-
.
. -
.NECROPOLIS
Ciclo di Trama: Il signore dei draghi
Quest I
La donna guardò Yves avanzare, fissandola dritta negli occhi. Le guardie alle sue spalle ebbero un sussulto mentre puntavano le lance verso l'arcadiana e facevano un passo avanti ma la rossa sollevò il braccio e lo spadone, ponendolo parallelo al terreno a mezz'aria come sbarra virtuale da non oltrepassare per i suoi uomini. Rimase silente e impassibile, il viso chiuso in un espressione seria e dura.
Esaminava la donna dalla testa ai piedi, come soppesando ogni sua singola parola con inflessibile giudizio e misurando il suo spirito con perizia. Spostò brevemente lo sguardo verso gli altri uomini indietro quando la bionda li ebbe menzionati, soffermandosi su Brann, poi sugli altri due mantenendo un aria poco rassicurante. Inspirò profondamente mascherando lo sdegno per poi guardare nuovamente l'arcadiana, che dibatteva in merito a regole d'onore e giurisprudenza.
Alla fine del discorso, che la rossa ascoltò senza fare una piega ne interrompere, la donna lasciò intercorrere diversi secondi di pausa durante i quali osservava attentamente Yves, quasi volesse testare la fierezza e la tempra della donna che aveva davanti solo sfidandola a sostenere il suo sguardo, cosa che comunque non sarebbe risultata semplice nemmeno ad un re. Alla fine la rossa abbassò lo spadone ma non diede alcun tipo di comandò alle sue truppe che rimasero interdette, disorientate su quel che stava accadendo. Intanto, l'arcanista alle spalle guardava tutti in sordina e a turno, ogni singola persona su quel poggio innevato, meditando chissà quali cose.
La imperiale infine sollevò l'altro spadone, rivolgendolo contro Yves, poi contro gli uomini più indietro e guardando proprio loro, aprendo la bocca per rispondere alle parole dell'arcadiana con un unica e secca domanda, ignorando almeno per il momento le proposte di Yves. E' davvero il vostro capo, costei?
Il suo sguardo si sarebbe fermato soprattutto su Ukon con uguale minuziosità indagatrice, avendo colto lo stereotipo nordico e maschilista ch'egli rappresentava.NEMICI
Lancer
Q7
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
R6
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
T7
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
S6
Vita: 120
Armor: 40
Leader
R8
Vita: 92
Armor: 70
Mage
R5
Vita: 250
Armor: 30CITAZIONESCADENZA MERCOLEDI' 9 DICEMBRE ALLE 23:59
. -
.
Ed esitò, ancora una volta. Brann esitò nello spingere la sua lama nella carne della nemica, evitò di strapparle la vita, di condurla all’altare della morte. Rinunciò alla vittoria. Da quando era diventato così misericordioso? Si perché agli occhi del monumentale barbaro il suo vecchio compagno di bevute aveva compiuto un errore madornale: aveva gettato la possibilità di stroncare la vita della loro leader mettendo così fine ad una lotta troppo pericolosa per tutti. Perché infondo quando un leader viene brutalmente ammazzato, generalmente i suoi sottoposti perdono la compattezza e la sicurezza iniziale. Forse sperava che la misericordia potesse ammansire gli animi, ma questa volta non aveva funzionato come in occasione dell’incontro con il primo gruppo di imperiali. Avrebbe voluto sgridarlo, prendere di petto il suo amico, guardarlo dritto negli occhi ed intimargli minacciosamente cosa diamine stesse combinando. Chiedergli per quale fottutissimo motivo si stesse comportando come un vigliacco con poco fegato. Si sarebbe aspettato questa scelta di grazia dall’arcadiana, non da un Vaygr purosangue. Ma la verità era che forse non ce ne sarebbe stato bisogno perché persino l’irruento Ukon si accorse che negli occhi di Brann c’era una profonda preoccupazione, una preoccupazione che poche volte gli aveva letto in volto. Brann forse si era reso conto di aver sbagliato e sottolineare quell’errore sarebbe stata un’umiliazione non necessaria, anche perché adesso erano davvero nei guai. Ciò non tolse che proferì sottovoce parole molto forti e nostalgiche.
Non serve avere pietà. Noi per loro saremo per sempre dei brutali barbari, uomini con poco cervello e pochi sentimenti. Gente senza valori. Non capiscono che anche nella nostra cultura violenta e sanguinaria c’è spazio per il rispetto, l’onore e la gloria. Per loro siamo solo bruti spietati e senza cuore. Non capiscono perché siamo quello che siamo, ne da dove derivi questa nostra durezza. Ammetto di non poter dare lezioni di vita, non sono mai stato nella posizione di farlo e visto il modo in cui sono cresciuto credo che mai ne sarò in grado, ma so che anche tra le nostre genti ci sono padri di famiglia pronti a sacrificarsi per il bene dei propri figli. Noi stessi combattiamo per le nostre terre. E allora non vedo perché si debbano credere migliori di noi, non vedo perchè possano permettersi di reclamare da un giorno all’altro terre di cui nemmeno conoscono la storia.
Erano rivolte principalmente a Brann. Parole importanti che racchiudevano tutto il suo pensiero, pronunciate da un uomo ignorante, bigotto e tremendo, ma che dimostravano il suo orgoglio di appartenere ad un popolo sopravvissuto all’inospitalità glaciale di Vaygrjord con tanta grinta e tanto ardore nel cuore. Grinta ed audacia che li avevano resi grandi e forti, temibili e temuti. Eppure, nonostante ciò, nonostante fossero loro quelli che venivano apostrofati come ribelli e sovversivi, non andava dimenticato che era stato l’Impero il primo ad avere mire espansionistiche, non il popolo di Vaygr. Loro, i barbari solitari ed incivili, che avevano combattuto così duramente per generazioni per costruirsi un cantuccio tranquillo in mezzo a lande fameliche e spietate, volevano soltanto proteggere ciò che si erano conquistati con sudore, fatica e sangue.
Tornò cupo e silenzioso, anzi, a dire il vero non aveva mai abbandonato quella sua espressione truce e guerrafondaia. Occhi incavati ed accigliati, guardava con cattiveria inaudita i suoi avversari uno ad uno, cercando le loro iridi. Era stanco e ferito, così come lo erano i suoi compagni d’armi, forse persino più di lui, ma non aveva paura di perire su quel manto nevoso. Piuttosto ora il conflitto si era fatto verbale e Yves, forse la più eloquente del gruppo, era salita sul piedistallo e si stava esponendo in prima persona per parare il culo di tutti. Per salvaguardare la vita di tre rozzi uomini. Incredibile e del tutto inatteso da parte di una donna, una donna che mostrava sempre di più la sua emancipazione ed il suo valore, nonché la meritata riconoscenza che il pelato le avrebbe dovuto tributare per il suo intervento. Perché infondo era vero. Lo scontro precedente, la lunga marcia e la ripida scalata, nonché l’affrontare avversari numericamente superiori li aveva logorati, tutti quanti, chi più e chi meno e forse quella poteva essere una via di uscita. Ma davvero Ukon poteva di nuovo riuscire di nuovo a trattenersi?
Sapete, anche lui aveva un suo codice di condotta, per quanto grezzo e brutale. Vince chi sopravvive, con ogni mezzo. Questo gli aveva insegnato la sua Vaygrjord. A volte si poteva avere la meglio contro un orso combattendo ad armi pari: zanne contro ascia, fauci contro armatura. Ma subito dopo uno scontro combattuto con armi pari si poteva incappare in un branco di lupi o in una tormenta di neve e allora non si poteva combattere come si avrebbe voluto. Non si poteva combattere quando il sangue sgorgava ancora dalle ferite ed il tuo corpo era stato già consumato dalla fatica. Bisognava scappare, bisognava trovare una soluzione alternativa alla lotta. Questo non significava essere dei codardi, perché infondo anche quello significava lottare, lottare contro l’Eterno Falciatore, lottare per la sussistenza. Certo, la morte sul campo di battaglia durante un duello o una guerra è la più onorevole che si possa sperare, ma ci si deve mettere cervello in ciò che si fa e soprattutto non si deve morire inutilmente. Ed Ukon aveva un compito troppo grande e importante da portare a termine, più ancora della sfida contro ad un drago, per lasciare la pellaccia proprio in questo momento. Yves gli stava dando l’occasione per uscirne e per quanto reputasse disonorevole ritirarsi da uno scontro corpo a corpo, soprattutto contro imperiali, e sostenere una tesi per lo più basata su menzogne, sarebbe stato ancor più infamante e disonorevole morire in quella maniera inutile ed insensata, senza aver portato a termine ciò di cui si era ripromesso e che aveva giurato ai suoi fratelli d’armi morti fatalmente per mano degli imperiali. Dunque nonostante gli rincrescesse assai, doveva sforzarsi di tenerle il gioco all'arcadiana. Quando la rossa spostò lo sguardo su di lui, quest'ultimo, digrignando i denti e grugnendo in un’espressione di bestiale iracondia, con tanto di nervi del collo tesissimi e vene gonfie che parevano esplodere da un momento all’altro, si limitò ad un secco e tonante.
E’ così!
Lo sforzo era estremo e non vi nego che lui ancora si trovasse sul punto di scattare, pronto ad esplodere, ma per rispetto verso quella Yves che si era con tanta fatica e coraggio guadagnata la sua fiducia e la sua riconoscenza, doveva fare un tentativo ed andare contro la sua natura impulsiva e belligerante da testa calda. Ricordate? Anche lui aveva un codice di condotta.
[Stance: Heavy Guard]
DANNO:. -
.
. -
.NECROPOLIS
Ciclo di Trama: Il signore dei draghi
Quest I
Prima di passare alla reazione della leader di quel manipolo di imperiali, occorre parlare della risposta di Brann ai rimproveri di Ukon. E' chiaro che si era sommariamente pentito di non aver infierito in maniera più pesante sulla rossa che adesso continuava a minacciare le loro vite e la loro libertà, ma non si era pentito della propria decisione di lasciarla in vita.
Ho visto anche io il sangue dei nostri fratelli scorrere a fiotti, ho il tuo stesso dolore nel cuore, non credere. Cominciò a rispondere Brann con sguardo serio e voce bassa. I suoi occhi grigio ghiaccio erano spalancati e fissi in quelli di Ukon come chi vuole essere chiaro e conciso una volta per tutte. Ma sono arrivato ad una conclusione diversa dalla tua. L'odio alimenta solo una infinita catena di vendetta e finché nessuno deciderà di spezzarla, il sangue continuerà a scorrere. Ho cominciato ad apprezzare il significato della vita nel momento in cui l'ho persa e riavuta. Questa seconda opportunità non può essere sprecata in vecchi rancori e vendette. Questa volta voglio fare qualcosa di utile..
E ce ne sarebbero state ancora di parole che Brann avrebbe voluto condividere con il suo nordico amico per cercare di fargli aprire gli occhi di fronte alla verità che egli aveva compreso, ma non vi fu tempo materiale. Yves si era immolata per il gruppo, tentando di mediare con la rossa guerriera e mettendo a rischio la propria vita in cambio di quella dei suoi compagni. Brann dovette esercitare tanta padronanza per non farsi avanti e accollarsi tutta la responsabilità di quella spedizione. Era stato lui a condurli in quella situazione rischiosa, non l'arcadiana. Perché mai doveva pagare lei per una sua iniziativa? Si sentì stupido a non aver pensato di far leva sull'onore e sull'orgoglio, offrendosi di duellare con la rossa imperiale. Tuttavia dubitava che quella avrebbe dato ascolto alle sue parole data la sua bassa considerazione della stirpe nordica. Yves invece sembrava aver attirato la sua attenzione, forse il suo piano non era così folle e disperato. Si accodò agli altri due quindi nel rispondere all'ultima domanda della rossa. Confermo ogni parola.
Il capitano delle truppe imperiali si prese un momento per osservare il viso di quegli enormi bruti sanguinari ammettere di prendere ordini da una semplice donna, arcadiana per giunta, facendo passare qualche secondo di silenzio. Poi un riso sommesso cominciò a provocargli piccoli spasmi al petto per poi culminare in una risata di gusto. Giuro... questa storia è persino più strana della vista di un drago vero in carne ed ossa. Rinfonderò uno degli spadoni nel fodero dietro la schiena mentre guardava Yves senza perdere un certo sorriso.
Tre grossi omaccioni Vaygr... prendere ordini da una minuta donna arcadiana! Non so quanta verità ci sia nelle vostre parole, ma l'averlo sentito direttamente dalla loro bocca non ha prezzo. La donna fece un cenno agli altri di rilassarsi, sebbene l'arcanista rimaneva serio e diffidente, dietro a tutti gli altri.
Dici la verità sul tuo conto, riconosco l'accento. E' una vista singolare, una figlia di Ysabeth vagare per queste terre inospitali. Gli arcadiani sono collaboratori dell'impero, non abbiamo problemi con la vostra gente e nel complesso mi sembri un ampia conoscitrice del diritto e dell'onore aldaresi. Prestate servizio ad Estelthia forse? Chiese attendendo una risposta, quindi avrebbe continuato.
Ad ogni modo, vogliate perdonare la mia scortesia. Sono il capitano Grayon del VI reggimento imperiale. Avrebbe fatto una pausa per capire se la donna o gli altri uomini mostravano di riconoscere il nome, quindi proseguì. Ascoltate, sebbene non abbiamo giurisdizione in queste terre, abbiamo l'obbligo di fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Questa minaccia alata potrebbe raggiungere il continente in men che non si dica, migliaia di innocenti corrono un grosso pericolo. Dobbiamo sbarazzarcene il prima possibile e non possiamo permettere che curiosi finiscano per intralciarci o folli tentino persino di catturarlo per chissà quali loschi fini. Avrebbe spiegato la donna con maggior calma sebbene rinnovata decisione. Parlava direttamente con Yves, senza guardare più gli altri nordici.
Aggiunse infine, guardando adesso anche gli altri. Devo quindi chiedervi di desistere da qualsiasi affare vi abbia condotti fino a qui, per la vostra incolumità e per la riuscita di questa operazione. Possiamo garantirvi protezione e scorta fino alla costa in quanto amica dell'impero, ma la vostra partenza dovrà essere immediata, purtroppo non posso transigere su questo punto.
Lo sguardo della donna si fece inquisitore e serio, trasmettendo a Yves l'idea che non avrebbe accettato mezze risposte su questo punto. Piuttosto, non mi avete ancora spiegato cosa ha portato una adepta di arcadia fino a quest'isola dimenticata dagli dei. Non vi nascondo che la questione suscita non poca perplessità nella mia persona...
Adesso la palla tornava ad Yves che avrebbe potuto avere benissimamente l'impressione che questa civile e calma conversazione potesse essere addirittura peggio di un confronto armato con il capitano Grayon.
In quel mentre, Giancarlo, Brann e Ukon nonchè la nostra Yves avrebbero notato qualcosa di strano accadere alle spalle degli imperiali che quindi non avrebbero notato nulla. In alto, sulla parete innevata alle loro spalle, ad circa due centinaia di metri da lì, delle figure erano appare in evidente contrasto con il biancore della montagna. Erano un gruppo di persone, almeno una quindicina, che da quella posizione alta sul costone della montagna guardava giù verso di voi. Dagli indumenti, i nordici avrebbe riconosciuto i guerrieri di Vaygr, gli abitanti delle ultime roccaforti rimaste in quella terra sacra, armati di tutto punto con lance, spade e scudi. Non faceva una piega, rimanendo fissi a guardarvi tutti, cercando forse di capire chi foste.NEMICI
Lancer
Q7
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
R6
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
T7
Vita: 120
Armor: 40
Lancer
S6
Vita: 120
Armor: 40
Leader
R8
Vita: 92
Armor: 70
Mage
R5
Vita: 250
Armor: 30CITAZIONESCADENZA MARTEDI' 15 DICEMBRE ALLE 23:59
Edited by Ryuk* - 13/12/2015, 16:31. -
.CITAZIONEPosizione finale: U10
. -
.
. -
.
Beh, se Brann avrebbe voluto aggiungere qualcosa al suo discorso, altrettanto avrebbe voluto fare Ukon. Voleva spiegargli che c’era molto più dell’odio derivato dalla perdita dei suoi fratelli d’armi a spingerlo lungo il sentiero della vendetta. Era il senso dell’essere sopraffatto e sconfitto che aveva lasciato in lui una cicatrice indelebile, una cicatrice che un maschio alfa non poteva permettersi di lasciare aperta, era il fatto di aver perso l’unica cosa che aveva davvero posseduto in vita sua: la libertà di poter vagare indisturbato per le sue terre selvagge ed indomite dove poteva perennemente confrontarsi con bestie ed altri guerrieri senza la preoccupazione che qualcuno osasse frapporsi tra lui e la sua preda, senza che nessuno osasse giudicare il suo stile di vita rozzo e primitivo, come invece stava accadendo ora.
Già, la rossa era insopportabile. Non vi nego che il tono di quella donna, la sua aria da spavalda e da saputella, nonché quel suo sorrisetto del cazzo lo stavano facendo imbestialire oltremisura, come un vulcano pronto ad eruttare. Così come vi giuro che non ho mai visto Ukon riuscire a trattenersi così a lungo e per così tante volte nel giro di poche ore. Ed anche se quelli avevano deposto le armi, lui continuava a guardarli con fare sadico e truce, quasi bramasse il loro sangue. Era una situazione oltremodo scomoda ed incasinata: il suo comportamento visibilmente ostile e poco collaborativo avrebbe potuto far saltare la copertura. Ma infondo non si poteva pretendere di più da un energumeno che ragionava più con le mani che con la testa. Ciò nonostante si rendeva conto che se avesse provato ad attaccare i suoi compagni non lo avrebbero seguito e soprattutto quelli erano molti di più, quindi se da un lato era tremendamente tentato di chiudere una volta per tutte la bocca a quella starnazzatrice insolente, dall’altra sapeva che avrebbe potuto fare poco o nulla in concreto e quindi era come se una parte di lui lo tenesse frenato. Non che avesse paura di perdere la vita, sia chiaro, ma semplicemente non voleva buttarla al vento senza aver raggiunto i suoi obiettivi, primo tra tutti vendicare quei compagni periti tempo orsono per mani imperiali. Per devozione verso di loro e per rispetto dei suoi attuali compagni, sarebbe stato fermo sul posto, con le spalle curvate e rigonfie, come un rinoceronte frustrato nel constatare che la sua smisurata forza a poco sarebbe servita in quell’occasione.
Ma se la forza del singolo viene messa al servizio del branco che succede? Il suo sguardo mutò improvvisamente e drasticamente, lo avrebbe notato chiunque. La sua stessa posizione corporea da incurvata si sarebbe fatta retta, tesa, come ad onorare con maestosità quelle presenze che si intravedevano dall’alto della montagna e che probabilmente erano coloro con cui un tempo aveva combattuto fianco a fianco, per la protezione della propria indipendenza, per la gloria di Vaygrjord. Infondo solo loro potevano essere rimasti ad abitare le antiche roccaforti dell'isola.
E’ da un po che non ci si vede…
Pronunciò lentamente e sottovoce mentre i suoi occhi fissavano quella sommità e scrutavano quelle persone con fierezza ed ardore. Sarebbe restato immobile, statuario. Quello era il suo saluto, quelli erano i suoi fratelli. I sopravvissuti. Ne era convinto.
DANNO:. -
.NECROPOLIS
Ciclo di Trama: Il signore dei draghi
Quest IIl capitano Grayon avrebbe ascoltato attentamente le vostre spiegazioni, comprendendo che eravate lì per il drago e non era la prima volta che vi avevano avuto a che fare, anzi a quanto pare in passato avevano già ingaggiato una lotta con la creatura. Sorvolò sulle allusioni di Yves mostrando solo un attimo di smarrimento quando l'arcadiana ebbe menzionato spadate sul cranio e motivi misteriosi sulla comparsa della bestia, ma si dimostrò interessata oltremodo alla faccenda.
Quindi è come temevo, il vostro comportamento è persino peggiore di quei cercatori di fama e gloria accorsi su queste terre per fregiarsi del titolo di ammazzadraghi. Siete qui per tentare di proteggere e magari ammaestrare quel flagello alato. In questo caso era rivolta verso Giancarlo dato che aveva parlato di lasciare in pace la creatura, suggerendo forse una sorta di convivenza pacifica. Senza offesa alcuna, figlia di Ysabeth, voglio che sia chiaro. Rispetto il vostro credo e la vostra devozione verso la terra e le sue creature, ma il sentimentalismo non c'entra assolutamente nulla in questa storia. Una creatura del genere non dovrebbe esistere, è un pericolo per le nostre città e per i nostri figli e l'unico modo di vedere la questione è con quella creatura morta o in catene.
Sembrava abbastanza convinta delle sue parole, non avreste visto esitazione o ambiguità nel suo comportamento. Il capitano Grayon era lì per un compito ben preciso, abbattere la creatura. A questo punto Brann sentì di dover aggiungere qualcosa, facendo un paio di passi avanti. E' vero, quella creatura non dovrebbe esistere. Infatti non esiste da ormai millenni, come i nostri avi ci hanno insegnato. E' persa nella notte dei tempi la leggenda circa i giorni in cui gli Antichi sorvolavano i cieli di Kalendor, regnando sovrani su queste terre. Abbiamo sentito dell'incidente a Braxamundis, dell'Antico comparso nell'anfiteatro e sparito nuovamente nel nulla proprio com'era apparso. Abbiamo sentito di avvistamenti in queste terre e abbiamo sentito il bisogno di controllare di persona. I nostri motivi potranno anche non essere fieri e puri come quelli di cui voi imperiali vi fregiate, ma una cosa è chiara come la neve delle montagne del Vahlakkjar.. Quel drago non è comparso dal nulla da solo, è più probabile che sia l'operato di qualcuno intenzionato ad usarlo per chissà quale losco motivo.
Non intendeva più nascondersi dietro peli sulla lingua il cacciatore, non davanti a quell'arrogante imperiale che tentava di passare per paladina della giustizia. Come Yves, anche lui nutriva profondi sospetti verso quella guarnigione imperiale sulle tracce del drago e non credeva ancora alla versione che il capitano Grayon aveva dato. Tuttavia era in dubbio più che mai perché il comportamento della rossa era piuttosto convincente. Inoltre, se davvero il capitano era invischiata nel mistero del drago e della necropoli, non aveva alcun bisogno di continuare a mentire nè avrebbe permesso in alcun modo che loro quattro lasciassero l'isola in vita. C'era qualcosa di poco chiaro e confuso in quella storia e lui sapeva che non ne sarebbero venuti a capo fin quando non avessero trovato la Necropoli.
Fu per questo che quando Yves parlò di tornare indietro, Brann ebbe come prima reazione un sussulto. Yves... Cominciò a dire come per fermarla, ma poi la bionda continuò a parlare, mettendo in chiaro che non avrebbero esitato a tornare fin quando che il drago rimaneva in libertà. Tuttavia ebbe in modo di sorprendersi di nuovo quando l'arcadiana ebbe offerto a Grayon di unirsi a loro nella ricerca. A quel punto rimase a fissarla attonito, anche se la bionda non lo avrebbe notato dato che gli dava le spalle. Cosa le era saltato in mente? Aveva dimenticato che il drago era solo un aspetto secondario della loro spedizione? Quanto ci avrebbe messo quella volpe astuta di un imperiale a capire che erano in cerca della Necropoli? Rimase sconcertato mentre sperava che il capitano rifiutasse quando alcune parole bisbigliate da Ukon lo indussero a guardarlo, comprendendo che stava accadendo qualcos'altro. Fu indotto a guardare nella stessa direzione del compagno, il cuore battè un tonfo sordo e pesante nel suo petto mentre notava i suoi fratelli Varyag in cima alla montagna.
Venire con voi? Cos'è per voi questa storia, una sorta di gioco? Rispose di getto la rossa con tono infastidito. Poi guardando la convinzione dell'arcadiana sembrò calmarsi subito dopo mentre cercava di comprendere i motivi che spingevano quella donna forte ad agire in quel modo. Senza dubbio, si rispecchiava abbastanza in Yves, mostrando una sorta di debolezza verso l'arcadiana.
Non ce ne sarà bisogno. Rispose dopo qualche secondo, tentando di smorzare i toni delle sue risposte ma mantenendo comunque una certa autorità e decisione. La mia guarnigione non lascerà queste terre fino a quando il problema drago non sarà risolto. Il giorno in cui deciderete di tornare, non ci sarà più alcuna minaccia e voi sarete liberi di vagare per queste terre secondo il vostro personale arbitrio. Ma ora basta discorsi, è arrivato il momento...
Quel che successe a questo punto fu abbastanza confusionario e repentino. La rossa notò Giancarlo avvicinarsi a Yves e dirle qualcosa che non riuscì a comprendere, tuttavia si rese conto che entrambi stavano guardando un punto sulle montagne dietro di loro. Non solo, ma l'arcadiana aveva reagito in maniera strana a quel momento, dissimulando poi stanchezza e debolezza dovute alle sue ferite. Guardando poi gli altri due Vaygr più indietro, realizzò che decisamente qualcosa non andava e che probabilmente stavano tutti guardando la stessa cosa.
Vinta l'esitazione iniziale, fu indotta anch'ella a voltarsi, notando a sua volta il manipolo di Varyag sul costone più in alto e avendo il tempo di inorridirne. Le guardie al suo seguito si voltarono a loro volta e così fece l'arcanista, al che si diffusero commenti ansiosi e tintinnii metallici delle armi impugnate mentre Grayon sfoderava di nuovo l'altro spadone.
Uomini, ordine! Mantenete le posizioni! Urlò la rossa mentre digrignava i denti, rendendosi conto dell'inferiorità numerica e della difficile situazione. Si voltò giusto per guardare Yves con sopracciglia aggrottate, cercando di capire dallo sguardo dell'arcadiana se i Varyag erano con lei, comprendendo quasi all'istante che difatto la bionda era ugualmente sorpresa di quella vista. Guardò anche Giancarlo, Ukon e Brann, soffermandosi su Ukon che sembrava decisamente felice della situazione. Il verdetto: non poteva fidarsi di quei quattro sebbene Yves le era sembrata sincera e con una certa morale, l'unica soluzione sembrava la ritirata ma quanto le bruciava dover scappare di fronte a quel manipolo di selvaggi.
Uomini! Urlò di nuovo voltandosi verso la montagna ma in quel momento il suono di un corno eccheggiò in tutta la valle e a quel suono un urlo congiunto dei Varyag avrebbe scosso i cuori degli imperiali e dei quattro avventurieri mentre quei guerrieri si mossero per fare qualcosa di non meglio precisato. Ci fu giusto qualche secondo di inconsapevole attesa mentre i guerrieri allargavano la loro formazione, prendendo le proprie armi e colpendo il terreno. A quel punto, Brann prese ad indietreggiare lentamente, sussurrando a quelli più vicini a sè. Correte...
Dopo quattro passi nella neve, si voltò deciso, urlando a pieni polmoni. CORRETE!
La montagna sopra di voi cominciò lentamente a sfaldarsi, un intera parete di neve cominciò a venire giù lenta ed inesorabile quasi come se il monte stesse crollando su voi stessi. La bianca neve cominciò ad accelerare con fragore e tremore inauditi mentre un immensa valanga cominciava a formarsi sulle vostre teste, pronta a seppellirvi. Gli imperiali presero a muoversi allarmati, Grayon richiamava a gran voce i propri uomini provando a tirarli fuori da quella trappola mortale. Brann si voltava sporadicamente mentre correva giù per il costone, assicurandosi che gli altri tre lo stessero seguendo. In quel momento, oltre il fragore assordante di tonnellate di neve che vi inseguivano, sarebbe stato vagamente udibile il ruggito del drago sopra le vostre teste. La creatura vi sorvolava ad una cinquantina di metri, guardando giù versa la vostra fuga disperata. Brann alzò gli occhi, senza smettere di correre.
Il drago sarebbe stata l'ultima cosa che avreste visto prima che il cielo diventasse buio nella vostra tomba ghiacciata.CITAZIONESCADENZA SABATO 19 DICEMBRE ALLE 23:59
SPOILER (clicca per visualizzare)Prima che vi facciate venire un colpo, ecco un estratto dell'incipit della seconda parte della quest!CITAZIONEPotete a malapena comprendere che il vostro corpo si sta muovendo, ma non siete voi. La vostra coscienza indugia come una flebile lingua di fuoco sopravvissuta ad una notte gelida e ventosa che resiste sulla legna incenerita. Il freddo e il peso della neve ha annullato i vostri sensi, impossibile dire quanto tempo siate rimasti lì sotto. Gli occhi distinguono una luce flebile mentre vagamente vi rendete conto di star risalendo.
Poi tutto insieme come un esplosione di luce e calore, il fulgore del sole vi accieca mentre figure alte si agitano intorno a voi. Il cielo non è mai stato così azzurro, l'aria mai così buona. Voltate il capo, siete a terra sdraiati supini ancora su quella maledetta neve. Il freddo ha lasciato il posto ad un innaturale caldo ipotermico. Mentre gli occhi sfarfallano e rimettono a fuoco il mondo, potete notare uno, due, tre, i vostri compagni sdraiati accanto a voi, pallidi come la morte. Ansimavate, avidi di aria e di vita, i vostri sguardi si sarebbero incrociati e forse gli occhi si sarebbero riempiti di lacrime incandescenti mentre ringraziavate di essere scampati alla morte, sebbene forse non vi rendiate ancora conto di avere già un piede nella fossa a causa dell'ipotermia.
Mentre la coscienza di voi tornava, avreste avvertito dei passi attorno a voi. Gente in piedi che discuteva tra loro, non riuscite a capire su cosa. Voltandovi un ultima volta, avreste visto l'apparenza di quelli che vi avevano appena salvato la vita.. -
.CITAZIONEValutazione Master: 4/5
Il vero voto dovrebbe essere 3 perché ci sono state davvero troppe sviste di percorso (fortunatamente/sfortunatamente nelle fasi di combat c'era sempre qualcosa che non quadrava o per un motivo o per l'altro), tuttavia so anche che ci sono stati problemi IRL che ti hanno impedito di curare a sufficienza ogni singolo post, e complice anche il fatto che avevi tre Quest di grosse dimensioni in ballo da portare avanti contemporaneamente.
Il voto è 3, +1 è il premio che ti meriti per essere comunque riuscito a fare tutto e farci divertire dandoci una bella storia da seguire, degli ottimi colpi di scena e l'ansia di proseguire con la prossima parte.
Non vedo l'ora di partire con il seguito perché sta quest mi ha gasato moltissimo, anche se nelle fasi finali ero davvero in crisi sul come agire.. -
.CITAZIONEVoto: 3/5
La quest tutto sommato mi è piaciuta. Sicuramente essendo una quest di trama non ci potevano essere scontri epici, ma in fin dei conti le abbiamo prese e basta nello scontro finale, a prescindere dalle nostre condizioni. Il fatto di combattere un nemico che per noi sarebbe stato imbattibile, mi ha fatto capire che molto probabilemte sarebbe accaduto qualcosa. A parte questo credo che la gestione generale della quest sia stata molto buona, anche l'ambientazione e come si è sviluppato il tutto. Sappi che sono molto indeciso sul voto, per quanto mi riguarda sarebbe 3,5 ma non si può.
Consiglio: non cercare rogne, gestisci meno quest in un colpo solo.
Edited by doropuffo - 19/12/2015, 16:59. -
.
E alla fine le carte erano state svelate e messe in tavola. Quegli imperiali volevano pavoneggiarsi come i protettori del mondo, cazzate. In ogni caso non avrebbe dato molta retta alle parole che stavano volando nell’aria, era ancora intento a guardare la vetta della montagna, ad osservare i suoi fratelli d’armi che impavidi proteggevano quello che la natura gli aveva donato. Imperiosi li scrutavano dall’alto, così come Ukon scrutava loro con fierezza e rispetto, ricambiandoli di uno sguardo degno di un vero Vaygr. Gli imperiali erano agitati, impauriti, sorpresi a quella visione. Probabilmente sapevano quanto devastanti potevano essere i nordici nei loro territori natii e forse cominciavano a temere che quel versante di montagna potesse diventare la loro tomba. Ma se da un lato vi era la loro disperazione, dall’altro vi era un senso di infinita soddisfazione e gloriosa pace che riecheggiava nel cuore di Ukon e che era chiaramente visibile su quel suo viso che poche volte era stato così disteso e rilassato. Avrebbe voluto ringraziarli per avergli reso quel servigio, per avergli fatto ammirare sul volto di quella rossa il timore della sconfitta.
Ora signorina Grayon può comprendere cosa prova un popolo quando vede le sue terre occupate da qualcuno che non aveva mai visto prima, da qualcuno che viene da chissà dove reclamando ciò che non gli spetta per natura. E’ la stessa sensazione: una sensazione che ti fa venire i nervi tesi e digrignare i denti dalla rabbia, ma che allo stesso tempo pare senza alcuna via d’uscita perché sai che avrai poche speranze di uscirne vivo. E allora si vede la differenza tra i deboli e i forti di cuore. Chi è forte, pieno di ardore e sicuro della propria causa resta e combatte, senza paura, attaccandosi a quella sottile speranza di ribaltare la tremenda situazione con la forza delle proprie spalle e della propria volontà. I deboli invece…
Per una volta i ruoli si erano invertiti: era un rozzo ed incivile Vaygr che “sgridava” un raffinato imperiale. Ed avrebbe voluto continuare la sua ramanzina a quella spavalda e superba imperiale così piena di se, avrebbe voluto farle capire un minimo il punto di vista dei Vaygr e da dove discendeva la loro cruciale ostilità, ma non ce ne sarebbe stato il tempo. Si fidava di quei guerrieri lassù, eppure quando la terra cominciò a tremare, si rese conto che qualcosa non andava. Ed anche Brann intuì subito il potenziale pericolo, un pericolo che non poteva essere evitato. E come volevasi dimostrare quegli imperiali si misero a correre, non osarono sfidare il fato avverso. Deboli.
E se tutti iniziarono a fuggire da quella travolgente valanga, Ukon sarebbe rimasto fermo, impassibile, statuario. Sapeva che correre era inutile. Sfuggire all’impetuosa cascata di neve era materialmente impossibile per chiunque, così sarebbe rimasto in piedi a guardare senza alcun sussulto nel cuore la neve che lo investiva. Non capiva perché quei guerrieri avessero fatto quella mossa, una mossa che avrebbe potuto mandare all’altro mondo persino i loro compatrioti, ma non aveva nulla in contrario nel morire nella sua terra natia. E comunque sotto sotto si fidava di loro e sapeva che così come lui aveva riconosciuto loro, loro senza alcun dubbio avevano capito che Ukon aveva i loro stessi avi.
[…]
Era da molto che non provava quella sensazione di gelo ed ipotermia, una sensazione tremenda e contro cui non si poteva combattere. Non contava quanto si era abituati, ne quanto il proprio corpo era allenato o mastodontico. Ci sono limiti umani oltre cui non si può andare ed essere schiacciati sotto a tonnellate ni neve ghiacciata era uno di questi. Era sicuro che la mano scheletrica dell’Eterna Falciatrice avesse preso la sua per condurlo nell’al di là. Ma se da un lato vi era la mano della Morte, dall’altro vi erano le mani salde di uomini sconosciuti che lo stavano riportando nel mondo dei vivi, strappandolo alle grinfie dell’Eterna.
Intontito e spossato gonfiava e sgonfiava il possente petto di aria, mentre gli occhi cercavano di combattere contro quella sensazione di opacità e vista doppia. Era sicuro che i suoi fratelli d’armi non li avrebbero lasciati morire, non loro per lo meno. Cercò di alzarsi, anche se le ossa erano così indolenzite che a stento riusciva a torcere il collo per guardare coloro che lo avevano salvato: contorse la bocca, i suoi occhi si fecero sorpresi e confusi allo stesso tempo. Era ancora scombussolato o ci vedeva bene!? Quelli, quelli non assomigliavano per niente ai suoi fratelli d’armi! Volti rigati, cicatrizzati, pelle secca e rugosa. Sembravano più zombie che uomini.CITAZIONEVOTO: 5
Onestamente non capisco cosa si sarebbe potuto pretendere di più. La missione si è svolta per tutto il tempo in un clima epico e misterioso. Ogni incontro e scontro con gli imperiali è stato dettato da una nostra precisa scelta di direzione. In più c'è da dare atto a Ryuk che è riuscito a dare spessore ed importanza ai nostri personaggi (che sono tutti ai primi livelli), facendoli entrare in contatto con personaggi molto più forti come un drago ed un generale, affidandogli un compito di importanza mondiale. I colpi di scena non sono mancati, soprattutto nel finale. E per come la vedo io Ryuk è stato bravissimo nella gestione dei tempi visto che aveva tre grosse role aperte e so per esperienza quanto sia difficile gestire con post di qualità missioni tanto pesanti, qualche ritardino ci sta, contando che per lo più è stato un razzo. Sarà che forse in questo contesto il mio pg ci sguazzava benissimo, ma davvero a me la missione ha emozionato dall'inizio alla fine, non avrei potuto chiedere di meglio. Bravo.. -
.
VALUTAZIONI
Eccoci qua gente.
Dunque, è stata una bella quest che tutto sommato è riuscita ad andare in una direzione che ha divertito tutti e spero ispirato al punto giusto. Vi posso garantire che poteva seguire strade diverse in più punti: per esempio, se foste andati nella foresta avreste incontrato i Vaygr e i risvolti finali sarebbero stati completamente diversi. E' questo però il bello delle scelte, producono risultati inaspettati.
Sono contento che la trama e il senso di sfida sia stato gradito e chiedo scusa per le sviste e alcuni ritardi, non ricapiterà che mi accolli tanto lavoro in contemporanea, loggiuromalissimo.
RICOMPENSE
Meriti, GOLD e oggetti: Nessuno per il momento dato che siete "ancora" in quest. Bonus eventuali li rimandiamo alla fine della seconda parte.
Valutazione collettiva:
Puntualità +1: Voglio premiarvi tutti per essere stati davvero impeccabili. Bravissimi.
Tattica +1: Sinergia incredibile, specie tra Yves e Ukon, e devo dire che siete riusciti a gestirla egregiamente on game senza sfociare in alcun tipo di metaplay, giustificando determinate azioni con coerenza e lealtà. Giancarlo ha ricoperto un ruolo marginale ma la sua build è impressionante, danni di burst e AoE importanti e fondamentali a più riprese negli scontri. Valutazione molto positiva.
Valutazioni individuali:CITAZIONESilver exp totale: 9 exp
Grammatica: +2
Interpretazione: +2
Strategia: +2
Lunghezza: +1
Giudizio: Yves è ormai una certezza. In ogni role sei sicuro di ritrovare la stessa profondità, gli stessi tormenti, la stessa Yves. Riesci a far sentire tutto il passato e il presente del pg e questo le da spessore e credibilità. L'arte segreta ha letteralmente salvato la situazione da sola in ben due occasioni e questo non può che far pendere l'ago della bilancia dalla tua. Perfetto.CITAZIONEMrxxx exp totale: 9 exp
Grammatica: +2
Interpretazione: +2
Strategia: +2
Lunghezza: +1
Giudizio: Ukon è una sorpresa. A te va il merito di aver preso uno degli archetipi più semplici in assoluto, ovvero il bruto poche parole e tutto distruzione e sangue e dargli vita mostrando comunque l'umanità e le motivazioni alle sue spalle. Unica cosa: dato che di solito calchi parecchio i presupposti rudi, brutali e "ignoranti" del tuo pg, alcune uscite di dialogo e altre riflessioni potrebbero lasciare un pochino perplessi. Non che non siano credibili, tuttavia disorienta un poco facendo apparire Ukon alquanto colto per certi versi. In effetti può andare bene già così, però è una sensazione che non riesco a scacciare. Ottimo comunque.CITAZIONEDoropuffo exp totale: 7 exp
Grammatica: +1
Interpretazione: +1
Strategia: +2
Lunghezza: +1
Giudizio: Giancarlo sta trovando una propria identità. L'animaletto di certo fa emergere un lato tenero nell'uomo che dimostra anche una certa semplicità nei modi e nei pensieri che devo dirti mi piace tantissimo. E' un personaggio interessante, con un passato da vaygr puro in un pittoresco villaggio che ha lasciato un segno importante nella sua identità. Tuttavia voglio incoraggiarti ad approfondire perché nei tuoi post oltre alle azioni estetiche e le reazioni visibili si capisce poco di ciò che motiva Giancarlo sotto la superficie. Citi spesso il tuo passato nel villaggio, ma a parte qualche citazione verbale e delle motivazioni stringate non si comprende quanto e come abbia influito sul pensiero introspettivo del pg. Puoi sfruttare meglio il narrato per spiegare la psiche di Giancarlo, specie nel contesto di reazioni e scelte specifiche. Sei migliorato tantissimo, voglio dirtelo, e nei post principali lo hai fatto questo, ma non guasterebbe qualche introspezione in più ecco. Inoltre occhio a rileggere meglio i post, ci sono ancora errori residui di distrazione ma nulla di grave. Nulla da dire invece sul comportato tecnico/strategico. Letale ed efficace. Bravo anche tu.
AL MASTER:
+4 exp: Media valutazione
+1 exp: Odissea
+1 exp: 3 o più giocatori.