[QUEST] Rischiose Puntate

Aveva volutamente evitato di parlare con quei due, per il semplice fatto che a primo impatto non gli ispiravano alcun tipo di fiducia. Non sembravano guerrieri su cui poter fare affidamento dato che non avevano ne muscoli sviluppati ne armi affilate con se. E preferiva combattere da solo invece che combattere accanto a qualcuno che avrebbe potuto intralciarlo. Anche perché Haven non sembrava essere il tipo di città dove gli avrebbero fatto problemi qualora avesse imbevuto di sangue nemico la sua ascia, sebbene non potesse giudicare una città intera da un solo vicolo malfamato.

Quando vide il portone del magazzino, istintivamente fu sul punto di gettarsi alla carica e andare allo sfondamento. Solo le provvidenziali parole di tizio mascherato accesero un barlume di razionalità nel suo cocciuto e barbaro capoccione.

Mmm...

Grugnì pensieroso, guardando per la prima volta con fare incuriosito quel mingherlino a cui sino ad ora aveva riservato solo occhiatacce diffidenti e truci. Era comico vedere Ukon che cercava di sforzare i quattro neuroni che aveva in testa per comprendere se le parole di quel tipo avessero senso o meno. Ma era bene per gli altri due che non ridessero nel vederlo corrugare la fronte e grattarsi la pelata in quella maniera. Alla fine comunque, si lasciò convincere: il discorso dell’incappucciato non faceva una piega.

Effettivamente non abbiamo nessuna informazione su questo posto.

Esordì con quel suo vocione grottesco e con espressione decisa.

Ma non vedo comunque come potremo convincerli a sloggiare da questo posto se non con la forza.

Il loro compito era portare l’atto di proprietà del magazzino a bellicapelli no? Dubitava che senza farsi largo con la forza avrebbero ottenuto qualcosa, ma come si suol dire, tentar non nuoce. A che serviva poi un atto di proprietà a bellicapelli? Fece un’espressione stizzita, scuotendo la testa.

Sono disponibile per fare un tentativo, tuttavia al primo segnale di insofferenza o di sospetto scatenerò la mia ascia contro tutti loro. E sarà bene per voi che non mi stiate troppo vicini quando questo accadrà.

Concluse. Per lo meno fingendosi dei compratori forse avrebbero potuto ucciderli con più facilità, prendendoli alla sprovvista. Anche perché un attacco frontale avrebbe permesso a chi stava all'interno del capanno di prepararsi alla difesa.

Avrebbe dovuto sospettarlo che armato fino ai denti non lo avrebbero fatto entrare. Quando gli chiesero di lasciare la propria arma, Ukon, dall’alto della sua stazza, squadrò l’uomo. Il muso tosto ed incazzoso del nostro pelatone era contorto in un’espressione di disprezzo.

Mmm…

Grugniva grottesco, mentre prendeva una decisione sul da farsi.

Se la mia ascia sta fuori, starò fuori anche io!

Sentenziò infine. Mai separare un varyag dalla propria fidata arma. Non c’era motivo di entrare tutti nel capanno. Dal di fuori avrebbe potuto tranquillamente tenere la situazione sott’occhio e qual’ora vi fossero stati problemi non avrebbe avuto alcuna difficoltà a liberarsi delle guardie e sfondare la porta per entrare. Inoltre in questa maniera avrebbe avuto la possibilità di combattere da solo senza avere quei due che lo intralciassero.

Dunque se gli fosse stato possibile, avrebbe preso posizione al tavolo facendo cenno di farsi dare le carte, altrimenti se ne sarebbe stato in piedi in disparte, con le braccia icrociate. Non sapeva esattamente a quale gioco stessero giocando ma dubitava differisse da quelli praticati nei bassifondi di Niethlung. Avrebbe dunque preso parola con il suo vocione roco e profondo, senza abbandonare la sua espressione decisa e rabbiosa.

A cosa è dovuta tutta questa sorveglianza? Credevo qui dentro vi fossero solo rifiuti della società, poveri cristi in attesa di essere venduti come schiavi.

Era un modo indiretto per schernirli. Se avevano messo sei persone a guardia poteva significava solo due cose: o che c’era davvero qualcosa di importante dentro quel magazzino oppure che quei sei erano dei completi incapaci e valevano quanto uno. Ukon era per la seconda, tanto che se la ghignava da solo, ma cercò di non darlo troppo a vedere.

Chi mai sarebbe interessato a rubarli? Valgono davvero così tanto?

Non avevano capito che li stava prendendo per il culo. Erano in troppi per sorvegliare quello straccio di capannone, ergo significava solo una cosa: erano dei completi incapaci. Con la sua ascia probabilmente li avrebbe spazzati tutti e sei in pochi colpi ma per il momento voleva starsene tranquillo e lasciare che gli altri suoi due compagni entrati dentro portassero a termine la missione. Prendersi la sua paga senza fare nulla sarebbe stato grandioso, anche se non gli sarebbe dispiaciuto spaccare la testa a qualcuno.

Invece ora a spaccarsi la testa era lui. Concentrato come non mai, si grattava la pelata cercando di capire quale fosse la carta migliore da piazzare sul tavolo dato che il primo a giocare sarebbe stato proprio lui.I giochi di strategia o di intelligenza, come intuibile, non gli erano mai piaciuti. Durante i buon vecchi tempi risalenti a prima della guerra, quando si ritrovava nelle birrerie di Vaygrjord con i suoi compagni di caccia, soleva giocare a braccio di ferro per scommettere i propri averi, non a carte. Questa era la palese dimostrazione di quanto femminucce fossero quei sei al tavolo seduti con lui.

In ogni caso la sua espressione ora era aggrottata e contorta nello spremere le meningi. Da quel che aveva capito, il gioco era una variante di quello solitamente praticato tra i bassifondi di Niethlung. Era un gioco dove la fortuna aveva una componente estremamente spiccata.

Mmm…

Grugnì solitario osservando le sue carte. Aveva un’ottima mano considerando che sul tavolo vi era scoperta l’Asse di Picche. Le uniche due carte che avrebbero potuto infastidirlo erano la Donna di Picche (ossia la seconda carta più forte di questa giocata dopo il Re di Picche) e l’Asso di Cuori (che avrebbe potuto dominare sul suo Re di Cuori). Doveva trovare il modo di far rivelare ai propri avversari queste due carte e soprattutto doveva cercare di far consumare durante i primi turni quante più carte alte di Picche possibili ai suoi nemici in modo tale che gli sarebbe stato più facile far valere il Re di Cuori e il Sei di Picche che teneva in mano.

[Due di Fiori]

Ma allora perché aveva aperto con la carta più bassa ed inutile che aveva in mano? Semplice. Sperava in questo modo che qualcuno cominciasse a consumare i propri Picche, magari proprio la Regina di Picche.

[Re di Picche]

Questa sarebbe stata la sua seconda giocata che gli avrebbe garantito la vittoria di una mano e che avrebbe costretto tutti gli altri giocatori a sfoderare i propri Picche se li avevano.

[Jack di Picche]

Sperando che la Donna di Picche fosse uscita dai giochi nelle mani precedenti, con questa carta si sarebbe aggiudicato una seconda mano ed avrebbe di nuovo costretto tutti gli avversari a sprecare le loro carte di Picche più basse.

[Sei di Picche]

Una carta di Picche di valore medio, arrivati a questo punto del gioco, poteva assumere grande valore dato che la maggior parte dei Picche erano stati consumati nelle mani precedenti.

[Re di Cuori]

Infine, nella speranza che l’Asse di Cuori fosse uscita nelle mani precedenti e che la maggior parte delle persone avesse consumato tutti i suoi Picche a disposizione, avrebbe giocato questa carta di valore molto alto e battibile solamente dall’Asse di Cuori o da qualche altro Picche.

Chissà se la dea bendata sarebbe stata dalla sua parte. Di certo tutto questo scervellamento lo aveva fatto sudare, tanto che la sua fronte gocciolava.