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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
๑۩۩๑
Il viaggio era stato lungo e disagiato ma ci avreste messo poco a convincervi che ne era valsa la pena. Dopo giorni di viaggio tra cammelli e carovane riarse dal sole, eravate giunti in un isolato palazzo tra le aride distese rocciose del deserto di Shal'aira. Dall'esterno sembrava un monumento sì imponente ma sterile, una volta dentro però avreste dovuto ricredervi in un brevissimo lasso di tempo.
I marmi dei pavimenti erano lisci e perfetti come specchi. Le colonne sembravano essere fatto di avorio massiccio. Le stoffe purpure erano irridescenti, di raso ricercato. Un gruppo folto di servitrici dai corpi voluttuosi avvolti in audaci giochi di trasparenze colorate avrebbero offerto i loro servigi all'unico scopo di intrattenervi e mettervi a vostro agio.
Vi sarebbero state date delle stanze enormi, individuali ovviamente. Tappeti antichi ricoprivano ogni centimetro del pavimento fino a condurre a terrazze adornate da piante fluviali e ovviamente piscine all'aperto. Vi sarebbe stato offerto un bagno assistito dalle giovin donzelle, questo però in comunione, e qui qualcuno di voi avrebbe potuto scontrarsi con l'apertura mentale che regnava in quella specie di harem. Già, il pudore di qualcuno di voi poteva trovare arduo condividere la piscina con un numero sortito di donne ignude, oltre agli altri due compagni di avventura.
Ma mi racconterete in seguito la vostra esperienza personale, fatto sta che, alla fine dei rifocillamenti, vi sarebbe stata annunciata l'udienza con il signore di tutto quel ben di dio, particolare che vi avrebbe fatto ricordare che in tutto quello sfarzo eravate solo ospiti. Anzi, mercenari, assoldati per un compito ben preciso.๑۩۩๑
La sala era qualcosa di immenso, alle pareti arazzi raffiguranti creature mitologiche dimenticate e scene di campi di battaglia aperti e gloria e vittorie. In fondo alla sala, in contrasto con la penombra che vi regnava, un lucernario proiettava la sua luce sul trono dove sedeva il signore del palazzo, circondato da una corte di consiglieri, concubine e intrattenitori.
Mio signore, questi sono gli stranieri assoldati per la questione Gazirah.
Annunciò il ciambellano che vi aveva condotti nella stanza. Ora che eravate più vicino avreste potuto osservare meglio il vostro mandante. Un uomo imponente e possente, sedeva a petto nudo ricoperto di una mantella regale rossa, bracciali spartani da combattente, grossi gambali metallici e una distinta corona d'oro raffigurante un drago. Una grande spada era nella sua mano destra con la punta poggiata sul pavimento. Lunghi capelli neri incorniciavano un viso squadrato e duro dove due occhi corvini vi scrutavano e vi giudicavano.
Sollevò un braccio, gesto che il ciambellano era istruito a riconoscere. Subito si adoperò a liberare la sala dei presenti non necessari che frettolosamente si diressero verso le uscite fino a lasciare soli voi tre, il signore della guerra e un gruppo confidenziale di suoi consiglieri. Alla fine, persino il ciambellano prese commiato, mentre il signore vi guardava con attenzione, senza aver ancora proferito parola.
Con vostra sorpresa, forse, a prendere la parola non fu l'uomo seduto sullo sfarzoso trono, ma una donna in piedi alla sua sinistra, dalla pelle bianca come il latte e tratti del viso tipicamente orientali. Aveva i capelli raccolti in parte in una elaborata pettinatura e degli abiti solenni. Reggeva anche uno scettro vistoso e dall'atteggiamento sembrava godere di una posizione di rilievo presso il suo signore.
Benvenuti stranieri, il mio signore Aimshitai vi porge il suo cordiale saluto. Spero che la vostra permanenza a palazzo e l'accoglienza che vi è stata mostrata sia stata di vostro gradimento. Siete stati convocati per rintracciare e possibilmente catturare una persona molto ostile a questa corte e al suo signore. Come potete constatare, in questa udienza sarò io a prendere la parola, poiché Aimshitai, il potente flagello di Shal'aira, è caduto vittima di una terribile maledizione. La responsabile di tale malefatto è una donna, un infida serpe, straniera nelle nostre terre che con la sua stregoneria ha dapprima ammaliato e conquistato la fiducia del nostro signore per poi pugnalarlo alle spalle col suo mortifero veleno...
In quel frangente del discorso, Aimshitai voltò lievemente il capo con un espressione non proprio amichevole, al che l'oratore fu scosso da un fremito, rendendosi conto forse che la sua lingua aveva ardito troppo nel dipingere il suo signore come un comune sciocco. Ma non vi fu altro impedimento dato che questa continuò a parlare.
La fuggiasca è già riuscita a sottrarsi alle nostre guardie e trovare rifugio nella città di Gazirah, città protetta dall'Impero e quindi fuori dalla nostra portata. In tale luogo non ci è consentito esercitare la nostra legittima sovranità e i nostri uomini sono costretti ad agire nell'ombra. In questo modo abbiamo già perso un paio di valorosi elementi, trucidati dall'infamia di quella aspide maledetta. La soluzione portata all'attenzione di questa corte è quindi quella di commissionare la sua cattura a dei mercenari stranieri, in grado di ottenere facilmente accesso alle città protette dall'impero e arrivare dove a noi non è concesso. Vi saranno messi a disposizione un mezzo di trasporto che vi scorti fino a Gazirah, da lì avrete a disposizione poche informazioni e dovrete adoperarvi per conto vostro. In nessun caso dovrete rivelare il vostro mandante.
L'esposizione della questione si esaurì e la consigliera si voltò a guardare Aimshitai per assicurarsi che nulla fosse stato tralasciato. Quello fece un cenno, con la stessa espressione buia, che venne interpretato con significato affermativo.
Domande?. -
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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
๑۩۩๑
La conversazione durante il briefing era durata qualche minuto mentre voi, da bravi mercenari quali eravate, avevato posto domande in modo da coprire informazioni fondamentali ma anche dettagli specifici. Non voglio riportare una trascrizione integrale della conversazione ma quanto segue è pressapoco il sunto.
Misaki, da persona pratica, ottenne le prime informazioni basilari. La ragazza, che si faceva chiamare Racheeda, era snella, abbastanza alta, bianca con capelli neri-castani e occhi verdi. Era una persona garbata, ha sempre trattato la servitù con modi gentili e non sembrava avere cattive abitudini o intenzioni ostili. Ormai sono 3 settimane che è fuggita da palazzo dopo essere stata rinchiusa in una delle stanze e tenuta sotto stretta sorveglianza in attesa dell'esecuzione per tradimento. Misaki aveva altresì domandato circa le sue doti di combattimento. Per fuggire le guardie a palazzo erano state sopraffatte fisicamente e le porte distrutte. Sebbene gli uomini mandati a Gazirah per stanarla siano stati trovati morti, le ferite sono semplici ferite da taglio di qualche sorta di lama, diverse sulla schiena a indicare forse un imboscata. Questo alimenta l'ipotesi che abbia degli alleati a Gazirah. Durante il suo periodo a palazzo non ha mostrato particolari doti belliche, sembrava una ragazza qualunque. Dopo il sortilegio che lei ha imposto sul loro signore però hanno motivi di credere si tratti di una potente strega.
Raiden da parte sua sembrò più interessato alle amicizie della ragazza, cercando di ipotizzare cosa aspettarsi una volta arrivati a Gazirah. A corte non ne sanno molto e possono solo supporre. Suppongono abbia avuto bisogno di aiuto per fuggire da palazzo nonostante le guardie e le porte sigillate. E' invece chiaro che a Gazirah abbia trovato qualche forma di alleato, anche se non sanno nulla circa una possibile identità nè il loro numero. Gazirah comunque potrebbe essere una scelta ponderata quanto obbligata come destinazione per la sua fuga. E' comunque la città imperiale più vicina, la scelta più ovvia per sfuggire alla giustizia dei Dawasir, dato che le zone imperiali sono pressapoco off limit per loro.
Per quanto riguarda Haseo, non aveva ottenuto molte altre informazioni aggiuntive se non il concetto ribadito di quanto fosse necessario che loro negassero ogni forma di coinvolgimento con i Dawasir una volta a Gazirah. Principalmente per via dell'impero, ma anche per non rischiare di fare la fine degli uomini mandati a cercare Racheeda. I loro visi erano sconosciuti alla gente della città, questo era uno dei motivi per cui aveva richiesto l'aiuto di stranieri.
Comunque, qualcuno di voi più informato sulla storia del paese o sulle notizie di attualità sapeva bene che Aimshitai è il capo di un clan di predoni del deserto di Shal'aira, i Dawasir, uno dei più forti e pericolosi. Sono occasionali scorrerie presso gli avamposti imperiali e le città ma la loro zona di influenza è in pieno deserto e l'impero, ormai rivendicate le strade principali e le città più ricche, non ha molto interesse a portare avanti una guerra in un territorio tanto ostile. I Dawasir da parte loro si rendono conto di non poter sperare di sconfiggere un così imponente nemico straniero e si accontentano del bottino ricavato dal loro brigantaggio.
Alla fine la consigliera che aveva preso la parola fino a quel momento prese congedo da voi, concludendo la conversazione. Non conosciamo molto di lei, è sempre stata misteriosa nella sua permanenza qui. Una buona notizia è che a Gazirah c'è un potente giro di mercato nero gestito da un organizzazione criminale influente chiamata Testa di Lancia. Abbiamo certi affari con loro, potrebbe servirvi da aggancio nella città. Consiglio di contattarli una volta lì, assicuratevi di avere davanti un loro esponente e dite che lavorate per conto dei Dawasir, collaboreranno. Vi forniremo una prova da mostrare loro, a segno del nostro accordo.
Per tutta la durata della conversazione il signore sul trono, Aimshitai, era rimasto in una posa plastica, muovendo di tanto in tanto il capo per guardare la consigliera poi voi. Sembrava del tutto assente eppure non perdeva l'aria dura e truce. E soprattutto non aveva proferito parola. Il tempo per le domande s'era quindi esaurito e voi sareste stati rimandati alle vostre stanze. La partenza per Gazirah era stata fissata l'indomani di buon ora, per il resto della serata avreste potuto decidere di incontrarvi, scambiare idee e informazioni sulle vostre abilità e avreste potuto cominciare a farvi un idea sul problema e su come tentare di risolverlo (ciò avverrà in off topic, ma qualsiasi scambio di idee è trasmesso ai pg)๑۩۩๑
Il giorno dopo sareste stati chiamati verso le 6 del mattimo. Nel giro di un ora avreste dovuto essere pronti per lasciare il palazzo. Vi sarebbero stati forniti abiti tipici di quelle zone e dei cavalli, uno a testa, uno dei loro avrebbe montato in testa al vostro gruppo, tutti i cavalli legati tra loro al primo cavallo e a passo sostenuto vi sareste diretti verso Gazirah. Nel giro di 4 ore di panorama desertico e caldo sopportabile per via delle ore mattutine sareste arrivati alle porte di Gazirah.
Un blando blocco imperiale fungeva da filtro molto elastico. I carichi in ingresso venivano controllati ad occhio e solo in caso di evidenze molto sospette venivano esaminati manualmente. Venivano chieste le generalità dei nuovi arrivati e le armi raramente venivano confiscate, anche in questo caso solo se si risultava molto sospetti. La vostra guida doveva essere un commerciante conosciuto a Gazirah perché salutò le guardie con tono confidenziale e queste risposero cordialmente, regalandovi qualche occhiata di routine e facendovi passare senza altri problemi.
Una volta percorso una cinquantina di metri nella periferia della città, la guida vi avrebbe invitato a smontare da cavallo, ripetendovi due raccomandazione:
- Non dire mai a nessuno della vostra missione o della vostra affiliazione coi Dawasir.
- Considerare qualsiasi abitante un possibile nemico. Non si conoscono quali e quanti alleati possa avere Racheeda.
Detto ciò, avrebbe proseguito per un altra via portando con sè i vostri cavalli. Eravate in una zona di periferia della città, non c'era anima viva in vista per strada ma nelle case popolari si udivano voci e suoni vivaci tipici di una città sveglia da ormai diverse ore. Nessuno sembrava aver dato peso al vostro arrivo e potevate muovervi liberalmente. La guida vi aveva indicato la via per raggiungere il centro della città, una mezzoretta a passo lento.
La città doveva avere 4-5 kilometri da un estremo all'altro e sembrava molto densamente abitata. Le vie e le case erano tipici delle città del deserto e gli ingressi alla stessa erano ampi e numerosi, segno che doveva essere un importante tappa commerciale. Camminando per la città avreste notato occasionalmente una coppia di guardie imperiali che tranquille presidiavano determinate zone. Doveva essere stabile la loro presenza nella città per mostrare tale sicurezza e in generale le persone le salutavano cordialmente. Sembrava una città prospera e gli abitanti tranquilli. C'erano giusto un paio di particolari da segnalare.
- Un enorme statua raffigurante una donna in abiti solenni che innalza una lancia al cielo. Doveva essere alta una trentina di metri e sorgeva sui palazzi più alti nel centro della città.
- I palazzi nel centro della città, torrioni spartani, quasi fortezze squadrate e con poche finestre e torrette di guardia. Arcieri imperiali la presidiavano.
Addentrandovi avreste notato quanto fossero strette le strade anche nei pressi del centro, balconi si affacciavano sulle bancarelle numerose. L'odore pungente e balsamico di spezie varie riempiva l'aria misto anche ad altri odori un pò meno gradevoli, ma anche questo implicava il mercato. In certi punti la strada era così stretta che le file di bancarelli ad entrambi i lati potevano toccarsi.
Comunque, l'integrazione e la permanenza nella città sembravano buone e pochi si soffermavano a guardarvi, molti solo a causa del colore della vostra pelle, più chiaro della norma in quella città, eccezion fatta per le guardie.
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Edited by Ryuk* - 24/5/2015, 13:17. -
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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
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Un energumeno di due metri con cappuccio e cicatrice sull'occhio dunque?
Proprio lui avrebbe assistito alla scenetta, osservandovi con attenzione. Era chiaro che avevate attirato la sua attenzione e forse quella di qualcun altro, ed era chiaro che tutto ciò che aveva messo in piedi portava verso un unica conclusione logica.
Siete mercanti di schiavi. Sentenziò rauco l'energumeno, continuando ad osservarvi, specie Misaki ancora a terra.
Lei può passare... Continuò a dire l'omaccione indicando con la destra la ragazza per poi guardare gli altri. Ma voi due non sembrate mercanti di schiavi. Avete delle facce troppo pulite e siete troppo giovani. Per chi lavorate?
Vi dava la possibilità di spiegare sebbene era chiaro che lo avevate convinto poco. C'era ancora margine di recuperare?. -
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Neagora
L'attraversata del deserto fu una tortura, le vesti del giovane erano adatte alle condizioni estreme dettate dal caldo degli ultimi giorni, era interamente coperto da velluto bluastro, le vesti lasciavano passare anche la più leggera delle brezze rinfrescando il corpo trattenendo poi il caldo in quantità minima, tuttavia, il deserto era un'altra cosa.
L'aria era "ferma" ed il sole cocente riscaldava il colorito scuro del velluto dando un senso di soffocamento, tutto questo per dire che il deserto non è uno scherzo, fatto sta che Raiden preferiva 100 volte il caldo al freddo, per questo nonostante la fronte madida di sudore non sembrava soffrire particolarmente.
[...]
Si erano allontanati dalla calca della cittadella, lì avrebbero potuto parlare abbastanza tranquillamente sulla prossima mossa, l'accortezza era l'imperativo di quella missione dato che i tre non potevano MAI avere l'assoluta certezza che occhi e orecchie indiscrete potessero osservarli o sentirli, tanto che il bruto che li avvicinò poco dopo non sorprese particolarmente il gruppetto.
La loro messa in scena continuava, prevedeva che Haseo mortificasse la ragazza e che questa si prostrasse ai piedi dei propri rapitori.
Il suono dello schiaffo scosse un poco Raiden, il quale dovette però tuonare contro il proprio compagno, sempre per rispettare il copione.- Non gli piaceva affatto la situazione, chi diamine era quello? perchè li aveva avvicinati? perchè aveva sentenziato sul loro esser mercanti di schiavi?
qualcosa non quadrava, e, mentre le varie teorie partorite dalla mente di Raiden si accalcavano l'una sull'altra capì che era il momento di rispondere, non avrebbe confermato quel che l'uomo aveva detto, anzi, lo avrebbe preso di petto.
Lui è un mercante di schiavi appena arrivato in città, un novellino di talento fermo nelle sue decisioni, sta solo cercando di alzare un po di grana con questa qui, infondo quando era stata trovata a vagare nel deserto era stata una preda molto facile e nessuno avrebbe potuto aiutarla o cercarla, non si sarebbe certo fatto fregare ora da uno che prendeva arrivava e sentenziava sulle loro attività.
Si avvicinò all'omaccione dopo aver fatto un cenno ad Haseo, un cenno con la mano che non aveva alcun senso concordato fra i due, eppure il ragazzo capì perfettamente e facendo cenno d'assenso con il capo si avvicinò alla ragazza, questa in ginocchio a terra non poteva rialzarsi, il viso affranto fissava ancora il terreno mentre Haseo vigilava sulla sua mercanzia, in previsione di uno scontro fra Raiden e quel tipo sarebbe toccato a lui proteggere i loro interessi, ovvero Misaki.
Raiden si guardò attorno, cercava di capire se nei paraggi ci fossero altri, che quello fosse stato un imperiale o un criminale la situazione non era comunque da prendere alla leggera.
Con voce ferma disse sorridendo all'uomo:
Dunque.. mercanti di schiavi dici? mai giudicare un libro dalla copertina. Tu più tosto, pensi di piombare qui ed importunare tre bravi cittadini con queste accuse?
Sospirò, diede le spalle al nemico incamminandosi molto lentamente verso la ragazza, per ora le sue frasi non significavano nulla, stava solo cercando di sondare il terreno, quello li poteva esser chiunque ed il fatto che si era esposto in questa maniera poteva significare solo che quello li poteva danneggiarli o aiutarli, ma come fare per capire quali delle due?
Ancora di spalle.
Tuttavia.. ogni buon cittadino ha i propri vizzi.
Si girò di nuovo verso l'incappucciato.
E non ho fatto tutta questa strada per esser giudicato da uno sconosciuto. Sei una guardia imperiale? no perché dato che non abbiamo fatto nulla non vedo il perché di questo siparietto, è per lo schiaffo? il mio amico è ancora attaccato alle tradizioni della nostra gente, sai com'è, le donne non sono certo il partito con più voce in capitolo da noi.
Girò il capo verso Haseo facendo spallucce, quello avrebbe contraccambiato con un sorriso beffardo.
O forse sei tu un mercante di schiavi? devo dirti la verità, mi sembri troppo sospetto per esser un mercante di schiavi, voglio dire, la corpuratura il cappuccio e la cicatrice... sembri più un adescatore che uno che intrallazza in certe faccende.
Allargò le braccia:
Come la mettiamo? abbiamo due giovani troppo giovani, ed un uomo troppo sospetto per esserlo. La differenza fra noi due è che tu sei nella tua città, mentre io no, il primo passo toccherebbe a te, non credi?
Era sicuro di se, le parole scelte erano state pensate sul momento e se dapprima aveva pensato di negare l'evidenza nella speranza che quello si mostrasse per quel che veramente era decise invece di cambiare tattica, stare sulla difensiva avrebbe aumentato le domande, passare all'attacco invece avrebbe potuto tranquillamente rassicurare l'omaccione, infondo aveva chiuso con una frase che lasciava poco da intendere, era un gioco in cui chi si mostrava prima perdeva, tuttavia la bellezza orientale di Misaki avrebbe potuto far gola all'uomo che, capendo come detto da raiden che lui aveva le spalle molto più coperte dei due, avrebbe potuto fare il primo passo.
Era solo l'inizio, se quello avesse acconsentito ad una trattativa più trasparente i tre avrebbero dovuto capire di chi si trattasse, di quale banda facesse parte, il tutto sempre con il dubbio perenne che invece non si trattasse di un imperiale.. -
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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
๑۩۩๑
L'omaccione ascoltò il blaterale di Raiden con un espressione di chi non aveva capito bene. Quando fu posta l'ultima domanda, continuò a squadrarlo ancora per un poco. Poi guardò Haseo e la ragazza, sembrava un pò confuso.
Tu parli troppo. Disse puntando quel grosso salsicciotto che si ritrovava come dito verso Raiden facendo anche un passo avanti con fare intimidatorio. Non mi piacciono le persone con la parlantina. Cercano sempre di fotterti con i giri di parole. Io volevo solo chiedere quanto volevate per la ragazza, ma sapete che vi dico? Lasciate perdere.
Si voltò quindi facendo per allontanarsi.. -
.LegendaParlato
Pensato
Narrato
Parlato AltruiHaseo KatoStatisticheVita: 200
Chakra: 200
Movimenti:
Abilità:
Controllo perfetto del chakra
Discipline:
Armi Leggere
Elemento: Aria
Scheda:
HaseoSlot Usati:
Nessuno
Slot Rimanenti:
Tutti
Auree/Stance/Effetti:
Stance: Catlike
Aura: //
Status/Buff://
Equip:
Armatura dell'Avventuriero - [10 Blocco]
Armi Leggere I x2 [Danno Fisico 10 + 30 (Rogue)]
Passive:SPOILER (clicca per visualizzare)Dual Wield [Leggere]
Light-blade Mastery[Leggere]
Rogue[Leggere]
Elusive Movement [Leggere]
Airbending[Aria]
Chakra +[Aria]. -
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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
๑۩۩๑
Avrete capito che il vostro nuovo amico non brilla certo per acume e perspicacia ma c'è una lingua universale che certi individui comprendono alla perfezione. Monete d'oro? Ripetè dopo essersi fermato. Si voltò verso di voi con un espressione sicuramente più interessata. Di quanto stiamo parlando? Ripetè osservandovi comunque attentamente. Era evidente che fin dall'inizio non lo avevate convinto poi molto, ma probabilmente si tratta di pregiudizi personali sugli stranieri in generale.
Comunque s'era fermato e sembrava interessato, probabilmente la storia di Haseo lo aveva convinto. Prima che voi possiate fissare un prezzo, incalzò. Non meno di 200 monete. Un espressione compiaciuta comparve sul suo volto, sapeva che la somma richiesta era spropositata ma era chiaro che avrebbe aprofittato della situazione.
I Testa di Lancia sono gente pericolosa e voi avete detto di lavorare per una persona importante. Che saranno mai per voi 200 monetine? Ironico ghignò incrociando le braccia. Affare fatto?. -
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AIMSHITAI
Ciclo di trama: Felina I
๑۩۩๑
L'energumo storse un pò il naso sentendo il controaffare. Gli si poteva leggere in faccia che ancora vi considerava tipi loschi, ma non avrebbe mai rifiutato soldi così facili. Mi sembra ragionevole. Disse con espressione soddisfatta mentre allungava la mano per farsi dare il bottino.
Si prese qualche secondo per controllare che dentro ci fossero monete d'oro e non tappi di bottiglia, quindi dopo essersi infilato il sacchetto in una tasca della veste, si mise subito in movimento. Seguitemi allora.
Sareste usciti dal vicolo passando di nuovo in mezzo alla strada stretta e affollata. L'avreste percorsa per tipo un centinaio di metri, quindi sareste sboccati in una strada più larga, trasversale alla prima. Sembrava una strada principale, ai lati della strada non vi erano bancarelle improvvisate ma vere e proprie tende di negozianti che vendevano ogni tipo di merce: vasellame, gioielli, bijoutteria, tappeti, lozioni e unguenti miracolosi eccetera.
Insomma entro una decina di minuti vi eravate nuovamente fermati nei pressi di una di queste tende che esponeva pelli e pellicce scuoiate di vari tipi di animali. Ad attendere la clientela c'era un uomo distinto, alto e con vestiti di certo in tono con l'ambiente desertico ma leggermente diversi dalle solite stole dei beduini, lineamenti stranieri ma pelle abbronzata per cui sarebbe stato difficile capire se fosse del posto o meno, capelli biondi e in ordine, barba e baffi molto curati. Contava le monete all'interno di un sacchetto con fare distratto.
Ehi Luvar, ci sono questi tizi che volevano parlare con te. Disse senza altre introduzioni l'energumeno, fermandosi davanti alla tenda in posizione un pò più avanzata rispetto a voi. Il biondo sollevò solo lo sguardo distrattamente guardando il primo e poi voi altri, quindi tornò a contare i soldi. Mi hai portato altre grane, Bronje? Ti ho già detto che non ho più intenzione di fare affari con te, l'ultima volta mi è bastata.
E io ti ho detto che non è stata colpa mia, è lei che mi ha provocato! Dovevi vedere come mi guardava... Il biondo a quelle parole sollevò lo sguardo di scatto, fissando il bruto con un espressione terribilmente seria, doveva essere qualcosa che aveva detto. L'energumeno sembrò ghiacciarsi all'istante, prendendo a guardarsi intorno come se avesse timore di qualcosa. Cioè...io..
Sparisci. Chiuse il biondo tenendo lo stesso atteggiamento minaccioso passivo, il resto delle parole le aveva trasmesse con gli occhi. Quell'altro risultò titubante in un primo momento, voltandosi per guardare voi con espressione combattuta. Poi lasciò andare un verso scazzato, rivolgendovi un gesto con la mano come se stesse lasciando perdere, quindi se ne andò senza dirvi alcuna parola.
Il biondo continuò la sua operazione come se nulla fosse successo, senza dire nessun altra parola. Sembrava non fare nemmeno caso a voi.. -
.LegendaParlato
Pensato
Narrato
Parlato AltruiHaseo KatoStatisticheVita: 200
Chakra: 200
Movimenti:
Abilità:
Controllo perfetto del chakra
Discipline:
Armi Leggere
Elemento: Aria
Scheda:
HaseoSlot Usati:
Nessuno
Slot Rimanenti:
Tutti
Auree/Stance/Effetti:
Stance: Catlike
Aura: //
Status/Buff://
Equip:
Armatura dell'Avventuriero - [10 Blocco]
Armi Leggere I x2 [Danno Fisico 10 + 30 (Rogue)]
Passive:SPOILER (clicca per visualizzare)Dual Wield [Leggere]
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๑۩۩๑Haseo si era quindi allontanato dagli altri per raggiungere tale Bronje e fargli ancora qualche domanda. Al sentire la voce di Haseo, l'energumeno si voltò di scatto allungando il braccio per afferrare il suo collo, gesto talmente repentino da trovare spiazzato l'altro (che non sembrava essersi preparato in qualche modo per fronteggiare una rappresaglia violenta). La forza di Bronje era senz'altro notevole, tanto che riuscì facilmente a spingere un paio di metri indietro il ragazzo e sbatterlo contro il muro lì vicino.
Voi tre mi avete rotto il cazzo. Mi avete fatto perdere solo tempo da quando vi ho incontrato. Non dovevo darvi retta, meglio stare lontani da quei coglioni dei testa di lancia. Solo perché ho spezzato il collo a una delle loro puttane adesso mi trattano come un lebbroso. E dato che tutti hanno paura di loro, non riesco più a farmi una scopata da settimane.
Anche se dettato da uno sfogo rabbioso, Bronje aveva risposto indirettamente alla tua domanda, ma la sua mano si fece più stretta attorno al tuo collo mentre lui ti guardava fuori di sè. Adesso tu mi dai le altre 100 monete che mi spettano, poi te ne vai dritto fuori dalle palle, intesi?
Eravate certo in mezzo alle altre persone, ma i mercanti si facevano i fatti propri, primo perché conoscevano quella testa calda di Bronje, secondo perché nessuno si sarebbe sporcato le mani per uno straniero. L'omerta generale sembrava essere la rovina di Haseo fino a quando non si udì un brusìo improvviso.
Ehi tu, lascia andare il ragazzo! Una voce alta e autoritaria eccheggiò nel vico mentre i mercanti tornavano silenziosamente alle proprie attività. Due imperiali erano ben visibili una ventina di metri più in là, al che Bronje sbuffò pesantemente, sbattendo ancora Haseo contro al muro prima di lasciarlo. Alzò le mani allontanandosi torvo in volto, fissando gli imperiali, poi Haseo. Sputò a terra e poi se ne andò senza voltarsi. Gli imperiali lo guardarono allontanarsi, decidendo di non seguirlo. Guardarono poi te, dicendosi qualcosa tra loro.
Il biondo alzò lo sguardo verso Raiden, continuando comunque nell'operazione contabile in cui era impegnato da prima che foste arrivati. Poi si soffermò particolarmente su Misaki, non troppo da risultare palese ma abbastanza da evidenziare un minimo interesse. Forse stava cercando di decifrarvi ancor prima di conversare con voi. Lo riabbassò poco dopo senza fare una piega.
Non capisco perché vogliate pagarmi, signori. Se state cercando una vostra amica e posso aiutarvi in qualche modo, sarò felice di farlo. Sono abbastanza bravo con le facce, se è passata di cui, lo so di per certo. Le ultime monete furono riposte nel sacchetto che a sua volta fu poggiato sul bancone. Il biondo quindi vi rivolse la sua completa attenzione, risultando affabile e disponibile nei modi.
Allora, perché non mi descrivete la vostra amica. Quando è l'ultima volta che l'avete vista? Più mi raccontate, più potrò esservi di aiuto. Sorrise ma nemmeno troppo amichevolmente. Anche se il tono e la forma con cui aveva mostrato sincero interesse era impeccabile, per qualche motivo quelle domande sembravano più un esame. Uno di quelli che non conviene fallire.. -
Imperio III.
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Neagora
Il gruppo s'era diviso per perseguire l'obiettivo, e questo a Raiden non piaceva per niente. Erano invischiati in un losco affare che li vedeva soli in una città sconosciuta, chissà quante cose possono succedere a tre stranieri in una città sconosciuta..
Mentre il nervosismo veniva sfogato contraendo regolarmente i muscoli della mascella vedeva Haseo allontanarsi per importunare l'omaccione, distolse lo sguardo e fece le presentazioni spiegando poi il motivo della loro visita.
Si morse la lingua subito dopo, stavano solo perdendo tempo restando sulla difensiva, cercavano di spillare informazioni a chicchessia senza esporsi, il risultato? che uno abbastanza arguto da intuire la situazione sarebbe facilmente riuscito a spillare lui le informazioni che riteneva opportune, al che in una situazione come la loro poteva esser fin troppo pericoloso.
Supponendo che quello fosse un alleato della donna, supponendo che Raiden avesse ragione ad etichettarlo arguto, quei tre probabilmente avevano già fatto insospettire il tizio, e, con una buona probabilità lo avevano appena spronato al dialogo, un dialogo che avrebbe fatto più danni che altro. Bisognava cambiare tattica, paranoico o no, la situazione era comunque più brutta di quel che pensavano.
Calmo all'apparenza ascoltava quanto quello avesse da dirgli, e capì che s'erano appena ficcati in un vicolo cieco, per ottenere delle presunte informazioni utili avrebbero ora dovuto rivelare molto più che semplici chiacchiere di circostanza con la speranza che quello per lo meno non centrasse nulla.
Si voltò un attimo, sbiancò in volto. Haseo era finito fra le grinfie dell'omaccione che non sembrava aver gradito particolarmente le sue domande, e, udite udite (o leggete e leggete), fu salvato da due guardie imperiali. Da una parte il fatto che le guardie lasciarono andare l'energumeno fu un bene, dato che quello poteva spiattellare la loro messa in scena alle guardie, a quel punto ce ne sarebbe voluto per spiegargli chi erano, e anche se creduti avrebbero poi dovuto spiegare i loro rapporti con i Dawasir.
Scrollò la testa, un problema alla volta, concentrati.
Ad Haseo in ogni caso ci pensiamo dopo se le cose vanno male.
lanciò un'occhiata a Miaski, questa probabilmente sarebbe stata dello stesso avviso, così come Haseo avrebbe probabilmente cercato solo di prender tempo, fatto sta che era inutile bloccarsi per una cosa del genere, infondo si trattava di "fasciarsi la testa prima di rompersela", Raiden era un maestro in questo.
Comunque, comunque.
Quel tizio lì, ti ha indicato come uno che conosce molta gente.. a dire la verità ha parlato dei "Testa di lancia", un nome abbastanza importante da queste parti.. ora, noi non vogliamo grane, per questo ci siamo offerti di pagare in segno di buona fede.
Sorrise chiedendosi se era il caso di continuare.
Il fatto è questo. Detto sinceramente.. se c'è qualcuno che muove certi tipi di affari quello sei tu, se anche uno di quella risma viene da te con tre stranieri può solo voler dire che tu sei la facciata dei testa di Lancia, uno che sta in "piazza" e che vaglia le varie opportunità, quindi un tipo scaltro.
Per questo voglio esser cristallino con te.. so che se c'è qualcosa o qualcuno che entra in questa città, e che abbia come portfolio una storia interessante con buone opportunità di speculazione, tu vieni a saperlo.
Si grattò la testa, si era rotto di parlare a mezzi e stare attento alla lunghezza delle proprie frasi
E' che.. non so se posso fidarmi di te, magari sei proprio tu che proteggi quella persona.
Scandì le ultime parole con un tono imperativo, non nell'altezza della voce quanto nella determinazione, come sapesse per certo che quello sapeva esattamente chi stavano cercando e che soprattutto sapevano che lui sapeva, restava da capire che sapeva il "perché" e se gli interessava o se avrebbe solo visto l'ennesimo affare.
in ogni caso dalla sua posizione non sarebbe stato in grado di difendersi granché tale era la posa naturale, si stava affidando a Misaki, che, udendo le sue parole non poteva far altro che giungere alla conclusione che Raiden era o un coglione o uno che aveva colto nel segno, uno che in entrambe i casi stava rischiando la rissa, sebbene quel tipo sembrava tutto tranne uno che si sporcava inutilmente le mani.. -
.LegendaParlato
Pensato
Narrato
Parlato AltruiHaseo KatoStatisticheVita: 200
Chakra: 200
Movimenti:
Abilità:
Controllo perfetto del chakra
Discipline:
Armi Leggere
Elemento: Aria
Scheda:
HaseoSlot Usati:
Nessuno
Slot Rimanenti:
Tutti
Auree/Stance/Effetti:
Stance: Catlike
Aura: //
Status/Buff://
Equip:
Armatura dell'Avventuriero - [10 Blocco]
Armi Leggere I x2 [Danno Fisico 10 + 30 (Rogue)]
Passive:SPOILER (clicca per visualizzare)Dual Wield [Leggere]
Light-blade Mastery[Leggere]
Rogue[Leggere]
Elusive Movement [Leggere]
Airbending[Aria]
Chakra +[Aria].