[Hunt] Viscido e Mortale

Una cosa continuava a tornare in mente, ancora e ancora. Ogni volta che non si concentrava su nulla in particolare, quella riaffiorava, galleggiando pigramente sulla superficie dei suoi pensieri. Non era un'ossessione, per fortuna, però era costante, la accompagnava sempre. Che fine aveva fatto quella bambina? Come aveva fatto And'el a farla portare via da Alkarna?
Mentre viaggiava con altri cacciatori attraverso Nasradeva rosicchiava un bastoncino di liquirizia e rifletteva su cosa fare, se cercare di affondare quelle domande o agire per poter rispondere. Non era però la sua prima preoccupazione, poiché stava andando a cercare anche lei un lavoro come cacciatore, ma prima o poi ci avrebbe fatto i conti.
Sentiva di dover fare più esperienza possibile e diventare più forte. Sapeva che prima o poi avrebbe deciso di tornare a Temora, e per questo si era unita ad altri che conoscevano quel mestiere, così quando sarebbe tornata a casa non sarebbe stata la stessa ragazza pavida del mondo e di essere se stessa. Vivere senza maschere era meno facile di quanto si potesse pensare, specialmente se da un momento all'altro abbandoni quelle che ti sei appiccicato addosso tutta la vita.
Soffermò lo sguardo sulla natura che li circondava: finalmente si stavano lasciando alle spalle le zone paludose. Cominciava a odiare oltre misura tutta quella umidità. Se non altro soffriva meno di altri per le punture di insetti, avendo protetto la propria pelle con la terra. Il peloso era nella sacca, rifiutandosi di tirare fuori anche solo il muso, se non per mangiare ciò che gli tendeva la padrona. Aveva dormito praticamente tutto il viaggio e Darina lo invidiava un po' per questo, anche se tutto sommato era stato un viaggio divertente. Aveva quasi vinto la gara di sputi organizzata lì per lì dai compagni di viaggio. Si era guadagnata così il rispetto nel gruppo. La cosa le aveva fatto piacere, anche se l'aveva lasciata fra il sorpreso ed il perplesso, e con un vago senso di malinconia. Anche con i suoi fratelli e cugini aveva fatto sfide del genere, ma essendo di famiglia rispettabile avevano dovuto limitare questi passatempi.

Quando videro finalmente Tazin, Darina tirò un sospiro di sollievo si stiracchiò per alleviare un po' la stanchezza. Sentendola muovere in modo strano il cerino iniziò ad agitarsi nella sacca, finché ne sgusciò fuori e si arrampicò sulla spalla della ragazza.
Si vede che non hai camminato in questi giorni, sei ingrassato. gli disse tenendolo con una mano perché non scivolasse giù. La bestiola non si offese minimamente, si limitò a darle una leccata in faccia per poi guardarsi in giro curioso.
Il gruppo di cacciatori si rifocillò in una locanda, ma senza perdere troppo tempo si diresse poi verso la bacheca cittadina. Lessero i vari bandi e scelsero la propria preda. Darina lì guardò uno ad uno, poco convinta. Non le interessava procurare pelliccia o corni di valore a mercanti o ricconi, per quanto, doveva ammetterlo, la paga era davvero buona.
Lo sguardo le cadde su un messaggio che tutti gli altri sembravano aver ignorato.

Dopo anni di ricerche, finalmente l'ho trovato: Frograrius.
Voglio il suo cadavere nei miei laboratori di ricerca.
Cerco valorosi combattenti che possano aiutarmi. Sia chiaro, previa lauta ricompensa.
Se pensi di potermi essere d'aiuto, t'aspetto a Tazin, nella locanda chiamata "Il sole nero", chiedi de "Lo scienziato armaiolo" all'oste.
Il limite per il reclutamento scade tra esattamente 10 giorni.
Ricochet Varian

Diede un colpetto al braccio del cacciatore con cui era più in confidenza, indicandoglielo. Lui si voltò verso di lei e seguì da direzione del suo dito fino al foglio che le interessava. Azul, cosa ne dici di questo?
Era un giovane uomo con alle spalle già molte degne prede e una incontrastata serie di vittorie nelle gare di sputi, compresa quell'ultima, e in altre sfide, che Darina aveva preferito non sapere.
E' una fregatura, Rina, quando non scrivono la cifra vuol dire che è così bassa che se la scrivessero nessuno farebbe il lavoro. le rispose con sicurezza.
Ma se proprio vuoi essere sicura, puoi sempre incontrare il tizio e parlarci subito chiaro. A me è successo una volta che me l'abbiano messo nel... dopo quella volta ho imparato la lezione. Anzi, ne ho imparate molte altre. Potrei insegnarti un mucchio di cose! disse sfoggiando il suo sorriso più affascinante. Molto affascinante.
Darina fece la gnorri spostando di nuovo lo sguardo sul bando. Sentiva improvvisamente un gran caldo.
In tal caso starò attenta. Grazie. mantenne un'espressione pensierosa fissando il foglio.
Sicura di non volerti unire a noi? Penso che Umtyr sarebbe contento di avere un altro "piccolo" in squadra. Suo figlio è cresciuto molto in fretta, fra non molto non sarà più così invisibile in avanscoperta. Ci faresti comodo.
La ragazza lo guardò, poi si volse verso Umtyr e suo figlio adolescente, un ragazzotto che prometteva di diventare massiccio come un toro.
Per un attimo fu tentata di dire di sì, ma non era per quello che stava viaggiando, non era per quello che aveva lasciato la sua famiglia. Non si sentiva pronta a far parte di un gruppo stabile.
Mi tenti, ma devo imparare a cavarmela da sola per un altro po'. disse conciliante.
Va bene, come vuoi. Casomai cambiassi idea sai come ci chiamiamo, puoi sempre rintracciarci. Buona caccia, allora.
Anche a voi. Darina gli tese la mano con un sorriso.
Il ragazzo le rise in faccia e le tirò un pugno sulla spalla.
Ricorda almeno come ci si saluta, quando verrai a cercarci!
Lei non fu da meno e rispose con un bel destro. Vedendoli salutarsi, anche gli altri entrarono nella conversazione e chi più chi meno sembravano un po' dispiaciuti che proseguisse da sola.

Poco più tardi Darina stava raggiungendo Il Sole Nero, la spalla dolorante. "Non potevano trovare un modo più delicato? Loro si sono presi solo un mio pugno, io ne ho preso uno da ciascuno di loro!"
Quando entrò trovò esattamente ciò che si aspettava da un posto del genere. Affollato di gente, chiacchiere e birre. Forse era un po' cupo, ma con un nome del genere era prevedibile. Avrebbe voluto parlare subito con l'oste, ma aveva troppa paura di fare la figura della scema a presentarsi per un lavoro che, per chi era del mestiere, era chiaramente una fregatura.
Si sedette al bancone e ordinò qualcosa da mangiare, tendendo l'orecchio nel caso qualcuno avesse chiesto del mandante. In base a chi si sarebbe presentato, avrebbe deciso se agire o meno.

La ragazza era rimasta per conto suo finché nel locale era entrato un uomo che le sembrò familiare.
Jericho, ragazzo mio! Sono contento che un conoscente abbia risposto all'annuncio!
Jericho, era anche lui nel gruppo che aveva affrontato Dienyah al tempio di Baal.
Nota per me: imparare a ricordare i nomi delle persone.
L'uomo che aveva parlato era seduto ad un tavolo a destra del bancone. Era lui dunque l'armaiolo "scienziato". Era lui che voleva uccidere il frog-, il fogr-, il F-R-O-G-R-A-R-I-U-S. Dannazione, le si ingarbugliava la lingua ogni volta che tentava di pronunciare quel nome.
Allora signori, disse rivolgendosi a tutti loro intorno a lui io sono Richochet Varian, molto piacere. Innanzitutto vi spiego perchè scienziato armaiolo, almeno capirete in fretta la nostra missione. Io cerco, caccio e studio le bestie più incredibili del nostro mondo. Poi prendo ogni parte di tessuto possibile e la utilizzo per creare armi, armature e qualsiasi tipo di gingillo possibile. Esattamente come gli stivali di Jericho. Avrete capito cosa dobbiamo fare: cacciare questa rana alta quasi tre metri,ucciderla e far si che io possa studiarla. Non sarà per nulla facile, ma a termine della missione sarete ricompensati.
E bene spero.
Se ci state, domattina partiamo: ad un paio d'ore da qui, un Frograrius solitario s'aggira per la palude. Sospetto sia un esemplare anziano, ma non ci saranno problemi ad utilizzarlo. Piuttosto, i problemi ci saranno nel prenderlo.
Spero molto, molto bene.
Ho una sola domanda, forse la più importante di tutte per me: questa bestia, Frograrius come la chiamate voi, rappresenta un pericolo per la popolazione di Tazin o dei villaggi vicini? Se così non fosse e questa spedizione fosse mossa con l'unico scopo di procacciarvi materiale fresco per i vostri esperimenti allora il mostro in circolazione siete voi e non il Frograrius.
A parlare era stata una donna bionda in armatura e il cerino si agitò nella sacca sentendone il tono tutt'altro che amichevole. Darina ci posò una mano sopra per tranquillizzare la bestiola, e nel mentre per un attimo osservò con attenzione la donna: era la guerriera che aveva incontrato al suo arrivo ad Arcadia, ma non ne aveva più addosso i simboli. Che fosse in licenza? A Tazin?
Darina stava per parlare ma ammutolì. Capiva il punto di vista della guerriera, tuttavia lei aveva vissuto di persona che l'uomo usa tutto ciò che gli occorre per il proprio sostentamento, e ciò non significava solo nutrirsi, ma anche procurarsi materiali da lavorare e guadagnarsi il pane. Ad Arcadia era possibile vivere evitando di uccidere le creature che non sono un pericolo per l'uomo, ma nelle zone meno rigogliose preghi in fila tutti gli dei che passi una lepre.
Rimase in attesa di ulteriori istruzioni e magari di conoscere la somma precisa che avrebbero ricevuto per il lavoro.
Per il resto, non vedeva l'ora di finire ciò che aveva nel piatto e andarsene a fare una bella dormita. Il viaggio l'aveva stancata parecchio e voleva addormentarsi prima che le ripiombasse addosso la malinconia di essere di nuovo sola, con degli sconosciuti. Per quanto, in effetti, almeno tre di loro li aveva almeno incontrati una volta.


Quando finalmente si abbandonò sul letto aveva le palpebre che non volevano saperne di aprirsi, ciononostante continuava a vorticarle nella testa quell'idea che l'aveva accompagnata ormai da parecchio tempo. Che fine poteva aver fatto la figlia di And'el? Era possibile far fuggire le bambine da Alkarna?
Non seppe mai se fosse arrivata ad una risposta perché, con tutto quel sonno, quando si svegliò il giorno dopo ricordava soltanto di essersi buttata a dormire. Si alzò di buon'ora e si preparò, assicurandosi di avere con sé l'unguento di citronella. Una delle cose che aveva imparato dai cacciatori. Rimase un attimo immobile in piedi in mezzo alla stanza, nella sua mente un affascinante giovane le sussurrava carezzevoli lusinghe... Sospirò riscuotendosi, si caricò sacca e peloso in spalla e raggiunse gli altri. Si incamminarono senza tante cerimonie e, una volta giunti alla palude, Ricochet li fermò.