poi, quando sarebbe stato finalmente sicuro di avere la vostra attenzione avrebbe preso a narrare gli eventi che lo avevano coinvolto in prima persona e che lo avevano condotto a Dalereuth.
- Nonostante il mio aspetto vi garantisco che un tempo ero umano, proprio come voi. - disse cominciando a raccontare di come ormai diversi secoli prima l'allora avventuriero e cacciatore di tesori Hal'ai Dhin fosse finito davanti al misterioso Tempio di Baal e risolvendone i misteri aveva ottenuto il dono più grande che un uomo potesse desiderare; o la maledizione più spregevole.
Grazie all'attivazione delle Pietre Chiave, delle gemme molto simili a quelle che vi aveva mostrato nel baule ma grandi almeno quattro volte tanto, era riuscito a creare un ponte tra questo mondo e quello del Dio Baal, che gli aveva promesso di esaudire un suo desiderio.
- ...ed io sono stato così folle da chiedere di diventare un dio. - concluse con un amaro sorriso.
Non vi avrebbe però lasciato tempo per commentare, proseguendo il suo racconto. Il Dio aveva almeno provato a trasformarlo in una divinità, ma non ci era riuscito, causando così la distruzione del tempio e la morte di tutti i presenti, eccetto Hal'ai Dhin stesso, che era diventato quello che avevate ora dinanzi: un semidio, un mortale dai poteri e capacità che andavano ben oltre la limitata concezione dell'essere umano.
Tralasciò l'incontro con Tayksa e di come quella donna fosse riuscita a fargli almeno in parte comprendere il suo errore, ma non omise la parte relativa all'incontro con i valorosi guerrieri che lo sconfissero, risparmiandogli la vita e liberandolo dal gioco del malvagio Dio.
- Da quel momento ho vagato per Shal'aira cercando di espiare le mie colpe e dare un nuovo senso alla mia esistenza. Ed è stato proprio in questi ultimi mesi che ho scoperto la presenza di quelle pietre... - proseguì indicando il baule al suo fianco. - Simili eppure diverse da quelle che avevo visto al tempio. Il loro potere è comunque elevato, e se finissero nelle mani sbagliate temo che sarebbe davvero la fine per Kalendor. -
Brevemente spiegò che le pietre presenti sui suoi anelli non erano affatto come quelle nel baule, ma più come le originali al tempio, ma che ora private dell'influsso del Dio non potevano nuocere, non senza la volontà di Dienyah almeno. Quelle presenti nel baule invece sembravano delle schegge provenienti da autentiche pietre chiave, ma per qualche motivo private di una loro parte fondamentale poiché riuscivano a catturare l'energia, ma non a trattenerla e canalizzarla verso la destinazione.
Si era imbattuto nei primi frammenti su una bancarella nei mercati di Dalereuth poche settimane prima, e da allora aveva fatto di tutto per cercare di arrivare alla fonte del problema, ovvero chi le aveva messe in circolazione, ma senza grandi risultati.
- Almeno fino ad ora. - disse appoggiando una mano sul baule. - Gli uomini nel vicolo, quei mercenari, sapevano chi dovevano derubare, e i mercanti che stavano trasportando le gemme saranno ben lieti di riaverle. Se potremo offrire loro una scorta fino alla destinazione del carico saremo sulla pista giusta. -
L'incappucciato aveva parlato dando per scontato che le due persone sedute davanti a lui avrebbero accettato di collaborare con lui, ma lo avrebbero davvero fatto? Si sarebbero fidati di lui? D'altro canto se avesse voluto non ci avrebbe messo molto a renderli inoffensivi, nonostante i suoi poteri non fossero così forti come un tempo.
All'ultima domanda di Astrid il semidio sorrise in modo enigmatico, ma non rispose immediatamente lasciando che le parole della giovane riecheggiassero nell'aria per qualche istante. Doveva dirglielo? Se lo avesse fatto forse non si sarebbero fidati di lui, ma se lo avessero scoperto in seguito forse sarebbe stato ancora peggio. Che cosa doveva fare?
- Telepatia. - disse alla fine. - Uno dei miei poteri, e forse anche quello più pericoloso. Oh no, non allarmatevi, non posso sentire a piacimento i vostri pensieri, né intrufolarmi nella vostra mente per carpire qualche informazione senza che voi ve ne rendiate conto, per quello avrei bisogno di... - s'interruppe diventando improvvisamente pensieroso.
Si portò la mano destra al mento e cominciò a sfregarselo con fare assorto, come se improvvisamente gli fosse tornato in mente qualcosa di importante che aveva dimenticato da tempo.
- ...un catalizzatore. Lasciamo stare. In ogni caso conosco il vostro nome perché quando ci siamo parlati al tavolo la vostra mente era caotica, preoccupata, così ho cercato di trasmettervi una sensazione di calma e sicurezza, ed inavvertitamente ho appreso alcune cose su di voi. -
Gli costò ammettere di aver "origliato" in quel modo riguardo ad Astrid, ma non si scusò per il gesto. Doveva innanzitutto capire se i due erano disposti ad aiutarlo, e poi studiare un piano adatto per portare a termine la sua missione. Non poteva limitarsi a distruggere le gemme nel baule, doveva arrivare alla fonte, e dubitava che qualcuno a Dalereuth oltre a lui conoscesse il vero potere e pericolo rappresentato da quelle pietre.
- Le Pietre Chiave fungevano da varco tra questa realtà a quella di Baal, anche se le gemme che abbiamo visto ora non sono abbastanza potenti per creare un collegamento, possono in ogni caso portare effetti sgradevoli se non monitorate adeguatamente. La mia ipotesi è che qualcuno le stia commerciando all'insaputa del loro reale scopo, ma il problema non è questo quanto il fatto che ogniuno di questi piccoli frammenti potrebbe collegarsi agli altri una raggiunto un quantitativo di energia sufficiente. Se sono bastate tre pietre grandi come una mela per permettere al Dio di soggiogarmi, riuscite ad immaginare quale sarebbe la portata di un intero mondo disseminato di questi frammenti completamente attivi? -
Nella peggiore delle ipotesi il Dio sarebbe riuscito di fatto a mettere piede in quella realtà, corrompendola e plasmandola secondo i suoi desideri.
Non servivano altre parole, poiché era già stato detto molto. Ora stava solamente ai due presenti decidere che cosa fare. Potevano fidarsi di lui, nonostante quelle sconvolgenti rivelazioni?
Alle parole di Jericho, il mercante sorrise e cedette la pergamena con il lasciapassare.
- Ora ho bisogno del nome e del luogo, signor Ishir. -
A quelle parole, il viso di Ishir fu scosso da una forte risata.
- Si vede proprio che non siete del deserto. Gli affari qui a Dalereuth non si concludono semplicemente, e spesso per paura di perderci la faccia e la reputazione vengono usati nomi in codice o non si presenta mai il vero committente per richiedere un preventivo. - spiegò continuando a sghignazzare.
Tuttavia aveva dato a Jericho un lasciapassare, dunque doveva almeno avere una vaga idea di chi gli avesse commissionato il taglio o da dove potesse provenire.
- La parte aristocratica di Dalereuth la mani in pasta un po'dappertutto, e per un imperiale come voi non sarà difficile ottenere un ricevimento, con qualche balla simile a quella che avete rifilato a me. - aggiunse strizzandogli l'occhio - Il tizio che mi ha portato la prima pietra per la prova indossava abiti con tessuti troppo pregiati per essere un semplice mercante. -
Poi avrebbe spiegato a Jericho come Dalereuth era divisa in due aree ben distinte, una città esterna dove si trovavano ora, dove viveva la gente comune, ed una parte più interna costruita attorno al Palazzo dei Saggi, che rappresentava la zona "nobile". In questa seconda zona era possibile trovare botteghe, ristoranti, locande riservate solo a persone di un certo rango e l'accesso generalmente era sconsigliato a chi non era abbastanza altolocato. Tuttavia grazie alle semplici generalità dello studioso e al lasciapassare mercantile del tagliapietre, Jericho non avrebbe di certo fatto fatica ad accedervi. C'erano anche altri modi per entrare, ma erano decisamente più pericolosi e meno "puliti".
Terminata la spiegazione Ishir rimase a guardare il giovane, ben conscio che nonostante tutto avesse ancora qualche domanda da porgli.CITAZIONESCADENZA LIMITE POST SABATO 19 MARZO ORE 23:59
Se postate prima ovviamente andiamo avanti prima.. -
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-ShadowHunter-.
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Mi ero dimenticato dell'assenza di Ashel.
Scadenza posticipata a LUNEDÌ 21 ore 23.59
Ovviamente anche Isawa e Shadow possono modificare il loro ultimo post se vogliono.. -
Ashel.
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Lo scrutò con disprezzo prima di rivolgergli uno sguardo che avrebbe dovuto trafiggerlo da parte a parte.
Non si fidava di lui, così come non aveva mai riposto alcuna fiducia in tutto ciò che secondo lei sfidava le regole e i limiti dell'essere umano: magia, negromanzia e tutte quelle arti arcane che violavano le leggi precise e imperscrutabili della natura.
Era evidente e anche abbastanza comprensibile che Astrid fosse turbata da lui. Tutto ciò che non poteva uccidere con la sua spada la spaventava a morte: aveva sempre pensato che portare un'arma e saperla usare fosse l'unica forma di difesa di cui si dovesse disporre per sopravvivere in un mondo come quello; e poi, in fondo, non era che una sciocca ragazzetta cresciuta su un'isola di zotici buoni solo a celebrare se stessi e la loro stanca progenie.
Una provinciale ricca e ben educata, ma pur sempre una provinciale.
- Mi chiamo Darius, se proprio lo volete sapere, e sono un mercante di Niethlung. - disse all'arciere con una tale acidità da costringerlo a guardarla negli occhi - Quanto ad educazione, non credo sia il caso di discutere di buone maniere in circostanze come quella in cui ci troviamo.
Le vostre parole, stregone, mi confondono. - continuò allora spostando la sua attenzione all'incappucciato - Potete anche divertirvi a discorrere di semantica quanto volete, ma per me avete soltanto l'aspetto di un demonio che non dovrebbe camminare su questa terra.
Si sedette infine su un'inutile sedia lasciata marcire come tutto il resto dell'arredamento in un angolo della stanza, appoggiandosi comodamente allo schienale e dando l'impressione che il combattimento di prima l'avesse affaticata più del previsto.
- Ma se ciò che dite è la verità - e io non ho ragione di credere che non lo sia - allora è necessario ritrovare quelle pietre al più presto. Come dice il ragazzo, sarà bene evitare che finiscano nelle mani sbagliate. Fossero anche le vostre.
Trasse un lungo sospiro prima di riprendere. Il Dio Baal... non credeva di averlo mai sentito nominare.
I Vaygr veneravano una moltitudine di déi crudeli e sanguinari, per lo più inventati, che incorporavano ed esprimevano al meglio tutte quelle qualità considerate necessarie per un guerriero di prim'ordine.
Dal canto suo non si era mai fatta un'idea precisa sulla religione; la riteneva un'occupazione adatta soltanto ai sacerdoti e a chi aveva tempo in abbondanza per dedicarsi alle cose ultraterrene.
Lei, invece, faceva sempre molta attenzione a tenere i piedi saldamente a terra.
- Ho perduto una persona, a causa di queste pietre. Mio padre. Forse si è imbattuto in un affare più grande di lui, forse ha visto o sentito qualcosa che non doveva sentire. Lo devo ritrovare.
Potete usare la vostra stregoneria per seguire le tracce dei mercenari? Non possiamo andare alla cieca. Sarebbe solo uno spreco di tempo.
Si asciugò il sudore dalla fronte. Le temperature di quella dannata città le sembravano, anche a distanza di giorni, del tutto insopportabili.
La viscosa umidità che si appiccicava ai vestiti e penetrava fin sotto alla pelle la rendeva nervosa fino al punto da farla impazzire e il fatto di non potersi muovere agevolmente con la sua identità non la faceva stare tranquilla. Era solo la sua prima missione e già si era imbattuta in cose e creature maledette, problemi che andavano ben oltre la sua limitata benché rigida educazione militare.
Ogni cosa, in quella stanza, le parve all'improvviso stupida e deprimente. Sentiva l'irresistibile impulso di andarsene, tornare sull'isola e riportare ai suoi superiori ciò che aveva visto e sentito in quella topaia che chiamavano città; ma sapeva bene che ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
Che le piacesse o meno c'era dentro fino al collo.
- Vi chiedo solo una cortesia, messer Dienyah - riprese dando una particolare inflessione a quelle sue ultime parole - Evitate, d'ora in poi, di scrutare nella mia mente.
Un invito che suonò piuttosto come una minaccia.
A disturbarla non era tanto il fatto di non poter difendere i suoi pensieri più intimi: persino per un essere come quello sarebbe stato pressoché impossibile conoscere a fondo il cuore di uomo e indovinarne i segreti con tanta facilità; era piuttosto la sensazione di essere giudicata per ciò che non poteva nascondere a causarle disagio.
- Vi sorprendereste nel vedere quanto vuoto cinismo si possa annidare in una persona così giovane. - concluse allora con tono inespressivo, come se la cosa non la riguardasse affatto.CITAZIONEAstrid
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.GEMME DELL'ODIO
Ciclo di Trama: L'Ombra di Baal
PrologoDienyah ascoltò le rimostranze dei due giovani senza battere ciglio, limitandosi ad annuire alle loro più o meno velate minacce, agli sguardi in tralice e persino alle aperte dimostrazioni di disprezzo. Non si era aspettato altro, dopotutto perché avrebbero dovuto fidarsi di lui, ma la vera domanda era, avrebbe potuto lui fidarsi di loro? Quello che aveva involontariamente scorto nella mente di Astrid, o Darius come preferiva farsi chiamare in quelle circostanze, l'aveva spinto a fidarsi di lei; aveva forse sbagliato? Inoltre anche l'arciere gli era sembrato un tipo adatto a quel genere di incarico che li aspettava, ma si sarebbe davvero dimostrato all'altezza?
Non c'era tempo per quei pensieri ora, poiché ogni istante che passavano a bisticciare in quella stanza e più le loro possibilità di trovare la fonte che aveva messo in commercio le gemme a Dalereuth si assottigliava. Lo sentiva, sentiva il suo potere strisciare, aggrapparsi vilmente a quelle piccole pietre e cercare inutilmente di diffondersi ed aggrapparsi a questa realtà.
Non poteva permettere che accadesse ancora, non dopo tutto quello che aveva passato e gli sforzi che quegli avventurieri avevano fatto per liberarlo. Se Darius e Shervash avessero collaborato bene, altrimenti avrebbe fatto il possibile da solo.
- Esatto. - disse quando i due ebbero concluso i loro discorsi. - Non avete alcun modo per sapere quanto Baal possa influenzare ancora la mia mente o le mie azioni. Dovete solamente fidarvi della mia parola, e se questo non vi sta bene allora potete anche lasciare subito questa stanza e ritornare ai vostri affari, ma sappiate che facendo così sareste come dei galchi che nascondono la testa sotto la sabbia quando vedono una tempesta in arrivo. -
Il paragone con una particolare bestia del deserto che tendeva a rintanarsi quando percepiva l'avvicinarsi di qualche tempesta di sabbia o delle carovane. Non intendeva offendere i due combattenti che aveva davanti, ma metterli semplicemente di fronte alla verità: spesso non c'è tempo per scegliere tra il giusto e lo sbagliato, bisogna semplicemente agire.
- Chiamatemi stregone, demonio o abominio perché ormai è quello che sono, non m'importa; sto ancora pagando per i miei peccati. Dubitate pure delle mie parole, alzate le armi contro di me, ma non dimenticate alla fine chi vi ha condotto sulla giusta strada e chi vi ha parlato da uomo a uomo, quando avrebbe potuto limitarsi a guardare dalle ombre e sogghignare come un Dio è solito fare. - non c'era veemenza nelle sue parole, poiché era una semplice constatazione, un dato di fatto.
Se Dienyah avesse ascoltato, o compreso le ultime parole di Astrid, non avreste avuto modo di capirlo, poiché dopo quanto aveva detto non sembrava intenzionato a dire altro, se non spiegare come aveva intenzione di procedere per portare a termine il suo piano.
Quando fu certo di avere l'attenzione dei due prese a parlare. Poteva di fatto rintracciare i mercanti grazie alla magia, e di fatto sperava che questi lo conducessero ai responsabili della divulgazione delle pietre nella città. A quanto ne sapeva i due che avevano trasportato il carico erano ancora nella sala sottostante, ma presto se ne sarebbero andati.
Non avreste avuto modo di capire come potesse sapere queste cose, ma era sicuramente qualcosa che aveva a che fare con le sue capacità.
- Ma prima di andare... - disse voltandosi verso il baule aperto al suo fianco.
Forse quel gesto vi avrebbe allarmato. Cosa intendeva fare? E voi cosa avreste fatto? Sguainato le armi? Lo avreste attaccato? Ma soprattutto se aveste osato alzare l'arma su di lui sareste stati certi di finirlo prima che potesse anche solo pensare di reagire? Eravate in grado di mettere in scacco quello che un tempo era stato un semidio?
Che aveste agito o meno Dienyah avrebbe raccolto due pietre dal baule e ne avrebbe tenuta una per mano, deponendole sui palmi e mostrandovele.
- Non fissate mai direttamente le gemme, altrimenti ne rimarrete ammaliati. - chiuse i palmi nascondendole alla vostra vista. - Non toccatele a mani nude, poiché potrebbero prosciugare una parte della vostra energia spirituale. -
Riaprì le mani, e le due pietre che aveva tenuto in precedenza vi sarebbero parse annerite, come se fossero bruciate completamente in quel piccolo lasso di tempo. Non emettevano più luce e sembravano decisamente innocue al momento.
- Nel malaugurato caso in cui doveste entrare in contatto con loro cercate di colpirle fisicamente in qualche modo o renderle soggetto di qualche attacco elementale, questo le sovraccaricherà bruciandole completamente. - concluse lasciando cadere i pezzi carbonizzati che aveva in mano. Questi raggiunsero il pavimento con un piccolo tonfo e il semidio le pestò, mandandole definitivamente in frantumi.
Volse la sua attenzione al baule e vi portò una mano sopra. Chiuse gli occhi per qualche istante concentrandosi. Avreste potuto quasi sentire l'energia vibrare nell'aria attorno a voi, quasi crepitante. Poi con un sonoro "crack" avreste visto le gemme all'interno del contenitore emettere un breve bagliore, per poi spegnersi definitivamente. Ora erano tutte annerite ed inutilizzabili.
Poi senza dire altro si sarebbe alzato in piedi, avrebbe nuovamente calato il cappuccio sul viso e in quel gesto vi sarebbe sembrato quasi di non riuscire più a scorgere i suoi tratti reali, ma avreste visto solamente qualcosa di indefinito, che la vostra mente avrebbe semplicemente bollato come qualcosa di insolito ma non degno di ulteriore indagine.
Vi avrebbe fatto cenno di seguirlo al piano di sotto, la vostra missione stava per cominciare.
Effettivamente Dienyah aveva ragione e i mercanti erano ancora li, ma pochi istanti dopo la vostra discesa nella sala principale questi si sarebbero mossi lasciando il locale. L'incappucciato senza nemmeno controllare se eravate davvero dietro di lui si sarebbe mosso agilmente tra la folla all'esterno, senza perdere di vista i due commercianti. A vostra volta non sarebbe stato difficile seguire Dienyah tra la gente, sia perché ormai avevate imparato a distinguerlo, che perché lui sembrava sempre lasciarvi abbastanza spazio per trovarlo, ma non sarebbe mai stato troppo vicino o distante da far sembrare che foste effettivamente in gruppo.
Avreste seguito i due mercanti attraverso le affollate vie di Dalereuth, tra le piazze ricche di bancarelle e gente fino alle porte delle mura interne, dove di fatto aveva inizio la parte "nobile" della città. I due mercanti non sembravano aver notato il terzetto che li stava pedinando tanto che vi fu immediatamente chiara la loro destinazione una volta superate le porte sorvegliate della cinta interna sorvegliata dalle guardie. Non vi sarebbe stato possibile andare oltre per il momento.
Dienyah vi avrebbe indicato di seguirlo in una strada laterale, al riparo da occhi indiscreti e vi avrebbe illustrato il suo piano.
- Entrare nella cinta interna non sarà facile, ma ho un piano anche se non vi piacerà. - bisbigliò quando gli avreste prestato attenzione. - Posso lanciare un incantesimo di malia sulle guardie in modo da indebolirle e convincerle a lasciarci passare, ma farlo adesso potrebbe comportare qualche problema con tutta la gente in strada. Oppure possiamo agire furtivamente stanotte, magari con un po'di fortuna non sarà necessario ricorrere alla magia. -
Per un istante avrebbe cercato il vostro sguardo, per attirare la vostra attenzione sul punto cruciale della situazione: - Io preferirei andare ora, fintanto che abbiamo una pista fresca da seguire, ma questo significherebbe anche attirare l'attenzione su di noi in modo notevole. Tutto dipende da quanto siete disposti a rischiare. -
Ishir doveva ammetterlo, il giovane aldarese era decisamente in gamba. Sapeva quali domande fare e quali tasti premere per ottenere ciò che voleva. Se solo fosse stato originario del deserto forse avrebbe persino potuto aiutarlo di più, ma non poteva lasciare che l'impero andasse a ficcare il naso nei suoi affari; almeno non più di quanto già facesse.
Sorrise alle domande di Jericho e con un sorriso imbarazzato ammise che il giovane aveva centrato il punto.
- Non ho un vero e proprio contatto nella parte interna di Dalereuth, ma ho delle conoscenze che fanno spesso affari con i piani alti. Due mercanti come me, padre e figlio, Esker e Lorken Bhamir. -
Avrebbe poi proseguito spiegando che i due commercianti si erano presentati un giorno da lui, ben prima di venir interpellato per il taglio della pietra simile a quella presentata da Jericho, per proporgli un grosso affare che tuttavia metteva in mezzo troppi poteri dei "piani alti" della città. Aveva rifiutato, ritenendo la situazione troppo incerta e poco remunerativa, ma aveva deciso di rimanere in contatto con i due, nel caso in futuro avesse avuto bisogno di un qualche ingaggio.
- Se ti presenti da loro con il mio lasciapassare non dovrai nemmeno aprire bocca, saranno loro a fare le congetture del caso e portarti a quello che desideri. Inoltre nella Piazza Bianca c'è una locanda che viene spesso usata come "zona neutra" per gli incontri tra mercanti di ceti diversi. Per arrivarci dovrai comunque superare le porte che dividono la zona nobile da quella comune, ma penso che troverai i due Bhamir li. -
La discussione con Ishir si sarebbe potuta definire conclusa poiché l'uomo avrebbe fatto un lieve inchino e se ne sarebbe ritornato nel retrobottega, a finire qualunque lavoro avesse lasciato in sospeso per andare ad accogliere Jericho.
Quest'ultimo decisamente non avrebbe avuto idea di dove si trovasse la Piazza Bianca, o come fosse divisa la città di Dalereuth, ma in ogni caso una volta fuori dalla bottega dell'intagliatore non gli sarebbe stato difficile individuare il Palazzo dei Saggi, il più grande e sontuoso edificio presente e dirigervisi. Sfortunatamente ad ogni accesso alla zona nobile era sorvegliata da guardie armate che chiedevano a chiunque quali fossero i loro interessi in quella parte di città e si arrogavano il diritto di allontanare chiunque ritenessero non consono all'ambiente.
Tuttavia Jericho sarebbe stato fortunato, poiché avrebbe visto due mercanti camminare con passo svelto e intenti a guardarsi intorno come se avessero il diavolo alle calcagna entrare attraverso un arco mostrando un foglio alle guardie di stanza.
I loro abiti strappati ed alcune ferite ancora visibili sul loro corpo non avrebbero lasciato dubbi sul fatto che non erano decisamente parte di quel mondo in cui erano appena entrati, tuttavia avevano evidentemente abbastanza influenza per poter comunque passare.CITAZIONESCADENZA LIMITE POST VENERDÌ 25 MARZO ORE 23:59
Se postate prima ovviamente andiamo avanti prima.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Intanto posto, se devo modificare qualcosa fatemi sapere.
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Ashel.
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Seguirono l'incappucciato per le strade dela città, in silenzio.
Astrid non riteneva di dover dire molto altro al giovane cacciatore, anche se in verità avrebbe voluto rivolgergli molte domande approfittando dell'assenza di Dienyah, che li precedeva.
C'erano molti dettagli in tutta quella faccenda che non le quadravano e l'unico motivo per cui continuava a dare retta a quel rifiuto umano che l'aveva contattata nella locanda era quel suo strano quanto masochistico senso del dovere che la obbligava a rimanere sulle tracce di Ragni; combattere contro dei mercenari o inseguire dei ladri erano cose che poteva gestire, sebbene fosse evidente quanto addestramento ancora le servisse per diventare una guerriera di tutto rispetto, ma occuparsi di negromanzia, magia nera, maledizioni e artefatti sovrannaturali andava certamente ben oltre le sue possibilità.
E Dienyah lo sapeva bene.
Che cosa l'aveva spinto a scegliere lei, tra gli avventori di quella bettola?
Di sicuro non le sue peraltro deludenti abilità combattive.
Forse era stata la certezza di non avere più alcuna speranza; cosicché un uomo che non aveva nulla da perdere poteva persino permettersi di chiedere aiuto a una come lei.
Ma lo stesso si poteva forse dire per Shervarash? L'aveva visto combattere, là fuori, e se la cavava bene.
C'era in lui qualcosa di misterioso, un dettaglio che lasciava sempre l'amaro in bocca. Era un tipo ermetico ma altrettanto pronto a rispondere per le rime, se necessario; uno di quelli che non si lasciano punzecchiare facilmente da uno sbarbatello qualsiasi venuto da un lontano arcipelago. Sapeva stare al suo posto, ma gli piaceva mettere in chiaro le cose prima di fare promesse che forse non avrebbe potuto mantenere.
Insomma, ad Astrid non dispiaceva averlo al suo fianco, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno di fronte a se stessa, forse per non rischiare di incrinare quella sua spessa corazza di superbia che le consentiva di giustificare le decisioni avventate e i suoi inspiegabili complessi da salvatrice dell'umanità.
Eppure avevano avuto la prova della forza misteriosa di quelle gemme; erano oggetti circondati da un'aura di precisa malvagità e sarebbero stati capaci di concedere agli imperiali il potere di piegare popoli e distruggere nazioni con la stessa facilità con cui i loro ufficiali si soffiavano il naso appena scesi dalla branda.
E se invece li avesse voluti qualcun altro per sé?
Alla scacchiera c'erano ormai troppi giocatori e Astrid lo sapeva bene; non tutti parteggiavano per l'una o per l'altra fazione, molti facevano semplicemente i loro interessi senza curarsi delle conseguenze, altri rimanevano in attesa di capire chi fosse meglio sostenere e una parte molto più esigua si limitava a ignorare le mosse degli altri per giocare una partita privata e a senso unico.
La giovane si chiese in quel momento a quale categoria appartenesse lei.
Era facile dirsi antimperiale se non si aveva mai nemmeno puntato un'arma contro un soldato dell'Impero, ed era altrettanto facile riempirsi la bocca di progetti e di grandi promesse quando si rimaneva rintanati in un castello più simile a un cimitero che a una fortezza.
Nel frattempo le strade di Dalereuth si erano fatte più ampie e luminose, segno che avevano abbandonato già da un bel pezzo i sobborghi e i quartieri poveri della città.
I mercanti che avevano seguito attraverso i vicoli erano riusciti a superare un cancello guardato a vista da alcuni soldati, oltre le alte e maestose mura che proteggevano il cuore della ricchezza e del benessere economico dell'alta aristocrazia dalle masse di diseredati e dai volgari zappaterra delle borgate.
- Entrare nella cinta interna non sarà facile, ma ho un piano anche se non vi piacerà.
Posso lanciare un incantesimo di malia sulle guardie in modo da indebolirle e convincerle a lasciarci passare, ma farlo adesso potrebbe comportare qualche problema con tutta la gente in strada. Oppure possiamo agire furtivamente stanotte, magari con un po'di fortuna non sarà necessario ricorrere alla magia.
Io preferirei andare ora, fintanto che abbiamo una pista fresca da seguire, ma questo significherebbe anche attirare l'attenzione su di noi in modo notevole. Tutto dipende da quanto siete disposti a rischiare.
Dienyah aveva lasciato a loro il compito di decidere il da farsi, non sapendo forse quale fosse la strada migliore da prendere in una situazione come quella. Ma la ragazza non aveva dubbi in merito.
- Non c'è tempo per aspettare le tenebre. - gli avrebbe risposto, secca - Agiremo ora. Fai uno dei tuoi giochetti e permettici di passare.
D'altra parte io sono un mercante e lui - continuò indicando brevemente il cacciatore - la mia guardia del corpo.CITAZIONEAstrid
Potenza: 10
Vita: 120
Chakra: 130 - 20 = 110
Posizione: -
Talenti Speciali: Survivalist I
Discipline:
Armi Pesanti II
Arcieria I
Passive:
Armi Pesanti I ~ Nessun malus con Armi Pesanti I
Armature Pesanti I ~ Nessun malus con Armature Pesanti I
Heavy Metal ~ + 30 Danno con Arma Pesante
Paradigm Shift ~ Equip/Disequip Arma Pesante gratuito
Slot Usati: -
Slot Rimanenti: -
Auree/Stance/Effetti: -
Status/Buff: -
Equipaggiamento:
Corazza dell'avventuriero [Blocco 20]
Arma Pesante Classe I [Danno 40]
20x Freccie in Noce [Danno 10]
Scheda: Astrid
Riassunto:
Note:. -
-ShadowHunter-.
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. -
.CITAZIONEInnanzitutto mi scuso con i questanti per il ritardo, purtroppo le feste mi hanno fatto perdere qualche colpo e non mi ero reso conto che Ashel avesse già postato.GEMME DELL'ODIO
Ciclo di Trama: L'Ombra di Baal
PrologoI due mercanti si fermarono sentendo qualcuno rivolgersi a loro e persino, dopo qualche istante, chiamarli per nome. Il giovane che avevano davanti aveva l'aspetto di un mercante straniero che per qualche strano motivo sembrava conoscergli.
Porgendo una pergamena con un sigillo che i due conoscevano bene sottolineò che gli era stata data da Ishir Al'eema e che doveva essere consegnata direttamente a loro. Per qualche istante il più anziano dei due esitò, ma poi afferrò il rotolo di carta, lo svolse e lo mostrò all'uomo accanto a sé, prima di annuire e fare cenno allo straniero di seguirli.
Jericho avrebbe dovuto agire in fretta perché si sarebbe trovato a praticamente a fissare le schiene dei mercanti che si allontanavano quasi senza dire una parola. Per qualche strano motivo sembravano avere fretta, ma non a causa dell'aldarense, ma per qualche altro motivo. Che avesse a che fare con il fatto che sembravano appena usciti da qualche spiacevole situazione? Il più anziano aveva parte della tunica umida e macchiata di sangue, ma sembrava ancora in grado di muoversi senza troppi problemi.
Le guardie di ronda intimarono l'alt al terzetto. Con tranquillità i mercanti esibirono il loro lasciapassare e garantirono per Jericho esibendo quello che lui aveva consegnato loro prima. Soddisfatte le guardie li lasciarono proseguire senza ulteriori interruzioni.
Nonostante la cinta muraria che divideva la zona nobile da quella comune le differenze tra le due parti di città erano minime, almeno ad una prima occhiata: gli edifici erano simili e anche le persone sembravano vestite allo stesso modo, ma ad un'analisi più attenta sarebbe saltato subito all'occhio che c'era una certa "finezza" nell'architettura dall'altra parte del muro e anche negli abiti dei presenti.
Senza una parola i due mercanti avrebbero condotto Jericho verso un negozio, che forse lo studioso avrebbe chiamato "boutique" dato che aveva ben poco a che vedere con gli esercizi commerciali che aveva incontrato a Dalereuth fino a quel momento. L'interno era decorato con tappeti ed arazzi di fattura assai pregiata e anche le opere esposte sembravano di magnifica realizzazione. Tutte erano pietre intagliate ed incastonate in preziosi gioielli.
Che fosse finito nel posto giusto? Ishir lo aveva davvero messo sulla giusta strada?
Finalmente da quando si erano incontrati con Jericho i mercanti gli rivolsero la parola. Fu il più anziano a parlare per primo:
- Non ho idea del motivo per cui Ishir vi abbia mandato da noi, ma se volete partecipare all'affare allora dovrete arrangiarvi da solo. Ho già rischiato troppo! -
- Calmati Lor, non tirare conclusioni affrettate. - l'avrebbe interrotto il fratello, cercando di calmare i toni.
- Se davvero la merce è così importante perché non ci hanno dato una scorta allora? Non ho più intenzione di rischiare la pelle! -
- Ti ho detto di calmarti dannazione! -
Un colpo di tosse proveniente dalle spalle dei tre li avrebbe costretti a voltarsi. Circa al centro della stanza adorna di svariati oggetti di indiscutibile pregio era fermo un uomo che indossava una lunga tunica bianca ed oro finemente lavorata e con ricami talmente delicati da sembrare quasi un secondo strato separato dalla stoffa sottostante.
Il volto non era riconoscibile poiché la persona portava una maschera completamente bianca, dalla quale si potevano notare solamente gli occhi ambrati scrutare attentamente i presenti.
I fratelli Bhamir s'inchinarono lievemente alla presenza di quello che, probabilmente, poteva essere il padrone del negozio. Forse Jericho si sarebbe chiesto il motivo della maschera, ma non avrebbe avuto modo o tempo di fare domande, poiché l'uomo in bianco parlò anticipando tutti.
- Se siete qui, e in quelle condizioni deduco che qualcosa non sia andato per il verso giusto. - disse pacatamente rivolgendosi ai mercanti. Poi si sarebbe voltato verso Jericho, aspettando qualche istante prima parlare ancora.
- E tu chi saresti invece? -
Nel vicolo Astrid, Shervarash e Dienyah non avrebbero assistito al dialogo tra Jericho e i mercanti presi com'erano a decidere quale fosse la migliore strategia da adottare, ma dato che avevano scelto di agire immediatamente avrebbero comunque visto i mercanti e la figura dello studioso assieme a loro dialogare con le guardie.
Con un cenno del capo Dienyah vi avrebbe indicato di seguirlo e a passo misurato vi sareste avviati verso la porta che separava le due zone della città. I mercanti avevano già superato le guardie e proseguivano tranquilli verso la loro destinazione. Erano ancora nel vostro campo visivo.
A circa una decina di metri dalla porta Dienyah avrebbe rallentato, cedendo il passo ad Astrid ed avrebbe cominciato a mormorare una strana litania sottovoce. Una delle guardie si sarebbe fatta avanti per intercettarvi, ma a pochi passi da voi si sarebbe fermata con lo sguardo perso, come se improvvisamente si fosse completamente scordata di quello che stava facendo. Anche l'altro soldato di stanza non sembrava darvi peso mentre con passo sicuro attraversavate l'arco di pietra.
Era fatta, ormai eravate dall'altra parte ed anche la litania di Dienyah sembrava aver avuto effetto, tanto da convincere l'uomo a smettere. Tuttavia una guardia che si era avvicinata alle mura dal lato interno aveva visto la scena. Evidentemente era troppo lontana per rientrare nell'effetto della magia di Dienyah.
- Hei! Voi tre! - disse richiamando la vostra attenzione.
L'uomo era armato, ma non sembrava minaccioso. Il suo volto tradiva una certa preoccupazione, tuttavia era solo sconvolto dal fatto che i suoi colleghi vi avessero fatto passare quasi senza nemmeno guardarvi in volto.
- Chi siete? Quali sono i vostri affari qui? Avete un lasciapassare? - il suo sguardo si era soffermato su Shervarash che decisamente era quello più fuori luogo in quella situazione.
Dienyah aveva nel frattempo lanciato uno sguardo furtivo alla strada principale, dove i mercanti e il misterioso straniero camminavano tranquilli. Presto sarebbero usciti dal suo campo visivo, inghiottiti dalla caotica strada affollata ed allora sarebbe stato molto difficile ritrovare la pista.
Stava per parlare, ma si trattenne. Avrebbe potuto uscirne tranquillamente utilizzando nuovamente la sua malia, ma avrebbe fatto la cosa giusta? Di certo Shervarash ed Astrid non ne sarebbero stati felici, o forse si? Non potevano contare sempre sulle sue scorciatoie, anche perché era ovvio che da parte dei due combattenti ci fosse ancora una certo ostilità e sfiducia nei suoi confronti.
Avrebbe agito solamente se le cose si fossero messe davvero nuovamente male. Tuttavia poteva permettersi di perdere la traccia dei mercanti? Non poteva permettersi di comunicare verbalmente con i due al suo fianco, doveva lasciare che fossero loro a sbrogliarsi da quella situazione, mentre lui cercava di non lasciarsi sfuggire la direzione presa dai loro bersagli.
Lentamente lasciò che la sua mente si separasse lievemente dal corpo. Espanse la sua coscienza cercando di rintracciare le familiari sagome dei mercanti e quella dello sconosciuto che avevano visto da dietro.
L'anello all'indice della mano sinistra emise un singolo bagliore e poi sembrò perdere luminosità, ma non spegnersi del tutto...CITAZIONESCADENZA LIMITE POST SABATO 2 APRILE ORE 23:59
Se postate prima ovviamente andiamo avanti prima.. -
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-ShadowHunter-.
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Ashel.
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La città, attorno a loro, stava rapidamente cambiando.
Anche se non avevano fatto altro che superare una cinta muraria, il clima ora sembrava drasticamente diverso: la fiumana di gente che di solito si affollava nei bazar a quell'ora del giorno non poteva passare dal cancello e la loro assenza nelle strade, frequentate da pochi soldati e da qualche aristocratico, rendeva Dalereuth decisamente meno claustrofobica.
Astrid, abituata al mortorio delle gigantesche e abbandonate roccaforti di Vaygrjord, sembrò apprezzare quel brusco cambiamento e cominciò finalmente a guardarsi intorno quasi si fosse scordata il motivo per cui si trovava lì.
L'incappucciato era riuscito a distrarre le guardie all'ingresso; più precisamente, non avevano fatto altro che fissarli come se in effetti non li stessero affatto vedendo. Le capacità di quel demonio si stavano rivelando tanto utili quanto inquietanti: quella litania, benché pronunciata a bassa voce, la faceva rabbrividire, ma non essendoci alternative si limitò a fare finta di niente.
Si trattava di un prezzo accettabile per riuscire in quell'impresa in maniera tanto pacifica, per quanto il suo istinto naturale continuasse a suggerirle di estrarre la spada e farsi largo tra le guardie a suon di fendenti.
La sola presenza di quell'individuo bastava a farla innervosire e nonostante avessero già superato il loro primo ostacolo grazie alla sua strana magia temeva che quel potere le si sarebbe rivoltato contro da un momento all'altro.
Invece tutto sembrò andare nel migliore dei modi, almeno fino a quando non videro un'altro soldato richiamare la loro attenzione con un gesto secco.
Astrid conosceva il modo di fare dei militari; erano zelanti, poco inclini ad accettare variazioni negli ordini, per nulla elastici nella valutazione di eventuali imprevisti e, soprattutto, erano carenti di fantasia.
Il primo a rispondere alle domande della guardia fu proprio l'arciere. La giovane si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo: che cosa aveva in mente? In qualità di guardia del corpo avrebbe dovuto far parlare lei.
Ascoltò le sue parole con una punta di risentimento, ma non poteva fare nulla per impedirgli di agire come riteneva più opportuno.
A un certo punto sentì qualcosa che le stava andando di traverso: la strategia adulatoria adottata dal suo compagno avrebbe anche potuto funzionare, se non fosse che lo stava oliando come un pollo pronto da mettere allo spiedo.
Decise allora di aggiungere un pizzico di morbosa superiorità per intimorire il soldato.
- Siamo venuti da molto lontano per raggiungere Dalereuth. O meglio, siamo stati chiamati. Ci avete chiamato voi. - fece allora, piccata - Gioielli e pelli dall'arcipelago del Nord, avete chiesto. Oggetti esclusivi, non volgare mercanzia da quattro soldi che chiunque con un po' di spicci potrebbe sperare di comprare.
Quanto al vostro lasciapassare, nessuno ci aveva informati.
Scrutò la guardia da sotto in sù, dandosi delle arie.
Non sapeva se la loro copertura sarebbe saltata oppure no; cosicché guardò di sottecchi il loro tetro accompagnatore sperando che capisse da solo quel che c'era da capire.CITAZIONEAstrid
Potenza: 10
Vita: 120
Chakra: 130 - 20 = 110
Posizione: -
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Armi Pesanti II
Arcieria I
Passive:
Armi Pesanti I ~ Nessun malus con Armi Pesanti I
Armature Pesanti I ~ Nessun malus con Armature Pesanti I
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Auree/Stance/Effetti: -
Status/Buff: -
Equipaggiamento:
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Arma Pesante Classe I [Danno 40]
20x Freccie in Noce [Danno 10]
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Riassunto:
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