Il Tesoro di Nasradeva

Una fila era andata ma ciò non era bastato. Gli altri due cavalli continuavano la loro corsa spaventati e la carrozza adesso era ancor più in bilico. Come se non bastasse l'omaccione era già venuto fuori dalla trappola che lui aveva preparato e adesso gli si rifaceva sotto pericolosamente.

Era in un bel pasticcio e c'era poco tempo da perdere. Doveva sganciare l'ultima fila di cavalli: sapeva che ciò avrebbe significato fermare il carico ma non vedeva altre soluzione al momento. Se avesse raddrizzato la carrozza e continuato per la sua strada, avrebbe lasciato Yves in balìa dei briganti. E comunque non aveva la certezza che quelli lì non avrebbe tentato di abbattere gli animali in un altro tentativo di fermare il carro.

Senza altri indugi, si adoperò per sganciare anche gli ultimi cavalli, dando un colpo netto alla staffa di metallo che li teneva vincolati al carico. Saltò giù quindi, cercando di frapporsi tra Giancarlo e il carro e preparandosi ad affrontarlo.
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L'esito fu tragico. La carrozza cadde e si sfascio parzialmente e lui, che si era erto a difesa di quel che ne restava, adesso doveva vedere Yves circondata dai malviventi e in serio pericolo. L'aver portato i cavalli fuori pericolo fu una magra consolazione in realtà perché nel frattempo Yves finì bersagliata dagli attacchi multipli di quei due e in seria difficoltà. Ma non ebbe il tempo di reagire in alcun modo a quella vista perché inaspettatamente qualcosa lo travolse. Era una porzione del carro cadutagli addosso con tutto il suo peso e lui era finito sotto un ammasso di frammenti pesanti.

Karma avrebbe capito solo in un secondo momento quanto era stato fortunato a finire sepolto, quando attraverso qualche fessura lì sotto quei grossi pezzi di legno e ferro intravide la bestia. Riusciva a scorgerne le numerose zampe e parte dell'addome, abbastanza da indovinare l'enorme mole. La tipologia del verso suggeriva qualche forma di Artropode gigante, come quelli che spesso aveva visto ad Arcadia, solo meno evoluto e più ostile.

E lui gli era vicino, troppo vicino, e immobilizzato, un bersaglio facile. Si aspettava già che la bestia si avventasse su di lui con ferocia, ma con sua sorpresa quella sembrò puntare l'altro gruppetto, ignorando per il momento l'arcadiano. Evidentemente i suoi sensi non era granché sviluppati, sebbene non se la sentì di fare congetture troppo certe tanto presto. Se ancora non era stato visto, poteva sfruttare la cosa a suo vantaggio.

Tentando di non fare eccessivo rumore, cominciò a sgusciare via da sotto i detriti, liberandosi gradualmente del peso dei frammenti che lo ricoprivano. Avrebbe utilizzato lo stesso mucchio di legno e ferro per occultare la propria presenza, rimanendo acquattato in attesa del momento propizio per sferrare un attacco.
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Fu immediatamente individuato dalla bestia che gli si avventò contro. Karma rotolò sul dorso per fronteggiarla, ritrovandosi con le fauci del Trampler che calavano su di lui mentre era ancora supino. Il braccio sinistro fu portato a difesa del corpo e i denti aguzzi dell'animale affondarono sulla spalla dell'arcadiano, penetrando lo strato semiroccioso che lo proteggeva e lasciando due grossi tagli che presero a sanguinare copiosamente. Con un gesto disperato l'uomo si spinse via con un piede sottraendosi alla morsa della bestia e prese a correre in direzione degli altri due.

Solo per vedere uno dei briganti avventarsi su Yves e ridurla in fin di vita. In quel momento non ci vide più. Senza pensare a nient'altro si fiondò verso le due arcadiane, accecato dalla rabbia. Non poteva permettere che qualcuno del proprio branco venisse ucciso senza che lui non possa far nulla. In quel momento una rabbia primordiale si impossessò di lui, focalizzando ogni ostilità sulla figura di Hororo. Era lei la minaccia più grande per il momento.

Il Trampler per come la vedeva lui era solo un animale tenuto in gabbia fino a quel momento che adesso attaccava sentendosi in pericolo. Agli occhi della bestia loro quattro erano il nemico, i responsabili della propria cattività e avrebbe combattuto ciecamente per la propria incolumità. Non era lui il nemico, sebbene Karma non avrebbe esitato a neutralizzarlo se quello avesse tentato di ucciderlo. In quel caso si sarebbe trattato di "o io o lui". Ma Hororo non poteva tollerarla. Era una criminale e un assassina per come la vedeva lui, ma soprattutto un pericolo diretto per la propria compagna.

Macinati i metri che lo separavano da Hororo urlando rocamente, si sarebbe cimentato in un doppio attacco in corsa. Il chakra sarebbe servito a caricare il colpo mentre spiccava un balzo, quindi avrebbe abbattuto lo stinco destro sulla testa di Mohawk con tutta la violenza cieca di cui era in grado per poi atterrare, fare perno sulla stessa gamba destra che aveva sferrato il calcio, compiere una rapida rotazione del corpo mentre sollevava l'altra gamba e abbatterla sul petto dell'arcadiana, tentando di gettarla a terra nell'atto.
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La guardò per qualche istante, ansimante per via della furia che aveva in corpo e solo il pensiero della propria amica moribonda lo trattenne dall'infierire ulteriormente. Si avvicinò quindi a Yves, frugando in una delle grosse tasche del proprio pantalone e tirando fuori una boccetta piena di liquido rossastro.

Resisti Yves. Ansimò rauco mentre portava una mano sotto la nuca della bionda per sollevarle delicatamente il capo. Portò la boccetta alla bocca per strappare via il tappo di sughero con i denti, quindi l'avvicinò alla bocca dell'amica per fargliela bere.
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Fatto questo, assicuratosi che la ragazza fosse fuori pericolo, si erse in una posa ostile, pronto a fare da scudo umano in caso Hororo o il mostro tentassero qualche brutto scherzo.

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